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Ore 19.00 – (Gazzetta di Reggio) Anche la Reggiana si ferma per il Capodanno: fino al 2 gennaio potrà godere di 72 ore di libertà per tornare in famiglia, in pratica da mezzogiorno di ieri fino alle 14.30 di sabato. Questi ultimi quattro giorni di allenamenti, dopo il rientro dalle festività natalizie, sono serviti soprattutto al preparatore atletico Carlo Simonelli per impostare un programma di risveglio muscolare mentre per il trainer sono stati occasione per cementare ulteriormente il gruppo e fare il punto della situazione col Direttore Generale Raffaele Ferrara sulle strategie di mercato, ormai ai nastri di partenza ( 4 gennaio ). Di tattica, com’era logico aspettarsi, se n’è vista poca ma per i tanti tifosi che hanno assiepato l’impianto di via Agosti c’è stata l’occasione di rivedere Daniele Mignanelli, anche se solo per un giorno, e dare l’arrivederci al prossimo anno ad Alessandro Castellana; mentre, come previsto, è finita l’avventura di Daniel Di Nicola in granata che il Pescara girerà molto probabilmente ad un club di Serie D. Per la cronaca ieri mattina la squadra ha svolto una doppia seduta continuata, prima in palestra poi sul campo, e su quest’ultimo si sono sfidate quattro mini formazioni in un quadrangolare dove, come sempre, nessuno voleva perdere. L’appuntamento è per sabato pomeriggio, quando alla ripresa tornerà in pianta stabile anche il “Migna”, e per la Reggiana sarà tempo di iniziare a preparare la difficile gara di campionato col Bassano, una sfida che costò la finale dei play off nella scorsa stagione.
Ore 18.40 – (Gazzetta di Reggio) Compagni, qual è il bilancio dei suoi primi cinque mesi da presidente? «Molto positivo, siamo in un momento delicato dell’anno e forse in leggero ritardo sulla programmazione, ma dal mio punto di vista personale devo dire che sta andando benissimo. Per quanto riguarda l’aspetto sportivo siamo in una fase di leggero calo, ma non c’è una squadra ammazza-campionato, e dunque c’è tempo per risalire». Come si aspettava che fosse la vita da presidente? «Così come la sto vivendo. Ho un’azienda e dunque sono molto impegnato ma cerco sempre di dedicare alla Reggiana il tempo necessario. La nostra organizzazione prevede che aDD ogni persona sia delegato un compito specifico, non seguiamo la filosofia “un uomo solo al comando”. Stiamo procedendo bene e siamo ormai prossimi al ritorno in via Agosti con la sede della società». A proposito di progetti, cosa avete in serbo per il Mirabello? «Stiamo portando avanti un progetto per partecipare al bando indetto dal Comune. Nello specifico, questo percorso sarà curato da Daniela Gozzi (ex dirigente granata, già presidente della Mirabello 2000 e per dieci anni responsabile dello stadio Meazza di Milano per il Milan, ndc), figura di sicuro affidamento. La nostra intenzione è quella di arrivare ad affiliare il calcio femminile, fattore che costituirebbe sicuramente una svolta storica per la città e di collaborare attivamente con il rugby, che ha alle spalle una società seria ed un progetto educativo, quello denominato ValoRugby e portato avanti insieme a Enrico Grassi e alla sua Elettric 80, molto importante». Cosa potrebbe diventare lo storico stadio? «Potrebbe diventare quello che per Torino è il “Filadelfia”, visto che un giorno si potrebbe anche pensare di utilizzarlo per le partite amichevoli. Per quanto ci riguarda, abbiamo in programma di sistemare l’area che oggi è affidata all’Accademia e di intervenire sul manto erboso e sull’illuminazione. Ma saranno interventi che avverranno un passo alla volta. E non dipenderà tutto da noi». Ha citato l’Accademia. Come sta procedendo? «Oggi abbiamo 150 bambini, che si allenano e studiano insieme. La nostra intenzione è quella di ampliare questa attività, portata avanti da istruttori di prim’ordine». Cosa significa per la Reggiana ritornare in via Agosti? «Avendo la squadra che già si allena lì, farvi ritornare la società significa far diventare tutto un blocco unico, con ripercussioni che non possono che essere positive. Le trattative con la Curia? A giugno dovremmo prendere ufficialmente in usufrutto tutta l’area». E Villa Granata? «Va rifatta del tutto. Ma in questo caso servirebbe un intervento del Comune, perché non riusciremmo a sobbarcarci anche quel costo: credo che per riqualificarla servirebbe non meno di un milione di euro. Dobbiamo già pagare gli affitti di via Agosti, del Mirabello e del Città del Tricolore, tutti oneri piuttosto alti. E i contributi della Lega, nella categoria in cui siamo, non aiutano più di tanto».
Ore 18.20 – (Gazzetta di Reggio) Presidente, si è parlato dell’ingresso di due nuovi soci di minoranza per il mese di gennaio: tutto confermato? «A dire la verità, c’è stato qualcuno che voleva rilevare la maggioranza della società e non soltanto una quota di minoranza». Chi e quando? «Qualche mese fa si era fatta avanti una finanziaria straniera per rilevare il pacchetto di maggioranza del club». E lei cosa ha risposto? «Che potevano entrare con una quota di minoranza per iniziare a conoscerci e che poi in futuro si potevano valutare ulteriori sviluppi». Insomma, la maggioranza non la molla? «No, per più motivi. Primo perché rimango dell’idea che la Reggiana debba rimanere in mani reggiane, secondo perché su questa offerta arrivata dall’estero la mia famiglia si è messa di traverso. Quindi grazie e arrivederci». Conferma però che per gennaio sono previsti nuovi ingressi in società? «”ìLo confermo. Si tratta di un imprenditore del settore ceramico che mi è molto vicino ed anche di un imprenditore della città». Torna Giovanni Vandelli? «Con Vandelli ci sentiamo tutti i giorni e spesso sa più cose lui di me, ma credo che abbia già dato. Ancora mi ricordo della sua Reggiana: non arrivarono i risultati ma era una squadra decisamente forte, tant’è vero che l’anno dopo molti di quei giocatori arrivarono in serie A». Gli imprenditori del territorio però hanno risposto bene a livello di sponsorizzazione? «Assolutamente, non posso che ringraziarli per questo. Diciamo che manca ancora il colpo grosso». Con Pietro Vavassori il discorso è chiuso in modo definitivo o ci sono possibilità che in futuro vi possa essere un ripensamento? «Per il momento è così. Detto questo, tengo a precisare che con Vavassori non c’è mai stato uno screzio e sono stati motivi personali che gli hanno impedito di arrivare a Reggio. Rimane comunque uno dei nostri main sponsor». Per lei questo dietrofront è stato un colpo basso? «Io non l’ho vissuto così». Senza l’arrivo di Vavassori cambiano i progetti della Reggiana o si continua come se nulla fosse successo? «Diciamo che i nostri progetti prevedevano la sua presenza, però posso dire che anche senza di lui questi progetti rimangono invariati». Tra i progetti che avevate in mente c’era lo StoRe. Come sta andando i punto vendita di piazza Prampolini? «Alla grande. E’ stato un successo che è andato oltre ogni più rosea previsione. E’ stata un’idea voluta e condivisa con la Pallacanestro Reggiana. Per ora lo spazio sarà aperto fino a fine febbraio ma speriamo di poter allungare almeno fino alla fine di giugno». A proposito di basket: lei è un grande tifoso ed è spesso al Bigi, cosa… ruberebbe alla Pallacanestro Reggiana? «Ruberei Landi: reggiano e appassionato. In futuro spero anche io di trovare un Landi. Battute a parte, guardo con ammirazione al progetto che stanno portando avanti da diversi anni. E i frutti si vedono».
