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Ore 20.30 – (Gazzetta di Mantova) «Una gara perfetta». È questo ciò che chiede Ivan Javorcic al Mantova per tornare a far punti al Martelli, domani sera contro la lanciatissima Alessandria degli ex Magalini, Nicco e Boniperti (out per un intervento all’ernia). L’allenatore biancorosso continua a lavorare sodo sul campo per perfezionare gli schemi, ma è consapevole che la sfida con i grigi sarà durissima: «L’Alessandria è forse la formazione più difficile da affrontare in questo momento – spiega -. Ha una rosa di spessore, una solidità impressionante dalla cintola in giù e qualita importanti in attacco. Ma, soprattutto, è la più squasdra di tutte in questo campionato e sta acquisendo grazie ai risultati una mentalità vincente che può spingerla davvero verso traguardi importanti». Premesso tutto ciò, il tecnico croato è anche convinto che il Mantova possa puntare all’impresa: «Stiamo lavorando per cercare di mettere in difficoltà i nostri avversari e per tornare a fare un risultato positivo in casa, che per noi sarebbe molto importante. Per spuntarla, però, servirà una prestazione al massimo del nostro potenziale e anche qualcosa di più. Bisognerebbe trovare un mix fra la disciplina e l’organizzazione difensiva mostrate a Cittadella e il coraggio fatto vedere nell’ultimo match a Pavia. Bisogna crederci, perché tutte le partite si possono vincere, anche le più difficili». Javorcic sta recuperando alla miglior condizione quasi tutti i componenti della rosa, ma non ha ancora sciolto tutti i dubbi sull’undici titolare: «Sto valutando tanti aspetti e considerando non solo la formazione che partirà al fischio d’inizio ma anche le soluzioni possibili a gara in corso, che magari saranno ancor più importanti. Di certo inizieremo con il modulo 4-3-2-1 che ci sta dando certezze importanti». Per quanto riguarda la formazione, è quasi certa la conferma della difesa messa in campo a Pavia, con Sereni favorito nel ballottaggio con Scrosta. Da metà campo in sù, invece, ci sono ancora un paio di nodi da sciogliere. Il primo riguarda l’utilizzo di Ruopolo, che non al meglio a causa di problemi al ginocchio, o di Momentè. «Deciderò all’ultimo – afferma Javorcic -, entrambe le soluzioni hanno dei pro e dei contro». L’altro dubbio riguarda invece la zona mediana. Scontate le conferme di Dalla Bona, Raggio Garibaldi, Zammarini e Foglio, restano in ballottaggio Di Santantonio e Gonzi. Se la scelta ricadrà sul mediano francese, Zammarini sarà utilizzato da trequartista; in caso contrario, “Zamma” giocherà mezzala e Gonzi agirà alle spalle di Ruopolo o Momentè in sieme a Foglio. Ricapitolando, ecco la probabile formazione (4-3-2-1): Bonato; Scalise, Trainotti, Carini, Sereni; Di Santantonio (Gonzi), Dalla Bona, Raggio Garibaldi; Zammarini, Foglio; Ruopolo (Momentè). Oggi pomeriggio Javorcic dirigerà al rifinitura al Martelli a partire dalle 14.30. E sul rischio nebbia il mister taglia corto: «Noi vogliamo giocare e credo che con la diretta tv (Raisport 1 ore 20, ndr) difficilmente ci sarà un rinvio».
Ore 20.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) A forza di insistere, il tanto atteso successo che mancava ormai da cinque giornate è arrivato. Un successo pieno, sofferto ma meritato, quello del Bassano a Lumezzane. Su un campo dove portare via punti è difficile per tutti, il 3-2 che spunta dal cilindro di Stefano Sottili aiuta molto la squadra a uscire dalle sabbie mobili. E rappresenta il superamento di uno scoglio che avrebbe potuto incagliare definitivamente la squadra. «Avevamo la partita in pugno — spiega nel dopopartita l’allenatore giallorosso — ma ci siamo un po’ complicati la vita facendoci rimontare. È stato fondamentale essere riusciti a tornare avanti e a portare a casa la vittoria. Ammetto che un po’ ci mancava, anche se le prestazioni che avevamo fornito a Pavia e con il Cittadella lasciavano ben sperare. Adesso mi auguro che i ragazzi traggano beneficio da questo successo e che si possa tornare a giocare e a vincere come accadeva a inizio stagione». Che l’importante successo del Bassano di Stefano Sottili abbia il sapore della svolta è indiscutibile. Che la squadra abbbia ritrovato i tre punti dopo cinque partite senza sorrisi su un campo particolarmente complicato come il Saleri di Lumezzane anche. Adesso però servono ulteriori conferme per certificare la definitiva uscita dalle secche. Si comincia al piccolo trotto, magari c’è anche un po’ di timore dopo tante partite non riuscite a dovere. Poi all’improvviso il vantaggio del Bassano arriva al 33’ ed è firmato da Pietribiasi: Candido serve Stevanin sulla sinistra, cross sul primo palo con il centravanti giallorosso bravissimo ad anticipare Nossa e a battere imparabilmente di testa Furlan. Il primo tempo finisce sull’1-0, ma la sensazione è che se ne vedranno ancora delle belle. E infatti nella ripresa al 9’ il Bassano segna per la seconda volta. Davvero spettacolare la rete di Falzerano, che indovina una traiettoria impossibile strappando applausi pure al pubblico di casa. Al 15’ accorcia le distanze il Lumezzane con Nossa che, tutto solo di testa, batte Rossi, imbeccato dalla punizione di Genevier. E non è ancora finita, perché al 25’ arriva l’incredibile 2-2 con il piazzato dal limite di Mancosu, mentre la rete del definitivo 3-2 è griffata al 77’ da Proietti, imbeccato sotto porta da uno splendido assist del capitano Iocolano. Un gol di fondamentale importanza per il gruppo, tanto per la classifica quanto per il morale del gruppo giallorosso. Vincere aiuta a vincere, come ben si sa nello sport. Di esempi ce ne sono a bizzeffe, il miglior augurio a Sottili è che anche stavolta la regola venga confermata.
Ore 19.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 29, Alessandria, Bassano e FeralpiSalò 24, Pavia e SudTirol 23, Cremonese e Cuneo 22, Reggiana 21, Pordenone 19, Giana Erminio, Padova e Pro Piacenza 18, Lumezzane e Mantova 13, AlbinoLeffe 11, Renate 9, Pro Patria 3.
Ore 19.20 – Lega Pro girone A, fischio finale: Reggiana-Pavia 0-0, Renate-Pro Piacenza 0-2.
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Abbiamo ancora margini di crescita, dobbiamo vederli e saper lavorare sui difetti, per avere ancora di più il possesso della gara. È un segnale a noi stessi, di consapevolezza e per sapersi mettere in discussione». Questo è il Cittadella, nelle parole del suo allenatore, Roberto Venturato. I veneti sono i primi ad avere sconfitto il Pordenone al Bottecchia. «Il Cittadella ha fatto vedere come sia una squadra che vuole vincere il campionato – dichiara subito in apertura Bruno Tedino -. Abbiamo affrontato una compagine di altra categoria – prosegue l’allenatore pordenonese -, sia per l’organizzazione che per i singoli: complimenti a loro». Avversari di altra categoria, Pordenone comunque non al meglio? «Abbiamo avuto due settimane difficili – replica – e la loro prestazione è stata ingigantita da qualche nostra difficoltà, nonostante il massimo impegno. Il gol in avvio di secondo tempo ci ha stroncato, ma adesso loro non hanno punti deboli. Mi sarebbe piaciuto giocarla in altre situazioni, perché in questo momento non potevo chiedere di più ai ragazzi». Il vantaggio neroverde è durato troppo poco? «Pensavo di reggere più tempo sull’1-0, invece loro ci hanno messo subito in difficoltà e hanno trovato presto il pareggio. Devo solo ringraziare i ragazzi per l’impegno, il Cittadella era difficile anche da contenere. Potevamo perdere la testa, ma la squadra è stata sempre compatta, nelle difficoltà ha sofferto. Adesso dobbiamo ricompattarci dal punto di vista sanitario. In settimana verificheremo i recuperi». L’ultima citazione di Tedino è un ringraziamento al pubblico: «meraviglioso, numeroso e sempre con noi». Capitan Stefani conferma le difficoltà difensive «perché si inserivano tutti, attaccavano in tanti e di palloni ne arrivavano davvero molti. Noi non abbiamo avuto il palleggio che permette di rifiatare, anche per la mancanza di un giocatore determinante» e il riferimento va a Pederzoli. «Adesso – dice Mirko Stefani – abbiamo la coperta corta per gli acciacchi, ma non è questa sconfitta che ci deve demoralizzare per il campionato che dobbiamo fare. Sarà giusto analizzarla per ripartire, ma l’andamento è in linea con ciò che ci siamo meritati».
Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Fatti neri con il pallone giallo, umilmente differenti dai granitici granata. Giochetti di parole per dire come sia diverso essere squadra di categoria superiore o formazione che deve dimostrarsi sempre al massimo per fare punti in LegaPro. E il Pordenone ieri non lo era. Il Cittadella è la prima a vincere al Bottecchia in questa stagione. Non perde da quasi due mesi, mostra un’eccellente capacità di controllo e possiede una padronanza delle abilità utili ad andare in gol che nessuno finora aveva circostanziato così a lungo di fronte alla squadra di Tedino. Chapeau. La prima schermaglia è degli ospiti, ma il vantaggio è dei padroni di casa. Al 7′ Paolucci tenta il diagonale da 25 metri, che sfuma oltre il secondo palo. Boniotti 5′ dopo, arrivando a rimorchio degli attaccanti che tentennano nel concludere, riceve fuori area e scaraventa di sinistro la palla verso l’angolo alto alla sinistra di Alfonso, che non c’arriva. Il portiere poco prima aveva acceso la miccia respingendo un traversone destro di Valente. Insistono i neroverdi e tornano alla conclusione (18′) con Buratto, anche lui da fuori area: pallone catturato a terra. Il Cittadella si scompone poco e macina gioco. Andando avanti, fra le annotazioni prevalgono per numero e sostanza quelle ospiti. A cominciare dal pari, giunto dopo corner, con Litteri a risolvere in mischia un’occasione che Stefani rinvia alle spalle di Tomei. Per il primo assistente, però, la palla oltrepassa la linea bianca: così indica il centrocampo.
Il Pordenone riesce a mettere la testa fuori, ma Valente (30′) spreca una palla-gol omaggiata alla retroguardia da lontano. È come un solletico che sollecita il Cittadella. Bizzotto appoggia comodo nel sacco il 2-1, creato da un sontuoso Chiaretti sceso a destra, trovata la percussione giusta con uno scavino. Coperture preventive assenti. Tomei piglia i gol, ma limita il passivo. Al 36′, su piazzato di Benedetti, il portiere di casa respinge, riprende Iori e gira nuovamente in porta. Tomei reagisce prontamente e interviene ancora, quindi il salvataggio difensivo termina in angolo. La partita rimane aperta, per ora. Prima dell’intervallo, un’opportunità per parte sciolte nel nulla. Prima Paolucci non sorprende Tomei. Nel recupero Filippini appoggia verso De Cenco largo. Palla in mezzo, dove riceve De Agostini il quale non imprime potenza: sfera innocua fra le mani di Alfonso. La sberla consacratrice del successo arriva subito dopo l’intervallo da Chiaretti. Al 2′ Bizzotto a sinistra va sul fondo e brucia Stefani con un traversone che, sottoporta, il numero 10 padovano riceve come palla facile da trasformare. Il ceffone ipoteca la prima sconfitta interna neroverde. Si continua con una piccola lezione di calcio collettivo, da parte di uno schieramento che lascia tre attaccanti davanti pure sui rinvii di Tomei e non lesina la ricerca del dialogo col pallone, anziché le soluzioni personali a sbattere su un muro. Passa la prima ora e Litteri viene toccato dentro l’area da Stefani. L’attaccante cade, l’arbitro tentenna ma fa proseguire. Entra Jallow ed è una locomotiva in più a trascinare la capolista. Al 28′ Tomei gli respinge un tiro dal limite. Lo stesso attaccante, al 37′, prende il tempo sulla corsa a Pasa e conclude rasoterra poco fuori. Spesso, quando si presenta il conto al ristorante, chi incassa lascia delle caramelline sul piattino. Ecco cosa sono un contrasto in area per De Cenco e un tiro sul fondo di Savio.
