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Ore 23.00 – (Il Piccolo) Dopo due settimane e mezzo di pausa per le festività natalizie e di fine anno, la serie D si rimette in moto a pieno ritmo con due turni in pochi giorni: mercoledì 6 gennaio si torna in campo per la prima giornata di ritorno, seguita domenica 10 gennaio dalla seconda giornata. E sarà subito un riavvio impegnativo per l’Unione Triestina 2012, che mercoledì sarà impegnata sul campo della Liventina, formazione che viaggia in una tranquilla metà classifica, in ottava posizione. Ostico anche il turno dell’Ufm, che giocherà in casa a Monfalcone ma se la dovrà a vedere con la Virtus Vecomp Verona, quarta in classifica. Il giorno della Befana dovrebbe trascorrere invece senza sussulti nell’alta classifica, visto che la capolista Campodarsego ospiterà l’Union Ripa e il Venezia riceverà il Dro. Per Triestina e Monfalcone, però, il giorno della verità e dei primi importanti scontri diretti, sarà quello di domenica 10 gennaio. La Triestina infatti ospiterà l’Abano con cui attualmente viaggia a braccetto in classifica: in pratica il primo scontro chiave per la salvezza di questo girone di ritorno. Altrettanto fondamentale la sfida che attende l’Ufm, che sarà impegnata in trasferta a Dro, altra formazione in lotta nelle zone calde della graduatoria. Sarà una domenica calda anche per il Campodarsego, impegnato in casa dell’Este, terza della classe: il Venezia, che giocherà a Sacile in casa del fanalino di coda, spera nel sorpasso. Le partite del 6 gennaio: Levico-Mestre, Montebelluna-Fontanafredda, Venezia-Dro, Calvi Noale-Este, Abano-Giorgione, Tamai-Belluno, Luparense-Sacilese, Campodarsego-Union Ripa, Liventina-Triestina, Ufm-Virtus Vecomp La classifica: Campodarsego 45, Venezia 44, Este 36, Belluno e Virtus Vecomp 34, Tamai 32, Calvi Noale 29, Liventina e Giorgione 25, Mestre 24, Union Ripa e Montebelluna 23, Levico Terme e Dro 22, Luparense 20, Triestina e Abano 19, Fontanafredda 18, Ufm 15, Sacilese 7.
Ore 22.40 – (Il Piccolo) Ha finalmente un nome e un volto il primo rinforzo di gennaio dell’Unione Triestina 2012, un giocatore che dovrebbe dare verve e spinta a un reparto rimasto pressoché sguarnito dopo i venti svincoli di dicembre. Si tratta di Daniel Bradaschia, classe 1989, monfalconese che però ha girato un po’ dappertutto: è un giocatore offensivo a tutto tondo, un elemento agile e veloce e dal buon dribbling che può fare il trequartista, l’esterno sinistro o destro (ideale in un eventuale 4-3-3) ma anche la seconda punta in un 4-4-2. Nel dicembre 2014, in uno dei tanti momenti di cambi e ricambi dello scorso travagliato campionato, era già transitato per Trieste ed era rimasto per qualche giorno in prova negli allenamenti a Prosecco, ma poi non se n’era fatto nulla. La sua esperienza più recente è quella dei primi sei mesi del 2015 in Lega Pro, con l’Albinoleffe, dove ha collezionato 15 presenze e due gol. Nelle stagioni precedenti si è diviso invece fra il Darfo Boario in serie D e il Koper, in serie A slovena. Proprio l’esperienza oltreconfine gli aveva causato qualche problema di tesseramento a fine 2014 al rientro in Italia, proprio quando era vicino prima alla Lucchese e poi alla Virtus Vecomp. Nonostante la ancor giovane età, Bradaschia è già giocatore di una certa esperienza: il monfalconese aveva avuto un promettente inizio di carriera, quando a 18 anni aveva già esordito in serie B con il Treviso realizzando anche un gol. Transitato per l’Udinese, dove però non aveva mai esordito in prima squadra, l’attaccante ha giocato due stagioni piuttosto intense in serie C1 con il Lumezzane, totalizzando 63 presenze e 8 gol. Poi la stagione seguente aveva diviso l’annata tra lo stesso Lumezzane e il Taranto, quindi l’approdo a Koper e al Darfo Boario. Bradaschia è comunque soltanto la prima casella destinata a riempire lo schieramento offensivo della Triestina. La società resta ancora cauta nelle comunicazioni di mercato, ma già oggi dovrebbero venir ufficializzati altri due arrivi proprio nel settore d’attacco. Pare che la prima punta sia un giovane attaccante di proprietà di una società siciliana, attualmente però in prestito in Lega Pro, mentre un’altra seconda punta è in arrivo, sempre dalla Lega Pro. Tutte novità che andranno a rimpolpare un settore nel quale attualmente c’è in pratica il solo Giordani, che infatti nell’ultima partita del 2015 a Venezia era stato affiancato dallo Juniores Volk. Rinforzi dunque quanto mai necessari in vista della prima trasferta del 2016 in casa della Liventina e dei successivi impegni di campionato. Poi dovrebbero esserci movimenti anche a centrocampo, quasi sicuramente c’è un under in arrivo. Ma le novità potrebbero non essere finite qui.
Ore 22.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Il 2016? Più cattivo e fortunato. Solo con questa ricetta Roberto Vecchiato vede raggiungibile il podio o quel girone di ritorno da 40 punti che vorrebbe Yari Masoch. «Quando i miei giocatori si espongono come ha fatto Yari – assicura il mister gialloblu – a me fa piacere, significa che hanno fame. Poi però bisogna mantenere le parole sul campo. Quaranta punti nel girone di ritorno sono tanti, ma non troppi. Si possono fare, ma molte cose devono andare per il verso giusto, a partire dalla fortuna. Tipo vincere una partita che magari meriteresti di pareggiare». Cosa chiede al 2016? «Per prima cosa meno infortuni rispetto a un anno fa. I primi mesi del 2015 furono molto difficili. Penso al collaterale di Pellicanò, alla tibia di Masoch… Al primo posto dunque la salute, poi la consapevolezza che le cose non arrivano per inerzia o per abitudine, ma con il lavoro. Bisogna continuare a martellare, a rompere le scatole. Ma io in questo sono bravo». Ai suoi giocatori cosa chiede? «Più cattiveria. Quando sento dire che il Belluno è bello, gioca bene, sono felice; ogni tanto però vorrei anche sentirlo più cattivo. Parlo di cattiveria agonistica, nervosa, di vincere le partite in tutti i modi e fino all’ultimo secondo». Un voto al 2015? «Non posso darlo io, che sono il primo responsabile tecnico. Io do un voto altissimo ai miei ragazzi per impegno, costanza e professionalità, al resto pensateci voi. Dico solo che per me uscire tra gli applausi dopo una sconfitta con il Campodarsego vale più di alcune vittorie». Pellicanò resta, capitolo chiuso? «No, fino al 31 gennaio è tutto aperto. Io chiedo solo che fino ad allora mi venga detto se lo avrò per la prossima partita. E a lui non posso che augurare di andarci tra i professionisti». Il suo futuro a Belluno potrebbe dipendere da questa stagione, dal risultato finale? «Non lo so. Dopo tre anni magari potrebbero stancarsi gli altri; bisogna capire se c’è energia e entusiasmo per continuare insieme. I giocatori per primi sono tre anni che vedono la stessa faccia e sentono la stessa voce. Bisogna parlare. E non sto facendo il prezioso, sia chiaro. Magari resto qui 10 anni». Per la Lega Pro cosa manca, tecnicamente? «Su due piedi potrei dire un giocatore per ogni reparto. Quindi più gol, alternative, difesa e gioco». Tra 48 ore si riparte dal Tamai. «Alla prima giornata dissi che era una squadra al nostro livello e oggi ha 2 punti in meno di noi. È la sesta volta che io e De Agostini, che è un amico, ci sfidiamo, le squadre si conoscono bene: noi teniamo palla, loro ripartono. Sarà una bella partita». Se il Belluno arrivasse quinto le darebbe fastidio? «Fastidio sì, tanto dopo due quarti posti. Ma non sarei di certo deluso».