Ore 18.00 – (Gazzetta di Reggio) In carica dallo scorso luglio, Stefano Compagni festeggia il suo primo Capodanno da presidente della Reggiana. Il suo cuore è granata da sempre, la sua testa riesce a far convivere l’attività di imprenditore del settore ceramico e quella di numero uno di una società storica e blasonata. Il suo primo brindisi all’anno nuovo, Compagni è venuto a farlo nella nostra redazione; alzando il calice per la Regia, per tutti i suoi tifosi, per i reggiani in genere. Un brindisi col il primo sorso dedicato alla squadra di Alberto Colombo ed alle manovre sul mercato che va a riaprirsi. Come giudica questi primi mesi di campionato della Reggiana? «Secondo me soffriamo di un blocco psicologico. Alla recente riunione di Lega ho ricevuto molti elogi dagli altri presidenti, che si sono congratulati per il valore della rosa e per il gioco espresso. Sicuramente anche la sfortuna ha giocato un ruolo importante: credo che, per quanto fatto vedere, avremmo meritato di avere qualche punto in più in classifica. Ma non è il caso di fare drammi, il gruppone non è molto distante e basta centrare un filotto di risultati positivi per tornare in piena corsa. Ora che si apre il mercato, con il direttore generale Ferrara e con mister Colombo abbiamo pensato di apportare un paio di correttivi». A proposito, come vi muoverete? «Non entreremo in scena negli ultimi giorni. Cercheremo sin da subito di trovare quello che fa al caso nostro. Dopo l’arrivo di Mignanelli, che siamo felici di aver riportato a casa, non possiamo fare segreto del fatto che stiamo seguendo l’attaccante Perez. Ma non è l’unico: abbiamo sul taccuino altri due nomi di attaccanti, che non sono certo da meno. Il criterio sarà quello di non andare a sforare il budget messo a disposizione per la prima squadra». Cercate tre attaccanti. Siete rimasti delusi da Arma? «No, per niente. Arma non sta deludendo anzi, per un certo periodo ha retto sulle proprie spalle il peso dell’attacco granata, quando erano fuori sia Nolè che Pesenti. Crediamo che con un attaccante con caratteristiche diverse dalle sue possa fare ancora meglio e arrivare a sfruttare appieno le sue doti». E sul fronte delle partenze, cosa bolle in pentola? «Molto dipenderà dalle richieste che arriveranno. Pesenti, ad esempio, ha molti pretendenti in Lega Pro. Ed è un giocatore che, per recuperare la condizione, deve giocare e acquisire un minutaggio maggiore. Giannone? Anche in questo caso si tratterà di vedere chi busserà alla porta. E’ chiaro che per lui subentra anche un discorso di modulo. Castellana ha bisogno di fare il titolare, a Reggio aveva poco spazio ed è giusto che sia andato a giocarsi le sue carte a Santarcangelo, peraltro sempre in Lega Pro (girone B, ndc)». Due parole su mister Colombo. «Ne bastano pochissime: la mia fiducia in Colombo è incondizionata. C’è una tale stima nei suoi confronti che non è minimamente pensabile che possa essere messo in discussione in qualche modo». Quali crede siano le squadre maggiormente attrezzate per il salto di categoria? «Penso che l’Alessandria sia la squadra meglio strutturata. Quando l’ho vista dal vivo a Reggio, francamente, mi aspettavo di più ma ha sicuramente un gruppo importante. Penso, però, anche che sia ancora presto per trarre delle conclusioni perchè nei quartieri alti c’è molto equilibrio. La Reggiana ha tutte le carte in regola per tornare a far parte del gruppo di testa».
Ore 17.40 – (Gazzetta di Mantova) Il primo colpo di mercato del Mantova potrebbe concretizzarsi proprio oggi, visto che in Viale Te stanno aspettando l’ok definitivo del Pavia per l’operazione che porterà in biancorosso – in cambio di Valerio Foglio – il 21enne difensore Andrea Cristini e il 26enne attaccante Mattia Marchi. L’attesa è dovuta al mancato ok al trasferimento da parte della punta, che non avrebbe apprezzato il cambio di rotta del Pavia sul suo futuro. In giornata la cosa potrebbe risolversi, ma se il problema perdurasse il Mantova potrebbe anche essere costretto a cambiare obiettivi. Nei primi giorni di gennaio, invece, dovrebbero essere ufficializzati gli ingaggi del 28enne attaccante Pietro Tripoli dall’Ascoli e del 26enne esterno destro Francesco Lo Bue dal Lecce. E sempre in questi giorni è attesa l’ufficialità del trasferimento di Fabio Gavazzi al Pordenone. Per ora l’Arezzo ha invece risposto picche alla proposta di scambio del Mantova, che offre Samuele Sereni in cambio del 24enne terzino sinistro Riccardo Carlini. Viale Te comunque non molla la presa, pur guardandosi attorno per eventuali alternative. L’ultimo obiettivo da centrare sarà poi l’acquisto di un centrocampista, ma su questo fronte non ci si muoverà prima di aver ceduto Gabriele Puccio. E, sempre in tema di lista di partenza, c’è da dire che destinati a cambiare maglia sono anche il 20enne esterno destro Leonardo Longo e il 22enne attaccante Moreno Beretta. Per Matteo Momentè, che la società ha però ritirato dal mercato, si è di nuovo fatto sotto l’Albinoleffe.
Ore 17.20 – (Gazzetta di Mantova) Gli ultrà biancorossi hanno dato a loro modo il “buon anno” a squadra e mister, presentandosi ieri al campo di allenamento per un faccia a faccia con i biancorossi dopo il deludente pari interno con la Pro Patria che ha chiuso il 2015 del Mantova. «Ci hanno espresso la loro delusione per gli ultimi risultati – spiega l’allenatore Ivan Javorcic -, chiedendo a tutti ancor più impegno per rilsalire la classifica». I toni sono stati duri ma – assicura il mister – «tutto si è svolto in maniera civile. Ho interrotto l’allenamento, cosa che non faccio mai, proprio perché era giusto fare un gesto di apertura nei confronti dei nostri tifosi, ascoltando le loro rimostranze. L’unico modo che abbiamo per rispondere è vincere le partite sul campo ed è ciò che proveremo a fare fin dalla prima trasferta del 2016 a Bergamo contro l’Albinoleffe. Sono fiducioso perché stiamo recuperando tutti gli attaccanti e non a caso le partitelle in famiglia cominciano a finire con punteggi alti e non con i soliti striminziti 1-0». Ieri pomeriggio, al termine della doppia seduta di lavoro, Javorcic ha dato il “rompete le righe”. I giocatori avranno due giorni liberi e riprenderanno la preparazione sabato pomeeriggio. Doppie sedute di allenamento sono in programma domenica e lunedì, poi martedì il tecnico concederà ai suoi un altro giorno di riposo. Da mercoledì, quindi, si riprenderanno gli allenamenti per preparare la gara di Bergamo, che è in programma lunedì 11 alle ore 20 all’Azzurri d’Italia. Per quanto riguarda le condizioni fisiche dei biancorossi, gli acciaccati Di Santantonio e Raggio Garibaldi torneranno in gruppo da sabato. Ruopolo, invece, in questi giorni si sottoporrà a cure specifiche per il problema alla cartilagine del ginocchio e la speranza è che possa riprendere ad allenarsi normalmente il 7 gennaio.
Ore 17.00 – (Gazzetta di Mantova) Nell’ultimo giorno dell’anno ci si trova a fare bilanci e quello del Mantova per il 2015 non può che essere negativo. I tribolatissimi 365 giorni biancorossi potrebbero essere perfettamente riassunti dal noto proverbio “chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane”. Per assurdo, infatti, nella prima parte dell’annata la squadra ha fatto in pieno il suo dovere, risalendo la china e conquistando la salvezza con due giornate d’anticipo sulla fine del campionato nonostante i tre punti di penalizzazione sul groppone. Il tutto con una società che, da febbraio in avanti, sembrava ogni giorno sul punto di saltare in aria, fra difficoltà a pagare gli stipendi, litigi fra soci e trattative per la cessione che non sembravano mai approdare al dunque. Poi, quando finalmente in estate i guai societari sono stati risolti con l’ingresso della Sdl Centrostudi Spa, la crisi si è spostata sul fronte tecnico. Nonostante la nuova proprietà sia ineccepibile nella gestione, puntualissima nei pagamenti e disposta a investire cifre notevoli (si parla addirittura di un bilancio vicino ai 3,5 milioni), la squadra non riesce a venir fuori dalla zona playout e arranca al quartultimo posto. Sul finire dell’anno i tifosi hanno contestato e sinceramente c’è da comprenderli, perché il Mantova da quando ha rimesso piede nel professionismo, dopo il fallimento del 2010, non ha più avuto pace. Prima c’è stata una drammatica salvezza ai playout, poi un’annata con cambio di allenatore (Frutti-Brucato), quindi il soffertissimo approdo alla Lega Pro sotto la gestione Lodi con conseguente rischio di non iscrizione. Il resto è storia appunto del 2015, quinto anno consecutivo in cui la piazza si trova a vivere cicliche crisi che avrebbero fatto perdere la pazienza perfino al biblico Giobbe. Visto però che il 2015 sta andando in archivio, è il caso di guardare avanti, anche perché le premesse per una riscossa del Mantova sembrano esserci tutte. La società ha dato il via libera a una campagna di rafforzamento che si spera aiuti la squadra a centrare la salvezza. La Sdl ha inoltre ribadito la sua volontà di portare avanti un piano triennale con obiettivi ambiziosi e il patron Serafino Di Loreto sta per diventare vicepresidente della Lega Pro, nonché presidente della Calcio Servizi, che gestisce tutta la parte economica della stessa Lega. Insomma, per la prima volta da tanti anni l’Acm sembra avere una proprietà decisa a riportare la squadra in categorie superiori, promettendo un impegno lungo e non arrendendosi alle prime difficoltà. Certo, l’avvio è stato decisamente in salita e di sbagli ne sono stati commessi parecchi, ma tempo per recuperare ce n’è. L’importante è fare tesoro degli errori e capire che nei cinque anni di crisi biancorossa c’è stata un’unica costante: ogni estate si è sempre ricostruita la squadra, anziché consolidare un gruppo e migliorarlo con alcuni inserimenti. Quando anche a Mantova si riusciranno a fare 2-3 anni con la stessa proprietà, lo stesso ds e lo stesso mister, le vittorie arriveranno.
Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ultimo giorno del 2015: non potevamo che chiuderlo riportando gli auguri di Mauro Lovisa, pubblicati anche sul sito di riferimento della società neroverde www.pordenonecalcio.com TIFOSI PER PRIMI – «Il primo augurio per un buon 2016 – afferma re Mauro – è per i tifosi del Pordenone in particolare: in generale a tutti i tifosi del calcio. Quello serio, come stiamo facendo noi a Pordenone. Mi ha colpito un fatto – racconta il presidente – di qualche giorno fa, quando un gruppo di tifosi è venuto in sede e ha lasciato un contributo economico per la società in riconoscimento del lavoro che stiamo facendo. Non hanno voluto pubblicità e rispetto la loro volontà, ma il gesto – si compiace Lovisa – è stato apprezzato e mi ha fatto capire che siamo sulla strada giusta». CITTÀ E PROVINCIA – Re Mauro apre l’orizzonte. «Auguri alla città – riprende -, alle istituzioni e a tutta la provincia. A molti sono sfuggiti i simboli dei comuni che abbiamo messo sulle casacche. Il nostro obiettivo è diventare la squadra della provincia e il riferimento per tutte le società di calcio minori». FAMIGLIA NEROVERDE – Torna in casa, Lovisa. «Un augurio ovviamente a tutto il Pordenone – riprende -, ai miei soci, ai dirigenti, ai tecnici, ai preparatori, ai giocatori, a tutti gli addetti ai lavori. Una famiglia e un’organizzazione perfetta perché, è bene ricordarlo, sono gli uomini che fanno la fortuna delle società. In ogni campo. Non solo quello calcistico». GENITORI – Infine Lovisa rivolge un ringraziamento e un augurio ai genitori dei tesserati delle giovanili. «Un gruppo coeso e fantastico – dice – che ci fa distinguere ovunque andiamo». OBIETTIVI – «Nel 2016 – promette Lovisa – vogliamo continuare a crescere. Il 4 gennaio aprirà la campagna invernale. La squadra di sicuro non sarà indebolità. Probabilmente sarà rinforzata. In chiusura auguro a tutti un anno di serenità. L’Italia, il mondo intero – conclude – ne ha bisogno».
Ore 16.20 – (Messaggero Veneto) Continua senza sosta l’attività per il Pordenone di Bruno Tedino, che dopo aver lavorato ieri, si ritroverà anche oggi al centro De Marchi per una doppia seduta, con quella del mattino prevista alle 10 e quella del pomeriggio alle 15. Si suda anche nell’ultimo giorno dell’anno, quindi, con l’obiettivo di tenere sempre alta l’asticella dell’intensità come fatto in questa prima parte di stagione. Nella mattinata di ieri il gruppo ha svolto una seduta interamente tecnico-tattica, lavorando in particolare nella fase offensiva. Nel pomeriggio, invece, spazio ai test atletici per valutare le condizioni di ognuno. Non hanno lavorato in gruppo Pederzoli, in piscina per recuperare dal problema alla caviglia: notizie positive per lui, visto che dalla prossima settimana tornerà a lavorare coi compagni. Ha ripreso a correre anche Strizzolo, seguito dallo staff tecnico per il problema al polpaccio: si bada bene a non forzare perché in questo caso i rischi di ricaduta sono molto alti. Anche Savio ha cominciato di nuovo a correre dopo la distorsione alla caviglia, mentre Gulin ha svolto un lavoro differenziato. Sempre fermo ai box Marchi dopo l’operazione alla caviglia: ci vorrà ancora qualche giorno prima che venga tolto il gesso e poi potrà riprendere il lavoro di riabilitazione, mentre sono più lunghi i tempi per il lungodegente Pavan, fuori ancora per qualche settimana. È soddisfatto Bruno Tedino, che in generale ha ritrovato i suoi uomini in forma dopo le festività natalizie. L’obiettivo di questa e della prossima settimana è quello di recuperare gli infortunati e rimettere in forma gli acciaccati. E proprio per lavorare ancor meglio e rafforzare lo spirito di un gruppo già coeso, la prossima settimana l’intera truppa trasferirà a Bibione, all’hotel Savoy, per un mini-ritiro. I neroverdi partiranno nella serata di sabato 2 gennaio al termine della doppia seduta al De Marchi. Gli allenamenti però si svolgeranno a Lignano, sia in campo sia in spiaggia. Tutto si concluderà martedì 5 gennaio: alla mattina l’ultima seduta e nel pomeriggio, a partire dalle 14.30 l’amichevole a Fossalta di Portogruaro contro i locali della Fossaltese (Promozione veneta) per preparare al meglio la trasferta di sabato 9 gennaio, quando alle 17.30 i “ramarri” affronteranno la Giana Erminio nell’ultima partita del girone d’andata. Un successo sarebbe importante per tenere a bada una concorrente e allontanare la zona play-out, distante tre punti.
Ore 15.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) «Recitare un ruolo da protagonisti anche nel 2016, senza accontentarsi mai». Non deve essere stato facile per Stefano Sottili prendere in estate le redini di un Bassano ancora lacerato dalla mancata promozione in B, rimettere insieme le tessere del mosaico e restare a buoni livelli in questa prima metà di stagione. L’allenatore virtussino è tornato a parlare dopo la pausa natalizia, con la solita vena ironica tipica del toscanaccio purosangue. «Il bilancio è sicuramente positivo — spiega — dopo lo scorso campionato che è stato strepitoso siamo riusciti a essere protagonisti di un girone che, dal punto di vista qualitativo, fisico e di organizzazione, è superiore allo scorso anno. Vedendo lavorare i ragazzi ogni giorno sono sereno: ho la consapevolezza di poter dire che daranno sempre il massimo». A inizio anno il tecnico e il suo entourage si erano posti un obbiettivo ambizioso: «Speravo di raggiungere quota 40 punti alla fine del girone di andata — butta lì con una risata Sottili — e continueremo a dare battaglia. Stiamo cercando di migliorare tutte le situazioni in cui ci sono ampi margini di crescita. In tante partite abbiamo creato molto di più rispetto ai nostri avversari ma non siamo riusciti a capitalizzare. Dobbiamo non fermarci solo a un tempo ma restare su buoni livelli per almeno 80 minuti, 90 se possibile. L’esempio più recente è la prima frazione a Padova, dove abbiamo faticato, crescendo nel secondo tempo. E’ necessario giocare così per tutta la durate della gara». Con un occhio al campo e uno alle voci di mercato, Sottili si congeda dal 2015 con alcune premesse. «Non è compito mio fare il mercato, devo solo ottimizzare il rendimento dei ragazzi a disposizone, migliorando le qualità dei singoli e del gruppo. Con il direttore sportivo e tutta la società faremo le valutazioni dovute, ma spero di dare più spazio a quei giocatori che non ne hanno trovato». Poche le notizie di mercato che trapelano nell’ambiente giallorosso: ci sarebbe un interessamento per Bortot del Padova (sarebbe un ritorno) ma al momento mancano i presupposti. La squadra dopo due giorni di vacanza si ritroverà il 2 gennaio.
Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) È arrivato a campionato in corso e dunque, non potendo svolgere la preparazione estiva, mister Giancarlo Favarin non aveva ancora avuto modo di testare per bene l’intera rosa a disposizione. Ieri finalmente ha potuto vedere all’opera ben 24 giocatori raccogliendo molte utili indicazioni per la seconda parte di stagione. Era solo un’amichevole, ma Favarin per 90 minuti ha continuato ad urlare e a sbracciarsi per tenere sulla corda tutti i suoi ragazzi, da Serafini all’ultimo giovane della Beretti. «Ho tanti giocatori allo stesso livello e ne ho avuto la conferma – ha spiegato il tecnico al termine della partita -. È stato un buon allenamento dopo aver fatto negli ultimi giorni dei carichi di lavoro piuttosto importanti». C’era molto curiosità attorno a Chicchiarelli, l’ultimo innesto per il reparto offensivo: «Lo conoscevo già perché l’avevo visto giocare con la primavera del Genoa – garantisce Favarin -. È un’arma in più per un attacco già molto ricco, considerando che mancava pure Fabiano. E poi, essendo un classe ’97 e quindi un under, rappresenta una soluzione importante per poter far giocare due senior in mezzo al campo». Uno dei più brillanti fisicamente è apparso Emilio Volpicelli, altro nuovo arrivato classe 1992: «Volpicelli è forte, lo posso dire con certezza perché l’ho già allenato ad Andria. È un esterno dotato di grandi spunti e ottime qualità tecniche: ha un bel passo e come si è visto ci porta nuove soluzioni nella fase offensiva».
Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia chiude l’anno divertendo e divertendosi. Dopo la larga vittoria in campionato con la Triestina, il 2015 si conclude con un altro roboante successo nell’amichevole in casa del Real Martellago (terzo in classifica nel girone B dell’Eccellenza). Sulla carta tra le due squadre c’è solamente una categoria di differenza, in realtà ieri in campo c’era un abisso. Troppo forte questo Venezia, soprattutto nelle soluzioni offensive, per la pur buona squadra allenata da Matteo Vianello. Per mister Favarin la sgambata di ieri pomeriggio ha rappresentato l’occasione giusta per visionare quasi l’intera rosa e per valutare sia i nuovi arrivati (tante giocate di grande qualità soprattutto per Volpicelli) sia alcuni ragazzi delle Beretti. Confermatissimo il 4-2-3-1 delle ultime uscite, spazio dall’inizio ai due difensori centrali che ultimamente hanno giocato meno (Beccaro e Busatto) e allo stesso Volpicelli nel ruolo di esterno alto a destra. LA PARTITA. Avvio in discesa per il Venezia, al 6′ arriva già il gol del vantaggio: Da Lio tocca in area con la mano, Serafini spiazza Baldan dal dischetto. Al 10′ Gualdi infila il raddoppio spingendo dentro un bel tiro-cross di Volpicelli, la partita vive dieci minuti di equilibrio ma, dopo un gol fallito in contropiede dall’ex Ciullo, Callegaro al 32′ sigla il tris con un grande esterno destro al volo dal limite dell’area. Al 34′ Ferrante sfiora l’autogol centrando la traversa, al 38′ il poker è servito da Volpicelli (il migliore nel primo tempo) con una percussione centrale conclusa con un tocco sotto liftato. Al 43′ Busatto segna di testa, un minuto dopo accorcia Da Lio sempre con un’incornata. Nel secondo tempo Favarin cambia tutti dando spazio all’ultimo arrivato, l’ex bomber della primavera del Genoa Samuele Chicchiarelli. Al 50′ Maccan di testa infila il 6-1, al 56′ Lattanzio punisce una clamorosa disattenzione di Cestaro con il settimo gol. Canaj in mischia raddoppia per il Real al 73′, poi a quattro minuti dalla fine chiude i conti Innocenti con un tocco morbido dopo una splendida progressione in fascia destra. IL PROGRAMMA. Niente soste per il Venezia. Favarin ha fissato un allenamento per questa mattina e poi la squadra si allenerà ogni pomeriggio fino al giorno dell’Epifania, quando al Penzo sarà ospite il Dro.
Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Un anno da dividere in due parti. Con la prima metà del 2015 che ha sancito la fine dell’esperienza russa dell’Fbc Unione Venezia di Yuri Korablin e una seconda metà d’anno che ha salutato la nascita del Venezia Fc, guidato da Joe Tacopina con un board tutto a stelle e strisce. E un «bilancio» in attivo dove si aggiungono giorno dopo giorno elementi: dall’inaugurazione della nuova sede di viale Ancona al sito internet in rete da pochi giorni, fino al nuovo canale Youtube che ha solo poche ore di vita: qui confluiranno le sintesi video delle partite, le comunicazioni da oltreoceano del presidente e altro ancora. Dal 18 luglio in poi, giorno della ufficializzazione della nuova cordata Usa, il Venezia ha preso la rincorsa per costruire da zero una nuova squadra e dare maggiore struttura alla società, che sta beneficiando notevolmente dell’interesse mediatico che riscuote il presidente Tacopina a livello nazionale. Sul campo la squadra allestita dal ds Giorgio Perinetti in questo girone d’andata ha avuto un andamento altalenante. Non ha chiuso da campione d’inverno, come si poteva immaginare a settembre, e la flessione di novembre è costata la vetta ma anche la panchina a mister Paolo Favaretto. Ora alla guida c’è Giancarlo Favarin che nelle ultime quattro giornate ha collezionato 10 punti con 13 gol segnati e uno al passivo. Dopo il pari di Belluno (0-0) sono arrivate infatti le vittorie sull’Union Ripa (1-0), sul Giorgione (6-0) e sulla Triestina (6-1). «Sono soddisfatto di queste quattro partite, dal mio punto di vista pesano molto, anche perché abbiamo accorciato sulla prima», è il bilancio di fine anno di Favarin. La capolista è il Campodarsego, unica squadra imbattuta con 45 punti in classifica. Il Venezia insegue a -1 ma con numeri da corazzata (43 gol fatti e 11 subiti) e l’ambizione di poter operare quanto prima il sorpasso. «Vogliamo superare la prima, dobbiamo avere l’umiltà per cercare di ripartire subito, alla fine della sosta. Per certi versi — osserva il tecnico — questo momento di pausa non ci voleva, perché eravamo in crescita sotto tutti i punti di vista». Si ricomincerà il 6 gennaio al Penzo contro il Dro, cui seguiranno Sacilese e Monfalcone, per un trittico che dovrà portare punti pesanti alla classifica degli arancioneroverdi. «Sarà un girone di ritorno di fuoco — avverte Favarin — perché i punti diventeranno importanti per tutti: per chi sta in alto così come per chi sta più in basso. Noi cercheremo di arrivare allo scontro diretto nel modo migliore», aggiunge il tecnico arancioneroverde pensando alla sfida con il Campodarsego in programma alla ventinovesima giornata, il 28 febbraio. «Il doverli raggiungere e superare è uno stimolo. Noi confidiamo nelle nostre capacità. Un calo può capitare e noi – chiude Favarin – dovremo essere pronti ad approfittarne». La squadra ieri ha disputato l’amichevole con il Real Martellago, vincendo 8-2: a segno Serafini, Gualdi, Callegaro, Volpicelli, Beccaro, Maccan, Lattanzio e Innocenti.
Ore 14.20 – (La Nuova Venezia) Il memorial Bruno Cabbia non poteva riscuotere successo migliore. Il Real Martellago ricordava così chi da 30 anni gestiva i campi del Real Martellago. A ricordarlo, insieme ai ragazzi di Vianello, il Venezia di Favarin al gran completo. Per gli arancioneroverdi poco più di un allenamento. Alla fine è 8-2 per Carbonaro e soci. Il Real Martellago ci ha messo buona volontà e grinta, andando a segno due volte, ma i valori tecnici erano troppo differenti. Palla al centro e dopo 7’ i ragazzi di Favarin avanti su rigore causato da un tocco di mano involontario, ma decisivo di Toso in area. Carbonaro spiazza Baldan e sigla l’1 a 0. Passano 3’ e su cross da destra di Volpicelli, Gualdi, solo sul secondo palo, appoggia di petto in rete per il 2 a 0. Nonostante la differenza tecnica tra le due compagini, il Martellago, pur giocando di rimessa, al 29’ sfiora il gol con Ciullo ben lanciato da Zugno che, con il portiere in uscita fuori dall’area, manda la palla vicino al palo nel tentativo di prenderlo controtempo. Scampato il pericolo, il Venezia fa tris 2’ dopo: Callegaro entra in area e il suo diagonale non lascia scampo a Baldan. Il Venezia si concede il lusso di giocare con la difesa alta quasi a centrocampo e Volpicelli fa poker dopo soli 2’ prendendo palla sulla mediana e involandosi in area dove batte Baldan in uscita con un pallonetto: 4 a 0. Al 39’ Ciullo prende il giallo per frustrazione per una brutta entrata e, sulla punizione che ne nasce, Busatto stacca più in alto di tutti e fa 5 a 0. Alla fine del tempo c’è gloria anche per il Martellago che, su svarione difensivo, va in rete con Da Lio. Seconda frazione sulla stessa scia. Palla al centro e in 5’ minuti prima Maccan e poi Lattanzio portano il punteggio sul 7 a 1. Il primo al 4’ con un preciso rasoterra, il secondo in contropiede un minuto dopo. Al 30’ il Martellago si toglie la soddisfazione del secondo gol con Canaj, appena entrato che risolve una mischia in area. Al 39’ soddisfazione per Volpicelli, che si toglie la soddisfazione di silgare la personale doppietta entrando dalla sinistra e battendo Cestaro sul secondo palo: 8-2. Soddisfatto mister Favarin. «Partita utile per controllare l’inserimento dei nuovi e constatare la loro forma fisica». Poi un commento sul campionato. «Abbiamo chiuso bene il girone d’andata e vogliamo continuare così nel ritorno; testa bassa e concentrati per riprenderci la vetta. Il difficile arriva ora. Molte squadre si sono rafforzate e inizieranno a giocare per i propri obiettivi: chi per i playoff, chi per evitare la retrocessione. Dal canto nostro dobbiamo provare a vincerle tutte».
Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ stato un 2015 a doppia velocità quello del Vicenza che fino a giugno ha sognato la serie A, ma poi ha chiuso l’anno con un mese e mezzo senza vittorie, una serie negativa che ha fatto scivolare la squadra nelle zone pericolose della graduatoria. «E’ comunque un anno che ricorderemo con grande piacere perché abbiamo vissuto un periodo bellissimo — sottolinea Antonio Cinelli — costruendo un sogno che non siamo riusciti a concretizzare per un soffio. Ma in quel girone di ritorno e i successivi play off abbiamo costruito qualcosa di importante anche grazie alla partecipazione del pubblico biancorosso che ha dimostrato di meritare la massima serie». Fin qui quello che è stato ma la realtà è ora decisamente meno felice e la classifica piange in attesa del recupero della gara rinviata a Perugia per nebbia. «Ci è dispiaciuto molto soprattutto per i tifosi che erano in tanti e hanno fatto tanti chilometri per sostenerci — spiega il capitano — ma in campo si vedeva poco e l’arbitro ha avuto pochi dubbi nel rinviare la gara. Tutti noi volevamo giocare per riscattare il periodo nero in cui siamo caduti, adesso abbiamo il tempo per ricaricare le batterie e recuperare gli infortunati che ci daranno una grossa mano nel risalire la china». Tra gli infortunati, Nicolò Brighenti dopo il grave infortunio a settembre con il Como, era in panchina a Perugia e sembra a un passo dal rientro. «Per tutto il gruppo è stato bellissimo riaverlo con noi in ritiro — precisa Cinelli — complice anche la squalifica di D’Elia, Nicolò è stato mio compagno di camera e ancora una volta si è confermato un ragazzo positivo, voglioso di fare bene e strepitoso nei tempi di recupero. La sua determinazione deve essere di esempio, tutti noi contiamo di rivederlo in campo alla ripresa». A Modena il Vicenza deve vincere a tutti i costi, interrompendo una serie negativa al Menti che in questo campionato ha visto i biancorossi vincere solo contro l’Ascoli. «I punti che ci mancano sono proprio quelli che non siamo riusciti a conquistare nelle gare disputate davanti ai nostri tifosi — sottolinea amaramente Cinelli — e questo ci dispiace doppiamente, perché il Menti nello scorso campionato ci ha portato davvero tanti punti, ed era una sorta di fortino per noi. Purtroppo in casa abbiamo sbagliato troppe volte, e tutti noi siamo consapevoli che per vincere da qui in avanti dobbiamo dare di più». Un proposito molto fermo, con cui Cinelli vuole iniziare il nuovo anno, in cui sarà discusso anche il rinnovo del suo contratto con il Vicenza. «A gennaio decideremo il da farsi — spiega Cinelli — ma la mia situazione non è certo primaria, importante è la squadra. Ora quello che conta è invertire la rotta, non possiamo essere diventati dei brocchi; siamo consapevoli di avere sbagliato alcune partite ma abbiamo le possibilità di ribaltare la situazione. La promessa che sento di fare ai tifosi è che l’impegno sarà massimo e che usciremo sempre dal campo dopo aver dato tutto».
Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Hanno chiuso l’anno con una vittoria le altre due squadre padovane di Serie D impegnate nei rispettivi test amichevoli. Luparense ed Este hanno affrontato Piovese (allo stadio “Gianni Casée” di San Martino di Lupari) e Berretti del Cittadella (sul sintetico del “Tombolato”), mostrando entrambe un ottimo stato di forma. Piuttosto sonoro, in particolare, il 5-0 rifilato dai Lupi (in campo con la pettorina rosa fluorescente) ai “cugini” di Eccellenza della Piovese. Mister Enrico Cunico ha provato i nuovi acquisti, tra i quali il terzino ex Mestre Domenico Di Fusco, schierato nel tridente d’attacco (il tecnico vicentino ha confermato il 3-4-3 come modulo di partenza) con Dario Sottovia e il giovanissimo Luca Scala, autore di una doppietta. Il primo gol di Scala è arrivato al 17’ (sgroppata sulla sinistra e destro ad infilare Rossi); il raddoppio, propiziato dall’assist di Beccaro, al quarto d’ora della ripresa. Il calo della Piovese ha consentito ai rossoblù di dilagare tra il 66’ e il 79’: prima Faggin su cross del solito Scala dalla destra, poi Beccaro con destro imprendibile e, infine, ancora Beccaro di precisione hanno completato la cinquina. Più tranquilla la sfida fra la Berretti del Cittadella e l’Este. Ai giallorossi è bastata la doppietta di Mastroianni per chiudere il 2015 in bellezza. Il bomber campano ha marcato il tabellino con un destro al volo su invito di Caporali al 20’ e con una conclusione-fotocopia al 39’. I granata di Giulio Giacomin hanno accorciato le distanze nella ripresa (76’), grazie all’attaccante ghanese Adu Gyamfi. I tecnici di Luparense ed Este, Enrico Cunico ed Andrea Pagan, hanno concesso alla squadra due giorni di riposo per i festeggiamenti di Capodanno. I Lupi torneranno in campo sabato mattina al centro sportivo di Tombolo, mentre gli atestini si alleneranno al Nuovo Stadio nel pomeriggio. Non sono in programma altre amichevoli di preparazione in vista del turno dell’Epifania di mercoledì prossimo, valido per la prima giornata di ritorno: l’Este sfiderà la Calvi Noale in trasferta, mentre la Luparense ospiterà la Sacilese.
Ore 12.50 – (Gazzettino) Finisce in parità l’ultimo test dell’anno per Cittadella e Campodarsego. Un 2-2 che dà morale soprattutto alla squadra di Andreucci, una categoria sotto quella di Venturato, con quest’ultimo che ha dato spazio soprattutto a coloro meno impiegati in stagione. In grande spolvero Sgrigna, che si candida per un posto da titolare alla ripresa del campionato. Il migliore del Campodarsego risulta invece Kabine, autore di una doppietta. Nelle fila granata sono indisponibili Iori e il neo arrivato Bonazzoli, in attesa del tesseramento. Ancora in vacanza – hanno ottenuto una settimana in più degli altri – Bobb e Jallow che si trovano in Gambia, e Chiaretti, in Brasile. I tre rientreranno a Cittadella soltanto il 3 gennaio. Come da copione sono i padroni di casa a fare la partita, e passano al 9′: Coralli serve in area Sgrigna, diagonale di destro vincente. Il raddoppio del Cittadella al 16′, Minesso pesca in area Coralli, sponda per Lora che supera il portiere. Cappelletti potrebbe arrotondare al 20′, ma il colpo di testa da due passi finisce alto sulla traversa. Accorcia le distanze il Campodarsego su punizione di Kabine al 22′, Alfonso riesce solo a sfiorare. Nella ripresa le due squadre cambiano volto, tanti i cambi, Litteri sfiora il gol due volte, prima di testa, poi di destro. Simpatico siparietto al 27′, quando Radrezza realizza in evidente fuorigioco, segnalato dall’assistente che si becca gli improperi del giocatore. L’arbitro Candeo per evitare sanzioni a Radrezza invita l’allenatore Andreucci a sostituirlo, che dopo una stretta di mano al direttore di gara, prontamente esegue il cambio. Pareggia il Campodarsego al 34′, su regalo di De Leidi che serve Kabine tutto solo davanti al portiere, facile il tocco sotto la traversa.