Ore 18.20 – (Messaggero Veneto) «Abbiamo affrontato una squadra di altra categoria». Bruno Tedino va dritto al sodo. Non ci poteva essere partita, ieri, tra il suo Pordenone incerottato e un Cittadella super, da serie B appunto. Il tecnico del Pordenone non accampa scuse e riconosce che la sconfitta è giusta. «Il nostro avversario ha dimostrato di essere una squadra forte – attacca Tedino –: nel reparto offensivo non le manca nulla, ha sei-sette giocatori devastanti. Noi abbiamo vissuto una settimana difficile, siamo arrivati a questa gara in difficoltà: il ko ci sta – continua l’allenatore – ma è stato ingigantito da alcuni nostri problemi. Sinceramente, mi sarebbe piaciuto giocare questo incontro a piene forze. Poteva uscire un’altra gara». Tedino analizza poi la gara. «Ci siamo trovati in vantaggio e, in tutta onestà, pensavo di restarci per molto più tempo – afferma –. Invece il Cittadella ha avuto una reazione da grande. Nella ripresa volevamo rientrare in gara ma già al 3’ avevamo subìto il tris. Devo comunque ringraziare i ragazzi, che hanno dato tutto in una partita così tosta». Cosa cambia dopo questo match? Prospettive ridotte per il Pordenone? «Io – taglia corto Tedino – spero soltanto di recuperare qualche infortunato». Anche per il capitano Mirko Stefani il risultato è giusto. «Non fa una piega – afferma il difensore –. Abbiamo avuto la fortuna di andare in vantaggio, quindi è uscita la loro forza. Il Cittadella ha dimostrato di meritare il primo posto. Noi, invece, a ranghi ridotti abbiamo faticato: queste gare si possono affrontare alla pari solo al completo Anche dal punto di vista personale – continua – è stata la partita in cui ho avuto più problemi. A ogni modo andiamo avanti, stiamo facendo un campionato in linea con le previsioni. Ora pensiamo al match col Cuneo della prossima settimana». Chiusura col tecnico del Cittadella, Roberto Venturato, uscito dal Bottecchia col primato in classifica consolidato e la seconda vittoria di fila. «Una delle migliori prestazioni della mia squadra – afferma –, sicuramente la più buona sotto il profilo dell’atteggiamento. Abbiamo subìto il gol dell’1-0 ma ci siamo riorganizzati immediatamente, trovando l’1-1 e la rete del vantaggio. E’ una prestazione – chiude – che deve farci capire le nostre potenzialità».
Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Chapeau. C’è poco da fare, quando affronti una squadra del genere. Certo, il Pordenone aveva abituato bene i propri tifosi, mettendo a segno delle vere imprese contro avversarie di livello superiore. Ma stavolta no, era oggettivamente impossibile competere ad armi pari contro una vera corazzata come quella patavina, meritatamente dominatrice del girone A di Lega Pro e già pronta per la serie cadetta. Impossibile, soprattutto se hai il capocannoniere del campionato tormentato dal mal di schiena, se la seconda punta (Valente) è adattata al ruolo, se a centrocampo manca il leader (Pederzoli, squalificato) e se Mandorlini, rientrato dopo un mese di assenza, gioca con al fianco a due giovani (Buratto e Berardi) di poca sostanza e personalità. Tanta roba questo Cittadella, impressionante per qualità tecniche dei singoli e affiatamento del gruppo, tra l’altro in condizione fisica eccezionale, con raddoppi sempre immediati sul portatore di palla avversario e bravissima a sfruttare l’ampiezza del campo per mandare costantemente in difficoltà i padroni di casa, che incassano il secondo stop di fila, il primo tra le mura amiche. Infatti gli ospiti partono subito forte spaventando Tomei al 6’ con Paolucci dalla distanza. Eppure il Pordenone, come al solito, non mostra timori reverenziali e, inaspettatamente, al 12’ s’illude con un gran gol: Valente sfrutta una bella percussione e dalla destra effettua un tiro-cross; Alfonso respinge, Buratto prova a rimetterla in mezzo, un difensore la “cicca” e il virgulto Boniotti, di prima intenzione dal limite, scaglia un bolide di sinistro sotto l’incrocio. Il Bottecchia esplode, ma il Cittadella non si scompone minimamente e senza accusare il colpo riprende con la medesima sicurezza ad assediare la metà campo dei locali. Così già al 19’ perviene al pareggio: azione d’angolo, si accende una mischia, Litteri trova il varco giusto ed è vano l’estremo tentativo di Stefani, che calcia via la palla quando ha già varcato la fatidica linea bianca. I neroverdi potrebbero tornare avanti al 28’, ma Valente in contropiede, smarcato in profondità da Filippini, tenta una velleitaria conclusione da fuori area invece di servire dalla parte opposta il liberissimo Buratto. Il Cittadella a questo punto decide che può bastare e al 32’ con una spettacolare azione quasi da calcio a 5 si porta sul 2-1: prolungato uno-due tra Litteri e Chiaretti, “sombrero” di quest’ultimo a un difensore neroverde, Tomei forse potrebbe uscire ma tentenna, assist sottomisura per Bizzotto e tocco in rete da due passi. Al 36’ punizione di Benedetti, Tomei la vede in ritardo e smanaccia male, ma sulla botta di capitan Iori compie un miracolo per togliere la sfera dal “sette”. Ramarri in balìa del palleggio avversario, il Cittadella si muove in campo come una macchina perfetta, anche se proprio allo scadere De Agostini sembra avere una palla buona per il pareggio: Alfonso gli dice di no. Al rientro in campo l’ingresso di Cattaneo per Berardi e il passaggio al 4-4-1-1- fanno sperare in una reazione della squadra di Tedino, ma i granata – ieri in versione canarini feroci – dopo appena 3’ mettono le cose in chiaro: Bizzotto fugge sulla sinistra, semina Boniotti, salta secco Stefani e ricambia il favore a Chiaretti, il migliore in campo, che suggella la sua strepitosa prestazione con un golletto facile facile, isaccando dalla linea di porta. È la rete che taglia definitivamente le gambe ai neroverdi. Meglio pensare alla prossima, difficile trasferta a Cuneo.
Ore 17.40 – (Gazzettino) I giocatori del Cittadella a fine partita si sono abbracciati tutti, visibilmente soddisfatti, prima di andare a salutare i tifosi accorsi a Pordenone. Sorrisi in campo e cori sugli spalti, per il 3-1 della squadra che allunga in classifica. Si frega le mani Roberto Venturato, e non per il freddo di Pordenone, bensì per l’importante successo ottenuto al Bottecchia. Il tecnico, a fine gara, cerca di smorzare gli entusiasmi, ma è difficile. «Abbiamo disputato una buona prova, interpretando la partita con il piglio giusto, come avevamo preparato in settimana. Il Cittadella ha fatto la partita, restando con il baricentro molto alto e mantenendo un atteggiamento aggressivo. E quando il pallone transitava per i nostri piedi, abbiamo cercato di sfruttare la qualità dei giocatori che abbiamo in rosa». Lo svantaggio iniziale non ha scalfito le certezze della squadra. «Siamo stati bravi a pareggiare quasi subito, a credere nella rimonta e a proporci sempre. Abbiamo disputato una gara importante, che deve darci ancora maggiore consapevolezza della nostra forza. Il Cittadella adesso deve nuovamente rimettersi in discussione, perché può migliorare ancora tanto». Soprattutto nell’atteggiamento. «Dobbiamo essere contenti della vittoria, di una prestazione tra le più importanti del campionato. Adesso però bisogna mantenere la testa concentrata sulle prossime partite». Sul gol del Pordenone sottolinea: «Potevamo fare meglio nel rinvio della difesa, ma gli errori sono stati davvero pochi. Tutti meritano un grosso applauso, anche coloro che sono subentrati dalla panchina, che sono entrati in campo con lo spirito giusto». Il Cittadella mantiene la vetta, la consolida: «Abbiamo nel mirino un grande obiettivo, c’è da lavorare tanto per crescere ancora, dobbiamo avere la capacità di renderci conto dei nostri margini di crescita e allenarci per eliminare i piccoli difetti che ancora ci sono. Una squadra non deve mai sapersi accontentare ma guardare sempre avanti. Sul possesso del pallone, il Cittadella deve lavorare». Su Bizzotto: «È stato da esempio per il comportamento tenuto in questo periodo, pur non giocando. Tutti devono sentirsi coinvolti nel progetto granata, tutti saranno importanti nel nostro cammino».
Ore 17.20 – (Gazzettino) Prova di forza del Cittadella, che vince con pieno merito a Pordenone e allunga in vetta alla classifica, aspettando il risultato delle immediate inseguitrici, al momento staccate di cinque lunghezze. Il 3-1 del “Bottecchia” è alquanto significativo, perché inflitto a quella che Roberto Venturato aveva dipinto come la «squadra rivelazione del torneo», che non aveva ancora perso in casa in questo campionato. A Pordenone il Cittadella ha evidenziato numeri e prestazione da “grande”: prima ha saputo rimontare lo svantaggio iniziale, quindi è riuscito a controllare l’incontro a proprio piacimento senza rischiare niente, cosa che non era stata fatta una settimana fa con la Reggiana. Ieri poi si è rivisto il Bizzotto che aveva impressionato a inizio stagione, confermando la grande qualità dell’organico granata. Basti pensare che in panchina a Pordenone sedeva gente come Coralli, Sgrigna e Jallow, giocatori che potrebbero essere titolari in qualsiasi altra squadra del torneo. Il tecnico del Cittadella alla vigilia dell’incontro aveva chiesto una prestazione maiuscola da parte dei suoi per portare a casa un risultato positivo da Pordenone, ma sono i padroni di casa a sbloccare il risultato dopo 13 minuti di gioco: cross di Valente respinto da Alfonso, il pallone dopo un doppio rimpallo finisce fuori area dove arriva Boniotti. Sinistro nell’angolo alto, imparabile. Il Cittadella non si scompone, e dal quarto angolo battuto arriva il pareggio (21′). Dalla bandierina calcia Paolucci, nell’area piccola il più lesto è Litteri che insacca, inutile il tentativo di respinta di Stefani, con la sfera già oltre la linea di porta. I granata prendono in mano la gara e al 34′ ribaltano il risultato: numero di Chiaretti in area e assist al bacio per Bizzotto, tutto solo, che deve soltanto accompagnare il pallone in fondo al sacco. Il Cittadella adesso domina, e soltanto un grande Tomei nega la terza rete con un doppio intervento su Iori, il secondo sulla spettacolare rovesciata del centrocampista. Proprio allo scadere, De Cenco calcia debole verso Alfonso. Gran primo tempo della squadra di Venturato, che in avvio di ripresa chiude i conti: questa volta è Bizzotto a preparare l’assist per il 3-1, superando sullo scatto Stefani. Preciso il tocco nell’area piccola per Chiaretti, semplice il tap-in da due passi del brasiliano. Il Pordenone accusa il gol e non riesce più a riorganizzarsi, nonostante Tedino mandi in campo forze nuove. È ancora il Cittadella, invece, a sfiorare la rete, all’8′ con Litteri, che spedisce di poco a lato il pallone scodellatogli da Benedetti. I granata controllano la partita, fanno girare il pallone a proprio piacimento tenendolo ben lontano dalla porta difesa da Alfonso, cercando poi di verticalizzare per sfruttare gli scatti di Jallow, subentrato all’ottimo Bizzotto: l’ex Primavera del Chievo prima impegna Tomei alla respinta di pugno, successivamente ci prova in diagonale, con il pallone che attraversa tutta l’area e finisce sul fondo di pochissimo. Adesso un giorno di pausa per poi ripartire di gran carriera, in una settimana che si annuncia molto impegnativa a livello fisico e mentale: giovedì sera c’è il derby di Coppa Italia con il Bassano, domenica al Tombolato arriverà il Feralpisalò.
