Live 24! Pro Piacenza-Padova, -4: si ferma precauzionalmente Neto Pereira nella seduta pomeridiana

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Ore 22.30 – (Il Piccolo) Nella grigia classifica dell’Unione Triestina 2012, c’è almeno un dato che fa ben sperare in chiave salvezza: una squadra che riesce a strappare due pareggi senza prendere gol su due campi di squadre decisamente messe meglio in classifica come Liventina e Calvi Noale, non è certo un’armata allo sbaraglio, ma pare conservare una sua dignitosa compattezza anche in situazioni difficili. Anzi, togliendo l’annunciato disastro di Venezia di metà dicembre, la squadra di Doardo è rimasta imbattuta nelle due successive difficili trasferte, mentre ha davvero fallito solo l’unica sfida casalinga, nella quale con un minimo di accortezza poteva comunque uscire con almeno un punto. Questo, per il momento, è il dato che rincuora il tecnico Paolo Doardo: «Al di là dei risultati, va detto che negli ultimi tre incontri siamo sempre stati in partita. E pensando da dove si era partiti e alla batosta di Venezia, credo che questo sia molto importante. Anzi a Motta di Livenza, la partita forse più facile di quelle affrontate finora, si poteva anche vincere. E a Noale è vero che abbiamo rischiato di perdere con quei due pali, ma prima avevamo avuto due occasioni clamorose per passare in vantaggio». Un fattore che dà fiducia per una possibile risalita, è che finalmente si sono visti volti nuovi. Il giovane Puka ha fatto discretamente a centrocampo, Galasso se l’è cavata, ma soprattutto il debutto dello sloveno Davor Skerjanc, che si è reso subito pericoloso, ha fatto vedere che d’ora in avanti qualche ulteriore arma offensiva la Triestina ce l’avrà. Anche perché Bradaschia continua a dare notevole verve all’attacco, anche se ancora poco concreto. Non ha ancora debuttato Cucchiara, rimasto in panchina con il Calvi Noale. Sono innesti che fra l’altro hanno permesso a Doardo di abbandonare il 5-3-2 conservativo delle giornate precedenti: «Considerata la classifica, bisogna vincere più che pareggiare, per cui con i nuovi conto di utilizzare moduli più offensivi», aveva detto il tecnico alla fine della partita con l’Abano. In effetti a Noale la Triestina è partita con il 4-4-2, per poi giocarsi il tutto per tutto con il 4-3-3 e il tridente Giordani-Bradaschia-Skerjanc in attacco: si è creato di più, ma si è rischiato molto. Insomma, per non restare con la coperta corta e avere un filtro adeguato in caso di utilizzo di più attaccanti, è ovvio che qualcosa in più ancora serve, soprattutto in mezzo al campo. Se poi si tratta di under ancora meglio. C’è bisogno di sostanza e tempo di esperimenti non ce n’è. E domenica al Rocco arriva la grande rivelazione del campionato, il Campodarsego.

Ore 22.00 – (Corriere delle Alpi) Pareggio amaro. Il punto portato a casa dal Belluno da Fontanafredda sai di beffa per il Belluno che nell’arco dei 90’ ha dominato in lungo e in largo la partita, creando numerose palle gol, concretizzando però solamente in occasione del rigore, prima sbagliato e poi trasformato da Totò Acampora. «Questo risultato è normale che dia fastidio – spiega il terzino del Belluno Stefano Mosca – abbiamo giocato bene nel primo tempo creando molte palle gol ma siamo stati poco cattivi e poco fortunati nello sfruttarle. Il calcio è così, bastano anche 5 minuti dove ti girano storti gli episodi e puoi anche rischiare di perderla». Dopo il vantaggio forse vi siete un po’ rilassati? «Non penso sia andata così – continua Stefano Mosca – bisogna sempre ricordarsi che in campo non ci siamo solo noi ma anche l’avversario. È normale che dopo lo svantaggio il Fontanafredda abbia spinto di più. Abbiamo pareggiato una partita che doveva e potevamo chiudere già nel primo tempo. I palloni li abbiamo avuti, i primi 45’ potevano tranquillamente finire due a zero per noi». Dopo il gol firmato da Antonio Acampora la formazione gialloblù non è riuscita a ribadire in rete il raddoppio ed è arrivato il pareggio degli avversari. «Abbiamo preso un brutto gol. In settimana dovremo rivederlo per capire meglio come è andata». Anticipo contro il Levico. La prossima partita si giocherà sabato al Polisportivo contro una formazione in piena lotta salvezza, come il Fontanafredda. Mister Vecchiato deve fare i conti con numerose assenze. Simone Bertagno non ci sarà per l’espulsione rimediata domenica mentre dovranno rimanere in tribuna anche Mike Miniati e Giovanni Pescosta, entrambi giunti alla loro quinta ammonizione. Saranno invece da valutare le condizioni di Paolo Pellicanò. Il terzino gialloblù è uscito dal campo friulano acciaccato, il problema muscolare accusato andrà analizzato in settimana ma difficilmente il fuoriquota recupererà in tempo per sabato. «La rosa è più ampia rispetto agli anni scorsi – conclude Mosca – le squalifiche non saranno un problema». Le buone notizie per il tecnico del Belluno sono i rientri di Alessandro Marta Bettina, che ha scontato le tre giornate di squalifica rimediate prima della sosta, e di Simone Corbanese, che si riprenderà l’attacco gialloblù sulle spalle. Con l’assenza sicura di Pescosta, e quella probabile di Pellicanò, mister Vecchiato potrebbe scegliere di schierare al centro della difesa Nicola Calcagnotto e Andrea Franchetto, mentre sulle corsie esterne ci sarà Mosca da una parte e probabilmente Sommacal dall’altra, che ha già ricoperto in passato il ruolo di esterno destro. A metà campo senza Bertagno e Miniati troverà quasi sicuramente spazio Simone Quarzago.

Ore 21.30 – (La Provincia Pavese) «Al Pavia avevo preso il suo posto, ma con Alessio Pala siamo diventati amici e quando è subentrato qui alla Pro Patria lui e il suo vice Angelo Mastropasqua mi hanno chiamato». E rieccolo qui a Busto, Patrizio Bensi. Pavese, ex giocatore del Pavia, poi prof di educazione fisica al liceo Taramelli dove tuttora insegna («la scuola non l’ho mai mollata»), due stagioni fa coronò un sogno guidando per sei mesi gli azzurri: fu scelto perché aveva il patentino da allenatore, che mancava invece a Marco Veronese. Una stagione per il Pavia disgraziata, quella, l’ultima della gestione Zanchi già in fase di smobilitazione. Iniziata proprio con Pala, l’allenatore bergamasco che una volta subentrato alla guida della Pro Patria ha chiamato Bensi perché gli desse una mano: «Collaboro per la preparazione atletica, affiancando Enrico Arrigotti, uno che ha fatto sedici anni nel settore giovanile dell’Inter – spiega – vengo da Pavia tre giorni alla settimana. Abbiamo iniziato la stagione con tante difficoltà ma sono felice per l’opportunità che mi è stata data qui. Devo dire che la società ci supporta in tutti i modi ed è puntualissima nei pagamenti mensili. E l’ambiente ci crede, nonostante la posizione in classifica e le pesantissime richieste di penalizzazione della procura della Figc». Bensi comunque dopo la panchina col Pavia un piede nel calcio l’ha mantenuto: «Sono stato direttore sportivo del La Spezia, squadra di Promozione di Milano, per la prima squadra e le giovanili». In estate c’è stata anche la chiamata del Pavia: «Mi avevano contattato per andare a Varzi a curare la preparazione dei fuori rosa e delle giovanili, mi è spiaciuto dover rinunciare». Qualche mese dopo il contatto con Pala: «Con lui era nata un’amicizia, andavamo a vedere le partite assieme. E’ un allenatore dal quale si impara molto». Il cuore da tifoso resta ancora a Pavia e il ricordo di due anni – lui sulla panchina azzurra per i campi di Lega Pro – resta indelebile: «Bellissima esperienza, che mi ha fatto crescere tantissimo». Domenica il Pavia ce l’aveva di fronte. Impressioni? «Quello dell’anno scorso, con Maspero, l’ho visto spesso e aveva tutt’altro passo e mentalità. Ora sembra una squadra normale, anche se è stata costruita per vincere».

