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Ore 21.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Al termine si potrebbe dire che il punto è poca cosa in una giornata in cui i tre punti erano a portata di mano e che ha visto Thomas Manfredini subire l’ennesimo grave infortunio, vittima della rottura del tendine d’Achille. «Questo è il dispiacere più grande – sottolinea Pasquale Marino – perché sappiamo quanto ha lavorato e lottato per tornare a giocare». Marino ammette che dopo il vantaggio, il Vicenza ha quasi smesso di giocare. «E’ vero – conferma il tecnico – dopo aver giocato molto bene fino all’1-0 poi abbiamo quasi smesso di fare la partita. Questa la nostra colpa, ci deve servire da lezione per il futuro». Un Vicenza che adesso dovrà correre ai ripari sul mercato perché ieri è stato definito lo scambio tra l’ex Francesco Signori (Novara) e il centrale difensivo Andrea Mantovani che ha compiuto il percorso inverso. Un’operazione che rinforza la mediana ma sguarnisce nel contempo il reparto arretrato. Sul mercato, che chiuderà i battenti lunedì alle ore 23, sarà necessario l’acquisto di due difensori, di cui uno dovrà essere il centrale titolare insieme a Brighenti.
Ore 20.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un pareggio che sa un po’ di beffa. Il Vicenza del sabato in riva al Lago di Como si lecca le ferite per l’1-1 del Sinigaglia, che lascia l’amaro in bocca alla squadra di Marino incapace di portarsi a casa una partita pur dominata per lunghi tratti. Dopo un primo tempo soporifero in pochi secondi la squadra biancorossa ottiene la superiorità numerica per l’espulsione di Bessa e il vantaggio di Sbrissa, ma sul finale si fa infilare da un’invenzione di Ganz che nega la vittoria. Un vero peccato, perché la gara in casa del fanalino di coda della B poteva dare un grosso respiro alla classifica dei biancorossi in ottica salvezza. Con Ebagua e Sampirisi relegati in tribuna per la squalifica, il tecnico vicentino alla vigilia ha le scelte obbligate. Bellomo trova spazio a centrocampo, con le velleità offensive affidate a Raicevic supportato da Vita e Gatto. L’avvio di partita è caratterizzato da tanti rovesciamenti di fronte, da squadre ben messe in campo e dalle fasce sfruttate per i rifornimenti alle punte. Il primo sussulto del match nasce da un errore comasco: Cassetti sbaglia un passaggio, Raicevic ruba la palla al limite, ma l’effetto sorpresa svanisce con il movimento macchinoso della punta. I ritmi si imbrigliano. Morale? Gioco spezzettato e incursioni col conta gocce. Il Vicenza allora prova a sfruttare i calci piazzati. L’idea è buona e la partita si smuove con tre occasioni in due minuti. La più nitida se la crea l’attaccante montenegrino che impatta di testa da pochi metri, ma Scuffet azzecca il miracolo. Sul corner seguente è Moretti a farsi vedere con un tracciante che sfiora il palo. La terza palla-gol è sui piedi di Gatto, che dopo un cross dalla destra si trova la porta spalancata ma viene anticipato. I lariani giocano una frazione rinunciataria e Vigorito resta inoperoso sino a un debole colpo di testa di Pettinari allo scadere. Al cambio di campo la svolta del match: su una ripartenza Bessa atterra Gatto, si becca il giallo, protesta e l’arbitro lo espelle. Dopo la punizione Vita anticipa in area Scuffet, serve Sbrissa che appoggia in rete per il vantaggio. In men che non si dica la gara prende la piega che non ti aspetti. La sfortuna però si abbatte su Manfredini, che in uno scatto crolla a terra lamentando un infortunio al tendine d’Achille. Per il veterano si teme un lunghissimo stop. Il Como ci crede, Vigorito vola all’incrocio e salva una punizione di Lanini. Il patatrac è dietro l’angolo e arriva con Ganz. Il figlio d’arte riceve palla al centro dell’area, El Hasni non riesce a contenerlo, la punta si gira e lo beffa con un destro preciso che supera Vigorito. Marino getta nella mischia Giacomelli, che al primo pallone colpisce il palo. Non è ancora finita: Galano, appena entrato, si invola in area e viene steso da Cassetti (le immagini mostrano un tocco sul pallone). Il giocatore vicentino protesta per il rigore non dato, va in escandescenza e si becca il secondo giallo. Termina la gara sotto un cielo plumbeo, il fango e lo sconforto dei vicentini, consapevoli dell’occasione gettata al vento.
Ore 20.20 – (La Provincia Pavese) Il Pavia ha appena annunciato il nono acquisto nella sessione di mercato invernale, l’attaccante brasiliano Paulo Azi, ma non è escluso che si arrivi a dieci. L’ultimo nome uscito è quello di Ivan Pelizzoli. Portiere 35enne con una passato in serie A, è svincolato dopo aver chiuso con l’Entella. Attualmente il Pavia ha in organico ben quattro portieri, è il primo è quel Davide Facchin che è tra i migliori numeri uno della Lega Pro e potrebbe aspirare anche a giocare in categoria superiore. Difficile, se la notizia su Pelizzoli fosse vera (si parla anche di un contratto di 30 mila euro fino al termine della stagione con premio promozione di 20 mila) comprendere le strategie della società. Pelizzoli tra l’altro non è nemmeno l’unico portiere accostato al Pavia in quest ore. E’ uscito amnche il nome di Johnny Leoni ex Zurigo, 31 anni. La sessione di gennaio del calciomercato termina domani sera alle 23. C’è quindi ancora tempo per assistere a colpi di mercato. A questo proposito, si potrebbero concretizzare in extremis le operazioni in uscita che riguardano Giovanni La Camera, che sarebbe molto vicino ad accettare la proposta dell’Albinoleffe, e di Matteo Abbate, cercato a quanto pare dal Pro Piacenza. Entrambi i giocatori non sono stati convocati nemmeno per la trasferta di ieri a Bolzano.
Ore 20.10 – (La Provincia Pavese) «Una partita come questa bisognava assolutamente vincerla, forse siamo stati meno arrembanti ma era difficile giocare contro una squadra che pensava solo a difendersi». Giovanni Stroppa commenta così il pareggio del Sudtirol contro il Pavia. L’allenatore dei biancorossi si è anche lamentato a fine gara con l’arbitro per i quattro minuti di recupero: «A me sono sembrati pochi, viste le manfrine dei nostri avversari». Il mister di casa giudica comunque positivamente la prova dei suoi: «Le occasioni le abbiamo avute – sottolinea Stroppa – a volte è stato bravo il loro portiere, altre volte siamo stati meno bravi noi a non sfruttarle». In sala stampa non si presenta invece nessuno del Pavia, per decisione della società che ha deciso di non mandare dai giornalisti nemmeno l’allenatore Fabio Brini. Certo le facce scure dei giocatori alla fine della partita dicono parecchio sul clima che si respira attualmente in casa azzurra,con la squadra sempre più attardata nella lotta per agguantare almeno i play off.
Ore 20.00 – (La Provincia Pavese) E poteva andare anche peggio, se il Sudtirol avesse avuto la forza di spingere con più incisività. Il Pavia esce dal Druso con il quarto pareggio di fila che alla fine vale pure, visto che è stato ottenuto giocando per un’ora in dieci. Ma il fatto è che nemmeno a Bolzano c’è stata quella svolta che ci si attendeva per ripartire all’inseguimento dei play off. L’idea di gioco del Pavia è sostanzialmente una: aprire il gioco per gli esterni alti e cercare in mezzo il gigante Sforzini, preferito ancora una volta a Ferretti. Idea che trova realizzazione al 17’ quando il cross di Grbac trova la testa del centravanti, che angola alla perfezione di testa e rende vano il tuffo di Coser. Ma il vantaggio non resiste che otto minuti perché sull’ennesima iniziativa a destra di Bandini (che già dopo 25” era sgusciato a Marino sfiorando la rete con un tiro cross) dà modo a Spagnoli di esibirsi in una fantastica rovesciata vincente. Un gol confezionato da due ragazzi classe ’94 che fin dai primi minuti avevano dimostrato di saperci fare. Il Sudtirol è in grado di variare maggiormente il gioco e riesce a creare problemi alla retroguardia azzurra: Tulli entra in contatto con Grbac in area, ma fa bene l’arbitro Robilotta a far proseguire. Appena dopo, però, Sforzini rovina il bel gol con un fallo inutile su Bassoli che gli costa l’espulsione diretta (c’è da dire che in ogni caso l’attaccante era già stato ammonito in precedenza per aver allungato la gamba e colpito Coser uscito a terra). Nella pausa invernale si è lavorato molto sulla parte fisico-atletica, ma i benefici tardano a vedersi e anzi il Pavia, già in dieci, è costretto a due cambi forzati causa gli infortuni di De Silvestro e Biasi (sospetti stiramenti) nel giro di tre minuti. E’ l’occasione per il duplice debutto azzurro per Foglio e Dermaku, ma il Pavia in inferiorità numerica balla sulle iniziative dei padroni di casa: ci vuole l’attenzione di Facchin per salvare nel finale di tempo per due volte su Fink, mentre la girata di Tulli lenta ma insidiosa si spegne a qualche centimetro dal palo. Brini nella ripresa lascia il solo Cesarini davanti, in balia dei tre centrali avversari. Il Sudtirol sa di avere un tempo per vincere e persegue l’obiettivo senza foga, cercando sempre di ragionare. Fink fa tremare il palo con un gran destro al 10’ e lo stato di disagio generale del Pavia è testimoniato anche dal rinvio corto di Facchin al 16’ sul quale si rischia la beffa: Tulli calcia da 35 metri senza pensarci su, il portiere azzurro recupera in fretta la posizione ma la palla sguscia come un saponetta e Facchin la riagguanta appena prima di infilarsi dopo una traiettoria sghemba. Il Sudtirol ci prova con Tulli che si accentra ma non aggiusta la mira, poi con il colpo di testa troppo centrale di Kirilov. Al 30’ il Pavia avrebbe anche l’occasione per cogliere un gol insperato: Tagliani va molle su una palla alta al limite dell’area e il rimpallo con Cesarini favorisce il Mago che punta Coser ma il destro è appena fuori. E’ solo un break nel monologo del Sudtirol che però fatica a fare breccia nel muro di un Pavia che punta a uscire dal Druso almeno senza danni, collezionando ammonizioni per perdite di tempo vere e presunte. Proprio nel finale però il nuovo entrato Cia è sul punto di dare il colpo del ko al Pavia, ma trova prima Facchin e poi il tacco miracoloso di Marchi davanti alla porta.
Ore 19.40 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 41, FeralpiSalò 37, Alessandria 35, Pordenone 34, Bassano 33, Reggiana e SudTirol 32, Pavia 30, Padova 28, Cremonese e Giana Erminio 25, Cuneo 24, Pro Piacenza 23, Lumezzane e Renate 19, Mantova 18, AlbinoLeffe 14, Pro Patria 8.
Ore 19.30 – Lega Pro girone A, fischio finale: AlbinoLeffe-Bassano 0-0.
Ore 19.10 – (Gazzetta di Mantova) Quasi mancano le parole ai protagonisti del primo insuccesso del 2016. In casa virgiliana sfilano come automi Silvano Raggio Garibaldi e Filippo Carini: pallido, abbacchiato e con lo sguardo perso nel vuoto il primo, incapace di darsi una ragione sulle cause del ko il secondo, benché sia da tempo il meno deludente dei biancorossi. «È un brutto ko che non ci voleva – riflette il centrocampista ligure -. Serviva continuità di risultati dopo la serie di pareggi e soprattutto dopo i progressi dell’ultimo periodo ma non siamo riusciti nell’intento. Non è facile dire che cosa ci manchi per compiere un salto di qualità, quello che occorre per portarsi in una posizione di classifica più tranquilla. In questo momento ci sono soltanto delusione e amarezza. Probabilmente abbiamo perduto convinzione e tranquillità. Prendiamo il Pordenone: sono stati bravi a trovare presto il vantaggio e a difenderlo, a noi è mancata la zampata sotto porta. La differenza è tutta qui. Senza nulla togliere ai nostri avversari, che anzi meritano i complimenti del caso». Per il difensore tutto si è deciso nel primo scorcio di gara: «Sapevamo che il Pordenone, forte di una grande condizione, avrebbe iniziato a tutta cercando di metterci subito in difficoltà e noi non siamo partiti affatto bene. Ancora una volta ci siamo ritrovati sotto alla prima mezza disattenzione accusata in retroguardia e ciò non ha giovato al nostro morale, contro avversari al top sotto il profilo della fiducia. C’è stata la reazione ma non ha portato al pareggio. Non sempre è possibile recuperare, la situazione si sta facendo dura e ora siamo consapevoli di ritrovarci con l’acqua alla gola. In questo periodo va così: giochiamo alla pari, abbiamo le occasioni per fare centro ma non sappiamo sfruttarle».
Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Quelle certezze di salvezza palesate da Gaetano Caridi dopo l’incoraggiante pari col Sudtirol diventano probabilità, secondo il capitano dell’Acm dopo il passo indietro di Pordenone. «Nella permanenza in Lega Pro ci credo ancora – sottolinea deluso nel dopopartita -, quel che è certo è che dobbiamo cambiare passo e che sconfitte come questa non ci aiutano a toglierci d’impaccio. Mancano i risultati, principalmente l’appuntamento con i tre punti, e di conseguenza serenità e fiducia all’interno dello spogliatoio, dove viceversa serpeggia un po’ di ansia. Non possiamo più nasconderlo». L’analisi della sfida del “Bottecchia” tracciata dal fantasista biancorosso mette a nudo i limiti della squadra di Javorcic: «Trascinato dal vantaggio quasi immediato il Pordenone nel primo tempo ci ha messo sotto, siamo andati in difficoltà senza riuscire a recuperare, malgrado la più clamorosa delle palle-gol sia stata nostra. Nella ripresa siamo riusciti a combinare qualcosa in più ma dopo la buona prova offerta nel turno precedente mi aspettavo di uscire imbattuto anche da qui. Non è andata così, invece. È un momento francamente difficile ma dobbiamo tentare tutto quanto ci è possibile per rimetterci in carreggiata. Ora per fortuna arriva il derby con la Cremonese, che a livello di motivazioni è senz’altro la partita ideale per tornare ad assaporare la vittoria di cui tanto abbiamo bisogno e che ci sfugge da troppo tempo. Comunque vada lotteremo con ogni energia sino alla fine del torneo».
Ore 18.50 – (Gazzetta di Mantova) «Javorcic resta al suo posto». A dirlo è il presidente del Mantova, Sandro Musso. La sconfitta sul campo del Pordenone è stata digerita a stento dalla società, ma la guida tecnica, a meno di colpi di scena nelle prossime ore, non si tocca. Che l’allenatore croato non fosse in discussione, Musso lo aveva detto tra i denti subito dopo il triplice fischio dell’arbitro De Tullio, mentre con passo lungo e ben disteso raggiungeva la propria auto insieme al patron Serafino Di Loreto, inseguito dai cronisti. Ma, cosa più importante, la conferma del mister è arrivata anche in serata, a mente fredda. «Dopo questa partita – ha spiegato Musso al telefono – ho la consapevolezza, e devono averla tutti, che ci sarà da soffrire fino all’ultimo minuto dell’ultima partita». Difficile dargli torto, vista la classifica horror dei biancorossi (terzultimo posto) e i tre mesi senza vittoria. «Io non credo nei miracoli – ha aggiunto il presidente – È chiaro che sono stati fatti degli errori ma noi vogliamo andare in fondo e non abbandoniamo la nave. Noi non ci arrendiamo. Ogni partita sarà una battaglia, dobbiamo ripartire da questa convinzione. Javorcic resta perché mandarlo via significherebbe individuare un capro espiatorio e non servirebbe a nulla. Se dobbiamo trovare dei colpevoli per la situazione attuale, le prime persone sotto accusa dovrebbero essere i dirigenti, a partire dal presidente». Mea culpa dunque, senza troppi giri di parole. Tornando alla partita di ieri pomeriggio, Musso l’ha vista così: «Ce la siamo giocata con la quinta in classifica, questo va detto. Se Tripoli avesse sfruttato l’occasione da gol nel primo tempo staremmo parlando almeno di un pareggio, ma questo adesso non conta. Quel che è importante è mettersi in testa che dovremmo lottare fino alla fine. L’obiettivo è la salvezza – ha concluso il presidente – Se la raggiungiamo all’ultima giornata è meglio, se no lotteremo ai playoff». In ogni caso sarà un finale di stagione per cuori forti. E pensare che in estate si parlava di salvezza tranquilla, nascondendo a stento l’ambizione di poter essere protagonisti di un campionato quasi di vertice. Il team manager Paolo Musso ieri sera ha lanciato un messaggio dal suo profilo Facebook: «Sono incazzato nero. Penso che le frasi di circostanza siano inutili… ma in questi mesi ho imparato a conoscere Mantova e i suoi tifosi e so che hanno un grande cuore! Il derby va vinto con e per i nostri tifosi e soprattutto per Mantova! Niente scuse».
Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) «Lo so, dopo questa sconfitta sono in discussione. Lo sono sempre stato, dal primo giorno». L’allenatore del Mantova, Ivan Javorcic, dopo il ko sul campo del Pordenone si presenta in sala stampa tirato in volto e ben conscio del fatto che la situazione di classifica dei biancorossi ha oltrepassato lo step dell’allarme rosso. «Abbiamo perso contro una squadra che nel primo tempo ci ha messo decisamente in difficoltà – racconta il mister croato – mentre nella ripresa ce la siamo giocata alla pari. Certo l’occasione da gol di Tripoli poteva cambiare il nostro stato d’animo, ma non è andata così. Nel corso della partita abbiamo evidenziato i soliti problemi, soprattutto nella prima parte del match. Siamo questi». Perdere al “Bottecchia”, contro i neroverdi lanciatissimi in zona playoff, non sarebbe di per sè un risultato disastroso. Il campo, infatti, ha detto che i friulani sono in palla, una squadra rodata che sta vivendo un sogno d’alta classifica dopo un’estate in cui l’unico obiettivo plausibile sembrava essere la salvezza. «Sì – dice Javorcic – in una situazione normale la sconfitta ci poteva anche stare, però noi non dovevamo perdere perché il nostro momento è molto particolare. Serviva una vittoria, questa è la verità, anche per dare un senso positivo ai tanti pareggi delle partite precedenti». Insomma, l’allenatore di Spalato è schietto nel fotografare il periodo sportivamente drammatico del Mantova. Una squadra che non segna praticamente più (due gol nelle ultime sette partite con una delle due reti, quella di Meda, segnata da un avversario nella propria porta) e il morale della truppa sotto i tacchi alla vigilia del derby di sabato al Martelli con la Cremonese. «I risultati non arrivano – dice ancora Javorcic – e questo rovina quanto di buono è stato fatto fino ad oggi. Io posso anche essere contento del percorso ma poi si guardano i punti e al momento sono davvero pochi». A meno di due giorni dalla chiusura del mercato, Javorcic, la cui panchina non è a rischio, almeno stando alle dichiarazioni di ieri sera del presidente Sandro Musso, ammette che dopo le partenze di Anastasi e Momentè serve un centravanti. «Una punta ci serve, è vero – dichiara il mister – ma è chiaro che questo è solo uno dei problemi. Abbiamo un soltanto, Ruopolo, che come sappiamo ha problemi fisici: ci manca quel giocatore che può finalizzare la manovra».
Ore 18.30 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova a Pordenone si conferma sterile e incassa una sconfitta che lo mantiene al terzultimo posto della classifica e a 5 punti dalla zona salvezza, in attesa della gara odierna del Pro Piacenza. I biancorossi al “Bottecchia” passano un brutto primo quarto d’ora, subendo la pressione dei friulani e regalando loro (errore combinato Trainotti-Pane) il gol del vantaggio. Il resto del match è invece equilibrato, ma l’Acm come al solito crea pochissimo in zona gol e, quando lo fa, sbaglia un’occasione clamorosa, stavolta con Tripoli. Uscendo infine dal campo a testa china e fra gli insulti dei circa cinquanta tifosi al seguito. Si comincia con le due squadre schierate secondo lo stesso modulo tattico: 4-3-1-2. Nel Mantova Javorcic fa un solo cambio rispetto all’undici che aveva messo alle corde il Sudtirol al Martelli, rilanciando Scrosta al posto di Scalise. Mister Tedino, dopo la cessione di bomber De Cenco, dà fiducia in attacco al 23enne Strizzolo, che lo ripagherà con gli interessi. Il Mantova potrebbe andare subito in vantaggio (1’), ma Marchi cicca il tiro in area su imbeccata di Caridi. È comunque soltanto un fuoco di paglia, perché il Pordenone prende immediatamente in mano il pallino del gioco, imponendo al match un ritmo altissimo. I neroverdi mettono in difficoltà l’Acm a metà campo, dove Cattaneo arretrando crea sempre superiorità numerica, ben sfruttata dai piedi buoni Pederzoli e Pasa. Ed è proprio da un lancio lungo del figlio dell’ex trequartista biancorosso che nasce al 12’ l’1-0. Trainotti scivola e si fa scappare Strizzolo, Pane gli lascia scoperto il primo palo e si china a raccogliere la sfera in fondo alla rete. I friulani prendono allora ancor più coraggio, mentre il Mantova accusa vistosamente il colpo. Per qualche minuto si teme il peggio, ma poi i biancorossi ritrovano equilibrio e il match si fa più equilibrato. L’Acm ha due occasioni per pareggiare, prima con un tiro sballato dal limite di Perpetuini e poi con Tripoli che calcia fuori a tu per tu col portiere, innescato da Longo dopo una magia di Caridi. Insomma, ai biancorossi gira tutto storto, mentre al Pordenone riescono anche le cose più difficili. Come quando sul finire di tempo Cattaneo calcia da oltre 40 metri e becca l’incrocio, costringendo Pane a salvarsi in corner con affanno. Nella ripresa il Mantova parte subito a testa bassa e nei primi minuti va alla conclusione con Caridi (due volte) e Tripoli, senza però trovare la via della rete. Sull’altro fronte, Pederzoli da 25 metri colpisce invece il palo. Dopo un quarto d’ora Javorcic decide di buttare dentro Ruopolo per Tripoli (quest’ultimo in realtà sembrava il più vivace in prima linea), mentre Tedino risponde con Buratto per Mandorlini e Berrettoni per Strizzolo, predisponendo dunque la sua squadra al contropiede. La mossa di Javorcic va spiegata con l’enorme fatica che la squadra fa senza un riferimento offensivo centrale quando è costretta dagli avversari a lanciare lungo e a non avviare l’azione da dietro. In questo senso, l’ingresso di Ruopolo migliora le cose, perché Ciccio – pur lontano da una condizione accettabile – riesce almeno a far da sponda per i compagni. Il Mantova – dentro Scalise per l’infortunato Lo Bue (qui forse si poteva osare di più) e nel finale Ungaro per Longo – ci prova fino all’ultimo minuto di recupero, quando anche Pane sale in area avversaria per cercare di sfruttare un calcio d’angolo. Ma l’unica occasione vera la manca in mischia Trainotti: per il resto tanto cuore, tanta confusione, tanto nervosismo e soprattutto zero gol e zero punti.
Ore 18.10 – Qui Padova: il corteo termina con la simbolica consegna del vecchio scudo alla società biancoscudata.
Ore 17.45 – Qui Padova: corteo in corso, presenza massiccia dei tifosi Biancoscudati. Cori e fumogeni.
Ore 17.30 – Qui Padova: tutto pronto per il corteo per i 106 anni del Padova.
