Live 24! Padova-Reggiana 0-0, scialbo big match all’Euganeo

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Ore 21.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Ritornare alla vittoria per il Vicenza era molto importante e alla fine l’obiettivo è stato centrato. «Siamo riusciti a complicarci la vita – sottolinea Pasquale Marino – ma abbiamo avuto il merito di mettere in campo un’ottima reazione nella ripresa, creando diverse opportunità da rete e conquistando una vittoria meritata. La reazione è stata da grande squadra, questo fa ben sperare per il futuro». E il tecnico del Vicenza analizza la rosa a sua disposizione, anche se il mercato in corso la modificherà ancora. «Con Ebagua e Moretti siamo più sereni — spiega Marino — ci sono state partite dove abbiamo avuto gli uomini contati. Cinelli? Potrebbe partire, lo so, ma non lo farà fino a quando non arriverà un altro centrocampista. Bellomo? Non ho ancora parlato con la dirigenza ma è una possibilità concreta». Chi è felicissimo è Nicolò Brighenti, tornato a giocare dopo la grave lesione al pancreas subita nello scorso settembre. «Sono molto contento perché è andato tutto bene e abbiamo vinto – dice – anche se in uno scontro con Laverone ho preso un colpo sopra l’occhio… Il mio obiettivo diventerà concludere una partita illeso. Scherzi a parte, sono contento perché ho giocato tutta la partita e mi sono sentito bene. Allo stadio il dottor Ragazzi ha invitato anche il primario Francesco De Marchi e il suo aiuto Giuliano Scalco che mi hanno operato: vederli mi ha fatto proprio piacere. Questa giornata è stata unica, emozionante e coronata da tre punti che servivano come l’aria. Un primo passo molto importante, adesso però dobbiamo trovare continuità a partire gia da martedì sera nel recupero a Perugia».

Ore 21.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Anno nuovo, squadra nuova, vita nuova: detto, fatto. Il Vicenza inizia il girone di ritorno nel migliore dei modi, con una vittoria. Vittoria che in casa mancava dal 7 novembre scorso (3-0 sull’Ascoli, unico successo casalingo del girone d’andata). Ci sono partite che possono cambiare una stagione: questa è una di quelle. Vittoria cercata, fortemente voluta e alla fine ottenuta. Sotto di una rete ad un quarto d’ora dalla fine il Vicenza non si è mai dato per vinto e non ha mai mollato, dimostrando grande forza d’animo e grande carattere: alla fine i tre punti sono andati alla squadra che ci ha maggiormente creduto. Subito in campo i tre nuovi acquisti e tra gli acquisti va annoverato anche Nico Brighenti, la nota più lieta della giornata, in campo dopo il gravissimo infortunio alla terza giornata contro il Como e che poteva pregiudicare seriamente il prosieguo della sua carriera. Brighenti, il «figliol-prodigo» Moretti e a sorpresa pure Ebagua tra gli undici titolari: un rinforzo per reparto. E se poi ci mettiamo che in panca ci sono anche Manfredini e Vita si capisce bene come le premesse per ricominciare a fare bene ci siano tutte. L’inizio di gara è stentato; il Vicenza gioca contratto, la brutta posizione in classifica e le ultime prestazioni poco confortanti evidentemente si fanno sentire nella testa dei giocatori. I maggiori pericoli li crea il Modena. Al 10’ Calapai da fuori area impegna Vigorito in un difficile intervento in angolo, al 12’ è il turno di Bentivoglio con Vigorito che in maniera goffa riesce ad addomesticare la conclusione. Gara sotto ritmo, il Vicenza non riesce a trovare l’accelerazione per creare pericoli dalle parti di Provedel. Gioca meglio il Modena, che staziona stabilmente nella tre-quarti biancorossa. Al 40’ Galano ci prova alla sua maniera: parte dalla destra, si accentra e dal limite cerca di sorprendere Provedel. Al 43’ ancora Galano in azione di contropiede, la palla giunge a Ebagua che è bravo a girarsi in area ma conclude alto. Sul finale di tempo il vantaggio del Modena; azione d’angolo, su un batti e ribatti Luppi è il più lesto di tutti e per Vigorito non c’è nulla da fare. Nella ripresa subito dentro Vita per Urso, la manovra dei biancorossi sembra più dinamica. Al 7’ bel lancio di Cinelli per Ebagua che, solo davanti a Provedel, si fa ribattere in angolo la conclusione. Al 18’ ci prova Moretti direttamente da calcio di punizione: Provedel si supera e devia in angolo. Al 25’ ancora Vicenza, azione sulla destra di Laverone e palla per Galano che, da buona posizione, ci prova di prima intenzione calciando alto. Al 27’ fuori Cinelli per Raicevic, mossa della disperazione con il Vicenza cha passa ad un 4–2–4 ma mossa vincente. Due minuti appena e Riacevic timbra il cartellino: azione sulla sinistra di Sampirisi, palla sul primo palo per la zampata vincente del bomber biancorosso. E al 90’ azione fotocopia del primo gol, con Sampirisi che sempre dalla sinistra mette palla dentro per Raicevic che in scivolata brucia ancora una volta Provedel proteso in uscita. Il Menti esplode di gioia, il Modena finisce la gara in nove per due espulsioni in rapida successione. Alla fine festa grande e tutti sotto la curva. Il più felice? Manco a dirlo Brighenti, per lui la fine di un incubo come forse pure per il Vicenza. Da qui si può ripartire, basta crederci.

Ore 21.00 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova prova ad accelerare le operazioni di mercato, bloccate da giorni a causa della difficoltà nell’effettuare le cessioni. In giornata è attesa la risposta definitiva dell’attaccante Mattia Marchi, che dovrebbe arrivare dal Pavia insieme al difensore Andrea Cristini in cambio di Valerio Foglio. Negli ultimi giorni i dirigenti biancorossi, con l’intervento diretto anche del presidente Musso, hanno fatto di tutto per convincere Marchi a venire in riva al Mincio, provando a superare la concorrenza di altri club (fra i quali pare Sudtirol, FeralpiSalò e Ancona). Se lo scambio con il Pavia andasse in porto, il Mantova punterebbe poi a ingaggiare un centrocampista: da tempo l’Acm sta corteggiando il 26enne mediano Giacomo Cenetti, del quale però il Bassano non vorrebbe privarsi. Sul fronte partenze, invece, domani potrebbe essere la giornata decisiva per la cessione di Gavazzi al Pordenone (ma all’uscio pare si sia affacciato anche il Sudtirol), mentre per Beretta è tornato alla carica ieri il Monza e potrebbe riaprirsi uno spiraglio col Tuttocuoio.

Ore 20.50 – (Gazzetta di Mantova) I giornalisti locali, dopo le due vittorie su due ottenute dal nuovo mister Giovanni Colella, avevano fatto la bocca anche al terzo successo consecutivo. In realtà anche forse più dello stesso tecnico, che in sala stampa analizza con onestà e lucidità la gara: «Certo, se avessimo sfruttato meglio il contropiede al 94′ – dice l’allenatore – probabilmente avremmo conquistato tre punti ma le gare non si giocano solo negli ultimi cinque minuti. Ed in precedenza bisogna ammettere che anche il Mantova aveva sciupato un paio di buone occasioni per segnare. Mi chiedete se è giusto l’1-1? Anche la pensassi in modo diverso il risultato del campo è stato questo e lo dobbiamo accettare per quello che è». La filosofia di Colella non fa una grinza anche se poi l’ex mister del Como si lancia in una lettura critica della partita: «Non ho visto una bella partita – prosegue – e del resto se si affrontavano la quart’ultima e la quint’ultima del campionato è evidente che entrambe hanno qualche problema da risolvere. Ho visto molta confusione, forse dettata dalla pressione, in parte anche per lo stato del terreno di gioco che, bisogna dirlo senza mezzi termini, è inguardabile e finisce per penalizzare sia una squadra che l’altra. Guardando in casa mia complessivamente sono soddisfatto: temevo questa partita perché conoscevo la qualità e l’organizzazione del Mantova. Evidentemente se sono in questa posizione non tutto funziona però questa era una rosa allestita per puntare più in alto. Nel primo tempo abbiamo stretto i denti ma nella ripresa siamo stati bravi a reggere l’urto. Forse in futuro potremo anche fare qualcosa di meglio ma per ora mi va bene così».

Ore 20.40 – (Gazzetta di Mantova) Fedele all’assioma calcistico “gol sbagliati (a profusione), gol subìto”, l’Acm ha davvero scherzato col fuoco quando, ritrovatasi sotto di una rete, ha rischiato di tornarsene da Meda con un ko dagli effetti potenzialmente devastanti. «Non siamo nemmeno troppo fortunati – sottolinea Filippo Carini -. Ci era già capitato che gli avversari trovassero il gol sfruttando una mezza opportunità e la cosa si è puntualmente ripetuta anche contro il Renate. Sapevamo che si trattava di una squadra che difende piuttosto bene e riparte con attaccanti veloci, eppure ai nerazzurri abbiamo concesso pochissimo, fallendo invece il vantaggio a più riprese, in particolare nel primo tempo. È un periodo così, dobbiamo prendere coscienza che in questo modo si possono dominare le partite e rischiare contemporaneamente di perderle. Non è facile trovare la soluzione al problema e prevalere quando ci si gioca il tutto per tutto con rivali determinati quanto lo siamo noi. Credo che il Mantova valga di più dei 4 punti incamerati nelle ultime giornate contro le 4 rivali di bassa classifica e presto lo dimostrerà». Anche il neo arrivato Francesco Lo Bue non ha dubbi sulla salvezza dell’Acm. Un obiettivo che in estate sembrava ampiamente alla portata e che ora invece è diventato complicato: «Dal mio inserimento in squadra ho trovato un ambiente compatto – sottolinea l’esterno difensivo – con le carte in regola per raggiungere l’obiettivo di restare in Lega Pro. Presto sarò al 100%, mi manca ancora un po’ di condizione alla distanza. Il pari non è un risultato sincero ma bisogna sapersi accontentare tenuto conto che poteva pur finire peggio».

Ore 20.30 – (Gazzetta di Mantova) Al termine della gara il direttore sportivo Alfio Pelliccioni sospira a metà tra la delusione per l’ennesima occasione persa ed aver recuperato un punto che comunque muove la classifica: «Da un certo punto di vista è stata un po’ la fotocopia della gara di lunedì sera contro l’Albinoleffe – commenta il ds – pur se il Renate sotto il profilo dell’organizzazione ha qualcosa di più. Anche stavolta la partita l’abbiamo fatta noi, abbiamo creato un buon numero di occasioni sbagliandone alcune clamorose. Poi per poco come spesso accade nel calcio abbiamo rischiato anche di perdere pur se sarebbe stata una vera beffa». Poco altro resta da dire anche perché Pelliccioni ormai si è fatto la sua analisi: «Dopo 18 partite ormai abbiamo capito che il nostro campionato è questo. Inutile aspettarsi ogni volta una svolta che dia il via ad un torneo diverso: cerchiamo di stare tutti uniti, mantenendo la maggiore tranquillità e serenità possibile per uscire dalla zona playout. Il nostro obiettivo deve essere solo questo». Chiusura sul mercato: «In questa fase siamo bloccati perché non possiamo presentare una lista con più di 24 atleti ed i rifiuti di qualcuno ad accettare nuove destinazioni rendono tutto più complicato».

Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) Un esorcista per il Mantova. E quando il cronista chiede se si tratta di uno scherzo, la risposta di Serafino Di Loreto è un po’ spiazzante: «Sono serio: domenica al Martelli ci sarà un frate domenicano che arriva da Torino, speriamo di riuscire a vincere anche con il suo aiuto». È ovvio che la mente torna a quel maledetto 2009, l’anno in cui l’allora presidente Fabrizio Lori decise di affidarsi al motivatore Julio Otuday, arrivato a Mantova con la fama di santone o quasi. In questo caso a dare una mano all’Acm sarà una figura religiosa, ma il paragone viene spontaneo. Tornando alle faccende terrene, il patron del Mantova, che nel corso dell’intervallo del match di Meda si è intrattenuto a lungo con quel Giannarelli che in futuro potrebbe entrare in società, commenta così l’ennesimo pari della stagione, arrivato sul campo del Renate al termine di una gara dominata per un’ora abbondante dalla squadra di Javorcic : «Siamo stati superiori, la prestazione è stata buona, ma non si possono sprecare tutte quelle occasioni senza fare gol. Una partita del genere bisogna chiuderla già nei primi venti minuti». Il rammarico c’è, dunque. «Sì, siamo stati decisamente superiori e alla fine abbiamo addirittura rischiato di perdere, è incredibile». E quindi, cosa si fa? Come si esce da una crisi che sembra infinita? «Interverremo sul mercato e visto che stiamo parlando dell’attacco, dico che una punta arriverà». Dopo la prima giornata del girone di ritorno il Mantova è in piena zona playout: «Nonostante tutto ci salveremo – dice sicuro Di Loreto – e quando io dico qualcosa non lo faccio mai a caso. Ai tifosi dico che se loro adesso sono scontenti, noi lo siamo di più. Mantova è una piazza fantastica, non a caso ci sono delle persone disposte ad entrare in società». Anche il presidente Sandro Musso non può far altro che guardare avanti dopo l’ennesimo mezzo passo falso dei biancorossi: «Mi è piaciuto Longo – dice a caldo, subito dopo il triplice fischio dell’arbitro Mantelli – ma dobbiamo fare gol. Nel primo tempo abbiamo giocato bene». Un paio d’ore dopo, al telefono, Musso analizza nel dettaglio il match, di fatto confermando quanto in precedenza aveva detto Di Loreto: a questo Mantova manca qualcosa dal punto di vista tecnico – e si cercherà di reperirlo sul mercato – ma ad oggi il problema maggiore è quella maledetta rete che non vuole sentirne di gonfiarsi. Per maggiori dettagli chiedere a Momentè e Anastasi.

Ore 20.10 – (Gazzetta di Mantova) Ci risiamo. Un’altra gara esterna dominata per un’ora abbonandante e che finisce con un pareggio. Mister Javorcic in sala stampa, per l’ennesima volta, ribadisce di avere fiducia nella sua squadra. Il Mantova però esce dal comunale di Meda con un punto che non risolleva il morale della truppa e che anzi conferma tutti i limiti, non solo tecnici, del gruppo. «Siamo entrati in campo con l’atteggiamento giusto – dice l’allenatore croato – e abbiamo creato diverse occasioni da gol. Nella ripresa siamo calati un po’ e la partita è stata più equilibrata. Il calcio è così: la devi buttare dentro». Già, i gol, questi sconosciuti. Il Mantova ieri ha segnato grazie ad un’autorete rocambolesca e i due attaccanti, Momentè e Anastasi, sono stati tra i peggiori in campo. Javorcic non è d’accordo: «Momentè io l’ho visto bene» spiega. «È evidente – prosegue – che davanti abbiamo dei problemi. Ruopolo va gestito perché come sapete non sta bene. Anastasi stesso non è ancora al massimo della condizione…». Subito dopo aver incassato il gol di Florian e immediatamente dopo aver pareggiato, i biancorossi hanno avuto due blackout. Paura di perdere e incapacità di cercare fino in fondo il colpaccio, dunque? «Diciamo che viviamo una situazione borderline – ammette in parte il tecnico di Spalato – I ragazzi giocano con una grande pressione addosso e oggi (ieri, ndr) dopo aver preso l’1-0 qualche giocatore ne ha risentito psicologicamente, questo è vero». Dalla trasferta con il Renate Javorcic ha tratto anche spunti positivi: «Dobbiamo continuare così, a testa bassa. L’atteggiamento, lo ripeto, è quello giusto: serve soltanto muovere la rete. Facciamo un buon lavoro in settimana, che però non finalizziamo sotto porta in partita. Serve pazienza, se continuiamo così le soddisfazioni arriveranno». C’è un giocatore che ieri ha impressionato particolarmente l’allenatore biancorosso: «Longo è stato tra i migliori. Ogni giorno lo vede crescere in allenamento e sono contento che anche in partita abbia confermato il suo potenziale. Io non ho mai avuto dubbi su di lui. Ha un futuro». L’ultima battuta in sala stampa è sul contropiede subito dal Mantova nel corso del terzo minuto di recupero del secondo tempo con tre giocatori del Renate che non sono riusciti a concretizzare la più facile delle palle gol: «Non traduco in italiano quello che mi è scappato in croato» conclude Javorcic sorridendo mentre scuote la testa.

Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) Niente da fare, il Mantova non riesce a sfatare il tabù vittoria e torna dallo scontro diretto di Meda con in tasca il quarto pareggio consecutivo in altrettanti match con rivali per la salvezza. I biancorossi mettono sotto il Renate per buona parte del confronto, ma sciupano troppe occasioni e vanno sotto nella ripresa, riuscendo poi a pareggiare grazie a un’autorete di Malgrati. Da lì in poi saltano tutti gli schemi e nel finale l’Acm rischia tanto di vincere quanto di perdere. Il totale è che l’1-1 serve a poco ma mantiene almeno inalterata la distanza dalla zona salvezza, sempre a 5 punti. Al “Città di Meda” si comincia, davanti a pochi intimi, su un terreno in pessime condizioni, che insieme al forte vento (nel primo tempo spira contro il Mantova) condiziona la qualità del match. Javorcic ripropone il 4-3-1-2 e risolve i dubbi della vigilia preferendo Scalise a Scrosta, Longo a Gonzi e Momentè a Tripoli. Il Renate risponde col consueto 3-5-2 di mister Colella e tiene in panchina il mantovano Ekuban. Fin dall’inizio è il Mantova a fare la partita e a costringere il Renate a difendersi nella sua metà campo. Caridi è in gran giornata e innesca prima Momentè e poi Anastasi, ma la mira delle punte è sbagliata. Ci provano anche Longo e Dalla Bona, quindi è Momentè (a cui il portiere Castelli serve involontariamente la palla) a saltare il numero 1 avversario e a concludere poi incredibilmente fuori, ignorando Anastasi solo a centro area. Quello biancorosso resta un monologo e alla conclusione vanno ancora Dalla Bona, Anastasi e Caridi, ma di gol neppure l’ombra. Nella ripresa la musica è la stessa e mister Colella prova a cambiare qualcosa inserendo Graziano per il regista Galli. Poco più tardi Javorcic risponde con Tripoli al posto dello spento Anastasi. Al primo contropiede il Renate mette i brividi a Bonato con Valagussa, ma è ancora il Mantova a mancare un gol clamoroso, con Longo (molto positiva la sua prova) che calcia a lato a tu per tu con Castelli. Nella circostanza, da standing ovation l’assist di Caridi, che però non ne ha più e chiede il cambio. La sostituzione arriva dopo il gol a sorpresa del Renate, che al secondo vero affondo (16’) segna con Florian (Colella lo stava per sostituire con Ekuban e lo farà pochi minuti dopo), lasciato solo da Trainotti e libero di inzuccare a centro area un cross dalla destra. Sembra la fine, ma il Mantova (dentro Ungaro per Don Tano) tira fuori una reazione rabbiosa e chiude ancora il Renate nella sua area. Le conclusioni dei biancorossi sono però imprecise e allora l’Acm ringrazia gli avversari, che su corner tagliato di Dalla Bona fanno tutto da soli: Napoli svirgola il pallone sul primo palo, mentre Malgrati sul secondo la spedisce in rete nel tentativo di rinviarla. È 1-1 e siamo al 27’. A questo punto ci si attende l’arrembaggio del Mantova e invece paradossalmente i biancorossi si sfaldano, lasciando spazio agli avversari. Di certo pesa un calo fisico, ma sicuramente quello cruciale è l’aspetto psicologico. Fatto sta che i padroni di casa graziano due volte Bonato con Ekuban, mentre dall’altra parte è Tripoli a tentare invano la via della rete. Javorcic (34’) si gioca allora il tutto per tutto, inserendo Ruopolo per Longo e arretrando Ungaro a metà campo. La squadra si spacca, allungandosi paurosamente. Saltano tutte le cautele tattiche, si va da una parte all’altra del campo e potrebbe succedere di tutto. In realtà, però, non accade nulla, a parte l’incredibile errore finale del Renate, che allo scadere sbaglia un contropiede tre contro uno. Giusto così, il Mantova non avrebbe proprio meritato la sconfitta.

Ore 19.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 35, Alessandria e Bassano 32, FeralpiSalò 31, SudTirol 30, Pavia e Pordenone 28, Reggiana 26, Cremonese, Giana Erminio e Padova 24, Cuneo 23, Pro Piacenza 22, Lumezzane 19, Mantova 17, Renate 16, AlbinoLeffe 13, Pro Patria 8.

Ore 19.20 – Lega Pro girone A, fischio finale: Cremonese-Bassano 1-1.

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Un giramondo di Pasiano di Pordenone e un ex Piacenza, ma i club sono di serie B (e A) non la Pro Piacenza sconfitta ieri. Sono i due nuovi arrivi al Pordenone, che rispondono ai nomi di Marco Martin e Matteo Abbate. Martin è classe ’87, esterno di difesa come di centrocampo, proveniente dal Pavia, mentre nelle precedenti stagioni aveva indossato la maglia del Sudtirol. Abbate ha 32 anni, è un difensore centrale, pure lui dal Pavia dopo aver giocato anche in serie A e B con Piacenza, Gallipoli, Hellas Verona, Pro Vercelli e Cremonese.