Ore 17.00 – (Mattino di Padova) Sotto il segno del tre. Il 3-1 di Pordenone, in cui sono andati a bersaglio tutti e tre gli attaccanti schierati da Venturato, è anche la terza affermazione esterna stagionale del Cittadella dopo quelle di Pavia e Busto Arsizio. E sono tre le volte in cui i granata si sono imposti con più di un gol di scarto, dopo il 3-1 del derby e quello rifilato alla Pro Patria. «Questo è un grande risultato. È stata una delle nostre migliori prestazioni stagionali», esordisce Roberto Venturato presentandosi in sala stampa. Cosa le è piaciuto di più della prestazione offerta al Bottecchia? «L’atteggiamento, prima ancora degli aspetti tattici o tecnici. Contro una squadra propositiva come il Pordenone abbiamo saputo mantenere il controllo della partita. Siamo stati alti in campo e aggressivi». Peccato per la partenza ad handicap. «Ma siamo stati bravi a crederci e a riproporci subito: è un segnale importante di consapevolezza dei nostri mezzi. È vero che in occasione dell’1-0 avremmo potuto rinviare con maggiore attenzione il pallone. Ma tolto quell’episodio e una sbavatura in chiusura di primo tempo, dopo un calcio di punizione (il tecnico si riferisce all’occasione avuta nel recupero da De Agostini, ndr), abbiamo concesso davvero poco». Dove può ancora migliorare questo Cittadella? «Margini di crescita ce ne sono. Abbiamo nel mirino un grande risultato, ma per centrarlo dobbiamo ancora perfezionarci nella capacità di mantenere il possesso della gara e nella gestione dei calci da fermo». Lei non ama soffermarsi sui singoli, però forse Bizzotto, alla seconda gara consecutiva da titolare, merita una considerazione a parte. «Giulio ha saputo aspettare il suo momento, lavorando sempre con determinazione. Ma dopo questa partita tutti vanno elogiati: chi è partito subito in campo e chi è entrato dalla panchina. Ogni giocatore è fondamentale in questa rosa». Oltre al tecnico di Atherton, anche Alessandro Salvi, fra i più positivi contro il Pordenone, si presenta in sala stampa a fine gara. «Rispetto alla partita con la Reggiana siamo stati molti più bravi a gestire le situazioni e, soprattutto, siamo migliorati sulle cosiddette “seconde palle”, quelle recuperate, che spesso contro gli emiliani perdevamo subito. Dove possiamo crescere? Nella fase difensiva commettiamo sempre qualche errore. Quel gol, a inizio gara, avremmo potuto evitarlo».
Ore 16.50 – Lega Pro girone A, fischio finale: FeralpiSalò-Cuneo 0-1.
Ore 16.40 – (Mattino di Padova) Nello stadio intitolato a Ottavio Bottecchia, primo italiano a vincere un Tour de France, a correre come un matto è il Cittadella. Di fronte «alla vera rivelazione del campionato» (parole di Roberto Venturato), Iori e compagni sfoderano una prestazione davvero autorevole. Da capolista, verrebbe da dire. Di più: da capolista che prova ad allungare. Perché, in attesa dei risultati delle dirette concorrenti, tutte in campo fra oggi e domani, i punti di vantaggio sul secondo posto per ora salgono a cinque. Problemi degli altri, insomma. Anche a Pordenone si è visto il solito gol regalato ma, contro un avversario disponibile ad affrontare i granata a viso aperto, il maggior tasso tecnico a disposizione ha fatto la differenza. Un dato impreziosisce il risultato: i friulani non perdevano davanti al proprio pubblico dallo scorso 22 marzo, contro il Como, poi promosso in Serie B. CHE REAZIONE. Nel Citta Bizzotto viene riconfermato in attacco accanto a Litteri, mentre in mediana è Bobb a rifiatare, con Schenetti al suo posto. Nel Pordenone dei tanti figli d’arte (De Agostini, Mandorlini e Pasa) la sorpresa è Valente, preferito a Cattaneo come spalla di De Cenco. Le prime fasi sono di studio e, al primo vero affondo, i padroni di casa passano: Valente s’inserisce sulla destra e scaglia un tiro-cross respinto da Alfonso, Buratto devia in qualche modo e la palla arriva a Boniotti, destro naturale, che calcia… di sinistro trovando l’incrocio in modo un po’ fortunoso. Certo, la palla poteva essere spazzata via, senza concedere un’opportunità del genere. Ma, da quel punto in poi, il Cittadella prende in mano la partita, guadagnando metri e calci d’angolo (6 a 1 nella prima frazione). Proprio da un corner giunge il pareggio, con Benedetti a rimettere in mezzo la palla di testa e Litteri più lesto di tutti a controllare e a timbrare il cartellino per la sesta volta nella stagione, con l’intervento disperato di Stefani, in salvataggio, che non riesce a impedire al pallone di varcare la linea. Raggiunto il pareggio il Citta non cambia atteggiamento, concede qualcosa alle ripartenze neroverdi ma continua a spingere arrivando al 2-1, quandocon Chiaretti va via di classe pura sulla destra, arriva sul fondo a pochi passi dal portiere e mette al centro per Bizzotto che, a porta sguarnita, deposita in rete. Il gesto tecnico più bello è però la successiva rovesciata di Iori che, dopo una punizione smanacciata da Tomei, costringe l’estremo difensore di casa a volare all’incrocio. CHE SPETTACOLO. Al cambio di campo il Citta infila subito in ghiacciaia la partita, con un gol fotocopia rispetto al secondo, ma a interpreti e lati invertiti: stavolta è “Baby Biz” a incunearsi a sinistra lungo la linea di fondo campo e a restituire il favore a Chiaretti, che sottomisura trova il 3-1. Chapeau. Di fatto la gara termina qui, con gli ospiti che evitano i patemi da “reazione avversaria” avuti con la Reggiana sette giorni prima. Perché i “ramarri”- così sono chiamati i friulani dai propri sostenitori – non hanno più la forza per ribaltare l’inerzia del match, dopo un primo tempo in cui, con alcune folate, si erano invece resi pericolosi più volte dalle parti di Alfonso. Venturato pensa anche a sfruttare le doti da contropiedista di Jallow, in campo a rilevare Bizzotto e vicino al bersaglio nel finale. C’è pure spazio per un probabile fallo da rigore su Litteri, strattonato in area, non concesso dal mediocre arbitro Lacagnina. Ma la sostanza più di tanto non cambia: al Bottecchia il Citta pedala. Alla grande.
Ore 16.20 – (Corriere del Veneto) Se si vince quando non si gioca al meglio delle possibilità, come accaduto contro la Reggiana, figuriamoci cosa mai può accadere quando la capolista decide di rimboccarsi le maniche e di fare sul serio. A Pordenone ecco il Cittadella versione deluxe : 3-1 sontuoso, di quelli che non lasciano spazi a recriminazioni, polemiche o mugugni. Tris servito e concorrenza (per ora) annichilita o quasi. «Sono veramente contento della prestazione prima ancora del risultato — ammette in sala stampa Roberto Venturato — perché abbiamo vinto giocando bene e abbiamo vinto facendo quello che avevo chiesto. Noi dobbiamo essere una squadra prima di tutto: se giocheremo come oggi potremo andare molto lontano. Dobbiamo crescere settimana dopo settimana, oggi abbiamo giocato una delle migliori partite della stagione. Ci siamo proposti nella maniera giusta sin dall’inizio e anche dopo lo svantaggio siamo stati bravi a reagire e a recuperare». Insomma, trasferta difficile, ma esame superato alla grande dai granata, che mostrano il loro volto più cinico e concreto. E che legittimano la propria supremazia con una rimonta che può incidere sia sul morale che sulla classifica. Vantaggio friulano al 13’: cross di Valente smanacciato da Alfonso, sulla respinta Boniotti indovina una traiettoria impossibile e mette alle spalle del portiere granata. Il Cittadella reagisce subito e al 20’ pareggia: angolo di Paolucci respinto, Benedetti rimette in mezzo e Litteri come al solito con perfetto tempismo mette alle spalle di Tomei che riesce solo a toccare il pallone. Ma non è finita qui, perché al 32’ il Cittadella completa la rimonta con un’azione da applausi Salvi-Schenetti-Chiarettti e con il gol segnato a porta vuota da Bizzotto. Il 2-1 cambia i connotati del match, al 36’ Tomei salva per due volte su Iori, poi in apertura di ripresa è Chiaretti a mettere dentro su assist di Paolucci. Al 28’ Benedetti sfiora pure il poker, Litteri reclama un rigore ma il punteggio non cambia più. Vince il Cittadella, sempre più primo in classifica e sempre più lanciato verso la promozione. Un obiettivo messo nel mirino ad inizio stagione e che, ora, sembra davvero sempre più nitido all’orizzonte. «Abbiamo ancora margini di miglioramento — evidenzia Venturato — su cui crescere. Capisco che chi non gioca possa essere deluso: Bizzotto ha saputo aspettare e adesso son due partite che gioca. E’ sempre stato un esempio di comportamento. Ogni giocatore può essere determinante anche quando non gioca».
Ore 15.50 – (La Provincia Pavese) Tutte e due hanno bisogno di vincere per riprendere a marciare, come avevano fatto fino a un mesetto fa: il Pavia va a Reggio Emilia e trova una squadra che vive un momento simile. «Ma la Reggiana non è una squadra in difficoltà – dice l’allenatore degli azzurri, Michele Marcolini – non ha per niente fatto male a Cittadella, subendo due gol su due tiri. Nella ripresa ha dominato, trovando il gol del 2-1. In questo campionato raccogliere il massimo è sempre più difficile e la Reggiana ne è la dimostrazione: ha perso in casa con il Cuneo, anche in quel caso subendo poco e cercando di fare una partita d’attacco. Incontreremo una squadra che ci creerà grosse difficoltà, ma ne siamo consapevoli e pronti». A Reggio potrebbe essere riproposto il 4-3-1-2 sperimentato con buoni risultati a Verona: «E’ giusto che un allenatore pensi che l’idea di partenza non per forza debba essere quella definitiva – dice Marcolini – i numeri lasciano il tempo che trovano, però bisogna guardare anche agli equilibri: ho visto cose nelle ultime partite che mi sono piaciute meno, quindi a Verona ho valutato la possibilità di cambiare qualcosa. Non credo che i risultati possano venir all’improvviso solo perché cambiamo modo di giocare, però potrebbe essere un modulo che si sposa bene con le caratteristiche dei miei giocatori. Ci pensavo e ho preso la palla al balzo della Coppa Italia per metterlo alla prova». Una sconfitta maturata al 91’ dopo una bella prestazione del Pavia: «Chiaro che noi avevamo ben poco da perdere. Siamo orgogliosi di aver tenuto testa a una squadra di A fino alla fine. Ma il campionato è tutt’altra cosa, basta pareggiare e guardiamo più le cose negative. Noi dobbiamo essere protagonisti e il margine di errore è limitatissimo». A proposito di errori, il Pavia sta pagando cari quei pochi che commette: «E’ impossibile essere impeccabili dall’inizio alla fine, però dobbiamo fare di tutto per eliminarli». Out Cesarini per un fastidio al ginocchio che si trascina da un po’: «Dispiace perché è un punto di riferimento per questa squadra. Ha dato tanto anche come disponibilità e di questo gli va dato grande merito. Preferisco che recuperi del tutto, altrimenti è una situazione che rischia di trascinarsi a lungo». E mancherà anche La Camera, non convocato per una decisione della società che apre sicuramente un caso: è la conferma delle voci che davano il centrocampista in uscita nel mercato di gennaio.