Ore 22.00 – (La Provincia Pavese) Certo, non è una regola fissa e le eccezioni non mancano. Ma in genere chi vuole provare a vincere il campionato di Lega Pro di soldi ne spende parecchi. I dati di bilancio lo confermano. L’Alessandria, che già dalla passata stagione tenta la scalata alla B, per entrare dalla Seconda divisione nella Lega Pro unica (2013-2014) aveva impegnato solo alla voce stipendi (per la quasi totalità giocatori e staff tecnico) quasi 3,7 milioni, uno in più dell’anno precedente. Il costo complessivo di quella stagione è stato di 5,5 milioni, e la perdita da coprire 4,3 milioni (800 mila in più dell’anno precedente). Naturalmente nel 2014-2015, quando i grigi hanno provato l’assalto alla B, l’impegno economico è stato ancora maggiore: 6,2 milioni, con un monte stipendi salito a 4,3 milioni di euro e la perdita a 4,5. Il che fa capire quanto oneroso sia sostenere il peso di un club di Lega Pro, visti i costi alti a fronte di ricavi modestissimi. Luca di Masi, titolare di un negozio di sport di Torino, da quando ha preso l’Alessandria (febbraio 2013) ha già dovuto far fronte a perdite per oltre 12 milioni di euro. All’inizio di questa stagione, tuttavia, ha ulteriormente rafforzato la squadra con una poderosa campagna acquisti che ha portato a sborsare quasi 900 mila euro – una cifra stratosferica per la Lega Pro, dove molti trasferimenti sono a costo zero – per avere Fischnaller (a titolo definitivo dal Sudtirol) e Bocalon (dall’Inter). I costi poi schizzano paurosamente verso l’alto per una società come il Novara, il cui bilancio però è chiuso non al 30 giugno dell’anno (in coincidenza con la fine dalla stagione) come gran parte dei club, ma al 31 dicembre. Quello del 2014, che inglobava la mezza stagione di B culminata nella retrocessione e la prima metà del campionato scorso di Lega Pro (concluso col ritorno tra i cadetti) ha chiuso con un rosso di ben 13,4 milioni di euro contro 1,9 del 2013 (due mezze stagioni in B), per effetto del crollo dei ricavi da 21 a poco meno di 9 milioni, con costi per gli stipendi che invece sono calati di poco, da 11,8 a 9,7 milioni. La Reggiana, società con grande seguito e ambizioni, ha speso nel 2013-2014 per un’anonima stagione in Prima divisione di Lega Pro 5,7 milioni, di cui 2,2 per tutti i dipendenti. L’ottavo posto del Como in Prima divisione nel 2013-2014, l’anno prima di salire in B, costò un po’ di meno (4,2 milioni, due per il monte stipendi). Più o meno come la stagione di due anni fa del Pisa (4,6 milioni, 2,4 per il monte stipendi) conclusa con il 6° postro e la semifinale play off per la B persa col Frosinone. Scendendo verso sud, i costi aumentano. Il campionato di vertice dell’Ascoli dell’anno scorso (play off e promozione in B dopo ripescaggio) è costato ben 7,4 milioni di euro, di cui 4,3 per tutto il personale (oltre 3 solo per giocatori e allenatori). E notoriamente nei top club del girone C gli ingaggi dei calciatori sono sensibilmente superiori. Tornando al girone A di Lega Pro, bisogna scivolare molto giù in classifica, fino a club come il Lumezzane, per trovare cifre diverse: allestire la stagione passata (con salvezza ai play out) è costato comunque 2,6 milioni (1,6 per stipendi). Costi analoghi a quelli della Virtus Bassano nel 2014, a cavallo tra la parte conclusiva della stagione della vittoria a mani basse in Seconda divisione e la prima metà di quella in Lega Pro, con promozione in B sfiorata. Eccola, l’eccezione: il costo dichiarato dal club controllato dalla famiglia Rosso, quella del marchio Diesel, è stato di 2,8 milioni di euro (1,6 per stipendi). E il Pavia? Il bilancio 2014-2015, da depositare entro dicembre, non è ancora disponibile come quello di diversi altri club di Lega Pro (ecco perché in qualche caso sono stati fatti riferimenti a quelli della stagione precedente). Il costo della stagione, comunque, dovrebbe essere stato in linea con le concorrenti del girone, anzi inferiore a club come Novara e Alessandria. L’impegno complessivo, in attesa dei dati ufficiali, pare si sia aggirato sui 5 milioni di euro, e il costo di tutto il personale attorno ai 3,5 milioni. Ma anche per l’assenza di sponsor l’entità delle perdite è stata ovviamente notevole.
Ore 21.40 – Mercato Pavia: detto del maxi-scambio improntato col Mantova, piacciono anche il centrocampista Pirrone dell’Ascoli e l’attaccante Manconi del Novara. Si allena invece già da alcuni giorni l’ex Pescara Grillo.
Ore 21.20 – (Gazzetta di Reggio) Pur se toccata profondamente dalla prematura scomparsa di Roberto Gottardi, la Reggiana haproseguito la preparazione per sfida di sabato a Bassano (ore 17.30). In segno di lutto è stata però annullata l’amichevole che era in programma domani alle 11, a Villalunga, con la formazione della Casalgrandese. Ieri Sabotic e compagni si sono allenati nel campo più distante dalla bocciofila per usufruire di un terreno migliore. I giocatori erano tutti presenti tranne Dejan Danza che ufficialmente ha la febbre ma molto più verosimilmente è alla ricerca di una squadra che gli garantisca un maggior minutaggio mentre nella Reggiana, nel suo ruolo di centrocampista, è chiuso da giocatori come Angiulli, Bruccini, Maltese e Bartolomei. Yuri Meleleo, tornato dopo un giorno in più di permesso, era già al lavoro col resto del gruppo. Le prossime tappe di avvicinamento all’incontro di campionato prevedono per oggi una doppia seduta: mattino al Fit Village e pomeriggio alle ore 14.30 in via Agosti.
Ore 21.00 – (Gazzetta di Reggio) Il 14 gennaio si discuterà il ricorso davanti alla Seconda Sezione del Tribunale nazionale antidoping del Coni, ma in quella data il terzino Cristian Andreoni potrebbe non vestire più la maglia granata. La società infatti sta cercando di trovare un accordo con il procuratore del giocatore. In primo grado Andreoni è stato squalificato per quattro anni per essere stato trovato positivo dopo i controlli eseguiti lo scorso 17 maggio ad Ascoli alla sostanza Arimistane-Arimistane Metabolita. La Reggiana sta pensando di rescindere il contratto, che scade a giugno, perché non ritiene probabile una sensibile riduzione della squalifica. «Abbiamo fatto un incontro con il ragazzo e il suo procuratore – ha detto il dg Raffaele Ferrara e abbiamo iniziato a discutere di un accordo. Gli esperti ci dicono che in appello la squalifica potrebbe essere confermata o ridotta di un anno e questo ci obbliga a fare delle scelte. Anche il ragazzo purtroppo deve pensare a fare altro». Un vero dramma per questo 23enne, che ha dimostrato di essere un bravo terzino, e che rischia di vedersi bruciare la carriera per un errore che ammette di aver fatto, ma in assoluta buona fede. Il suo avvocato Cesare Di Cintio dopo la sentenza della Prima Sezione si era detto pronto ad arrivare fino al Tas di Losanna per chiedere la riduzione della squalifica. «Cristian ha comprato un integratore che può essere acquistato senza problemi anche in Italia, esattamente come tanti altri, ad esempio aminoacidi o proteine», aveva detto il legale. Il giocatore, intervistato nei giorni seguenti, aveva espresso l’auspicio che il Tna potesse ripensarci e ha ribadito di aver assunto la sostanza senza sapere che fosse doping.
Ore 20.40 – Mercato Reggiana: momentaneamente sfumato Perez, si pensa a Caturano. Ma attenzione a Marco Sansovini: il 35enne attaccante del Pescara si è proposto ai granata, e l’affare potrebbe decollare qualora venisse trovato un accordo economico con tanto di “sconto” da parte della punta. In uscita offerte per Pesenti e Giannone.
Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) Per il Mantova gennaio sarà molto importante in campo ma anche fuori. Entro la fine del mese, infatti, il patron biancorosso Serafino Di Loreto dovrebbe diventare vicepresidente della Lega Pro e presidente della Calcio Servizi, Srl della stessa Lega Pro che ne gestisce gli aspetti gestionali ed economici. Il passaggio delle consegne fra il commissario straordinario Miele e il neopresidente della Lega Pro, Gabriele Gravina, dovrebbe esserci proprio questa settimana, fra mercoledì e venerdì. Una volta insediato, Gravina dovrebbe provvedere alle prime nomime e fra queste appunto quella di Serafino Di Loreto alla presidenza del cda della Calcio Servizi. Il patron biancorosso avrà la mission di reperire risorse per la categoria e fra le prime idee in campo ci sarebbe quella di un 90esimo Minuto dedicato alla Lega Pro su un canale in chiaro Rai o Mediaset. Tornando all’iter del nuovo corso della Lega Pro, entro la fine del mese (attorno al 25-26) dovrebbe poi esserci il voto su una riforma dello statuto. Fra le modifiche previste ci sarebbe anche quella relativa all’istituzione di due vicepresidenti di Lega e una di queste due poltrone dovrebbe appunto andare a Serafino Di Loreto. Fra i primi obiettivi dichiarati dal neopresidente Gravina ci sono quello di riportare la Lega Pro al format di 60 squadre (attualmente sono 54), quello di tornare allo storico nome Serie C e quello di affiancare a questo logo uno sponsor importante.
Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) Ieri i biancorossi hanno svolto due sedute di allenamento agli ordini di Ivan Javorcic, che ha continuano a provare il modulo 4-3-1-2, con un reparto avanzato formato dal trequartista Caridi alle spalle delle punte Anastasi e Momentè. Quasi tutti i componenti della rosa sono in buone condizioni: Di Santantonio si è allenato a parte ma il suo recupero in vista della gara di lunedì a Bergamo (ore 20) con l’Albinoleffe non è assolutamente in dubbio. Questa sarà invece una settimana importante per capire se Ruopolo potrà essere recuperato al 100% a breve termine. Il centravanti si sta infatti sottoponendo a cure specifiche per il problema alla cartilagine del ginocchio e nei prossimi giorni si capirà la risposta dell’arto alla terapia. La squadra si allenerà anche oggi, sia al mattino e sia nel pomeriggio. Domani, invece, i giocatori godranno di una giornata di riposo. La preparazione in vista dello scontro diretto con l’Albinoleffe sarà ripresa mercoledì mattina e verrà continuata con sedute mattutine fino a sabato. Domenica pomeriggio, infine, Javorcic dirigerà la tradizionale rifinitura e scioglierà le riserve sull’undici titolare da mandare in campo all’Azzurri d’Italia.