Ore 17.20 – (Messaggero Veneto) Quando Bruno Tedino, subissato di domande, sta rispondendo all’ultimo quesito, il presidente Lovisa entra in sala stampa: «Mister, ci sono i tifosi che ti aspettano. Bisogna andare a salutarli!». Istantanee di felicità. Il Pordenone viaggia velocee la vittoria col Mantova – la quarta di fila – fa sognare tutti, tifosi e città. Tedino però, non si lascia andare. Ci crede, ma stimola tutti: «Possiamo ancora migliorare». Intanto si attendono news dal mercato, entrato nelle ultime 48 ore. Si cerca un vice-Strizzolo, in pole c’è sempre Beltrame (classe ’93) della Pro Vercelli. Contento. Il tecnico del Pordenone tiene i piedi per terra, ma è felice. «E’ un sabato favoloso – afferma –. Bisogna prendere atto che stiamo andando forte, anche se penso prima di tutto alla salvezza: mancano sei punti, facciamoli e poi ci organizziamo per il resto. Viviamo di gara in gara». Questa col Mantova, che poteva essere un trabocchetto, è stata preparata e superata bene. «Abbiamo disputato un primo tempo eccellente – spiega Tedino –: sia per ciò che abbiamo proposto, sia per il valore dell’avversario. Non capita di vedere in tutta la Lega Pro frazioni del genere. Siamo stati bravi a trovare il gol subito e a cercare con forza il 2-0. Nella ripresa – continua – siamo stati intelligenti e abbiamo contenuto il Mantova, che infatti ha mosso poco la palla ed è ricorso a lanci lunghi. Bene così». Tedino ha poi una buona parola per Berrettoni («ha fatto qualche accelerazione favolosa»), per Pederzoli («talento al servizio della squadra: mi fa venire la pelle d’oca») e per Strizzolo: «Non mi sorprende. Deve convincersi che è fortissimo». Match-winner. Eccolo, l’autore del gol. «E’ il primo centro in casa: lo desideravo da tanto – afferma il centravanti –. Una sensazione bellissima. Sono contento per me e per la squadra: questa è una vittoria importante, perché ottenuta da gruppo vero. Abbiamo sofferto ma siamo rimasti tutti uniti. E’ un segnale forte». Strizzolo in rete alla prima senza De Cenco: anche questo è un segnale. «Io ci sono, sempre pronto a dare il mio contributo – risponde il friulano –. Speriamo di continuare così». Flash dall’altra sponda: Javorcic parla di «squadra superiore a noi, soprattutto nel primo tempo». Ora il tecnico del Mantova rischia. Indiscrezioni parlano di una panchina molto traballante. Mercato. Chiusura col mercato, Tedino non vede l’ora che finisca. Oggi arriva De Toni, portiere classe ’95 dal Pavia. Quindi la società si concentra sul centravanti: Beltrame è in pole position, ma la Juventus, proprietaria del cartellino, tentenna per mandarlo in Lega Pro. Il consulente neroverde Zamuner vuole chiudere prima possibile: il tempo stringe.
Ore 17.10 – (Messaggero Veneto) C’è una città che sogna da tempo. E che può continuare a farlo, chissà, ancora a lungo. Perché è Pordenone senza limiti. La squadra di Tedino batte anche il Mantova, conquista la quarta vittoria di fila e sale momentaneamente al quarto posto in classifica nel girone A di Lega Pro, in piena zona play-off. La vetta rimane a 7 punti, il secondo posto a 3, e l’Alessandria, pur con una gara in meno, è a una sola lunghezza. Difficile descrivere il momento, gli aggettivi vanno esaurendosi e quindi è meglio fare un altro esempio, per far capire la forza dei neroverdi. Oggi il Bassano è obbligato a vincere con l’Albinoleffe, se non vuole perdere la piazza nella post-season. Dalla discesa in serie D a una serie B che comincia a profilarsi all’orizzonte: si sta riscrivendo la storia della società. Subito avanti. Il successo col Mantova è tutto fuorché un risultato da passeggiata di salute. Il Pordenone comincia la gara col 4-3-1-2, solito schieramento che Tedino adotta quando si affronta un team che gioca con questo modulo: il Mantova usa il “rombo” e quindi ci si specchia. L’inizio è impegnativo, per i neroverdi, perché gli ospiti sono aggressivi e vanno a prendere l’avversario “alti”, mettendo il match subito sul piano del ritmo e dell’intensità. Ma il momento è anche un pizzico fortunato, oltre che felice, così il Pordenone va in vantaggio praticamente subito, su un ribaltamento di fronte. E’ il 13’: lancio di Pasa sulla verticale per Strizzolo. Il centravanti, tornato titolare dopo un match, fugge sulla sinistra stoppa a seguire da campione bruciando in velocità Trainotti. Arriva in area in posizione defilata e trafigge Pane, disattento, sul primo palo: è l’1-0, lo stadio esplode. E per “Striz” è il primo centro in casa, il secondo al Mantova e consecutivo, il terzo in assoluto: di De Cenco, da lunedì scorso Trapani, si sente già meno la mancanza. Consolidata. Il Mantova vive un periodaccio: non vince da quasi tre novembre, Javorcic è in bilico, la squadra è rinnovata dal mercato. La rete del vantaggio neroverde getta ancor più nello sconforto Caridi e soci, che tengono il campo ma subiscono il ritmo dei padroni di casa, che si spingono in avanti a cercare il 2-0: lo sfiora Pasa, in acrobazia, che manda a lato. Nei capovolgimenti i boys di Tedino rischiano e infatti solo un clamoroso errore di mira di Tripoli li salva dall’1-1. In contropiede la punta lombarda spedisce il pallone fuori misura, a Tomei battuto. E’ il 25’, brivido per gli oltre mille del Bottecchia. Il Pordenone però c’è e consolida il risultato: Cattaneo sfiora un altro eurogol, dopo quello di Bergamo – Pane alza sopra la traversa un tiro da centrocampo – e il Mantova non si rende pericoloso. Gestione. Ritmi forsennati nel primo tempo. Nella ripresa calano, il Pordenone continua a mantenere il controllo e Pederzoli, all’11’, sfiora il 2-0: un suo bel tiro colpisce il palo. Poi, tra cambi e virgiliani in confusione, succede poco o nulla. I “ramarri” rimangono compatti, soffrono un po’, ma alla fine portano a casa un’altra volta i tre punti. Ecco, la grande differenza: nel girone d’andata venivano recuperati – a Mantova, per esempio – ora no. Passano in vantaggio e ci rimangono. E’ la quarta volta di fila che accade, nel 2016. Si chiamano progressi. Serie B? Perché no: se si pensa che, ora, i neroverdi hanno raggiunto i 34 punti con cui hanno chiuso lo scorso campionato…
Ore 16.50 – Lega Pro girone A, fischio finale: Reggiana-Pro Piacenza 4-0.
Ore 16.30 – (Gazzettino) Un super Litteri regala al Cittadella una vittoria più sofferta di quanto dica il punteggio. Merito di un Renate mai domo, capace di rimontare due gol e anche di sfiorare il vantaggio, che solo nel finale ha alzato bandiera bianca. Per la capolista è il secondo successo di fila in casa. Ma se l’attacco funziona a meraviglia, più di qualcosa c’è da rivedere nella fase difensiva. E dire che la pratica sembrava archiviata dopo pochi minuti. I granata hanno avuto infatti una partenza a razzo. Allo scoccare del quarantesimo secondo Bizzotto ha trovato l’1-0 con un’azione da applausi: spalle alla porta, ha aggirato il suo diretto avversario e poi con un preciso destro in corsa non ha dato scampo al portiere. E all’8’ è arrivato il raddoppio di Litteri, abile a finalizzare un pressing vincente di Lora sulla trequarti. Probabilmente più di qualche squadra avrebbe accusato il colpo. Non il Renate che, confermando il suo buon momento di forma (10 punti nelle ultime quattro partite), ha subito rialzato la testa e ha cominciato a macinare il suo gioco. Gli ospiti hanno reclamato il rigore per un contatto tra Iori e Anghileri, poi il Cittadella ha perso per infortunio De Leidi (dentro Cappelletti). A parte un paio di conclusioni di Nava e Schenetti, i granata hanno dato l’impressione di accontentarsi della gestione del doppio vantaggio e sul finire di tempo hanno pagato la prima disattenzione difensiva. Decisiva la deviazione a centro area di Florian su un tiro dalla distanza di Scaccabarozzi. La truppa di Venturato ha iniziato la ripresa con poca lucidità. E Florian l’ha punita per la seconda volta (9’): in questa occasione l’attaccante del Renate – che aveva già segnato tre gol nelle ultime tre partite – ha fatto centro di testa su azione d’angolo. Il 2-2 ha dato ulteriore vigore agli ospiti, mentre il Cittadella si è disunito. A scuotere i compagni ci ha provato Litteri: splendida cavalcata e sinistro a rientrare sventato con bravura da Castelli, poi sul tap-in ravvicinato di Chiaretti decisiva la chiusura di Pavan. Immediata la risposta degli ospiti con il solito Florian che è andato a incornare nell’area granata, mandando la sfera fuori di un soffio. Poi il pallone buono è capitato sui piedi di Schenetti che per due volte ha cercato il gol, bravo in entrambe le circostanze Castelli a chiudergli lo specchio della porta. L’ingresso di Bonazzoli ha dato più fisicità all’attacco del Cittadella. E proprio il nuovo entrato è stato tra i protagonisti dell’azione che ha portato alla rete del 3-2: sua la conclusione respinta dal portiere, sulla ribattuta si è avventato Lora che ha bruciato tutti sul tempo e ha infilato in rete. Anche questa volta però il Renate non si è dato per vinto. L’occasione per il 3-3 l’ha avuta Ekuban (subentrato a Florian), ma Alfonso non si è fatto sorprendere. Visti i balbettii difensivi della sua squadra, Litteri ha pensato bene che non era più il caso di correre rischi. E al primo minuto di recupero ha messo il sigillo ai tre punti e alla sua splendida prestazione con un tacco sottoporta a raccogliere un cross radente di Salvi.
Ore 16.10 – (Gazzettino) Vittoria altalenante per il Cittadella che dopo il fulmineo vantaggio per 2-0 si fa riprendere dal Renate, poi la reazione di carattere per il 4-2 finale. Roberto Venturato commenta: «C’è sempre da migliorare. Abbiamo iniziato la partita nel modo giusto mettendo in pratica ciò che volevamo fare. Saper mantenere nel corso della gara l’intensità e la possibilità di fare gol ci farebbe correre meno rischi, invece qualcosa abbiamo concesso, anche se poco. Una squadra che vuole rimanere in testa alla classifica deve mettersi in discussione anche quando vince e lavorare per colmare le proprie lacune». È comunque soddisfatto il tecnico granata, anche se non si accontenta: «Devo rivedere i loro gol perchè quando l’avversario segna vuol dire che qualche errore deve esserci stato da parte nostra. La squadra deve imparare a prendere meno gol, soprattutto avendo in mano il pallino della partita, invece in alcuni momenti non sappiamo gestire la situazione come si dovrebbe». Sui rimedi, spiega: «Bisogna tenere la squadra corta e difendere meglio il risultato. C’è bisogno di una maggiore continuità di attenzione da parte di tutti». Sui nuovi arrivati continua: «Zaccagni sicuramente ha buonissime qualità tecniche, sa farsi valere nei contrasti e ha gamba. Integrandosi con i compagni farà meglio e sarà per noi importante. Bonazzoli aiuta la squadra con caratteristiche che completano il reparto offensivo, mentre Nava si è inserito immediatamente dando un notevole contributo alla squadra». Sul Renate conclude Venturato: «Sapevamo che sta attraversando un buon momento, lo dicono i suoi risultati. Avevamo preparato con cura questa partita. Nell’andata avevamo tirato sette-otto volte in porta senza fare gol, stavolta ne abbiamo messi dentro quattro». Soddisfatto Filippo Lora, suo il terzo gol granata. «Ho completato con successo – racconta – una azione costruita da parte di tutti. Sul 2-2 eravamo in una fase cruciale della partita, ma la squadra non voleva lasciarsi sfuggire l’opportunità di portare a casa i tre punti. Siamo stati bravi a pressare in avanti nel modo corretto e senza essere mai domi. Il mio gol ha coronato lo sforzo della squadra che ha continuato senza mai mollare fino alla fine». Sulla sua prestazione conclude Lora: «Partita dopo partita aumenta la fiducia in me stesso, giocare mezzala o in un altro ruolo per me non è un problema». Raggiante il presidente Andrea Gabrielli: «Una vittoria emozionante, una bella partita. Credo che si sia visto un bel calcio che ha divertito il pubblico. Abbiamo iniziato molto bene, poi siamo andati in difficoltà. Ricordo però che i lombardi avevano raccolto dieci punti nelle ultime quattro partite, perciò si sapeva dei rischi e il Renate lo ha dimostrato. Passando dal 2-0 al 2-2 qualche squadra avrebbe potuto crollare, invece noi abbiamo dimostrato personalità e carattere. Credo che abbiamo tutte le carte in regola per fare bene». «Il migliore? Litteri è stato stratosferico, ma tutti hanno fatto la loro parte». Sul mercato conclude: «Qualcosa c’è nell’aria, ma possiamo anche stare bene così».
