Padova, ritmo-playoff nelle ultime quattro gare. Pillon: “Crescita progressiva ma non bisogna esaltarsi…”

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Il girone d’andata è andato in archivio. Tempo di primi bilanci, di analisi di ciò che è stato e di prospettive per ciò che sarà. Il Padova, con il pareggio di Alessandria, ha chiuso la prima metà di stagione svoltando a quota 23 punti, nel “gruppone” di centroclassifica. Un risultato sicuramente in linea con l’obiettivo dichiarato della società, quello di una tranquilla salvezza (la zona playout, al momento, dista 4 punti), ma con diversi numeri che possono offrire spunti interessanti. L’altalena. Senza quel lungo periodo di “buio”, cominciato con la sconfitta interna subìta dal Sudtirol e terminato con lo scialbo 0-0 sul campo della Pro Patria, il cammino dei biancoscudati sarebbe stato invidiabile. Dopo che la formazione di Parlato aveva iniziato la stagione con 8 punti nelle prime 4 gare, infatti, nei successivi 9 incontri ha messo insieme la miseria di 7 punti. E l’ultimo pareggio, a Busto Arsizio, è costato al tecnico della promozione dalla Serie D la panchina. Con l’arrivo di Bepi Pillon c’è stata una nuova partenza lanciata: proprio come ad inizio stagione, nelle ultime 4 gare Neto Pereira e compagni hanno viaggiato ad una media di 2 punti a partita.

Numeri da playoff. Sì, perché se la classifica si stilasse in base alle ultime quattro gare, in effetti il Padova sarebbe sul gradino più basso del podio. Gli 8 punti raccolti (esattamente gli stessi messi insieme dall’Alessandria “campione d’inverno”) sono stati inferiori solo a quelli del Sudtirol, che ne ha conquistati 9, e del Bassano, che ne ha portati a casa ben 10, lasciando per strada gli ultimi 2 proprio all’Euganeo, nel turno pre-natalizio. E anche andando a guardare il computo delle reti, il Padova si attesterebbe in piena zona-spareggi. Sudtirol e Alessandria hanno messo insieme 8 gol nelle ultime 4 gare, mentre i nostri – così come i giallorossi vicentini – ne hanno realizzati 7. «C’è stata una crescita progressiva, di partita in partita», ammette soddisfatto mister Pillon. «Ma io non mi accontento: abbiamo le potenzialità per migliorare ancora, anche se le cose finora sono andate davvero bene. Basti pensare che, dopo Bassano ed Alessandria, è rimasto anche un po’ di rammarico, perché forse avremmo potuto portare a casa qualche punto in più. La risposta della squadra è stata positiva, ma per confermare tutto il buono che è stato fatto sinora bisogna proseguire: prima di poter dire che le cose stanno andando ok serve un filotto di 10-12 gare utili».

Il passo delle ultime, però, è da piena zona playoff. «Bisogna dimostrarlo, troppo facile esaltarsi dopo 4 partite: se ne saremo all’altezza sino alla fine, l’obiettivo non sarà impossibile da raggiungere». L’avversario. Emblematici, viceversa, i dati della Reggiana, la sfidante di domenica 17, alla quale i biancoscudati nell’ultimo periodo hanno “rosicchiato” 3 punti, portandosi a distanza di “potenziale sorpasso”: nonostante i granata abbiano subìto solo 2 gol, uno in meno del Padova, nelle ultime 4 gare, ne hanno messi a segno altrettanti, decisamente pochi. «Il prossimo esame sarà ancora una volta un banco di prova importante», ammette il tecnico. «La Reggiana è stata costruita per ambire alla promozione, e la difficoltà in più è rappresentata dal fatto che non attraversa un momento facile». Contro l’Alessandria, però, avete mostrato anche una condizione atletica invidiabile, finendo in crescendo e dando l’impressione di averne più dei piemontesi. «Durante la sosta abbiamo lavorato molto, soprattutto colmando le lacune individuali di qualcuno in particolare. Sabato, nel finale tutta la squadra era padrona della situazione, anche se devo dire che la riposta di Neto, che ha retto 90’ su buoni ritmi, mi ha stupito».

(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)




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