Ore 18.40 – (Messaggero Veneto) «Questa vittoria è per Willy: era uno dei nostri». Il presidente Mauro Lovisa entra in sala stampa e dedica il successo al cuoco del Pordenone, Willy Gobbo, scomparso venerdì. Il membro dello staff neroverde è stato ricordato anche prima del match, con un mazzo di fiori depositato ai piedi della tribuna e sul bancone del “suo” chiosco, dove lavorava durante le gare. «Era una persona buona d’animo, apprezzata da tutti – attacca il massimo dirigente –: i tre punti sono tutti per lui. Analizzando il match, devo dire che i ragazzi hanno fatto una grande partita, attenta e di sacrificio, sicuramente meritata. Abbiamo creato molte occasioni, non poteva non arrivare il gol. E’ il successo della maturità, che ci lancia verso la salvezza». Soltanto? «Continuiamo così senza snaturarci, l’obiettivo non cambia, anche se possiamo fare qualcosa di importante. Il mercato? Arriveranno due giocatori, perché abbiamo bisogno di alternative». Ancor più dopo l’infortunio occorso a De Agostini. A quanto pare, il terzino friulano è incappato in una probabile distorsione al collaterale mediale. Difficile fare diagnosi precise, attualmente, ma sembra impossibile vedere in campo il giocatore prima di metà febbraio. Il tecnico Bruno Tedino, in questo senso, cerca di non pensarci e di guardare per ora alla prestazione dei suoi: «Abbiamo vinto una gara difficile, contro una squadra che ci ha fatto soffrire all’inizio – attacca l’allenatore del Pordenone –. Il nostro cambio di modulo, unito all’espulsione, ci ha agevolato. E siamo andati a trovare il gol dopo averci provato con ostinazione. Sono contento, sono tre punti che il gruppo merita per come lavora e per come soffre durante la settimana». E adesso? Neppure Tedino si sbilancia, anzi: invita tutti a tenere i piedi per terra. «Pensiamo partita dopo partita – spiega –. Perché appena facciamo voli pindarici pigliamo delle sonore sberle. Ora affrontiamo l’Albinoleffe e poi vediamo. Di sicuro, se siamo così umili, possiamo toglierci delle belle soddisfazioni». Chiusura con il match-winner di ieri, Francesco Finocchio, tornato in campo e al gol dopo una lunga assenza. «Sono molto soddisfatto – afferma l’attaccante neroverde –. E’ una rete importante per la squadra: questa è la seconda vittoria di fila, che ci regala una grande classifica. Sono contento anche per me stesso, avevo bisogno di una gioia dopo un periodo difficile». La descrizione del gol: «Ho saltato e ho colpito la palla: è andata bene – spiega sorridendo –. Se spero di ritagliarmi più spazio, ora? Certo, anche se la competizione fa bene, è uno stimolo per dare qualcosa di più». Che ormai ha preso il volo.

Ore 18.20 – (Messaggero Veneto) E adesso? Adesso c’è che questo Pordenone è in ballo per qualcosa di grande. Sì, perché la squadra di Tedino batte la Pro Piacenza e atterra a 4 punti dalla vetta, occupata al momento da Alessandria (che ha giocato) e Cittadella (in campo oggi). Tutto vero: è più vicina la testa della classifica, che la zona play-out, lontana 9 lunghezze. Distanze inimmaginabili a inizio stagione, rese realtà da questo successo, il secondo di fila, ottenuto con merito al di là di una superiorità numerica avuta per 63’: il Pordenone ha creato, si è reso pericoloso colpendo 2 pali e chiamando Fumagalli – migliore in campo – a intervenire da gran portiere su un tentativo di Strizzolo. Insomma, la squadra è matura per puntare in alto. Anche perché ieri ha vinto di nuovo senza De Cenco e Pederzoli, centravanti e regista titolari, autori di 10 gol in due. Inizio difficile. Non è stato facile, però, portare a casa i tre punti. Al di là delle assenze – mancavano pure Cosner e Martignago – i “ramarri” faticano anche in virtù dell’atteggiamento tattico della Pro Piacenza, arrivato al Bottecchia per portare a casa almeno un punto. Viali imposta la partita cercando di aggredire alto il Pordenone: il pressing parte dagli attaccanti, che vanno a disturbare il palleggiatore e aggredire gli appoggi. I boys di Tedino, sistemati col 4-3-1-2 contro un 4-3-3, faticano a trasmettere velocemente il pallone: mancano gli spazi per le solite traiettorie. L’occasione più ghiotta arriva da calcio d’angolo, difatti, con Fumagalli al 6’ che salva su tentativo di Filippini. Per il resto si produce poco. Tedino così passa al 4-4-1-1 e qualcosa migliora. La svolta. La squadra è più ficcante e, poco dopo, prende il volo. Carrus, già ammonito, si fa espellere per un ingenuo tocco di mano. E’ l’episodio che cambia il match. Cattaneo, largo a destra, comincia a pungere; Viali non tocca la squadra e rimane così con 2 centrocampisti (4-2-3). Si aprono squarci e il Pordenone ne approfitta. Ma non segna. Prima Fumagalli, su Strizzolo in contropiede, compie una parata incredibile, deviando la conclusione del giocatore friulano a tu per tu; quindi il palo nega la gioia del gol a De Agostini, autore di un bel diagonale mancino. La rete. Il Pordenone fa male, in ripartenza e non solo. Tedino così inserisce un’altra punta, Finocchio, per un centrocampista, Buratto. La porta, però, anche a inizio ripresa sembra stregata: al 10’ Ingegneri va a botta sicura di testa, ma Barba salva sulla linea. Al 13’ però giustizia è fatta. Palla vagante dopo un corner, che Cattaneo recupera al limite dell’area. L’ala mette la palla al centro e, di testa, Finocchio beffa Fumagalli. E’ l’1-0, meritato. La partita è ormai in discesa, i “ramarri” provano a chiuderla, tuttavia ancora il palo nega la rete a un incrociato tiro chirurgico di Filippini dopo uno scambio Pasa-Cattaneo. Si è a metà ripresa: il Pordenone tiene il campo, limita le sfuriate della Pro e, dopo 4’ di recupero, può esultare. Arriva un’altra vittoria, ed è la prima volta in questo campionato che la squadra ottiene due successi consecutivi. Sono tre punti della maturità, perché incamerati gestendo bene i 90’ della gara e senza giocatori importanti. Ma alla luce di questo, serve un intervento sul mercato? Sicuramente Tedino, con un paio di alternative in più, può permettere a questo club – e a questa città – di ambire a qualcosa di grosso. Ai play-off, che possono portare in serie B.

Ore 17.50 – Giuseppe Pillon (allenatore Padova): “Non tutte le ciambelle vengono col buco e in una brutta giornata l’importante era non perdere. Nel primo tempo abbiamo sofferto, non lavorando da squadra e siamo andati in difficoltà. Non mi esaltavo prima e non vedo perché adesso dovrei abbattermi. Non è stata una partita brillante da parte nostra,ma guardo il bicchiere mezzo pieno. Tatticamente? Forse all’inizio con gli esterni che non stringevano, poi nella ripresa l’abbiamo fatto ed è stata un altra partita. Loro hanno la migliore difesa del campionato e si vede, ma onestamente non eravamo brillanti come al solito. La nostra difesa ha combattuto e tenuto bene anche davanti alle difficoltà. Ci sono partite in cui non vengono le partite che prepari, non c’è alcun problema. Abbiamo sbagliato tanti passaggi,perso delle palle che di solito non perdiamo,ma poi le cose sono cambiate. Rischiare prima Cunico? Avrei dovuto togliere un altro dei nostri attaccanti,nella parte finale ho messo lui perché se no bisognava stravolgere troppo la squadra. Neto ha solo un affaticamento,niente di grave. Tutti questi pareggi? Più avanti vai,più sono difficili le partite, adesso ti giochi tanto in ogni gara e non è facile segnare. Quella di oggi è stata la partita più rognosa. Era importante non perdere”.

Ore 17.40 – Alessandro Favalli (difensore Padova): “Loro hanno giocato meglio nel primo tempo, poi noi nel secondo abbiamo coperto gli spazi e fatto quello che dovevamo. Il punto va bene, smuove la classifica e ti permette di avere continuità. Abbiamo pareggiato contro tre ottime squadre. Dobbiamo impegnarci per raggiungere i nostri obiettivi domenica dopo domenica. Noi nel primo tempo non siamo riusciti ad uscire dalla nostra metà campo. Sul finale poteva succedere qualcosa o che un episodio risolvesse la partita. Adesso abbiamo due trasferte di fila, pensando di gara in gara e ci prepareremo al meglio”.

Ore 17.30 – Rosario Bucolo (centrocampista Padova): “Nel primo tempo abbiamo sofferto un po’ ma abbiamo comunque fatto una buona partita. All’intervallo il mister ci ha chiesto di alzarci e di stare più stretti ed abbiamo soddisfatto le sue richieste. Nelle ultime tre gare abbiamo affrontato squadre costruite per vincere ed abbiamo visto che possiamo giocarcela con tutti! Dobbiamo continuare a lavorare perché sarà un campionato lungo e difficile…”

Ore 17.25 – Giuseppe Bergamin (presidente Padova): “Abbiamo portato a casa un buon risultato al termine di una partita più tattica che spettacolare che poteva essere sbloccata solo da un episodio. Vedo il bicchiere mezzo pieno perché diamo continuità ai risultati, ora pensiamo a sistemare l’organico. Il mercato? Stiamo ragionando molto per fare delle scelte oculate ed utili anche in prospettiva, mi piacerebbe tanto che fossero dei giovani ma vediamo. Solo la punta? Guardiamo anche a centrocampo se riusciamo a rinforzarci ulteriormente”.

Ore 17.20 – Edoardo Bonetto (vicepresidente Padova): “Negli ultimi venti minuti pensavo che saremmo riusciti a portare a casa i tre punti perché eravamo in crescita e stavamo creando, ma sono ottimista perché a mio avviso abbiamo fatto un’ottima partita conquistando un punto prezioso”.

Ore 17.10 – Alberto Colombo (allenatore Reggiana): “Abbiamo giocato molto bene nel primo tempo, mentre nella ripresa siamo calati forse anche a causa dell’infortunio di Bartolomei ma non voglio che sia un alibi. Abbiamo fatto un ulteriore passo avanti che ci permette di dare un segnale alle altre squadre ed ai nostri tifosi anche se possiamo e dobbiamo ancora crescere. Oggi potevamo capitalizzare meglio le occasioni avute, soprattutto nel primo tempo, quindi dobbiamo diventare più cinici. Ho sempre avuto fiducia nella mia squadra”.

Ore 17.00 – Fischio finale: Padova-Reggiana 0-0.

Ore 15.50 – Fine primo tempo: Padova-Reggiana 0-0.

Ore 15.00 – Inizia Padova-Reggiana.

Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Le luci dei riflettori (forse) sono puntate altrove, ma Stefano Sottili ha le idee chiarissime. A lui va bene così, gli va bene che i favori del pronostico vadano all’Alessandria, sconfitto malamente a Salò e al Cittadella, che nelle ultime due uscite casalinghe ha sempre perso. E che a Cuneo proverà a difendere la testa della classifica dall’assalto giallorosso. Sottili pensa al suo Bassano e alla Cremonese (si gioca alle 17,30 allo Zini), i suoi pensieri corrono veloci e focalizzano immediatamente l’obiettivo. «La scorsa settimana abbiamo affrontato la miglior difesa del girone — sorride l’allenatore toscano — oggi affronteremo la seconda miglior difesa. La Cremonese vorrà riaprire le proprie possibilità di rientrare nei playoff, vorranno vincere la gara, anche se probabilmente per caratteristiche cercheranno di far fare la partita a noi, per poi sfruttare le occasioni grazie alle qualità di un bomber come Brighenti». Detto che le voci di un corteggiamento a Simone Iocolano (per giugno, s’intende) non si fermano, sul mercato la Cremonese ha piazzato diversi colpi importanti che potrebbero spostare gli equilibri. «La Cremonese si è mossa bene sul mercato — sottolinea Sottili — Bianco e Suciu, anche se sono arrivati da poco, sono già scesi in campo la scorsa gara e Pesce è un giocatore importante per la categoria. Dovremo avere la consapevolezza che occorrerà dare il massimo mettendo in campo agonismo, corsa e determinazione. A Cremona andiamo per fare risultato e dare continuità alla striscia positiva». Proprio Simone Pesce potrebbe essere la grande sorpresa di oggi pomeriggio. Alla lettura delle formazioni Fulvio Pea, la cui popolarità a Cremona è ai minimi storici, potrebbe gettare subito nella mischia l’ultimo arrivato. «Abbiamo diminuito il numero di giocatori in rosa — afferma l’ex allenatore di Padova e Sassuolo — ma sicuramente abbiamo aumentato la qualità e questo non può che farmi piacere. Credo che la cosa più importante sia credere in noi stessi e nelle nostre possibilità, all’andata a Bassano giocammo una buona partita, speriamo di ripeterci oggi e di portarci a casa i tre punti». In campo nel Bassano non ci dovrebbero essere grossi stravolgimenti rispetto all’undici che ha battuto la Reggiana. Ancora una volta si punterà sull’estro di Iocolano e, chissà, magari sui gol di Fabbro, che anche partendo dalla panchina ha dimostrato di essere decisivo. Il nuovo acquisto Piscitella andrà in panchina, pronto a subentrare.

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Prima l’assist per Acquadro contro il Dro, poi il gol e una prestazione a tutto polmoni a Sacile. Emilio Volpicelli si è inserito alla perfezione nel motore di un Venezia – oggi al Penzo col Monfalcone (ore 14.30) – che il 4-2-3-1 disegnato da Giancarlo Favarin ha trasformato in una vera e propria macchina da gol. «Più dei 22 gol nelle ultime 5 partite pesano i 5 punti che in 180′ abbiamo mangiato al Campodarsego – evidenza Volpicelli -. Ora il Venezia è primo e la classifica più veritiera, da giocare però ci sono ancora 17 finali e sappiamo di essere obbligati a vincere sempre». Doveroso contro il Monfalcone, penultimo con 16 punti, inanellare il sesto successo consecutivo. «Di diverso da una settimana a questa parte c’è che finalmente possiamo fare a meno di pensare al Campodarsego, quella di essere padroni del nostro destino è un’opportunità importante. Nessuno ci regalerà niente, il Monfalcone va attaccato con la nostra consueta fame e convinzione». Il vero ostacolo per il Venezia è riuscire a sbloccare il prima possibile le partite, obiettivo raggiunto facilmente a Sacile, un po’ meno all’Epifania al Penzo con il Dro quando fu decisivo l’ingresso in corsa di Volpicelli. «Sono felice del mio inserimento in una squadra che già aveva i suoi equilibri e stava disputando un grande campionato – sorride il 23enne ex Bisceglie -. Mister Favarin mi conosce, da sempre cerco di rendermi utile con duttilità su tutto il fronte d’attacco, non ne faccio una questione di ruolo perché ogni zona può essere mia. In attacco siamo in tanti e tutti titolari, voglio godermi fino in fondo la possibilità di giocare per la prima volta in un team tanto forte». Pensando al Monfalcone anche il mancino napoletano sottolinea quanto sia fondamentale che la testa degli arancioneroverdi sia al top. «Siamo in serie D ma nessuno butta un pallone né ci sta a perdere. A Sacile ci siamo distratti un momento e abbiamo incassato l’1-2, episodio che ci ha fatto rialzare subito il livello di concentrazione fino a dilagare. Una lezione da tenere a mente per continuare la nostra corsa a mille all’ora».

Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Il campionato comincia ora». Suona come un avvertimento quanto detto da mister Giancarlo Favarin ai suoi, alla vigilia della sfida di oggi pomeriggio al Penzo con il Monfalcone. «L’ho detto ai ragazzi, dopo il sorpasso sul Campodarsego: abbiamo fatto tanto per arrivare qui, ma ora dobbiamo proseguire sulla stessa strada», spiega il tecnico arancioneroverde. Il lungo inseguimento del Venezia per raggiungere e sorpassare la diretta concorrente si è concluso la settimana scorsa con la sconfitta del Campodarsego a Este, ma per rimanere saldi in vetta occorre tenere lo stesso ritmo delle ultime gare, senza cali di tensione. Specie quando il calendario riserva per la giornata odierna una sfida facile sulla carta, contro una squadra che lotta per non retrocedere. «Ma non dobbiamo guardare alla classifica del Monfalcone, perché i giocatori titolari sono tutti importanti. E davanti — spiega Favarin — ci sono uomini come Zubin e Godeas che possono metterci in difficoltà in qualsiasi momento». C’è molto Venezia nella squadra battuta all’andata per 4-0, a cominciare dall’allenatore subentrato in ottobre a Giuliano Zoratti: l’attuale tecnico, Andrea Zanuttig, ha infatti vestito la maglia arancioneroverde nel 1987-88. E all’ex Denis Godeas si sono aggiunti strada facendo Emil Zubin e Daniele Mattielig, svincolati in dicembre dalla Triestina. Il Monfalcone è reduce dalla sconfitta con il Dro (5-2) della settimana scorsa, mentre il 6 gennaio aveva pareggiato con la Virtus Vecomp. Mister Zanuttig recupera Pratolino e Djukic, mentre deve fare a meno dello squalificato Bertoia. In casa arancioneroverde mancano Di Maio e Marcolini, mentre figurano tra i convocati Ferrante e Fabiano che però in settimana avevano lamentato qualche problema e partiranno dalla panchina. In aggiunta al reparto difensivo è stato convocato lo juniores Micheal Fiore. «Dobbiamo pensare a indirizzare subito la gara — è l’indicazione di mister Favarin — per non correre rischi». Con il Dro la situazione si era sbloccata solo nel secondo tempo, ma anche la goleada con la Sacilese è frutto di una «scossa» arrivata nella seconda parte del match, dopo che gli avversari avevano accorciato le distanze sul 2-1. «Non devono servirci queste scosse, dobbiamo tenere sempre alta la concentrazione. Dobbiamo giocare con tranquillità, senza innervosirci e cercare di chiudere quanto prima la partita». Fondamentali i tre punti in palio oggi, anche pensando alla doppia trasferta che attende gli arancioneroverdi, impegnati con Virtus Vecomp e Luparense. «Saranno due trasferte insidiose e noi non vogliamo perdere il primato, anche se il Campodarsego ora ha un calendario più facile», osserva il tecnico. La squadra di mister Andreucci sarà impegnata in casa con il Giorgione, poi giocherà a Trieste e tornerà al Gabbiano con il Dro. «Per noi — chiude Favarin — saranno tre giornate importanti. Ma ora pensiamo al Monfalcone».

Ore 13.50 – (La Nuova Venezia) Ritorno al Penzo da capolista per il Venezia che va a caccia della sesta vittoria consecutiva contro il Monfalcone del trio Mattielig, Zubin e Godeas con Andrea Zanuttig, ex Mestre e VeneziaMestre, a dirigere l’orchestra dalla panchina. Un altro testa-coda per gli uomini di Favarin, ma difensori con gli occhi spalancati perché i due ex attaccanti arancioneroverdi, nonostante l’età, non hanno dimenticato come si segna. E anche a Dro, pur perdendo nettamente (2-5), il Monfalcone ha beneficiato delle reti di entrambi. Tre punti d’obbligo per il Venezia, atteso poi dalle “trappole” di Verona e San Martino di Lupari, per tenere almeno a distanza il Campodarsego che nelle prossime cinque gare sarà gratificato, almeno sulla carta, dal calendario (Giorgione, Triestina, Dro, Sacilese e Monfalcone). «Adesso viene il difficile, il nostro campionato inizia oggi». Ripresa la vetta, Giancarlo Favarin non vuole lasciarla. «I tre punti sono d’obbligo, visto che poi ci aspettano due trasferte consecutive contro formazioni insidiose. Se a fine mese saremo ancora davanti, sarà un bel segnale». Rispetto alla trasferta di Sacile tornano Galli a sinistra, Soligo a centrocampo e Carbonaro in attacco, ballottaggio Ferrante-Luciani come esterno difensivo a destra, out per infortunio Di Maio e Marcolini, che martedì ritornerà ad allenarsi in gruppo, fuori per scelta tecnica Busatto e Gualdi. «La squadra sta bene, l’entusiasmo non manca, ma c’è anche la consapevolezza di dover affrontare ogni partita come se fosse quella decisiva». Tra i 23 convocati anche Michael Fiore, classe 1999, difensore della Juniores di Andrea Turato. Dall’altra parte Zanuttig recupera Pratolino e Djukic, i due difensori centrali assenti sette giorni fa a Dro, esce per squalifica Bertoia, attacco affidato a Godeas con Zetto, Zubin e Bertoni pronti a inserirsi a turno, e Mattielig a fare legna davanti alla difesa. Monfalcone a 3 punti dalla zona playout, in trasferta oltre al blitz a Sacile (2-0), sono arrivati solo due pareggi (0-0 con il Levico, 1-1 con il Mestre). Zanuttig ha preso in mano la squadra, dopo l’esonero di Zoratto, a metà ottobre (4 punti in 8 gare), conquistando 12 punti nelle successive 13 partite. Così al “Penzo” ore 14.30. Venezia (4-2-3-1): 1 Vicario; 2 Ferrante, 5 Modolo, 6 Cernuto, 3 Galli; 4 Soligo, 8 Acquadro; 7 Volpicelli, 10 Serafini, 11 Innocenti; 9 Carbonaro. A disposizione: 12 Andreatta, 13 Taddia, 14 Luciani, 15 Calzi, 16 Fabiano, 17 Callegaro, 18 Maccan, 19 Chicchiarelli, 20 Lattanzio. Allenatore: Favarin. Monfalcone (4-2-3-1): 1 Ciroi; 2 Miraglia, 5 Pratolino, 6 Djukic, 3 Fernandez; 4 Mattielig, 8 Catania; 7 Zetto, 10 Zubin, 11 Bertoni; 9 Mattielig. A disposizione: 12 Stoduto, 13 Battaglini, 14 Kozman, 15 Bezzo, 16 Medeot, 17 Villanovich, 18 Hirkic, 19 Germani, 20 De Gregorio. Allenatore: Zanuttig. Arbitro: Lalomia (Agrigento)