Ore 15.50 – (Mattino di Padova) L’arte di complicarsi la vita, volume secondo. Se non vi era bastata la vittoria sulla Pro Patria dello scorso turno, ecco arrivare la riprova: le cose facili al Cittadella non piacciono. Una partita che dopo appena otto minuti sembrava già ampiamente in cassaforte grazie alle reti di Bizzotto e Litteri è stata rimessa in discussione dalle solite distrazioni difensive e da quella tendenza a rilassarsi che, al Tombolato, si ripresenta puntuale come le tasse. La determinazione e il differente tasso tecnico granata hanno però rimesso il risultato a posto negli ultimi venti minuti, in cui un caparbio Lora e il solito Litteri, che raggiunge i 10 gol stagionali, hanno fissato il punteggio sul 4-2. La Venturato’s band infila così il terzo successo consecutivo, si conferma in vetta alla classifica in solitario e mette un po’ di pressione all’Alessandria, che sarà in campo solo domani sera a Cremona, ma che intanto si trova a -6 e si vede sopravanzare anche dalla FeralpiSalò. Partenza lanciata. Nemmeno il tempo di sistemarsi sui seggiolini e il Citta è già in vantaggio. Considerate le enormi difficoltà sotto porta della gara d’andata fa quasi specie, e invece bastano appena 40” a Bizzotto per sbloccare la partita: sul lancio di Nava, preferito a Benedetti sulla fascia sinistra, Litteri spizza la palla per la percussione centrale di baby Biz, che va via a Solini e trafigge Castelli. Il Renate pare accusare il colpo e un paio di volte gli attaccanti granata sono fermati sul filo del fuorigioco. Alla seconda vera occasione arriva, però, il 2-0. È l’ottavo minuto, Lora intercetta il pallone sulla trequarti e penetra centralmente, scaricandolo per Litteri, che non ci pensa due volte prima di insaccare. La gara sembra così mettersi al meglio per Iori e compagni, che vanno nuovamente al tiro in modo pericoloso con Nava e Schenetti. È quando si siede che il Citta viene punito, al tramonto della prima frazione: Valagussa s’insinua fra Nava e Cappelletti e mette in mezzo per l’accorrente Scaccabarozzi, che fulmina Alfonso, tra le accese proteste dei difensori di casa per la sospetta posizione di fuorigioco di Napoli, a coprire la visuale del portiere. Le immagini, però, almeno in questo caso sembrano scagionare l’incerta terna arbitrale. Quante emozioni. Venturato dice ai suoi uomini di recuperare la spavalderia iniziale ma al rientro in campo è ancora il Renate a colpire, su calcio d’angolo. Marcature allegre in casa granata: Alfonso non esce, Iori e Litteri si perdono Florian, ed ecco il 2-2. Da lì in poi è un susseguirsi di occasioni. Proprio Gianluca s’inventa una conclusione mancina a girare che chiama Castelli alla doppia prodezza, perché Chiaretti, da un metro, si divora il tap-in vincente. Florian manda il pallone appena fuori di testa, Schenetti conclude due volte addosso al portiere, c’è un rigore evidente non concesso al Citta per un fallo di mano in area brianzola e poi, finalmente, giunge il 3-2, atteso come una liberazione. Bonazzoli, subentrato all’esausto Bizzotto, s’infila nella titubante difesa avversaria e conclude: sulla respinta si avventa Lora, che di rabbia trova il gol decisivo. Partita finita? Macchè. Alfonso salva in uscita su Ekuban che se ne stava andando via in contropiede, e solo in pieno recupero arriva il gol della tranquillità, firmato da Litteri, sotto porta, su assist di Salvi. È un bel Citta, d’accordo, ma se vuole restare lassù deve crescere ancora.
Ore 15.30 – (Mattino di Padova) Terza vittoria consecutiva, quattro gol segnati e un primato in classifica consolidato. Tutto bello, a parte la rocambolesca rimonta subita che poteva costar caro e che, c’era da scommetterci, ha fatto un po’ arrabbiare l’allenatore. «Dobbiamo essere contenti per il risultato ma allo stesso tempo pretendere di più da noi stessi», l’analisi di Roberto Venturato. «Abbiamo iniziato disputando venti minuti ottimi, ma a quel punto dovevamo mantenere l’intensità, facendo girare palla e cercando ancora la possibilità di far gol. Invece, se molliamo sotto l’aspetto dell’intensità, rischiamo troppo come successo nella ripresa. Non abbiamo avuto la capacità di tenere la partita in mano e dobbiamo riflettere su questo per crescere». Non è che la squadra si sia rilassata troppo dopo aver segnato due gol nei primi otto minuti? «Io credo che, anche una capolista debba migliorare e sapersi mettere in discussione. È quello che dobbiamo fare noi, pensando a subire meno gol e a gestire meglio alcuni frangenti di gioco. Sul 2-0 dovevamo porci con una cattiveria diversa e tenere la squadra più corta». I cambi, in un momento di difficoltà, sono risultati decisivi. «Zaccagni è un giocatore importante e spero abbia la capacità di migliorarsi e integrarsi al più presto con gli altri. Ha qualità tecniche, di corsa e contrasto. Bonazzoli, e non avevo dubbi, ha dimostrato voglia e capacità di entrare a gara in corso». Filippo Lora, tra i migliori in campo, commenta. «Avevamo incanalato la partita nel modo giusto, dovevamo solo chiuderla. Probabilmente la non curanza dei dettagli e un piccolo calo di concentrazione ha riaperto la gara. Nel finale c’è stata una reazione rabbiosa, non volevamo farci sfuggire l’occasione e abbiamo colto un successo meritato». Dopo tanta sfortuna è arrivato il suo momento? «Ci spero, partita dopo partita aumenta la fiducia in me stesso. La continuità mi aiuta molto e sono contento per il gol. Ci ho creduto, mi sono fiondato sul pallone ed è andata bene». Il presidente Andrea Gabrielli, nonostante qualche patema di troppo, si è divertito. «Tutti vorrebbero vincere sempre facilmente, un successo sofferto dà ancora più soddisfazione. Forse sul 2-2 ci siamo un po’ rilassati, ma dobbiamo considerare anche il valore di un avversario che arrivava da una striscia molto positiva». Gabrielli si sofferma anche su qualche singolo. «Litteri è stato stratosferico, giocando a tutto campo. Mi ha fatto un ottima impressione anche l’ultimo arrivato Zaccagni. Credo che il pubblico si sia divertito». Ultima battuta sul mercato. «Abbiamo fatto gli innesti giusti e si è visto. Forse faremo qualcosa in uscita in questi ultimi due giorni. Coralli? Ha avuto una ricaduta dell’influenza, non è sul mercato».
Ore 15.10 – (Corriere del Veneto) Tre punti in cassaforte, vittoria conquistata con le unghie, primo posto che rimane blindato. Il Cittadella batte 4-2 il Renate, respinge per il momento l’assalto alla vetta dell’Alessandria (che giocherà lunedì in posticipo contro la Cremonese) e prosegue nella sua marcia trionfale verso la promozione. Qualche sorpresa, come di consueto, alla lettura delle formazioni. Innanzitutto stupisce la seconda mancata presenza di Coralli in panchina. La società parla di attacco influenzale, i rumours parlano di un’uscita di scena del centravanti toscano, trattato dal Venezia nelle scorse settimane ma che adesso non sembra più rientrare nei piani di Roberto Venturato. «Ma l’influenza è reale – spiega il presidente Andrea Gabrielli – si tratta di una ricaduta rispetto all’attacco accusato precedentemente». Come finirà? C’è chi ipotizza che il Padova possa pescare nella città murata fra il folto plotone che occupa la panchina granata, ma al momento (Sgrigna compreso) arrivano solo smentite. Pronti, via e il vantaggio arriva dopo appena 40 secondi: Nava verticalizza per Litteri, che sfiora, si inserisce Bizzotto che non sbaglia da pochi passi. E la partita sembra chiudersi dopo appena 8 minuti: Lora pesca Litteri, che non sbaglia la conclusione da pochi passi. Sul 2-0, però, il Cittadella si siede un po’ e al 42’ Scaccabarozzi riduce le distanze, con sospetto fuorigioco attivo di Napoli sulla traiettoria che beffa Alfonso. Nella ripresa il Renate addirittura pareggia all’8’ con Florian che risolve una mischia. Al 25’ arriva il 3-2, segnato da Lora che ribatte in gol una corta respinta di Castelli su tiro di Bonazzoli. Nel finale c’è ancora gloria per il migliore in campo, Litteri, che insacca alla perfezione un cross di Salvi per il definitivo 4-2. Un vortice di emozioni e di gol, che regala al Cittadella il momentaneo +6 sull’Alessandria, massimo vantaggio fin qui per i granata. «Abbiamo fatto 20 minuti iniziali molto bene — spiega Venturato — abbiamo rischiato poco ma non abbiamo avuto la capacità di tenere la partita in mano. Dobbiamo saper far meglio: sono contentissimo dei tre punti ma dal punto di vista della gestione del gara possiamo fare di più. Non mi è piaciuto prendere due gol in quel modo, dobbiamo imparare a gestire meglio situazioni come queste».
Ore 14.50 – (Gazzetta di Reggio) Rifinitura tribolata ieri mattina in via Agosti. A riposo precauzionale Frascatore e Maltese, si è fermato anche Mignanelli, colpito da un problema muscolare. «Non sembra una cosa semplice – spiega Alberto Colombo presentando il match con il Pro Piacenza -, oltretutto abbiamo Maltese e Frascatore fuori, con due grossi punti di domanda sopra. Stavolta mi devo riservare la decisione dell’undici da schierare all’ultimo minuto, il che comporta la possibilità di variare sistema di gioco». Le possibilità di vedere in campo Mignanelli? «Spero il 60%. E’ un problema muscolare, i primi test sono negativi, ma questo è il rischio di avere giocatori che non scendono in campo per lungo tempo. Maltese e Frascatore? Molto fiducioso per il primo, sul secondo i dottori mi dicono che è disponibile, ma è un punto di domanda. Vediamo come reagisce il punto infortunato sotto l’alluce del piede alle varie sollecitazioni. Tutto rimandato a domani (oggi, ndc)». Nessun alibi per i giocatori? «Esatto, deve essere una possibilità per chi ha giocato meno di dimostrarsi a livello degli altri o che l’allenatore ha sbagliato fino adesso. Dietro alle difficoltà si devono vedere delle possibilità». Serve continuità. «Dovremo farci trovare pronti in ogni situazione, anche in formazione rimaneggiata, per dare seguito alla vittoria di lunedì sera». Il Pro Piacenza vive un buon momento di forma. «Ha perso all’ultimo minuto col Sudtirol, mentre a Pordenone ha perso con un uomo in meno fin dai primi minuti e con la formazione rimaneggiata. Stanno facendo bene, in casa ha fatto sudare Lumezzane e Padova. Non dovremo lasciare spazi a giocatori come Rantier». Teme che qualche giocatore si sia montato la testa? «Sarebbe un grave errore. Quello di lunedì è un brodino, ora dobbiamo necessariamente dare continuità, fare di tutto perché i tre punti siano nostri. Indipendentemente da chi scende in campo». Mercato: cosa si aspetta ora? «Innanzitutto siamo in difficoltà a livello numerico. Dobbiamo rimpolpare la rosa». La società ha chiare le esigenze del suo allenatore per il mercato? «Esprimo sempre i miei pensieri, poi le decisioni spettano ad altri». Ha chiesto cessioni? «No, però vi dico la verità. Pesenti non è convocato per scelta societaria, considerata la possibilità che possa cambiare aria». Ha provato anche un nuovo modulo, il 4-2-3-1? «Sì, è un’alternativa alle possibili assenze di Frascatore e Maltese. Danza ha pochissimi allenamenti sulle gambe, non potremmo giocare a tre in mezzo. Dobbiamo fare con chi abbiamo e ho dato un’infarinatura alle possibili variazioni del tema. Se li recupero tutti, è chiaro che giocano gli stessi di lunedì». Nuova chance per Nolè? «Sì, è una possibilità di dimostrare tutto il suo valore, con la rabbia per l’esclusione di lunedì che può favorire una prestazione di valore». Sansovini si è accasato alla Cremonese. «E’ arrivata una proposta indecente. Chi non accetterebbe a 35 anni?».