Ore 15.20 – (Gazzetta di Reggio) Prima dell’allenamento di ieri mattina una ventina di tifosi, appartenenti alle Teste Quadre, si sono presentate in via Agosti. I supporter hanno parlato in campo con la squadra e il direttore generale Raffaele Ferrara. Da quanto trapela i tifosi hanno garantito alla Reggiana il proprio sostegno, chiedendo però a tutti di onorare la maglia. Un faccia a faccia che non risulta sia stato teso, ma che comunque non si registrava da un po’ di tempo. La Curva Sud ha fischiato la squadra al termine della brutta prova con il Pordenone, dove comunque i tifosi hanno incitato la Reggiana per tutta la partita, esprimendo il proprio disappunto alla fine dei due tempi di gioco. A Cittadella i supporter granata hanno applaudito il grande impegno e riconosciuto che la squadra di Colombo ha dato il massimo. Anche alla vigilia della sfida con il Pavia del dicembre di due anni fa i tifosi non erano molto soddisfatti. Prima del match una parte aveva annunciato che non avrebbe preso parte alla trasferta al seguito della squadra allenata da Pier Francesco Battistini. Nulla a che vedere comunque con quanto accaduto nella stagione 2012, quando, sempre a dicembre, si vissero momenti di tensione nel parcheggio dell’Hotel Airone dopo Treviso – Reggiana, dove la squadra di Zauli venne sconfitta.
Ore 15.00 – (Gazzetta di Reggio) Parola d’ordine: ritrovare punti e vittoria. Per la Reggiana non ci sono alternative. «Quella contro il Pavia – spiega il tecnico Alberto Colombo al termine della rifinitura – è una sfida tra formazioni che hanno ambizioni di vertice e vogliono essere competitive». Due squadre che vengono da un periodo negativo…. «Anche per loro non stanno arrivando i risultati, ma nonostante tutto rimane una squadra da temere. Personalmente la ritengo una delle migliori del girone non solo per i nomi ma anche per la qualità del gioco». La Reggiana deve vincere assolutamente? «Dobbiamo reagire e ricominciare a fare punti perché altrimenti al situazione potrebbe diventare molto critica. Più che la prestazione, contro il Pavia ci servono i punti. Se poi arriva la prestazione meglio ancora». Difesa ancora rivoluzionata? «Non ho alternative. Giocheranno Spanò, De Biasi e Frascatore. Hanno un’altra opportunità per rimettersi in gioco e per far vedere che possono dare un contributo». Cosa teme del Pavia? «Il reparto offensivo con Ferretti e Cesarini è da prendere con le molle. Hanno un centrocampo di spessore con La Camera, Marchi e Cristini. E anche in difesa con Abbate, Biasi e Siniscalchi si fanno rispettare. Si torna alla difesa a tre: questi cambi possono creare confusione? «Abbiamo cambiato una sola volta e forse in quel momento si è creata un po’ di confusione. Quando le cose non vanno bene la squadra e i giocatori hanno bisogno di certezze». Mister cerchiamo di sdrammatizzare: novembre è finito. «Ci avviciniamo al Natale e speriamo di iniziare a mettere qualche regalo sotto l’albero». Quanto pesa questo momento negativo? «Personalmente pesa perché non siamo abituati. Abbiamo fatto un anno e mezzo positivo e i momenti di crisi venivamo sempre superati in tempi rapidi. La luce che ho visto a Cittadella mi fa ben sperare. E’ logico che a questo dovranno seguire i fatti». Nella rifinitura non c’era Angiulli con i titolari… «Credo che Bruccini e Bartolomei possano dare più peso in mezzo ».
Ore 14.40 – (Gazzetta di Reggio) Una sfida tra due squadre che hanno ambizioni di promozione ma che devono assolutamente riprendere a fare punti dopo un periodo negativo. Da una parte la Reggiana, che nelle ultime quattro partite ha fatto un solo punto contro il fanalino di coda Pro Patria. Dall’altra il Pavia, che nelle stesse gare ha totalizzato tre punti, con l’allenatore Michele Marcolini che da tempo viene dato come traballante, anche se in settimana la sua squadra ha mostrato grande carattere nella sfida persa nel finale per 1-0 contro il Verona. Mister Alberto Colombo è forte del sostegno del presidente Stefano Compagni e la sconfitta a Cittadella ha mostrato comunque una squasdra in buona condizione a centrocampo e in attacco. La nota dolente della trasferta padovana è stata la difesa, dove il perno centrale Andrea Parola è stato costretto a uscire per il riacutizzarsi di un problema al costato che lo affliggeva da alcune partite. Il giocatore pisano, che deve fare i conti con una microfrattura, non è stato convocato e si spera di poterlo recuperare al più presto. Non sarà della partita nemmeno Sabotic, che sta lavorando per il rientro dopo l’operazione al menisco. Come apparso chiaro in settimana, Colombo si affiderà al trio difensivo del secondo tempo di Cittadella, cioé Spanò, De Biasi e Frascatore. Nella prima frazione di gioco la difesa aveva ballato parecchio, mentre nella ripresa è stata più sicura, anche se oggettivamente meno sollecitata. Oggi per la retyroguardia sarà dunque una prova molto importante. Entrambe le formazioni devono fare i conti con una buona dose di pressione. L’ambiente granata appare comunque sereno e convinto dei propri mezzi, come ha confermato il presidente Compagni e come abbiamo riscontrato in settimana in via Agosti. Tornare a vincere per Reggiana e Pavia è importante anche alla luce dei risultati maturati ieri. A lungo il rallentamento delle due formazioni è stato mascherato dal fatto che nessuno in testa stava correndo più di tanto. Ieri però il Cittadella e il Bassano hanno vinto in trasferta, mentre oggi giocherà l’Alessandria, squadra che sta facendo vedere grandi cose, a partire dall’impresa contro il Palermo in Coppa Italia. Un altro passo falso rischierebbe di compromettere le ambizioni granata, anche perché il mercato di riparazione di gennaio verrà valutato in base alla posizione di classifica. Una Reggiana troppo lontana dalla vetta non spingerebbe certo la dirigenza a investimenti importanti.
Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il suo nella nebbia contro il Mestre, decisivo per colorare il derby di arancioneroverde, è rimasto l’ultimo gol segnato da un attaccante di ruolo. Oggi torna a puntare su Paolo Carbonaro un Venezia che al Penzo ospita l’Union Ripa La Fenadora (ore 14.30) e non può far altro che ritrovare la vittoria che a Sant’Elena manca proprio dalla serata dell’11 novembre. «Solo conquistando i tre punti dimenticheremo la sconfitta con l’Este, per me ancor più difficile da digerire – ricorda il 26enne palermitano – per via dell’espulsione. L’unico aspetto positivo è che la squalifica sia coincisa con una contusione muscolare ormai superata, il grande rammarico però che il mio «immolarmi» non sia servito per portare l’1-0 fino al triplice fischio. Comunque è acqua passata». D’altra parte per la seconda partita a guidare il Venezia c’è Giancarlo Favarin che come prima mossa è passato al 4-2-3-1 di fatto schierando quattro attaccanti. «A me certo non dispiace, ma magari il numero delle punte bastasse per garantire altrettanti gol – sospira l’ex Monza -. La verità, invece, è che a fare la differenza è sempre la mentalità nell’approccio alla gara e nella predisposizione al sacrificio in campo. Ce lo ripetiamo perché ne siamo convinti, questo Venezia con la testa giusta può fare grandi cose. Gli esoneri fanno parte del calcio e possono capitare, qualcosa però non ha funzionato ed ora tocca a noi giocatori dimostrare». Al Penzo scende una Ripa Fenadora sconfitta in 3 delle ultime 4 uscite, addirittura per 5-0 in casa dalla Virtus Vecomp. Tra i neroverdi, oltre all’ultimo arrivato Mason dalla Calvi Noale, da tenere d’occhio le punte Santi (17 gol nella Clodiense 2014/15) e Madiotto (al Venezia senza mai esordire nella Lega Pro 2013/14), autori di 5 reti a testa sui 19 in totale di quello che è il quart’ultimo attacco del torneo. «I bellunesi sono reduci da un ko pesante, saranno accorti e chiusi come tutte le squadre che affrontano il Venezia. Partire forte e segnare presto potrebbe dare un’altra mazzata ai nostri avversari. Vogliamo riuscirci, sappiamo di dover solo vincere».
Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Tre partite alla fine del girone d’andata, nove i punti in palio: i primi tre sono da conquistare questo pomeriggio al Penzo, contro l’Union Ripa La Fenadora. Non vuole fare calcoli mister Giancarlo Favarin ma neppure si nasconde. «Noi, con tutto il rispetto che dobbiamo agli avversari, pensiamo solo che vogliamo vincere. Alla fine di queste tre partite rialzeremo la testa». Davanti al Venezia c’è il Campodarsego, lanciato verso il titolo di campione d’inverno quando sulla carta chiunque avrebbe scommesso ad occhi chiusi sugli arancioneroverdi. Ma nove punti sono tanti e un passo falso di chi sta davanti può sempre capitare. Il Venezia ne ha già commessi e adesso è arrivato il momento di riprendere la corsa. Il punto di Belluno non dispiace a Favarin, che ritorna oggi al Penzo dopo la cavalcata trionfale di fine stagione 2012, che portò gli arancioneroverdi alla promozione e alla conquista dello scudetto dilettanti. «Non guardiamo al passato, ma certo ritornare al Penzo per me è una bella sensazione. Spero che vada come deve andare, non penso ad altri risultati possibili». Il Venezia non sarà al completo, a causa delle squalifiche di Beccaro, Modolo e Serafini. Ma le opzioni a disposizione non mancano: «In difesa ho Cernuto, che ritengo molto affidabile. E anche Busatto mi dà delle garanzie», spiega confermando chi saranno i due centrali. Sull’esterno rientra Galli, mentre il neo arrivato Taddia potrebbe rappresentare un’interessante alternativa. A centrocampo si potrebbe rivedere Acquadro, anche per la regola degli Under. Davanti, con il rientro di Carbonaro c’è qualche alternativa in più: mancando Serafini sarà Maccan a fare l’unica punta, mentre dietro si posizioneranno Fabiano, Innocenti e, appunto, Carbonaro. «Questa disposizione tattica – spiega Favarin – mi consente di mettere in campo quattro attaccanti e credo che ben si adatti alle caratteristiche dei giocatori, offrendo più soluzioni». Questa volta rimarrà fuori Barreto, che partirà dalla panchina dopo aver passato mezza settimana a letto con l’influenza. «Per me gioca chi sta meglio e in questo momento gli altri stanno meglio di Barreto. Poi è chiaro – sottolinea il tecnico arancioneroverde – che se sta alla pari degli altri, Barreto è uno che sposta non solo gli equilibri, ma l’intero stadio. Però deve avere più coraggio». L’Union Ripa arriva dalla pesante sconfitta in casa con la Virtus Vecomp domenica scorsa (5-0) e da una settimana travagliata, tanto che la società si è chiusa in silenzio stampa. La squadra bellunese è già intervenuta sul mercato con l’acquisto dell’attaccante Damiano Mason, arrivato dal Noale. «Loro vengono da una sconfitta sonora e vorranno rifarsi. Sappiamo che nessuna partita è semplice, ma proprio per questo – conclude Favarin – dobbiamo andare in campo e chiuderla dopo 30 minuti».
Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) Volata in rimonta verso il titolo d’inverno. Venezia all’assalto dell’Union Ripa La Fenadora con l’esordio casalingo di Giancarlo Favarin. Avversario tramortito dalle cinque sberle rimediate una settimana fa a domicilio dalla Virtus Verona, che si presenterà a Sant’Elena voglioso di riscattarsi. Venezia che vuole ritrovare il feeling con il Penzo, dopo che nelle ultime tre gare, fatta eccezione per il successo sul Mestre, sono arrivati il pareggio con il Levico e la sconfitta con l’Este. Favarin ha lanciato l’inseguimento al Campodarsego, adesso tocca ai suoi giocatori rispondere in campo. Il tecnico risistema il Venezia rispetto a Belluno, complici le squalifiche di Beccaro e Modolo in difesa e l’indisponibilità di Gualdi a centrocampo. L’allenatore pisano tuttavia ritrova Galli in difesa e Carbonaro in attacco, ha una freccia in più per la retroguardia con l’arrivo di Taddia, ha promosso Busatto (“Ha una grande occasione, deve sfruttarla”), rinunciando a retrocedere Calzi all’altezza dei difensori con Cernuto, e recuperato Barreto, inizialmente in panchina, con Innocenti a posizionarsi alle spalle di Maccan insieme a Fabiano e Carbonaro. L’Union Ripa La Fenadora riporta i colori neroverdi al Penzo, risultato della fusione operata nel 2008 tra Ac Seren La Fenadora e Acd Ripa 2000. Ballottaggio in porta tra Scaranto e Salsano, in settimana è arrivato l’attaccante Damiano Mason dalla Calvi Noale, mancherà lo stopper Guzzo, squalificato, mentre torna al Penzo l’attaccante Giovanni Madiotto, pochi mesi con Dal Canto due anni fa. L’assenza di Guzzo potrebbe comportare lo spostamento di Dall’Ara al centro insieme a Ianneo e sulla fascia un arretramento di Gjoshi oppure il ritorno di Loat. Union Ripa a secco di reti in trasferta da 375’, l’ultimo centro esterno è di Ianneo a Mogliano (3-3) contro il Mestre. Una notizia di servizio importante per i tifosi è che da oggi il collegamento acqueo dalla terraferma avverrà da San Giuliano, e non più dal terminal Aquae, con partenza alle ore 13 e ritorno alle 16.40. Stadio “Penzo” ore 14.30. Venezia (4-2-3-1): 1 Vicario, 2 Ferrante, 5 Busatto, 6 Cernuto, 3 Galli; 4 Calzi, 8 Callegaro; 10 Fabiano, 11 Carbonaro, 7 Innocenti; 9 Maccan. A disposizione: D’Alessandro, Di Maio, Taddia, Luciani, Soligo, Acquadro, Malagò, Cangemi, Barreto. Allenatore: G. Favarin. Union Ripa La Fenadora (4-3-3): 1 Scaranto; 2 Gjoshi, 5 Dall’Ara, 6 Ianneo, 3 Salvadori; 10 Trento, 4 Venturin, 8 Malacarne; 7 Savi, 9 Santi, 11 Madiotto. A disposizione: 12 Salsano, 13 Loat, 14 Peotta, 15 Cibin, 16 De Min, 17 Sommavilla, 18 Solagna, 19 Celentin, 20 Mason. Allenatore: R. Lauria. Arbitro: Bertolino di Terni.
Ore 13.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) A due giorni dall’eliminazione dalla Coppa Italia incassata da parte del Carpi giovedì sera a Modena, i biancorossi di Pasquale Marino tornano in campionato contro la Salernitana. E l’obiettivo è la vittoria, per risalire la classifica e tornare nella parte sinistra della classifica. Ancora una volta l’allenatore del Vicenza dovrà affrontare numerose assenze, ma come sempre Marino non cerca alibi. «Purtroppo nelle ultime giornate abbiamo avuto diverse defezioni ma conto nelle prossime partite di recuperare altri giocatori che potrebbero darci una grossa mano — spiega il tecnico — la cosa sarebbe importante perché avremo un dicembre con tante partite, anche se è evidente che anche i nostri avversari giocheranno come noi ogni tre giorni. In ogni caso ritengo che l’importante sia che il Vicenza metta in campo la giusta grinta e concentrazione, e quell’atteggiamento che abbiamo avuto con il Cesena. Come ho detto tante volte – prosegue – Marino – il Vicenza deve pensare a sviluppare il calcio propositivo e offensivo che abbiamo dimostrato di saper giocare, indipendentemente dall’avversario». Dopo quindici giornate qualche punto manca, ed è chiaro che le tante assenze hanno avuto i loro peso. «Ad inizio di stagione si fanno delle scelte pensando di poter disporre di tutta la rosa — precisa Marino — normale quindi che se hai tanti infortuni qualcosa manca. Ma la squadra ha saputo esprimersi su buoni livelli a parte in due partite, con il Novara al Menti e a Terni; ma sta nella logica delle cose, in un campionato lungo e difficile come la serie B. Sul piano del gioco sono abbastanza contento». Così come avvenuto dopo la sconfitta contro il Novara, Marino conta in un pronto riscatto dopo il brutto stop di Terni. «Quella sconfitta è archiviata, è stato un Vicenza troppo brutto per essere vero, e quindi penso sia giusto guardare avanti. Tutti noi siamo determinati a riscattare quella prestazione, devo dire che una reazione c’è già stata in coppa Italia dove siamo riusciti con tanti giovani a tener testa al Carpi, un avversario della massima serie che non ci ha messo in grave difficoltà nemmeno quando siamo rimasti in dieci». Chiaro però che per battere la Salernitana servirà un Vicenza ancora più determinato e con una grande voglia di portare a casa i tre punti. «La gara di domani (oggi per chi legge, ndr) sarà completamente diversa da quella di Terni sotto il profilo dell’agonismo e dell’attenzione – sottolinea Marino – e questo indipendentemente da come giocherà la Salernitana, che nell’ultimo periodo ha cambiato spesso modulo ma che è facile prevedere che venderà cara la pelle». In casa campana Vincenzo Torrente, che in caso di sconfitta al Menti rischia l’esonero, in settimana ha visto una squadra unita e compatta, pronta a lottare per uscire da una situazione difficile. «Questa settimana è servita a compattarci ancora di più per preparare al meglio la gara di Vicenza – sottolinea Torrente – in questo momento le parole contano poco o nulla, l’unico modo per risollevarci sono le prestazioni e i risultati. Sappiamo che affronteremo una squadra forte, che gioca da un anno e mezzo con lo stesso allenatore e che sugli esterni è molto pericolosa. Le mezzali e i terzini si propongono sempre con i tempi giusti e in attacco hanno giocatori come Galano, Giacomelli, e Gatto che assicurano qualità tecniche e fantasia. Un match difficile, deciderò all’ultimo ci scenderà in campo. Ho chiesto una partita di grande sacrificio a tutti, soprattutto agli attaccanti che dovranno essere i primi difensori quando il Vicenza inizierà la manovra dalla difesa». Insomma, una partita con tre punti che pesano sul piatto della bilancia in attesa, la prossima settimana, della tanto attesa «fumata bianca» per il passaggio della società da Finalfa a Vi.Fin.
Ore 12.50 – (Gazzettino) Il Campodarsego accarezza l’idea di avvicinarsi al titolo di campione d’inverno nella sfida a domicilio con il Fontanafredda, terz’ultimo appuntamento del girone d’andata. Biancorossi con tre lunghezze di vantaggio in classifica sul Venezia (di scena in casa con il Ripa Fenadora) e tutte le attenzioni rivolte all’avversario di turno che se la passa male in zona play out. Ma Antonio Andreucci tiene alto il livello di guardia. «Il Fontanafredda ha bisogno di punti e ha dato sempre il meglio con le squadre più forti, quindi è da affrontare con lo spirito giusto. È una squadra che si chiude, e dobbiamo essere bravi a fare un passo in avanti rispetto a quello che abbiamo fatto con il Tamai, consci che la partita è lunga e che dobbiamo stare sempre sul pezzo per fare la prestazione e creare le opportunità da gol». Prima convocazione per la nuova punta Kabine. «È arrivato in buona forma, è un giocatore importante, ma ha bisogno di un pò di tempo per conoscere il nostro gioco». DERBY. A San Martino di Lupari va in scena la sfida tra Lupi ed Este che stanno vivendo momenti opposti: rossoblù reduci da un punto nelle ultime cinque gare e invischiati in zona play out, giallorossi vittoriosi nelle ultime tre uscite con serie utile di otto gare nonché terzo posto in classifica. Tra i Lupi ha tenuto banco anche il mercato nelle ultime ore: convocati a centrocampo gli ultimi acquisti Roveretto e Cavallini che si aggiungono a Sottovia e Baggio, lasciati liberi Paganelli, Bazzicchetto, De March e Mattioli. «In settimana c’è stato un via vai di giocatori – afferma Enrico Cunico – Confido nei ragazzi che sono rimasti e nell’entusiasmo dei nuovi per trovare subito l’intesa, anche se sarà una partita difficile con la terza forza del campionato. Dovremo mettere grande intensità per ottenere una vittoria che ci darebbe entusiasmo». Passando all’Este, ecco Andrea Pagan. «È un derby e queste partite azzerano la classifica. Ai ragazzi ho chiesto massima concentrazione e attenzione: arrivare dove siamo è difficile, ma lo è ancora di più continuare a migliorarsi come abbiamo fatto finora. È la prima di un trittico di gare dalle quale devono arrivare risposte importanti». Convocato anche il nuovo attaccante Franciosi che Pagan conosce bene avendolo già avuto alla Clodiense. «In quella stagione aveva segnato tredici gol, è un giocatore dalla grandi potenzialità e può farci fare il salto di qualità davanti». Squalificato Montin, Guagnetti è in dubbio per una botta al ginocchio rimediata in allenamento con Marcandella. ABANO. Punta ad allungare la serie positiva in casa con il Belluno per risalire la classifica. In panchina andrà ancora il direttore sportivo Maniero. «Affrontiamo una delle squadre più attrezzate, andremo in campo con molta umiltà e voglia di fare senza tralasciare la possibilità di fare risultato. Puntiamo a ripetere le ultime prestazioni». Convocati i nuovi acquisti Caridi e Gnago, mentre hanno fatto le valigie Barichello (Godigese), Munarini (Legnago) e Antonioli (Thermal), oltre ai giovani classe 1996 Rinaldi, Petito e Sinigaglia. Indisponibile Pepe, in dubbio De Cesare.
