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Ore 21.40 – (Il Piccolo) Nel mare di problemi societari, in una situazione ancora incerta e un futuro al momento indecifrabile, sicuramente potrà apparire come una piccola noia. Sta di fatto, però, che stanno venendo al pettine anche i nodi irrisolti della passata stagione, ovvero quelli riguardanti le pendenze di giocatori che non erano state interamente saldate. Una di queste è già entrata in fase esecutiva. Sono stati infatti resi noti i provvedimenti della Commissione Accordi Economici, riunitasi a fine dicembre. Tra le altre decisioni, è stato preso in considerazione il reclamo presentato lo scorso ottobre da Marco Sittaro, giocatore in forza alla Triestina nello scorso campionato, anche se aveva totalizzato appena 4 presenze. Nel suo reclamo, Sittaro aveva fatto presente di aver percepito solamente 900 dei 3mila euro pattuiti nell’accordo con la società a inizio stagione: la Commissione, fatte le dovute verifiche, ha pertanto condannato l’Unione Triestina 2012 al pagamento di 2.100 euro a Sittaro entro 30 giorni. Il rischio, in caso di insolvenza nei termini previsti, è quello di incorrere in punti di penalizzazione. Sotto questo aspetto, va ricordato che finora tutte le numerose vertenze presentate in passato dai giocatori delle precedenti stagioni (che si riferivano alle gestioni targate Cergol-Memheti) erano state saldate da Pontrelli nei termini previsti, cosa che aveva evitato penalizzazioni nello scorso campionato. Alla fine, però, era rimasta fuori un’altra vertenza molto pesante che si era trascinata per le lunghe, anch’essa risalente alle stagioni precedenti, riguardante il tecnico Maurizio Costantini e il suo staff. Un debito sostanzioso di circa 30mila euro non ancora saldato, che quindi potrebbe portare prossimamente a dei punti di penalizzazione, che nell’attuale situazione di classifica sarebbero molto pesanti. Quanto alla vicenda Sittaro, è ovvio che con 30 giorni di tempo davanti, è ancora presto per capire che fine farà quest’altro debito: la cifra da pagare è irrisoria, ma è ovvio che prima di tutto ci sono sul tavolo i delicati passaggi societari, ovvero l’eventuale rogito del passaggio di proprietà da tenersi a fine mese, un concordato da presentare e una fideiussione valida a garanzia. Insomma, se tutto filerà liscio, il problema della vertenza Sittaro si risolverà facilmente. In caso contrario, i guai saranno ben altro di un semplice pagamento di 2.100 euro. Nel frattempo la squadra ha ripreso gli allenamenti, iniziando la preparazione per la trasferta di domenica sul campo del Calvi Noale. La speranza è di poter utilizzare le nuove pedine rispetto alla partita contro l’Abano, ovvero Skerjanc e Cucchiara. In attesa anche di qualche nome nuovo anche sul fronte degli under.
Ore 21.20 – (Corriere delle Alpi) 100 gol del “Cobra” con la maglia del Belluno. Non è da tutti riuscire a raggiungere la tripla cifra in serie D, ancor meno con la stessa maglia. Simone Corbanese, però, ci è riuscito. Contro il Calvi Noale, il numero nove del Belluno ha esultato per la centesima volta con i colori gialloblù del grifone cittadino. Il bomber non ama troppe lusinghe, non parla volentieri di lui, ma preferisce dividere la gloria di queste reti con i suoi compagni di avventura. «Se sono riuscito a fare tutti questi gol in questi anni, la maggior parte del merito è del gruppo storico di questi ultimii quattro anni – racconta il capitano gialloblù – in questa categoria non è facile trovare un ambiente del genere, siamo veramente un gruppo incredibile». La carriera del Cobra è iniziata nel 1994 all’età di sei anni. «Ho cominciato a tirare i primi calci al pallone con la maglia dei lancieri di Libano, del vecchio San Giorgio, e da quel momento non mi sono più fermato. Una passione cominciata grazie al papà Walter. Lui giocava con la prima squadra e ho cominciato li la mia avventura. In seguito, tutti i bambini sono stati spostati a Sedico, dove sono rimasto fino ai 12 anni. Al primo anno degli Esordienti sono andato a giocare a Belluno, con Alessandro Prest come allenatore. Ho percorso tutte le giovanili con la maglia gialloblù, Giovanissimi, Allievi e fino alla Beretti. Nella stagione 2004-2005 mister Gianni Bortoletto mi fece fare l’esordio in prima squadra, in C2. La stagione però si concluse con la retrocessione in serie D». Le due stagioni successive all’esordio non furono semplici per lei, che fu costretto a fermarsi per la rottura dei legamenti del ginocchio. Sulla panchina c’era mister Pasa. «Sono stati due campionati dove ero semre in prima squadra, ma non sono stati facili – spiega Corbanese – dopo una decina di presenze mi sono rotto il ginocchio e sono tornato un anno dopo, giocando qualche partita ma senza trovare continuità. È stato un biennio particolare». Poi è arrivata la stagione della consacrazione. Messo l’infortunio alle spalle lei tornò con determinazione sul campo di gioco e sulla panchina del Belluno arrivò mister Andreucci, oggi allenatore del Campodarsego, seconda forza del campionato. «È stato lui che mi ha lanciato nella categoria. È stato il primo a credere veramente in me, facendomi giocare tanto. E proprio in quel torneo è arrivato il mio primo gol con la maglia gialloblù in prima squadra. Eravamo in trasferta sul campo dell’Eurotezze, in quella partita partivo dalla panchina e una volta entrato sono riuscito a buttarla dentro dopo pochi secondi. Il cross è arrivato sul secondo palo da una punizione laterale, mi sono trovato al posto giusto ed è bastato spingere la palla in rete con il piede. Devo molto a mister Andreucci: in quella stagione, e in quella successiva, mi insegnò tante cose che mi fecero crescere». Dopo un biennio fatto di diciassette gol, per lei suonarono di nuovo le sirene del professionismo e alla sua porta bussò una conoscenza del calcio bellunese. «Augusto Fardin mi prese e mi portò alla Sacilese, dove rimasi per due anni. Ho dei bellissimi ricordi della prima stagione, eravamo veramente un gruppo spettacolare. All’inizio feci tanta fatica, ma dopo trovai il mio spazio e mi abituai alla categoria, segnando qualche gol. Alla fine del campionato riuscimmo a salvarci e questa esperienza è stata veramente incredibile e fondamentale per la mia crescita. L’anno dopo, purtroppo,non riuscimmo a ripeterci e retrocedemmo. Personalmente patii un brutto infortunio muscolare che condizionò molto la mia stagione». Conclusa la parentesi a Sacile, lei firmò un anno per il Montebelluna, in serie D. «Rientravo dall’infortunio e non sapevo cosa aspettarmi. ma ne uscì una bella stagione, dove misi a segno 16 gol in campionato, contribuendo al raggiungimento dei play off. L’anno dopo sono tornato a Belluno». Figlio di un difensore, nipote di un bomber. Lei non ha cominciato per caso la sua carriera calcistica. Il papà Mario e lo zio Walter l’hanno portata sui campi di calcio fin da piccolo, mostrandogli in prima persona il mestiere. «Quando da bambino mi chiedevano chi fosse il mio idolo rispondevo sempre Mario. Nessuno sapeva chi fosse e io spiegavo che era mio zio! Entrambi mi hanno insegnato i valori di questo sport. Nessuno dei due è stato un professionista, erano due grandi appassionati, ma sicuramente vederli giocare fin da piccoli mi è servito. Devo molto ad entrambi». Quale è l’allenatore con cui ha avuto più feeling? «Non mi sento di nominarne uno solo – racconta Simone – sicuramente Antonio Andreucci è stato importante nella mia carriera perchè, oltre ad avermi insegnato tante cose, mi ha lanciato nella categoria. Dopo, a Sacile, mister De Agostini mi ha dato tanti stimoli in una categoria difficile come la serie C2. Al rientro a Belluno, dopo l’anno a Montebelluna, ho trovato Roberto Raschi che non conoscevo e anche con lui ho avuto un bel rapporto e dal quale ho imparato molto. Per ultimo, ma non per questo meno importante, dico Roberto Vecchiato. Con lui in panchina sono riuscito lo scorso anno a fare 26 gol. Non lo so neanche io come ci sono riuscito». Quale è il compagno di squadra con cui ha legato di più? «Ho giocato tanti anni con Andrea Radrezza, da cui è nata un’amicizia che va al di