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Pari e patta. Nell’amichevole che ha chiuso il 2015 di Cittadella e Campodarsego, le due formazioni capolista – una in Lega Pro, l’altra in Serie D e tuttora imbattuta – finiscono col non farsi male. Ne esce un 2-2 abbastanza onesto, con i granata di casa più pericolosi nella prima ora di gioco, ma decisamente distratti nell’ultimo terzo di gara, tanto da farsi riacciuffare dagli uomini di Andreucci e da rischiare di incassare anche il colpo del k.o. Al Tombolato, nel primo pomeriggio senza nebbia da diversi giorni a questa parte, le due formazioni si sono presentate in campo con moduli speculari ma con diversi “esperimenti” rispetto agli undici che solitamente si vedono in campionato. Tante assenze nell’undici di Venturato, privo dei tre stranieri oltre che degli indisponibili Iori, Donazzan e Bonazzoli (quest’ultimo non utilizzabile prima della riapertura ufficiale del mercato, prevista il 4 gennaio), con Pascali riportato a centrocampo nel ruolo in cui iniziò la carriera, perno davanti alla difesa. Diversi cambi anche nelle file dei biancorossi (ieri in maglia azzurra), privi del solo Buson. Nella prima frazione è il Citta a fare e disfare, issandosi sul 2-0 nel giro di appena un quarto d’ora. Prima è Sgrigna a sfoderare un diagonale chirurgico sfruttando una sponda di Coralli, poi tocca a Lora, di sinistro, trovare il raddoppio, ancora su appoggio di “Ciccio” dopo un cross di Minesso. Il 2-1 arriva su morbido calcio di punizione a scavalcare la barriera di Kabine. Qualche sbavatura della linea difensiva rischia di costare caro ai granata, con Alfonso che salva di piede in uscita su Aliu, ma le occasioni più grosse sono degli uomini di Venturato, che ne collezionano almeno altre tre. Una nota a parte la merita Sgrigna, e non solo per il gol: il fantasista romano dispensa qualità ad ogni tocco e, considerando che Chiaretti tornerà dal Brasile soltanto domenica, si candida seriamente per una maglia da titolare in vista della ripresa del campionato, il 9 gennaio, con il Sudtirol. Girandola di cambi nella ripresa, con Andreucci che sostituisce subito sette uomini e Venturato che si limita a tre, arretrando Sgrigna a fare il playmaker, come già era accaduto a Cremona. Saltano certi meccanismi, cala in modo evidente la tensione nelle file del Citta e le occasioni fioccano, tanto che arriva pure il 2-2, un regalo alla “volemose bene” di De Leidi, che fa quello che un difensore non dovrebbe mai fare, passando orizzontalmente il pallone a centroarea al bravo Kabine, autore di una doppietta. Alla fine, i complimenti al sorprendente Campodarsego di questa stagione arrivano pure dallo stesso Venturato: «Sta disputando un campionato eccezionale e non è un caso se è in testa alla classifica, si vede che ha valori importanti». In ultimo, da rimarcare il simpatico siparietto visto nella ripresa, con l’atto di buonsenso dell’arbitro Luca Candeo di Este che, per non espellere Radrezza (sin lì fra i migliori nel Campodarsego, ma reo di aver mandato bellamente a quel paese il guardalinee per un fuorigioco che gli era stato sbandierato), di fatto “ordina” ad Andreucci di sostituirlo. Sono così poco frequenti le occasioni in cui capita di elogiare l’operato di un direttore di gara che questa volta andava segnalato.
Ore 12.10 – (Gazzettino) Roberto Venturato è in piena sintonia con Stefano Marchetti. Anche l’allenatore del Cittadella, al pari del direttore generale, è contento della prima parte di stagione della sua squadra, ma non si dice ancora pienamente soddisfatto, perché i giocatori possono e devono migliorare ancora. Del resto se si vuole arrivare primi in campionato – l’obiettivo del Cittadella – nel girone di ritorno si devono limitare al massimo gli errori: «La squadra ha fatto passi in avanti in questi sei mesi della mia gestione. Ha potenzialità e qualità non ancora espresse al massimo, oppure non con continuità. C’è da migliorare nell’aggredire l’avversario e nel possesso della palla, ci sono margini sui quali migliorare e porsi degli obiettivi di crescita, sempre tenendo d’occhio i risultati sul campo, perché noi abbiamo un obiettivo, quello di giocarci il campionato sino in fondo». Il Cittadella ha grandi solisti in rosa, che possono decidere la partita da soli o quasi: «È vero, giocatori di spessore ce ne sono. In alcune partite si è messo in evidenza il singolo, anche se sinora si è puntato soprattutto alla manovra, al gioco collettivo. Nel girone di ritorno tuttavia penso che le qualità tecniche e individuali possano emergere». Il Cittadella chiude il 2015 guardando tutti dall’alto, poi le altre, a cominciare dall’Alessandria, forse la squadra del momento. La classifica sta rispecchiando i reali valori delle squadre? «Nelle primissime posizioni troviamo tutti nomi che erano pronosticati come quelli che puntavano alla vittoria finale. Dall’Alessandria al Bassano, dalla Reggiana al Feralpisalò che ha sbagliato qualche partita di troppo in casa. Potrebbe anche rientrare qualcun’altra se dovesse infilare una serie di vittorie consecutive, sicuramente è un campionato difficile ed equilibrato. Il Pordenone è una delle sorprese, ma le insidie ci sono anche ad affrontare la Giana, ad esempio. Nel girone di ritorno farà la differenza chi avrà maggiore continuità, in casa come in trasferta». Ieri intanto il Cittadella ha affrontato in amichevole il Campodarsego, prima nel proprio girone di serie D: «Sta disputando un campionato davvero eccezionale, fare 45 punti al termine dell’andata è un risultato da sottolineare. Auguro loro di raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati. Per quanto riguarda il Cittadella, abbiamo fatto 60 minuti buoni, giocando anche discretamente, nell’ultima parte invece non abbiamo tenuto bene in campo, soffrendo pure in certi frangenti. C’è da lavorare ancora molto per arrivare al meglio alla ripresa del campionato, il 9 gennaio, a livello di condizione e atteggiamento». Con il Campodarsego qualche cambio di posizione tra i giocatori, ad esempio Pascali in mezzo al campo: «Ha giocato tanti anni in questo ruolo, chiaramente non è abituato, ma in alcuni momenti durante la stagione potrebbe diventare utile in mediana. Ha forza fisica, geometria e sa interdire. Cappelletti invece può giocare in tutti i ruoli in difesa». L’ultima considerazione sull’ultimo arrivato, Bonazzoli, che va ad arricchire il reparto offensivo, anche a rischio di vedere «intasato» di nomi l’attacco del Cittadella: «Bonazzoli è una punta con caratteristiche diverse da tutti gli altri, che non avevamo in rosa. È forte fisicamente e tecnicamente. Avere giocatori bravi per un allenatore è solo un vantaggio, ben vengano le scelte».