Ore 19.40 – Mercato Mantova: acquistato dall’Ascoli l’attaccante Pietro Tripoli, si continua a lavorare col Pavia per un maxi-scambio. L’ago della bilancia è l’azzurro Marchi, non ancora convinto del trasferimento ai biancorossi (a differenza di Cristini, con Foglio pronto a fare il percorso inverso): qualora dovesse rifiutare i virgiliani punterebbero sul terzino sinistro Marco Martin, andando poi alla ricerca di un altro attaccante. A tal proposito si fanno i nomi di Lupoli e Pettinari.
Ore 19.20 – (Messaggero Veneto) C’erano tutti i neroverdi, ieri, sul campo del Teghil. O meglio: tutti tranne uno. Perché Caio De Cenco, atteso a Lignano in mattinata, non si è presentato all’appuntamento fissato dalla società. Il centravanti, capocannoniere del team con 8 gol, ha marcato visita al primo giorno di ritiro, quando era atteso dal tecnico Tedino e dal resto della squadra. Problemi col volo del rientro dal Brasile, suo paese natale, dove ha trascorso le vacanze, avrebbe spiegato. Questa mattina si aggregherà al gruppo e comincerà a lavorare in vista della ripresa del campionato nel prossimo week-end sul campo del Giana Erminio. Il club, però, non gli farà passare liscio il ritardo. Difficile che gli venga comminata una multa, più probabile che il giocatore paghi una cena a compagni e staff. Il “caso”. Puntuale, il più delle volte, in area di rigore, non altrettanto – almeno stavolta – sul posto di lavoro. De Cenco ha commesso la sua prima ingenuità nella sua parentesi neroverde. Tutto ha origine dopo la gara col Pavia. Il giocatore, come da accordi con la società, era rientrato in Brasile, a San Paolo, per trascorrere le vacanze con la sua famiglia e la sua ragazza. Era partito il 20 dicembre e avrebbe dovuto essere pronto per il ritiro del 3. Già il club aveva fatto uno strappo alla regola, concedendo al centravanti il doppio dei giorni di pausa rispetto al resto del gruppo. Ma, si sa, i brasiliani vanno assecondati nel loro rientro in patria: il rischio che si manifesti la “saudade” è sempre dietro l’angolo. Tuttavia il giocatore non doveva ritardare nella data del rientro, cosa che invece ha fatto. Il comportamento – com’è normale che sia – non è piaciuto. Adesso dovrà farsi perdonare dal resto della squadra e dallo staff tecnico. Il rientro. Il primo allenamento dell’anno, per De Cenco, non sarà così felice. Sarà sicuramente richiamato, ma non solo. E’ probabile che, per punizione ma anche per un ritardo di preparazione rispetto agli altri, non venga preso in considerazione per la gara con la Giana, in programma sabato a Gorgonzola. Dovrebbe giocare Strizzolo al suo posto, tornato ieri a lavorare con la squadra e sempre presente in questo periodo a cavallo tra i due anni. Attenzione, poi, perché se lo stesso Strizzolo azzecca il match con i milanesi potrebbe essere riconfermato dall’inizio. Insomma, sarà un inizio di 2016 in salita per De Cenco. Dovrà riconcquistarsi una parte di fiducia e dovrà lavorare sodo per riprendersi il posto da titolare.
Ore 19.00 – Mercato Pordenone: Fabio Gavazzi del Mantova rimane l’obiettivo numero uno dei neroverdi, ma per far decollare la trattativa bisogna trovare la giusta contropartita (si parla di Ingegneri) o sperare in un “aiuto” economico da parte dei virgiliani. Si pensa inoltre ad Alessio Benedetti della Cremonese.
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Adesso che anche il «tesserino» di direttore sportivo è in tasca, Giampaolo Marcheggiani ha tutti gli strumenti per farsi largo nel mondo del calcio. A soli 28 anni, infatti, il giovane responsabile scouting del Venezia sta bruciando le tappe, ben consapevole della grande opportunità di studiare alla scrivania di Giorgio Perinetti. «Non a caso la mia tesina per diventare ds si intitola «Un professionista fortunato» – spiega sorridente Marcheggiani – visto che senza alcun trascorso da giocatore ho avuto la possibilità di maturare esperienze sul campo e di accedere ai necessari corsi di formazione». Nel suo curriculum il patentino di allenatore Uefa B, quello di Collaboratore della Gestione Sportiva in serie D (esame che sta per sostenere anche il team manager Alessandro Servi) e appunto quello di direttore sportivo. «Dall’inizio mi sono sempre occupato dello scouting, di provare a scovare talenti, aspetto curato anche qui a Venezia con una rete di osservatori che comprende anche il match analist Claudio Damiani e Giancarlo Pariscenti, storico collaboratore di Perinetti. In un club moderno però l’aspetto oggi più importante di tutti è la «gestione», intesa come capacità di far sì che squadra, club, tifosi e città siano un corpo unico. Il presidente Tacopina punta molto su questo tipo di lavoro per il Venezia». Dopo la laurea in management sportivo Marcheggiani ha mosso i primi passi nella sua città. «Ho fatto uno stage alla Sambenedettese, poi un giorno durante un’amichevole con il Siena di serie A ho conosciuto Daniele Faggiano, attuale ds del Trapani ma all’epoca con lo stesso ruolo nel club toscano dove Giorgio Perinetti era responsabile dell’area tecnica». E da lì ha iniziato a seguirlo. «Per me è diventato un secondo papà, mi ha dato fiducia e messo alla prova, ma sappiamo entrambi che prima o poi dovrò «fare da me». La svolta? Pensai che «stavo crescendo» quando mi mandò da solo a depositare il contratto di Milanovic del Palermo, ricordo che tenevo la valigetta stretta stretta sulle ginocchia…»
Ore 18.10 – (La Nuova Venezia) Non sembra, ma è il veterano. Non sembra, perché Francesco Cernuto ha solo 23 anni, ma è il più “vecchio” in maglia arancioneroverde che indossa per la terza stagione consecutiva. Insieme a Beccaro, Busatto e Modolo è uno dei quattro difensori centrali a disposizione di Giancarlo Favarin, ha già messo da parte 16 presenze (ha saltato solo Calvi Noale, Levico e Belluno seduto in panchina) con una sola ammonizione, rimediata contro la Luparense. «Non ho avuto alcun problema a scendere nuovamente in serie D», ha spiegato il siciliano di Milazzo, che compirà 24 anni il 25 gennaio, «anzi, sono orgoglioso che il direttore Perinetti abbia pensato anche al sottoscritto quando ha disegnato il nuovo Venezia. Non mi sento una bandiera, è un parolone un po’ abusato, però sono contento di essere rimasto al Venezia. Ho voluto rimettermi in gioco con la prospettiva di far parte di un progetto molto importante e suggestivo». Francesco Cernuto ha già vinto il campionato di serie D, quando indossava la maglia del Treviso e proprio a spese del Venezia di Cunico e Luppi. «Il nostro obiettivo non è un mistero. Finora abbiamo trovato sulla nostra strada una squadra, il Campodarsego, che ha disputato un girone d’andata al di sopra delle aspettative, ma essere un punto indietro, a questo punto della stagione, conta poco o niente. I bilanci si fanno a fine stagione e ci sono davanti ben 19 partite per andare davanti ai padovani. Se all’inizio della stagione ci avessero detto che avremmo girato a 44 punti, tutti saremmo stati felici». Terza stagione in laguna per Cernuto, 42 presenze complessive in arancioneroverde, dopo il triennio vissuto a Treviso, l’unico in campo che ha vissuto la parabola discendente di Korablin e l’arrivo di Tacopina. «Beh, dire che non si possono fare paragoni, è lapalissiano. Come il giorno dopo la notte. Tacopina vive il calcio in prima persona, trasmette grande entusiasmo e passione, avvertiamo la spinta che ci dà, e non è poco. Vorrà dire che la Lega Pro persa a fine giugno non sul campo, ce la riprenderemo a suon di gol e di vittorie». Domenica in famiglia per i giocatori del Venezia, che oggi si ripresenteranno al Taliercio per ultimare la preparazione in vista della gara casalinga di mercoledì (ore 14.30) contro il Dro, che rivedrà anche il ritorno in tribuna del presidente Joe Tacopina. L’unico in dubbio rimane Matteo Marcolini, in ripresa dopo l’infortunio muscolare prenatalizio, Favarin dovrà monitorare anche l’attacco febbrile che ha colpito Di Maio e Modolo. Oggi apre il mercato invernale della Lega Pro, il Venezia provvederà a tesserare l’attaccante Samuele Chicchiarelli.