fuori del calcio. Ho dei bellissimi rapporti con altri, però, per esempio con Simone Brustolon. Ci sentiamo spesso, anche se non giochiamo più insieme. Ho rapporti speciali con Simone Bertagno e Roberto Vecchiato. Con loro ho giocato le due stagioni a Sacile, Roberto è stato anche il mio capitano». Ha qualche rimpianto se si guarda alle spalle? Poteva fare qualcosa di più? «Alla fine di tutto penso che vada bene così. Ho giocato per qualche anno tra i professionisti e non ho rimpianti. Ho sempre dato anima e corpo per questo sport, ma è importante capire dove si può provare ad arrivare e dove bisogna invece fermarsi». Dopo Montebelluna era felice di tornare a casa? «Assolutamente si, potevo andare da tante altre parti, ma volevo rientrare. Sono stato lontano tre anni facendo belle esperienze, ma la priorità era quella di mettere la maglia del Belluno». Farà l’allenatore quando smetterà? «In questo momento dico di no. Non mi piace ragionarci, perchè quando arriverà quel momento vorrà dire che sarò vicino al ritiro. In futuro chissà. Quanto ho intenzione di giocare? Non lo so. È vero che ho cominciato davvero presto, ma per ora non mi passa proprio per la testa questo pensiero». Tante squadre in questi anni l’hanno cercato ma il “Cobra”, da vero bellunese, ha sempre voluto restare a casa, nonostante alcune proposte fossero veramente interessanti. «In fondo al cuore non ho mai vacillato, anche se ho ricevuto tante chiamate in questi anni. Il Ripa Fenadora? No, loro non li ho mai sentiti. Voglio restare al Belluno, la società sa cosa voglio, ne abbiamo parlato mille volte. Devo tanto a questa maglia, rimango fino a che lo vorranno». Simone Corbanese è milanista dalla nascita, un cuore rossonero. Sta soffrendo per queste ultime stagioni appannate della prima squadra di Milano. Quale era il suo idolo in rossonero? «Non poteva che essere Filippo Inzaghi, un bomber eterno. Non era bello da vedere, ma in area di rigore era letale. Ogni palla che passava lui saltava sempre fuori e la colpiva. E i suoi gol li ha fatti…». 100 gol con la maglia del Belluno. «Non è facile farli con la stessa squadra – commenta con fierezza Simone – ci sono attaccanti che in queste categorie ne fanno anche il doppio di me, però cambiano squadra ogni anno o magari ogni due. Sono contento di aver messo a segno tutte queste marcature per la squadra della mia città. Se ci sono riuscito, però, devo un grazie infinito ai miei compagni, che in questi anni mi hanno messo nelle condizioni giuste per segnare». Da luglio a maggio tutte le domeniche, o quasi, sono impegnate. Marika, la morosa, cosa dice? «Lei è fondamentale per il mio equilibrio, mi sostiene sempre perchè sa che questa è una mia passione». Il Belluno può puntare ai play off? «Penso che la classifica in questo momento sia veritiera. Siamo partiti con il freno a mano tirato , poi ci siamo ripresi bene. Cercheremo di arrivare più in alto possibile, ma è presto per parlare, mancano ancora tante partite. L’importante è lavorare con umilità, vietato invece pensare di essere bravi, quello sarebbe un errore che in certi casi paga a caro prezzo».
Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) Compirà 24 anni il prossimo 23 gennaio Luca Ghiringhelli, l’unico pavese doc della squadra azzurra. Dopo aver iniziato a giocare al Don Orione è passato al Milan con cui ha fatto tutta la trafila prima di vestire le maglie di Spal (Prima Divisione), Novara e Juve Stabia (in serie B) e poi dallo scorso anno passare al Pavia. Il terzino destro azzurro ammette come dei progressi si siano già visti con la cura Brini domenica contro la Feralpi. «C’è stato il giusto atteggiamento e una prova di carattere, cose che avevamo già dimostrato a Pordenone. E’ stata una buona gara: nonostante ci siamo trovati sotto all’inizio si è reagito con la giusta cattiveria. Peccato per i tre punti che potevano anche starci». Un’occasione persa soprattutto in virtù del pareggio dell’Alessandria e della sconfitta del Cittadella. «C’è rimpianto anche per questo perché una vittoria ci avrebbe portato a meno tre dalla vetta, lo sapevamo dai risultati del giorno precedente di Alessandria e Cittadella. Bisogna, però, sempre guardare al bicchiere mezzo pieno e saperci in questo momento accontentare». L’avvento della conduzione tecnica di Fabio Brini al posto di Michele Marcolini ha sancito anche il cambiamento dal 3-5-2 al 4-4-2. Come va in questo nuovo assetto ? «Bene, non ci sono differenze particolari per me nel giocare in un modo rispetto al precedente. Nella fase difensiva sono maggiormente coperto da un compagno sulla fascia, in quella offensiva c’è meno possibilità di spingere per me ma sono sempre pronto a dare il mio apporto quando capita, anche sostenendo la fase d’attacco». Si dice che sia cambiata l’intensità con cui si svolgono gli allenamenti nella nuova gestione tecnica. «Non che prima non lavorassimo – precisa Ghiringhelli – Ma è vero che ora il nuovo preparatore atletico ci ha spiegato come serve più intensità». Si è aperta una nuova settimana di lavoro verso la trasferta di Busto Arsizio sul campo del fanalino di coda Pro Patria, squadra che non va comunque sottovalutata. «Sarà una partita dura perché l’atteggiamento delle squadre di Pala, lo abbiamo visto molto bene lo scorso anno anche contro l’Albinoleffe, è molto difensivo. Non bisogna, quindi scoprirsi troppo pur cercando il gol. Poi al di là dell’ultimo posto la Pro Patria ha fermato sullo 0-0 una buona squadra come la Cremonese. Non sarà tatticamente una partita come quella che abbiamo vinto largamente all’andata». Da pavese è seguito da vicino dai suoi affetti. «Mio padre Lorenzo, ex allenatore di Vistarino e Magherno, ha smesso la sua attività dopo l’esperienza alla juniores del Don Orione per seguirmi da vicino durante i miei anni di giovanili al Milan – ricorda Luca Ghiringhelli – Dallo scorso anno convivo a Santa Croce con la mia fidanzata Alice che non si perde una partita anche in trasferta quando le distanze non sono proibitive, è la mia prima tifosa…». Dallo scorso campionato è nata poi una grande amicizia tra Luca Ghiringhelli e Alessandro Cesarini. «C’è un bel legame anche fuori dal campo – conferma il terzino del Pavia – Anche le nostre compagne si frequentano, vanno in palestra insieme, viaggiano insieme in auto per seguirci in trasferta». Con Ghiringhelli, altri due calciatori pavesi, Simone Verdi (oggi all’Eibar nella Liga) e De Vito (in Lega Pro al Messina) sono cresciuti insieme al Milan dove hanno disputato tutte le giovanili. Vi sentite ancora ? «Lo abbiamo fatto anche ieri: con loro due e altri due ragazzi, Luca Meregalli, che ha giocato anche lui a Pavia negli anni scorsi e Nicola Pasini oggi alla Pistoiese, formavamo un gruppo di 5 inseparabili ragazzi al Milan. E continuiamo a tenerci in contatto».
Ore 20.40 – Mercato Pavia: acquistato l’esterno offensivo Elio De Silvestro (dal Lanciano, ma scuola Juve), mentre rischia di saltare l’arrivo del ghanese Addae dall’Ascoli in quanto dichiarato incedibile dal ds dei marchigiani. Sempre in uscita Giovanni La Camera.
Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) Dopo il pari senza reti di lunedì sera a Bergamo, il Mantova ha ripreso ieri mattina al “Dante Micheli” gli allenamenti in vista della gara in programma sabato (ore 15) a Meda contro il Renate, altro cruciale scontro diretto per la salvezza. Nella circostanza Ivan Javorcic dovrà sicuramente fare a meno di Silvano Raggio Garibaldi, uscito per infortunio sul finire del primo tempo della partita con l’Albinoleffe. Il centrocampista ha una distorsione di secondo grado alla caviglia destra e la prognosi al momento è di 15 giorni di stop. Nei prossimi giorni Raggio Garibaldi sarà comunque sottoposto a visita ortopedica e a risonanza magnetica per escludere complicazioni. Tutti gli altri biancorossi ieri mattina si sono allenati, ma ovviamente i titolari di Bergamo hanno svolto lavoro ridotto. La preparazione del Mantova continuerà oggi con una seduta pomeridiana, fissata alle 14.30. Domani la squadra tornerà ad allenarsi al mattino e lo stesso farà venerdì, quando alle 11 Javorcic dirigerà la seduta di rifinitura.
Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) Le sensazioni possono tradire, i numeri invece non mentono mai. Quelli che portano alla salvezza diretta sono intricati, ma certificano il fatto che il Mantova per uscire dalle sabbie mobili dovrà mettere in scena un girone di ritorno spaziale. Al momento infatti la prima delle squadre al sicuro è la Giana Erminio, sest’ultima a quota 21 punti. Facendo la proiezione lineare nel finale di campionato chiuderebbe a 42. In questo caso il Mantova per salvarsi senza passare dalle forche caudine dei playout dovrebbe collezionare da qui a maggio la bellezza di 26 punti (al momento la squadra di Javorcic è ferma a 16). Una quota molto lontana soprattutto se paragonata alle squadre che in questo girone d’andata sono riuscite ad arrivare a quel livello. In pratica il Mantova dovrebbe mettere nel cassetto un punto in più rispetto a quanto fatto fino a questo momento dalla Reggiana e uno in meno rispetto al Pavia. Due corazzate in piena corsa per i playoff. Confrontando la quota salvezza di quest’anno con quella della passata stagione ci si accorge che la proiezione è plausibile. La Giana Erminio fu infatti la prima delle salve e chiuse l’andata con 23 punti per poi mettersi al sicuro all’ultima di campionato con 45 lunghezze in tasca (praticamente il doppio). Era un campionato a 20 squadre rispetto alle 18 del torneo 2015/2016 e quindi la quota salvezza in questa stagione si è leggermente alzata. La squadra allenata da Ivan Juric chiuse la prima parte con 23 punti (media di 1,15 punti a partita). Ora invece la media punti è nettamente inferiore (0.89 punti a gara) e sta determinando la posizione precaria in classifica. Altro punto da non sottovalutare è quello della distanza dalle dirette concorrenti. Nel 2014/2015 c’erano ben 8 squadre racchiuse in soli 5 punti. L’obiettivo era evitare i due posti playout ancora in bilico visto che Pro Patria, Pordenone e Albinoleffe erano già staccate. Ora invece si è creato uno scalino non indifferente tra il Mantova (quart’ultimo a 16) e la Giana (prima delle salve con 21 punti). Ben 5 lunghezze dopo solo 17 sfide. La speranza per i biancorossi è che davanti la marcia rallenti e che il gruppo resti compatto. Per farlo però occorre cominciare a vincere: 3 vittorie in campionato sono troppo poche per sperare nella svolta.
Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) L’arcobaleno dopo la tempesta. Le “minacciose” dichiarazioni di lunedì sera del patron Serafino Di Loreto, che aveva stroncato la prestazione del Mantova contro l’Albinoleffe e detto a chiare lettere di dover «riflettere su un eventuale cambio di allenatore», ieri sono rientrate e Ivan Javorcic resta dunque al timone dell’Acm. A ufficializzare la decisione della società, che nel pomeriggio ha avuto una lunga riunione alla quale probabilmente ha partecipato lo stesso mister, è il presidente Sandro Musso: «Ivan resta al suo posto, andremo avanti così fino alla fine e il Mantova si salverà». Il numero uno di Viale Te aggiunge poi poche altre parole per spiegare la genesi e l’epilogo della vicenda: «Dopo la partita, a caldo, siamo tutti un po’ tifosi e può capitare di lasciarsi andare a qualche commento particolarmente aspro. In ogni caso abbiamo esaminato la situazione e non abbiamo nessuna intenzione di perdere del tempo con ulteriori cambiamenti. Siamo ovviamente consci di essere in grande difficoltà e sappiamo che ci sarà da soffrire fino alla fine del campionato. Ma una cosa è certa: il Mantova resterà in Lega Pro». Fin qui le parole della società. In mattinata, invece, si era espresso senza peli sulla lingua Ivan Javorcic, ribadendo gli elogi alla squadra per la prestazione offerta all’Atleti Azzurri d’Italia ma non nascondendo di essere conscio che il destino di ogni allenatore è legato ai risultati. «Anche a mente fredda – spiega il mister – non posso che ripetere le parole dette lunedì sera. Il Mantova a Bergamo è andato in campo con la giusta aggressività, ha dominato la partita, ha pressato alto gli avversari impedendo loro di giocare e creando i presupposti per vincere. Poi, ovviamente, nel calcio bisogna far gol e noi possiamo e dobbiamo migliorare negli ultimi trenta metri. Sul piano della prestazione, però, la realtà è che abbiamo giocato quasi tutta la gara nella metà campo avversaria e non abbiamo subìto un solo tiro in porta. Più di così non si può fare… Prima della gara avevo detto che la sfida con l’Albinoleffe doveva essere un nuovo inizio e secondo me è stato un buon inizio. Ci mancano i tre punti, serve una vittoria che ci sblocchi». Javorcic poi aggiunge un altro concetto per difendere ulteriormente il lavoro fatto finora: «Da quando sono qui abbiamo giocato 5 partite fuori casa ottenendo 7 punti. Lontano dal Martelli non abbiamo mai perso, incassando appena due gol. Questa è la dimostrazione che il Mantova è una squadra ben messa in campo, che ha un’idea precisa di calcio e che per quanto ha espresso avrebbe meritato molto di più. Sfido chiunque a dire il contrario». La frase finale, inevitabilmente, porta verso le accuse lanciate a caldo alla squadra da patron Di Loreto e in parte anche dal presidente Musso: «Non è nel mio stile – ribatte Javorcic – commentare le dichiarazioni della proprietà. Eventualmente di queste cose parlerò in privato ma non intendo certo polemizzare con la società attraverso i media. Se ho sentito i vertici di Viale Te? No, non ancora. Mi sono confrontato con Pelliccioni che è il mio unico responsabile tecnico». A precisa domanda sul quanto si senta in bilico, Javorcic risponde poi così: «Io sono un uomo di calcio, vivo in questo ambiente da 20 anni e certe situazioni non mi toccano più di tanto. Riesco a isolarmi e a concentrarmi soltanto sul campo. Comunque non mi sento più in bilico di quando sono arrivato: ho accettato di affrontare una situazione critica, ci sto mettendo tutto me stesso e guardo tutti negli occhi senza problemi».
Ore 19.20 – Mercato Mantova: rischia di saltare il maxi scambio col Pavia, mentre piacciono il terzino sinistro Matteo Liviero del Lecce ed il centrocampista Giacomo Cenetti del Bassano.
Ore 19.00 – (Gazzetta di Reggio) Oggi la Reggiana sarà impegnata nella consueta doppia seduta di metà settimana con palestra mattutina ed i campi di via Agosti alle ore 14.30. L’obiettivo è arrivare pronti e rigenerati alla trasferta di domenica contro il Padova ( ore 15 ). ALLARME BRUCCINI. Ieri per il tecnico Alberto Colombo non sono mancate le sorprese negative infatti Mirko Bruccini, uno dei suoi perni insostituibili del centrocampo, non si è allenato. Il giocatore lamenta un dolore al ginocchio sinistro, causato da un contrasto nell’allenamento di lunedì, che ne ha immediatamente consigliato una risonanza magnetica per avere subito una diagnosi precisa. L’esito dell’esame strumentale ha evidenziato soltanto un edema per lo spezzino che, se il dolore sarà completamente cessato, potrà unirsi immediatamente al gruppo. DENTRO I BABY. Intanto, senza il “Bruccio” e con Dejan Danza e Daniele Mignanelli ancora a parte per i rispettivi acciacchi, l’organico della prima squadra è stato integrato da un paio di giovani della Berretti per poter disputare la partitella finale. IL GIUDICE SPORTIVO. Nessuno squalificato tra i granata mentre Federico Angiulli è il primo della stagione a finire in diffida perciò al prossimo cartellino giallo scatterà per lui la squalifica. Tutti convocabili anche i giocatori del Padova. DESIGNAZIONI ARBITRALI. La partita Padova-Reggiana sarà diretta da Pierantonio Perotti di Legnano coadiuvato da Francesco Oliviero di Ercolano e Giuliano Parrella di Battipaglia. LA PREVENDITA. I biglietti per il settore ospiti dello stadio Euganeo sono acquistabili tramite il circuito TiketOne al costo di 7 euro più diritti, oppure nei soli punti convenzionati. Biglietti acquistabili direttamente anche allo stadio, domenica, ma al costo di 13 euro.
