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Ore 21.40 – (Il Piccolo) Buone notizie dal campo di Prosecco, dove i giocatori dell’Unione Triestina 2012 sono tornati ieri pomeriggio ad allenarsi dopo l’incontro con il curatore fallimentare di martedì e dopo la seduta in palestra di mercoledì. Il centrocampo ridotto ai minimi termini torna infatti a rimpolparsi un po’, con l’infermeria che si sta svuotando. Ieri infatti si sono allenati in gruppo anche Spadari e Abrefah. Per i due però va fatto un discorso diverso: il centrocampista romano, vero faro della squadra nelle ultime partite in cui ha giocato prima di accusare uno stiramento a Noale, è appena rientrato dal problema muscolare e pertanto non è sicuramente al cento per cento. Si valuterà in questi giorni insomma se potrà essere utilizzato, e difficilmente comunque lo si farà dal primo minuto, visto che con i rientri da noie muscolari è sempre meglio andarci cauti. Maggiori possibilità invece per Abrefah, che pur avendo caratteristiche totalmente diverse è stato quello che in pratica ha sostituito proprio Spadari nelle ultime partite: l’italo-ghanese ha accusato in questi giorni un problema al ginocchio ma ormai appare recuperato e per lui non ci dovrebbero essere dubbi in vista della sfida interna contro il Tamai che si svolgerà domenica allo stadio Rocco (inizio ore 14.30). Una partita nella quale il tecnico Doardo dovrà però a fare a meno dello squalificato Crosato: un’assenza grave visto che il giovane terzino destro era una pedina fondamentale dello scacchiere della difesa. Il maggior candidato a sostituire Crosato sembra a questo punto Miani, che in questa stagione ha già giocato in quel ruolo e che pertanto dovrebbe venir arretrato dal centrocampo alla difesa. Per il resto stanno tutti bene e saranno a disposizione del tecnico. Va ricordato che appena tre giorni dopo la partita col Tamai, la Triestina sarà impegnata nel turno infrasettimanale di campionato che la vedrà in scena in trasferta contro il Mestre.
Ore – (Il Piccolo) «È stato dichiarato il fallimento della Triestina e concesso l’esercizio provvisorio per continuare l’attività. Fatto questo che consente di salvare il titolo sportivo». Così il giudice Giovanni Sansone, presidente del Tribunale civile di Trieste. Era il 26 gennaio del 2012 e la procedura fu affidata alle mani del curatore Giovanni Turazza. Dopo quattro anni ci risiamo. Anzi la gestione dell’esercizio provvisorio di una società rimasta senza quattrini è ancora più complesso. Questo è il compito dell’attuale curatore Giuseppe Alessio Vernì. Quattro anni nei quali tutti hanno perso e nessuno ha vinto. Perché l’Unione Triestina 2012 (rifondata nell’agosto di quell’anno) era già in default dopo meno di due anni dalla nascita. Oltre mezzo milione di perdite (bilancio al 31 giugno 2014), monte debiti ancor più pesante, patrimonio inesistente e capitale sociale di 12.500 euro polverizzato. Pontrelli ci ha messo del suo e le responsabilità sue e dei predecessori saranno giudicate dalla magistratura se riterrà ci siano ipotesi di reato. Questa era la situazione non di due giorni fa ma di mesi. Il passato è passato. Ora, se il curatore avrà mezzi e capacità per far proseguire l’attività, c’è da salvare e capitalizzare l’unico bene rimasto: la serie D. Anzi, non è l’unico bene. Perché la Triestina ha ancora un nome e una storia, anche se in poco più di vent’anni è fallita tre volte, lasciando con il cerino in mano decine di fornitori, dipendenti, imprenditori e anche la sua immagine esterna è stata corrosa. Un nome e una storia che sono incarnati in un marchio che è stato “conquistato” dai cittadini e dai tifosi nell’unico fatto rilevante di quattro anni di calvario. Un marchio che è costato poco meno di 40 mila euro e che vale nulla sul piano economico, tanto sul piano etico. I tifosi e i cittadini vicini all’Unione, dopo aver deciso di ritirarsi sull’Aventino, ora dovrebbero pensare seriamente a tornare nel loro stadio. L’Unione 2012 è fallita, Pontrelli (nè Mehmeti, Mbock e i triestini) non è più il proprietario. Se qualcuno salderà i debiti sportivi al termine della procedura competitiva dovrà dare vita a una nuova società che poi si rivolgerà alla federazione per il titolo. Il ritorno del pubblico nel suo Rocco aiuterebbe il curatore Vernì, in minima parte i creditori, l’immagine di una città che calcisticamente dovrebbe dare un taglio con il recente passato. Se poi, tra qualche mese, ci sarà una nuova proprietà tutti potranno valutare. C’è da sostenere una squadra composta da giocatori ereditati dalle precedenti gestioni. E questo può non piacere. Ma sono ragazzi che lavorano e non hanno preso soldi e che si sono impegnati. Lo spettacolo calcistico offerto non è per palati fini. E poi sono ancora aperte le ferite incise nella passione messa dai tifosi nello spareggio con il Padova, nel play-out con il Latina, nel play-off con la Pro Dronero e i sentimenti contrastanti che hanno sospinto l’Unione a Dro solo otto mesi or sono. Chiedere un ulteriore sforzo è troppo. Stimolare una riflessione per una causa giusta è doveroso. I tifosi pensano di essersi riappropriati della loro Triestina ma se non le danno una mano adesso nelle loro mani resteranno solo con le macerie ereditate dal fallimento. C’erano tanti interessamenti anche quattro anni fa ma l’asta a 75 mila euro (successiva alla retrocessione in C2, con giocatori di proprietà e un settore giovanile discreto) andò deserta. Ora, stando alle dichiarazioni degli interessati, sembra che ci siano aspiranti più seri e molti. Ma in attesa che le operazioni si concretizzino Trieste deve voltare pagina. Ha un palcoscenico per farlo. Il Rocco.
Ore 21.10 – (Corriere delle Alpi) Il miglior Belluno degli ultimi tre anni. Sembrava quasi impossibile riuscire a fare meglio della prima stagione targata Vecchiato, dove i gialloblù hanno conquistato il quinto posto, ma lo scorso campionato il Belluno è arrivato ai piedi del podio e quest’anno proverà a raggiungere il terzo posto, ora occupato dall’Este. «È il miglior Belluno di queste tre stagioni – commenta il direttore sportivo Augusto Fardin – non solo per i giocatori che si sono inseriti in rosa negli anni ma anche per la crescita dei giovani, alcuni dei quali proprio bellunesi. Un esempio sono Alessandro Marta Bettina e Simone Quarzago. I provini che hanno fatto in inverno? Sono andati tutti bene, le squadre li terranno monitorati nel girone di ritorno e quando lo meriteranno i due giovani scenderanno sicuramente in campo. Sono rimasti qui, ci tenevamo a fare le cose con calma, vedremo quest’estate cosa succederà». Qual’è il giocatore che l’ha impressionato di più? «Paolo Pellicanò – continua Fardin – ha giocato sia centrale difensivo che terzino, mettendo sempre in campo prestazioni di alto livello». Il Belluno può arrivare 3°? «Preferisco parlare di play off, è questo il nostro obiettivo, ma arrivare terzi sarebbe il massimo. Raggiungere e superare l’Este, però, non sarà facile. Hanno una bella rosa, oltre che quattro punti di vantaggio, che a questo punto del campionato non sono pochi». Il mercato è rimasto fermo sia in entrata che in uscita. «È andata così, ma eravamo pronti alle contromosse se fosse andato via qualcuno. In ogni caso siamo sempre pronti a pescare dalla nostra juniores». La partenza di Ivan Merli Sala sembra essere stata assorbita. In futuro potrebbe tornare? «Ogni tanto ci sentiamo e nel calcio mai dire mai. La difesa, però, si sta comportando bene e Nicola Calcagnotto sta facendo sempre meglio». Qualche settimana fa aveva detto che il Venezia avrebbe vinto il campionato con dieci punti di vantaggio. È ancora di questa idea? «Sono ancora convinto che il Venezia vincerà, ma non lo farà a mani basse. Ora il Campodarsego ci crede e nel mercato ha preso tre giocatori importanti come Kabine, Bortot, classe 1997 ex Bassano, e Zecchin, ex professionista». Domani alle 15 al Polisportivo arriva il Mestre. Inutile dire che puntate alla vittoria. «Vogliamo vendicare la partita di andata, la nostra prima sconfitta stagionale. Sono sicuramente una buona squadra e credo che abbiano meno punti di quelli che meritano. Sarà dura ma ovviamente vogliamo i tre punti». Pellicanò indisponibile. Il centrale del Belluno ha ricominciato a correre ma domani non sarà del match. Mister Vecchiato dovrà scegliere se sostituirlo con Andrea Franchetto, oppure Sebastiano Sommacal.
Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) Con la rifinitura in programma oggi pomeriggio il Pavia completerà la sua preparazione in vista della gara di domani alle 17,30 con il Cuneo. Oltre agli squalificati Siniscalchi e Sforzini nella lista degli indisponibili rimangono i lungodegenti Bellazzini e Cristini, cui si sono aggiunti dopo la gara di sabato a Bolzano Biasi e De Silvestro. Non sarà ancora una volta tra i convocati Fabrizio Grillo, arrivato ai primi di gennaio a Pavia, ma che continua a lavorare a parte per recuperare da un problema muscolare occorsogli poco dopo il suo arrivo in maglia azzurra. Per il resto tutti dovrebbero essere a disposizione, con il rientro in attacco di Andrea Ferretti al posto di Nando Sforzini a riformare l’affiatata coppia con Alessandro Cesarini. Ieri, intanto, il Pavia ha effettuato la decima operazione di mercato in uscita, già preannunciata, riguardante il portiere Giovanni Volturo: è andato in prestito fino a giugno agli svizzeri del Locarno. Sul fronte portieri si continua a parlare del possibile arrivo di Ivan Pellizzoli, svincolato, che potrebbe anche avere il ruolo di vice-Facchin garantendo esperienza come dodicesimo. L’ex portiere dell’Entella attualmente si sta allenando con la Grumellese (serie D) ed è tesserabile in qualsiasi momento. Su una sua possibile contrattualizzazione se ne capirà di più nelle prossime settimane. Intanto fino alle ore 20 di questa sera è attiva la prevendita per acquistare il biglietto tramite il circuito Vivaticket-Best Union per Pavia-Cuneo. I punti vendita autorizzati a Pavia sono il bar Lanterna di via San Giovannino 23/25, il bar Scala di via Scala 10/a e lo Shop-Up dell’Università in corso Carlo Alberto 5, all’interno del Cortile dei Tassi. Il botteghino dello stadio Fortunati aprirà esclusivamente sabato dalle 14.30 alle 18.15.
Ore 20.20 – (La Provincia Pavese) Non vince da due mesi, dall’1-0 esterno al Turina di Salò sul campo della Feralpi del 6 dicembre scorso, il Cuneo che nelle ultime sei gare ha pareggiato due volte e perso quattro. Nell’ultimo week-end la formazione allenata da Salvatore Iacolino ha pareggiato 2-2 in casa con la Giana tornando, grazie alla doppietta di Chinellato, al gol dopo un digiuno di cinque gare. Finora ha conquistato 12 punti in casa quanti in trasferta visto il suo totale di 24. Prima del punto interno dell’ultima giornata il Cuneo aveva affrontato perdendo le allora prime due della classe: prima arrendendosi in casa per 2-0 al Cittadella e poi 1-0 al Moccagatta con l’Alessandria. E dopo la gara di domani pomeriggio al Fortunati avrà in calendario un’altra sfida con avversarie della zona alta della classifica ospitando il Bassano. Iacolino non potrà disporre degli squalificati Cavalli e Conrotto oltre che dell’infortunato Gorzegno. Beltrame è vicino al recupero, rientra dalla squalifica Corradi a centrocampo. Molto probabile l’impiego a centrocampo dal 1′ del nuovo acquisto Giuseppe D’Iglio arrivato dall’Albinoleffe nello scambio che ha portato in maglia seriana l’italo argentino Pablo Ezequiel Banegas. Nel 4-4-2 con cui il Cuneo dovrebbe scendere in campo domani pomeriggio per affrontare il Pavia mister Iacolino probabilmente sposterà Quitadamo dalla fascia sinistra al ruolo di centrale, al posto dello squalificato Conrotto, a fianco dell’ex azzurro Rinaldi, per lui una mezza stagione in via Alzaia ai tempi di mister Alessio Pala. Franchino e Bonomo nel ruolo di terzini dovrebbero completare la difesa davanti al portiere Tunno. D’Iglio, come detto, dovrebbe debuttare da titolare in mezzo al campo affiancando Gatto, con esterni Barale e Corradi. In attacco l’altro acquisto di gennaio, la punta Cristofoli, farà coppia con Ruggiero, più difficile l’ipotesi con Chinellato. All’andata finì 3-2 per il Pavia che s’impose in rimonta. Una curiosità: i gol del Cuneo furono segnati da Conrotto e Cavalli, i due assenti per squalifica a Pavia.
Ore 19.50 – (Gazzetta di Reggio) Gli occhi dei tanti tifosi che ieri pomeriggio hanno seguito l’allenamento granata erano tutti per i nuovi arrivati. Tre giocatori, uno per reparto: ad Antonio Letizia e Gianluca Zucchini si è unito– dopo aver apposto in mattinata la firma sul contratto nella nuova sede granata della limitrofa via Mogadiscio – lo svincolato esperto centrocampista Michele Pazienza, in uscita dal Vicenza e con un fitto palmares in serie A tra Napoli, Udinese, Fiorentina e Bologna. Ad accompagnare ai campi Pazienza è stato il suo procuratore, l’ex granata Beppe Accardim che si è soffermato a seguire la seduta tecnica. Agli ordini di Colombo ha lavorato l’intero gruppo, compreso il giovane attaccante Christian Silenzi; unica defezione quella di Riccardo De Biasi che ne avrà per oltre un mese dopo l’operazione al ginocchio con l’impianto di cellule trattate con fattore di crescita. Dei nuovi Letizia,già al passo coi colleghi avendo giocato fino a domenica, è quello con più probabilità di essere impiegato, anche parzialmente, a Gorgonzola contro la Giana Erminio. Oggi nuovo allenamento, alle ore 14,30.
Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) Gianluca Zucchini, difensore modenese classe 1995, ovvio simpatizzante del Modena (e della Juve), fresco di diploma in Ragioneria, chiede alla Reggiana il lancio verso una carriera da professionista. Quando ha appreso di venire a Reggio? «L’ultimo giorno di mercato e non ho potuto dire di no a questa grande possibilità» Pur scendendo di categoria? «E’ un’occasione per migliorarsi, non vuol dire sminuirsi». Una sola gara nel Modena. E’ questo che l’ha spinta altrove? «Purtroppo, o per fortuna, ho fatto solo una presenza ma il mio ruolo di difensore centrale è molto complicato e serve tanta fiducia da parte del mister. Non ho mai avuto la possibilità di giocare titolare perché davanti avevo dei giocatori bravi ed esperti della categoria». Uno di questi è il reggiano ed ex granata Simone Gozzi. «Gozzi era il mio papà negli spogliatoi e mi ha aiutato tantissimo. Siamo molto amici e quando ha saputo della mia scelta mi ha fatto un grosso in bocca al lupo». Sa che non le sarà facile scalzare gli attuali titolari? «Non ci sono ambizioni di giocare ma solo quella di farmi trovare pronto quando avrò le mie possibilità». Cosa chiede a questi sei mesi in granata? «Voglio lavorare per migliorarmi ed essere a disposizione del tecnico, poi a giugno tireremo le somme e vedremo». Quali sono le sue caratteristiche? «Piede mancino, nelle giovanili con la difesa a tre facevo il libero dando copertura agli altri due. Ma quella a quattro non mi fa gran differenza, cerco di completarmi in tutto ma sono molto alto e non velocissimo quindi cerco di anticipare l’uomo. Mi piace giocare la palla perché penso di essere capace di impostare l’azione ed ho visto in questi primi allenamenti che è proprio una prerogativa di questa squadra». Sa che Minel Sabotic abita a Modena come lei? «Più o meno lo conoscevo infatti mi ha già dato qualche dritta». Come è stato l’impatto con questa nuova realtà? «Essendo modenese la città la conoscevo bene mentre la società si è dimostrata cordiale con un gruppo che mi ha accolto benissimo e fatto sentire subito parte di esso».