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Mancano venti giorni a Natale ma si possono già tirare le prime somme sulle squadre padovane di Serie D: Campodarsego ed Este le stanno suonando a tutti, mentre Abano e Luparense devono sfruttare le ultime battute per affrontare tortellini e bollito con più serenità. Oggi terzultimo weekend del 2015 (calcio d’inizio alle 14.30). CAMPODARSEGO. Per il Campo il dado è tratto. La nuova situazione di classifica, un primo posto impronosticabile per una matricola, ha fatto venire l’acquolina in bocca a tutto l’ambiente. Se da un lato si parla (giustamente) di basso profilo, dall’altro piace l’idea di continuare il più a lungo possibile il testa a testa col Venezia. Non a caso, in settimana, è stato ufficializzato l’acquisto del bomber marocchino Mehdi Kabine, giocatore di indubbio valore, convocato per la gara odierna col Fontanafredda (arbitro Mario Berger di Pinerolo), formazione che ha finora dato del filo da torcere a tutte le big. Formazione Campodarsego (4-3-3): Merlano; Arthur, Ruopolo, Gal, Buson; Pellizzer, Bedin, Piaggio; Cacurio, Radrezza, Aliù. All. Andreucci. ABANO. Sembrano pian piano calmarsi le acque dalle parti di Abano, dopo l’esonero di mister De Mozzi. Il tecnico in pectore Andrea Maniero sta cercando di rimettere a posto le cose nello spogliatoio, agendo con parsimonia sul mercato. I nuovi arrivi, Manuel Caridi e Gnegnene Gnago potrebbero già dare una grossa mano per il match alquanto proibitivo contro il Belluno (arbitro Daniele Rutella di Enna), quinto con 28 punti e in piena zona playoff. Formazione Abano (4-1-4-1): Ruzzarin; Maniero, Meneghello, Thomassen, Zattarin; Ballarin; Rampin, Bortolotto, Segato, Tescaro; Gnago. All. Maniero. LUPARENSE. Dopo Sottovia e Baggio, ufficializzato l’ingaggio dell’esterno offensivo Marco Roveretto e del centrocampista Matteo Cavallini, provenienti rispettivamente da Arzignano e Seregno. Un mercato di tutto rispetto, quello condotto da Enrico Cunico, che vorrebbe riportare presto nelle zone più tranquille della graduatoria i rossoblù (relegati al terzultimo posto in compagnia del Dro), pronti a dare battaglia all’Este nel derby di oggi (arbitro Giuseppe Collu di Cagliari). Riccardo Baggio e Dario Sottovia, entrambi ex di turno, potrebbero esordire dal primo minuto. Nel frattempo, Brotto si è accasato al Giorgione, mentre Paganelli e De March sono stati svincolati. Formazione Luparense (3-4-3): Rossetto; Antonello, Baggio, Severgnini; Perosin, Roveretto, Nichele, Faggin; Beccaro, Giglio, Sottovia. All. Cunico. ESTE. I giallorossi vogliono allungare la serie positiva. Magari con una vittoria (sarebbe la quarta consecutiva) in casa dei Lupi, che potrebbe portare i ragazzi di Andrea Pagan molto vicino al duo di testa Campodarsego-Venezia. In settimana, l’arrivo di Gianluca Franciosi ha rinforzato ulteriormente il reparto avanzato. Non sarà della partita lo stopper Montin, fermato per un turno dal giudice. Formazione Este (4-3-3): Lorello; Favaro, Tiozzo, Guagnetti, Colombara; Maldonado, Marcolini, Arvia; Marcandella, Coraini, Mastroianni. All. Pagan. ANTICIPO. Ieri Virtus Vecomp-Giorgione 2-1.
Ore 12.10 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Petkovic 6; Dionisi 6, Diniz 6.5, Fabiano 6, Favalli 6; Ilari 6 (Bearzotti sv), Corti 6 (Giandonato sv), Bucolo 6.5, Petrilli 7; Neto Pereira 7 (Cunico sv), Altinier 6.5.
Ore 12.00 – (Gazzettino) Il già raccontato episodio che ha cambiato il volto alla gara ha permesso al Padova di affrontare la ripresa con un po’ più di serenità. L’Albinoleffe ha abbozzato una reazione, ma da un pallone strappato sulla trequarti da Bucolo a un avversario è nata l’azione del raddoppio. La ripartenza di Altinier è stata fermata fallosamente e sulla successiva punizione il destro calibrato di Petrilli a scavalcare la barriera non ha dato scampo ad Amadori. Di fatto la partita è finita qui. Senza più l’assillo del risultato i biancoscudati sono riusciti a sviluppare qualche buona trama di gioco. E da una di queste è scaturita la rete del 3-0: Neto Pereira ha liberato in area Ilari che con un tocco sapiente, come fosse un’azione da rugby, a sua volta ha allargato per Petrilli il quale ha avuto tutto il tempo di aggiustarsi la sfera e trafiggere di esterno il portiere dell’Albinoleffe. Nel finale per due volte Altinier è andato vicino al poker e il Padova ha chiuso la partita in gloria, ritrovando l’applauso dei suoi tifosi. Meglio di così Pillon non poteva davvero esordire. Ma guai a pensare già che il trend sia definitivamente invertito. La squadra è ancora convalescente e la strada da percorrere per ritrovare una classifica tranquilla nasconde sempre molti ostacoli. A partire dalla sfida di sabato prossimo in casa della Giana Erminio: uscire dallo stadio di Gorgonzola con un risultato positivo sarebbe un bel segnale sul piano della continuità.
Ore 11.50 – (Gazzettino) La “scossa” Pillon ha prodotto gli effetti sperati, ma il 3-0 finale va letto con il giusto equilibrio perchè i biancoscudati sono stati premiati oltre i loro meriti. Prova ne sia che fino al primo gol, quasi a ridosso dell’intervallo, la superiorità del Padova era stata pressochè sterile e che la rete è stata propiziata da un clamoroso errore del portiere dell’Albinoleffe. Bravo comunque nella circostanza Altinier ad approfittare dell’errato disimpegno di Amadori e a servire un assist al bacio per Neto Pereira che, indisturbato al centro dell’area, ha mirato all’angolino. La squadra si è sicuramente applicata nello sviluppare i movimenti dettati dal 4-4-2 scelto dal nuovo allenatore, ma con risultati altalenanti. Rispetto al Padova di Parlato (bello lo scriscione esposto in avvio di gara dagli ultras: “arrivederci Carmine, il tuo posto è qui con noi”) si è vista qualche verticalizzazione in più e soprattutto una maggiore ricerca della profondità. Ancora troppo lenta però la circolazione del pallone e tanti, troppi, gli errori di misura nell’ultimo passaggio. Poca anche la produzione di gioco sulle corsie esterne, sempre fino a quando la partita non si è sbloccata: Petrilli si è acceso a intermittenza, mentre Ilari ha badato più che altro a tenere la posizione. Morale della favola? Quasi mai i biancoscudati sono riusciti a rendersi pericolosi, ad eccezione di una girata del brasiliano Neto Pereira alla mezz’ora disinnescata con qualche difficoltà da Amadori. Allo stesso tempo però la difesa ha concesso le briciole agli avversari.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Altinier si è anche sacrificato in copertura. «Per me non esiste attacco e difesa, tutti devono lavorare insieme nelle due fasi. Mi piace avere una squadra che si basa sulle sue forze». Andrà avanti con il 4-4-2? «Credo di sì, bisogna dare un’identità di gioco alla squadra».
Emozionante il suo ritorno all’Euganeo. «L’ho detto al presidente Bergamin in panchina: alleno da ventitré anni e ho quasi sessanta anni, e ho una tensione… Però se non l’avessi potrei anche smettere». I pochi minuti riservati nel finale a Cunico sono solo un gesto politico? «La politica non mi piace, è solo un fatto di mettere giocatori freschi in campo. Con i ragazzi sono stato chiaro: siete in ventitré, e avrete le vostre possibilità. Le scelte si fanno solo per vincere, non per simpatia». Ci si aspettava Giandonato dall’inizio. «È un ottimo giocatore e sono sicuro che ci tornerà utile, ma ho visto molto bene Bucolo. E avendo esterni offensivi, mi serviva un giocatore più bravo nell’interdizione per dare maggiore equilibrio». Pensava di poter vincere per 3-0 all’esordio? «No, è sempre un’incognita quando arrivi a un giorno e mezzo dalla partita. Avevo paura di avere fatto confusione ai ragazzi inserendo concetti nuovi. Partire bene è sicuramente positivo, ma dare continuità ai risultati è la cosa più importante».
Ore 11.30 – (Gazzettino) Bepi Pillon ha seguito tutta la partita in piedi davanti alla panchina, senza concedersi un attimo di pausa. Quando arriva in sala stampa non indossa più la tuta, è in pantaloni e giacca. «Non potevo pretendere di più, i ragazzi sono stati eccezionali. Quelle poche cose che abbiamo provato le hanno fatte bene. Avevo detto alla squadra che bisognava avere pazienza per cercare di allargarli visto che loro erano tutti dietro alla linea della palla, e al primo episodio dovevamo cercare di sfruttarlo. Ma ciò che mi è piaciuto di più è stata l’applicazione dei ragazzi sulle cose che avevo proposto. Naturalmente bisogna fare di più, ma questo Padova potrà darci soddisfazioni e oggi (ieri, ndr) ha fatto vedere grandi potenzialità». Sulla tenuta fisica. «La squadra ha corso fino alla fine, anche se manca un po’ di agilità. Parlato ha svolto un lavoro ottimale, io ho aggiunto quello che pensavo che fosse giusto. Non ho la bacchetta magica, credo nel lavoro e se lo fai bene, alla fine paga». Ci si sofferma sulla prova di Petrilli. «È un giocatore con qualità importanti, mi piace avere gente che morde, ha gamba, riparte e salta l’uomo. Ma soprattutto abbiamo giocato tutti insieme, anche se ci manca un po’ lo sviluppo della manovra offensiva».
Ore 11.20 – (Gazzettino) Quindi aggiunge: «All’inizio il peso della responsabilità si sentiva, era importante sbloccarla al primo episodio, dopodiché abbiamo avuto più spazi. Bisogna sapere anche approfittare degli errori dell’avversario, in passato ne abbiamo concessi parecchi e siamo stati puniti». Ecco il turno di Altinier, che ha finito la partita con la fascia di capitano al braccio. «Non sapevo neanche di essere il vice», sorride. L’attaccante biancoscudato è stato decisivo in occasione del primo gol arpionando in piena area il pallone sul lancio errato del portiere. «Neto è andato a pressare il portiere che ha lanciato, ho agganciato bene la palla e abbiamo fatto un due contro uno che ha portato al gol». Va avanti. «Siamo partiti un po’ contratti dato che quando non arrivano i risultati è inevitabile esserne condizionati. Alla fine è arrivata una vittoria che ci voleva anche moralmente, e che ci aiuterà anche a lavorare meglio durante la settimana». Un flash di Petrilli, autore della doppietta che ha chiuso i conti dopo il vantaggio di Neto Pereira. «È una gioia grandissima perché arrivavamo da un momento bruttissimo, ma penso già alla prossima partita, spero di essere sempre determinante. Il nuovo modulo ha dato i suoi frutti, ma il merito è anche di quanto fatto, provato e insegnato da Parlato. La strada è quella giusta, dobbiamo continuare così».