Ore 18.40 – (Gazzetta di Reggio) All’indomani della strigliata nello spogliatoio granata è Minel Sabotic, uno dei gioiellini della difesa, a fare il punto sull’accaduto. Cosa è successo in quell’ora in cui siete rimasti nello spogliatoio con allenatore e dirigenti? «Abbiamo parlato e ci siamo confrontati insieme al mister per capire cosa non ha funzionato a Bassano. Magari qualche parola grossa può essere scappata perché in questo periodo tutti abbiamo i nervi un po’ tesi ma non è successo niente di particolare». Ci sono spaccature nello spogliatoio? «Vi garantisco di no». E tra Colombo e Ferrara? «Li vedo parlare e discutere tutti i giorni come sempre, perciò dovete chiedere a loro». Ma la squadra segue l’allenatore? «Quello che ci dice lo facciamo, se ci fosse qualcuno che non lo segue sarebbe messo da parte. Per ora siamo tutti sulla stessa barca». Cosa non ha funzionato a Bassano? «Abbiamo sbagliato molto abbassandoci invece dovevamo cercare di giocare di più». Angiulli ha affermato che la squadra si è abbassata per volere del tecnico. «C’è stato un fraintendimento perché il mister si riferiva solo ad un modo per coprire le linee di passaggio. La verità è che il primo tempo l’abbiamo disputato ad armi pari mentre nella ripresa siamo crollati, forse anche per stanchezza, mentre loro sono usciti e ci hanno chiuso dietro… e poi gli riusciva davvero tutto. Ma nel complesso non abbiamo rischiato tanto, concedendo solo il gol ed il palo». Dietro la squadra ha fatto bene, da centrocampo in su è stata impalpabile. «Siamo tutti allo stesso livello perché errori se ne sono visti in tutti i reparti e quando si perde perdono tutti». Adesso da dove si riparte? «Cerchiamo di preparare al meglio la partita di Padova perché il momento è delicato». Prenderete spunto da quella dell’andata? «Possiamo riguardare qualcosa ma dobbiamo soprattutto invertire questo momento negativo e tornare a fare risultato con una buona prestazione». Quindi domenica la Reggiana sarà ad un bivio? «Sono tutte importanti le gare, a maggior ragione nei momenti di difficoltà, ma se indovini un filotto di risultati sei ancora lì a giocartela. Guardate dov’era l’Alessandria dopo le prime partite e dove invece sta adesso». Il mercato sta disturbando l’ambiente? «Su di me non ci sono voci quindi non mi danno fastidio ma anche gli altri non mi sembrano turbati». Nel reparto avanzato qualcosa non sta funzionando e andranno fatte delle scelte. «Non venendoci più le cose come nel primo mese l’attacco ne soffre di più: infatti, è lì che si rincorrono le voci ma credo sia solo questione di serenità. Ricordo che l’anno scorso Ruopolo aveva fatto solo 4 gol nell’andata poi si è scatenato». Per ora è arrivato, o meglio ritornato, il solo Mignanelli: come lo avete accolto? «Un arrivo che ci poteva stare, se è stato preso significa che la società punta anche su di lui perciò è il benvenuto». Con lui la Reggiana continua con la difesa a tre o potrebbe tornare a quattro? «A me non cambia proprio nulla ma è una cosa che deve decidere il mister». Con un Frascatore rigenerato come esterno sinistro lei come si trova da centrale? «Lui in fase difensiva faceva bene anche prima di essere spostato tra i centrali, io mi trovo bene in questa posizione perché posso sfruttare l’appoggio di giocatori importanti di centrocampo come Bruccini, Maltese, Angiulli o Bartolomei senza patemi di dover impostare l’azione». Cosa pensa dei primi mugugni dei tifosi? «I fischi sono cose che non fanno piacere e non portano a nulla di buono. Dovrebbero starci vicini sennò affondiamo tutti: squadra, società e tifosi». Infatti hanno già prenotato i pullman per Padova… «A noi fa piacere vederli sempre in trasferta, a differenza di altre tifoserie che non seguono le loro squadre, ma chiediamo un po’ di pazienza». Si sente più saggio rispetto all’anno scorso? «No, per quello sono rimasto come prima».
Ore 18.20 – (Messaggero Veneto) E se De Cenco dovesse davvero lasciare il Pordenone? Per molti tifosi non sarebbe un grosso problema, a patto che la società lo sostitisca con uno ugualmente forte. Non c’è, insomma, una levata di scudi da parte dei cuori neroverdi a favore del bomber brasiliano, capocannoniere della squadara con 8 reti. I sostenitori dei neroverdi hanno di fatto la stessa opinione del proprio presidente, Mauro Lovisa, che ha riferito di non sentirsi così preoccupato di un’eventuale partenza di De Cenco. La premessa è doverosa: né il Pavia – proprietario del cartellino – né il Pordenone – società dove si trova in prestito – hanno ricevuto proposte ufficiali relative al suo acquisto. Tuttavia l’interesse di alcune società c’è (Empoli e Spezia) e potrebbe trasformarsi in un qualcosa di più a breve. Avanti un altro. Ha segnato tanti gol – 8, nessun del Pordenone come lui – alcuni formadibili: rimarrà nella storia quello siglato in rovesciata con l’Alto Adige. Eppure… «E’ un giocatore forte, ma per come gioca la squadra non mi preoccuperei moltissimo se dovesse partire», è l’opinione di Mauro Gasparotto, storico tifoso del Pordenone. «Se andasse via per lasciare il posto a uno come lui va bene – sostiene Silvia Gustapane, presidente del Fan Club Nogaredo –. Dipende da chi arriva al suo posto, ma riteniamo altri i giocatori indispensabili». E’ difficile entrare in maniera indelebile nel cuore dei tifosi dopo pochi mesi: forse è questo il punto. «A me, da un lato, dispiacerebbe – afferma un altro storico tifoso, Guido Busato – ma allo stesso tempo va bene se la sua partenza è compensata dall’arrivo di un altro centravanti. Non credo si possa disputare un intero campionato con Fillippini prima punta. Poi – continua – è inutile trattenere un giocatore controvoglia. Se vuole fare un’altra esperienza è giusto lasciarlo libero». Contro. C’è chi invece vorrebbe De Cenco qui almeno sino a fine stagione. «Ritengo non sia facile sostituire un giocatore che segna così tanto e lavora per la squadra come lui», sostiene Gianluca Romano. «Dove si trova un centravanti capace di segnare 8 gol? Inoltre Caio è entrato nei meccanismi di gioco di Tedino – afferma Nicola Marcon –. Certo, si apre un altro discorso se ci sono logiche di mercato convenienti». Vane Ragogna non vuole vedere partire De Cenco, anche se «senza di lui con la Giana abbiamo disputato una grande gara comunque», mentre Silvano Grigoletti pensa che la sua cessione non sarebbe compromettente per i risultati della squadra. «Si troverà eventualmente un sostituto», afferma il tifoso neroverde. Chissà, forse solo il 1º febbraio, ultimo giorno di mercato, si saprà se De Cenco andrà via o meno.
Ore 18.00 – Mercato Pordenone: il Mantova propone il maxi scambio Gavazzi-Anastasi per Pederzoli, ma i neroverdi non sembrano intenzionati ad accettare. Nel mirino dei ramarri il giovane attaccante Nicola Ciccone della Cremonese.
Ore 17.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) In attesa dei rinforzi sul mercato di gennaio, il Bassano si gode i suoi gioielli. Come Gianvito Misuraca, trascinatore e anima giallorossa assieme a Simone Iocolano. «Abbiamo ottenuto una bella vittoria contro la Reggiana – ammette il fantasista siciliano – una vittoria che vale tanto perché in uno scontro diretto. In quelli precedenti con le squadre di vertice non eravamo andati oltre il pari, finora abbiamo raccolto meno di quanto abbiamo prodotto. Ci sono sette squadre che lotteranno per la vittoria del campionato, noi dobbiamo stare lì agganciati alla vetta fino a marzo, per poi giocarci il tutto per tutto negli ultimi due mesi».