Ore 21.20 – (La Provincia Pavese) Chi si aspettava una svolta immediata del Pavia con il cambio in panchina dovrà attendere. In fin dei conti il pareggio con la FeralpiSalò (che poi ha stracciato l’Alessandria) ci poteva stare e la prestazione è stata discreta. Non ci può stare, invece, un pari senza mai tirare nello specchio della porta dell’ultima in classifica, come è accaduto domenica a Busto Arsizio. Una gara, quella con la Pro Patria, che ha messo in luce pecche e seminato dubbi sulle reali possibilità della squadra di lottare per la B. La condizione fisica. Brini e il suo staff hanno fatto capire che la squadra era molto giù fisicamente e quindi è stato necessario ben più del consueto richiamo di preparazione che si fa approfittando della sosta invernale. Posto che i problemi fisico-atletici della squadra potevano essere stati determinati anche dall’aver iniziato in anticipo la stagione per la Coppa Italia e la programmata (ma poi saltata) tournèe in Cina, i nuovi carichi al momento sembrano aver inciso solo rendendo più pesanti le gambe. Per vederne i benefici in termini di maggiore brillantezza bisognerà aspettare. Il modulo. D’accordo che il 4-4-2 di Brini è il modulo base che tutti i calciatori conoscono, ma è anche il terzo che il Pavia adotta in questa stagione, dopo il 3-5-2 e il 4-3-1-2. Rispetto a Marcolini il cambiamento maggiore è in mezzo, col passaggio dal centrocampo a tre (un regista e due mezzali) a quello a due (una coppia di mediani). E sono cambiati anche gli interpreti che devono ancora integrarsi con gli altri. In più, Brini sembra voler privilegiare le conversioni e i tagli verso l’interno dei due esterni di centrocampo, schierandoli a piedi invertiti, con movimenti diversi rispetto ai sistemi di gioco precedenti. I terzini sono quasi bloccati dietro (anche se a Busto si sono visti i primi timidi tentativi di sovrapposizioni) e la manovra offensiva vive quasi esclusivamente sui piedi dei due esterni e della coppia d’attacco. I singoli. Il mercato non è finito, altri giocatori arriveranno e la squadra paga anche il fatto di essere tuttora in ricostruzione. I nuovi devono ancora dimostrare di essere migliori di chi c’era già e prima di arrivare in azzurro avevano giocato poco o nulla in B: Grillo deve ancora fare il suo debutto stagionale dopo la rottura del crociato e il conseguente lungo stop; De Silvestro aveva nella gambe solo una gara quest’anno (col Lanciano) e nove spezzoni in quella precedente; Pirrone, titolare l’anno scorso ad Ascoli, con i bianconeri in questo campionato aveva giocato solo sette gare dal 1’; Manconi aveva 5 presenze col Novara. Ricomporre un giocattolo smontato – a torto o a ragione – perché ritenuto non all’altezza degli obiettivi è operazione non semplice. Per rimontarlo con tutti i pezzi al posto giusto, però, non c’è tanto tempo a disposizione.

Ore 20.50 – (Gazzetta di Mantova) Otto gare consecutive senza vittoria, un solo successo negli ultimi 11 impegni di campionato. Numeri che offrono la misura della crisi di risultati in atto nel clan Acm, benché il ruolino di marcia evidenzi che solo due di queste otto gare sono state perdute dai biancorossi. Per trovare una così lunga sequenza di confronti senza vittorie occorre risalire al torneo di C2 2002-03, quando alla 20esima giornata (era il 19 gennaio 2003, speriamo sia di buon auspicio) e dopo un’astinenza di nove turni, il Mantova ritrovò il sorriso imponendosi a Trento per 2-0, in occasione del ritorno in panchina di Mirko Benevelli al posto dell’esonerato Boninsegna. L’Acm non vinceva dal 2-0 di Sesto San Giovanni, il 2 novembre 2002: in mezzo cinque pari casalinghi e quattro ko esterni. Dopo il colpaccio di Trento arrivarono altre due sconfitte (che come oggi aggiornano il segmento di campionato a un solo successo in 11 confronti) ma poi quel Mantova seppe riprendersi, chiudendo al quarto posto e raggiungendo i playoff perduti con il Sudtirol. Nel ’98-99, sempre in C2, il Mantova di Agostinelli chiuse male il suo torneo, ammainando le speranze di playoff con sei pari e due ko negli ultimi otto turni. Ancora un digiuno di otto gare (con cinque X e tre sconfitte) nel campionato di C2 ’91-92 portò al secondo esonero stagionale del tecnico Tobia. Ma l’astinenza record dei virgiliani è del memorabile (in senso negativo) torneo di C1 ’90-91, caratterizzato da tre allenatori, altrettante vittorie e un triste ultimo posto finale: da novembre a marzo quella squadra guidata prima da Pelagalli e poi da Carpanesi non vinse per 14 partite, metà delle quali perdute. L’incantesimo si spezzò in un recupero infrasettimanale con il Baraccca Lugo, unico successo casalingo nell’intero campionato. Solo un anno prima l’Acm di Ghio aveva dovuto attendere la decima giornata per festeggiare il primo squillo, dopo sei pari e tre sconfitte, eppure a fine stagione quella squadra avrebbe chiuso al quinto posto in C1 conquistandosi l’accesso alla Coppa Italia maggiore. Più volte, negli ultimi 25 anni, i biancorossi hanno invece fatto registrare una striscia di sette partite senza successi: nei due casi più recenti – lo scorsa stagione in Lega Pro e nell’ultimo torneo di B (2009-10) – l’Acm si è sbloccata vincendo in casa all’ottava giornata contro Pavia (con Juric) e Grosseto (con Serena).

Ore 20.40 – (Gazzetta di Mantova) Dopo due giorni di riposo seguiti all’1-1 di Meda contro il Renate, stamani il Mantova riprenderà la preparazione in vista della gara in programma domenica (ore 15) al Martelli con il Sudtirol. Una sfida sulla carta molto impegnativa, visto che gli altoatesini occupano la quinta posizione in classifica e che nell’ultima trasferta hanno espugnato il campo del Cittadella capolista. Ivan Javorcic fin da oggi dovrà fare il punto sugli atleti a disposizione, visto che si profila un’emergenza a centrocampo. All’infortunato Raggio Garibaldi (distorsione alla caviglia) si aggiungerà infatti Dalla Bona, che verrà squalificato dal giudice sportivo. Mentre Puccio, in lista di partenza, è da tempo ai margini della rosa. Ci sono inoltre da verificare le condizioni di Di Santantonio, che ormai da un mese si allena a parte a causa di un fastidio alla coscia che però non ha trovato riscontri negli esami strumentali. Potrebbe trattarsi di un’infiammazione e mister Javorcic spera che con opportune terapie il mediano francese possa recuperare alla svelta. La preparazione dei biancorossi continuerà domani con una doppia seduta (mattino e pomeriggio), mentre da giovedì a sabato sono in programma allenamenti mattutini.

