Padova, Amirante: “Spero sia solo un arrivederci, non dimenticherò mai Padova! Sono incazzato col destino…”

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Mentre tutti si preparavano al cenone di Natale, su Salvatore Amirante si è abbattuta la “scure” più temuta. Giovedì 24 dicembre sono arrivate due notizie che probabilmente, in cuor suo, si aspettava, ma che non avrebbe mai voluto ricevere. La prima: dovrà operarsi di nuovo al ginocchio, per sistemare definitivamente quel legamento crociato che da anni lo tormenta. La seconda: il Padova, com’era prevedibile, non potrà più contare su di lui. La risoluzione consensuale del contratto che legava l’attaccante ligure ai biancoscudati è arrivata proprio alla vigilia di Natale, con un comunicato ufficiale diramato in serata dalla società di viale Nereo Rocco. «Sinceramente me l’aspettavo», confessa il giocatore da Genova, dove sta trascorrendo queste festività, «ed è puntualmente successo ciò che temevo. Quando a giugno il Padova mi ha proposto di rimanere, dopo la promozione, ero d’accordo che, se il ginocchio non fosse guarito del tutto, mi sarei fatto da parte. Così è stato, anche se a malincuore». La mattina del 24 aveva un consulto a Verona, da uno specialista.

Cosa è emerso? «Mi sono fatto visitare dal professor Zorzi, ed è stato davvero un brutto Natale perché, oltre all’addio al Padova, ho saputo che mi devo operare di nuovo. Lo specialista mi ha detto che con un crociato così non posso giocare: nemmeno lui si è spiegato come abbia potuto scendere in campo per tutta la scorsa stagione con un legamento del genere. A gennaio, il prima possibile, tornerò a Verona e andrò sotto i ferri. Quindi rimarrò a Genova fino a che non sarò pronto per tornare a giocare». Non si rassegna, quindi? «Io devo riuscirci, devo tornare a tutti i costi a giocare, perché il calcio è la mia vita e lasciarlo è impossibile. Tanto più a soli 31 anni». La sua esperienza a Padova si è conclusa dopo un anno. Bilancio? «Un’esperienza stupenda, nella quale sono tornato a sentirmi giocatore. Alla Lavagnese i miei gol li facevo, ma è giocando all’Euganeo, davanti ad una tifoseria che ti segue ovunque, che ti senti davvero importante. Non c’entrano i soldi o tutte le “cagate” (testuale, ndr) che si credono: la cosa più bella è segnare un gol, e sentire l’emozione che sale con l’esplosione dello stadio e del calore della gente. Per questo non dimenticherò Padova».

Ha un rimpianto particolare? «Quella famosa serata di Pavia, quando dovevo entrare ma fui fermato sul più bello. Il rimpianto maggiore è non essere riuscito a fare centro in Lega Pro, una rete da dedicare a chi credeva in me, come il presidente Bergamin e il direttore De Poli, e magari anche a chi in società, già a giugno scorso, non mi avrebbe voluto tenere». Il momento più bello? «A Legnago non c’ero, erano già cominciati i problemi al ginocchio. Quindi direi l’esordio con l’Union Ripa, la prima doppietta all’Euganeo, un momento che non dimenticherò mai. Ma anche la partita di Belluno: quella, sì, fu veramente “mia”». I tifosi su internet hanno scritto: “Guarisca, e poi torni qui”. «Eh, magari! Tornerei di corsa. Auguro al Padova di salire il prima possibile, perché questa gente non merita la Serie C. È stato un anno fantastico, e non smetterò mai di ringraziare tutte le persone che ho incontrato. Probabilmente non ci giocherò più, ma a Padova tornerò di sicuro: i tifosi mi hanno invitato a vedere una partita dalla Tribuna Fattori, non mancherò di certo».

(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)

«Spero che con il Padova sia solo un arrivederci. Sono stato benissimo, ora voglio solo pensare a operarmi il ginocchio per tornare a giocare». Sono le prime parole da ex biancoscudato di Salvatore Savio Amirante che si trova a casa a Genova dopo aver risolto il contratto con il club di viale Nereo Rocco il giorno della vigilia di Natale, a distanza di un anno dal suo ingaggio (18 dicembre 2014). «È stata una decisione condivisa con la società. In estate avevo firmato un contratto al minimo, eravamo d’accordo che sarei rimasto se il ginocchio fosse stato meglio. Ho giocato l’ultima partita con il Cuneo nella poule scudetto della stagione scorsa segnando un gol, ma già allora sentivo di non stare bene. Si pensava che fosse solo un’infiammazione, invece non sono più riuscito a risolvere il problema. Anche prima del ritiro avevo lavorato molto, ma la situazione non era migliorata e avevo avvisato la società». Si tratta dello stesso ginocchio operato più volte in passato tanto da costringerlo ai box per quasi tre anni, ora finirà ancora sotto i ferri.

«Qualche mese fa ho fatto un intervento di stabilizzazione, ma non è servito. A gennaio devo rifarmi il crociato e spero in agosto di poter fare la preparazione con una nuova squadra. Piacenza e Reggina mi hanno cercato in questi giorni, ma ho detto subito che non sono in grado di giocare e il discorso è morto lì. Anche perché se potessi giocare, sarei rimasto al Padova». Eppure nella trasferta persa con il Pavia, Amirante è stato al centro di un caso: sostituzione al posto di Petrilli con pochi passi in campo, salvo essere subito richiamato in panchina dato che non era stato inserito nella lista dei giocatori consegnata alla Lega. «In quelle due-tre settimane stavo un po’ meglio, ero riuscito ad allenarmi con i compagni e Parlato aveva deciso di portarmi via. Poi quando l’allenatore ti chiede di entrare, qualsiasi giocatore accetta. Ma dopo quella partita mi hanno detto che dovevo fermarmi». Un anno al Padova comunque da ricordare, essendo stato tra i protagonisti della cavalcata in Lega Pro. «Il mio bilancio è super positivo, ho vinto un campionato e sono stato benissimo».

«Ho conosciuto persone fantastiche come il presidente Bergamin e il direttore De Poli. È stata un’emozione giocare per il Padova. I tifosi sono stati sempre con me, volevano che rimanessi ancora, ma qualcuno in società non ha voluto. Tornerò all’Euganeo, i ragazzi della Fattori mi hanno già invitato a vedere una partita con loro». Dieci gol nel passato campionato, più quello nella poule scudetto: il ricordo più bello? «La doppietta al debutto all’Euganeo con il Ripa Fenadora, e la doppietta nella vittoria in trasferta con il Belluno». Come vede il Padova in Lega Pro? «È una squadra tosta. Ha avuto un periodo così così, ma nelle ultime partite è tornata a essere in palla e che con un paio d’innesti potrà dire la sua anche per vincere il campionato. Mi dispiace solo non esserci». Amirante in forma avrebbe fatto comodo a questa squadra. «Sono convinto che avrei potuto fare benissimo. Sono incazzato con il destino, solo quello mi può fermare. Sono giovane e ho voglia di continuare a giocare». Un flash di De Poli: «A malincuore abbiamo dovuto risolvere il contratto, ma Savio ha fatto benissimo con noi e senza il problema al ginocchio poteva dire la sua anche in Lega Pro».

(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli)




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