Ore 11.10 – (Gazzettino) «Sono contento non solo per il risultato che ci fa bene, ma soprattutto per avere riscoperto lo spirito che deve avere questa squadra». Esordisce così il presidente Giuseppe Bergamin, subito dopo avere ascoltato come di consueto le dichiarazioni dell’allenatore. Pillon, tra l’altro, che prima della sua conferenza stampa invita al suo fianco il patron biancoscudato, che declina restando come al solito seduto in mezzo ai giornalisti. Torniamo alle parole di Bergamin che è stato in spogliatoio nel dopo-gara. «Ci vado sempre sia nei momenti positivi e sia nei momenti difficili. Al di là di andare a fare i complimenti e dare pacche sulle spalle, credo che sia sempre importante la presenza. Ai ragazzi ho detto che sono stati bravi e che bisogna continuare così». È tornato il buon umore. «Non avevo perso il sorriso anche prima, ma abbiamo preso una boccata d’ossigeno che ci voleva. In questi casi si parla di scossa e c’è stata, a seguito di una decisione che è stata presa con raziocinio. Al di là del risultato, c’è stata una dimostrazione di attaccamento alla maglia e voglia di fare. Ho visto la squadra attaccare e difendere tutta insieme come vuole l’allenatore, e questo è fondamentale. Anche la forza fisica che ci hanno messo i ragazzi mi ha sorpreso favorevolmente».
Ore 10.50 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Aspettiamo verifiche sino alla sosta ma qualcuno adesso corre di più…”) Chi ben comincia – recita il proverbio – è a metà dell’opera. E Pillon ha iniziato nel migliore dei modi la sua terza esperienza biancoscudata, dopo quelle di calciatore prima e di tecnico (sia pure per pochi mesi) poi. A dire il vero, le stesse cose le avevamo scritte sul conto di Parlato, quando all’esordio in campionato, sul campo della Reggiana, il suo Padova era piaciuto molto, strappando un pareggio di spessore. Le successive tre giornate, con due vittorie e un altro nullo, avevano avvalorato quella sensazione positiva. Sappiamo tutti com’è finita l’avventura del buon Carmine, vittima sacrificale da immolare sull’altare di un progetto che deve andare avanti secondo i tempi prestabiliti (tre anni per salire in B da quando la nuova società è stata fondata), ed è inutile ritornarci sopra. Adesso c’è un altro allenatore in panchina ed è giusto puntare l’attenzione su di lui, sulle idee tattiche che ne ispirano il lavoro e sul modo in cui utilizzerà i giocatori della rosa a disposizione. Il passaggio dal 4-2-3-1 o 4-3-1-2 proposto successivamente da Parlato al 4-4-2 di oggi qualche cambiamento immediato lo ha indubbiamente prodotto. Ad esempio, si è tornati a sfruttare con decisione le corsie laterali, consentendo ai due centrocampisti centrali di essere più vicini fra di loro e di muoversi con più raziocinio, fermo restando che spetta sempre a loro l’onere maggiore, quello di “rompere” la manovra altrui e di avviare la propria. Ma con Ilari e Petrilli larghi, vicini alla linea laterale, e due punte fisse davanti come Neto Pereira e Altinier il Padova acquista una maggiore pericolosità dalla metà campo in su. Pericolosità che è conseguente ad una migliore profondità, se è vero che per diversi tratti della partita con l’Albinoleffe si è vista una squadra schierata con il 4-2-4, versione ancora più aggressiva del 4-4-2. Domanda che sorge spontanea: perché chi in precedenza correva male, o non correva proprio, adesso sgambetta alla grande e lo fa partecipando attivamente sia alla fase d’attacco che soprattutto a quella difensiva? Ci piacerebbe capire come e perché 2-3 giocatori anche significativi del gruppo abbiano cambiato passo e atteggiamento da una settimana all’altra. O venivano male utilizzati oppure – e in questo senso l’esperienza di lungo corso di Pillon potrebbe essere risultata preziosa – sono stati responsabilizzati in ben altra maniera. Alle volte, e lo affermiamo senza che qualcuno abbia a risentirsene, il tasto della psicologia si rivela decisivo per chiedere piccole o sostanziali modifiche dell’atteggiamento in partita: l’allenatore trevigiano potrebbe aver pigiato il dito su quel tasto con delicatezza, solleticando un orgoglio che prima era soffocato o sminuito. Ipotesi che attendono conferma, sia chiaro, perché non basta vincere contro una formazione modesta come quella bergamasca per certificare la soluzione della crisi. Verifichiamo se c’è continuità di risultati, innanzitutto, e poi valuteremo gli effetti della cura Pillon. Se alla sosta di Natale il Padova sarà in posizioni decisamente più tranquille, allora potremo cominciare a fare ragionamenti diversi. Adesso proprio no.
Ore 10.40 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia): Petkovic 6.5; Dionisi 6, Diniz 7, Fabiano 6, Favalli 6; Ilari 6.5 (Bearzotti sv), Corti 7 (Giandonato sv), Bucolo 6.5, Petrilli 7; Altinier 7, Neto Pereira 7 (Cunico sv).
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Una rete che ha tolto dall’imbarazzo squadra e mister, visto che, con il passare dei minuti, se il risultato non si fosse sbloccato, si sarebbe materializzato il rischio concreto dell’ennesimo pareggio. Super Petrilli. Nella ripresa la gara ha preso la svolta più logica: dovendo aprirsi, per tentare di riacciuffare il risultato, l’Albinoleffe ha favorito le giocate di un Padova finalmente più concreto e presente a se stesso, in grado di affondare il piede sull’acceleratore al momento giusto. Detto che Petkovic si è disimpegnato egregiamente su un gran tiro da fuori di D’Iglio (3’), il protagonista della seconda parte è stato, com’era già successo contro i virgiliani, Nicola Petrilli. Al 13’, su punizione poco fuori area, concessa per un fallo su Altinier (grande prova la sua, mai visto correre così tanto, sia davanti che in difesa), il piccolo attaccante piemontese ha indovinato un tiro diabolico, che ha mandato il pallone nell’angolo alla sinistra del portiere. Poi, al 27’, ha chiuso in gol una splendida azione corale del reparto offensivo, partita da un tacco di Altinier, proseguita da Neto con passaggio ad Ilari e con l’assist decisivo di quest’ultimo. Tre “perle” , che riportano la differenza-reti finalmente sul segno “+” (14 realizzate contro 13 subìte). Annotazione finale: in Tribuna Fattori è comparso all’inizio uno striscione emblematico, “Arrivederci Carmine. Il tuo posto è qui con noi”. Non era tutto da buttare, come si è visto, del lavoro di Parlato. Questo sia detto a memoria futura.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Il suo primo tempo di ieri non è stato un esempio convincente di come si aggredisce un avversario chiuso e ordinato, che presidiava con attenzione ogni zona, fasce laterali comprese. La partita l’hanno fatta, ovviamente, Neto Pereira & C., ma sul taccuino in poco più di mezz’ora di gioco si erano annotati soltanto un paio di colpi di testa (di Ilari e Petrilli) e una conclusione di destro del capitano brasiliano rintuzzata a mani aperte dal portiere bergamasco. Pochino per sperare di venire a capo di un match insidioso, nonostante l’impegno di tutti (rispetto alle previsioni, oltre a Niccolini e Cunico, era rimasto fuori dalla formazione iniziale anche Giandonato) a tradurre in campo le consegne ricevute, in ossequio al nuovo modulo, il 4-4-2. “Regalo” del portiere. Nel calcio, si sa, bisogna saper cogliere l’attimo propizio per far pendere la bilancia dalla propria parte, e i biancoscudati, piuttosto imprecisi sino a quel momento sulla direttrice di sinistra (Favalli-Petrilli), l’occasione l’hanno sfruttata a dovere al 42’: Amadori ha rinviato male su un compagno, che gli ha restituito la sfera, ma sulla pressione di Neto Pereira l’estremo difensore ha commesso uno svarione, calciando verso Altinier in agguato dentro l’area; appoggio immediato di quest’ultimo per Neto, che di destro ha angolato la conclusione sul palo alla destra del numero 1 ospite.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Buona la prima per Bepi Pillon, subentrato a Carmine Parlato a metà settimana, dopo che il tecnico napoletano era stato esonerato domenica scorsa, all’indomani del pareggio senza gol con la Pro Patria. L’allenatore trevigiano centra subito il successo, contro l’Albinoleffe terz’ultimo, e per il Padova è la fine di un incubo durato 41 giorni, da quando – era il 24 ottobre – aveva rifilato al Mantova un’altra tripletta, con gli stessi marcatori (che coincidenza!), Neto Pereira e Petrilli. Quarta vittoria stagionale, dopo cinque partite in cui la squadra aveva raccolto appena tre punti, ed effetto immediato sulla classifica, con l’insediamento a quota 18, lontano (anche se devono ancora giocare Pro Piacenza, oggi, e Mantova, domani) dalle acque infide della zona playout. Luci ed ombre. Tutto risolto, allora, con il cambio di guida tecnica, per cui la navicella biancoscudata, dopo aver imbarcato acqua e rischiato di affondare, si è rimessa a galleggiare, riprendendo la rotta che aveva smarrito? Fossimo nei dirigenti, e nello stesso Pillon, che di esperienza peraltro ne ha da vendere, andremmo cauti. Perché il Padova, nonostante il risultato potrebbe suggerire il contrario, è ancora un malato convalescente, bisognoso di cure e attenzioni.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Alla fine a fissare il risultato è stato Petrilli, uno dei giocatori che aveva dichiarato di voler valorizzare… «Nicola ha qualità importanti, e a me piacciono i giocatori che saltano l’uomo e puntano la porta. Voglio vedere gente che ha gamba, che riparte, e di fronte ad una squadra chiusa come l’Albinoleffe non era facile sfondare. Invece non ci siamo mai allungati, non abbiamo lasciato loro la superiorità a centrocampo, l’unica cosa che ci è mancata è stata un po’ di manovra offensiva». Come mai fuori Giandonato? «Manuel è un ottimo giocatore, che ci tornerà sicuramente utile. Ma Bucolo mi piace, l’ho visto molto bene, e l’ho schierato per avere più interdizione, visto che a conti fatti avevamo in campo quattro attaccanti». La risposta dal punto di vista fisico? «Siamo andati bene, abbiamo corso sino alla fine e tenuto bene i ritmi. Dal mio punto di vista manca un po’ di agilità, ma ci lavoreremo. L’importante è farlo tutti insieme, partecipando in undici ad entrambe le fasi. La gara era un’incognita, temevo di aver messo confusione alla squadra, invece anche con il 4-4-2 si sono tutti comportati egregiamente. Non ho visto giocatori impauriti, ho visto un gruppo aggressivo e alcune grande individualità: se siamo questi, non dobbiamo aver paura di nessuno». Un’ultima curiosità: com’è stato tornare all’Euganeo? «Ne parlavo con il presidente: dopo 23 anni che alleno, avvertivo una grandissima tensione. Entrare in questo stadio è stato bello, e forse l’attesa che provavo significa che ho ancora tanta voglia di fare questo lavoro».