Cittadella-Pro Patria, Iori: “L’avversario peggiore che potesse capitare in questo momento”

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Manuel Iori, è rientrato lei e il Cittadella è tornato a vincere. Che sia un caso? «Ecco, lo sapevo. Non mi va assolutamente di rispondere ad una domanda del genere». Lo attestano i fatti. Le uniche due sconfitte interne stagionali, contro FeralpiSalò e Sudtirol, sono arrivate quando lei non c’era. Chi l’ha sostituita non ha giocato male, ma l’impressione è che nessuno, davanti alla difesa, sappia far correre la palla e allo stesso tempo agire da schermo come lei. Proviamo a girare la questione: si sente indispensabile in questo Cittadella? «Di giocatori capaci di vincere le partite da soli c’è stato unicamente Maradona. Tutt’al più, oggi, possiamo aggiungere Messi. Ma nessuna squadra, e tantomeno la nostra, dipende da un solo uomo. Ci sono partite in cui siamo riusciti ad esprimerci meglio e altre peggio, ma chi ha giocato ha sempre fatto il suo dovere. E comunque in casa dell’Albinoleffe, quando abbiamo perso la prima volta, io ero in campo». Di certo a Cuneo si è visto un Cittadella diverso da quello di una settimana prima. Concorda almeno su questo? «Con il Sudtirol non abbiamo sbagliato l’approccio alla partita, ma abbiamo pagato alcune distrazioni che, in Piemonte, non ci sono state. Credo che ogni gara vada valutata per conto suo: domenica scorsa, ad esempio, era difficile proporre gioco perché il terreno era in condizioni vergognose. Probabilmente, in un campo diverso, Bobb non avrebbe appoggiato male il piede, rompendosi il perone». A proposito di Bobb: Cittadella e Chievo si sono accordate per far restare il centrocampista a Verona, dopo l’operazione di ricomposizione della frattura eseguita martedì. Ha avuto modo di parlargli? «Sì, l’ho chiamato stamattina (ieri, ndr) e l’ho sentito sereno. Quando si è infortunato ero proprio lì accanto: appena è caduto ha urlato “broke, broke”. Ha capito subito di essersi fatto male seriamente». Iacolino, allenatore del Cuneo, si è lamentato molto dopo la partita, definendo «inesistente» il rigore che lei ha trasformato. C’era? «Io dico che di rigori ce n’erano due. Qualche minuto prima Bonomo è entrato in scivolata in area sul sottoscritto, a fine partita è pure venuto a chiedermi scusa. Su quello fischiato, è vero che il regolamento dice che se il pallone carambola dal piede al braccio non è rigore, ma precisa anche che va considerato il volume offerto dal corpo: Rinaldi aveva il braccio molto largo e con il suo intervento ha impedito che il pallone giungesse ad un nostro giocatore. C’era tutto». Sabato è in cartellone un’altra partita “da non sbagliare”, il testa-coda con la Pro Patria ultima in classifica. «Potrà sembrarvi una frase di circostanza ma non lo è: la considero l’avversario peggiore che potesse capitare in questo momento. In 5 delle sue ultime 8 gare non ha subìto gol ed è reduce da un pareggio con il Pavia che le va stretto. Rispetto all’andata si è rafforzata molto con gli innesti di Ferri e Santana e, con Pala in panchina, ha trovato una sua fisionomia, raccogliendo meno di quanto avrebbe meritato». E dell’Alessandria semifinalista di Coppa Italia cosa pensa? «Agli uomini di Gregucci vanno rivolti soltanto complimenti, perché quando una squadra di Lega Pro ne elimina due di A come Palermo e Genoa e una di B come lo Spezia non si può dire altro. Per qualità e ampiezza della rosa è forse la rivale più attrezzata, ma credo che ci siano ancora 4-5 squadre in corsa per la promozione assieme a noi, non ha senso parlare di sfida a due».

(Fonte: Mattino di Padova)

Il rientro dalla squalifica di Manuel Iori è coinciso con una convincente vittoria del Cittadella a Cuneo. Ma il capitano granata blocca qualsiasi nesso ancora prima di precisare che i due gol del Cittadella sono stati determinati da un rigore da lui trasformato con sicurezza e da un suo assist al bacio per Schenetti. «Allora? – sbotta – Non funziona così. Non dipende mai da un singolo, è sempre il gruppo che determina la prestazione. Ci sono poi partite dove le cose riescono meglio e altre meno. C’ero anch’io con l’Albinoleffe e in altre partite dove non è andata bene. Posso dire che chi ha giocato ha sempre cercato di dare il massimo per ottenere il risultato». Un certo rilassamento nella pausa natalizia di campionato, però, c’è stata. Le prestazioni al rientro con il Sudtirol e nelle due precedenti amichevoli con Campodarsego e Abano non avevano entusiasmato. Il capitano è comunque inflessibile a difendere i suoi: «Con il Sudtirol non abbiamo sbagliato l’approccio, tanto che siamo passati in vantaggio. Poi abbiamo pagato alcune distrazioni e gli episodi ci hanno castigato». Così spiega la corsa verso la panchina dopo il rigore trasformato a Cuneo: «Niente di particolare, è stato un gesto per condividere il gol con tutti. A Cuneo siamo stati bravi ad interpretare la gara su un campo difficile. C’era un fallo da rigore su di me poco prima, mentre quello assegnato era a discrezione dell’arbitro. Ritengo che abbia giustamente giudicato da rigore il tocco di mano, dopo che il pallone aveva colpito la gamba del difensore, perchè il braccio era alto e la palla sarebbe arrivata a un nostro giocatore». Le prossime sfide con Pro Patria, Renate e Pro Piacenza sulla carta sembrano abbordabili, ma all’andata non è stata così. Riprende Iori: «Non ci sono partite più facili di altre, dipende come sempre da noi che dobbiamo affrontarle con lo spirito giusto. Ritengo che l’avversario più insidioso sia la Pro Patria, che non è quella dell’andata. Adesso ha giocatori importanti, un valido allenatore e in particolare sta subendo pochissimi gol. Noi dovremo curare bene i dettagli, avere pazienza e forza per ottenere il risultato pieno». Sull’Alessandria, continua: «Merita i complimenti per come si sta comportando soprattutto in Tim Cup. Sta a loro come condurre le tre competizioni nelle quali sono impegnati. Hanno comunque una rosa attrezzata e sono convinto che lotteranno fino alla fine per la promozione». Sull’infortunio a Yusupha Bobb, conclude: «Dispiace a tutti. Lo abbiamo sentito in questi giorni, sta bene. È un bravo ragazzo, gli siamo tutti molto vicino. Quando si è infortunato ero lì e ho capito subito la gravità. Lui stesso diceva “sono rotto”. Il campo era duro e cadendo ha appoggiato male il piede». Il centrocampista del Gambia è ancora all’ospedale a Negrar e lo sta seguendo il Chievo, proprietario del suo cartellino.

(Fonte: Gazzettino)




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