Ore 14.30 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana scende in campo oggi alle 15 al Città del Tricolore contro il Pro Piacenza per continuare l’operazione rilancio dopo la vittoria col Lumezzane. Mister Alberto Colombo non sa ancora però che formazione potrà schierare e i dubbi sono causati dalle condizioni fisiche di alcuni dei suoi giocatori, a partire da quelle di Mignanelli che lunedì ha fatto la differenza insieme a Siega. La Reggiana ha un organico ai minimi termini, che finora ha visto molte partenze ed un solo arrivo nella sessione di mercato, e presenta alcuni giocatori fuori per infortunio, vedi De Biasi e Bruccini, ed altri non al meglio come Maltese, Mignanelli, Danza, Nolè e Frascatore. A loro va aggiunto Pesenti, non convocato perché in procinto di cambiare maglia. Insomma, per la Reggiana era appena iniziato un nuovo campionato, ma le notizie arrivate dall’infermeria, dopo la rifinitura di ieri mattina, rischiano ancora una volta di spiazzare tutti. Il tecnico in settimana aveva lavorato intensamente al 3-5-1-1 confermando i protagonisti di lunedì: Perilli in porta, difesa a tre con Spanò, Sabotic e Frascatore; Mogos, Bartolomei, Parola, Maltese e Mignanelli al centro; Siega alle spalle di Arma. Se Maltese e Frascatore dovessero recuperare, ieri fermi per precauzione ai quali si è aggiunto Mignanelli che ha terminato prima la seduta per problemi muscolari, la formazione sarebbe quella altrimenti è pronto un piano di riserva che prevede il 4-2-3-1 di “Battistiniana” memoria: difesa a quattro con Mogos, Spanò, Sabotic e Rampi; Bartolomei e Parola in mezzo al campo; Nolè, Danza e Siega alle spalle di Arma. “Ha da passà ’a nuttata”, come diceva De Filippo, e poi sarà tutto nelle mani dello staff medico che darà il suo verdetto prima della gara. In panchina siederanno comunque dei giovanissimi.
Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Gli affari fatti (lo scambio D’Ambrosio-Fella ufficializzato con il Siena) e magari il colpo last minute di Mattia Minesso, per il quale il Bassano aspetta una risposta dal Cittadella. Ma la strettissima attualità dice che c’è una partita da giocare oggi pomeriggio a Bergamo contro l’Albinoleffe e, soprattutto, c’è da cancellare una settimana da incubo. Prima il ko immeritato col Feralpisalò, poi l’addio di Simone Iocolano: due mazzate che messo a dura prova la tenuta della squadra di Stefano Sottili. Il quale oggi aspetta risposte, magari cominciando dal debutto di Gianmario Piscitella, a disposizione, convocato e in odor di esordio dal primo minuto. «Piscitella sta bene ed a disposizione — conferma Sottili in conferenza stampa — Momentè non ha giocato con continuità a Mantova e sono sicuro che la sua condizione fisica potrà migliorare ulteriormente. E’ comunque importante nel corso della stagione il contributo dato da tutti, anche quelli che magari in un particolare momento della stagione hanno giocato meno. Nell’arco di una stagione tutti sono fondamentali, abbiamo visto come spesso e volentieri si possa essere decisivi anche partendo dalla panchina. Questo è un concetto che amo ribadire, perché la rosa nel suo complesso può portare tanti punti al Bassano». Sottili, tecnico «aziendalista» ma che di certo non può fare i salti di gioia di fronte alla partenza del suo uomo migliore a metà stagione, fa buon viso a cattivo gioco e tira dritto per la propria strada. «L’Albinoleffe viene da una brutta sconfitta interna — evidenzia l’allenatore toscano — vorrà quindi rifarsi conquistando punti contro di noi. E’ una squadra strutturata, con quattro giocatori che superano il metro e novanta di altezza, dovremo prestare molta attenzione alle palle inattive. Nell’ultimo mese e mezzo siamo cresciuti molto in termini di prestazioni, se potessi toglierei solo il primo tempo giocato a Padova ed una ventina di minuti con la Cremonese, dove potevamo fare di più. Con la Feralpisalò mi dispiace che i ragazzi non siano stati gratificati dal risultato ma in settimana, per come si sono allenati, hanno mostrato di averla metabolizzata». E Sottili chiude caricando i suoi, come sempre: «Ora cerchiamo i tre punti, vogliamo ripartire da dove ci eravamo fermati, perché la nostra forza è il gruppo e quello, certo, non è cambiato».
Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Altri passi falsi non sono ammessi, poco ma sicuro. Il ritorno immediato alla vittoria oggi nella tana della Luparense San Paolo (ore 14.30) è l’unico modo con cui il Venezia può da un lato dimostrare che quello di sette giorni fa a Verona è stato solo un incidente di percorso, e dall’altro impedire al Campodarsego (in casa col Dro) di incrementare l’attuale +1 in vetta. «Il ko con la Virtus Vecomp grida vendetta, uno schiaffo che ci ha fatto male ma abbiamo l’obbligo di guardare avanti – ringhia l’attaccante Giacomo Innocenti – Siamo caduti è vero, senz’altro immeritatamente, ma il nostro valore non è stato minimamente scalfito». La Luparense (battuta 4-0 all’andata) conta quasi la metà dei punti di Innocenti e soci (28 a 53) ma è imbattuta nel 2016 con due vittorie e due pareggi. «Se c’è una cosa che il ko di Verona ci deve insegnare è che in fase di finalizzazione dobbiamo essere assolutamente più cattivi. Lo dico anche a me stesso». Dagli esterni d’attacco tutti si aspettano sempre quel guizzo in più.
«Noi per primi vogliamo incidere di più, dai nostri piedi passano buona parte delle possibilità di trovare varchi nel muro delle squadre avversarie che si chiudono davanti alla loro area. Puntare i difensori, cercare l’uno contro uno, il dai e vai, tutti aspetti che sono nelle nostre corde». Dal 26enne di La Spezia, sempre titolare nella gestione-Favarin, un’ultima rassicurazione. «La beffa è alle spalle e contro la Luparense rivogliamo i tre punti. Il girone di ritorno è sempre più insidioso di quello d’andata, di Venezia ce n’è uno però per vincere anche noi dobbiamo correre più degli altri. Scontato dire che siamo pronti».
Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Una trasferta doppiamente a rischio. Non solo perché così l’ha classificata l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, vietando ai tifosi arancioneroverdi l’accesso allo stadio di San Martino di Lupari. Ma anche perché contro la Luparense oggi il Venezia deve assolutamente tornare a vincere. «Mi aspetto una reazione», è l’auspicio di mister Giancarlo Favarin alla vigilia. La sua squadra ha metabolizzato per quanto possibile il ko della settimana scorsa a Verona e il conseguente sorpasso in vetta da parte del Campodarsego (oggi impegnato in casa con il Dro). Ma adesso deve reagire. «Sarà una partita impegnativa — avverte il tecnico pisano — ci vorrà molta attenzione e determinazione. Vogliamo ricominciare a camminare e a recuperare i punti persi». A complicare le cose c’è il divieto di trasferta per i residenti nella provincia di Venezia deciso dalla prefettura padovana, come conseguenza degli scontri avvenuti la settimana scorsa a Verona. In campo, per una volta, gli arancioneroverdi saranno soli, privi del supporto dei propri tifosi. «Ci dispiace molto — dice Favarin — perché a causa di questa decisione ci rimettono tutti i tifosi ma ci rimettiamo anche noi, perché ci mancherà il loro incitamento, che è fondamentale per la squadra». Oggi in difesa mancheranno Ferrante, ancora fermo per il ginocchio dolorante, e Taddia (contrattura), mentre tra i convocati figura anche Marcolini: il centrocampista ha ripreso ad allenarsi con il gruppo e gli ultimi esami cui è stato sottoposto hanno accertato la piena guarigione. Dovrebbe essere a pieno regime dalla prossima settimana, ma già oggi potrebbe assaggiare il campo. Tutti presenti all’appello, invece, in attacco, dove mister Favarin ha ampio margine di scelta e dove «si è innescata una sana competizione, una concorrenza tosta e leale». La Luparense dell’ex arancioneroverde Enrico Cunico, ha vissuto una stagione di alti e bassi, ma ora è in crescita. «Per noi è una partita importantissima, perché dobbiamo dare continuità ai nostri risultati», spiega Cunico al rientro dopo un turno di squalifica insieme al suo attaccante Marco Beccaro (cugino di Daniel). «Da ex — aggiunge Cunico — è sempre bello trovare la squadra dove si è allenato ma quando l’arbitro fischierà, sarà una gara come le altre». La Luparense potrebbe portare in panchina il neo acquisto Filippo Pittarello, attaccante in prestito dal Padova. Mercato: di ieri la voce di un possibile arrivo di Claudio Coralli dal Cittadella ma il ds Perinetti smentisce: «C’era stato un interessamento quando era andato via Barreto, ma non se ne è fatto nulla. Abbiamo preso altri giocatori, il tema non è più di attualità». Ieri intanto è stato inaugurato il temporary store in campo San Polo, aperto per Carnevale. Presente il presidente Joe Tacopina, che oggi sarà in tribuna.