Ore 17.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.50 – Qui Guizza: partitella finale.
Ore 16.30 – Qui Guizza: esercitazioni differenziate per difesa ed attacco, provate le due fasi. Il nuovo acquisto Andrea Sbraga alternato sia al fianco di Diniz che di Fabiano.
Ore 16.10 – Qui Guizza: esercitazioni col pallone.
Ore 15.50 – Qui Guizza: colpo fortuito alla testa per Aperi, che rientra prontamente in campo dopo essere stato assistito dallo staff medico. Tutti presenti.
Ore 15.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.
Ore 15.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Mi aveva cercato il Siena ma in Lega Pro ci andrò sul campo col Venezia». Dopo più di un mese tra tribuna e panchina Giampaolo Calzi è tornato titolare nella «gita» di Sacile, gara vinta 7-1 e nella quale il centrocampista varesino ha sfogato tutta la rabbia accumulata dopo l’espulsione del 6 dicembre al Penzo con la Ripa Fenadora. «Ho passato un momentaccio, le squalifiche mi hanno penalizzato come mai mi era capitato in carriera – si sfoga l’ex Pro Patria – e quando sono rientrato ho dovuto aspettare il mio turno, cosa normale dato il livello altissimo di qualità del nostro organico. Comunque sono sempre stato positivo vivendo il gruppo con il mio consueto trasporto». Tanto da rifiutare la chiamata di un club di categoria superiore come il Siena. «Il ds Perinetti mi ha detto che non mi avrebbe lasciato partire, ma con altrettanta fermezza gli ho assicurato che Venezia è la mia unica priorità. La mia scelta l’ho fatta in estate, era stato tra i primi a firmare, in ritiro siamo saliti in fretta e furia dopodiché tutti i tasselli sono andati pian piano al loro posto. Il Venezia sta rispettando le aspettative, ha superato un momento di crisi più mentale che fisica ed ora è di nuovo in vetta. Andarmene sarebbe stata una sconfitta, invece io voglio vincere con questi colori: sappiamo di non avere una seconda possibilità». Ieri il presidente Joe Tacopina e i soci John Goldman e John Tapinis sono volati a New York confortati dal sorpasso al Campodarsego. «Il presidente è l’emblema dell’entusiasmo e della serietà che anima questo progetto di rilancio, la soddisfazione dei dirigenti è la nostra perché stiamo raccogliendo i frutti di un lavoro di altissimo livello fuori e dentro il campo. In allenamento c’è una straordinaria competitività che finora ha prodotto un primo posto con 52 gol fatti e un +40 in differenza reti. Un Venezia «mostruoso» che vuole continuare a macinare vittorie». Domenica al Penzo arriva il Monfalcone (ore 14.30), oggi Calzi tornerà ad allenarsi dopo l’influenza (fermo anche Di Maio) mentre ieri Marcolini e Fabiano hanno lavorato a parte.
Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) La smentita c’è già stata, eppure da Roma anche ieri il tam–tam è continuato sottotraccia. Voci, rivelazioni o presunte tali, conferme e smentite. Giorgio Perinetti è un possibile futuro candidato a raccogliere l’eredità di Walter Sabatini sulla poltrona di direttore sportivo della Roma. Anche se non dovesse arrivare Antonio Conte sulla panchina giallorossa, anche se il prescelto per sostituire Rudi Garcia ormai al capolinea dovesse essere Luciano Spalletti. Insomma, dalla Capitale insistono: Perinetti potrebbe lasciare Venezia al termine dell’attuale stagione agonistica e tornare alla Roma. Possibile? Il diretto interessato nei giorni scorsi è stato chiaro. «Ho un contratto triennale che mi lega al Venezia Fc ed intendo onorarlo – ha dichiarato Perinetti al sito web ufficiale del Venezia – Credo nel progetto di Joe Tacopina e sono sicuro che insieme potremmo raggiungere traguardi importanti. Non so come siano circolate certe voci, non conosco il futuro di Conte e non ho avuto alcun contatto con i vertici della Roma». Detto che anche il presidente Joe Tacopina aveva smentito il suo arrivo in laguna quando era ancora a Bologna e poi il finale lo hanno visto tutti, Perinetti ha anche dichiarato a Teleradiostereo: «Sarebbe ipocrita dire che non mi piacerebbe tornare a Roma. Ma non ho avuto contatti con la Roma». Insomma, la porta è rimasta socchiusa. Se qualcuno fra gli uomini di James Pallotta (da non sottovalutare il ruolo in passato avuto da Tacopina per l’arrivo degli attuali vertici del club capitolino), per ora non ci sono elementi tali perché qualcuno esca allo scoperto. Ma è una situazione da seguire con attenzione per due motivi. In primis perché Perinetti, che quando si impegna non abbandona la barca senza spiegazione, a Venezia ha un progetto a lunga scadenza ed è convinto di poter arrivare lontano riportando il club almeno in Serie B. E poi perché prima di tutto c’è da far tornare il Venezia fra i professionisti.
Ore 14.50 – (La Nuova Venezia) È un “ciosoto” il giustiziere della serie D, l’artefice delle uniche sconfitte fin qui subite in campionato da Venezia e Campodarsego. Andrea Pagan dopo una carriera da giocatore tra i dilettanti, tre anni sulle panchine delle giovanili a Cittadella e due su quella della Clodiense, a Este sembra aver trovato la sua isola felice. Una squadra partita con l’obiettivo salvezza e che invece è terza nel girone C, gioca bene e convince. Pagan oggi festeggia il suo 38° compleanno e ha di che essere soddisfatto. «Fuori dal campo tra avversari siamo tutti amici, ma dentro si gioca per i tre punti e non si guarda in faccia nessuno» osserva l’allenatore dell’Este, «infatti in settimana si era scherzato su questa sfida con il Campodarsego, però eravamo sicuri di poter vincere. Stiamo viaggiando in silenzio e con umiltà, ma siamo terzi e ce lo meritiamo». Il Venezia è quindi avvisato: dopo lo sgambetto dell’andata al Penzo, al ritorno non sarà una passeggiata. E siccome le contendenti attuali alla Lega Pro le ha battute entrambe, Pagan accetta di buon grado di analizzare i pregi e i difetti delle prime due della classe. «Direi che entrambe hanno come punto di forza il reparto offensivo. Il Venezia davanti ha sei-sette giocatori di categoria superiore; il Campodarsego ha preso Kabine, ha l’esperto Radrezza e un Aliù che sta facendo grandissime cose. Ma trovare punti deboli al Venezia è una vera impresa se penso a uno come Modolo in difesa e al gruppo di centrocampisti cui si è aggiunto il “nostro” Marcolini. Ecco, forse solo in porta potrebbe essere appena sotto i padovani che hanno Vanzato in grande forma e un giocatore esperto come Merlano in panchina, un vero peccato oltretutto che giochi poco». E se al Penzo il blitz è riuscito in pieno recupero, la vittoria sul Campodarsego è stata studiata per bene. «Loro in casa giocano su un campo molto piccolo e stretto» prosegue Pagan, «quindi per sorprenderli si doveva fare la differenza sui cambi di gioco e negli 1-contro-1 e 2-contro-1. In casa con la difesa a tre si salvano, sui campi grandi soffrono, e così è stato. Li abbiamo messi proprio in difficoltà». Il tecnico chioggiotto dell’Este in questa stagione ha già “fatto fuori” due colleghi, Feltrin del Mestre e Favaretto del Venezia, esonerati dopo averli sconfitti, ma del Venezia ammira «l’esperienza dei giocatori e di un allenatore come Favarin che in D sa come si vincono i campionati. Questo Venezia è costruito per imporsi e ora è dove deve stare. Gli altri possono solo provare a sorprenderlo. Mi auguro che possa arrivare almeno in Serie B. Saranno decisive le trasferte di Verona e San Martino di Lupari. Se non perderà punti si capirà qualcosa di più su questo campionato. Poi, chissà, magari un giorno avrò la possibilità di allenare anche io il Venezia. Sognare non costa nulla e per me sarebbe una grande soddisfazione».