Ore 20.30 – (Gazzetta di Mantova) Tra mille difficoltà il Mantova cerca di accelerare sul mercato per rinforzare una squadra in evidente difficoltà. La società biancorossa ha dato mandato al ds Alfio Pelliccioni di cedere il maggior numero di giocatori possibile, con il chiaro intento di portare avanti un’autentica “rivoluzione”. «I ragazzi sanno – spiega lo stesso Pelliccioni – che, visto il rendimento fin qui offerto, la società li ritiene tutti sul mercato». E quindi nella li sta dei partenti potrebbero entrare anche giocatori fin qui mai citati fra i cedibili, come ad esempio Dalla Bona, Lombardo, Anastasi e altri. Intanto il Mantova ha dovuto incassare il «no» definitivo dell’attaccante Marchi, ma sta continuando a trattare con il Pavia, che offre un maxi-scambio. Alla cessione definitiva di Valerio Foglio dovrebbero infatti fare da contraltare tre arrivi: quello, atteso da tempo, del 21enne difensore centrale Andrea Cristini, quello del 22enne centrocampista Nicola Pavan (9 presenze quest’anno a Pavia, 22 la scorsa stagione nel Real Vicenza) e quello del 24enne portiere Giovanni Volturo (all’attivo 14 gare nella Paganese in C1 nel 2013-14). L’eventuale arrivo di Volturo aprirebbe la strada alla cessione del terzo portiere Marco Albertoni, entrato tempo addietro nel mirino del Messina ma poi rimasto in biancorosso. L’arrivo del centrale Cristini potrebbe invece accelerare la trattativa in atto con il Pordenone per la cessione di Fabio Gavazzi. Trattativa che negli ultimi giorni si è decisamente raffreddata, forse anche a causa degli ottimi risultati ottenuti dal club friulano, reduce da due vittorie consecutive. Già in giornata, invece, potrebbe andare in porto la cessione di Gabriele Puccio al Rimini. Il centrocampista, che aveva rifiutato la destinazione Martina Franca, dovrebbe gradire invece la destinazione romagnola e dunque l’affare potrebbe andare in porto senza problemi. Non arrivando Marchi dal Pavia, il Mantova dovrà poi trovare un altro elemento per completare il parco attaccanti di mister Javorcic. Un timido abboccamento c’è stato per l’ex biancorosso Emmauel Gyasi, che è di proprietà del Torino ma quest’anno gioca nella Carrarese, dove ha totalizzato 18 presenze segnando 5 gol. La scorsa stagione nel Mantova Gyasi collezionò invece 16 partite e una rete dopo essere arrivato a gennaio. Prima di effettuare altri acquisti, però, il Mantova intende sfoltire la rosa e fra i partenti rimane Moreno Beretta. L’attaccante piace al Monza, ma non sembra intenzionato a scendere in serie D. Si è riaperta invece la trattativa con il Tuttocuoio, che già nelle scorse settimane si era interessato alla punta, ma aveva poi proposto uno scambio rifiutato dal Mantova. Adesso pare che la cessione possa invece andare in porto senza contropartite tecniche. Tornando ai giocatori che piacciono all’Acm, restano in stand by il terzino sinistro Liviero del Lecce e il mediano Cenetti del Bassano.

Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Cinque gol in 12 presenze (delle quali solo 8 dall’inizio) e tutti in trasferta. Alberto Filippini pregusta già il match di sabato alle 15 a Bergamo contro l’Albinoleffe. Si giocherà all’Atleti Azzurri d’Italia, rettangolo che lui calcava già quando (2005-07) era tesserato per l’Atalanta, nelle cui giovanili era cresciuto. «Sì – annuisce il “Menez neroverde” -, il fondo è un biliardo, adatto per chi – sorride compiaciuto – fa buon calcio come noi». DUBBIO – Ecco il dilemma: giocare con un centravanti vero, forte fisicamente, come De Cenco (o Strizzolo), oppure affidarsi a un giocatore di movimento come lui, capace di scambiare i ruoli durante il match con Cattaneo e Valente (o Finocchio)? Alberto rigetta il gioco della torre fra lui e Dc9: «Possiamo stare sulla torre entrambi». In altre parole non ha e non vede problemi di coesistenza fra lui e un centravanti di ruolo. «Anche perché – spiega Filippini – io credo che il Pordenone stia costruendo le sue fortune più sul gioco di squadra che sul valore dei singoli. Importanti sono la mentalità e la collaborazione. Noi sotto questo punto di vista siamo un gruppo affiatatissimo. Si è visto sabato, nell’1-0 alla Pro Piacenza, dopo il gol di Francesco Finocchio, quando ci siamo stretti intorno a lui. È un ragazzo eccezionale, che arrivava da un periodo difficile (lunga assenza per infortunio, ndr)». AMBIZIONE – La settima vittoria stagionale (per la prima volta è anche la seconda consecutiva) ha lanciato il Pordenone verso la zona nobile della graduatoria. Lovisa ha puntato tre bandierine sulla road map dei ramarri. La prima all’ottavo posto (Tim Cup 2016-17), la seconda al quarto (playoff), l’ultima sulla seconda, impronunciabile per scaramanzia, lettera dell’alfabeto. «Sognare – sorride Alberto – è l’unica cosa nel nostro mondo che non costa nulla. Noi siamo felici di farlo insieme al nostro presidente e alla città tutta. Siamo però già contenti – esce la razionalità del fantasista – di quello che stiamo facendo. L’obiettivo iniziale era la permanenza in Terza serie. Una volta raggiunta la certezza matematica della salvezza potremo alzare l’asticella dell’ambizione. E – strizza l’occhio – non vediamo l’ora di alzarla». RIPRESA – La preparazione ieri è ripresa in vista della trasferta di Bergamo. Oggi doppia seduta per i ramarri (10 e 15), domani appuntamento solo al mattino, per presenziare nel pomeriggio alle esequie di Willy Gobbo, cuoco-custode del De Marchi. Giovedì seduta pomeridiana (14.30) e venerdì mattutina (10.30 a porte chiuse), prima della partenza per Bergamo.

Ore 19.40 – (Messaggero Veneto) Che il Pordenone, nel nuovo anno, abbia dato un altro imprinting alla propria stagione, lo si capisce anche da una statistica aggiornata sabato scorso. Quello di Finocchio con la Pro Piacenza, infatti, è il primo gol in campionato che arriva dalla panchina. Sì, perché gli altri 23 centri messi a segno dalla squadra, portano tutti la firma di giocatori scesi in campo dall’inizio. Nessuno, prima, tra i neroverdi era entrato a gara in corso e riuscito a dare il suo contributo in termini realizzativi: un aspetto positivo, questo, perché evidentemente Tedino ha sempre azzeccato le scelte iniziali; aspetto negativo se si pensa che i cambi non fornissero le giuste garanzie realizzative. Ora la questione è risolta. Finocchio è entrato col piglio giusto e ha saputo mettere subito la sua firma sulla gara, segnando quindi una rete pesantissima. Al Pordenone non resta che cancellare un altro zero, quello dei rigori a favore. Sinora i ramarri non hanno mai calciato dagli undici metri. L’ultimo penalty fischiato per i neroverdi risale allo scorso marzo, nella gara col Como; una massima punizione trasformata da Raffaele Franchini. Da allora più niente, tanto che Stefani, rigorista designato, è ancora a secco. La storia magari può cambiare già sabato, dalla gara con l’Albinoleffe. A proposito, la squadra di Tedino si è ritrovata ieri per preparare la sfida di Bergamo, in programma all’Atleti Azzurri d’Italia alle 15. Assenti Finocchio (in permesso per un esame universitario), Marchi, Martignago, Baruzzini, De Cenco e De Agostini. Il brasiliano si sottopone oggi a un’ecografia, che valuterà lo stato del suo quadricipite: se l’esito è positivo potrà riprendere gli allenamenti (a parte). Anche il terzino, uscito infortunato con la Pro Piacenza, sarà valutato in giornata. Si teme una distorsione al collaterale mediale e 20 giorni di stop. Ha ripreso a lavorare col gruppo invece Cosner: sabato toccherà a lui sostituire De Agostini sull’out di sinistra. Ok anche Pederzoli, che ha scontato le due giornate di squalifica. Oggi la squadra sosterrà un doppio allenamento (alle 10 e alle 15 al De Marchi). Mercoledì è in programma solo una seduta mattutina (alle 11), in modo che la squadra e lo staff possano presenziare al funerale di Willy Gobbo, il cuoco neroverde scomparso pochi giorni fa.

Ore 19.30 – (Messaggero Veneto) Il 2016 non ha portato in dote soltanto 6 punti, ma ridato al Pordenone un giocatore che sembrava ormai ai margini. In queste due settimane, infatti, i “ramarri” hanno riscoperto Andrea Ingegneri, difensore classe ’92, che fino alla gara col Pavia non era mai sceso in campo. Ieri il ragazzo ha compiuto 24 anni e, visto l’inizio di gennaio, ha festeggiato al meglio. Avrebbe potuto anche partire, in questo mercato: invece il centrale romagnolo si è riscoperto un titolare e per giunta affidabile. Ha giocato – bene – con la Giana; è sceso in campo, disputando un gran match, con la Pro Piacenza. E ora ha già una maglia per l’incontro di domenica con l’Albinoleffe. Perché un Ingegneri a questi livello non lo si può togliere dall’undici iniziale. Il giocatore sta finalmente dimostrando le doti per cui Zamuner e Tedino, si erano decisi a prelevarlo dal Bassano. Marchi può recuperare con calma e Gavazzi è meno urgente.