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) È soddisfatto Beppe Pillon. Il Padova ha fatto vedere forse più di ciò che lui stesso si sarebbe aspettato, ha metabolizzato in fretta il cambio di modulo e ha ritrovato la vittoria. «Non potevo chiedere di meglio», esordisce l’allenatore trevigiano in sala-stampa. «I ragazzi sono stati eccezionali, soprattutto perché hanno svolto bene sul campo quelle poche cose che avevamo provato nei due allenamenti insieme. L’importante era vincere, sapevo di non avere la bacchetta magica, ma la prima impressione è stata davvero buona e posso essere contento». Nel primo tempo, sino al gol di Neto, un po’ di difficoltà si sono viste. Colpa del cambio di modulo? «Difficoltà direi soprattutto di natura psicologica, e lo dimostra il fatto che, dopo essere andati in vantaggio, abbiamo giocato decisamente più sciolti, come se ci fossimo liberati di un peso. Ci vorrà ancora tanto lavoro, dovremo migliorare molto certe combinazioni, e servirà pazienza. Ma il primo passo è stato positivo». Dove avete vinto questa gara? «L’Albinoleffe si difendeva con dieci uomini dietro la linea della palla, sapevamo che sarebbe stato difficile allargarli, ma siamo stati bravi a sfruttare il primo episodio favorevole e lì è cambiata la partita. Loro si sono aperti un po’ di più, e le cose sono diventate più semplici». Cosa l’ha soddisfatta di più? «L’applicazione della squadra. Si può fare ancora meglio, ripeto, ma i giocatori hanno espresso ciò che avevo chiesto loro: questa è una squadra che ci può regalare grandi soddisfazioni, e oggi (ieri, ndr) ha dimostrato di avere davvero grandi potenzialità».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Ancora una doppietta decisiva, che lo proietta in testa alla classifica dei marcatori biancoscudati con 5 gol. L’unico aspetto che cambia, per Nicola Petrilli, è l’essere riuscito ad incidere partendo dall’inizio, alla faccia di chi lo reputa decisivo solo quando subentra a gara in corso: «Le sento anch’io queste voci, ma non le ascolto», commenta l’esterno. «Se dovessi stare a sentire tutto quanto si dice, perderei anche concentrazione. Sono contento perché era una gara molto difficile e con questo successo possiamo ritrovare un po’ di serenità. Adesso dobbiamo fare più punti possibile prima della sosta». Cos’è cambiato con Pillon? «Ha cercato di farci capire un paio di concetti, ma per il resto abbiamo messo in pratica tanti aspetti già provati con Parlato. In questo 4-4-2 il mister mi chiede molto sacrificio sulla fascia, infatti più di una volta mi sono trovato davanti alla bandierina del corner nella nostra metà campo. Adesso avremo tempo di lavorare sulle nuove idee». Alle sue già tante gemme in biancoscudato ha aggiunto un calcio di punizione che mancava… «Sono stato bravo, anche se forse il portiere è stato un po’ ingenuo. La barriera gli copriva la visuale e ho cercato di far passare la palla lì sopra. Nel secondo gol è stato molto generoso Ilari, che poteva tirare, ma ha visto che ero solo e mi ha servito». Tra i protagonisti anche Cristian Altinier: «Un po’ mi dispiace non aver segnato perché per un attaccante il gol è tutto, ma era fondamentale vincere e sono molto felice della prestazione della squadra», confessa il centravanti. «In ogni caso sono contento della mia prova. Anche Parlato mi diceva spesso che nella sua testa ero titolare, ma purtroppo alcune situazioni e i risultati a volte non l’hanno permesso. Ma per me la cosa più importante è sempre stata che il Padova andasse bene». L’abbiamo vista ripiegare molto in fase di copertura. «L’ho sempre fatto e mi sono sempre impegnato. Non ho lo spunto di Neto e Petrilli, sono un attaccante diverso, ma cerco di dare il mio. Questa vittoria ci dà entusiasmo, anche se abbiamo ancora molto da lavorare».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ha esultato come raramente lo si era visto fare in questa stagione e finalmente può tirare un piccolo sospiro di sollievo. L’amministratore delegato del Padova, Roberto Bonetto, commenta con soddisfazione il ritorno alla vittoria dei biancoscudati: «Un successo che ci voleva, visto il momento che stavamo attraversando. È ancora presto per parlare dell’inizio di un nuovo campionato, ma questa prestazione mi regala almeno un po’ di serenità». Merito di Pillon? «Il nuovo tecnico ha dato un po’ di ordine, ma è appena arrivato e la sua mano la potremo vedere solo nelle prossime settimane. Contro l’Albinoleffe abbiamo visto in campo la squadra di Parlato, ma sappiamo com’è fatto il mondo del calcio e questa squadra aveva bisogno di una scossa». Concetto ribadito, con ancora più fermezza, anche dal presidente Giuseppe Bergamin: «In settimana abbiamo dovuto prendere a malincuore, ma con raziocinio, la decisione di cambiare tecnico. Mi è piaciuto vedere il senso di responsabilità che si è assunto la squadra. I giocatori hanno dimostrato attaccamento e voglia di fare al di là del risultato». Il numero uno guarda con deciso ottimismo al futuro: «Secondo me questo gruppo deve ancora dimostrare ciò che vale, gratificando il lavoro effettuato dalla società. Mi è piaciuto il 4-4-2 impostato da Pillon, perché tutti quanti hanno attaccato e difeso. Mi ha piacevolmente sorpreso la forza che abbiamo messo in campo. Finalmente ci prendiamo una boccata d’ossigeno dopo parecchie settimane in apnea, ma questo è solo l’inizio, dobbiamo continuare così».
Ore 09.10 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Dimitri Canello): Petkovic 6; Dionisi 5.5, Diniz 7, Fabiano 6.5, Favalli 6; Ilari 6 (Bearzotti sv), Bucolo 7, Corti 6 (Giandonato sv), Petrilli 7.5; Neto Pereira 7 (Cunico sv), Altinier 6.5.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) In attesa di conferme e fermo restando che i problemi non sono scomparsi, tanti saluti alla crisi, nonostante le difficoltà di un primo tempo più complicato del previsto. La prima formazione di Pillon propone due esterni come Ilari e Petrilli sempre partecipi (anche se spesso imprecisi) e un centrocampo formato da Bucolo e da Corti. Davanti Neto Pereira e Altinier, in difesa torna Fabiano al posto di Niccolini. Nei primi 45 minuti si sonnecchia, nessuno si prende la responsabilità della giocata risolutrice, poi il vento cambia, soprattutto nel secondo tempo. Il gol del vantaggio arriva al 41’ ed è praticamente la seconda vera occasione del pomeriggio: Amadori sbaglia clamorosamente un rinvio, sul pallone si avventa Altinier che controlla e serve Neto Pereira, chirurgico nell’infilare il pallone all’angolino. Il secondo tempo comincia senza cambi, il Padova prende coraggio e al 13’ ecco il raddoppio: Bucolo recupera un bel pallone e si guadagna una punizione invitante, sul pallone va Petrilli che batte Amadori per la seconda volta con un’esecuzione perfetta. Sul 2-0 la partita finalmente è in discesa, anche se l’Albinoleffe rimane aggrappato al match. A chiudere definitivamente i conti è ancora Petrilli, innescato da Ilari al 26’. Tiro imparabile per Amadori e 3-0 servito. C’è tempo pure per tre cambi e per il 4-0 sfiorato da un buon Altinier. Il Padova sale a quota 18 e sabato prossimo tenterà il bis a Gorgonzola. Poi il Bassano e il mercato di gennaio. L’imperativo: correggere i difetti di una squadra che Pillon ha appena preso in mano e che vuole dimenticare gli affanni di questi primi tre mesi di stagione. Non sarà facile, ma ce la può fare.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Sarà pur vero, come ricorda l’ad Roberto Bonetto nel dopopartita, che «la squadra messa in campo da Pillon è quella di Carmine Parlato», ma è altrettanto vero che il cambio in panca ha dato (almeno per ora) i frutti sperati per motivi ben precisi. Bepi Pillon ha (ri)cominciato con qualche idea semplice e funzionale allo stesso tempo: ad esempio ha varato una svolta decisa rispetto a Parlato, rimettendo Fabiano, Petrilli e Ilari al centro del villaggio, escludendo il capitano Cunico e preferendo lo schieramento a due punte con Altinier e Neto Pereira uno accanto all’altro. Ha osato con due esterni alti molto aggressivi e si è coperto rinunciando all’idea, accarezzata alla vigilia, di puntare dal primo minuto su Giandonato e preferendogli Bucolo. Il 3-0 all’Albinoleffe, sia pure più sofferto di quanto non dica il punteggio, è la logica conseguenza di uno schieramento adatto alla caratteristiche della squadra e allo stesso tempo equilibrato. «Avevo pensato a Giandonato — spiegherà nel dopo gara il “Baffo” di Preganziol — ma era troppo rischioso. Non ci sarebbe stato nessuno a difendere e poi con due esterni così offensivi avremmo sofferto troppo in fase di contenimento». Scelte logiche, insomma. Che alla lunga vincono la sofferenza e la paura di sbagliare che nel primo tempo attanaglia la squadra, fino quasi a incepparla. Per il gioco ci sarà tempo, ma la prima di Pillon sulla panchina del Padova dopo il ritorno maturato in settimana, è più che buona.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Un lungo sospiro di sollievo. Il 3-0 all’Albinoleffe spalanca scenari meno foschi per Giuseppe Pillon, che comincia con il piede giusto e non manca di sottolineare la sua gioia: «Non potevo pretendere di più – spiega il tecnico trevigiano – e i ragazzi sono stati eccezionali, complimenti a loro. Ci vuole lavoro e dobbiamo migliorare la fase offensiva, anche se sono stato più che contento di vedere attuate le poche cose che abbiamo provato. Abbiamo avuto pazienza, sfruttando al meglio il primo episodio. Ho visto grande applicazione ma possiamo fare ancora di più. Abbiamo grandi potenzialità ma bisogna crederci, l’importante era vincere, ci siamo riusciti». Il match winner ancora una volta è Nicola Petrilli, sempre decisivo nei momenti che contano e 5 gol all’attivo. «È una gioia grandissima – ammette l’esterno pugliese – arrivavamo da un momento bruttissimo, ma penso già alla prossima partita e spero di essere sempre determinante. Il nuovo modulo ha dato i suoi frutti, ma il merito è anche di quanto fatto e provato con Parlato». Lui, che da Parlato era stato sempre messo in discussione, sceglie la strada della signorilità.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 29, Alessandria, Bassano e FeralpiSalò 24, SudTirol 23, Cremonese e Pavia 22, Reggiana 20, Cuneo, Pordenone 19, Giana Erminio e Padova 18, Pro Piacenza 15, Lumezzane e Mantova 13, AlbinoLeffe 11, Renate 9, Pro Patria 3.
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la quattordicesima giornata (5-6-7 dicembre): Lumezzane-Bassano 2-3 (Pietribiasi (Ba) al 33′ pt, Falzerano (Ba) al 10′ st, Nossa (Lu) al 16′ st, Mancosu (Lu) al 26′ st, Proietti (Ba) al 33′ st), Padova-AlbinoLeffe 3-0 (Neto Pereira (Pd) al 42′ pt, Petrilli (Pd) al 13′ st e al 27′ st), Pordenone-Cittadella 1-3 (Berardi (Pn) al 12′ pt, Litteri (Ci) al 20′ pt, Bizzotto (Ci) al 34′ pt, Chiaretti (Ci) al 3′ st), SudTirol-Pro Patria 2-1 (Gliozzi (St) su rigore al 34′ pt, Marra (Pp) al 16′ st, Bassoli (St) al 44′ st), Cremonese-Giana Erminio 1-1 (Pinto (Ge) al 21′ st, Brighenti (Cr) al 45′ st). Oggi, ore 15.00 FeralpiSalò-Cuneo. Oggi, ore 17.30 Reggiana-Pavia, Renate-Pro Piacenza. Domani, ore 20.00 Mantova-Alessandria.
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E’ successo, 5 dicembre: il Padova batte 3-0 l’AlbinoLeffe grazie alla rete di Neto Pereira ed alla doppietta di Petrilli.