Ore 13.30 – (Gazzettino) Il Campodarsego è chiamato all’immediato riscatto oggi alle 14.30 nella sfida casalinga con il Giorgione. Dopo il primo stop in campionato nel derby con l’Este, che è costato anche la vetta della classifica (Venezia avanti due punti), la truppa biancorossa è decisa a riprendere il suo cammino. «In settimana abbiamo analizzato ciò che è successo – afferma Antonio Andreucci – dato che abbiamo pagato qualcosa dal punto di vista tattico e tecnico. Dopo tanto tempo è anche fisiologico incappare in una sconfitta, l’importante è ripartire dalle cose positive e ritrovare quell’intensità agonistica che abbiamo sempre avuto. Mi attendo di rivedere il Campodarsego, anche se c’è un avversario con il quale dobbiamo confrontarci: il Giorgione è squadra giovane, con giocatori forti in attacco che possono fare male a chiunque, quindi ci vorrà grande attenzione e organizzazione di gioco». ESTE. Non vuole cali di tensione Andrea Pagan dopo aver sconfitto il Campodarsego e accorciato a otto lunghezze il distacco dal secondo posto. In programma c’è la trasferta con il Levico, occasione nella quale il tecnico giallorosso ritroverà la panchina dopo due turni di squalifica. «Una trasferta insidiosa con una squadra organizzata, anche se ultimamente ha perso qualche colpo. Non è da prendere sotto gamba: dopo una vittoria importante c’è sempre qualche timore di mollare inconsciamente qualcosa, invece dobbiamo restare concentrati. Parafrasando Sarri, l’entusiasmo va bene, non l’euforia». Visto che ha citato il tecnico del Napoli, è una bestemmia parlare di primo posto per l’Este? «Noi facciamo la corsa sul Campodarsego, essendo la squadra che ci precede in classifica. Se tra una decina di partita riusciremo a colmare il distacco, poi non si sa mai. Io e la mia squadra siamo ambiziosi, anche se dobbiamo restare con i piedi per terra». Indisponibile Rosina. LUPARENSE SAN PAOLO. Le vittorie con Sacilese e Giorgione sono state un’iniezione di fiducia, oltre a dare un volto diverso alla classifica. Oggi con la Virtus Vecomp è una sfida che sa di prova del nove. Così Enrico Cunico: «Dobbiamo essere quasi perfetti. Abbiamo rispetto per l’avversario, ma non ci nascondiamo e dare continuità ai nostri risultati sarebbe un segnale importante. Affrontare in un momento nel quale stiamo bene un avversario d’alta classifica è un test che mi permette di vedere a che punto siamo». Davanti potete contare su un potenziale importante con Beccaro, Roveretto e Sottovia. «Sono giocatori che ci invidia più di qualche squadra di vertice, anche se dobbiamo migliorare ancora l’intesa con il resto della squadra». Assenti Praticò e Dal Santo. ABANO. È di scena in casa con il Dro e punta a dare continuità ai successi con Giorgione e Triestina. «Sono soddisfatto della mia squadra – sottolinea Karel Zeman – Ha sempre lavorato bene e mi fa piacere che siano arrivati anche i risultati. Il Dro è uno scoglio da affrontare al massimo, poi incontreremo le ultime due in classifica: facendo bene queste partite potremo allontanarci definitivamente dalla zona pericolosa». Squalificati Bortolotto e Meneghello, infortunati Maniero e Pepe. Preoccupato per le assenze? «Sono tra i nostri giocatori più quotati, ma abbiamo una rosa abbastanza completa».

Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Un turno da sfruttare al massimo. Oggi, alle 14.30, le quattro squadre padovane di Serie D scenderanno in campo per la terza giornata di ritorno. Sulla carta, i match in programma non dovrebbero essere così proibitivi per Campodarsego, Este, Luparense e Abano, impegnati rispettivamente con Giorgione, Levico, Virtus Vecomp e Dro. CAMPODARSEGO. Domenica scorsa i biancorossi hanno assaggiato per la prima volta il gusto amaro della sconfitta. Tuttavia, un passo falso dopo 20 partite giocate a livelli stratosferici ci può stare e contro il Giorgione, compagine reduce da due ko consecutivi, gli uomini di mister Tony Andreucci, al “Gabbiano” (arbitro Luigi Santorelli di Salerno), avranno la possibilità di dimenticare la doppietta incassata dall’Este. Il Campo dovrà pure sperare in un passo falso del Venezia (ora in vetta a due punti di distanza) a Monfalcone. Formazione Campodarsego (4-3-3): Vanzato; Buson, Gal, Ruopolo, Galliot; Bedin, Pelizzer, Piaggio; Aliù, Kabine, Radrezza. All. Andreucci. ESTE. C’è entusiasmo dalle parti del Nuovo Stadio. La partita odierna, però, si giocherà al Comunale di Levico Terme (arbitro Adalberto Fiero di Pistoia), che ha appena ottenuto l’omologazione per la D. I giallorossi affronteranno un Levico spinto da un pubblico piuttosto carico, nonostante la crisi nera di risultati dei trentini, a secco di vittorie da ben cinque partite e sprofondati in zona playout. L’Este, dopo il colpaccio col Campodarsego, vorrebbe rosicchiare altri punti alle due di testa. L’unico dubbio riguarda l’utilizzo del terzino Francesco Tiozzo, che potrebbe riposare in vista del raduno a Coverciano di domani con la Rappresentativa di Serie D. Formazione Este (4-3-3): Lorello; Tiozzo (Colombara), Montin, Guagnetti, Favaro; Arvia, Busetto, Maldonado; Coraini, Mastroianni, Marcandella. All. Pagan. LUPARENSE. Ha iniziato il girone di ritorno con due vittorie consecutive, la Luparense, rivoluzionata dal mercato invernale. I rossoblù ospitano la Virtus Vecomp Verona (arbitro Mario Milana di Trapani), formazione insidiosa ma non implacabile. Gli uomini di Gigi Fresco hanno perso finora cinque partite, di cui quattro fuori casa. Il match del “Gianni Casée” di San Martino di Lupari sarà dunque una prova del nove per capitan Beccaro e compagni, in cerca di continuità. Formazione Luparense (3-4-3): Rossetto; Antonello, Baggio, Pregnolato; Sanavia, Giglio, Cavallini, Severgnini; Roveretto, Sottovia, Beccaro. All. Cunico. ABANO. Giocherà davanti al proprio pubblico anche l’Abano che, oltre al buon gioco portato da Karel Zeman, sta raccogliendo risultati più in linea con il valore della rosa e le aspettative della società. Il tris è alla portata dei neroverdi, pronti a ridimensionare le ambizioni del Dro (arbitro Claudio Panettella di Bari), che ha gli stessi punti in classifica. Zeman dovrà fare a meno dello stopper Meneghello, squalificato. Il ritorno di Dan Thomassen dovrebbe facilitare la scelta dell’altro centrale difensivo, che dovrebbe essere il giovane Cuccato e non Ballarin che, con ogni probabilità, si riprenderà le redini del centrocampo. Formazione Abano (4-3-3): Bettin; Tescaro, Thomassen, Cuccato, Zattarin; De Cesare, Ballarin, Creati; Caridi, Gnago, Pepe. All. Zeman.

Ore 13.00 – (La Provincia Pavese) Alla già lunga lista di indisponibili s’è aggiunto anche Giovanni La Camera, che si è fermato in settimana per un problema al tallone e non è tra i convocati, stavolta non per motivi disciplinari. Al suo posto dovrebbe giocare dall’inizio Giuseppe Pirrone, uno dei quattro nuovi acquisti fin qui conclusi dal Pavia nel mercato di gennaio. E a proposito di nuovi, De Silvestro appena arrivato dovrebbe debuttare subito agendo sulla fascia destra. «E’ già pronto e a disposizione», conferma mister Fabio Brini. Che comunque deve rinunciare agli infortunati Bellazzini, Marco e Andrea Cristini, Abbate, Alessandro Marchi, Carraro (quasi pronto), Grillo (che è tra i convocati ma non è ancora a posto). Tante assenze anche nella Pro Patria (lo squalificato Taino e gli infortunati Zanotti, Bigazzi, Bastone, Montini, Filomeno, Sampietro, Marchiori). Di tutta la squadra, comunque, Fabio Brini dice di aver apprezzato in queste settimane «la disponibilità a cambiare modo di lavorare, i giocatori devono credere in quello che fanno perché è l’unica medicina che abbiamo oggi». Tra gli elementi del suo organico il mister azzurro dice di essere rimasto colpito in particolare da Ferretti: «A Carpi lo avevo già avuto, anche se relativamente perché stava recuperando da un infortunio».