Ore 19.20 – (Messaggero Veneto) L’opportunità è troppo ghiotta per non essere colta: la squadra si trova a soli tre punti, perché non provarci? Il Pordenone crede nei play-off. La convinzione è soprattutto della società, che sa di essere a un passo dalla zona importante (oltre a 4 punti dal secondo posto). Per questo vuole anche fare uno strappo alle previsioni iniziali, andando sul mercato per rinforzarsi: senza architettare progetti folli, ma con senso. Certi treni passano una volta sola e questo va preso, considerato l’equilibrio del torneo. Passo in avanti. La società non avrebbe fatto alcuna manovra, lo scorso dicembre: ne avrebbe prevista soltanto una, qualora Marchi non si fosse ripreso. Invece, vista la distanza dalla zona play-off, Lovisa e i suoi soci hanno pensato di fare un piccolo sforzo. Può arrivare un giocatore in più, rispetto al difensore inizialmente previsto, perché così la squadra può dire la sua in questa seconda parte di campionato. Non che ora non sia pronta, ma Tedino con la rosa che ha sta facendo miracoli: serve rinfoltirla per poter ambire a un obiettivo di questa portata. La partenza. Pordenone da play-off? Sì, se si considera che da inizio 2016 è la migliore squadra del girone A. Nessun’altra ha collezionato due vittorie in altrettante gare. I ramarri hanno fatto meglio rispetto a rivali blasonate e, soprattutto, nel giro di 180’ hanno recuperato addirittura 5 lunghezze all’Alessandria, partita dopo le vacanze natalizie con un rovescio e un pareggio. I neroverdi ora possono continuare su questa strada, e anche il calendario pare pronto a dargli una mano per salire nella zona nobile della classifica. Nelle prossime gare, infatti, Cattaneo e compagni affronteranno l’Albinoleffe, quindi Mantova, Renate e Pro Patria: tutte squadre nei play-out, che per quanto siano affamate di punti rimangono alla portata. La prospettiva. Insomma, nel giro di un mese, qualora riuscisse a raccogliere tra i 9 e i 12 punti, la squadra potrebbe trovarsi tra le prime quattro in classifica. Ai play-off, accedono la seconda e la terza classificata, più le due migliori quarte dei tre giorni. Una situazione che fa pensare: la post-season della terza serie è un traguardo che il Pordenone non ha mai potuto neppure sognare nella sua storia. Invece adesso è lì, in lizza. Non provarci sarebbe un delitto.

Ore 19.00 – Flash news di mercato da Pordenone: i ramarri sono vicinissimi a Marco Martin del Pavia, le due società sono ai dettagli per il trasferimento.

Ore 18.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La settimana entrante potrebbe portare significative novità sul mercato a Bassano e dintorni. Martinelli sta molto meglio e a questo punto arriverà solo un difensore e non due. Tra i profili che piacciono maggiormente c’è quello di Redolfi della Pro Vercelli, anche se bisogna valutare se accettererebbe di venire a giocarsi il posto. In uscita c’è sempre Fella, per il quale si tratta col Catanzaro, mentre è tornata in ballo la possibilità di acquistare un attaccante. Si fa il nome di Momentè (Mantova), ma la situazione non è chiara e andrà approfondita nei prossimi giorni. Intanto il «tira e molla» sul campo continua. Cittadella primo, Bassano secondo ma a ben guardare la giornata volge decisamente i propri favori verso la città murata. A Cuneo passano di forza i granata, con un rigore dubbio trasformato da Iori e con un gol di Schenetti che chiude il conto sul 2-0. Se il Cittadella sale a quota 35, il Bassano aggancia il secondo posto occupato dall’Alessandria a 32 con il pari di Cremona. «Credo sia un pareggio meritato — spiega Stefano Sottili — la prima palla gol nitida è stata nostra con Iocolano, poi Brighenti ha confermato di essere l’attaccante che è. Interventi successivi di Rossi non li ricordo». E il mister giallorosso non nasconde un po’ di rammarico per il pareggio dello Zini. «Abbiamo iniziato a giocare come sappiamo dopo mezzora, alcuni prima stavano giocando con il freno a mano tirato ed in un campionato di grande equilibrio come questo non ce lo possiamo permettere. Noi siamo stati bravi a non farli mai salire, dispiace comunque aver trovato il pareggio soltanto alla fine, perché qui non ti aspetta nessuno».

Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Nessuna campagna contro gli arbitri, il Venezia chiede solo rispetto e obiettività da parte di tutti». Il 2-1 in extremis sul Monfalcone, 16. vittoria in 22 giornate, non è bastato per far sorridere Giorgio Perinetti nonostante la conferma solitaria in vetta a +2 sul Campodarsego. «La nostra è una società seria, io non sono un visionario, non mi lamento «per strategia» ma solo alla luce di dati oggettivi – precisa il ds lagunare dopo lo sfogo di domenica al Penzo -. Dico quindi che le difficoltà che incontriamo, soprattutto in casa, sono figlie dell’atteggiamento dei direttori di gara. Basterebbe fischiassero sulla base di ciò che accade, invece con noi vogliono essere protagonisti facendo vedere di non aver nessun riguardo particolare per il Venezia. Giusto così purché si usi lo stesso metro su tutti i campi». E su questo Perinetti dubita portando vari esempi. «A noi sono stati tolti 7 punti, l’Abano ci ha pareggiato con un pallone uscito sul fondo, nel 2-2 di Tamai non ci è stato dato un gol nettamente dentro, al Penzo con l’Este ci manca un rigore per un fallo di mani da terra che ha tolto la sfera dal piede di Maccan. E anche col Monfalcone il difensore ha spinto giù Carbonaro disinteressandosi completamente del pallone». Al Campodarsego, invece. «Il loro mediano Bedin per i falli che commette prende la metà dei cartellini del nostro Calzi, al Mestre è stato negato un rigore solare, contro la Ripa Fenadora manca un’espulsione per non parlare del successo sul Fontanafredda. Ripeto, chiediamo solo rispetto ed equità». Oggettive anche le recenti difficoltà al Penzo pur nelle vittorie. «Normale contro avversari che si schierano in 10 all’indietro. Al contempo però qualcuno è stato un po’ meno brillante, inoltre abbiamo fatto riposare Fabiano e Carbonaro. Ciò non toglie che abbiamo l’attacco più prolifico d’Italia». Nel pomeriggio primo allenamento in vista del match di domenica in casa della Virtus Vecomp (ore 14.30). CURVA SUD – I tifosi della Curva Sud VeneziaMestre, che due giorni fa hanno festeggiato i vent’anni del gemellaggio con i pistoiesi, organizzano un pullman per la trasferta di Verona: partenza alle ore 11.15 da Venezia-Tronchetto e alle 11.45 da Piazza Barche a Mestre (info 340/4675054).

Ore 17.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia conserva il primato e il +2 sul Campodarsego, strappando la vittoria in extremis sul Monfalcone. Ma la fatica dimostrata al Penzo, dà lo spunto a un nuovo attacco polemico del direttore sportivo Giorgio Perinetti verso gli arbitri. Le critiche espresse a caldo al termine del match vengono ribadite e ulteriormente motivate a bocce ferme: «Le squadre che vengono al Penzo si chiudono e tendono ad avere un atteggiamento di massimo ostruzionismo. Da parte loro è una scelta lecita, solo che viene consentita dagli arbitri. Il portiere domenica ha iniziato a perdere tempo sulle rimesse fin dal primo minuto, ma è stato richiamato solo all’80’. Lattanzio ha subito un duro fallo e invece è stato preso di mira perché secondo l’arbitro simulava. Poi ci vengono a dire che riceviamo degli aiuti ma è vero il contrario. Penso agli errori clamorosi, che tra Abano, Tamai ed Este ci sono costati 7 punti — ribadisce Perinetti — a mia sensazione è che gli arbitri continuino a venire qui con la precisa intenzione di dimostrare che non soffrono il Venezia e per questo ci penalizzano». Perinetti non ci sta neppure ad accettare le critiche dei tifosi, per le difficoltà incontrate con il Monfalcone, tra molte occasioni sprecate e con il gol della vittoria arrivato solo all’89’. «Non è facile giocare contro squadre che quando arrivano qui si chiudono. Noi il nostro lo stiamo facendo, siamo la squadra che segna più di tutti. Il Campodarsego – chiude Perinetti – non ha tutta l’attenzione che abbiamo noi».

