Padova, Niccolini: “Parlato era come un secondo padre! Ma è andata così e non possiamo far altro che accettarlo…”

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Per alcuni di loro Carmine Parlato è stato ben più di un semplice allenatore. Ritrovarsi alla Guizza e non rivederlo al campo, dopo un anno e mezzo nel quale la routine era rimasta immutata, non è stato facile. Di certo per chi, dei giocatori, era a Padova già l’anno scorso. Tanto più per quelli che avevano seguito in biancoscudato il tecnico partenopeo, dopo gli anni a Rovigo o a Pordenone. Matteo Dionisi ieri aveva lo sguardo quasi assente, e pochissima voglia di parlare: «Non me la sento, non saprei cosa dire…», le sue uniche parole prima dell’allenamento. Daniel Niccolini, invece, è riuscito a dire la sua nonostante l’amarezza: «In questi casi non si può mai dare tutta la colpa ad una sola persona», ha ammesso il difensore toscano, «ma sappiamo che nel calcio va così. Dopo 5 o 6 anni vissuti insieme, per me è brutto ricominciare senza il mister: era quasi un secondo padre, più che un semplice allenatore. Ci sono dinamiche, però, che vanno al di là dei rapporti personali: è andata così, e non possiamo fare altro che accettarlo». Niccolini, uno dei “fedelissimi” di Parlato, non avrebbe mai voluto vivere questo momento: «A Busto avremmo dovuto vincere a tutti i costi, ma non ci siamo riusciti. Carmine è forte, e anche da questa sconfitta saprà risalire».

(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)




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