Ore 17.50 – (Gazzettino) «Speriamo di raccogliere nel nuovo anno ciò che abbiamo seminato nella prima parte di stagione». Guarda con ottimismo al futuro Marco Beccaro, nuovo capitano della Luparense San Paolo dopo la partenza di Matteo Nichele al Grossetto. L’attaccante di Campodarsego è uno dei “veterani” superstiti dei Lupi insieme a Giglio e Severgnini dopo un mercato di riparazione (dicembre) che ha visto stravolgere l’organico a disposizione di Enrico Cunico. Di conseguenza le feste sono state utili per cementare il gruppo. «La sosta è stata un bene dato che abbiamo potuto conoscerci meglio, adesso dobbiamo dimostrare che l’attuale situazione di classifica non è degna della squadra che abbiamo. Anche se siamo in zona play out, dobbiamo essere consapevoli dei nostri mezzi e guardare con fiducia ai prossimi impegni». Proprio mercoledì è già tempo di rituffarsi nel campionato con la prima giornata di ritorno che vede i rossoblù impegnati a domicilio con la Sacilese (ultima in classifica), formazione nella quale ha militato l’anno scorso Beccaro. «È cambiato tutto a Sacile rispetto a un anno fa, anche la proprietà. Ma conservo ricordi bellissimi di quell’esperienza visto che è stata una delle mie stagioni migliori. È sempre piacevole incontrare una ex squadra. Vogliamo iniziare il girone di ritorno con il piede giusto, ma dobbiamo dare tutti un po’ di più». Tra i nuovi arrivati, Beccaro ha già avuto modo di giocare insieme con Sottovia (Sacilese e Marano), Baggio (Sacilese) e Roveretto (Marano). «Sono giocatori importanti per la categoria e il fatto che siano arrivati è la dimostrazione che la società vuole tirarsi fuori al più presto dall’attuale situazione e gettare le basi in vista dell’anno prossimo». Lo stesso Beccaro è stato molto chiacchierato nella recente finestra di mercato, tanto che lo voleva anche la Sambenedettese. «Ho avuto richieste, ma insieme alla società ho deciso di rimanere. Con i Lupi ho un accordo anche per la prossima stagione, credo in questo progetto e mi trovo molto bene nel club del patron Zarattini. È difficile trovare in giro società serie come la Luparense San Paolo». Tra l’altro è anche il capitano della squadra. «È uno stimolo ulteriore, anche per essere d’esempio ai più giovani». Ha segnato già sette gol. «Il mio obiettivo è andare in doppia cifra ed essere d’aiuto alla squadra».
Ore 17.40 – (Gazzettino) Lucchiari fa rima con serie D, almeno all’ombra della porta vecchia. Il binomio ormai storico composto dalla famiglia di imprenditori atestini e i colori giallorossi ha dato i suoi frutti da tempo e l’undicesimo anno di fila in categoria è solo uno dei molti risultati di questa equazione. Il tifoso medio atestino, dall’alto dei 96 anni di storia del calcio giallorosso, fa un po’ lo snob e non ci bada. Ma il filotto di campionati con la D maiuscola non è una medaglia della quale possono fregiarsi molte società e Renzo, patròn della squadra, lo sa bene. «Il bello – ammette il presidente – è che anche quest’anno stiamo facendo un campionato straordinario. Giochiamo il migliore calcio del girone e a dirlo non sono mica io, ma gli addetti ai lavori. Abbiamo perso una sola partita nel girone d’andata e siamo anche andati a vincere in casa del Venezia, senza peraltro rubare nulla». Sul terzo posto dell’Este a metà campionato, alle spalle di due corazzate come Venezia e Campodarsego, non avrebbe scommesso nessuno. Tanto meno dopo la rivoluzione estiva: dalla corte dei Lucchiari se ne sono andati in tanti e l’addio più duro da digerire è stato quello di Gianluca Zattarin, che aveva lasciato un vuoto apparentemente incolmabile. Andrea Pagan, il suo successore, è arrivato alla chetichella e senza tanti proclami ha preso in mano una squadra sulla quale era stata fatta tabula rasa dal mercato estivo. «Sembrava impossibile, invece eccoci qua – se la ride Lucchiari – Pagan sta facendo un lavoro incredibile e i giocatori che sono arrivati stanno dimostrando di avere stoffa da vendere. Con una squadra infarcita di giovani stiamo facendo cose davvero notevoli e mi importa davvero poco di quei punti persi per strada all’inizio. Non voglio però sentire parlare di primo, secondo o terzo posto, perché andremo avanti vivendo alla giornata e ce la giocheremo con tutti». Fin qui tutto bene, ma non sono certo solo rose e fiori. «Mi rammarica – ammette il presidente – che gli atestini non abbiano ancora capito che l’Este è una cosa loro. A volte mi piange il cuore vedere 200 o 300 persone allo stadio, quando potremmo vederne molte di più. Ma domenica abbiamo una sfida galattica contro il Campodarsego al Nuovo comunale e scommetto che la città saprà rispondere a dovere a questa mia provocazione». Già, non c’è rosa senza spine. E le spine di undici anni in serie D si fanno sentire. «Devo ringraziare tutti quelli che ci sono stati vicino e tutti gli sponsor – sottolinea Lucchiari – ma se si vuole qualcosa di più serve che qualcuno di grosso entri in società, perché un campionato simile è parecchio oneroso da fare e ci troviamo sempre a dover fare i conti. Ecco, se dovessi chiedere un regalo alla Befana chiederei uno stadio strapieno contro il Campodarsego e a Babbo Natale chiederei uno sponsor importante». A questo punto, con l’anno nuovo iniziato da poco e il campionato alle porte, non resta che tirare le somme del decennio in sella appena trascorso. «La più grande soddisfazione è stata lanciare tra i professionisti parecchi giocatori, molti dei quali ci ringraziano ancora oggi». Ne sanno qualcosa Kevin Lasagna, che ora gioca con il Carpi in serie A, e parecchi altri pezzi pregiati dell’argenteria giallorossa che sono migrati verso lidi gloriosi. «Ma ho anche un rammarico – conclude il patròn – quello di non aver vinto il campionato nel 2012 a causa di quel ricorso che ci ha fatto penalizzare per una banalità. Sono ancora convinto che sia più bello vincere onestamente e senza ricorsi, ma si vede che il mondo gira in modo diverso».
Ore 17.30 – (Gazzettino) Qualche giorno di relax per le feste natalizie con la famiglia a Lucca, sua città d’origine, e poi di nuovo a capofitto a guidare sul campo il Campodarsego in vista della ripresa del campionato nella sfida interna di mercoledì con l’Union Ripa Fenadora. Ecco Antonio Andreucci: quale desiderio ha espresso per il 2016? «Quello di non smettere mai di lottare fino alla fine, anche se il nostro compito non è vincere il campionato. L’auspicio è che la squadra tenga sempre quell’atteggiamento che ci ha permesso di fare risultati fino adesso. Anche dopo le feste ho ritrovato i ragazzi con la stessa voglia di giocare e di stare insieme, e quando hai questa disponibilità da parte dei giocatori diventa più facile ripartire con il piede giusto». Il 2015 resterà scolpito nella storia della società: un anno costellato di successi, nel quale l’unico neo sono state appena due sconfitte in campionato in 365 giorni. «Oltre al campionato di Eccellenza abbiamo vinto anche la Coppa, e non è per niente facile centrare un doppio successo del genere. In serie D siamo al momento l’unica squadra imbattuta del girone d’andata al pari del Parma, un risultato eclatante che ci ha messo sulla bocca di tutti anche a livello nazionale. I ragazzi sono consapevoli che stanno facendo qualcosa d’importante non solo per loro, ma anche per Campodarsego, fermo restando che non bisogna perdere l’umiltà che ci ha consentito di raggiungere risultati straordinari nel 2015. Non si deve mai guardare indietro, ma sempre avanti: la prossima è sempre la partita più difficile». A tale proposito, tra mercoledì e domenica siete attesi dalle sfide con Union Ripa Fenadora (casa) ed Este (trasferta), mentre il Venezia sulla carta ha due impegni più abbordabili con Dro e Sacilese. «Noi vogliamo partire bene nel nuovo anno, e ho visto lo spirito giusto nei ragazzi. Anche nell’amichevole con il Cittadella hanno dimostrato di essere una squadra vera reagendo al meglio dopo un inizio di gara non buono. La nostra forza è pensare a ogni partita ufficiale come se fosse un piccolo evento, e dobbiamo continuare su questa strada». Mai guardare indietro, ha appena detto. Ma c’è una partita nel 2015 che considera più importante? «Quella con l’Union Ripa Fenadora all’andata, è stato un momento di passaggio dall’Eccellenza alla serie D, e lì ho capito che pur cambiando molto giocatori avevamo tenuto uno spirito propositivo e la nostra impronta di gioco. Ho subito avuto la sensazione che potevamo costruire qualcosa di positivo». Avete chiuso il cammino dell’andata conquistando il titolo di campioni d’inverno con una lunghezza di vantaggio in classifica sulla grande favorita, ossia il Venezia. Sotto sotto quanto crede alla possibilità di centrare la promozione in Lega Pro? «In questo momento è una cosa alla quale sinceramente non penso. Il fatto poi che ci sia questo testa a testa, mi auguro che duri il più a lungo possibile, ma continuiamo a ragionare di partita in partita. Essere comunque l’unica squadra che sta contrastando il Venezia è un grande stimolo e cercheremo di combattere con loro. Poi se arriveremo all’ultima partita con questa situazione di classifica, allora penseremo alla Lega Pro. Averli già messi in allarme e costretti a rinforzare ulteriormente una rosa che era già importante, è un altro motivo di vanto». Quanto al vostro mercato, avete in mente ancora qualcosa? «Forse un giovane, ma è una questione della quale si occupa il nostro direttore sportivo Attilio Gementi». Un flash sul suo futuro. Ha già iniziato a discutere il rinnovo del contratto con la società? «Sono concentrato su quello che stiamo facendo, del mio futuro avremo modo di parlare più avanti».