Ore 17.30 – (La Nuova Venezia) Verso Verona con i difensori under acciaccati: Giancarlo Favarin ha sei giorni di tempo per recuperare Ferrante, Luciani e Di Maio. Fascia difensiva destra nel mirino: Ferrante è stato stoico a rimanere in campo per un’ora, nonostante le condizioni non ottimali per il fastidio al ginocchio, Luciani ha accusato un problema venerdì pomeriggio e domenica non è riuscito nemmeno ad andare in panchina, Di Maio è out da alcune settimane. Tanto che Favarin è stato costretto, per tutelarsi, a portare il panchina il giovanissimo, classe 1999, Michael Fiore. Problema non indifferente vista la necessità di schierare quattro under senza dover apportare modifiche in altre zone del campo. Oggi, intanto, dovrebbe rientrare in gruppo Matteo Marcolini, fuori gioco dalla vigilia della gara casalinga contro la Triestina. Il Venezia ha ottenuto contro il Monfalcone la sesta vittoria consecutiva dell’era-Favarin, adesso il tecnico di Pisa punta a eguagliare domenica a Verona i sette successi di fila inanellati da Paolo Favaretto a inizio stagione (Dro, Sacilese, Monfalcone, Virtus Verona, Luparense, Montebelluna e Liventina) con gli arancioneroverdi costretti al pari (2-2) nel turno infrasettimanale dall’Abano. Favarin, dopo il pareggio senza reti nell’esordio di Belluno, ha messo in fila Union Ripa La Fenadora, Giorgione, Triestina, Dro, Sacilese e, appunto, Monfalcone. Venezia in testa alla classifica (53 punti), ma in testa anche alla graduatoria parziale (7 partite) con Favarin in panchina: sono infatti 19 i punti raccolti dagli arancioneroverdi da Belluno al Monfacone e la più immediata inseguitrice in questo periodo non è il Campodarsego (14 punti), bensì l’Este (17), che ha anche la serie positiva più lunga (14 partite) e davanti ai padovani c’è anche il Tamai (15), imbattuto da otto giornate. Nella classifica parziale del girone di ritorno Venezia che guida con 9 punti, in compagnia del sorprendente Abano con Este e Luparense (7) alle spalle, mentre ancora a secco di punti, oltre naturalmente la Sacilese, è il Giorgione. Oggi alla ripresa mancherà Marco Taddia: il terzino sinistro ha risposto ieri alla chiamata di Gentilini, responsabile tecnico della rappresentativa di serie D, in raduno a Coverciano fino a domani quando è prevista l’amichevole contro la Sestese. Insieme a Taddia sono stati anche chiamati dal girone C Francesco Tiozzo Fasiolo, difensore dell’Este, e Filippo Boem, centrocampista della Liventina.

Ore 17.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La prima partita dell’anno e del girone di ritorno ha visto il Vicenza tornare alla vittoria sul Modena. «Sabato ci siamo riusciti perché abbiamo avuto la forza di reagire — sottolinea Pasquale Marino — nel primo tempo non abbiamo giocato bene, eravamo contratti e faticavamo a trovare le nostre giocate. Siamo andati sotto allo scadere del primo tempo ma nella ripresa abbiamo giocato con grinta e convinzione. Ritengo quella con il Modena una tra le prestazioni più importanti, ma questa gara per noi deve rappresentare una svolta che dia una sterzata al nostro campionato». Un successo molto importante per la classifica, anche se già stasera si tornerà in campo a Perugia per recuperare l’ultima giornata di campionato rinviata per nebbia. «Domenica mattina abbiamo iniziato il lavoro per preparare al meglio la sfida — precisa Marino — recuperiamo D’Elia ma perdiamo Urso, anche se sono contento per come i nuovi si sono presentati contro il Modena e per come hanno recuperato Vita e Brighenti, due giocatori molto importanti per noi». La vittoria contro il Modena ha regalato morale e un po’ di serenità, ma la classifica rimane deficitaria e per risalire la china servirà trovare una buona continuità di risultati. «Il Vicenza ha i mezzi per fare bene e recuperare sulle avversarie che gli stanno davanti — spiega il tecnico — ma per farlo deve cercare di fare punti e dare continuità a quello che è stato fatto. Nel calcio la vittoria è sempre la miglior medicina, già contro il Perugia conto di vedere una squadra in crescita. Di sicuro la pausa ci ha ricaricato, torneremo a Perugia con il morale alto e qualche giocatore in più — continua Marino — siamo determinati a tirarci fuori da una situazione di classifica difficile e dobbiamo dimostrarlo lottando su tutti i palloni». A Perugia non ci sarà Cinelli che non è stato convocato e che è in procinto di andare al Cagliari ma molto probabilmente nemmeno Nicola Bellomo, attualmente all’Ascoli ma di proprietà del Chievo. Il Vicenza lo sta trattando da sabato ma l’accordo nella tarda serata di ieri ancora non c’era, ed erano tornate a circolare indiscrezioni su un rinnovato interesse per il mediano Tommaso Bianchi del Leeds e per la mezzala del Napoli Jacopo Dezi. Trattative che in realtà sono molto difficili, in quanto l’ingaggio di Bianchi è nettamente oltre i parametri della società biancorossa e considerato che su Dezi c’è mezza serie B e Carpi ed Atalanta in serie A. Difficile, quindi, che accada qualcosa di ufficiale prima della partita di stasera a Perugia, anche per quanto riguarda lo scambio di portieri con il Carpi che porterebbe Richard Marcone alla corte di mister Castori e Francesco Benussi in biancorosso.

Ore 16.40 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.20 – Qui Guizza: partitella finale.

Ore 16.00 – Qui Guizza: Neto Pereira rientra negli spogliatoi. Per il brasiliano dovrebbe trattarsi di un semplice indurimento muscolare, non è in dubbio la sua presenza sabato.

Ore 15.40 – Qui Guizza: si ferma a scopo precauzionale Neto Pereira, che assiste al resto dell’allenamento da bordo campo.

Ore 15.20 – Qui Guizza: lavoro col pallone, tutti presenti.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.

Ore 14.40 – A margine della conferenza stampa di presentazione di Carlo De Risio il ds biancoscudato Fabrizio De Poli ha parlato di mercato. Queste le sue dichiarazioni: “Fino ad ora la società si è messa a completa disposizione perché ha investito denaro per migliorare ulteriormente la qualità della rosa biancoscudata, soddisfando così le richieste mie e del mister. Succi e Panìco? Sono giocatori che abbiamo effettivamente sentito ma ci stiamo muovendo anche su altri nomi. Stiamo vagliando l’idea di prendere una sola punta, anche se ci vuole un po’ di pazienza. Se invece volessimo ampliare la nostra ricerca dovremmo attendere le ultime ore di mercato perché adesso abbiamo anche troppi giocatori e qualcuno dovrà pur uscire… Panìco? È un buon giocatore con prerogative anche per il futuro, il Genoa ci tiene particolarmente tanto che ha già collezionato una presenza in serie A e ha delle caratteristiche davvero importanti. In più ha già dimostrato di essere uno dei giovani emergenti più importanti dato che può fare sia la prima che la seconda punta, non ha grande fisicità ma ricorda Immobile. Quando arriverà una punta? Mi auguro che in tre/quattro giorni si riesca a risolvere qualcosa. In sei a centrocampo? Obiettivamente sono un po’ troppi…”.

Ore 14.20 – Fabrizio De Poli annuncia un colpo di scena sul fronte cessioni. Marco Dell’Andrea non andrà più al Campodarsego: “La questione è burocratica – spiega Fabrizio De Poli – il giocatore ha partecipato a una partita con la Berretti con il Rimini domenica scorsa e per questo motivo la formula di cessione scelta per un club di Serie D come il Campodarsego non è più possibile. A questo punto Dell’Andrea rimane con noi”

Ore 14.10 – Prende la parola Carlo De Risio: “Quest’estate era praticamente tutto fatto per venire in questa bellissima squadra, ma al Martina due anni fa avevo un mister che mi stimava e che mi ha sempre fatto giocare anche quando non ero al meglio e quando mi ha chiamato ho deciso di seguirlo alla Juve Stabia. Le cose però non sono andate come dovevano andare, e pur avendo la possibilità di rinnovare con loro appena ho sentito del nuovo interesse del Padova non ci ho pensato su due volte e ho scelto i Biancoscudati. Le mie caratteristiche? Mi piace dare una mano al reparto difensivo, recuperare palloni ed impostare il gioco. In caso di centrocampo a tre mi piace giocare mezzala sinistra per inserirmi. Pillon? Devo ancora parlarci, ma ci siamo stretti la mano che è la cosa più importante. Quando vieni in una società così importante la voglia di lavorare e dare il massimo aumenta, e ho le potenzialità per fare bene. Voglio farmi perdonare per quanto accaduto quest’estate… Stimo De Poli perché credeva in me in giugno e soprattutto crede ancora in me! Un giocatore a cui mi ispiro? Non c’è, cerco di imparare dai ragazzi più umili con cui ho lavorato. I miei compagni? Ho giocato con Bucolo a Martina e con Altinier a Benevento, e conoscevo già altri tre-quattro compagni. Il girone A? Ho visto Padova-Reggiana, mi sembra un campionato molto equilibrato e dai ritmi alti”.