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) È il patron della capolista del girone A di Lega Pro e può permettersi di sorridere, dopo i giorni bui e pieni di amarezza di maggio. Eppure Andrea Gabrielli non è tipo da salire in cattedra per fare… lezione su come si gestisce una società di calcio. Il suo Cittadella è a metà dell’opera, ha già fatto molto ma non ha conquistato nulla. E il traguardo da centrare dista un intero girone di ritorno. Presidente, cosa manca e cosa c’è, invece, in più nel suo bilancio di fine 2015? «Rispetto a gennaio c’è sicuramente in meno una categoria, la Serie B, che sappiamo essere qualcosa di nobile e prezioso e che non era facile mantenere. Averla persa ha comportato per la piazza minore visibilità, una nomea diversa a livello nazionale, un interesse mutato da parte dei media, mentre alla società è venuto a mancare un ritorno economico non indifferente. In più, invece, c’è forse il piacere di assistere a partite senza l’affanno costante delle difficoltà che pativamo nel tener testa ad avversari con organici molto forti. Si vince di più adesso, e quando succede è sempre una bella soddisfazione, indipendentemente dalla categoria. E poi il primato in classifica è importante, tra i cadetti sarebbe stato qualcosa di impensabile vedere il Cittadella in testa, sebbene facessimo la nostra bella figura. Infine, crediamo di avere in più un gruppo di giocatori con valori e riferimenti significativi». C’è tanta differenza fra Serie B e Lega Pro? «Una differenza indubbiamente esiste. Abbiamo iniziato il campionato andando a Meda (contro il Renate, ndr) nella prima trasferta, a livello di infrastrutture siamo su altre dimensioni. Come qualità di gioco in campo e come squadre affrontate, invece, posso dire di non aver notato un divario enorme, molte potrebbero tranquillamente stare in B. Diverso è il discorso relativo a com’è organizzata la Lega Pro. C’è molto da fare, abbiamo avuto un commissario che ha gestito la situazione, ma le difficoltà esistono. Si è visto in occasione della recente elezione del presidente, erano in tre a correre per la carica, e questo la dice lunga sul fatto che bisogna lavorare per trovare i giusti equilibri e il modello in grado di rilanciare la terza serie». Avete dimostrato sin qui di essere i più continui, con 32 punti in 16 partite. Bonazzoli cosa rappresenta, la ciliegina sulla torta? «Diciamo che con lui potremmo aver chiuso il nostro mercato invernale, a meno che non ci siano giocatori in uscita per offerte interessanti o perché scontenti (ma non sembra, ndr). Occorre capire che questo girone di ritorno ci vedrà molto impegnati nel mantenere la posizione di vertice attuale e per questo ci vuole una rosa che sia disposta a sacrificarsi per l’obiettivo finale del gruppo più che per le ambizioni del singolo. Ora va curato maggiormente l’aspetto mentale, partita dopo partita, dato che abbiamo una rivale, l’Alessandria, che ci renderà la vita dura. E in tal senso il pubblico dev’essere fortemente stimolante, spingendo la squadra con vigore. Mi aspetto che il territorio risponda al meglio a questa nostra necessità, mi piacerebbe avere più gente allo stadio e sentire magari meno critiche…». Il Citta si identifica da sempre con una famiglia, i Gabrielli. Mai avuto la tentazione di mollare dopo la retrocessione dai cadetti? «No, perché la B l’abbiamo fatta sempre sapendo di rischiare il salto all’indietro. A noi è successo di tornare in Lega Pro, dopo 7 anni. Io dico che ci sta, ma allo stesso tempo che si può risalire. Al sottoscritto, a mio fratello Piergiorgio e alle mie sorelle Margherita e Mariangela l’idea di lasciare non è mai passata per l’anticamera del cervello. Sono coinvolti tutti: mogli, mariti, cognati e cognate, figli. E con noi ci sono Pavin e Maffei, da sempre legati a filo doppio al Cittadella». Come dimenticare, poi, Stefano Marchetti, che è rimasto? «Tra di noi ci sono grande stima e massima trasparenza. In estate ha fatto una scelta di cuore. Ma lui sa bene che quella di Cittadella è una dimensione che gestisce in pieno, a 360 gradi. Non so se altrove, anche per il carattere che ha, si troverebbe altrettanto bene». Capitolo allenatore. Da Foscarini, dieci anni sotto le Mura, a Venturato non sembra essere cambiato molto. «Tra i due non ci sono sostanziali differenze nel modo di approcciarsi al calcio. Di Venturato mi piace come fa lavorare lo staff, i collaboratori con lui hanno maggiore peso. Con Foscarini ci sentiamo in queste ore, la B è ferma e il rapporto tra di noi è sempre stato molto buono. È uno specialista in salvezze, con la Pro Vercelli farà centro un’altra volta». Ultima domanda. È tornato il derby, la rivalità con Padova è sempre forte, ma sembra di capire che i rapporti con i biancoscudati siano assai migliorati rispetto al passato. «Confermo. La rivalità in campo esisterà sempre, ma mai come adesso c’è tanta vicinanza fra le due proprietà, con alcuni dirigenti siamo amici da anni. Se poi mi chiedete di possibili fusioni in futuro, no, questo non fa parte dei programmi. Ma seguo con piacere il cammino di Bergamin, Bonetto e dei loro soci, e constato che il Parma sta seguendo il loro esempio».
Ore 11.30 – (Corriere del Veneto) Ieri l’ultimo appuntamento del 2015 per il Cittadella, che al Tombolato ha affrontato in amichevole il Campodarsego. Un match intenso e gradevole, che ha riservato diversi spunti tra le due capoliste. Il Cittadella, primo nel girone A di Lega Pro e già attivo sul mercato con l’acquisto di Emiliano Bonazzoli, ha potuto testare diverse soluzioni tattiche in vista della ripresa del campionato fissata per il 9 gennaio quando ospiterà il Sud Tirol. Ottimo test anche per il Campodarsego, squadra rivelazione della serie D, dove guida la classifica nel girone C con un punto di vantaggio sul Venezia. Ne è uscito un pareggio per 2-2 che ha permesso a Venturato di sperimentare diverse soluzioni e agli ospiti di confermare l’ottimo momento di forma. Nella prima frazione De Leidi e Cappelletti hanno guidato la difesa, Pascali ha fatto il regista nel rombo di centrocampo e davanti spazio a Coralli e Bizzotto. Una frazione giocata a ritmi alti e terminata 2-1 per i granata. Sugli scudi Sgrigna e Lora, a segno entrambi, per il Campodarsego la rete ha portato la firma di Kabine autore di una splendida punizione. Dopo il cambio di campo dentro Litteri e Scaglia, con Sgrigna a dettare i tempi centrocampo e Minesso trequartista. La frazione è stata meno brillante e ha permesso al Campodarsego di trovare gloria ancora con Kabine, bravo a sfruttare un errore della retroguardia. Per l’attaccante la gioia di una doppietta che lo mette in evidenza dopo le ottime prove offerte in campionato. Lucida a fine gara la disamina di Venturato: «Ho visto un Cittadella in palla per almeno sessanta minuti, poi non siamo più riusciti a tenere il campo. Devo fare i miei complimenti al Campodarsego, ha valori importanti e potrà restare protagonista fino alla fine. Bonazzoli? E’ il giocatore che mancava perchè non avevamo elementi con quelle caratteristiche. E’ un’opportunità in più in attacco».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Altro nome tornato in auge è Paolo Pellicanò, classe 1995, del Belluno: giocatore che il Padova ha seguito a lungo (anche l’anno scorso), ma De Poli taglia corto. «Non ci interessa». Così il suo collega bellunese Augusto Fardin. «Non c’è nulla di concreto, però tutto può succedere, anche se è difficile. Dipende dal Padova, noi siamo disponibili a cederlo». Naturalmente occhio al nome a sorpresa, sempre possibile. Nelle ultime ore De Poli ha avuto un faccia a faccia anche con alcuni biancoscudati che finora non hanno avuto spazio in squadra. Tra questi Cucchiara, in prestito dal Trapani, che farà le valigie come spiega il diesse. «Ha espresso la volontà di cercare un’altra destinazione per andare a giocare con continuità, ne riparleremo con il Trapani». Su Dell’Andrea e Anastasio. «Non sentono l’esigenza di chiedere il trasferimento, quindi prendo atto della loro volontà e per il momento rimangono». AMICHEVOLE. I biancoscudati affronteranno mercoledì alle 14.30 un test a Borgoricco con la squadra locale che è capolista nel campionato di Promozione.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Di sicuro comunque non voglio fermarmi a quota cinque, dato che i gol servono alla squadra. Spero di dare il mio contributo anche nel nuovo anno: arrivare in doppia cifra sarebbe fantastico, mi accontenterei di segnarne altri due o tre». Non manca un bilancio sul 2015 che sta andando ormai in archivio. «Nella prima parte dell’anno abbiamo coronato il sogno di tornare in Lega Pro, quanto alla seconda parte dell’annata sono soddisfatto a livello personale, ma come squadra si poteva fare di più. Non mi va di vedere il Padova in questa posizione di classifica, società e piazza si meritano molto di più». Tornando alle operazioni di mercato, il primo rinforzo sarà un difensore centrale, come da espressa richiesta dell’allenatore. Il Padova ha già in pugno il prescelto, fermo restando che Fabrizio De Poli resta sempre abbottonato nel più stretto riserbo sulla sua identità. Un candidato è Andrea Sbraga, classe 1992, attualmente in forza alla Carrarese: il giocatore avrebbe già espresso al diesse biancoscudato la disponibilità ad approdare all’ombra del Santo, ma non potrebbe giocare la prima partita dovendo scontare la squalifica di una giornata.