Ore 12.50 – (La Provincia Pavese) Con l’Alessandria travolta a Salò e il Cittadella che rischia qualcosa oggi a Cuneo, il Pavia sembra avere un’ottima opportunità per riavvicinarsi al tetto del campionato. Di fronte c’è la Pro Patria, ultima e ancora sotto choc dopo il -20 in classifica chiesto dalla procura della Figc per il lungo elenco di illeciti contestazioni con riferimento alla passata stagione (tra questi anche quel Pro Patria-Pavia 2-3 che si giocò anche in quel caso il 17 gennaio, come oggi). E tuttavia mister Fabio Brini non abbandona quella prudenza che accompagna ogni prepartita. «In ogni gara ci sono difficoltà e nessuna è scontata, come si è visto anche in Feralpi-Alessandria, che tra l’altro rivaluta anche il nostro pareggio con la Feralpi – predica l’allenatore del Pavia – i 90’ vanno interpretati sempre con determinazione e attenzione massima nei confronti di chiunque». Da quando è subentrato Pala, ex tecnico azzurro due stagioni fa fino a dicembre, la Pro Patria continua a segnare pochissimo ma in compenso subisce anche poche reti, soprattutto per una squadra ultima in classifica: 7 in 10 giornate è un bilancio lusinghiero. La solidità difensiva acquisita fa capire come non sarà facile oggi pomeriggio allo Speroni scardinare il 5-3-2 che metterà in campo il mister bergamasco. «La Pro Patria – nota Brini – sta cercando in tutti i modi di venire fuori da una situazione difficile e quindi troveremo una squadra che lotterà su ogni pallone. Giocherà chiusa? Ci credo poco, nello sviluppo della partita ognuno prova a sfruttare gli spazi lasciati dagli avversari. Subisce poche reti? Significa che è una squadra concreta e robusta, che sa cosa fare. E noi dobbiamo essere bravi a entrare con il piglio giusto». Dopo l’inizio tremendo di stagione (dieci sconfitte di fila frutto del ripescaggio in Lega Pro avvenuto solo a inizio settembre, con la conseguenza di dover costruire la squadra da zero) la Pro Patria sta cercando di mettersi in scia della penultima. Ha fatto soffrire sia Bassano che Alessandria, ha battuto la Cremonese e sul mercato continua a muoversi e ha piazzato un altro colpaccio: dopo Pià ha ingaggiato un altro ex serie A (Fiorentina, Napoli, Genoa a Torino), ovvero l’argentino Mario Alberto Santana, che partirà dalla panchina.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Il 3-0 rifilato venerdì sera dal Feralpisalò all’Alessandria deve essere da sprone per il Cittadella, oggi impegnato a Cuneo. La squadra granata, infatti, dopo essere stata raggiunta in vetta alla classifica nell’ultimo turno di campionato proprio dalla truppa di Gregucci, ha la possibilità di prendersi la rivincita e staccare nuovamente una delle avversarie più accreditate per la vittoria finale. E soprattutto dare un colpo di spugna all’ultima brutta prestazione del Tombolato. Alla vigilia della sfida in terra piemontese il tecnico Venturato va subito al sodo: «Le pagine da scrivere da qui alla fine della stagione sono ancora molte, e ogni singolo punto diventa sempre più importante. Per questo dobbiamo lavorare tanto sulla mentalità. Quella con il Cuneo la considero una partita da dentro o fuori, così dev’essere vissuta dal Cittadella». La squadra deve migliorare ancora. «Abbiamo lavorato molto sui princìpi, sul modo di stare in campo, abbiamo costruito una nostra precisa identità. E quando vedi che non riesci a spuntarla sull’avversario, per molteplici ragioni, devi sapere leggere il momento e riuscire comunque a portare a casa un risultato positivo. Sabato scorso, raggiunto il 2-2, dovevamo accontentarci del pareggio, un punto che avrebbe avuto un peso specifico rilevante. Per questo dico che il Cittadella sta facendo bene, ma non mi basta, non è sufficiente per vincere il campionato. La sconfitta con il Sudtirol deve averci insegnato qualcosa». Venturato proseguirà con il centrocampo a rombo. «La voglia di dominare, di vincere la partita dev’essere più importante di qualsiasi schema tattico. Per questo parlo di mentalità, di atteggiamento giusto. Il Cittadella deve sapere riversare in campo tutto il lavoro settimanale: sa cosa fare in partita e ha grandi potenzialità tecniche per riuscirvi». Quanto al Cuneo, il tecnico granata mette tutti in guardia: «Dopo le prime cinque giornate veniva indicato come uno dei candidati alla retrocessione, invece io e Marchetti l’avevamo giudicata una buona squadra, il tempo ci sta dando ragione. Il Cuneo ha grande carattere, non molla mai, ed è guidato da un allenatore con grande esperienza. Ci sono poi giocatori di qualità. È una compagine che ha capito che a volte si può vincere anche correndo più degli avversari: la grande corsa è infatti una delle sue armi migliori». Qualche dubbio nella formazione del Cittadella: in difesa ci sarà da valutare Benedetti, anche se l’ultimo arrivato Nava è pronto al debutto; Scaglia-De Leidi sarà la coppia centrale (Pascali è ancora ko), mentre a destra giocherà Cappelletti al posto dello squalificato Salvi. In mezzo al campo torna capitan Iori ma non ci sarà Paolucci, costretto a un lungo stop, al suo posto Bobb. Le incertezze maggiori riguardano l’attacco: ad affiancare Litteri potrebbe spuntarla Bizzotto su Jallow e Bonazzoli. «Nava è un giocatore intelligente, pronto a calarsi nella nostra dimensione, è a disposizione al pari degli altri – sottolinea Venturato – È stata una scelta dettata dall’analisi della rosa: abbiamo valutato la difesa il reparto dove ci fosse la necessità di intervenire».

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) «Ora tocca a noi». Lo afferma Roberto Venturato e lo pensa tutto l’ambiente del Cittadella. Le tre scoppole (a zero) rimediate dalla co-capolista Alessandria a Salò, nell’anticipo dell’altra sera, regalano a capitan Iori e compagni l’opportunità di staccare nuovamente gli uomini di Gregucci in testa alla classifica del girone A della Lega Pro. Tra il dire e il fare c’è, però, di mezzo il… Cuneo, rivale questo pomeriggio allo stadio Paschiero. «Tutte finali». Che l’Alessandria fosse distratta dalla Coppa Italia è un’ipotesi, certo è che «la Feralpi ha offerto una dimostrazione di forza, candidandosi alla vittoria finale del campionato. Ci ha battuti al Tombolato, in una partita in cui abbiamo sprecato molto, permettendole di acquisire consapevolezza nei propri mezzi e, nell’anticipo, ha ribadito di essere una squadra di spessore, che sa muoversi bene in campo. Ora tocca alle altre replicare, ora tocca a noi», le parole pronunciate da Venturato ieri mattina, prima di partire assieme ai suoi uomini in pullman verso Cuneo. «È l’ulteriore riprova di come ci siano almeno 5 o 6 formazioni in corsa per la promozione. Per questo quello che ho detto ai giocatori è che da qui in avanti tutte le partite devono essere interpretate come finali da dentro o fuori». La sconfitta incassata dal Sudtirol sabato scorso pesa, ma può servire da lezione. «Stiamo lavorando per riuscire a mettere in pratica un calcio propositivo e basato sul possesso palla. Ma se in qualche momento non siamo in grado di giocare come vogliamo, dobbiamo anche avere l’umiltà di capirlo e regolarci di conseguenza. Con il Sudtirol, sul 2-2, non siamo stati capaci di portare a casa un punto, che sarebbe stato molto importante per la nostra classifica. Quella gara ci ha insegnato molto». Nava, Paolucci e il mercato. Venti i giocatori convocati per la trasferta in Piemonte. Mancano lo squalificato Salvi e gli infortunati Pascali, Donazzan e Paolucci, rientrano Iori e Scaglia e c’è il nuovo arrivato Nava. «Si è sempre allenato con l’Ascoli, in Serie B. È pronto fisicamente e molto motivato, anche se, ovviamente, non può conoscere appieno come lavoriamo». In altre parole, potrebbe pure partire titolare, ma solo se Benedetti non dovesse recuperare. «Amedeo negli ultimi due giorni è rientrato in gruppo, le sensazioni sono positive. Tuttavia lo erano anche sabato scorso e poi ha avuto una ricaduta. Valuteremo all’ultimo». Di sicuro l’infortunio a Paolucci, che resterà fuori almeno un mese e mezzo, non ci voleva. I piani della società non sembrano, tuttavia, cambiare. Anzi, Venturato ha una posizione precisa sull’argomento: «Sono d’accordo con Sarri quando sostiene che il mercato di riparazione dovrebbe durare soltanto due giorni. Non solo perché può distrarre i giocatori, ma anche perché in un mese ci sono squadre che cambiano completamente volto. Io, invece, penso che o lo si lascia aperto sempre, come nel basket, oppure lo si limita, perché questa situazione va a modificare i valori del campionato». Cuneo, umiltà e corsa. La preoccupazione più immediata, però, si chiama Cuneo: reduce dallo 0-0 con la Cremonese, con il quale è tornato a muovere la classifica dopo due stop, non va sottovalutato. «Dopo le prime cinque giornate tutti lo davano per spacciato e invece a me sembrava strano che rimanesse nelle zone basse della classifica, perché al Tombolato era riuscito a metterci in difficoltà», sottolinea alla fine il mister granata. «Alla distanza è emerso il carattere di un gruppo che non molla, che può contare su un allenatore di esperienza come Iacolino, e che è consapevole di come le partite si vincano correndo più degli avversari».

Ore 11.50 – (Corriere del Veneto) Sorriso a trentadue denti: la sconfitta (netta) dell’Alessandria, che trasforma la trasferta di Cuneo (occhio all’orario, si gioca alle 14) in un passaggio molto meno rischioso di quanto non lo fosse prima del ko a Salò della rivale per eccellenza sulla strada della serie B. Ko che rende tutto più semplice, anche se gli infortuni in serie tolgono il sonno a Roberto Venturato e resta pure il Bassano che segue a ruota. «Siamo un po’ in difficoltà sulla fascia sinistra — ammette l’allenatore granata — ma per Benedetti abbiamo sensazioni positive, domani (oggi per chi legge, ndr ) vedremo come avrà reagito a questi due giorni di lavoro. Poi è arrivato Nava, un ragazzo intelligente e serio che si sta ben integrando, è un colpo in ottica del miglioramento della rosa. Lui sta bene, ha finito l’andata ad Ascoli in serie B giocando, quindi è a tutti gli effetti disponibile». La strada verso la promozione è ancora lunghissima, la società sta dimostrando di non voler lasciare nulla d’intentato acquistando ovunque si aprano falle all’interno della rosa. «Dobbiamo capire che le pagine da scrivere in questo campionato sono ancora tante — dice Venturato — e da oggi tutte le partite devono essere finali. La settimana scorsa sul 2-2 dovevamo portare a casa il punto che ci avrebbe dato un gran vantaggio, ma non siamo stati bravi. Si deve lavorare sulla mentalità, è una partita da “dentro o fuori” contro una squadra ostica, di grande determinazione e corsa». Insomma, il tecnico granata non nasconde le insidie di una trasferta comunque da prendere con le molle. «Dobbiamo avere la capacità di far meglio di loro — dice — la partita tra Feralpi e Alessandria è sintomatica della difficoltà di questo campionato. L’aspetto psicologico conta molto e in questo momento le partite valgono più di tre punti. Le dimostrazioni di forza, come quella del Feralpi, servono sia a far paura alle altre sia ad acquisire consapevolezza per migliorare gioco e manovra. Da questo punto di vista dobbiamo rispettare tutte le squadre e cercare la forza di vincere le partita nella nostra unione di intenti, abbiamo un obiettivo comune da raggiungere faticando e lottando insieme». Due parole sul ko di Paolucci e sul mercato: «Mi dispiace molto per Paolucci — ammette l’allenatore — dovrà recuperare da un infortunio importante ma so che ci riuscirà e tornerà a darci una mano. Sono d’ accordo con Sarri sul mercato, dovrebbe durare due giorni. Per noi addetti ai lavori prima finisce meglio è perchè spesso non aiuta a migliorare. O lo si lascia aperto sempre, come nel basket, o lo si lascia chiuso: questa situazione va a modificare i valori del campionato».