Ore 14.00 – Inizia la conferenza stampa di presentazione di Carlo De Risio. Parla il ds Fabrizio De Poli: “De Risio verrà a darci una mano non solo in questo periodo ma anche negli anni a venire. Abbiamo stipulato un contratto fino al giugno 2016 con un’opzione per un futuro accordo pluriennale. Quest’estate aveva preso degli accordi con noi salvo poi “fermarsi a metà strada”, quindi adesso è venuto scusandosi per quanto accaduto e si metterà in discussione nei prossimi sei mesi”.

Ore 13.50 – (Gazzettino) Mattatore del Levico, in vetta alla classifica dei cannonieri e prima tripletta in carriera: la trasferta di domenica in terra trentina si è trasformata in una vera e propria giornata di gloria per Ferdinando Mastroianni. L’attaccante ha realizzato tre reti e ha raggiunto con un balzo Serafini del Venezia e Zecchinato del Montebelluna in testa alla graduatoria dei goleador del girone a quota 14 gol. «Quella con il Levico – ammette la punta – è stata la mia prima tripletta fra i grandi, quindi dovrò pagare pegno al prossimo allenamento. Ma lo faccio davvero molto volentieri e spero che ci saranno altre occasioni per festeggiare simili risultati. Stiamo crescendo e il campionato è ancora lungo, quindi ci sarà di sicuro il tempo di togliersi altri sfizi». La dedica dell’attaccante giallorosso va a Davide Marcandella, autore degli assist per il secondo e per il terzo gol, e anche del passaggio che ha portato al rigore dell’uno a zero. «Due inviti fantastici per la difficoltà e per la qualità delle giocate – sottolinea Mastroianni, che per le sue doti umane si è subito fatto volere bene nello spogliatoio dell’Este – Ricordiamoci che Davide è classe 1997 e può fare cose davvero importantissime. Glielo dico spesso, in allenamento, che può arrivare a fare una grande carriera se si rende conto fino in fondo delle sue potenzialità».

Ore 13.30 – (Gazzettino) Marco Dell’Andrea è il nuovo terzino destro del Campodarsego. L’operazione è stata chiusa ieri pomeriggio nella sede del Padova al termine di un faccia a faccia al quale hanno partecipato il presidente Daniele Pagin, il direttore generale Attilio Gementi, il diesse biancoscudato Fabrizio De Poli, il procuratore del giocatore Leonardo Benelle e appunto Dell’Andrea che oggi effettuerà a Reschigliano il primo allenamento con i nuovi compagni e sarà a disposizione domenica per la trasferta con la Triestina. Classe 1997, Dell’Andrea non ha trovato spazio nella prima parte di stagione con il Padova, che ha deciso di mandarlo a giocare a Campodarsego per poi riprenderlo al termine del campionato, visto che ha altri due anni di contratto con il club di viale Nereo Rocco. «È un giocatore che stavamo cercando da un po’ di tempo – spiega Gementi – Abbiamo avuto anche altri contatti, ma Dell’Andrea era la nostra prima scelta per migliorare la difesa. Abbiamo aspettato e siamo contenti di averlo con noi. L’anno scorso ha fatto una decina di presenze con il Venezia in Lega Pro, questo per dire che nonostante la sua giovane età ha già una buona esperienza alle spalle. Viene a darci una mano con entusiasmo». Dell’Andrea, che ha anche un fratello che gioca con il Calvi Noale, rientra tra i fuoriquota che devono essere impiegati in serie D e si aggiungerà agli altri terzini classe 1997 Arthur e Favero. «Il suo arrivo ci consente di aumentare la qualità del reparto, abbiamo fatto un acquisto importante». L’approdo alla corte biancorossa dell’ex biancoscudato è anche un segnale eloquente: il Campodarsego vuole dare filo da torcere fino alla fine al Venezia (attualmente due punti più avanti in classifica), grande rivale dei biancorossi in questo testa a testa in vetta al campionato. «Noi cerchiamo di vincere più partite possibile. Ultimamente il reparto arretrato ha subito qualche gol di troppo e con Dell’Andrea possiamo acquisire maggiore sicurezza». Eloquenti le due sbavature degli esterni bassi nel derby con l’Este che sono costate la prima sconfitta in campionato per il Campodarsego. Intanto, proprio riguardo al duello con gli arancioneroverdi, non sono rimaste indifferenti le dichiarazioni rilasciate domenica nel dopo-gara con il Monfalcone dal direttore sportivo lagunare Giorgio Perinetti che ha sottolineato come il Venezia sia penalizzato dagli arbitraggi e che «la cesta degli aiutini semmai si è fermata a Campodarsego, basterebbe vedere le loro partita con Union Ripa Fenadora e Mestre». Questa la replica di Gementi: «Ho massima stima del direttore Perinetti, però non sono d’accordo con le sue affermazioni. Non ho mai voluto parlare degli arbitraggi, e lo dimostra anche il fatto che non mi sono lamentato per il rigore non concesso ad Aliù nella sfida con il Venezia, mentre qualche domenica più tardi per un episodio analogo loro hanno avuto il penalty con il Tamai. Potrei citare anche il rigore che hanno avuto al novantesimo con il Ripa Fenadora che è stato decisivo, ma fa parte del gioco e nell’arco del campionato le situazioni favorevoli e sfavorevoli si equilibreranno».

Ore 13.00 – (Gazzettino) È la vittoria del gruppo. Stefano Marchetti usa queste semplici ma significative parole per descrivere il successo di Cuneo. Tre punti che hanno spazzato via le critiche sollevate dopo la brutta prestazione interna con il Sudtirol e rilanciato in classifica la squadra granata, che adesso ha imbastito una mini-fuga, con tre lunghezze di vantaggio sulle immediate inseguitrici (Alessandria e Bassano). Il direttore generale, che non aveva nascosto la sua delusione dopo la partita con il Sudtirol, è pronto adesso a riconoscere i meriti del Cittadella: «Ho rivisto lo spirito di squadra che conosco. I ragazzi sono stati concentrati fino all’ultimo, lottando su ogni pallone su un campo difficilissimo e al cospetto di una buona avversaria». Iori e compagni hanno davvero concesso le briciole ai piemontesi e tutti si sono guadagnati ampiamente la sufficienza, dai difensori agli attaccanti. «Siamo stati attenti e cinici al momento giusto, dal primo all’ultimo dei miei giocatori. È stata la vittoria del collettivo, e quando tutti quelli che scendono in campo fanno il proprio mestiere, le qualità saltano fuori e fanno la differenza». Venturato, a caldo dopo il successo di Cuneo, ha detto che il Cittadella ha dato un segnale forte a se stesso e a tutto il campionato. «La brutta sconfitta in casa ci aveva comunque consentito di mantenere il primato, e se chiudi il girone di andata in vetta alla classifica vuol dire che qualcosa di buono si è comunque fatto. I ragazzi hanno capito l’importanza di cominciare bene il girone di ritorno. La trasferta di Cuneo è stata preparata bene e in settimana ho visto la squadra con quella determinazione che non c’era dopo la sosta». Adesso non ci si deve fermare. «Chiedo continuità, alle prestazioni e ai risultati. Il Cittadella sa come deve interpretare le partite da qui alla fine, ogni incontro è una storia a sè e il prossimo, contro la Pro Patria, è facile solo sulla carta. L’avversario è ultimo in classifica ma non è più quello dell’andata, si è rinforzato e ha cambiato marcia, pareggiando con il Pavia nell’ultima giornata. Per superare la Pro Patria devi essere a mille». Il Cittadella ha due turni consecutivi in casa: bisognerebbe capitalizzare al massimo. «A parole è facile, ma abbiamo perso con Feralpisalò e Sudtirol al Tombolato, quindi bisognerà stare molto attenti e pazienti. Sono contento di non aver preso gol a Cuneo, è merito non solo della difesa ma di tutta la squadra». A proposito di difesa, l’ultimo arrivato, Nava, ha destato un’ottima impressione. «Sa interpretare tutti i ruoli dietro, è giovane e ha qualità. Poi ha voluto fortemente il Cittadella». Unica nota stonata l’infortunio di Bobb. «Mi dispiace molto, soprattutto sul piano umano. Bobb è un ragazzo straordinario prima ancora che un calciatore davvero forte e importante per noi. Una così grande sfortuna che ci sta perseguitando credo sia difficile da commentare». Il centrocampo ora è in emergenza: Paolucci resterà fuori a lungo, Bobb ha praticamente concluso la stagione. Dovrà fare qualcos’altro sul mercato? «Non ho ancora avuto modo di metabolizzare quanto successo. Faremo le opportune considerazioni, valutando tutto. Ci sono ancora due settimane, c’è tempo di agire nel caso ne ravvedessimo la necessità».