Ore 10.40 – (Gazzettino) «La mia volontà è rimanere al Padova, anche se penso di meritarmi qualcosa di più a livello economico. Spero che ci sia la possibilità di ritoccare il contratto». Oltre al mercato in entrata e in uscita che si apre ufficialmente lunedì, il Padova deve fare i conti anche con le posizioni dei biancoscudati che hanno il rapporto in scadenza a fine stagione, tra i quali figura anche Nicola Petrilli, uno dei giocatori più brillanti di questa prima parte di stagione sul quale sembrano avere messo gli occhi altre società. Le prove di rinnovo tra la il club biancoscudato e l’entourage del giocatore sono già cominciate. «So che la società si è sentita con il mio procuratore Giovanni Tateo e stanno discutendo. Lascio fare a loro in questo momento dato che voglio concentrarmi più sul campo, quando sarà il momento mi chiameranno». Con cinque gol, l’esterno è attualmente il migliore realizzatore della squadra al pari di Neto Pereira. «È una soddisfazione perché non è facilissimo essere il cannoniere nel ruolo che ricopro. Con il cambio di modulo sono ora più un centrocampista, e a parte l’ultima doppietta con l’Albinoleffe nelle ultime due partite mi è mancata un pò di lucidità dovendo fare da collante tra difesa e attacco.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Allude al “mercato”, che sta per aprirsi? «È ancora presto per parlarne, ma le necessità impellenti sono due. In difesa, numericamente, siamo contati: un difensore centrale dovrà arrivare sicuramente prima della sfida con l’Alessandria. Ma spero che anche una punta giunga quanto prima: queste sono le prime due pedine che ci servono, le piste che stiamo seguendo con maggiore attenzione». I buoni propositi per il 2016, quindi, quali sono? «Partire con il piede giusto. Inizieremo con due partite molto impegnative: ci aspettano Alessandria e Reggiana, e saranno due verifiche molto importanti. Voglio capire quanto possiamo essere competitivi, se siamo davvero una squadra che può viaggiare su alti ritmi e tenere una buona media-punti: gran parte di queste considerazioni dipenderà proprio dai prossimi due impegni». La squadra. Doppio allenamento oggi alla Guizza, mentre domani sarà l’ultima giornata libera in vista della ripresa del campionato. Mercoledì 6 gennaio il Padova giocherà un’amichevole a
Borgoricco, alle 14.30, contro la locale formazione di Promozione.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Per tutti gli altri, invece, sono giorni di dura fatica… «C’è da lavorare sotti tutti gli aspetti, sia a livello difensivo che offensivo: questa sosta è arrivata nel momento ideale perché ci permette di organizzare meglio la squadra e di dare un ritocco anche alla preparazione fisica. Cercheremo di lavorare molto sull’intensità, prima di tutto, in modo che invece di 60 minuti questa squadra possa reggerne anche 80 ad un buon ritmo, in modo da sopperire anche alle difficoltà che abbiamo». Ha un sogno che vorrebbe realizzare il prossimo anno? «Un sogno ce l’ho, ma me lo tengo nel cassetto. L’obiettivo, invece, è quello di fare tanti punti e di tirarci fuori nel minor tempo possibile da questa situazione di classifica. E poi, strada facendo, di migliorare la squadra: su questo gruppo dovremo lavorare anche in prospettiva, perché la prossima stagione sarà quella decisiva».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È soddisfatto, in ogni caso, del suo primo mese al Padova? «Certo, perché ho visto una reazione della squadra. Tecnica, di gioco, ma soprattutto dal punto di vista dello spirito: in allenamento il gruppo è sempre molto propositivo, lavora con grande voglia di fare, e ognuno si impegna molto per conquistarsi il posto in squadra. L’atmosfera è quella giusta, e questo è molto positivo». Dopo la sosta natalizia, come ha ritrovato i giocatori? «Problemi non ce ne sono stati, i ragazzi non sono caduti nel rischio del “panettone” e questo senza dubbio è un buon punto di partenza. Li ho visti tutti bene. Anche se ci sono da seguire Neto e Corti: spero di recuperarli entrambi per il 9 gennaio, ma non sarà facile, soprattutto il secondo».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Si chiude il 2015, si apre il 2016. Oggi va in soffitta un anno che per il Padova ha rappresentato la rinascita, il ritorno in vita dopo l’inferno della Serie D. Una trionfale promozione a fine aprile, un nuovo inizio tra i professionisti dallo scorso agosto, e oggi una nuova dimensione. Sulla panchina dei biancoscudati c’è Bepi Pillon, a cui spetta, dopo aver sostituito Carmine Parlato alla guida della prima squadra, il compito di tirare un bilancio di fine anno. Parziale, per forza di cose, visto che sono state solo tre le partite sotto la sua gestione. «Il 2015 si chiude con il sorriso, con uno spirito positivo», osserva il tecnico di Preganziol. «I 7 punti raccolti nelle prime tre partite, vista anche la situazione che c’era quando sono arrivato qui, sono certamente un buon bottino. Chiaro, però, che c’è ancora molto da fare, la strada è lunga e dobbiamo tirarci fuori del tutto da una situazione che non è rosea: servono tanti punti, e dovremo lavorare molto. Ma sono fiducioso».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) E la vita del ds nei giorni caldi? «Inizia presto e finisce tardi. Mi manca un po’ il calcio romantico dei box dove andavi a fare affari… Ora è tutto più veloce: mille telefonate e tante cose via telematica». E’ vero che vorrebbe cambiare la modalità di ritiro estivo? «Mi piacerebbe una prima settimana in altura e una seconda al mare. Sono convinto che il miglior allenamento si faccia in pianura». Chi vince il campionato? «Eh, difficile da dire. Alla fine sarà una lotta a due tra Cittadella e Alessandria, col Bassano terzo incomodo». E il Padova? «Può fare bene. La mia speranza è di essere la mina vagante del torneo». Pellicanò e Sbraga saranno i primi rinforzi? «Non sono giocatori che al momento ci interessano». Con i giovani biancoscudati ha parlato? «Ho sentito il pensiero di Dell’Andrea e di Anastasio. Entrambi vogliono restare qua, anche se hanno poco spazio. Cucchiara invece vuole andare a giocare». E l’ultimo dell’anno? «Una cena con gli amici e i familiari, prima di ritornare al lavoro».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Il giocatore per il quale ha più rimpianti? «E’ una cosa che non ho mai detto ma se dovessi tornare indietro confermerei Davide Sentinelli. E’ stata una scelta tutta mia, all’interno di una valutazione a 360 gradi che non rifarei». Padova trent’anni dopo, che piazza ha ritrovato? «Una realtà diversa ma che può migliorare come potenziale sportivo. Sono convinto che i tifosi biancoscudati vogliano tornare a un certo tipo di calcio. Dobbiamo crederci tutti, loro in primis e noi come società». Il progetto di Bergamin e Bonetto è sui tre anni, lei spera di condividerlo sino al termine? «Qui c’è voglia di fare calcio in maniera oculata, senza spendere tanto si può fare bene. Serve progettualità a medio e lungo termine, partendo dal settore giovanile. Creare un modello stile Chievo o Empoli è fattibile». Com’è cambiato il mercato negli ultimi anni? «Ci sono meno soldi, è più difficile. C’è meno qualità».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) È la figura di unione tra i vertici societari e la squadra e ha investito nel «progetto Padova» targato Bonetto e Bergamin molto del suo futuro calcistico. Il diesse Fabrizio De Poli si racconta tra gioie, errori e speranze. De Poli, la cosa più bella dell’anno che si chiude? «E’ stato un 2015 importante per il Padova. Vincere un campionato è sempre difficile: a parole ci riescono in tanti ma poi è una sola squadra che trionfa. Tornare in Lega Pro è stato un successo totale, per la società e per i tifosi». Il boccone più amaro da digerire? «L’esonero di Carmine Parlato. Quando perdi un pezzo del progetto è una sconfitta per ogni componente». Il cambio in panchina era davvero necessario? «Si, andava fatto. Aldilà della stima e del rapporto personale che ho con lui».
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 32, Alessandria 31, Bassano 28, FeralpiSalò 27, Pavia e SudTirol 26, Reggiana 25, Cremonese, Cuneo, Padova e Pordenone 22, Giana Erminio 21, Lumezzane e Pro Piacenza 19, Mantova 15, Renate 12, AlbinoLeffe 11, Pro Patria 7.
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della sedicesima giornata: Padova-Bassano 1-1 (Favalli (Pd) al 26′ pt, Fabbro (Ba) al 38′ st), Lumezzane-AlbinoLeffe 2-0 (Nossa (Lu) al 31′ pt, Sarao (Lu) al 37′ st), Cremonese-Cittadella 0-1 (Paolucci (Ci) al 38′ st), Reggiana-Alessandria 1-1 (Marras (Al) al 24′ pt, Mogos (Re) al 34′ pt), Mantova-Pro Patria 1-1 (Capua (Pp) al 5′ st, Momenté (Mn) al 44′ st), Renate-Cuneo 1-0 (Napoli (Re) al 6′ pt), SudTirol-Pro Piacenza 2-1 (Rantier (Pp) al 27′ pt, Kirilov (St) al 40′ pt, Tait (St) al 47′ st), FeralpiSalò-Giana Erminio 0-2 (Marotta (Ge) al 2′ pt, Perico (Ge) al 19′ st), Pordenone-Pavia 0-2 (Malomo (Pv) al 24′ pt, Ferretti (Pv) al 17′ st).
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E’ successo, 30 dicembre: doppia seduta di allenamento per i Biancoscudati, carici importanti in vista del giro di boa.