Ore 13.00 – (La Nuova Venezia) Soli contro tutti: Venezia a San Martino di Lupari senza i tifosi, ma con l’obiettivo di ritornare alla vittoria dopo l’immeritato capitombolo di Verona. Trasferta negativa nella sua complessità con la perdita del primato in classifica e il divieto ai residenti nella provincia di Venezia di affrontare questa trasferta. Partita delicata: la Luparense è una squadra temibile, che l’ex Enrico Cunico avrà caricato per bene, ma soprattutto il Venezia non può cedere altra strada a un galvanizzato Campodarsego, che a pochi chilometri di distanza andrà all’assalto del Dro. Torna in tribuna il presidente Tacopina, la forza di una squadra si vede anche nei momenti più complicati e oggi è una di quelle giornate. Leoni. Fuori gioco i terzini Ferrante e Taddia per infortunio, restano a casa Busatto e Gualdi, mentre ritorna tra i 22 giocatori convocati Matteo Marcolini, assente dalla trasferta prenatalizia a Castelfranco Veneto, che però potrebbe anche andare in tribuna. Dietro scelte obbligate con Luciani e Galli sulle corsie esterne, difficile che venga toccata la coppia a centrocampo (Soligo-Acquadro), anche se Calzi garantisce un’ottima alternativa, davanti ogni ipotesi è possibile, dovrebbe rientrare Volpicelli, ma Favarin ha mille opzioni sul fronte offensivo. Oltre al terzo portiere Bortolin, un altro andrà in tribuna. Lupi. Cunico si risiede in panchina, dopo avere scontato a Dro il turno di squalifica, come Marco Beccaro, cugino di Daniel, torna in attacco, ballottaggio Pignat-Giglio in mezzo al campo. La Luparense è stata rivoluzionata nel mercato di dicembre e Cunico ha puntato su giocatori che conosceva bene (come Pregnolato e Baggio dall’Altovicentino, Pignat e Roveretto dall’Arzignano Chiampo, Sottovia dal RapalloBogliasco). I rossublu arrivano alla sfida col Venezia in serie positiva da quattro partite (otto punti con Sacilese, Giorgione, Virtus Verona e Dro), dopo una partenza in folle, tanto che Pasa è stato sostituito da Cunico, e una fase centrale di girone d’andata da brividi (quattro pari in nove partite). Probabili formazioni. Luparense (3-4-3): 1 Rossetto, 2 Antonello, 5 Baggio, 6 Pregnolato; 3 Sanavia, 4 Cavallini, 11 Pignat, 8 Di Fusco; 7 Roveretto, 9 Sottovia, 10 Marco Beccaro. A disposizione: 12 Murano, 13 Severgnini, 14 Faggin, 15 Perosin, 16 Scala, 17 Giglio, 18 Dal Santo, 19 Pittarello, 20 Abubakar. Allenatore: Enrico Cunico. Venezia (4-2-3-1): 1 Vicario; 2 Luciani, 5 Modolo, 6 Cernuto, 3 Galli; 4 Soligo, 8 Acquadro; 11 Fabiano, 10 Serafini, 7 Volpicelli; 9 Carbonaro. A disposizione: 12 Andreatta, 13 Di Maio, 14 Daniel Beccaro, 15 Calzi, 16 Callegaro, 17 Chicchiarelli, 18 Innocenti, 19 Lattanzio, 20 Maccan. Allenatore: Giancarlo Favarin. Arbitro: Severino (Cb)
Ore 12.40 – (Gazzettino) Fari puntati oggi, con inizio alle 14.30, soprattutto sulle sfide di Campodarsego e San Martino di Lupari. Al Gabbiano la truppa biancorossa, dopo avere effettuato sette giorni fa il controsorpasso in vetta al Venezia, punta a rimanere davanti a tutti centrando il bottino pieno con il Dro. Prima convocazione per i nuovi acquisti Bortot e Zecchin. Così il tecnico Andreucci: «È una sfida nella quale dobbiamo stare molto attenti di fronte a un avversario che si è rinforzato parecchio. Naturalmente c’è entusiasmo per aver ritrovato il primato e c’è la voglia di continuare a fare bene. Il duello con il Venezia? Stuzzicante, ma dobbiamo restare concentrati sul nostro compito». Squalificato Gal, in dubbio Michelotto (problema alla caviglia). A San Martino di Lupari arriva proprio il Venezia, che non potrà avere al seguito i suoi tifosi su disposizione della questura. Nella sfida persa pesantemente all’andata è iniziata l’avventura di Enrico Cunico sulla panchina dei Lupi, e questa volta ci sono i presupposti per fermare gli arancioneroverdi. «La rosa è del tutto diversa rispetto all’andata e sono soddisfatto di ciò che stiamo facendo – sottolinea il tecnico – Nel girone di ritorno abbiamo ottenuto 8 punti su 12, e avremmo potuto essere anche a punteggio pieno. La squadra ha trovato una sua quadratura tanto da avere subìto appena due gol in quattro gare, tra l’altro non su azione». Aggiunge: «Il Venezia è reduce da una sconfitta e vorrà rifarsi subito, ma noi siamo in salute e abbiamo tutto da guadagnare da questa sfida. Dobbiamo essere bravi a restare sempre lucidi». Dopo la squalifica torna Beccaro, prima convocazione per il nuovo acquisto Pittarello. ESTE. Ha tutte le qualità per allungare una cavalcata straordinaria di risultati andando a fare visita a Mogliano al Mestre. «Siamo consci dei nostri mezzi – esordisce Andrea Pagan – e questa partita è una tappa molto importante per capire con quale peso possiamo stare nelle zone di testa. Con il Mestre hanno faticato tutte le squadre di vertice, quindi è una gara impegnativa al di là della loro classifica. Se facciamo un risultato importante è un bel segnale che ci siamo anche noi, vogliamo continuare a divertirci». Convocato Rosina, acciaccato Busetto. ABANO. Arriva da quattro vittorie di fila e punta a centrare la quinta perla nell’appuntamento a Monteortone con il Monfalcone, penultimo ma in risalita. Karel Zeman non si fida degli avversari: «Hanno vinto quattro delle ultime dieci gare e davanti possono contare su due attaccanti eccezionali come Zubin e Godeas. Come squadra ha dimostrato di avere qualche problema, ma con due giocatori così davanti non ci potremo rilassare. L’Abano? Stiamo bene e i ragazzi vedono che è bello lavorare con entusiasmo dopo aver conosciuto momenti meno esaltanti. A loro chiedo sempre di migliorare ogni settimana». Maniero e Rampin sono infortunati, Pepe non fa più parte del gruppo dato che è in procinto di accasarsi con l’Ischia.
Ore 12.20 – (Mattino di Padova) C’è poco da fare: oggi tutti i fari saranno puntati su Luparense-Venezia, match clou della quinta giornata di ritorno di Serie D (alle 14.30). La capolista Campodarsego, manco a dirlo, farà il tifo a distanza per i cugini rossoblù, con il Dro da battere al “Gabbiano”. Este ed Abano, invece, cercheranno la gloria contro Mestre (a Mogliano) e Monfalcone. CAMPODARSEGO. Il testa a testa col Venezia sta appassionando tutti. Il “Campo” sta tenendo sulle spine i Leoni Alati a suon di vittorie e colpi di mercato. Il patron Daniele Pagin si è regalato in settimana due pezzi grossi come Tommaso Bortot, terzino di prospettiva prelevato dal Bassano, e Gianpietro Zecchin, mediano con un curriculum fuori categoria. Guai, però, a sottovalutare l’avversario odierno: il Dro non naviga in acque tranquille (i trentini se ne stanno poco sopra alla zona playout), ma ha rinforzato la squadra in vista della volata finale. Per la sfida del “Gabbiano” (arbitro Vincenzo Adriano Catucci di Pesaro)Antonio Andreucci dovrà fare a meno degli infortunati Gal e Michelotto. Formazione Campodarsego (4-3-3): Vanzato; Bortot, Ruopolo, Buson, Galliot; Pelizzer, Bedin, Piaggio; Radrezza, Kabine, Aliù. All. Andreucci. ESTE. In casa atestina l’aria è serena. Il terzo posto, con quattro punti di vantaggio sul Belluno, permette di affrontare il Mestre (arbitro Francesco Cosso di Reggio Calabria) senza troppi patemi d’animo. Gli arancioneri di Tiozzo, ottavi a quota 31, in questo momento vedono distante pure l’obbiettivo playoff, ma allo stadio di Mogliano Veneto non stenderanno tappeti rossi. In caso di vittoria, i giallorossi porterebbero a quattro la striscia di vittorie consecutive. Non saranno della partita il centrocampista Busetto, acciaccato, e Franciosi, che ha dovuto lasciare la squadra dopo un mese e mezzo per motivi personali. Formazione Este (4-3-3): Lorello; Tiozzo, Montin, Guagnetti, Rosina; Arvia, Caporali, Maldonado; Marcandella, Coraini, Mastroianni. All. Pagan. ABANO. Battendo il Monfalcone (arbitro Rosario Antonio Grasso di Acireale) l’Abano mostrerebbe la “manita”. I neroverdi di Karel Zeman cercano infatti la quinta vittoria consecutiva, di fatto l’en plein nel girone di ritorno. Il Monfalcone (penultimo) è, almeno sulla carta, abbordabile ma, a differenza della Sacilese, è ancora in corsa per la salvezza con Triestina, Fontanafredda e Levico. In più, la “Fincantieri” può vantare due attaccanti come Emil Zubin e Denis Godeas, tanto esperti (78 anni in due) quanto prolifici. Nel frattempo, l’Abano ha ceduto Vincenzo Pepe all’Ischia (Lega Pro). Formazione Abano (4-3-3): Bettin; Tescaro, Pramparo, Thomassen, Zattarin; De Cesare, Bortolotto, Ballarin; Ginestra, Fusciello, Caridi. All. Zeman. LUPARENSE. I Lupi sono pronti per il colpaccio. Al “Gianni Casée” di San Martino di Lupari gli uomini di Enrico Cunico proveranno a fermare il Venezia (arbitro Antonio Severino di Campobasso), che salirà nell’Alta senza tifosi, fermati dalla prefettura di Padova che ne ha vietato la trasferta. La Luparense occupa l’undicesimo posto, ma un successo potrebbe fruttare il salto nella top ten. Per l’occasione, tornerà al centro dell’attacco capitan Marco Beccaro, al rientro dalla squalifica. Accanto a lui, potrebbe esordire Filippo Pittarello, fresco di firma. Formazione Luparense (3-4-3): Rossetto; Antonello, Baggio, Pregnolato; Sanavia, Cavallini, Pignat, Roveretto; Beccaro, Pittarello, Di Fusco. All. Cunico.
Ore 12.00 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Pierpaolo Spettoli): Petkovic 7; Dionisi 6, Diniz 7, Sbraga 6.5, Favalli 6.5; Ilari 6 (Fabiano sv), Corti 6, De Risio 6.5 (Mazzocco 6), Petrilli 6.5 (Giandonato 6); Neto Pereira 7, Altinier 7.
Ore 11.50 – (Gazzettino) È il preludio al vantaggio, che matura proprio dal successivo tiro dalla bandierina. Batte Ilari, perfetto il tempismo di Neto Pereira che brucia Tagliavacche e incorna imparabilmente per poi correre verso la panchina ad abbracciare l’amico Fabiano. A questo punto il Padova dà l’impressione di essere per il momento pago così, la reazione del Lumezzane è sconclusionata e amministrare la situazione non è complicato. Semmai ci sarebbe lo spazio per sfruttare al meglio la profondità con le ripartenze, ma manca un pizzico di cattiveria per il raddoppio. Stessi interpreti in avvio di ripresa, con Neto e compagni che alzano il baricentro in cerca del sigillo per chiudere i conti in anticipo. Anche se al tiro su punizione ci vanno i locali con Sarao, palla di poco a lato. Poi appunto è Padova che sul cross rasoterra di Dionisi reclama un rigore per un presunto tocco con il braccio di Magnani, che in realtà impatta con il corpo. Pochi minuti e il 2-0 sembra cosa fatta: Furlan si oppone alla grande al destro a giro di Petrilli, riprende Ilari che di prima intenzione da posizione defilata colpisce il palo esterno. Sul fronte opposto invece fiammata di Sarao che anticipa Sbraga e calcia al volo con sfera alta. Ora la squadra comincia a manifestare un po’ di stanchezza in alcuni elementi, e il primo cambio è Mazzocco per De Risio. Proprio il numero sedici biancoscudato provoca una punizione dal limite: Petkovic è super nel deviare in angolo l’esecuzione di Varas. Pillon vede che bisogna cambiare qualcosa: fuori i due esterni offensivi, dentro Fabiano e Giandonato con squadra che passa al 5-3-2. La mossa si rivela azzeccatissima perché il Padova trova il raddoppio. Mazzocco si procura questa volta una punizione sulla sinistra, pennellata di Giandonato e guizzo vincente di testa di Altinier. Partita virtualmente chiusa qui, e festa meritata sotto la tribuna che ospita gli ultras.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Dopo quattro pareggi, ecco di nuovo il sapore della vittoria che mancava dalla trasferta con la Giana (13 dicembre). Neto Pereira e Altinier firmano con un gol per tempo il blitz in terra bresciana, tre punti dal sapore dolcissimo che allungano a sette gare la serie utile della gestione Pillon (imbattuto) e fanno sorridere anche la classifica. Non fa una piega la vittoria dei biancoscudati, di un altro pianeta rispetto al pericolante Lumezzane. Squadra quasi mai in affanno, sempre sul pezzo e cinica quanto basta per fare propria l’intera posta. La formazione è scontata: stesso undici proposto con la Pro Piacenza, con la sola novità del debutto di De Risio. Questa volta il Padova non commette l’errore visto nella trasferta precedente, vale a dire di entrare colpevolmente in ritardo nel match. Tempo di carburare qualche minuto e la squadra è presto padrona della situazione, anche perché i bresciani si rivelano ben presto poca cosa. E quando spingono concedono spazi invitanti per le folate biancoscudate. Emblematica l’azione che frutta la prima palla gol: sul rinvio di Diniz è Neto Pereira a spizzare di testa per Ilari, che accentra l’azione mettendo in moto Corti, sfera per Petrilli che premia l’inserimento sulla mancina di Favalli tutto solo in area, ma il suo mancino (non pulito) è tamponato in tackle da un difensore. Pochi istanti più tardi l’unico brivido (piccolo) della frazione: sugli sviluppi di un angolo respinge di testa Altinier sui piedi di Magnani che alza la mira. È comunque il Padova a creare ancora i presupposti buoni, questa volta sull’asse Ilari-Altinier, con il destro (sporco) di quest’ultimo preda di Furlan. Tra i più pimpanti c’è Petrilli, che si procura una punizione dal vertice sinistro dall’area, e la sua esecuzione costringe all’intervento in angolo il portiere.