Ore 12.40 – (Gazzettino) Yusupha Bobb sarà operato questa mattina a Verona. Contrariamente a quanto si era ipotizzato nella serata di domenica, dopo un consulto avvenuto con il Chievo, proprietario del cartellino del centrocampista, si è deciso di affidare l’intervento alla gestione della società veronese, che ha optato per il ricovero di Bobb all’ospedale di Negrar (Verona) dove sarà operato alle 7 dal primario dottor Zorzi, l’ortopedico di fiducia. Il Cittadella inizialmente aveva già organizzato l’intervento all’ospedale locale con il dottor Bordin. Per il giocatore il campionato è finito anzitempo, come spiega Ilario Candido, medico sociale granata: «L’intervento alla gamba sinistra per la riduzione della frattura richiede almeno tre mesi di stop». Bobb si era infortunato in un contrasto di gioco a metà del primo tempo, e ha dovuto abbandonare il campo in barella. All’ospedale di Cuneo è stato sottoposto a una radiografia d’urgenza che ha evidenziato la frattura del perone. Tanti i messaggi per una pronta guarigione postati sui social dai tifosi granata, che hanno preso in simpatia Bobb sin dal primo giorno in cui è arrivato a Cittadella. Appare quasi scontato, a questo punto, il ricorso al mercato per coprire almeno un “buco” lasciato dagli infortuni di Paolucci e Bobb, appunto. Il diggì Marchetti ovviamente è stato colto di sorpresa dal contrattempo, ma negli ultimi quindici giorni di trattative dovrà cercare un sostituto, magari puntando l’attenzione su un giovane di prospettiva. Oggi pomeriggio intanto la squadra riprenderà gli allenamenti per preparare l’impegno di sabato con la Pro Patria. Un autentico testa-coda da non sottovalutare, anche perchè i granata sono reduci da due ko di fila al Tombolato. Ancora assente Pascali (ritornerà disponibile verso fine mese), Venturato potrà contare su Salvi che ha scontato il turno di squalifica.

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Poteva essere la giornata perfetta. La vittoria, in un campo ostico come quello di Cuneo. Le rivali dirette che balbettano, con l’Alessandria schiantata a Salò, il Bassano che solo in extremis strappa il pareggio a Cremona e il Sudtirol che si fa riacchiappare in casa dall’Albinoleffe. La vetta della classifica ritrovata in solitario, con tre punti di margine sulle dirette concorrenti, il divario più ampio registrato in questa stagione, in cui al massimo le lunghezze sulle inseguitrici erano state due. A rovinare la festa del Cittadella ha, invece, provveduto il bruttissimo infortunio occorso a Yusupha Bobb. Il 19enne centrocampista gambiano, scuola Chievo, sarà operato stamattina all’ospedale Sacro Cuore di Negrar (Verona) dal primario di Ortopedia e Traumatologia, il dottor Claudio Zorzi, per la ricostruzione della frattura del perone della gamba sinistra, dopo essere caduto male a terra in seguito ad un contrasto con Ruggiero. Un infortunio analogo a quello capitato a Davide Xamin nel corso del ritiro di Lavarone e che pone fine anzitempo alla sua stagione. Le mani nei capelli. «Lì per lì, dalla panchina, non avevamo capito cosa fosse successo. Speravamo fosse una distorsione alla caviglia, ma il ragazzo aveva molto male e, quando ho visto Iori mettersi le mani nei capelli e chiamare la barella, abbiamo compreso che l’infortunio era più grave. Subito è stata effettuata la radiografia d’urgenza all’ospedale di Cuneo e, d’accordo con la dirigenza del Chievo, abbiamo deciso di far eseguire l’intervento a Negrar», racconta il d.g. Stefano Marchetti, che, ieri mattina ha accompagnato il giocatore all’ospedale. «Succede». «Quello che è accaduto dispiace soprattutto da un punto di vista umano: Yusupha è un ragazzo splendido e in questi mesi è entrato nel cuore di tutti. Pensate che, quando l’ho salutato, mi ha detto: “Sono cose che succedono”, come se dovesse essere lui a tenerci su di morale. Ovviamente, al lato umano si affianca il problema tecnico: perdiamo un giocatore di alto rendimento e di grandi prospettive». In questo periodo la sfortuna si sta davvero accanendo sul Cittadella. L’infortunio di Bobb si aggiunge a quelli di Paolucci, che ne avrà per un mese e mezzo, e di Pascali, altro elemento che all’occorrenza avrebbe potuto essere utilizzato in mediana e che rientrerà soltanto a febbraio. Il mercato. E la domanda da rivolgere a Marchetti, a questo punto, è scontata: arriverà qualcuno per sostituirlo? «Sicuramente mi sto guardando intorno, ma non prenderò tanto per prendere», puntualizza il direttore generale granata. «Se sarà disponibile qualcuno che fa al caso nostro, interverrò, altrimenti andremo avanti così. Non credo, in ogni caso, che ci saranno novità a brevissimo termine». Traduzione: Marchetti ha almeno un paio di profili di centrocampisti sotto osservazione, ma per evitare giochi al rialzo e superare la concorrenza di eventuali club di Serie B deve procedere a fari spenti. Iori e il lavoro. Di sicuro il rientro di capitan Iori è stato importante per il ritorno alla vittoria, e non solo per il gol e l’assist che hanno impreziosito la sua prova. «Ma non voglio parlare dei singoli dopo una gara come quella di Cuneo. Questa partita l’abbiamo vinta in settimana, lavorando ogni giorno con rabbia, concentrazione e voglia di riscattarci. Ho rivisto i 20 giocatori che conoscevo». La frase lascia intuire che quello stesso atteggiamento era mancato prima del match perso con il Sudtirol. «È così», rileva Marchetti. «Nel corso della sosta non abbiamo lavorato allo stesso modo e i risultati delle due amichevoli disputate lo testimoniano. È subentrato un certo rilassamento, in quei giorni. E se non sei concentrato al massimo, in Lega Pro rischi di perdere contro chiunque».

Ore 11.50 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 11.40 – Qui Guizza: si ritorna a lavorare sul campo con una serie di intense ripetute. Tutti presenti.

Ore 11.30 – (Gazzettino) E soprattutto per l’ex juventino, forte comunque di un contratto fino a giugno 2017, non è remota l’ipotesi che il Padova possa darsi da fare nei prossimi giorni per trovargli un’altra sistemazione, strategia peraltro già messa in pratica in queste ultime settimane senza però trovare riscontri. Sbraga in difesa poco più di una settimana fa e De Risio a centrocampo ieri, sono i due acquisti di questo mercato di riparazione, ma non sono destinati a restare gli unici. È nel reparto avanzato che torneranno a concentrarsi da qui in avanti tutte le attenzioni di De Poli per portare a casa un attaccante da affiancare a Neto Pereira e Altinier, seguendo anche le indicazioni di Pillon: un elemento in grado di fare la prima e la seconda punta, e strutturato fisicamente. Tra i papabili, di sicuro c’è Panico, il gioiellino classe 1997 del Genoa che viene indicato dagli addetti ai lavori come il nuovo Ciro Immobile e che gradirebbe la soluzione Padova.

