L’arte di aspettare. In un mondo che premia i comportamenti sopra le righe e i guizzi da saltimbanco, la pazienza non è una virtù comune. In un certo senso si può dire che Alessandro De Leidi è una persona rara. Non solo perché di calciatori che sanno suonare il pianoforte non ce ne sono poi moltissimi («Ormai, però, lo faccio solo quando torno a casa dai miei, a Bergamo, perché quest’anno ho deciso di mettermi seriamente a studiare Economia e commercio e ho meno tempo da dedicare alla musica»), ma soprattutto perché De Leidi è il tipo che se ne sta buono in panchina senza mai alzare la voce e che, quando serve, risponde presente all’appello. Era accaduto l’anno scorso, in Serie B, quando nelle prime sei giornate non mise piede in campo, per poi terminare la stagione totalizzando 26 presenze. Sta ricapitando adesso: nel Cittadella falcidiato dagli infortuni (Pascali, Donazzan, Amato e Benedetti) e dalle squalifiche (Scaglia e Iori, l’unico fra i citati a non giocare in difesa) che si appresta a ospitare il Sudtirol, lui è una delle poche sicurezze. Dopo aver debuttato in campionato a Cremona, sarà di nuovo titolare domani. «Non è una situazione semplice, la mia. È chiaro che avrei sempre voglia di giocare, ma è anche vero che è difficile toccare una squadra che vince, per cui io so che l’unica cosa che devo fare è allenarmi al meglio e farmi trovare pronto. L’obiettivo principale è vincere il campionato, le esigenze personali passano in secondo piano», afferma il 24enne difensore. Siamo sotto mercato: mai pensato di cercare più spazio altrove? «No. Non mi sono arrivate richieste e comunque ci penserei bene prima di cambiare aria: questa società è una sorta di seconda famiglia, la qualità della vita a Cittadella è alta e ho la fortuna di abitare a due passi dal campo. Ma quel che più conta è la voglia di rivincita che mi è rimasta dopo la retrocessione». Se Benedetti non dovesse smaltire la botta allo sterno rimediata mercoledì, domani potrebbe anche debuttare in campionato uno fra Varnier e Zonta, difensori della formazione Berretti che in questi giorni si stanno allenando con voi. E non è escluso che lei venga dirottato sulla corsia mancina. «Se accadrà, io e Cappelletti faremo in modo di aiutarli il più possibile. In questi giorni Venturato mi ha sempre utilizzato da centrale in coppia con Daniel, ma, nel caso, sono pronto ad adattarmi a terzino, anche se preferisco stare in mezzo». Lei era in campo anche nella sfida di Coppa, quando avete superato il Sudtirol ai supplementari. «Quella gara fa poco testo, entrambe le formazioni erano molto diverse rispetto al solito. La sfida di sabato conta di più: da una parte noi vogliamo vincere per chiudere il girone d’andata da campioni d’inverno, dall’altra loro sanno che una sconfitta li allontanerebbe dal treno-promozione». Gli altoatesini hanno cambiato spesso volto in campionato: come se li aspetta? «Hanno alternato il più consueto 3-5-2 a un 4-3-3 in cui i centrocampisti si inseriscono di frequente. Quale che sia il modulo, arriveranno aggressivi e pronti a giocarsela. Ma è anche la nostra filosofia: Venturato vuole un Cittadella capace di imporre il proprio calcio, per questo studiamo gli avversari tatticamente, ma sappiamo che la cosa più importante è badare a come occupiamo noi il campo».
(Fonte: Mattino di Padova)