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Dopo una settimana di trattative Osarimen Giulio Ebagua e Federico Moretti sono a tutti gli effetti due giocatori del Vicenza. «Vengo a Vicenza con la speranza di fare molti gol – ha sottolineato l’attaccante nigeriano – Di ruolo sono un centravanti che ha sempre preferito giocare a due punte, ma grazie a mister Nicola ho imparato a fare anche l’attaccante di riferimento in un 4-3-3. A Bari giocavamo con Galano, che ritroverò con piacere, sull’esterno e De Luca che convergevano dentro. Ho la fortuna di aver acquisito nel mio bagaglio tecnico-tattico diverse soluzioni e spero di metterle in atto qui a Vicenza». In biancorosso Ebagua si contenderà il posto con Raicevic che finora ha fatto bene e segnato 7 gol. «Sono contento per lui, finora ha fatto benissimo ed è giusto che abbia la possibilità di giocarsi le sue chance – spiega la punta – Tra di noi ci sarà una sana competizione, poi deciderà il mister chi far giocare. Io sono a disposizione, sono qui per fare bene, ma in primis conta la squadra. Fisicamente sto molto bene, a Como ho sempre giocato e quindi sono in ottime condizioni fisiche. Negli scorsi campionati, soprattutto a Bari, ho giocato da zoppo e ho fatto fatica, ma adesso sto bene e conto di dimostrare il mio valore in una piazza importante come quella di Vicenza». Per Moretti si tratta di un ritorno in biancorosso dopo soli sei mesi a Latina e il centrocampista genovese non nasconde la sua soddisfazione. «L’ambiente in cui ti trovi nel calcio vale tutto – ha spiegato Moretti – le decisioni importanti si prendono anche con il cuore e il mio desiderio è sempre stato quello di rimanere. In estate l’accordo non si è trovato per diversi fattori, adesso ci siamo riusciti, non posso che essere felice ». Continua il giocatore: «Ho ritrovato un gruppo positivo, sano. La spina dorsale è composta da calciatori che c’erano anche la scorsa stagione. Ora serve dare continuità di risultati, ho seguito spesso la squadra e molte volte meritava il risultato pur non conseguendolo. Bisogna cambiare questo trend e scommetto che faremo un gran girone di ritorno. Conoscere l’ambiente, i compagni, il mister è un vantaggio». Conclude Moretti: «Non so dove il mister mi farà giocare, sono a disposizione, sia come mezz’ala che come regista, ruoli che ho già ricoperto».
Ore 14.10 – (Gazzettino) Nel calcio ogni partita fa storia a sè e il risultato condiziona il giudizio. La sconfitta del Cittadella di sabato scorso in casa con il Sudtirol, però, ha lasciato delle perplessità su cui riflettere. Il direttore generale Stefano Marchetti ha definito questa sconfitta la peggior partita del Cittadella, nata con un atteggiamento sbagliato non avendo cercato il raddoppio al gol di Chiaretti e per aver subìto tre gol evitabili. Il direttore aggiunge che questo atteggiamento l’aveva intuito nelle due amichevoli con il Campodarsego e l’Abano. Stessa analisi per il tecnico Roberto Venturato, anche se per lui i giocatori si erano preparati bene durante la pausa di campionato. Il Cittadella invece è sbandato paurosamente nel secondo tempo e adesso deve ritrovare subito la mentalità dimostrata nella prima parte del campionato, in particolare a Cremona. Andrea Paolucci è sorpreso in parte: «Anche altre volte nella ripresa il Cittadella ha registrato un calo mentale». Il centrocampista è determinato: «Questa discontinuità non deve esistere, è un aspetto che va migliorato. Noi, sia nelle amichevoli, che durante gli allenamenti dobbiamo allenare la voglia di vincere. Per quello che è successo con il Sidtirol dobbiamo alzare l’asticella della determinazione e avere più fame per vincere. Sabato scorso non siamo riusciti a mettere in pratica ciò che volevamo fare. Su questo dobbiamo confrontarci per capire il perchè e ripartire come abbiamo già dimostrato di saper fare». Alessandro Salvi fa un distinguo: «Con il Sudtirol non siamo andati male nel primo tempo, ma è stato nella ripresa che non siamo stati noi stessi. Nonostante squalifiche e giocatori infortunati, in altre partite chi ha giocato ha fatto bene. Ciò non si è verificato sabato scorso nel secondo tempo. Le cause non sono semplici da individuare, forse è stato un calo di concentrazione e il gol preso a freddo non ci ha aiutato. Quando si perde le responsabilità sono di tutti». Sul terzo gol, però, il suo intervento, che ha causato rigore ed espulsione, è apparso inopportuno e determinante per la sconfitta. Riprende Salvi: «Sono intervenuto d’istinto. In quel momento ritenevo che Gliozzi fosse in vantaggio su Alfonso e ho commesso un fallo pagato a caro prezzo». L’ex Albinoleffe dovrà scontare una giornata di squalifica, ma non demorde: «Farò il tifo per i compasgni e sono convinto che chi mi sostituirà farà bene. È una questione di testa, dobbiamo reagire e ci riusciremo lavorando bene. La squadra è umile e consapevole dei propri mezzi».
Ore 13.50 – (Mattino di Padova) L’emergenza continua. Se contro il Sudtirol gli uomini erano contati, domenica pomeriggio a Cuneo la situazione non sarà molto diversa. Il Cittadella che si appresta a cominciare il girone di ritorno recupererà una pedina importante come Scaglia al centro della difesa, ma perderà Salvi, ieri squalificato per una giornata dopo il cartellino rosso rimediato ingenuamente contro gli altoatesini. Per quanto riguarda Pascali (lesione di primo grado ai flessori della coscia destra) e Donazzan (pubalgia), il medico sociale Ilario Candido fa sapere che «sarà necessario attendere ancora una ventina di giorni prima di poterli rivedere all’opera. Per il primo ci sono dei tempi tecnici da rispettare dopo quel tipo di infortunio. Per quanto concerne Donazzan, la situazione sta migliorando, ma il giocatore sta ancora facendo palestra e terapie». Paolucci e Benedetti saranno, invece, sottoposti oggi pomeriggio ad accertamenti clinici per valutare i loro infortuni. «Per entrambi si è trattato di una ricaduta. Benedetti sabato ha giocato grazie ad un’infiltrazione, dopo la contusione rimediata in allenamento: fra i due è quello che potrebbe recuperare più rapidamente. Su Paolucci, che avverte dolore all’adduttore, non mi posso sbilanciare prima degli esami, ma sicuramente i tempi saranno più lunghi». Il confronto. Ieri pomeriggio il primo allenamento settimanale al Tombolato è iniziato come d’abitudine con una mezz’ora di analisi-video dell’ultima partita. Diverse dal solito, però, le parole usate da Venturato, che ha strigliato i suoi, richiamandoli ad avere «più attenzione». In particolare a far imbestialire il tecnico è stato il primo gol, «preso da una rimessa laterale, in due contro uno, facendo passare il pallone senza affrontare l’avversario». Una “falla” di reparto ma anche individuale. A Cuneo, peraltro, tre delle quattro pedine difensive utilizzate contro la squadra di Stroppa saranno probabilmente di nuovo in campo: Cappelletti si sposterà sulla fascia destra, De Leidi rimarrà al fianco del rientrante Scaglia, mentre Benedetti, se recupererà, andrà a sinistra. Se, invece, non dovesse farcela, le ipotesi sono due: che lo sostituisca Amato – anch’egli, però, costretto pure ieri al lavoro differenziato per un affaticamento al retto femorale, da cui si sta riprendendo – o che si cambi modulo, rispolverando la difesa a tre. L’arbitro e l’acqua calda. A dirigere Cuneo-Cittadella è stato designato il signor Vito Mastrodonato di Molfetta. Sulla panchina di casa non si siederà il secondo allenatore Giovanni Tunno, squalificato per due turni per aver offeso un assistente. Dopo lo 0-0 interno con la Cremonese, la società piemontese è stata inoltre multata di 500 euro per «aver fatto mancare l’acqua calda alle docce dello spogliatoio degli ufficiali di gara».
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto) Fiato sospeso per Andrea Paolucci e Amedeo Benedetti. I due saranno sottoposti oggi ad accertamenti diagnostici dopo gli infortuni di sabato scorso contro il SudTirol. Impossibile fare previsioni certe, ma le sensazioni non sono buone, tanto che la società potrebbe decidere di tornare sul mercato a seconda dell’entità dello stop che emergerà dagli esami. «La cosa che mi spiace molto – spiega il dg Stefano Marchetti a “Tuttomercatoweb” – è che abbiamo 3-4 infortuni importanti e questo pesa sulla squadra. Vorrei che tutti i giocatori fossero a disposizione e fossimo sempre al completo, in base agli infortuni e ai recuperi valuteremo qualche profilo che ci possa rinforzare, sperando che i nostri veri innesti derivino dai recuperi degli infortunati». Mentre da Vercelli si ipotizza un interessamento della Pro Vercelli per Mattia Minesso, voce che però al momento non trova riscontri, Marchetti fa il punto della volata-promozione dopo il termine del girone di andata: «Credo che l’Alessandria per organico sia una squadra molto attrezzata e forte, però non sottovalutiamo Bassano, Pavia e il Südtirol».