Ore 11.30 – (Gazzettino) Un flash sul debutto di De Risio: «Contrasta, ci dà fisicità e ha un buon gioco nella palla. Insieme a Corti ha fatto una grande partita, ma tutta la squadra era reattiva e brillante. Neto Pereira? Si è allenato tutta la settimana, e si è visto». E poi c’è il primo gol su schema d’angolo della sua gestione. «Nella riunione tecnica avevo detto ai ragazzi che se non segniamo mai su palla inattiva forse sbagliavo io a insegnarle, invece mi hanno subito smentito». Il passaggio al 5-3-2? «Vedevo che cominciavamo ad avare qualche difficoltà, ho pensato a portare a casa la partita». De Poli è andato a vedere Arezzo-Tuttocuoio. Cosa si attende nelle ultime ore di mercato? «Quello che finora ho chiesto me l’hanno preso, ora serve almeno un attaccante. Giovane o esperto? Basta che sia forte». Giandonato decisivo nel secondo gol ed è chiacchierato sul mercato. «Non so se è in uscita». Ma Pillon è stato al centro anche del caso Bucolo, e non sembrano esserci margini per ricucire il rapporto. «Io sono per il rispetto delle regole e dei compagni. Se chiedesse scusa? Non so rispondere in questo momento, ma nella mia testa ho già preso la decisione, anche se poi deve spetta alla società». Sul caso Bucolo, ecco anche Neto Pereira: «Sono cose sempre spiacevoli, è stato un momento di nervosismo. Lui è dispiaciuto, la società si muoverà nella maniera giusta». Sulla vittoria: «Siamo contenti, dopo il gol sono andato ad abbracciare Fabiano perché è un amico e quando stai fuori fa piacere ricevere un piccolo gesto». Così Altinier: «Dedico il gol ai compagni. Bucolo? È uno dei nostri, lo aspettiamo». Non manca De Risio. «Sono felice per l’esordio, dobbiamo continuare su questa strada».
Ore 11.20 – (Gazzettino) «Quella di domenica, deve essere la partita della svolta. Ci farà capire dove possiamo arrivare». Si presenta così nel dopo gara il presidente Giuseppe Bergamin, soddisfatto per il ritorno al successo (primo del 2016), ma già con la testa al Feralpi Salò. «Adesso vediamo di completare la rosa, poi speriamo di avere continuità nei risultati soprattutto in termini di vittorie. Speriamo di essere altrettanto incisivi anche con avversari più forti e di riuscire a esprimere le potenzialità che abbiamo per salire in classifica». Anche per raggiungere la zona play off? «Sperare non costa niente, ma se vogliamo inserirci con le squadre davanti dobbiamo fare qualcosa in più di quello che abbiamo fatto finora. Voglio stare in pianta stabile nella parte sinistra della classifica». Piace questa vittoria anche a Bepi Pillon. Si è visto un Padova molto redditizio. «Sì, ma negli ultimi metri bisogna essere più cattivi per chiudere prima la partita, perché poi magari capita l’episodio, come la punizione salvata da Petkovic, e rischi di compromettere tutto». Anche il tecnico la pensa come il presidente sul prossimo impegno. «La Feralpi ha vinto con tutte le squadre di vertice, è lì che vedremo la vera forza della squadra. Sarà una partita che ci dirà molte cose». Tredici punti su 21 disponibili sotto la sua gestione. «Se avessimo anche qualche punto in più, perso tra Bassano, Alessandria e Pro Piacenza, sarebbe un discorso un po’ diverso, però sono contento, soprattutto di come i ragazzi partecipano al lavoro. Comincio a sentirla come la mia squadra».
Ore 11.00 – (Mattino di Padova) «Per l’attaccante andremo sicuramente a lunedì, quando sarò a Milano sino al “gong” di chiusura», ha puntualizzato in serata De Poli. La sensazione è che, nonostante Pillon abbia ribadito che gli basta solo un elemento offensivo, si sia propensi ad ingaggiare entrambi, tanto più dopo l’infortunio di Cunico (per il quale sapremo domani se sarà necessario l’intervento chirurgico). Sul piede di partenza c’è dichiaratamente solo Ramadani per quanto riguarda il centrocampo: lo svizzero potrebbe essere ceduto già oggi, ma è possibile che vada all’estero e dunque se ne riparli domani nella metropoli lombarda. Eppure è possibile che a lui si aggiungano lo stesso Bucolo e Giandonato, sul quale Pillon si è espresso in termini non negativi al termine della gara con il Lumezzane. Molto dipenderà dall’evoluzione della querelle fra il siciliano e la società, dopo le parole perentorie pronunciate dal mister. Se dovesse lasciare il Padova, sarebbe necessario non solo trovargli una destinazione (gradita) in fretta e furia, ma anche un sostituto. Infine, Sebastiano Aperi, che ha rescisso nei giorni scorsi con il club di viale Rocco, ha vissuto una vera e propria disavventura a Trieste: appena giunto in città, ha saputo che la magistratura ha chiesto il fallimento della società alabardata, per cui ha fatto dietrofront, non firmando alcun accordo e tornandosene a casa. Ieri si è recato in Puglia, dove ha raggiunto l’intesa con il Nardò (Lecce), che milita nel girone H di Serie D e ha come obiettivo i playoff.
Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Rosario (“Saro”) Bucolo è rimasto a casa a meditare, come richiesto da Bepi Pillon. Ma il suo “caso” rischia di condizionare le prossime, fondamentali mosse di mercato del Padova. L’allenatore, che una linea precisa l’ha già presa (non intende tornare sui suoi passi, sebbene la frase che ha scatenato la reazione abnorme del giocatore non sia stata felice), rimanda la palla alla società, che in queste ore deve prendere una decisione definitiva. Da Arezzo, dove ha seguito ieri il derby toscano del girone B di Lega Pro fra gli uomini di Capuano e il Tuttocuoio (4-0 per i padroni di casa), il direttore sportivo Fabrizio De Poli ha lasciato aperto un piccolo spiraglio per una ricomposizione della “frattura”: «Il giocatore ha sbagliato», ha detto, «ma la scelta finale spetta alla proprietà. Parlerò con l’allenatore nelle prossime ore, poi con Bergamin, Bonetto e i soci. Dovremo arrivare alle conclusioni che sono necessarie: non è esclusa la cessione». Questa mattina il Padova tornerà ad allenarsi alla Guizza: poi domani sarà giornata di riposo. Un lunedì “caldo” perché coincide con l’epilogo delle trattative all’Atahotel di Milano, sede del mercato. In piedi ci sono, oltre agli sviluppi della vicenda Bucolo, almeno altri due affari in entrata, e tre in uscita. Detto che ad Arezzo il ds ha visionato una punta, che potrebbe tornare buona la prossima estate, i nomi che continuano ad essere abbinati al Padova sono quelli di Giuseppe Panìco, 19enne attaccante della Primavera del Genoa, e di Davide Succi, 34 anni, che il Cesena è pronto a “regalare”, garantendogli parte dell’ingaggio.
Ore 10.40 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia): Petkovic 7; Dionisi 7, Diniz 7, Sbraga 6.5, Favalli 6.5; Ilari 6.5 (Fabiano 6), Corti 6.5, De Risio 7 (Mazzocco 6), Petrilli 6.5 (Giandonato 6); Altinier 7, Neto Pereira 7.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Alla prova che conta, l’inserimento del centrocampista abruzzese si è rivelato ottimo, per tante ragioni: fisicità, capacità di interdizione e impostazione lucida, come se giocasse con i nuovi compagni dall’estate scorsa e non da poche settimane. Ma tutta la squadra ha risposto bene, fugando le ombre delle recenti prestazioni: se un “neo” c’è stato, vanno sottolineati la poca rabbia nel chiudere prima la sfida e un arretramento inspiegabile del baricentro del gioco a cavallo tra il 20’ e il 31’ della ripresa, quando il Lumezzane ha spinto in modo confuso ma continuo, accendendo la spia rossa dell’allarme davanti a Petkovic. Ma poi i cambi decisi dal tecnico, con il passaggio al 3-5-2, hanno rimesso le cose a posto. Le palle inattive. La vittoria, la sesta della stagione (50 giorni dopo il blitz di Gorgonzola, con la Giana Erminio, sconfitta il 12 dicembre), è frutto di una vecchia arma che il Padova non sapeva più sfruttare: le palle inattive. Prima rete al 19’, sugli sviluppi di un calcio d’angolo seguito ad una splendida deviazione di Furlan su punizione a giro di Petrilli: dalla bandierina Ilari ha calibrato un perfetto pallone per la testa di Neto Pereira, che ha insaccato sul primo palo, “bruciando” sullo stacco Tagliavacche. Il bis è maturato al 38’ della ripresa: calcio piazzato da sinistra di Giandonato, stacco perfetta di Altinier e pallone nell’angolo, con la difesa di casa immobile a guardare. Buon segno, questo ritorno all’antico. Ora che si respira (in chiave salvezza), vediamo un po’ cosa ci riserva il girone di ritorno. Sempre tenendo i piedi ben saldi a terra, ma non negando un po’ più di fiducia a questi giocatori.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) E lì il Padova è andato, con più convinzione rispetto al passato (Reggiana e Pro Piacenza), creando le premesse per sbloccare il risultato. In sostanza, ha fatto ciò che si chiedeva da tempo: tornare a muoversi come sa, giocando in modo semplice, con fraseggi palla a terra, triangolazioni rapide ed efficaci, e aggredendo l’avversario lungo l’intera ampiezza del campo. Lumezzane poca cosa. Il resto ce lo ha messo l’undici di Nicolato, “povero” di idee e di schemi, ma anche raramente pericoloso dalle parti di Petkovic, salvo un paio di conclusioni insidiose sventate con bravura dal portiere serbo. Un Lumezzane involuto rispetto a quello che il 7 novembre scorso, nello stesso stadio, aveva messo alla frusta il Cittadella, imponendogli il pari (1-1). Per scelta della società e dell’allenatore, oltretutto, in tribuna sono finiti Genevier (destinato al Pavia), Baldassin e Cruz Pereira, il che ha indebolito ulteriormente una formazione in crisi d’identità e di uomini, oltrechè di risultati (quarta sconfitta di fila, con quella di ieri). Bella reazione al caso Bucolo. Dopo i nervi a fior di pelle seguiti al diverbio fra il mediano siciliano e il mister, con esclusione dalla rosa e quasi certa cessione del giocatore agli sgoccioli del mercato, c’era curiosità per capire, innanzitutto, come il gruppo avrebbe reagito, e poi per il debutto del secondo rinforzo invernale, De Risio, arrivato dalla Juve Stabia.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il Padova non aveva mai vinto a Lumezzane, nella sua storia centenaria. Stavolta ha fatto centro e Bepi Pillon, con i suoi giocatori, è riuscito in una tripla impresa: sfatare un tabù che sembrava destinato a durare ancora a lungo; inanellare il settimo risultato utile della sua gestione (tre successi e quattro pareggi), che allunga la striscia positiva dei biancoscudati a otto (considerando lo 0 a 0 di Busto Arsizio, ultima apparizione di Parlato in panchina); affrancarsi definitivamente dalla zona playout, ora distante 9 punti, visto che i rossoblù bresciani, insieme al Renate, sono i primi del quartetto candidato a giocarsi gli spareggi-salvezza, a quota 19. La prima mission affidata all’allenatore trevigiano è andata, dunque, in porto. Ma per sbloccarsi dopo un mese dall’inizio del 2016 – e due settimane dal via del girone di ritorno – c’è stato bisogno di resettare il gruppo, restituirgli alcune convinzioni, giocare anche sulla scaramanzia (la battuta pronunciata dallo stesso mister di fronte alla squadra nella riunione tecnica pre-gara e di cui riferiamo a parte) e sperare che, a furia di insistere con le raccomandazioni, ritrovasse fluidità di manovra, continuità e concretezza sulle corsie laterali.