Padova, la favola del neozelandese Hudson-Wihongi: da Asiago al… Mondiale per Club!

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Il mondo (del calcio) è bello perché è vario. Domanda secca: vi ricorda qualcosa Te Atawhai Hudson-Wihongi? Se la risposta è sì, allora siete già a buon punto. In caso contrario, accomodatevi e preparatevi a leggere l’ennesima favola legata allo sport più bello del mondo.

Te Atawhai Hudson-Wihong, dicevamo. Anni: 20. Nazionalità: Nuova Zelanda. Professione: calciatore. Strano, se si è nati nella patria degli “All Blacks”. Ed infatti è proprio col rugby che aveva iniziato. Salvo, poi, passare dalla palla ovale a quella tonda.

Da quel momento inizia il suo giro del mondo. Prima si trasferisce negli Usa, per crescere nell’Academy del Salt Lake City, e poi si reca in Scozia per svolgere un provino con l’Aberdeen. Tutto molto bello, ma lui cerca l’occasione della vita. E nell’agosto del 2014 crede di averla trovata.

Gli arriva una chiamata dall’Italia: “Parti, ti vogliono in prova”. Chi? La Biancoscudati Padova, in quel periodo un autentico cantiere a cielo aperto. Lui prende i primi voli utili e dopo trentasette-ore-trentasette tra aerei e coincidenze arriva ad Asiago, dove Carmine Parlato e Fabrizio De Poli stanno allestendo la squadra che avrebbe poi vinto il campionato di serie D. Hudson-Wihongi indossa le scarpe da 13 tacchetti, si allena ed al termine della sua prima seduta viene intervistato dalla nostra redazione e da Francesco Cocchiglia de “Il Mattino di Padova”. Ci racconta i suoi trascorsi e chiarisce subito: «Solitamente gioco in difesa, la mia posizione naturale è quella di terzino destro, ma penso di poter eventualmente giocare anche sull’altro versante: non ho problemi, so dispormi sia a sinistra che a destra». Quello che non sapevamo è che il suo primo allenamento sarebbe stato anche l’ultimo: il neozelandese non convince, e viene rispedito al mittente. Di lui si perdono le tracce. Fino ad oggi.

Yokohama, “Nissan Stadium”. Si gioca il quarto di finale del Mondiale per Club, competizione che vede affrontarsi le vincenti dei principali trofei continentali. La sfida è tra i giapponesi del Sanfrecce Hiroshima e l’Auckland City. Squadra neozelandese. Basta scorrere l’undici titolare per chiudere il cerchio: sulla linea mediana, esattamente in mezzo, con la maglia numero 11 c’è Te Atawhai Hudson-Wihongi.

Il risultato finale? 2-0 per il Sanfrecce Hiroshima. Ma poco importa. Dal provino col Padova per la serie D al Mondiale per Club: il mondo (del calcio) è davvero bello perché è vario…




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