Ore 11.30 – (Gazzetta di Reggio) Non è stata una settimana tranquilla, per la Reggiana. Chiarimenti, discussioni, infortuni (?) e mercato accompagnano la squadra a Padova per la prima giornata di ritorno. «E’ vero – dice Alberto Colombo – ma rimango dell’idea che questo sia il campionato delle mille possibilità e lo dimostra il 3-0 della Feralpi Salò all’Alessandria. Basta una vittoria per cancellare gli strascichi negativi che lascia una sconfitta. Questo per dire che ci sono ancora delle possibilità che però non saranno eterne». Avete incontrato una delegazione del Gruppo Vandelli che chiede impegno. «E’ l’ennesima dimostrazione dell’attaccamento e della particolarità di questa tifoseria. Che non ha come unico obiettivo vedere la squadra vincere a prescindere dalla prestazione, ma vuole che la maglia venga onorata, che ci sia sempre impegno massimo da parte di tutti e che arrivi la prestazione». Hanno anche detto ai calciatori di stare della sua parte, giusto? «Questo per me è stato un grande apporto e mi ha dato una grande mano. Se per caso qualcuno non lo fosse stato il messaggio è stato chiaro, però non credo ci sia questo tipo di problemi. E’ logico che abbiamo delle difficoltà, dovute forse al fatto di aver raccolto meno di quanto seminato». A Padova, saranno Parola e Bartolomei a sostituire Angiulli e Bruccini? «Sono le alternative che abbiamo e credo che in questo momento siano anche la scelta migliore. L’idea è quella di Parola più basso con Maltese a sinistra e Bartolomei a destra. Modulo a parte saranno importanti l’atteggiamento e l’equilibrio tra i reparti». La Reggiana ha la miglior difesa e a Padova si aspettano il catenaccio: sarà così? «Escluso il secondo tempo di Bassano, quando ci siamo abbassati è stato perché siamo stati costretti dall’avversario». Dopo Padova si affronteranno avversari teoricamente più semplici. «Ci sono le classiche bucce di banana su cui è facile scivolare. Intanto pensiamo al Padova, una squadra in salute e in crescita che insieme al tecnico ha cambiato marcia». Impazza il calcio mercato: come vivete questo periodo? «Non ne parlo perché non mi compete e anche per rispetto verso i giocatori. Per ora siamo fermi ma con questa rosa si può fare meglio di quanto fatto fino ad ora. Ci sono delle lacune che possono essere colmate in sede di mercato ma se così non fosse non dovremmo fasciarci la testa». Con Mignanelli è tutto risolto? «Se ha la testa giusta fa parte del progetto al pari degli altri. Se invece pensa di essere venuto qui con il diritto di giocare senza dimostrare di meritarlo, non è così. E questo vale per tutti: anche per quelli che eventualmente arriveranno». Vale anche per Angiulli? «Vale per tutti: rispetto per il lavoro dell’allenatore e per i compagni. Se qualcuno non ha testa giusta deve andare dalla società e dire che qui non vuole rimanere. Altrimenti deve rimanere e pedalare». L’incontro di lunedì? «Si possono essere alzati i toni ma questo non vuol dire che ci sono della rotture. Non credo abbia influito sui nostri rapporti».

Ore 11.20 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana oggi all’Euganeo contro il Padova (ore 15) ha nelle mani il proprio destino. E’ solo la prima partita del girone di ritorno ma rappresenta il bivio della stagione perché un ulteriore passo falso relegherebbe i granata nelle posizioni del dimenticatoio mentre una vittoria – ancor meglio se accompagnata da una bella prestazione – rilancerebbe le speranze quantomeno di play off in un campionato che nessuno sembra voler ammazzare. Non sarà un compito facile, anche perché non è stata una settimana come le altre per Spanò e compagni. La sconfitta senza alibi di Bassano ha irritato tutto l’ambiente, dai protagonisti sul campo fino ai tifosi passando per il tecnico e la dirigenza. Per tentare di ricomporre il “puzzle” sono stati necessari alcuni passaggi: subito è stato tolto un giorno di vacanza ai giocatori, strigliati a dovere alla ripresa di lunedì; poi qualcuno di loro è stato allontanato temporaneamente dal gruppo (Mignanelli) e qualcun altro ha le valigie pronte; infine giovedì sera la squadra si è riunita a cena al gran completo per appianare le ultime divergenze in attesa del responso che oggi darà il campo. Tuttavia i problemi non sono solo ambientali o psicologici e non riguardano soltanto un gioco poco esaltante o la difficoltà nel creare occasioni da gol: Colombo deve affrontare una vera e propria emergenza a centrocampo dato che sono out Bruccini, Angiulli (ieri in abiti civili durante la rifinitura e che sa tanto di partenza) e Danza. In settimana il tecnico aveva rispolverato il vecchio ed amato 4-3-3 ma avendo i giocatori contati opterà per il 3-5-1-1 che garantisce una maggiore copertura a discapito della fase offensiva, d’altronde l’ostacolo non è dei più morbidi. Per una Reggiana che deve trasformare questa gara nel proprio rilancio c’è un Padova, piazza storicamente ostica, in forte crescita e molto attiva nel mercato, oltre a provenire da un pareggio ad Alessandria che le andava addirittura stretto. Tutto questo per far capire che si tratta di un bel banco di prova per la Reggiana che, se passato indenne, aprirebbe le porte ad una serie di partite molto più abbordabili dove riguadagnare posizioni in classifica. Colombo manderà in campo Perilli fra i pali; Spanò, Sabotic e Frascatore in difesa; Mogos, Bartolomei, Parola, Maltese e Siega a centrocampo; Nolè alle spalle di Arma. Prima della rifinitura di ieri una delegazione del Gruppo Vandelli ha ottenuto un colloquio chiarificatore coi giocatori nello spogliatoio, ma anche la società ha manifestato la sua vicinanza col vicepresidente Sisto Fontanili e l’azionista Gianni Perin.

Ore 11.00 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Petkovic; Dionisi, Diniz, Fabiano, Favalli; Ilari, Corti, Bucolo, Petrilli; Altinier, Neto Pereira.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Tornando alle questioni biancoscudate, al suo arrivo aveva sottolineato che ci voleva più ritmo e intensità. Stando alle risposte sul campo, ci siamo quasi. «Un po’ alla volta stiamo crescendo anche in questo aspetto. Con l’Alessandria abbiamo finito meglio la partita rispetto all’avversario, significa che abbiamo lavorato bene, anche se abbiamo ancora margini di miglioramento». È sempre dell’avviso che bisogna prima pensare a raggiungere una posizione di classifica di tranquilla e poi si vedrà? «Tra una decina di gare si può essere più chiari. Anche se il nostro obiettivo è raggiungere una salvezza tranquilla e programmare un futuro importante.  Se il mio è un progetto a lungo termine? Mi sento parte di questa situazione, poi valuteremo con la società se è contenta di me o viceversa. Intanto stiamo lavorando per il presente e non molliamo niente». Sul fronte mercato è arrivato Sbraga, ma non sarà utilizzato dal primo minuto. «È qui da una settimana, ogni cosa deve avere il suo tempo: non si può buttare allo sbaraglio gente appena arrivata, fermo restando che è un giocatore con mezzi straordinari. Ma anche lui deve integrarsi nel gruppo e nei movimenti della difesa, dato che giochiamo di reparto e non di singolo. Credo che sarà pronto per la prossima settimana». L’attaccante? «Non dobbiamo avere fretta perché non possiamo sbagliare la scelta». Giovane o esperto? «Anche un giovane di prospettiva che possa fare la prima e la seconda punta e che sia attrezzato fisicamente. Ho fatto qualche nome alla società, ma bisogna vedere se si può raggiungere tenendo conto di quello che si può spendere. Dovrà essere bravo De Poli a trovare il profilo giusto».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Un passo spedito con tanto di media punti da fare invidia alle prime della classe che il Padova vuole confermare anche nel primo appuntamento casalingo del 2016, che coincide con il debutto nel girone di ritorno. La cura-Pillon ha già dato i suoi frutti e oggi nella sfida con la Reggiana ci si aspetta un ulteriore step nel processo di crescita della squadra, con l’auspicio che il tutto possa essere accompagnato dai tre punti. Di sicuro Neto Pereira e compagni sono partiti nel nuovo anno con il piede giusto e hanno tutti i mezzi per operare il sorpasso in classifica ai danni degli emiliani (attualmente due punti sopra) che nelle ultime nove gare hanno balbettato non poco. «È un bel banco di prova – esordisce Pillon – perchè considero la Reggiana allo stesso livello di Alessandria, Bassano e Cittadella anche se è in ritardo in classifica. Da parte nostra voglio verificare una continuità nei risultati che è importantissima e vedere se siamo maturi anche dal punto di vista mentale. Vincere sarebbe una grande cosa, ma dobbiamo essere bravi ad avere pazienza senza farci prendere dall’ansia del risultato, e fare la nostra partita. La mentalità deve essere quella di cercare di ottenere il massimo sempre». Sul possibile sviluppo della gara il tecnico puntualizza: «Loro sono una squadra che non ti lascia spazio. Non so se farà il 3-5-2 o cambierà modulo, in ogni caso la Reggiana crea sempre grande densità centralmente e dobbiamo essere abili a sfruttare le poche occasioni che ci capiteranno». L’incognita sul loro modulo può essere un problema? «No, nessun condizionamento». La Reggiana ha vinto appena una volta nelle ultime nove uscite. «Ho visto la partita con il Bassano, ha perso al novantesimo e il Bassano ha faticato moltissimo».

Ore 10.30 – (Gazzettino) Non sta certo vivendo il suo momento migliore la Reggiana, inserita nella griglia delle favorite per la promozione e capace di confermare le proprie ambizioni solo nei primi due mesi del torneo che l’hanno vista pure raggiungere la vetta della classifica all’ottava giornata. Poi un graduale calo, legato in particolare alla difficoltà di conquistare i tre punti, con un solo successo (sul campo dell’Albinoleffe il 12 dicembre) nelle ultime nove partite, a fronte di quattro pareggi, tre dei quali a reti bianche e il più recente in casa con l’Alessandria per 1-1, e altrettante sconfitte tra cui quella di misura rimediata in extremis a Bassano nel precedente turno. I numeri mettono ancora in evidenza l’efficacia del pacchetto arretrato, il meno perforato del girone (11 reti al passivo), ma la squadra paga in parte dazio con un attacco che non sempre punge a dovere (18 gol, ma solo 5 nelle ultime dieci partite). Proprio in questa ottica, anche alla luce di alcune assenze importanti in mediana, il tecnico Colombo potrebbe cambiare modulo, abbandonando il 3-5-2 e rispolverando il 4-3-3 della passata stagione o, in alternativa, il 4-4-2, a sua volta provato in settimana. Il centrocampo è comunque da reinventare dato che mancheranno Bruccini e il suo sostituto naturale Danza, entrambi per problemi al ginocchio sinistro, e Angiulli per un fastidio alla schiena. Troveranno così spazio Bartolomei e l’esperto Parola al fianco di Maltese. L’esterno destro Mogos dovrebbe essere arretrato in difesa e sull’altra corsia Siega verrà alzato, a completare il tridente d’attacco che vedrà al centro Arma, capocannoniere emiliano con sei marcature – la prima proprio a spese del Padova all’andata – e sulla destra Giannone, vicino alla cessione al Catania. Il sacrificato sarebbe dunque la punta Nolè che tornerebbe invece d’attualità in caso di utilizzo del 4-4-2. La squadra sarà seguita da un buon numero di tifosi: tre i pullman riempiti. Nei sette precedenti allo stadio Euganeo, tre successi del Padova, uno emiliano nel 2001 e tre pareggi a reti bianche tra cui quello nell’ultima sfida disputata nel 2008.