Ore 17.10 – (Mattino di Padova) Il richiamo di preparazione atletica, tipico della sosta natalizia, è terminato con la prima domenica di gennaio. Mercoledì, infatti, la Serie D tornerà già in campo per il turno dell’Epifania che, di fatto, apre il girone di ritorno. Sono state due settimane di lavoro, più o meno intenso a seconda delle esigenze, per Antonio Andreucci, Andrea Pagan, Karel Zeman ed Enrico Cunico, tecnici di Campodarsego, Este, Abano e Luparense. Abbiamo rivolto anche a loro, come già fatto in precedenza con i rispettivi presidenti, alcune domande su certezze, obbiettivi, aspettative e speranze per il nuovo anno. Mister, come ha affrontato queste due settimane di lavoro? Andreucci. Non abbiamo avuto il tempo per impostare chissà quali programmi. Abbiamo cercato di lavorare sui movimenti di Mehdi Kabine, giocatore arrivato da poco che aveva bisogno di abituarsi ai nostri meccanismi. E poi ho cercato di proporre qualcosa di diverso negli allenamenti. Pagan. Dopo la partita con l’Abano ho concesso quasi una settimana di riposo per staccare completamente. Ho preferito permettere ai giocatori che vengono da lontano come, Mastroianni, Arvia e Ferrara, di passare qualche giorno in più con le famiglie. Sul campo, invece, abbiamo svolto un lavoro basato sull’intensità: squadra stava bene fisicamente e non aveva bisogno di carichi particolari. Zeman. Ho iniziato con un lavoro atletico di tre giorni, poi ho puntato sulla tattica. La squadra era ben allenata da mister De Mozzi, ma era più portata al possesso palla. Ho puntato molto sulle verticalizzazioni e sulla rapidità. Cunico. Abbiamo cercato di coniugare l’aspetto tattico con quello fisico. La squadra è stata rinnovata moltissimo dal mercato invernale e c’era bisogno di trovare il cosiddetto amalgama tra i reparti. Che idea si è fatto sul cammino della sua squadra in questo girone d’andata? Cosa si aspetta ora? Andreucci. Abbiamo giocato un girone d’andata strepitoso, in cui penso che la squadra abbia espresso pure un buon gioco. Il fatto di avere obbligato il Venezia, che stava comunque facendo bene, a cambiare prima allenatore e poi ad acquistare altri tre giocatori per noi è già un successo. Nell’atteggiamento si va di partita in partita. Pagan. Il terzo posto è una sorpresa per tutti. A mio parere, la squadra ha acquisito la consapevolezza giusta a metà ottobre, dopo la vittoria con la Triestina: i ragazzi arrivavano da una sconfitta col Belluno e il calo psicologico era dietro l’angolo. Invece hanno dimostrato grande personalità. Ora mi aspetto di raggiungere i 45 punti utili per la salvezza, poi si vedrà. Zeman. La società mi ha chiesto di sviluppare un buon gioco senza discorsi di classifica. Durante la settimana do il massimo sul campo per trasmettere le mie idee, a raggiungere il risultato ci pensano i ragazzi alla domenica. L’allenatore, da solo, non può vincere partite e tantomeno raggiungere obbiettivi. Cunico. In classifica siamo un po’ in ritardo e in questo momento dobbiamo uscire dalla zona playout. Di conseguenza, l’obbiettivo principale resta raggiungere la salvezza il prima possibile. Come ho già detto, la squadra è stata rinnovata con innesti di qualità e può sicuramente fare meglio di così. Che girone di ritorno vedremo? Andreucci. Di sicuro non sarà facile, come non lo è stato quello d’andata. Affronteremo compagini come Este, Belluno, Vecomp, lo stesso Venezia, con un’idea di gioco ben precisa e volenterose di migliorarsi. Il primato in classica ci ha resi la squadra da battere. Pagan. Sarà difficile perché le formazioni di alta classifica vorranno migliorarsi mentre quelle a rischio retrocessione o playout cercheranno a tutti i costi il risultato, anche a discapito del gioco. Torneranno a dire la loro anche Mestre, Abano e Luparense. Zeman. Mi auguro che non sia molto diverso rispetto al girone d’andata e che non aumenti di molto la difficoltà. Punteremo a fare il nostro cammino, senza preoccuparci troppo degli avversari. Cunico. Una cosa è certa: l’attuale sestultimo posto ci obbliga a fare punti e, come è giusto che sia, anche noi faremo i nostri calcoli, puntando molto al risultato. Sarà un girone di ritorno bello tosto, con le squadre più chiuse e aggressive.
Ore 16.50 – Aggiornamenti su Fabiano: fastidio al ginocchio destro per il centrale difensivo brasiliano, le cui valutazioni verranno rivalutate domani dopo una notte di ghiaccio.
Ore 16.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.20 – Qui Guizza: partitella finale.
Ore 16.00 – Qui Guizza: problema fisico per Fabiano, che rientra negli spogliatoi. Leggera zoppia per il difensore brasiliano.
Ore 15.40 – Qui Guizza: partitella con sponde a campo ridotto.
Ore 15.20 – Qui Guizza: prime prove anti-Alessandria, testato come di consueto il 4-4-2.
Ore 15.00 – Qui Guizza: in gruppo anche Anastasio, a parte invece Neto Pereira che tornerà ad allenarsi coi compagni domani.
Ore 14.40 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.
Ore 14.10 – (Gazzettino) Pioggia e nevischio caduti nel weekend hanno fatto scegliere il sintetico per l’amichevole con l’Abano in modo da preservare il manto erboso del Tombolato. Dal canto suo il tecnico Venturato ha preferito non rischiare tutti coloro che non sono in perfette condizioni. Tra i migliori del test Sgrigna, nel ruolo di Iori: «L’ha già fatto anche l’anno scorso, quindi a Cremona. Sgrigna ha qualità, in questi giorni l’abbiamo provato in quel ruolo, abbiamo ancora qualche giorno per scegliere al meglio». Come sta il Cittadella a una settimana dalla ripresa? «Adesso comincia la parte più importante della stagione, la tensione sale in attesa di una gara importante come quella di sabato. Il Sudtirol ha qualità e un buon collettivo, ma noi vogliamo riprendere l’attività con un buon risultato dal campo». Bonazzoli tra i nuovi, Chiaretti, Bobb e Jallow appena rientrati: saranno tutti pronti per sabato? «Credo proprio di sì. Bonazzoli ha sempre giocato nel Siena, i tre stranieri hanno avuto una tabella di lavoro da seguire, verificheremo le loro condizioni alla ripresa». Non c’erano Pascali e Paolucci: «I giocatori che avevano qualche acciacco li abbiamo lasciati fuori. Mi auguro di averli tutti disponibili per sabato». Quali le insidie più grandi al rientro in campo dopo una sosta? «Bisogna saper mettere in campo l’atteggiamento giusto. Quando si ricomincia dopo due settimane di stop serve ancora più determinazione per non farsi trovare impreparati. Tutti abbiamo voglia di ricominciare bene». Oggi si riapre il mercato: il Cittadella depositerà il contratto di Bonazzoli. Succederà altro? «Con lui abbiamo riempito l’unica casella rimasta libera nella lista dei giocatori – spiega Stefano Marchetti – Non ci saranno quindi altri arrivi se prima non partirà qualcuno, ma il Cittadella mi piace così com’è». Si parla di un interesse dello Spezia per Scaglia. «Notizia che non trova riscontro da parte mia», sottolinea il direttore generale.
Ore 13.50 – (Gazzettino) L’ultimo test del 2015 era finito 2-2, stesso risultato nella prima amichevole del nuovo anno. Dopo il Campodarsego il Cittadella ieri ha affrontato l’Abano, stessa categoria, ultima sgambata prima della ripresa del campionato: sabato la squadra di Venturato affronterà il Sudtirol nell’ultimo turno del girone di andata. I ragazzi allenati da Karel Zeman invece torneranno ancora prima in campo, nel turno dell’Epifania, avversario il Giorgione. E proprio dall’Abano sono arrivate le note più positive, con una squadra che sta assimilando i concetti e il modo di stare in campo impartiti dal nuovo tecnico. Bene la “spina dorsale” neroverde, con Thomassen che guida la difesa, Ballarin è il faro di centrocampo e Gnago il terminale offensivo che da solo ha impegnato la retroguardia dei padroni di casa. Meno indicazioni invece per Roberto Venturato, che ha un’altra settimana di lavoro per portare i suoi pronti all’appuntamento di sabato. Tante le assenze nelle fila granata: Donazzan, Pascali, Paolucci, Litteri che era in lista ma non ha giocato, poi i tre stranieri che hanno raggiunto Cittadella soltanto ieri in serata (Chiaretti, Bobb e Jallow). Tra le note certamente positive la prestazione in regia di Sgrigna (Iori è squalificato, al pari di Scaglia), che si prenota per una maglia da titolare. Ogni pallone che transitava per i suoi piedi aveva sempre un destinatario ben preciso: abbiamo contato soltanto un passaggio sbagliato in tutto il primo tempo. Proprio dal fantasista romano nasce l’1-0, con l’apertura per Schenetti e il cross sul secondo palo per Minesso, facile il tocco in rete. Fusciello impegna Vaccarecci alla respinta, prima del pari dell’Abano: Gnago chiama il pallone, Ballarin lo vede e lo serve sullo scatto che brucia tutti, sinistro chirurgico e partita di nuovo in equilibrio. L’attaccante concede il bis al 34′, una perla: controllo in area e conclusione angolata, imprendibile. Nella ripresa le due squadre cambiano volto, il Cittadella pareggia dopo una manciata di minuti: Iori pesca Fasolo, servizio in area per Bizzotto che non sbaglia.
Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Un modo per festeggiare il primato in classifica, ma anche per rispettare una vecchia tradizione. Il 2016 del Cittadella si è aperto con la cena andata in scena ieri sera nella sala-stampa del Tombolato, preceduta dai fuochi d’artificio sparati dagli inservienti dello stadio. Da anni la società granata festeggia così il nuovo anno e ieri allo stesso tavolo si sono seduti giocatori, dirigenti e staff tecnico. Obiettivo, come ha ricordato il tecnico Venturato, non allentare la tensione. «Adesso comincia la parte più importante», ha commentato l’allenatore. «Sabato dobbiamo alzare l’attenzione ai livelli giusti perché ci troveremo di fronte una formazione molto preparata a livello di singoli e collettivo. Dobbiamo assolutamente riprendere con il piglio giusto, avendo l’umiltà di sapere che, quando si ricomincia dopo uno stop così, bisogna metterci forse anche qualcosa in più». Venturato mostra di gradire l’opzione Sgrigna come regista al posto di Iori: «L’ha già fatto in passato e bene, ha qualità, ma ho ancora qualche giorno per capire quale possa essere la soluzione migliore. Per il resto, a parte Donazzan, conto di recuperare tutti i giocatori rimasti a riposo nell’amichevole, compreso Bonazzoli, che ha sempre giocato a Siena». Tornerà in campo prima, invece, l’Abano, di scena mercoledì con il Giorgione per la prima giornata del girone di ritorno di Serie D. «Aver fermato la capolista della Lega Pro dà grande morale», sorride Zeman. «Ho visto molte delle cose che stiamo provando in allenamento. Ogni giorno sono sempre più soddisfatto, sono fiducioso».
Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Ti aspetti Emiliano Bonazzoli e, invece, spunta Gnegnene Gnago. Dopo il pareggio rimediato contro il Campodarsego alla fine del 2015, il Cittadella non riesce a superare un altro avversario di Serie D, l’Abano di Karel Zeman, che impatta 2-2 sul campo sintetico dell’antistadio Tombolato. Un risultato che non deve comunque allarmare i sostenitori granata, che già alla ripresa del campionato potranno ammirare Bonazzoli, ieri fermo perché il “mercato” apre ufficialmente soltanto oggi, oltre ai tanti big acciaccati rimasti a riposo. Riesce a regalarsi un sorriso convinto, piuttosto, Zeman junior, che dopo il primo mese traballante alla guida dell’Abano intravede gli spiragli per il riscatto, grazie soprattutto ai colpi dell’interessante centravanti Gnago, arrivato a dicembre dalla Sacilese. La partita. Che al ritorno in campo in campionato manchi meno di una settimana lo si capisce dalla formazione iniziale schierata da Venturato. Fuori Scaglia e Iori, che contro il Sudtirol saranno squalificati, al loro posto Cappelletti difensore centrale e Sgrigna nell’inedito (anche se già testato contro la Cremonese) ruolo di regista davanti alla difesa. Litteri è in panchina, ma non è ancora al top e sarà l’unico, oltre ad Alfonso, a non entrare. In mezzo Lora prova a darsi da fare da mezz’ala, anche se quasi tutte le azioni partono dai piedi di Sgrigna, sembrato piuttosto a suo agio nel cuore del centrocampo. Al 15’ il vantaggio è firmato da Minesso, che sfrutta una discesa di Schenetti sulla destra per realizzare in scivolata a porta vuota. L’Abano ci mettere un po’ a riassestarsi, ma nella seconda parte del primo tempo fa intravedere i dettami di Zeman: squadra corta e verticalizzazioni veloci. E proprio da un perfetto servizio in profondità di Ballarin arriva, al 26’, il pareggio di Gnago, bravo a dettare il movimento e freddo davanti al portiere. Al 34’ il centravanti ivoriano concede il bis, girandosi in area e scaricando un destro violentissimo sotto l’incrocio. Un gol sottolineato anche dagli applausi stupiti del pubblico granata. Nella ripresa Venturato propone una squadra imbottita di Berretti, nella quale fanno bella figura alcuni elementi dalle prospettive interessanti come il difensore Varnier e l’attaccante Fasolo, quest’ultimo autore dell’assist per il pareggio, siglato da Bizzotto al 6’. Verso il campionato. È ancora presto per abbozzare un’ipotesi di formazione in vista della partita contro il Sudtirol, anche perché Bobb, Jallow e Chiaretti ritorneranno ad allenarsi soltanto oggi con i compagni, dopo aver goduto di cinque giorni in più di vacanza, visti i lunghi viaggi affrontati per tornare a casa. I tre hanno svolto un lavoro personalizzato durante le ferie e in questi giorni lo staff granata valuterà le loro condizioni, ma, a scanso di problemi particolari, tutti e tre saranno disponibili sabato. Recupererà anche Litteri, oltre a Pascali e Paolucci, ieri fermi per qualche acciacco muscolare. Chi saranno, quindi, i sostituti di Scaglia e Iori? Una prima ipotesi vede l’avanzamento di Pascali in mediana, con l’inedita coppia centrale difensiva formata da Cappelletti e De Leidi. Ma potrebbe essere un azzardo e per questo Sgrigna sembra pronto ad ereditare lo scettro di Iori, lasciando Pascali in difesa, affiancato da uno tra De Leidi (favorito) e Cappelletti. In avanti non è da escludere nemmeno una coppia “pesante”, con Litteri, Coralli e Bonazzoli a giocarsi le due maglie a disposizione.
Ore 12.40 – (Gazzettino) Tornando all’anno che ci siamo lasciati alle spalle, il momento più difficile è stato quello del dopo gara a Pavia con il caso della sostituzione di Amirante e la successiva tensione che si è creata in seno al club? «È stato un errore, a mio giudizio non grave, che può succedere ed è stato un po’ troppo enfatizzato. Nelle varie situazioni bisogna sapere prendere il lato positivo, e quindi è stata un’occasione di confronto tra noi che ha reso ancora più forte il nostro gruppo». Sabato ricomincia il campionato e c’è subito una trasferta tosta con l’Alessandria. «Sulla carta sembra essere una gara con il risultato già scritto, ma se facciamo il nostro gioco daremo filo da torcere indipendentemente dall’avversario. Il Padova delle ultime tre partite sotto la guida di Pillon mi è piaciuto, si è vista una squadra disposta bene in campo e alcuni meccanismi vanno messi a regime. Dobbiamo trovare un rendimento costante sul piano dell’intensità e della concentrazione». Oggi si apre il mercato invernale. Le voci che riguardano qualche biancoscudato potrebbero disturbare lo spogliatoio? «Non credo. I giocatori sanno quello che hanno dato e quello che non hanno dato finora, ed essere messi in discussione fa parte di questo sport» Arriverà qualche rinforzo? «Sì, fermo restando che è necessario mantenere un equilibrio anche sul piano economico».
Ore 12.30 – (Gazzettino) Dalle sue parole sembra di capire che questo venga considerato un anno di transizione. «Preferisco parlare di anno di assestamento dal punto di vista societario e sportivo. Un gettare le basi per la prossima stagione». Quale è il suo ricordo più bello del 2015? «Sarebbe troppo facile, e forse anche banale, dire la conquista del campionato a Legnago al termine di una grande progressione, ma ci sono state altre partite nelle quali abbiamo fatto anche meglio ottenendo il risultato e facendo divertire la gente. Mi viene in mente la vittoria sofferta con il Belluno davanti a un grande pubblico, questo è sicuramente un ricordo bello che ho». A proposito di tifosi, pensate a una eventuale riapertura della campagna abbonamenti? «Penso di no, se il pubblico ci vuole seguire non è necessario fare l’abbonamento. I tifosi sono sempre stimolati dai risultati, e mi auguro che i nostri consentano un’affluenza superiore». Tra l’altro, pur facendo registrare una flessione rispetto alla stagione di serie D, quest’anno nel girone A Padova è al secondo posto nella speciale classifica sull’affluenza allo stadio. «D’accordo, ma si può fare ancora meglio».