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) E a decidere il match, quindi, sono stati due gol nati da calcio piazzato. Era da un po’ che non succedeva… «E l’avevo notato anch’io. Prima della gara, durante la riunione tecnica, avevo fatto una battuta ai giocatori: “Se non segnate mai, forse sono io che non riesco a pensare agli schemi giusti”, avevo detto loro. E così ci siamo sbloccati, finalmente ce l’abbiamo fatta». Con questi tre punti fate un balzo importante in classifica. «Sono contento, non siamo ancora in una zona tranquilla ma di certo più sereni. Ora vedo davvero una squadra che lavora come chiedo, comincio a sentirla “mia”. Ma importantissima sarà domenica la partita con la FeralpiSalò, che ha battuto tutte le grandi: lì vedremo davvero il valore del Padova». Le è piaciuto l’esordio di De Risio? «Molto. Ha sfruttato la sua fisicità nei contrasti, ma mi è piaciuto anche nel gioco della palla, ha fatto girare bene la squadra. E con lui anche Corti, ha fatto un grandissimo lavoro come tutti gli altri». De Risio ha preso il posto di Bucolo: come si concluderà questa vicenda? «Io sono per le regole, per il rispetto di allenatore e compagni. Sta riflettendo lui e stiamo riflettendo noi, ma se anche chiedesse scusa, non so cosa farei. Nella mia testa la soluzione sia già decisa, adesso spetta alla società l’ultima parola». Domani chiude il mercato: si aspetta solo una punta? «Ora che si è anche fatto male Cunico, lì davanti siamo davvero contati, quindi, sì, una punta è indispensabile, giovane o esperta non conta, l’importante è che sia forte. Se arriverà qualcosa in più, sarà l’occasione dell’ultimo minuto. E per ciò che riguarda Giandonato, io non mando via nessuno».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La terza vittoria della gestione Pillon arriva a Lumezzane, a chiudere con una gran bella prestazione una settimana tra le più “calde” della stagione. Tra il “caso Bucolo” e il calciomercato, il rischio era che la squadra potesse perdere di vista l’obiettivo primario. «E invece tutti i ragazzi hanno fatto molto bene, soprattutto nel primo tempo», esulta Pillon nel dopo-gara del “Saleri”. «L’unico piccolo appunto che posso muovere alla squadra è quello di essere stata poco “cattiva” negli ultimi metri, altrimenti avremmo potuto chiudere il discorso con ampio anticipo». A differenza di Piacenza, però, l’approccio è stato davvero ottimo. Concorda? «Decisamente diverso da quello di una settimana fa, mi ha soddisfatto molto. I ragazzi sono scesi in campo reattivi, tutti concentrati, bravi a fare i movimenti giusti. E soprattutto tutti e undici erano in partita, come volevo: da questo punto di vista la reazione è stata importante, oggi (ieri, ndr) abbiamo giocato e vinto bene, contro una squadra che sapevamo sarebbe stata difficile da affrontare. Ma l’abbiamo messa sin da subito sui nostri binari». Le è piaciuta la capacità della squadra di giocare in maniera semplice? «Quadrata, ma soprattutto molto redditizia. Come dicevo, tuttavia, credo che egli ultimi metri avremmo dovuto essere più “cattivi” e chiudere la gara ben prima: a metà ripresa abbiamo rischiato di subìre il pareggio con il più classico degli episodi, ma Petkovic è stato molto bravo a sventare in angolo una punizione velenosa».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Tra i protagonisti della vittoria in Val Trompia, però, non ci sono solo i due goleador. Il nuovo acquisto Carlo De Risio, dopo una sola settimana di ambientamento, ha sfoderato infatti un esordio da applausi. «Sono felice di essere partito dal primo minuto», la soddisfazione del centrocampista abruzzese giunto dalla Juve Stabia. «Non giocavo praticamente da un mese e mezzo, e sono contento di com’è andata. Nel primo tempo mi avete visto fare un gran pressing su ogni pallone, è questa la mia miglior caratteristica. Nella ripresa, invece, ho pagato un po’ la scarsa tenuta fisica, al 70’ ero stanco e sono dovuto uscire». Il Padova, al di là dei meriti propri, è stato comunque avvantaggiato anche da un Lumezzane tutt’altro che entusiasmante: «Abbiamo fatto una bella partita, siamo stati compatti e il 2-0 alla fine ci sta tutto. Il Lumezzane nel primo tempo è sceso in campo molto basso e un po’ diviso tra i reparti: noi siamo stati bravi a far girare la palla, a giocare in maniera semplice e con pazienza, spaziando da un lato all’altro della manovra, fino ad arrivare al cross. Nella ripresa loro sono saliti un po’, ma a parte quei dieci minuti di reazione siamo stati bravi a difenderci e a ripartire. Siamo soddisfatti e contenti, c’è molto entusiasmo dopo questa vittoria: vogliamo ripeterci anche domenica prossima all’Euganeo».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ricordate cosa cantavano i tifosi atalantini ad un giovane Maurizio Ganz, nei primi anni Novanta? “El segna semper lu”, gridavano dalla curva dell’Azzurri d’Italia. E a distanza di un ventennio, a Padova cambiano i colori e gli interpreti, ma non la sostanza: sono sempre loro, gira che ti rigira, a conservare quell’innocente mania di buttarla dentro nei momenti topici delle partite. Domenica scorsa era stato Petrilli a salvare capra e cavoli a Piacenza, a tempo scaduto. Ieri, a Lumezzane, ci hanno pensato Neto Pereira e Altinier. E così, anche dopo venti giornate, i tre cannonieri biancoscudati viaggiano a braccetto, appaiati a quota 6 reti. E sempre con dediche mai banali: «Dopo aver segnato, sono corso subito in panchina ad abbracciare Fabiano», la dedica speciale del bomber brasiliano dopo l’1-0. «È un amico, gli voglio bene e gliel’ho voluto dimostrare: quando uno sta fuori, basta un piccolo gesto per fargli ritrovare il sorriso, e spero di esserci riuscito». Per Altinier, invece, un pensiero più collettivo: «Il mio gol? Da dedicare a tutti i compagni», la risposta del centravanti mantovano. «Questa è per noi una vittoria molto importante, perché ci consente di continuare a correre».
Ore 09.00 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Dimitri Canello): Petkovic 6.5; Dionisi 6.5, Diniz 7, Sbraga 6.5, Favalli 6; Ilari 6.5 (Fabiano sv), Corti 6, De Risio 7 (Mazzocco 6), Petrilli 7 (Giandonato sv); Neto Pereira 7, Altinier 7.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Nella ripresa il Lumezzane ha due chance per pareggiare, la prima con Sarao, che al 20’ alza da pochi passi sopra la traversa, la seconda con Valotti, che trova sulla sua strada un attento Petkovic. Poi il raddoppio, che arriva al 38’: Altinier di testa insacca una punizione del neo entrato Giandonato per il definitivo 2-0. Vittoria in ghiacciaia e un calcio alle polemiche. «Faccio i complimenti ai ragazzi per la risposta che mi hanno dato sul piano del gioco — sottolinea nel dopo gara Pillon — ha fatto bene De Risio, per lui un debutto molto positivo, con Corti in mezzo ha giocato molto bene. Adesso mi aspetto una grande partita contro una squadra molto forte come il FeralpiSalò, abbiamo i mezzi per dimostrare che non siamo da meno». Nel frattempo sul fronte mercato ieri non sono emerse ancora una volta novità significative. Si attendeva una risposta da parte dell’entourage di Giuseppe Panico, che però a tarda ora non era ancora arrivata. Il nodo del contendere è il solito: la durata del prestito (biennale per le società, annuale per il giocatore). In ballo anche la cessione di Giandonato al Latina e l’eventuale arrivo di un’altra punta, fra Sparacello del Trapani e Succi, in uscita da Cesena. Sorprese? Sempre possibili, chiaro, soprattutto nelle ultime ore da qui a domani sera alle 23, quando chiuderà la sessione invernale della campagna trasferimenti.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Otto risultati utili consecutivi. E la vittoria che torna nella settimana più difficile da quando è diventato l’allenatore del Padova. Giuseppe Pillon esce rafforzato, oltre che vincitore, dalla trasferta di Lumezzane. Ritorna il successo pieno, che mancava da quattro partite e soprattutto ecco un 2-0 che spegne le polemiche che avevano animato la settimana, con la lite con Bucolo e l’esclusione del centrocampista siciliano dalla lista dei convocati per la partita giocata al Saleri. Poca cosa davvero, il Lumezzane, ma le partite vanno comunque vinte e il Padova lo ha fatto badando al sodo e rischiando pochissimo. Pillon conferma Sbraga accanto a Diniz e lascia ancora in panchina Fabiano, mentre a centrocampo c’è De Risio accanto a Corti: ottimo l’esordio dell’ex Juve Stabia, che gioca senza strafare e mostra numeri interessanti, perdendo pochissimi palloni. Ma è tutta la squadra che si dimostra solida e affiatata, con un Ilari in ripresa e con il solito Petrilli sempre nel vivo dell’azione. La prima occasione al 12’: bellissima azione corale biancoscudata, apertura di Petrilli per Favalli, che fallisce clamorosamente il diagonale vincente a pochi passi dalla porta di Furlan. Il vantaggio arriva al 19’, dopo una bella punizione di Petrilli su cui Furlan compie il miracolo. Angolo di Ilari e colpo di testa di Neto Pereira che infila il portiere avversario.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 41, FeralpiSalò 37, Alessandria 35, Pordenone 34, Bassano e SudTirol 32, Pavia 30, Reggiana 29, Padova 28, Cremonese e Giana Erminio 25, Cuneo 24, Pro Piacenza 23, Lumezzane e Renate 19, Mantova 18, AlbinoLeffe 13, Pro Patria 8.
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della ventesima giornata: Lumezzane-Padova 02 (Neto Pereira (Pd) al 19′ pt, Altinier (Pd) al 38′ st), SudTirol-Pavia 1-1 (Sforzini (Pv) al 17′ pt, Spagnoli (St) al 26′ pt), Pordenone-Mantova 1-0 (Strizzolo (Pn) al 12′ pt), Cuneo-Giana Erminio 2-2 (Perico (Ge) al 43′ pt, Chinellato (Cu) al 20′ st e al 40′ st, Cogliati (Ge) al 32′ st), Cittadella-Renate 3-2 (Bizzotto (Ci) al 1′ pt, Litteri (Ci) al 8′ pt, Florian (Re) al 43′ pt e al 9′ st, Lora (Ci) al 26′ st), FeralpiSalò-Pro Patria 2-0 (Guerra (Fs) al 44′ pt, Tortori (Fs) al 24′ st). Oggi, ore 15.00 Reggiana-Pro Piacenza. Oggi, ore 17.30 AlbinoLeffe-Bassano Virtus. Domani, ore 20.00 Cremonese-Alessandria.
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E’ successo, 30 gennaio: i Biancoscudati espugnano Lumezzane, vittoria per 2-0 grazie alle reti di Neto Pereira ed Altinier.