Ore 13.10 – (Gazzettino) Come s’immagina il cammino biancoscudato? «Siamo fiduciosi alla luce delle ultime partite, fermo restando che bisogna continuare a lavorare e crescere. Sappiamo di dover uscire il prima possibile da questa situazione di classifica che è ancora pericolosa e che non ci appartiene. Un pensierino ai play off? Facciamo un passo alla volta, non è il caso di fare altri discorsi. Ripeto, prima usciamo da questa posizione, e poi si vedrà». A proposito di mercato, è arrivato Sbraga per rinforzare la difesa. «Se la società ha fatto questa scelta, è sicuro che darà una mano alla causa biancoscudata». Adesso si attende un rinforzo nel reparto avanzato dato che di ruolo siete rimasti solo lei e Altinier. «Ci sono in rosa anche altri compagni che hanno potenzialità per fare bene come Cunico e Aperi. Le scelte comunque spettano alla società, e chi arriverà sarà sempre il benvenuto». Il suo contratto scade a fine giugno, ha già iniziato a parlare del rinnovo? «No, anche perché il club è impegnato giustamente nelle operazioni di mercato, e una volta terminate ne parleremo tranquillamente. Di sicuro sarei molto felice di rinnovare il contratto, qui si è creato subito il feeling giusto e sto bene».
Ore 13.00 – (Gazzettino) «Nello spogliatoio dopo la partita il presidente Giuseppe Bergamin e l’amministratore delegato Roberto Bonetto ci hanno fatto i complimenti per lo spirito che abbiamo messo in campo, era un esame importante e l’abbiamo superato dimostrando maturità». Tra l’altro, qualche istante prima del vantaggio firmato da Altinier, ai suoi danni c’era un rigore che non è stato concesso. «Era netto. L’arbitro ha detto che il difensore ha preso la palla, ma non è stato così. Ha preso solo le mie gambe, tanto che la sfera ha continuato ad andare dritta e l’ha recuperata il portiere. Era un episodio importante, anche se non è detto che avremmo vinto la partita». Domenica inizia un altro campionato, diceva. «Sì, il girone di ritorno è sempre diverso da quello dell’andata con tutte le squadre che lottano per raggiungere il proprio obiettivo. Adesso il mercato è aperto e molte squadre cambieranno faccia, quindi sarà più dura, anche se dobbiamo essere consapevoli di poter dire la nostra».
Ore 12.50 – (Gazzettino) «È importante battere la Reggiana per superarla in classifica, sarebbe un bel segnale». I biancoscudati sono già con la testa al prossimo appuntamento di campionato in programma domenica all’Euganeo che apre il girone di ritorno, come si comprende dalle parole di Neto Pereira. Proprio l’attaccante brasiliano ha segnato nella sfida di andata con gli emiliani il gol lampo per il momentaneo 1-0, anche se poi era arrivato subito il pareggio di casa. «Quello è stato il sigillo più veloce che ho segnato in carriera, ma domenica inizia un altro campionato. La Reggiana arriverà arrabbiata essendo reduce dalla sconfitta con il Bassano e vorrà riscattarsi, anche se davanti al nostro pubblico bisogna cercare di vincere. Dobbiamo prendere spunto dalle ultime prestazioni nelle quali abbiamo messo in mostra concentrazione e qualità, e continuare su questa strada». Inclusa naturalmente la prova convincente fornita sabato in trasferta con l’Alessandria. «Siamo consapevoli di avere disputato una partita positiva con un avversario forte, in qualche frangente abbiamo sofferto un po’, ma ce la siamo giocata a viso aperto creando le nostre occasioni e alla fine il pareggio è giusto».
Ore 12.40 – (Gazzettino) Un attaccante da prendere prima possibile. Anche e soprattutto di questo si è parlato nella riunione andata in scena nel tardo pomeriggio di ieri tra lo stato maggiore del club e l’area tecnica, occasione nella quale sono state delineate le strategie per le prossime mosse di mercato. Dopo aver sistemato la difesa con Sbraga, la priorità è ora portare a casa una punta. Nel ventaglio dei possibili candidati figurano i nomi di De Cenco del Pordenone e di Virdis del Savona, mentre le quotazioni per un eventuale ritorno di Succi sembrano in ribasso per un discorso anagrafico. Con riguardo al centrocampo, il diesse ha praticamente in pugno De Risio, ma prima deve essere liberato un posto con Giandonato indiziato numero uno che però non ne vuole sapere di cambiare aria forte di un contratto biennale. Sono considerati in uscita Dell’Andrea, Ramadani e Aperi, il che comporta che a fronte di una loro partenza saranno rimpiazzati con altri interpreti. Non resta che attendere gli sviluppi. SQUADRA. Due ore è durato ieri il primo allenamento della settimana in vista della sfida a domicilio domenica con la Reggiana. Tutti in campo i biancoscudati, che oggi effettueranno alla Guizza una doppia seduta.
Ore 12.30 – (Gazzettino) Sport e alimentazione, una connessione stretta che si concretizza anche nelle visite “speciali” del martedì alla mostra “Food – La scienza dai semi al piatto”. Ieri pomeriggio, accompagnati dall’assessore alla cultura Matteo Cavatton, hanno visitato l’esposizione in corso al centro culturale San Gaetano di via Altinate quattro giocatori del Padova: il capitano Marco Cunico, Marco Ilari, Matteo Dionisi e Nicola Petrilli. L’iniziativa è stata voluta da Cavatton proprio per sottolineare l’importanza dell’alimentazione in particolare per chi fa sport, a qualsiasi livello, e vedrà nelle prossime settimane altri campioni, dall’olimpionico Rossano Galtarossa alle squadre di vertice di altri sport, dalla pallavolo al karate, visitare la mostra sempre nel pomeriggio di martedì. «Ringrazio le società e gli atleti per la disponibilità – spiega Cavatton -. Questa importante mostra è l’occasione per capire i segreti del cibo e come trasformarlo in risorsa». La mostra “Food – La scienza dai semi al piatto” proseguirà fino al 28 febbraio. L’esposizione è aperta dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18. Il biglietto costa 8 euro, 5 euro per le riduzioni per anziani, giovani e studenti, 6 euro per gli enti convenzionati. Nei martedì “sportivi” è possibile entrare pagando un euro.
Ore 12.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 11.50 – Qui Guizza: serie di cross e tiri in porta.
Ore 11.30 – Qui Guizza: si torna a lavorare col pallone
Ore 11.10 – Qui Guizza: intenso lavoro atletico.
Ore 10.50 – Qui Guizza: tutti presenti, primi test anti-Reggiana.