Ore 11.20 – (Gazzettino) E il suo profilo è tornato prepotentemente alla ribalta già da qualche settimana, con il club biancoscudato in prima fila per assicurarsene le prestazioni, fino appunto all’ufficializzazione arrivata nelle ultime ore. «È un giocatore che conosco bene – afferma De Poli – e sono soddisfatto del suo arrivo, ci può dare una mano». Quanto alla sua posizione in campo, il diesse precisa: «Nel centrocampo a due può ricoprire entrambe le posizioni, all’occorrenza può fare anche tutti i ruoli in un centrocampo a tre». Almeno sulla carta nella zona mediana del campo si può parlare di abbondanza d’interpreti, dato che De Risio va ad aggiungersi a Bucolo, Corti, Giandonato, Mazzocco e Ramadani. Discorso però valido fino a un certo punto, perché se Bucolo, Corti e Mazzocco sono sicuri di fare parte del progetto biancoscudato, per Ramadani (non convocato domenica per scelta tecnica) e Giandonato le prospettive sono diverse.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Carlo De Risio è un nuovo centrocampista del Padova. Sarà presentato oggi alle 14 all’Euganeo e a seguire effettuerà il primo allenamento con Neto Pereira e compagni. La fumata bianca è arrivata ieri pomeriggio in sede, alla presenza del giocatore che ha effettuato anche la foto di rito con la maglia biancoscudata. Quanto ai dettagli relativi al suo contratto saranno svelati oggi, ma è molto probabile che sarà un rapporto pluriennale in linea con l’operazione Sbraga e con la volontà della società di puntare su giocatori rodati in categoria e comunque di prospettiva. Nato a Vasto, classe 1991, De Risio arriva dalla Juve Stabia con la quale ha collezionato nella prima parte di stagione otto presenze complice anche un infortunio. Nel suo curriculum figurano anche le esperienze con Martina (22 partite e un gol), Benevento (29), Catanzaro (6) e Celano (14 con un gol). Non è un nome nuovo, visto che era in cima alla lista dei desideri del diesse De Poli già nel mercato estivo, anche se il centrocampista aveva preferito la soluzione Juve Stabia perchè sulla panchina dei campani era approdato Ciullo, suo allenatore già al Martina, poi esonerato.

Ore 11.00 – (Gazzettino) I biancoscudati riprendono ad allenarsi oggi alle 15 alla Guizza per preparare la trasferta con la Pro Piacenza in programma sabato alle 17.30 allo stadio Garilli. Oltre a cimentarsi nel lavoro atletico e a studiare le prime mosse tattiche, sarà l’occasione anche per valutare le condizioni di Neto Pereira, uscito nella ripresa con la Reggiana per un leggero affaticamento muscolare, anche se non dovrebbe essere niente di preoccupante. Auguri a Fabiano che ha festeggiato ieri trentaquattro anni. TIFOSI. È aperta la prevendita per la sfida con la Pro Piacenza che sarà gestita dalla Ticketone (punti vendita verificabili sul sito). I tagliandi per il settore ospiti possono essere acquistati al costo di 15 euro (prevendita esclusa). Intanto, l’Aicb organizza la trasferta in pullman. Sabato la partenza è alle 13.45 al capolinea del tram alla Guizza con passaggio alle 14 all’Euganeo (lato ovest). La quota di partecipazione per il viaggio è di 10 euro (tesserati Aicb) e di 15 euro (non tesserati). Per prenotazioni: 338-4578666.

Ore 10.40 – Qui Guizza: spostamento in palestra.

Ore 10.20 – Qui Guizza: lavoro atletico sul sintetico.

Ore 10.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento mattutino, presente anche il nuovo acquisto Carlo De Risio.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Comincia oggi la marcia di avvicinamento del Padova al match con la Pro Piacenza. Dopo il giorno di riposo concesso ieri, la squadra si ritroverà alla Guizza, allenandosi sia al mattino che al pomeriggio, visto che la settimana è “tagliata” dal match anticipato al sabato, con inizio alle ore 17.30. Mister Pillon dovrebbe avere ancora una volta tutti i bisncoscudati a disposizione: per Neto Pereira, uscito affaticato dal match contro la Reggiana, si tratterà solo di gestire il lavoro settimanale, mentre né Cunico né Corti, ammoniti domenica, sono a rischio squalifica. In casa Pro Piacenza, viceversa, il clima non è del tutto sereno: nonostante due settimane fa sia arrivata, contro il Lumezzane, la prima vittoria casalinga della stagione, la formazione di Viali è alle prese con la possibile cessione dell’attaccante Cristofoli, in procinto di tornare in Serie D, e con la sicura squalifica di Carrus, espulso contro il Pordenone. I tifosi del Padova, in ogni caso, sono già mobilitati per la trasferta al “Garilli”. Aicb e “Tribuna Fattori” stanno organizzando il viaggio in pullman per Piacenza: i club partiranno alle 13.45 dal capolinea del tram alla Guizza (informazioni e prenotazioni al 338.4578666), mentre gli ultras si muoveranno a mezzogiorno dallo stadio Euganeo.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Dalla cintola in su le cose cambiano e le note sono dolenti: in mezzo mancava qualità ma l’arrivo di De Risio sempre poter supplire, almeno sulla carta, alle carenze finora più volte palesate. Corti sta comprensibilmente arrancando dopo un tour de force senza sosta, né lui né Bucolo hanno quelle caratteristiche in costruzione che servirebbero per innescare gli attaccanti. Ilari è la copia sbiadita di se stesso, corre tanto ma senza risultati tangibili, Petrilli si accende a intermittenza e quando la luce è spenta la squadra soffre. Davanti, se Neto Pereira viene bloccato, il meccanismo s’inceppa: Altinier ha bisogno di essere servito in profondità e spesso non accade. Ora però Pillon ha a disposizione una nuova freccia al proprio arco e di questo fattore si gioverà sicuramente anche la prima linea biancoscudata. Per l’attacco il nome più caldo resta quello di Giuseppe Panìco, giovanissimo gioiello della Primavera del Genoa, che ha già dato l’ok al trasferimento all’ombra delle cupole del Santo. Le due società si stanno parlando per trovare un punto d’incontro, a breve potrebbero esserci novità. Virdis (Savona) è un’alternativa concreta ma potrebbero spuntare altri nomi.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Difficile, anzi difficilissimo mirare ai playoff ma non ancora impossibile. Guardi la classifica e ti accorgi che il Padova è nel mezzo, in un limbo né carne né pesce. A 7 punti dalla quarta piazza — ultima utile per accedere del guado agli spareggi promozione (e non c’è nemmeno la certezza assoluta) — e al contempo a 5 punti dalla zona calda, quella che farebbe piombare tutto l’ambiente in una «depressione» da playout. Intanto Giuseppe Pillon prosegue la sua marcia. Ha ottenuto 9 punti in cinque partite, non ha mai perso da quando è arrivato sulla panchina biancoscudata ma coi pareggi non si va lontano, come ricordano anche i tifosi sui vari social network, forum e siti di riferimento. I problemi della squadra sono ormai evidenti anche se almeno uno di questi è stato risolto proprio ieri. La trattativa con la Juve Stabia per Carlo De Risio si è chiusa positivamente e il centrocampista è ora a tutti gli effetti un giocatore biancoscudato. La difesa è buona, subisce pochissimi gol e adesso ha pure un Andrea Sbraga valore aggiunto da gestire.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 35, Alessandria e Bassano 32, FeralpiSalò 31, SudTirol 30, Pavia e Pordenone 28, Reggiana 26, Cremonese, Giana Erminio e Padova 24, Cuneo 23, Pro Piacenza 22, Lumezzane 19, Mantova 17, Renate 16, AlbinoLeffe 13, Pro Patria 8.

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della diciottesima giornata: Cuneo-Cittadella 0-2 (Iori (Ci) su rigore al 43′ pt, Schenetti (Ci) al 32′ st), Pro Patria-Pavia 0-0, Padova-Reggiana 0-0, SudTirol-AlbinoLeffe 2-2 (Gliozzi (St) al 39′ pt, Crovetto (st) al 1′ st, Checcucci (Al) al 22′ st, Magli (Al) al 30′ st), Cremonese-Bassano 1-1 (Brighenti (Cr) al 5′ pt, Davì (Ba) al 45′ st), Lumezzane-Giana Erminio 0-1 (Perna (Ge) al 8′ st), Renate-Mantova 1-1 (Florian (Re) al 16′ st, autogol di Malgrati (Mn) al 27′ st), Pordenone-Pro Piacenza 1-0 (Finocchio (Pn) al 14′ st), FeralpiSalò-Alessandria 3-0 (Maracchi (Fs) al 16′ pt, Bracaletti (Fs) su rigore al 26′ pt, Settembrini (Fs) al 5′ st).

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Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 18 gennaio: giorno di riposo per i Biancoscudati, ma giungono novità dal mercato con l’acquisto di De Risio e la cessione di Dell’Andrea.




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