Ore 19.10 – (Gazzetta di Reggio) Antonio Letizia parla per la prima volta da granata proprio mentre – in sede – il suo nuovo compagno di squadra Michele Pazienza sta firmando il contratto che lo legherà alla Reggiana sino al 30 giugno. Ragazzo sorridente che non disdegna la battuta, l’attaccante napoletano, classe ’87, spiega come è nato il proprio trasferimento. «E’ stata una decisione lampo. Ho saputo di questa possibilità domenica dopo la gara di Catania ed ho accettato perché mi piacciono le nuove sfide che mi portano maggiori stimoli». Le sue caratteristiche? «Posso fare sia la prima punta che l’esterno d’attacco ma l’importante sarà dare il mio contributo. Negli ultimi due anni da prima punta ho fornito le migliori prestazioni». Come giocava a Matera? «Prima punta, inizialmente, poi con l’arrivo di Infantino giocavo a sinistra pronto a rientrare sul destro per andare al tiro. Ecco perché mi paragonavano ad Insigne anche se io penso fosse più che altro per la mia …altezza (se la ride,ndc)». Le hanno detto di venire a Reggio perché c’è un campionato da vincere? «Sapevo che è una squadra forte ed ambiziosa, poi mi appassionava molto venire al Nord perché non vi ho mai giocato e… per avvicinarmi a mio fratello che gioca nel Carpi». A Matera la rimpiangono? «I tifosi non volevano la mia partenza perché la considerano una grave perdita però hanno capito la mia volontà. Credo di lasciare un buon ricordo con la “quasi” promozione dell’anno scorso». Conosce qualcuno nello spogliatoio granata? «Solo Arma, tramite mio fratello. Adesso sarà mio compagno di reparto». Ha visto qualche partita della Reggiana? «Sinceramente no». Sarebbe pronto al debutto? «Fisicamente sì». Ha già parlato con mister Colombo? «Due parole giusto per presentarci perché sono arrivato tardi». Che impressione le ha fatto la struttura di via Agosti? «E’ bella. Se vedeste dove ci si allena al Sud! Qua è tutto diverso, mentre non ho ancora visto lo stadio ma ne ho sentito parlare bene». Qual è la prima impressione di Reggio? «Società e gruppo sono cordiali e tale voglio essere io nei loro confronti». Il suo rapporto col gol? “In Lega Pro non son mai arrivato in doppio cifra, speriamo succeda quest’anno visto che sono già a quota quattro. Gol o assist? Dipende dalla situazione di gioco». Perché ha iniziato tardi nei professionisti? «Ho fatto un po’ di gavetta, tra Eccellenza e Promozione, prima di iniziare la scalata». Per rincorrere suo fratello Gaetano? «Lui aveva addirittura smesso di giocare e lo portai con me in Promozione; da lì è partita la sua brillante carriera, passando da Pianura, Aversa e Carpi. E’ un destino a volte». Domenica c’è Napoli-Carpi: scudetto o famiglia? «Tiferò Napoli, spero in un bel 2-1 con gol di Letizia ma la partita importante sarà la prossima, Juve-Napoli».
Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Giornata di presentazioni ieri nella sala stampa del Martelli, con gli ultimi due acquisti ufficiali della monumentale (per entità, se non per qualità…) campagna di mercato biancorossa. Presentati dal direttore sportivo Alfio Pelliccioni e dal direttore sportivo Paolo Musso (n attesa di partire per Firenze dove in serata si è svolto il consueto meeting con gli arbitri della Lega Pro) l’esterno Salvatore Masiello, da domenica 34enne, e l’attaccante senegalese Falou Samb, 19 anni e un fisico francamente spaventoso rispetto ai parametri occidentali. Timbro di voce da far invidia al mitico baritono Leo Nucci, Samb («E’ il mio cognome» tiene a precisare”) smentisce subito (ma da due anni i giornali di tutt’Italia ne parlano senza essere smentiti, ndr) il presunto passato da vù cumprà: «Quando mi videro giocare in Sardegna ero là come turista, andai al Genoa grazie a Stellini a gennaio 2015. Posso giocare punta centrale o seconda punta, mi auguro di riuscire a fare bene.Alla Primavera del Genoa ho segnato quattro gol nello scorso anno, mi auguro di farne altri qui a Mantova». Ben più ricco nel curriculum è invece l’esterno Salvatore Masiello, che ha praticamente giocato al Torino fino alla fine della passata stagione ed è poi rimasto ai margini della squadra fino a quando, pochi giorni fa, ha accettato la proposta del Mantova: «Ho una gran voglia di giocare e non mi spaventa affatto l’idea di debuttare a Mantova con il derby contro la Cremonese – sottolinea l’ex Bari, Vicenza e Udinese – qui sono venuto a giocare ai tempi della serie B e conosco bene la voglia di questa piazza e di questa società di ritornare a fare bella figura nel calcio italiano». Masiello non è nato come esterno sinistro: «Sono stato in passato anche mezzala, oppure ala; in seguito mi sono adattato bene a questa posizione e sento di potere dare ancora molto per il Mantova. Non credo che la classifica sia onesta con noi e voglio aiutare i miei nuovi compagni a conquistare una posizione di classifica migliore, fin da domenica».
Ore 18.20 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova anti Cremonese è quasi pronto, con l’inserimento di Zammarini nel ruolo di trequartista alle spalle delle punte Caridi e Marchi. Sfumata la possibilità di disporre di Tripoli, che dovrà rimanere fuori una settimana per una forte contrattura, Javorcic sembra intenzionato ad utilizzare l’assetto a due punte tenendo in panchina tanto Beretta, al rientro con il gruppo, quanto Ruopolo, che in questo periodo non è nelle condizioni di giocare più di uno spezzone di gara a causa del problema al ginocchio. La seduta di allenamento di ieri mattina ha visto il tecnico proporre due possibili schieramenti per la sfida contro i grigiorossi di Rossitto. In porta appare sicura la conferma di Pane, che sta riacquistando fiducia nelle proprie possibilità ed è chiamato a riscattare l’intervento non impeccabile sul gol di Strizzolo a Pordenone; il modulo difensivo a quattro non può prescindere dall’assenza per squalifica di Trainotti e dovrebbe vedere la conferma di Lo Bue, che ieri si è allenato regolarmente in gruppo, con l’esordiente Cristini e Carini centrali mentre l’altro debuttante Masiello giocherà sulla sinistra. A metà campo Di Santantonio potrebbe essere preferito sulla destra a Longo, anche per la sua duttilità rispetto alla posizione di Zammarini, che nelle intenzioni del mister dovrebbe essere posizionato alle spalle degli attaccanti Caridi e Marchi. A metà campo Perpetuini, ennesimo ex di turno, sarà spalleggiato anche da Raggio Garibaldi. Le alternative plausibili per la maglia di Zammarini e Raggio Garibaldi sarebbero individuabili in Ungaro e in Gonzi, che dovrebbero quindi andare in panchina insieme a Bonato, al neoacquisto Falou Samb, Beretta, Ruopolo, Longo (eventuale sostituto di Di Santantonio), Sereni, Albertoni e Scrosta. «Preso atto dell’indisponibilità di Tripoli – spiega Javorcic – vediamo se sarà possibile impiegare Lo Bue e Masiello sulle fasce. A metà campo mi riservo di decidere fra Longo e Di Santantonio mentre in attacco c’è il rientro di Beretta e Samb può già essere utilizzato, dovrebbe partire in panchina. È un ragazzo che ha qualità e potenzialità, la sua presenza è un’arma in più per il nostro attacco. Dietro alle punte ho provato Ungaro e Zammarini, che mi danno buone garanzie di rendimento. Sfrutteremo la rifinitura per mettere a punto lo schieramento in vista del derby contro la Cremonese. È una partita che vogliamo affrontare nella migliore condizione possibile per riprendere quel tentativo di risalita che è stato interrotto a Pordenone. Faremo in modo di non farci influenzare eccessivamente dal digiuno di vittorie (che domenica toccherà quota 3 mesi) e dalla smania di sbloccare il risultato. Anche con l’aiuto della nostra gente speriamo di riuscire a far bene».
Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La politica è scesa in campo, ma non ha fatto i conti con le regole che essa stessa, in questo caso a livello nazionale, ha predisposto in materia di stadi. Tradotto: l’idea del Movimento 5 Stelle pordenonese, che prevede la copertura della tribuna opposta del Bottecchia, è funzionale ma non sufficiente. Se è vero che oggi – classifica sotto gli occhi – il Pordenone può sognare la B, lo è altrettanto il fatto che il vecchio e caro velodromo non potrebbe ospitarla. Nemmeno in deroga. Il club di Mauro Lovisa, insomma, dovrebbe traslocare. Dove? La soluzione più percorribile sarebbe quella dello stadio Friuli, oggi Dacia Arena. L’impianto-gioiello però è in concessione all’Udinese e dovrebbe essere il club dei Pozzo a dare il nulla osta. Complicata la strada del Rocco di Trieste, che da anni necessita di lavori di ammodernamento. Impensabile qualsiasi altra soluzione, dato che il regolamento prevede la possibilità di traslocare solo all’interno della regione. LO STADIO OGGI – Il Bottecchia è stato rinnovato nell’estate 2014, poco dopo il salto dalla D alla LegaPro. Sono state eliminate (abbassate) le barriere fra tribuna e campo ed è stata allestita la sala stampa che contiene anche l’area Gos, riservata all’ambito sicurezza. L’intero impianto è stato recintato per regolamentare gli accessi, la tribuna stampa resa funzionale e ampliata. Durante la scorsa stagione, poi, ha debuttato il nuovo impianto d’illuminazione a 500 lux, in linea con le direttive di LegaPro. COSA SERVE – Ma la B resta ancora un’altra cosa, e salendo si può “giocare” meno con le deroghe. A partire dalla capienza. Il regolamento prevede una portata minima di 10 mila spettatori, che può scendere in deroga a 5 mila se a chiederlo è una città con meno di 100 mila abitanti. Anche approfittando di questa scappatoia, però, il Bottecchia sarebbe fuori. La casa del Pordenone tiene infatti 2600 spettatori. E un ampliamento è quasi impossibile da prevedere. Il lato che ospita la tribuna opposta è chiuso alle spalle dall’impianto di atletica, mentre la tribuna centrale sarebbe difficile da toccare a causa dei possibili vincoli imposti dalla Soprintendenza. In ballo c’è il valore storico del manufatto. Ed erigere due curve alle spalle delle porte? Un’operazione ai limiti della fattibilità, a causa della vicinanza del velodromo. Poi il Pordenone dovrebbe mettere mano ancora una volta all’impianto d’illuminazione. La B è seguita in diretta da Sky, e in favore delle telecamere fisse le luci devono raggiungere gli 800 lux. Alle spalle della tribuna centrale, poi, dovrebbe essere allestita la piattaforma satellitare: lo spazio andrebbe praticamente inventato. LOVISA DIXIT – Per questo il presidente Mauro Lovisa boccia l’idea di restaurare il Bottecchia, continuando a mirare al nuovo stadio: «Un impianto polivalente, che ospiti anche concerti e convention». Ma soprattutto che possa dare una casa al Pordenone che sogna la B. Intanto domani si gioca: Beltrame è in dubbio per Meda (adduttore) e ha lavorato a parte.
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Serie B? Perché no? Le condizioni per provarci sono ottimali». Fra i tifosi più gasati dall’exploit del Pordenone non può mancare Segio Bolzonello che, svestendosi della livrea di vicepresidente friulgiuliano, strizza l’occhio e aggiunge sorridendo: «Mentre lo dico sto facendo tutti gli scongiuri del caso». “Bolzo” definisce il Pordenone di oggi un fatto «reputazionale». «Sì, poiché oggi fa crescere la fama di tutta la città – spiega -, della provincia e della regione stessa». I PLAYOFF A TIRO – «Non vedo – riprende Bolzonello – possibilità di promozione diretta. I playoff però sono alla nostra – usa il pronome personale – portata. Lì poi tutto può succedere. La società è cresciuta tantissimo, negli ultimi tre anni ha raggiunto una solidità economica e morale invidiabile. L’avvento di Lovisa (tace di averlo voluto fortissimamente lui al vertice neroverde, dopo il salvataggio effettuato grazie al Don Bosco di Zuzzi, ndr) ha cambiato la storia. Ora si può pensare in grande». D’accordo, ma la promozione subito, a giugno di quest’anno? «Diciamo – il vicepresidente si presta al giochino delle percentuali – che offro ai neroverdi il 50% delle possibilità di arrivare ai playoff. Non fatemi dire altro». LO STADIO – Spingiamo noi, allora, sull’acceleratore. Se arrivasse la promozione bisognerebbe emigrare. Il Bottecchia non ha i requisiti per la B. «Vero – annuisce Bolzonello -, il Pordenone dovrebbe giocare temporaneamente al Friuli o forse con qualche deroga a Portogruaro. Dico temporaneamente, perché credo sia giunta l’ora di porsi il tema stadio nuovo. Lo dico io, che in passato sono sempre stato scettico al riguardo. Ora però è diverso. Se non sarà serie B quest’anno sarà l’anno prossimo o quello successivo. Lo stadio inoltre non serve solo al calcio, ma anche per concerti e spettacoli. Un impianto di proprietà (quindi privato e non pubblico, ndr) attiverebbe interessi e attività economiche importanti, portando probabilmente a nuovi ingressi anche in società. Lovisa – ricorda – dice sempre di essere aperto a partner e collaborazioni». Aiutini dalla Regione? «No – precisa l’ex sindaco -, sono impossibili dal punto di vista legale. Per il nuovo Friuli la regione non ha dato un solo euro». IL CARRO – Bolzonello conclude con una rivendicazione e una frecciatina. «Mi fanno sorridere – afferma – tutti i tifosi neroverdi dell’ultima ora. Quelli – spiega – che sono saltati sul carro del vincitore proprio in clima pre-elettorale. Non li ho visti al Bottecchia quando i ramarri erano in Eccellenza, Promozione o addirittura in Prima categoria (1991-93). Adesso, quarti in C, è facile. Ben vengano i neofiti, ma non dimentichiamo quei temerari 200-300 fan (tra i quali lui stesso, che tifa neroverde da quando aveva 6 anni, ndr) che hanno gioito e tanto sofferto in giro per i campi di periferia. Il Pordenone è di tutti. Nostro un po’ di più».
Ore 17.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.40 – Qui Guizza: sessione finale di cross e tiri in porta.
Ore 16.30 – Qui Guizza: provate soluzioni da palla inattiva.
Ore 16.10 – Qui Guizza: assenti solo Cunico e Turea, mentre Bucolo si allena a parte.
Ore 15.50 – Qui Guizza: schemi anti-FeralpiSalò in corso, testato il consueto 4-4-2.
Ore 15.30 – Qui Guizza: lavoro atletico, in gruppo anche Altinier.
Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 14.40 – (Messaggero Veneto) Appena arrivato, potrebbe già saltare la prima sfida in neroverde. Stefano Beltrame è in forte dubbio per la gara di Meda con il Renate. L’attaccante del Pordenone, di proprietà della Juventus, si è dovuto fermare ieri per un problema all’adduttore. Il 23enne ha lavorato in palestra e per la prima volta non ha potuto svolgere l’allenamento con i compagni. Sarà valutato più approfonditamente nella mattinata odierna, poi lo staff tecnico e quello sanitario decideranno sull’opportunità di convocarlo o meno. Nulla di grave, sia chiaro. La prossima settimana dovrebbe tornare tutto nella normalità. Ma non è proprio questo il modo in cui il ragazzo di Biella pensava di cominciare la sua nuova avventura a Pordenone. Si è dovuto fermare perché l’adduttore ha risentito dei carichi di lavoro di questi giorni, ai quali non era abituato. A ogni modo Tedino non si dispera: le alternative, infatti, non mancano e il giocatore non sarebbe partito dal 1’. In questo momento ci sono attaccanti che stanno meglio, tanto che si va verso la conferma del reparto schierato nella partita con il Mantova. Col Renate, infatti, dovrebbero giocare nuovamente Cattaneo, Filippini e Strizzolo. Più probabile la versione col 4-3-1-2, anziché col 4-3-3, almeno per quanto visto nella seduta di ieri: l’ex Bassano agirebbe così alle spalle di “Pippo” e Strizzolo. Confermati gli altri reparti. In porta ci sarà Tomei, in difesa Boniotti, Stefani, Ingegneri e Martin. A centrocampo giostrerà il trio delle meraviglie, ovvero Mandorlini, Pederzoli e Pasa. Stamani Tedino scioglierà i dubbi nella seduta di rifinitura, che sarà come sempre a porte chiuse. La squadra poi partirà per Meda, dove scenderà in campo domani con fischio d’inizio alle 15. Gli ultimi precedenti in Brianza sono fortunati: vittoria nell’anno della C2 (2002-2003) e la scorsa stagione. Non c’è due senza tre…
Ore 14.20 – (Messaggero Veneto) Oltre a un allievo, Bruno Tedino, domani a Meda, incontrerà un amico. Che è un professionista e un collega. Di fronte al tecnico del Pordenone, sulla panchina del Renate, c’è Giovanni Colella, con cui il rapporto d’amicizia dura da oltre 30 anni. Non è facile, nel mondo del calcio professionistico, creare legami del genere. A volte c’è stima, ma niente di più. Non è così tra gli allenatori di “ramarri” e nerazzurri. Tedino e Colella si conoscono dalla fine degli anni 70, quando erano due giovani calciatori. I due sono quasi coetanei – classe ’64 il primo, ’66 il secondo – e hanno sempre frequentato San Donà, in particolare l’ambiente calcistico. Entrambi hanno allenato la squadra locale, tutti e due hanno guidato pure lo Jesolo (Tedino è stato poi il trainer del team nato dalla fusione tra i due club), ma, soprattutto, la coppia ha lavorato assieme a Treviso nel 2001-2002. Il tecnico del Pordenone era il responsabile del settore giovanile, mentre Colella allenava la Berretti: uscirono giocatori come Fietta (ora al Como) e Reginaldo (attaccante ex serie A) e assieme lavorarono su diversi ragazzi diventati “pro”, da Kabine a Maccan, passando per Sestu e Poli. L’anno successivo proprio Tedino sostituì su quella panchina il collega, prima di approdare nel 2003-2004 all’Alto Adige. I due sono poi andati avanti ognuno per la propria strada. Ogni tanto si sentono, raramente si vedono. L’ultima volta lo scorso anno, quando si incontrarono a Coverciano per la lezione di Marcelo Bielsa, ex ct dell’Argentina. Domani sarà un abbraccio vero – e non di circostanza – quello che i due si daranno prima dell’inizio delle ostilità.
Ore 14.00 – (Messaggero Veneto) Bruno Tedino, di giocatori, ne ha svezzati parecchi, in trent’anni di carriera. Sulla sua strada, domani, ne troverà uno attualmente molto pericoloso. Il suo nome? Damien Florian. Di fronte al tecnico del Pordenone, infatti, c’è la punta del Renate, diventato capocannoniere del girone di ritorno di Lega Pro con 5 reti in 4 gare. Un rapporto datato, quello tra i due: nato nel settore giovanile del Treviso nei primi anni 2000, quando Florian (classe ’87) era chiamato dal tecnico tra i più “grandi” della Primavera. «Proprio così – afferma la punta –. Ho imparato molto dal mister. Ma da avversario non avrò pietà: servono punti alla mia squadra, dobbiamo salvarci». La sfida è lanciata. Devastante. Florian è tornato a inizio gennaio al Renate, che aveva lasciato lo scorso giugno. Aveva cominciato la stagione al Mestre in serie D, poi il richiamo dei “pro”. Ha avuto un impatto devastante, visti quei 5 centri nelle uniche 4 partite giocate. Servivano giocatori con gol in canna e i nerazzurri hanno richiamato lui che nelle due stagioni precedenti (2012-2014) aveva timbrato 12 reti in tutto. «Sta andando bene – afferma Florian –. Il mio compito è segnare e voglio continuare così anche “bucando” Tedino: serve uscire dai play-out». Nessun riguardo per uno dei suoi maestri, anche se la punta ha un grande rispetto per il trainer del Pordenone. «Il nostro legame – racconta – era nato a Treviso. Avevo 15 anni, ero uno dei giocatori più promettenti del vivaio biancoceleste. Tedino mi voleva sempre con lui, in una squadra con Barreto e Reginaldo davanti. Lui mi stuzzicava, mi insegnava tante cose che mi sono servite poi, nel prosieguo della carriera. E’ stato, ed è, un grande tecnico, che ci teneva molto ai suoi ragazzi». Nuovo incontro. Da lì la carriera di Florian partì: esordio in B a 17 anni col Treviso, poi tanta C2 e C1 prima del nuovo incontro. «Lasciai l’Olbia nel 2010, ero senza squadra – spiega Florian –. Chiesi al mister di allenarmi col suo Sandonà/Jesolo. Accettò molto volentieri: rimasi due settimane e poi andai a Rodengo, in C2. Lo ringrazio ancora». Florian si accasò poi in C2 a Montichiari, quindi andò al Legnago in D (2012) e nuovamente al Renate (2013). Conosce molti dei protagonisti neroverdi: oltre a Tedino, capitan Stefani, suo compagno alla Reggiana nel 2008, Valente (nella parentesi di Legnago) e Martin, con cui era in squadra nel vivaio del Treviso (e suo coetaneo). «Affrontiamo rivali forti – chiude l’attaccante nerazzurro –: servirà una grande partita, ma noi stiamo bene e vogliamo vincere». Pordenone attento: Florian vuole continuare a segnare e a stupire. Ma per sua fortuna Tedino conosce bene l’allievo…
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La carrellata dei nuovi acquisti in casa Bassano prosegue senza sosta. Ieri è stata la volta di Dario D’Ambrosio, arrivato negli ultimi giorni di mercato in uno scambio che ha coinvolto Giuseppe Fella, passato al Siena: «A Siena ci avevano comunicato la scelta di finire la stagione con un gruppo giovane – spiega il neo difensore giallorosso – mi avevano cercato anche altre società come Cittadella ed Alessandria, poi è arrivato il Bassano, ci siamo sentiti la sera ed il mattino sono partito da Siena per venire qui. Mi hanno parlato tutti bene di questa società e sono molto contento della scelta compiuta. Entrare in un gruppo già formato a metà stagione non è mai semplice, ma da parte mia ci metterò il massimo impegno e tutta la mia disponibilità. Questa è una squadra determinata, sanno cosa fare quando vanno in campo, è un bel gruppo e continueremo a lottare per la prima posizione». Dario è fratello di Danilo, esterno dell’Inter: «Ci siamo sentiti prima della mia firma – sorride D’Ambrosio – era contento della mia scelta e mi ha fatto un grosso in bocca al lupo per questa mia nuova avventura. In passato sono stato bloccato da alcuni infortuni alla caviglia ed agli zigomi, che mi hanno tenuto lontano dal campo per più di un anno, adesso sono pronto a riprendermi tutto con gli interessi.
Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Ricorso contro il «porte chiuse», sponsorizzazioni e nuovo stadio. Lavora a tutto campo Joe Tacopina, suo malgrado anche a causa della chiusura al pubblico dello stadio Penzo inflitta dal Giudice Sportivo per Venezia-Montebelluna di dopodomani (ore 14.30), in seguito alla condotta di alcuni tesserati arancioneroverdi domenica scorsa a San Martino di Lupari. Comportamenti che il club ha negato con fermezza, tanto da presentare l’immediato ricorso d’urgenza che sarà preso in esame oggi a Roma dalla Corte Sportiva di Appello della Federcalcio, con il presidente che ha subito programmato una trasferta nella capitale sperando di poter dire la sua su una sanzione definita abnorme dalla società. Il tutto sebbene le speranze di riaprire il Penzo ai tifosi sembrino ridotte, essendo difficilmente ipotizzabile una radicale retromarcia da parte del guardalinee Manara di Mantova. Ieri pomeriggio, invece, l’avvocato newyorkese (che in questi giorni ha avuto vari incontri, in Riviera del Brenta ma non solo, con possibili sponsor e partner del Venezia Fc) si è dedicato alla prevista full immersion in tema di nuovo stadio. Nessun dettaglio è emerso circa i contenuti della riunione tecnica tenutasi nella sede societaria di viale Ancona, senza dubbio incentrata sulla sostenibilità economica del maxi progetto. Con Tacopina e i dirigenti Vasta e Scibilia si è confrontato in primis l’architetto Matt Rossetti, dell’omonimo studio di Detroit specializzato nella progettazione di stadi, grandi palasport, luoghi di intrattenimento ed edifici commerciali. Rossetti tra le decine di impianti disegnati ha firmato la Red Bull Arena di Harrison (New Jersey), casa dei New York Red Bull di calcio, gioiellino da 25 mila posti inaugurato nel 2010 dopo 26 mesi di lavori e che Tacopina ha più volte preso ad esempio. Non meno «pesante» la presenza al tavolo di due rappresentanti di Accademia Sgr, società di gestione del risparmio specializzata in fondi immobiliari, facente parte del gruppo svizzero Banca del Sempione. La costruzione dello Juventus Stadium di Torino ha visto in prima linea Accademia Sgr che ora sta seguendo la seconda fase del progetto immobiliare, che prevede la realizzazione dello Juventus Training Center, nuova sede societaria, un hotel, persino una centrale energetica e varie opere di urbanizzazione a servizio dell’area. Ieri sera per Tacopina un fugace incrocio con il Luigi Brugnaro alla cena di Carnevale all’Arsenale, mentre un incontro ufficiale non sarebbe ancora stato fissato. AL TALIERCIO – Verso il Montebelluna ancora fermo Ferrante, a parte Carbonaro, Busatto e Chicchiarelli. Oggi dopo le 17 una rappresentanza della squadra sarà in Campo San Polo per giocare con i bambini al «Calcio balilla umano» organizzato (ore 10.30-13 e 15.30-19) dalla società nell’ambito del carnevale.
Ore 12.40 – (La Nuova Venezia) Ci sarà anche il presidente, e avvocato, Joe Tacopina, oggi all’una, davanti ai membri della Corte Sportiva d’Appello Nazionale che dovrà esprimersi sul ricorso presentato dal Venezia contro la decisione del Giudice Sportivo della Lega Nazionale Dilettanti che ha disposto un turno a porte chiuse per il club arancioneroverde. Il presidente del Venezia andrà a Roma, in compagnia dell’avvocato Gianmaria Daminato; una presenza forte e simbolica dunque per accompagnare il ricorso d’urgenza inviato in mattinata. La decisione sarà presa in giornata in quanto non è stata richiesta la sospensiva. Il Venezia avrebbe corso il rischio di giocare a porte chiuse contro l’Abano o il Campodarsego. La società non ha invece presentato ricorso per chiedere la riduzione della squalifica di due giornate inflitta al tecnico Giancarlo Favarin, che quindi lascerà il posto al vice Giovanni Langella con Montebelluna e Liventina, e dell’inibizione fino al 17 febbraio per il team manager Alessandro Servi. «Aspettiamo di vedere l’esito del ricorso che abbiamo inoltrato», ha precisato il direttore generale Dante Scibilia tra una riunione e l’altra con Joe Tacopina, «consapevoli che il provvedimento adottato è sproporzionato per quelli che sono stati effettivamente i fatti. A parte questa situazione, noi dobbiamo essere concentrati sulla partita. Sono fondamentali i tre punti con il Montebelluna. Previsioni? Non sono né ottimista né pessimista, aspettiamo la decisione e poi vedremo». Giovedì dedicato agli incontri per lo stadio da parte del presidente Joe Tacopina. Ieri i si è visto sia con i rappresentanti dell’Accademia SGR, l’azienda per la gestione delle proprietà immobiliari di Milano collegata con la Banca del Sempione di Lugano, che ha legato il suo nome anche allo Juventus Stadium e all’area della Continassa di Torino, che con la delegazione di Matt Rossetti, l’architetto di Detroit che ha firmato decine di impianti, tra cui la Red Bull Arena di New York, a cui spesso ha fatto riferimento Tacopina, ma anche la ristrutturazione dell’Indian Wells Tennis Garden, il quartier generale dei Lakers e la Van Andel Arena di Grand Rapid. Per quanto riguarda il calcio giocato: Ferrante non ha ancora recuperato dal problema al ginocchio e anche ieri è rimasto a riposo, allenamento differenziato invece per Taddia, Busatto, Carbonaro e Chicchiarelli. Il Montebelluna non potrà schierare Nardi, fermato dal giudice sportivo per due giornate. Oggi allenamento pomeridiano al Taliercio.
Ore 12.10 – (Mattino di Padova) L’appuntamento è per stasera, alle 21, presso il bar “Las Vegas” di San Martino di Lupari (viale Europa 21): si alza il sipario sul primo fan club della Luparense Football Club. Il primo sodalizio di tifosi dei Lupi verrà intitolato a Mauro Bolzan, indimenticata stella dei Lupi negli anni Ottanta, e sarà inaugurato alla presenza del patron Zarattini e di una nutrita rappresentanza della prima squadra. Saranno raccolte anche le adesioni per la trasferta di sabato in pullman a Monfalcone.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Domani a Piacenza il tecnico granata Roberto Venturato non potrà contare per infortunio sui difensori centrali Manuel Pascali, che conta di tornare disponibile per il successivo posticipo con il Pavia, e su Alessandro De Leidi che ne avrà per un mesetto. Con Filippo Scaglia al centro della difesa quasi sicuramente giocherà Daniel Cappelletti, che così analizza il reparto difensivo: «Effettivamente non siamo una delle difese più brillanti del girone, dobbiamo fare in modo di prendere meno gol. In compenso abbiamo l’attacco che va forte». Per vincere basta mettere a segno una rete in più dell’avversario, ma per ridurre i gol presi è necessario lavorare sulle cause. Riprende Cappelletti: «Spesso i gol scaturiscono da errori di disattenzione che si susseguono. Dobbiamo migliorare mettendoci una pezza all’errore di un compagno riuscendo a leggere con maggiore velocità l’azione. Aiutandoci si acquisisce più compattezza». Sulle pause di concentrazione, che si sono verificate nelle ultime partite, spiega: «Non siamo riusciti a dare continuità per l’intera partita. Ci stiamo lavorando perchè si tratta di un calo mentale dell’intera squadra. Riusciamo a gestire bene la partita, ma siamo discontinui, la squadra si disunisce e diventa vulnerabile. Ci vuole maggiore attenzione da parte di tutti». Sull’attuale emergenza in difesa, continua: «Abbiamo i giocatori contati, ma siamo consapevoli di essere in grado a sopperire agli infortunati mettendoci ancora di più determinazione in questa fase delicata». Sulla Pro Piacenza, che all’andata ha sorpreso il Cittadella con un inizio in velocità, conclude Cappelletti: «È una squadra che riesce facilmente a cambiare modulo e ritmo durante la partita. Fa dell’imprevedibilità la sua arma. Noi li abbiamo studiati e ci siamo preparati a qualsiasi evenienza per non incorrere in sorprese. Il primo luogo, però, dobbiamo stare concentrati per riuscire ad esprimere al meglio le nostre caratteristiche. Giocando come sappiamo, saremo noi a mettere in difficoltà l’avversario». Stamattina alle 10,30 la rifinitura e alle 16 la partenza per Piacenza.
Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Prima la squalifica di Scaglia, quindi il k.o. di Pascali, in mezzo il “mercato” e il nuovo infortunio a De Leidi. Dall’inizio dell’anno nuovo il Cittadella non è più riuscito a trovare, giocoforza, un assetto difensivo stabile e i risultati, in termini di inviolabilità della porta di Alfonso, si sono visti. Nelle quattro partite disputate nel 2016 i granata hanno incassato 6 gol e soltanto la forza di un attacco travolgente ha permesso loro di restare, anzi addirittura di allungare, in testa alla classifica. Ma anche domani pomeriggio (ore 17.30), contro la Pro Piacenza, Venturato sarà costretto a schierare una retroguardia d’emergenza, con i soli Scaglia e Cappelletti disponibili nel ruolo di centrali. L’emergenza, tuttavia, è soltanto numerica, non certo di qualità, visto che i due sono stati titolari anche lo scorso anno in serie B. Ma se Scaglia è rimasto un punto fisso anche quest’anno, lo stesso non si può dire per il 25enne nativo di Cantù. «In effetti in questa stagione ho avuto poche certezze», ammette Daniel Cappelleti. «Non mi nascondo che non sia una situazione facile. Non giocando spesso e cambiando anche ruolo, si rischia di accusare un po’ di sbandamento. Mentre l’anno scorso mi sentivo un punto di riferimento, ora le cose sono un po’ cambiate e ho sbagliato anch’io. A volte, in campo, ho voluto strafare per dimostrare di essere all’altezza. Devo giocare più sereno, ma spero che anche questo faccia parte di un processo di crescita e che mi aiuti a migliorare. Fortunatamente i risultati sono dalla nostra parte». Domani contro gli emiliani di mister Viali, tuttavia, non dovrebbero esserci dubbi e Cappelletti ritroverà una maglia da titolare, proprio nello stadio che l’ha visto esordire in Serie B con la maglia del Padova. Era il 2 ottobre 2010 quando il19enne Cappelletti entrò a partita in corso, sostituendo l’infortunato Crespo, in una gara finita 2-2 grazie alle doppiette di Succi e Cacia. «Difficilmente scorderò quella partita, anche se in quell’annata giocai poco ma sfiorammo la Serie A». Ora è cambiata categoria ed è cambiato anche l’avversario, una Pro Piacenza che già all’andata ha messo in difficoltà i granata. «Una squadra rognosa, che conferma come sia necessario affrontare tutte le partite con la testa giusta. Anche contro il Renate ci siamo complicati la vita e questa settimana abbiamo lavorato sugli aspetti da migliorare. Non siamo una formazione che si possa permettere di gestire la gara, abbassando troppo i ritmi. Dobbiamo continuare a tenere palla e attaccare l’avversario, altrimenti si rischiano rimonte come quella di sabato scorso». In ogni caso, anche dopo l’ultima sconfitta con l’Alessandria, il morale è alto: «Abbiamo la consapevolezza di essere forti, ma proprio per questo non dobbiamo entrare in campo beandoci delle nostre possibilità. Dobbiamo restare concentrati, facendo valere le nostre armi». Stamattina rifinitura, sempre out De Leidi, Pascali, Donazzan, Bobb e Paolucci. Designato l’arbitro, che sarà Emanuele Mancini di Fermo, assistito da Badoer e Giuliani.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Passando alla sua esperienza con la Feralpi, cosa prova nel vedere la sua ex squadra in grande ascesa senza di lei? «Non mi dà fastidio perché non vivo di rancori. Se fossi rimasto, non saprei dire dove potevamo essere in classifica. Una cosa è certa: alla prima vera difficoltà, la società ha pensato di cambiare allenatore. Anche con me la squadra aveva un ottimo rendimento in trasferta, però va bene così. E i risultati stanno dando ragione a loro».Ha già voglia di rientrare in pista? «Dico “ni”. La mia grande voglia di tornare mi ha fatto fare un errore, nel senso che non ero pronto per un ambiente come quello della Feralpi e loro non erano pronti ad accogliermi. Non capisco il motivo per il quale dopo tre mesi mi hanno lasciato a casa e mi avevano scelto tra un lotto di tre-quattro candidati».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Un biancoscudato che può rivelarsi decisivo? «Dire Neto Pereira è facile, a me è sempre piaciuto anche Altinier: è molto concentrato nel suo lavoro e ogni anno ha sempre fatto i suoi gol». Pochi mesi per Serena all’ombra del Santo, eppure si è creato un legame speciale con la piazza. «Mi piace e me lo tengo stretto. Nella gara d’andata a Salò i tifosi biancoscudati mi hanno chiamato sotto la curva riservandomi un tributo, li voglio ringraziare ancora. Il loro sentimento nei miei confronti è reciproco, provo qualcosa di speciale per il Padova e me lo porto dentro». Oggi a guidare la squadra c’è Bepi Pillon. «Non lo conosco personalmente, ma lo stimo e rispetto molto. Tanti anni sulla breccia parlano per lui, e ha fatto sempre bene nelle squadre in cui è andato. Oltre ad avere grande esperienza, ha capacità indiscusse nel sapere gestire la situazione». Avendo provato anche sulla sua pelle cosa vuole dire allenare i biancoscudati, è il tecnico giusto per il Padova? «L’allenatore giusto è quello che vince, vale per qualsiasi squadra. L’anno scorso è stato Parlato che ha vinto il campionato».
Ore 10.30 – (Gazzettino) «Non vedo una favorita tra Padova e Feralpi Salò, sarà una sfida equilibrata tra due buonissime squadre». Pur avendo allenato per pochi mesi il vecchio Padova nel periodo più buio, Michele Serena è rimasto nel cuore dei tifosi. E oltre a essere un ex biancoscudato, è anche fresco ex Feralpi Salò. Nella gara d’andata pareggiata 1-1 era sulla panchina dei bresciani, è stato poi esonerato in novembre dopo la sconfitta interna con il Renate. Chi meglio di lui può inquadrare il match di domenica. «Ho sempre detto che la Feralpi è una squadra molto valida, come ho sempre pensato che il Padova potesse fare un buon campionato. Ha avuto un periodo difficile, ma si è rimesso in careggiata: ha trovato la quadra giusta e anche una certa continuità di risultati. Cosa può fare la differenza? Nei biancoscudati la grande compattezza che si è venuta a creare proprio alla luce dei risultati, sono in un buon momento, hanno sistemato la classifica e cavalcano l’onda. Quanto alla Feralpi, ha giocatori molto veloci che con un guizzo possono risolvere la gara, come Bracaletti e Tortori. È stata un’arma importante soprattutto fuori casa anche quando c’ero io».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Padova a ranghi quasi completi, dato che Neto Pereira, De Risio e Petkovic sono tornati ad allenarsi regolarmente. Ai box è rimasto Altinier: l’accertamento clinico per il fastidio dietro al ginocchio effettuato ieri ha escluso inconvenienti seri, e il giocatore si è sottoposto a massaggi in attesa di tornare in gruppo oggi. La squadra si è cimentata in una serie di esercizi tattici e in una partitella in famiglia, nel corso della quale Pillon ha provato il tandem avanzato Finocchio-Neto Pereira. Lunedì è fissata l’operazione al ginocchio di Cunico. Intanto, il presidente Giuseppe Bergamin rivolge ai tifosi un appello: «In due occasioni quest’anno il sostegno è stato un pò troppo caloroso. A Gorgonzola il Padova è stato sanzionato con 1.500 euro e nella recente trasferta a Lumezzane con cinquecento euro, in entrambi i casi per lo scoppio di un petardo. Dobbiamo evitare che questi fatti si ripetano poiché, oltre al danno economico per la società, mettono in cattiva luce una tifoseria appassionata come la nostra».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il solo Lazar Petkovic, in ripresa dal virus intestinale che l’ha colpito negli ultimi giorni, si è allenato a parte, effettuando un po’ di corsa leggera, ma già oggi dovrebbe riprendere regolarmente il suo posto tra i pali. Neto Pereira, che mercoledì era rimasto a casa con la febbre, e soprattutto Carlo De Risio, che aveva saltato l’allenamento per un leggero affaticamento muscolare, si sono presentati regolarmente in gruppo con i compagni e quindi saranno della partita con i gardesani. Pillon, nel suo consueto 4-4-2, dovrebbe quindi confermare dieci-undicesimi della formazione di una settimana fa, e dare un turno di riposo ad Altinier, a meno di un clamoroso recupero in extremis dell’attaccante mantovano, ragionevolmente da escludere per quanto visto negli ultimi giorni. Varie. Deciso il fischietto della gara: a dirigere Padova-FeralpiSalò sarà il signor Antonio Giua, arbitro toscano della sezione di Pisa. Nella giornata di lunedì, invece, Marco Cunico verrà sottoposto all’intervento di pulizia meniscale del ginocchio sinistro, inizialmente programmato per mercoledì scorso. E proprio ieri il capitano biancoscudato, insieme al presidente Giuseppe Bergamin, era a Firenze in rappresentanza della squadra per l’approvazione del nuovo statuto della Lega Pro, proposto dal presidente Gabriele Gravina.