Ore 12.20 – (Gazzettino) Presidente Bergamin, come ha festeggiato il passaggio dal vecchio al nuovo anno? «In famiglia con figli e nipoti, ed essendo tutti calciofili è stato automatico parlare del Padova. Ci auguriamo che dalla prossima partita inizi un altro campionato che è nelle nostre possibilità, anche se finora non abbiamo fatto male pur incontrando alcune difficoltà. Non dico che dovremo andare in discesa, ma tenere un passo differente». Con l’arrivo di Pillon sono stati fatti 7 punti in tre gare, una media incoraggiante. «Fare una media punti su tre partite non ha senso, bisogna aspettare almeno sette-otto gare per farla diventare credibile». Che augurio si sente di rivolgere ai tifosi per il 2016? «Loro si aspettano sempre qualcosa, e sono felici quando arriva. Devono comunque essere contenti di come stanno andando le cose, da parte nostra c’è la volontà di continuare a crescere e a fare bene. Naturalmente ottenere risultati immediati sarebbe la cosa più bella e gratificante, però bisogna avere pazienza e fare un passo alla volta. La squadra avrà modo di essere superiore qualitativamente a quella di adesso, ma – ripeto – serve pazienza. Quindi mi auguro che sia mantenuta questa serenità e che sia accettato ciò che viene, sapendo che come società ci stiamo mettendo il massimo impegno. Ci saranno ancora note positive, magari anche qualcuna negativa, ma non ci si deve abbattere e i tifosi devono seguirci».
Ore 12.10 – (Gazzettino) Proprio oggi Succi rientrerà dalle ferie, e la trattativa è da monitorare con grande attenzione. Ma c’è anche di più: nel contatto Padova-Cesena per Succi è stato proposto dai romagnoli, come discorso a parte, il prestito dell’esterno alto classe 1995 Federico Varano, per il quale si era fatto avanti anche il Pisa. Anche su questo fronte potrebbero esserci sviluppi. Intanto, già oggi potrebbe smuoversi la situazione legata al difensore centrale classe 1992 Andrea Sbraga, prima scelta per rinforzare il pacchetto arretrato. Il Padova ha già in mano l’accordo con il giocatore, che deve liberarsi dalla Carrarese, suo club di appartenenza attualmente gestito da un liquidatore. Nelle prossime ore l’entourage del difensore proverà a muoversi in tale senso, diversamente per ottenere lo svincolo il club biancoscudato dovrebbe aprire i cordoni della borsa. Anche a centrocampo la società ha già fatto le prime mosse: De Risio è stato praticamente bloccato, ma prima di procedere è necessario liberare un posto in rosa. Si sta lavorando per trovare una sistemazione alternativa a Giandonato che è però blindato con un contratto fino a giugno 2017, ma a fare le valigie potrebbe essere anche Ramadani che ha trovato finora poco spazio senza convincere.
Ore 12.00 – (Gazzettino) Via libera del Cesena per l’approdo di Davide Succi al Padova. Il ritorno-bis dell’attaccante è a questo punto davvero più di un’idea suggestiva, e il club di viale Nereo Rocco ha già fatto i primi passi con il benestare dell’ex direttore sportivo biancoscudato Rino Foschi che ha sostanzialmente dato il permesso a Fabrizio De Poli di trattare con il giocatore, al quale naturalmente spetta l’ultima parola. Succi è legato fino al termine della stagione al club romagnolo, dal quale percepisce uno stipendio annuo netto di centoventimila euro: la metà degli emolumenti è ovviamente già stata pagata, e la società cesenate sarebbe pronta a dare una mano anche sul piano economico al Padova per favorire l’operazione. Insomma, a distanza di qualche anno dalla sua esperienza biennale all’ombra del Santo, Foschi è pronto ad aiutare la causa biancoscudata. Sarà però determinante, come detto, la volontà del giocatore che al momento ha rifiutato tutte le altre destinazioni di Lega Pro, tra le quali Pisa, Ancona e Spal. Difficilmente Succi prenderebbe in considerazione una proposta del Padova di appena sei mesi, vale a dire della stessa durata dell’attuale contratto con il Cesena, il ragionamento sarebbe da fare nell’ottica di un rapporto esteso anche alla prossima stagione, fermo restando che si dovrebbe trovare anche la quadra sulla cifra dell’ingaggio.
Ore 11.50 – (Gazzettino) Doppio allenamento ieri per i biancoscudati impegnati ad affinare la preparazione in vista della ripresa del campionato, fissata sabato alle 15 per la trasferta con l’Alessandria. Tutti i giocatori a disposizione di Pillon, a parte Anastasio (infiammazione al ginocchio) e Neto Pereira che è rientrato a Padova, ma non si è allenato: è previsto che l’attaccante riprenda oggi (in programma una doppia seduta) insieme ai compagni, e in giornata effettuerà anche una visita di controllo ecografica per valutare se l’acciacco muscolare accusato con il Bassano è stato completamente smaltito. Mercoledì alle 14.30 la squadra effettuerà un’amichevole a Borgoricco con la formazione locale che è capolista in Promozione. QUI TIFOSI. L’Aicb organizza la trasferta in pullman per Alessandria. Sabato la partenza è fissata alle 8 dal capolinea del tram alla Guizza, e passaggio alle 8.15 allo stadio Euganeo (lato Ovest). Per informazioni: 338-4578666.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Precede un terzetto di punte, con Neto Pereira fermato per quattro incontri da un problema muscolare, che precede Altinier, primo calciatore sotto i mille minuti, e Cunico. In tutto i giocatori utilizzati sono 21 con i soli Amirante, Cucchiara e Dell’Andrea ancora rimasti al palo, mentre Turea è la “meteora” di turno, avendo collezionato solo sette minuti. Nessuna gara intera, tra gli altri, per Ramadani e Aperi. L’assenza in Lega Pro di regole sull’utilizzo degli under, che nella passata stagione aveva penalizzato in particolare Dionisi, vede scendere notevolmente in questa specifica graduatoria il giovane Mazzocco (un anno fa primo davanti a Niccolini) che ha comunque trovato spazio in dieci partite, sei delle quali da titolare. In termini di presenze, il cambio di panchina ha giovato in particolare ad Altinier, Ilari e Fabiano, sempre inseriti da Pillon nell’undici di partenza, mentre non è mai decollata la stagione di Giandonato, due volte titolare più qualche spezzone. Ed è proprio lui, insieme ad Anastasio, Altinier e Aperi, il giocatore più volte subentrato ai compagni durante la partita, circostanza che si è ripetuta per cinque volte. Al contrario, l’elemento più sostituito, come nel precedente campionato, è capitan Cunico (9 cambi), seguito a quota otto da Petrilli. Nel rapporto tra i gol segnati e i minuti in campo, l’attaccante più prolifico risulta il brasiliano Neto Pereira (5 gol, uno ogni 214 minuti), seguito da Petrilli (5 con media 222) e Altinier (4 con media 237).
Ore 11.30 – (Gazzettino) Un testa a testa tra due difensori per individuare lo stakanovista del Padova versione Lega Pro. Nelle prime sedici giornate di campionato il giocatore che ha trovato maggiormente spazio è il brasiliano Diniz, in campo complessivamente per 1.428 minuti. In pratica ha giocato per intero, recuperi compresi, quindici partite, saltandone una sola per squalifica (contro il Pordenone) e sorpassando di un’incollatura proprio nell’ultimo impegno del 2015 il compagno di reparto Dionisi. Per il laterale destro biancoscudato, fermato nella sfida di domenica scorsa con il Bassano dal giudice sportivo, un’identica situazione e un totale di 1.427 minuti di gara. Quei 60 secondi di differenza dipendono dalla differente durata dei recuperi nei rispettivi incontri saltati dai due giocatori. Alle loro spalle due centrocampisti. Il gradino più basso del podio è occupato da Corti, assente in due partite, tra cui l’ultima, e titolare nelle rimanenti quattordici nelel quali per due volte è uscito anzitempo. Poi è il turno di Bucolo, a quota 1.245, ma che al tempo stesso è l’unico atleta biancoscudato ad avere timbrato il cartellino ogni domenica: tredici volte è partito titolare (sostituito a gara in corsa in due occasioni) e tre è subentrato a un compagno. Scorrendo la classifica, si trovano poi Favalli (1.188), il portiere Petkovic, assente per un problema alla coscia in quattro gare, e l’altro centrale brasiliano Fabiano, unico insieme a Favalli a essere uscito anzitempo per espulsione. All’ottavo posto si trova finalmente un attaccante, con Petrilli in campo quindici volte e a quota 1.110.
Ore 11.10 – Qui Guizza: termina la seduta mattutina atletica.
Ore 10.50 – Qui Guizza: presente anche Neto Pereira, tornato regolarmente dal Brasile. L’attaccante corre senza particolari problemi sul campo innnevato.
Ore 10.30 – Qui Guizza: ancora fermo Anastasio.