Ore 10.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento mattutino.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il passo delle ultime, però, è da piena zona playoff. «Bisogna dimostrarlo, troppo facile esaltarsi dopo 4 partite: se ne saremo all’altezza sino alla fine, l’obiettivo non sarà impossibile da raggiungere». L’avversario. Emblematici, viceversa, i dati della Reggiana, la sfidante di domenica 17, alla quale i biancoscudati nell’ultimo periodo hanno “rosicchiato” 3 punti, portandosi a distanza di “potenziale sorpasso”: nonostante i granata abbiano subìto solo 2 gol, uno in meno del Padova, nelle ultime 4 gare, ne hanno messi a segno altrettanti, decisamente pochi. «Il prossimo esame sarà ancora una volta un banco di prova importante», ammette il tecnico. «La Reggiana è stata costruita per ambire alla promozione, e la difficoltà in più è rappresentata dal fatto che non attraversa un momento facile». Contro l’Alessandria, però, avete mostrato anche una condizione atletica invidiabile, finendo in crescendo e dando l’impressione di averne più dei piemontesi. «Durante la sosta abbiamo lavorato molto, soprattutto colmando le lacune individuali di qualcuno in particolare. Sabato, nel finale tutta la squadra era padrona della situazione, anche se devo dire che la riposta di Neto, che ha retto 90’ su buoni ritmi, mi ha stupito».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Numeri da playoff. Sì, perché se la classifica si stilasse in base alle ultime quattro gare, in effetti il Padova sarebbe sul gradino più basso del podio. Gli 8 punti raccolti (esattamente gli stessi messi insieme dall’Alessandria “campione d’inverno”) sono stati inferiori solo a quelli del Sudtirol, che ne ha conquistati 9, e del Bassano, che ne ha portati a casa ben 10, lasciando per strada gli ultimi 2 proprio all’Euganeo, nel turno pre-natalizio. E anche andando a guardare il computo delle reti, il Padova si attesterebbe in piena zona-spareggi. Sudtirol e Alessandria hanno messo insieme 8 gol nelle ultime 4 gare, mentre i nostri – così come i giallorossi vicentini – ne hanno realizzati 7. «C’è stata una crescita progressiva, di partita in partita», ammette soddisfatto mister Pillon. «Ma io non mi accontento: abbiamo le potenzialità per migliorare ancora, anche se le cose finora sono andate davvero bene. Basti pensare che, dopo Bassano ed Alessandria, è rimasto anche un po’ di rammarico, perché forse avremmo potuto portare a casa qualche punto in più. La risposta della squadra è stata positiva, ma per confermare tutto il buono che è stato fatto sinora bisogna proseguire: prima di poter dire che le cose stanno andando ok serve un filotto di 10-12 gare utili».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il girone d’andata è andato in archivio. Tempo di primi bilanci, di analisi di ciò che è stato e di prospettive per ciò che sarà. Il Padova, con il pareggio di Alessandria, ha chiuso la prima metà di stagione svoltando a quota 23 punti, nel “gruppone” di centroclassifica. Un risultato sicuramente in linea con l’obiettivo dichiarato della società, quello di una tranquilla salvezza (la zona playout, al momento, dista 4 punti), ma con diversi numeri che possono offrire spunti interessanti. L’altalena. Senza quel lungo periodo di “buio”, cominciato con la sconfitta interna subìta dal Sudtirol e terminato con lo scialbo 0-0 sul campo della Pro Patria, il cammino dei biancoscudati sarebbe stato invidiabile. Dopo che la formazione di Parlato aveva iniziato la stagione con 8 punti nelle prime 4 gare, infatti, nei successivi 9 incontri ha messo insieme la miseria di 7 punti. E l’ultimo pareggio, a Busto Arsizio, è costato al tecnico della promozione dalla Serie D la panchina. Con l’arrivo di Bepi Pillon c’è stata una nuova partenza lanciata: proprio come ad inizio stagione, nelle ultime 4 gare Neto Pereira e compagni hanno viaggiato ad una media di 2 punti a partita.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Vero, e mi dispiace», commenta il diretto interessato, «perché io per questa squadra ho sempre dato tutto me stesso. Adesso vediamo cosa accadrà, c’era stato un interessamento della Triestina ma io ritengo, senza egoismo o superbia, di poter dire la mia in terza serie, quindi in Serie D non scendo. Se arriverà l’offerta giusta, la prenderò in considerazione, altrimenti rimarrò qui. A Padova sto benissimo, ma quest’anno, forse anche per colpa dell’infortunio, ho giocato davvero poco. Mister Pillon, da quando è arrivato, mi ha fatto sentire comunque importante e considerato, ma per chi non gioca è naturale guardarsi intorno. Ho sempre lavorato duramente, evidentemente nel calcio questo non basta».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Dopo il primo “colpo” in entrata, con l’innesto del difensore centrale Andrea Sbraga, il Padova adesso guarda all’attacco e ai movimenti in uscita: ieri sera società e staff tecnico hanno avuto un incontro, nel corso del quale si è fatto il punto della situazione. Per l’attacco ci sono diversi nomi in ballo: da Succi (Cesena) a Virdis (centravanti del Savona), fino a Della Rocca (Lecce), anche se bisognerà attendere probabilmente la prossima settimana per eventuali sviluppi. Nelle ultime ore, invece, alla lista dei possibili “partenti”, della quale fanno parte i vari Ramadani, Dell’Andrea e forse pure Giandonato, si è aggiunto anche Aperi. Ieri mattina l’attaccante catanese ha avuto un colloquio con il ds De Poli, che gli ha comunicato l’intenzione della società di metterlo sul mercato, alla ricerca di una soluzione che gli possa andar bene.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Per il centrocampo la situazione è sempre la stessa. Col passare dei giorni si fa più incerta la posizione di Carlo De Risio: il Padova ha deciso di procedere con l’operazione solo se riuscirà a piazzare in uscita Manuel Giandonato o Alban Ramadani che al momento stanno bloccando il mercato in entrata della linea mediana. La Juve Stabia, come noto, ha dato già il via libera per la cessione di De Risio, ma ha rifiutato lo scambio con Giandonato. Il quale ha puntato i piedi, dichiarando di non volersi muovere da Padova, se non in presenza di una proposta importante da una piazza gradita. A Latina Mario Somma, suo ex allenatore, è ancora in sella, ma è molto traballante, la possibilità che l’affare decolli al momento sono molto basse. Anche il Pavia ha detto no a uno scambio fra Giandonato e La Camera, pur essendo quest’ultimo in uscita. Ci si è provato pure col Rimini, ma il club romagnolo versa in gravi difficoltà economiche e la trattativa si è interrotta prima ancora di cominciare. Per Ramadani, infine, si sta lavorando per un’opzione all’estero.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Si lavora duramente. In campo e dietro la scrivania. Si studiano mosse e contromosse, dopo l’arrivo di Andrea Sbraga in difesa. Il nome più caldo adesso riguarda il reparto offensivo e si tratta di Francesco Virdis, 30 anni, attaccante in forza al Savona. È questa la priorità del mercato di gennaio del direttore sportivo Fabrizio De Poli, che ha messo in cima alla lista il completamento della prima linea per rassicurare definitivamente Giuseppe Pillon. L’età di Virdis è quella giusta per farci un pensierino almeno per le prossime due stagioni, a differenza di Davide Succi che di primavere ne conta 34 anche se non disdegnerebbe affatto il ritorno a Padova. La destinazione più probabile per l’attaccante del Cesena, al momento, rimane Modena, mentre l’agente di Virdis Marco Calleri ha confermato i contatti col Padova. Si può fare, ma a patto di trovare un accordo con il Savona, con cui l’attaccante (non è figlio d’arte) ha un contratto e che non lo libererebbe gratis. Situazione da seguire, mentre per Caio De Cenco la strada sembra in salita: il cartellino è del Pavia, il Pordenone non lo vuole mollare, al momento non sembrano esserci le premesse perché si possa arrivare alla fumata bianca. Ma anche qui andrà monitorato il tutto con il passare dei giorni.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Alessandria e Cittadella 32, Bassano 31, SudTirol 29, FeralpiSalò 28, Pavia 27, Pordenone e Reggiana 25, Cremonese, Cuneo e Padova 23, Pro Piacenza 22, Giana Erminio 21, Lumezzane 19, Mantova 16, Renate 15, AlbinoLeffe 12, Pro Patria 7.
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della diciassettesima giornata: Alessandria-Padova 1-1 (Altinier (Pd) al 19′ pt, Marconi (Al) al 15′ st), Cittadella-SudTirol 2-3 (Chiaretti (Ci) al 2′ pt, Tulli (St) al 1′ st, Cia (St) al 9′ st, Litteri (Ci) al 15′ st, Gliozzi (St) al 38’st), Bassano-Reggiana 1-0 (Iocolano (Ba) al 43′ st), Giana Erminio-Pordenone 1-2 (Cattaneo (Pn) al 12′ pt, Mandorlini (Pn) al 28′ pt, Perna (Ge) al 45′ st), Cuneo-Cremonese 0-0, Pavia-FeralpiSalò 2-2 (Tortori (Fs) al 36′ pt, Cesarini (Pv) su rigore al 41′ pt e al 23′ st, Tortori (Fs) al 31′ st), Pro Piacenza-Lumezzane 1-0 (Rantier (Pp) al 11′ st), Pro Patria-Renate 0-1 (Florian (Re) al 29′ st), AlbinoLeffe-Mantova 0-0.
Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 12 gennaio: primo allenamento settimanale per i Biancoscudati, tutti presenti. Nel tardo pomeriggio riunione di mercato tra la società e l’area tecnica.