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Dopo la chiusura del “mercato”, Pillon ha guadagnato due pedine per il reparto offensivo e può permettersi finalmente una discreta scelta. Proprio il tecnico, due giorni fa, ci ha confidato come nelle sue idee tattiche Claudio Sparacello possa giocare sia al fianco di Neto Pereira che insieme ad Altinier, e che Francesco Finocchio, più che come esterno di centrocampo, possa esprimersi al meglio da seconda punta. E quanto si è visto ieri pomeriggio sul campo ha già permesso di abbozzare l’undici che domenica potrebbe scendere in campo. Proprio l’ex Pordenone, schierato accanto a Neto Pereira, pare essere il favorito per prendere il posto di Altinier: con l’ex Varese capace di tenere alta la squadra e venire incontro al pallone, qualità molto simili a quelle di Sparacello, la capacità dell’italo-brasiliano di buttarsi negli spazi in profondità potrebbe convincere il mister a mandare in campo una coppia di attaccanti complementari. Le conferme. Per il resto, non dovrebbero esserci grandi stravolgimenti di formazione rispetto a quella che sabato scorso ha battuto il Lumezzane. Anche perché all’allenamento di ieri, a parte il già citato Altinier, hanno preso parte quasi tutti coloro che mercoledì erano rimasti a riposo.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Lungo sospiro di sollievo, ieri, ai campi della Guizza. Ma è stato un sollievo… a metà. La buona notizia, innanzitutto: l’ecografia effettuata in mattinata al ginocchio di Cristian Altinier, sofferente ormai da sabato scorso per un dolore al tendine dell’articolazione, ha fortunatamente smentito l’ipotesi che il fastidio sia dovuto ad una lesione. Il tendine del ginocchio non ha riportato “pizzicate” o, peggio, ferite: così la maggiore preoccupazione di mister Pillon e dello staff medico è stata immediatamente scongiurata. Ma da qui a garantire la presenza in campo dell’attaccante mantovano allo stadio Euganeo contro la FeralpiSalò, domenica alle 14, ce ne passa. L’ex Pordenone in pole. Ed arriviamo alla brutta notizia: nemmeno ieri Altinier si è allenato. Nonostante il responso “morbido” degli esami strumentali a cui si è sottoposto, infatti, il giocatore non ha ancora smaltito del tutto il dolore al ginocchio, ed è per questo che, a due giorni dalla partita, è da considerarsi a questo punto in dubbio. Se anche riuscisse ad allenarsi oggi, nella penultima seduta settimanale programmata per le 15, o al limite nella rifinitura di domattina, è probabile che possa essere comunque salvaguardato e fatto riposare dall’allenatore trevigiano, perlomeno all’inizio del match.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Dopo la multa comminata dal giudice sportivo al Calcio Padova per il petardo fatto esplodere, nel loro settore, dai tifosi sabato scorso a Lumezzane, il presidente Giuseppe Bergamin ieri ha voluto parlare a cuore aperto alla tifoseria biancoscudata, invitandola ad un comportamento più responsabile. «Un messaggio rivolto ai nostri meravigliosi tifosi, che ringraziamo sempre per il loro caloroso sostegno alla squadra anche in trasferta»: così comincia la lettera del patron pubblicata sul sito ufficiale della società di viale Rocco. Che poi, però, aggiunge: «In due occasioni, quest’anno, il sostegno è stato un po’ troppo caloroso. Per la partita del 12 dicembre a Gorgonzola (contro la Giana Erminio, ndr) il Calcio Padova è stato sanzionato con 1.500 euro di multa per lo scoppio di un petardo. Nella recente trasferta del 30 gennaio a Lumezzane, il Calcio Padova è stato sanzionato con 500 euro per lo scoppio di un petardo. Dobbiamo evitare che questi fatti si ripetano poiché, oltre al danno economico per la società, mettono in cattiva luce una tifoseria appassionata come la nostra». Non è la prima volta che dalla proprietà parte l’invito alla tifoseria, soprattutto agli ultras, di moderare certi comportamenti: l’anno scorso, dopo che per i “botti” esplosi a Valdagno, contro l’Altovicentino, il Padova venne condannato a giocare la gara interna con il Montebelluna a porte chiuse (sanzione poi ritirata in extremis in sede d’appello, con la chiusura della sola “Fattori”), era stato l’amministratore delegato, Roberto Bonetto, ad inviare ai tifosi responsabili del gesto una dura reprimenda. Adesso la speranza è che l’appello della società venga davvero ascoltato.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Bergamin, invece, con un comunicato comparso sul sito web del club di viale Nereo Rocco, ha voluto stigmatizzare, senza calcare troppo la mano, il comportamento di una ristretta frangia di tifosi che ha causato un’altra multa al Padova sabato scorso a Lumezzane con l’accensione di un petardo esploso durante la partita: «Il mio messaggio – spiega l’imprenditore padovano – è rivolto ai nostri meravigliosi tifosi che ringraziamo sempre per il loro caloroso sostegno alla squadra anche in trasferta. In due occasioni quest’anno il sostegno è stato un po’ troppo caloroso. Per la partita del 12 dicembre a Gorgonzola (Giana Erminio) il Calcio Padova è stato sanzionato con 1500 Euro per lo scoppio di un petardo. Nella recente trasferta del 30 gennaio a Lumezzane il Calcio Padova è stato sanzionato con 500 Euro per lo scoppio di un petardo. Dobbiamo evitare che questi fatti si ripetano poiché, oltre al danno economico per la Società, mettono in cattiva luce una tifoseria appassionata come la nostra». Ieri, intanto, Neto Pereira e De Risio sono rientrati in gruppo e saranno a disposizione per il big – match di domenica contro il Feralpisalò, mentre è in forte dubbio Altinier per un problema tendineo al ginocchio non grave. Ma sufficiente per fargli saltare almeno la partita dell’Euganeo.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Anche ieri Rosario Bucolo si è allenato a parte lontano dal gruppo sui campi della Guizza. La mancata immissione nella lista dei 24 consegnata dal Padova alla Lega Calcio era un provvedimento atteso, considerato che la frattura con Giuseppe Pillon appare al momento insanabile. Difficile capire se fra qualche settimana il centrocampista siciliano potrà essere reinserito in rosa, al momento nessuna soluzione è da escludere, neppure la risoluzione contrattuale. Occhio, però, perché secondo quanto raccolto il direttore sportivo Fabrizio De Poli potrebbe anche aver lasciato una casella libera per un colpo in arrivo dall’estero: alcuni mercati, fra cui Sudamerica ed Est Europa, infatti, sono ancora aperti e potrebbe arrivare o un difensore o un attaccante. L’aria di tempesta alla Guizza, insomma, per Bucolo non si placa, con il giocatore che vive da vero separato in casa: «La nostra decisione l’abbiamo comunicata – sottolinea il presidente Giuseppe Bergamin – è stata presa dopo esserci consultati fra di noi e la riteniamo una conseguenza logica di quanto accaduto. In rosa, è vero, rimane un posto libero. Più avanti si vedrà, ma al momento la situazione è definita». Poche parole, quelle del numero uno biancoscudato, che non ha voluto commentare ulteriormente la situazione.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 41, FeralpiSalò 37, Alessandria 35, Pordenone 34, Bassano 33, Reggiana e SudTirol 32, Pavia 30, Cremonese e Padova 28, Giana Erminio 25, Cuneo 24, Pro Piacenza 23, Lumezzane e Renate 19, Mantova 18, AlbinoLeffe 14, Pro Patria 1 (-7 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della ventesima giornata: Lumezzane-Padova 02 (Neto Pereira (Pd) al 19′ pt, Altinier (Pd) al 38′ st), SudTirol-Pavia 1-1 (Sforzini (Pv) al 17′ pt, Spagnoli (St) al 26′ pt), Pordenone-Mantova 1-0 (Strizzolo (Pn) al 12′ pt), Cuneo-Giana Erminio 2-2 (Perico (Ge) al 43′ pt, Chinellato (Cu) al 20′ st e al 40′ st, Cogliati (Ge) al 32′ st), Cittadella-Renate 3-2 (Bizzotto (Ci) al 1′ pt, Litteri (Ci) al 8′ pt, Florian (Re) al 43′ pt e al 9′ st, Lora (Ci) al 26′ st), FeralpiSalò-Pro Patria 2-0 (Guerra (Fs) al 44′ pt, Tortori (Fs) al 24′ st), Reggiana-Pro Piacenza 4-0, AlbinoLeffe-Bassano Virtus 0-0, Cremonese-Alessandria 2-1.
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E’ successo, 4 febbraio: allenamento pomeridiano per i Biancoscudati, rientrano in gruppo Petkovic, De Risio e Neto Pereira ma è ancora assente Altinier.