Ore 10.10 – Qui Guizza: allenamento sui gradoni per i Biancoscudati, leggera spruzzata di neve sui campi.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Con la miglior (minor) media di gol subìti a partita: Petkovic con – 0,75 gol (1 ogni 127 minuti e 40 secondi giocati); con la peggiore (maggior) media gol subiti a partita: Favaro con – 1,50 goal (1 ogni 63 minuti e 40 secondi giocati); con più minuti giocati: Dionisi e Diniz con 1.437 minuti giocati su 1.531 totali di squadra (94%). Bucolo è il più presente, 16 su 16; con più presenze da titolare, cioè dal primo minuto, Dionisi e Diniz con 15 presenze dall’inizio; il più sostituito: Petrilli con 12 sostituzioni (9 volte uscito + 3 subentrato); con più sostituzioni avute (uscito): Cunico e Petrilli con 9 cambi; con più sostituzioni fatte (subentrato): Altinier-Anastasio-Aperi-Giandonato con 5 subentri. Il più sanzionato (ammonizioni + espulsioni): Diniz con 6 “gialli”. Il più ammonito: Diniz con 6 ammonizioni; i più espulsi: Fabiano e Favalli con un “rosso”; con il peggior (minor) tempo medio a sanzione: Giandonato, sanzionato ogni 84 minuti giocati (3 in 262 minuti); con il migliore (maggior) tempo medio a sanzione: Altinier, mai sanzionato in 958 minuti giocatti. Con il migliore (maggior) voto medio di rendimento (fonte “Il mattino di Padova”): 1. Neto Pereira con 6,67 di media a partita; 2. Favaro con 6,38; 3. Petrilli con 6,27. Dieci i giocatori dal 6 in su, 10 sotto il 6: con il peggiore (minor) voto medio di rendimento (fonte: “Il mattino di Padova”): Ilari con 5,57 a partita; il portiere con il migliore (maggior) voto medio di rendimento (fonte: “Il mattino di Padova”): Favaro con 6,38 a partita; il portiere con il peggiore (minor) voto medio di rendimento (fonte: “Il mattino di Padova”): Petkovic con 6,20 a partita.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Quanto ai risultati, il punteggio più frequente è stato l’1-1, verificatosi 4 volte. La durata media di una partita è stata di 95 minuti e 41 secondi (1531 minuti in 16). La media dei calci d’angolo a favore: 5,3 a partita (85 in 16), la loro frequenza di 1 ogni 18 minuti e 1 secondo. La media dei corner avversi è stata di 3,5 a partita (56 in 16), la loro frequenza di 1 ogni 27 minuti e 20 secondi. Media delle sanzioni: 2,7 a partita (43 in 16), la frequenza delle ammonizioni 1 ogni 35 minuti e 36 secondi. Ancora: la media di voto della squadra (fonte “Il mattino di Padova”) è risultata di 6,05 a partita. Il ritardo di punti alla 16ª rispetto a quelli dell’ultima promozione in Serie B, avvenuta nella stagione2008/09, è di – 4 (22 di oggi contro i 26 di allora). Spettatori e abbonati. Il Padova è ottavo nell’intera Lega Pro come media spettatori nelle gare interne con 4.147, seconda però nel girone A (dietro la Reggiana con 4.435); è terzo in Lega Pro come numero di abbonati con 3.411 (dietro a Lecce 6.802 e Catania 5.535), ma primo nel girone A. Gli allenatori. La media punti di Parlato è stata di 1,15 a partita (15 in 13); quella di Pillon 2,33 a partita (7 in 3). I giocatori. I più prolifici sono Neto Pereira e Petrilli con 5 goal; miglior media realizzativa a presenza: Neto Pereira con 0,42 gol a partita (5 in 12); miglior frequenza realizzativa: Neto Pereira con 1 gol ogni 215 minuti e 12 secondi giocati; maggior quantità di punti procurati in base a gol decisivi: Altinier con 5 punti (3 gol); il più prolifico di gol decisivi: Altinier con 3 gol.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Stefano Fassina, tifoso del Padova, è un vero e proprio esperto di statistiche. E l’oggetto delle sue particolari attenzioni è proprio la squadra biancoscudata. Sul conto della quale ha compiuto un lavoro imponente di raccolta ed elaborazione dati relativamente alle 16 giornate sin qui disputate in Lega Pro. Ciò che ne emerge, in alcuni casi, è molto interessante. Nella tabella in alto sono riportati tutti i numeri dei singoli componenti la rosa di Parlato prima e Pillon poi, ma altre cifre sono significative e ve le proponiamo qui di seguito. I dati da tener d’occhio. Partiamo dalla squadra. Detto che la media dei punti fatti è di 1,38 a partita, eccoci alla miglior serie utile (senza sconfitte) di questo torneo: dalla 1ª alla 4ª giornata, 8 punti, frutto di 2 vittorie e 2 pari, e dalla 13ª alla 16ª (ultime 4 partite), 8 punti, frutto di 2 vittorie e 2 pari; per contro, la peggiore serie senza successi è stata dalla 9ª alla 13ª, 3 punti, frutto di 3 pari e 2 sconfitte. La media dei gol fatti è di 1,06 a partita (17 in 16), la frequenza dei gol segnati è di 1 ogni 90 minuti e 4 secondi. Gol, che detto per inciso, sono così ripartiti: 6 nei primi tempi (35%), 11 nei secondi tempi (65%); 10 sono stati realizzati fra il 56’ e il 73’; la media dei gol subìti è invece di 0,94 a partita (15 in 16) e la frequenza è di 1 ogni 102 minuti e 4 secondi. Di questi 8 sono stati incassati nei primi tempi (53%), 7 nei secondi tempi (47%), 4 fra il 67’ e 75’.
Ore 09.20 – (Mattino di Padova) Le altre trattative. A centrocampo la priorità è sfoltire: se si troverà una sistemazione a Ramadani e Giandonato, due uscite non semplici, De Poli piazzerebbe l’accelerata sugli obiettivi per la mediana, ovvero De Risio della Juve Stabia, e forse anche La Camera, fuori rosa a Pavia e già biancoscudato due stagioni fa. Il prestito di Cucchiara verrà risolto: tornerà a Trapani e poi si troverà un’altra squadra. Il giovane portiere Pardo, invece, dopo i primi sei mesi in Serie D al Taranto tornerà alla base per poi essere girato nuovamente in prestito: sulle sue tracce c’è il Monopoli. In campo. Oggi altra doppia seduta alla Guizza: occhi puntati su Neto Pereira, tornato ieri dal Brasile e atteso oggi in campo per verificare il decorso del problema muscolare accusato contro il Bassano. Mercoledì, alle 14.30, amichevole a Borgoricco.
Ore 09.10 – (Mattino di Padova) A dare una mano a De Poli potrebbe essere proprio il Cesena dell’ex ds del Padova, Rino Foschi, pronto a liberare Succi garantendogli una buonuscita che andrebbe a colmare il “gap” economico che il suo ritorno nella città del Santo provocherebbe. Nei prossimi giorni sono attese novità: la trattativa è difficile, tutt’altro che scontata, ma è fattibile. Prima la difesa. La priorità rimane comunque il difensore centrale: Daniel Niccolini questa mattina sarà operato a Roma per la ricostruzione del ginocchio sinistro, e ne avrà almeno fino alla prossima estate. E per sostituirlo Andrea Sbraga, centrale della Carrarese, rimane in pole position: un accordo di massima tra il Padova e il giocatore c’è già ma bisogna aspettare la risposta del liquidatore della società toscana. Solo se entro una decina di giorni non arriverà la fumata bianca, De Poli virerà sulla sua seconda scelta: impellenza ce n’è, ma non eccessiva, visto che comunque il difensore della Carrarese, se anche arrivasse questa settimana, non potrebbe scendere in campo ad Alessandria poiché squalificato.
Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Il ritorno in biancoscudato di Davide Succi non è più soltanto un sogno. Da oggi apre ufficialmente la finestra invernale di trasferimenti, e a Padova, nonostante la necessità di reperire quanto prima un difensore centrale, di sfoltire la rosa, di puntellare il centrocampo e di mandare a giocare qualche giovane, viene da sé che il terzo matrimonio fra il Biancoscudo e l’attaccante bolognese sarà l’argomento più chiacchierato di tutto il mese di gennaio. Un matrimonio che fino a qualche giorno fa sembrava pura fantasia, ma che negli ultimi giorni ha acquisito concretezza. La mano di Foschi. Il problema, al di là della volontà del giocatore, è l’ingaggio: Succi è di proprietà del Cesena, dal quale percepisce uno stipendio netto superiore al doppio di quello guadagnato dal biancoscudato più pagato. Proposte dalla Lega Pro ne sono arrivate, anche da club economicamente più forti del Padova, ma l’attaccante scenderebbe in terza serie solo per rivestire la casacca biancoscudata.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 32, Alessandria 31, Bassano 28, FeralpiSalò 27, Pavia e SudTirol 26, Reggiana 25, Cremonese, Cuneo, Padova e Pordenone 22, Giana Erminio 21, Lumezzane e Pro Piacenza 19, Mantova 15, Renate 12, AlbinoLeffe 11, Pro Patria 7.
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della sedicesima giornata: Padova-Bassano 1-1 (Favalli (Pd) al 26′ pt, Fabbro (Ba) al 38′ st), Lumezzane-AlbinoLeffe 2-0 (Nossa (Lu) al 31′ pt, Sarao (Lu) al 37′ st), Cremonese-Cittadella 0-1 (Paolucci (Ci) al 38′ st), Reggiana-Alessandria 1-1 (Marras (Al) al 24′ pt, Mogos (Re) al 34′ pt), Mantova-Pro Patria 1-1 (Capua (Pp) al 5′ st, Momenté (Mn) al 44′ st), Renate-Cuneo 1-0 (Napoli (Re) al 6′ pt), SudTirol-Pro Piacenza 2-1 (Rantier (Pp) al 27′ pt, Kirilov (St) al 40′ pt, Tait (St) al 47′ st), FeralpiSalò-Giana Erminio 0-2 (Marotta (Ge) al 2′ pt, Perico (Ge) al 19′ st), Pordenone-Pavia 0-2 (Malomo (Pv) al 24′ pt, Ferretti (Pv) al 17′ st).
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E’ successo, 3 gennaio: doppio allenamento per i Biancoscudati, a parte solo Anastasio.