Ore 10.10 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Petkovic; Dionisi, Diniz, Fabiano, Favalli; Ilari, Corti, Bucolo, Petrilli; Altinier, Neto Pereira.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) È appena giunto Sbraga: prematuro pensare che possa già esordire dall’inizio? «È qui da una settimana, e credo che ogni cosa debba avere i suoi tempi: non voglio buttare in campo allo sbaraglio gente che deve ancora abituarsi ai movimenti del reparto. È un giocatore importante per noi, ha mezzi straordinari e per me può fare entrambi i ruoli nella coppia di centrali, ma deve ancora integrarsi al meglio: dalla prossima settimana sarà pronto». Nessun dubbio di formazione, quindi? «La squadra sinora ha fatto bene, perciò in linea di massima confermo gli undici di Alessandria». Tutti convocati? «Non c’è Dell’Andrea, impegnato con la Berretti, e non ho convocato Ramadani che è al centro delle “voci” di mercato. Ho parlato con lui, sono stato molto chiaro: non vorrei che un domani mi chiedesse perché non lo faccio giocare, quindi ora sa quali sono le mie scelte e sceglierà cosa fare». A proposito, i prossimi saranno giorni importanti anche per l’innesto davanti? «Per me è importante che arrivi l’attaccante, ma non possiamo sbagliare la scelta e quindi non si deve avere fretta. Mi piacerebbe un giocatore che possa fare sia la prima che la seconda punta, anche un giovane può andare bene, l’importante è che sia fisicamente strutturato, con caratteristiche diverse sia da Neto che da Altinier. Io ho fatto qualche nome al ds, adesso sta alla società valutare sia il giocatore che l’aspetto economico».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Una vittoria nelle ultime 9 giornate: di certo non è la Reggiana d’inizio stagione. «Vero, ma ho visto la loro partita di Bassano una settimana fa: posso assicurare che per i giallorossi è stata durissima, hanno trovato il gol solo nei minuti finali e la Reggiana ha reso loro comunque la vita difficile. Non lasciano spazi, si chiudono bene centralmente, e noi dovremo essere abili a sfruttare le poche occasioni che ci capiteranno». Si aspetta la prima vittoria del nuovo anno? «Sarebbe una grande cosa, ma dobbiamo giocarcela. Dovremo essere bravi a non avere fretta, ci vorrà molta pazienza, e niente ansia da risultato. Voglio che il Padova giochi la sua gara pensando solo a ciò che deve fare». Superarli in classifica, tuttavia, vi costringerebbe a rivedere al rialzo gli obiettivi. «Ad Alessandria abbiamo giocato la nostra gara, e così faremo anche oggi cercando di ottenere il massimo. Non faccio altri calcoli, mi piace concentrarmi solo sulla sfida che sta per arrivare: solo tra una decina di partite potremo capire che campionato potremo disputare».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La marcia da playoff è scritta nei numeri, nel rendimento di una squadra che dall’arrivo di Giuseppe Pillon ha cominciato a viaggiare ad una media di due punti a partita, prendendosi il lusso di bloccare Bassano ed Alessandria e di strappare il successo ad Albinoleffe e Giana. Ma oggi, per la prima casalinga del 2016, nonché la prima del girone di ritorno, all’Euganeo arriva la Reggiana: terza “corazzata” di fila per i biancoscudati, ma stavolta a tiro di sorpasso in classifica. Se il Padova riuscisse davvero a conquistare i tre punti e ad insediarsi a quota 26, superando gli emiliani partiti ad inizio anno con dichiarate ambizioni di promozione, allora davvero la stagione potrebbe cambiare. E non può bastare il tracollo dell’Alessandria nell’anticipo per ridimensionare l’1-1 del “Moccagatta” di otto giorni fa. «Avranno avuto già la testa alla Coppa Italia, ne sono sicuro», rileva mister Pillon alla vigilia. «Io, invece, voglio verificare la continuità di risultati della mia squadra, che per me è un fattore importantissimo. Questo è un altro bel banco di prova: la Reggiana, secondo me, è al livello di squadre come l’Alessandria, il Cittadella e il Bassano, e ha una rosa costruita per ambire ai primissimi posti. Voglio vedere se siamo veramente maturi, anche dal punto di vista mentale: quella di oggi non sarà una partita semplice».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il Padova rimette piede all’Euganeo per la prima volta nel 2016: l’aveva lasciato con il buon 1-1 contro il Bassano. A distanza di nemmeno un mese da quel giorno terribile, oggi Daniel Niccolini tornerà per la prima volta in città dopo il grave infortunio e l’intervento subìto al ginocchio destro, e sarà in tribuna per seguire i compagni. Intorno a lui, atteso anche un discreto pubblico sugli spalti: si dovrebbero superare quasi certamente le 4.000 unità, visto che oltre ai 3.411 abbonati e ai tradizionali paganti (qualche centinaio) sono annunciati almeno 300 tifosi ospiti in arrivo da Reggio Emilia, che saranno sistemati in Curva Nord. Parola in regìa. Problemi di formazione per mister Colombo, che in un colpo solo perde per infortunio due mediani (Danza e Bruccini) e per questo potrebbe anche passare al 4-3-3, sebbene il classico 3-5-2 rimanga lo schieramento più probabile. In cabina di regia spazio all’esperto Parola, mentre in avanti, dietro all’unica punta, l’ex cittadellese Arma (in gol all’andata per l’1-1 finale), dovrebbe agire l’ex bassanese Nolè. Solo panchina per Riccardo De Biasi, giovane difensore di 21 anni uscito dal vivaio biancoscudato.

Ore 09.10 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Petkovic; Dionisi, Diniz, Fabiano, Favalli; Ilari, Bucolo, Corti, Petrilli; Neto Pereira, Altinier.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) «La priorità ora è la punta — conferma Pillon — ma dobbiamo andare con calma perché è una scelta importante che va fatta con giudizio ed intelligenza e che vada di pari passo con la politica della società. Va bene anche un giovane di prospettiva, ma a patto che sia fisicamente strutturato e che possa giostrare sia da prima che da seconda punta». La Reggiana arriva all’appuntamento non certo in condizioni ideali, anche se i tifosi hanno confermato l’appoggio al tecnico Alberto Colombo. «I tifosi hanno chiesto ai giocatori maggiore impegno di stringersi attorno alla mia figura — spiega l’allenatore emiliano — e devo ringraziarli per questa presa di posizione. Stiamo attraversando un momento difficile, dobbiamo stare uniti e nessuno deve sentirsi con il posto assicurato, tantomeno Mignanelli. Deve meritarsi il posto rispettando le regole interne al gruppo». Insomma, un messaggio chiarissimo a un giocatore senza dubbio importante ma che non andrà in campo nemmeno a Padova per grazia ricevuta. E il Padova dovrà cercare ovviamente di approfittarne, mettendo in campo testa e cuore.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Poche sorprese in merito alle scelte di formazione, con l’undici titolare confermato in blocco e il neoacquisto Sbraga in panchina. «Sono orientato a confermare la squadra di sabato scorso — ammette il tecnico trevigiano — Sbraga è un giocatore importante e con mezzi notevoli ma sarebbe rischioso buttarlo subito nella mischia, è con noi da pochi giorni e c’è bisogno di un minimo di tempo per chiunque arrivi. Dell’Andrea andrà a giocare con la Berretti, mentre Ramadani non sarà dei nostri per varie situazioni». La cessione di quest’ultimo sembra essere a buon punto, la soluzione ci sarebbe già (la Triestina), ma il giocatore per adesso non accetta e preferirebbe una pista all’estero, sta facendo resistenza e la società spera con questa mancata convocazione di fargli capire che il suo tempo a Padova è terminato. La priorità rimane un attaccante da affiancare a Neto Pereira e Altinier, la pista più calda è quella che porta al giovanissimo Panìco del Genoa.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Vincere per dare un segnale forte alla concorrenza. Vincere per dimostrare che, anche contro le «grandi», il Padova può essere grande fino in fondo. Vincere e basta, perché la Reggiana fu la prima a testare il nuovo corso biancoscudato e in quella partita ci fu tanto di buono. C’era Carmine Parlato in panchina, certo, adesso c’è Giuseppe Pillon. Ma il Padova che conquista 8 punti in quattro partite con il nuovo allenatore continua ad essere invischiato in una posizione ibrida, quel centroclassifica che non fa fare i salti di gioia a nessuno ma che quantomeno allontana i pensieri più tetri. «Voglio verificare — riconosce Pillon — la continuità di risultati. È un bel banco di prova, perché la Reggiana è stata costruita per fare un campionato di alta classifica e come valori la considero alla pari di Bassano e Cittadella. È una squadra che non lascia spazi e che si chiude molto bene centralmente, non so se cambieranno modulo ma dovremo sfruttare i pochi spazi concessi. E noi andremo in campo come sempre dando il massimo per vincere».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Alessandria e Cittadella 32, Bassano e FeralpiSalò 31, SudTirol 29, Pordenone 28, Pavia 27, Reggiana 25, Giana Erminio 24, Cremonese, Cuneo e Padova 23, Pro Piacenza 22, Lumezzane 19, Mantova 17, Renate 16, AlbinoLeffe 12, Pro Patria 7.

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la diciottesima giornata: Lumezzane-Giana Erminio 0-1 (Perna (Ge) al 8′ st), Renate-Mantova 1-1 (Florian (Re) al 16′ st, autogol di Malgrati (Mn) al 27′ st), Pordenone-Pro Piacenza 1-0 (Finocchio (Pn) al 14′ st). Oggi, ore 14.00 Cuneo-Cittadella, Pro Patria-Pavia. Oggi, ore 15.00 Padova-Reggiana, SudTirol-AlbinoLeffe. Oggi, ore 17.30 Cremonese-Bassano. Giocata venerdì FeralpiSalò-Alessandria 3-0 (Maracchi (Fs) al 16′ pt, Bracaletti (Fs) su rigore al 26′ pt, Settembrini (Fs) al 5′ st).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 16 gennaio: rifinitura per i Biancoscudati, tutti presenti. Non convocati Dell’Andrea e Ramadani.




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