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Ore 21.00 – (Il Piccolo) Anche se attorno all’Unione Triestina 2012 regna un clima di incertezza totale e si avvicina la data del 30 novembre, la squadra sul campo si gode la seconda vittoria esterna consecutiva. Dopo Verona, quando a sorpresa era passata sul campo della Virtus Vecomp, l’Unione nel recupero di mercoledì ha sbancato Sacile chiudendo la partita dopo appena mezz’ora contro il fanalino di coda. Una settimana decisamente strana, quella della Triestina, che coglie vittorie pur senza quasi allenarsi. Già, perché questo è uno dei tanti motivi di incertezza del momento attuale: dopo il riposo di lunedì, la seduta in palestra di martedì e il successo con la Sacilese di mercoledì, ieri a Proia e compagni è stata concessa un’altra giornata di riposo. Per carità, un po’ ci sta considerata la larga vittoria e i tanti impegni ravvicinati, ma è ovvio che la decisione va vista anche nell’ottica del campo di allenamento che non c’è. Insomma ieri la squadra non si è allenata, mentre il presidente del Primorje Zuppin non ha ancora ricevuto nessuna comunicazione da parte della Triestina sui pagamenti per il campo, in arretrato di una mensilità e mezza. Pertanto il “caso Prosecco” slitta ancora una volta: cosa succederà oggi? La Triestina si allenerà? E se sì, dove? Intanto, giusto godersi altri tre punti. Soprattutto da parte di chi in questo momento sta reggendo il timone sul piano tecnico, ovvero Elio Roncelli, che per battere la Sacilese ha insistito sul 3-5-2 che era risultato vincente contro la Virtus Vecomp: «Sì, ho continuato con quel modulo – spiega Roncelli – perché credo che con due esterni veloci riusciamo a creare molto davanti, ma allo stesso tempo restiamo anche coperti. Avevamo preso troppi gol in passato, ora stiamo facendo meglio ma sbagliamo ancora troppo in fase difensiva». Il mister comunque non può che essere soddisfatto della seconda vittoria consecutiva: «Nonostante qualche amnesia finale, abbiamo fatto bene. Siamo partiti un po’ chiusi e timorosi, visto che anche un’ultima in classifica è capace di qualche colpo di coda, ma poi abbiamo giocato un bel calcio nel primo tempo, li abbiamo messi là e oggettivamente loro hanno anche dimostrato i loro limiti. Nella ripresa abbiamo controllato bene, solo nei minuti finali c’è stato un rilassamento, con la testa non c’eravamo più e avevamo speso molto prima. Comunque sono contento del risultato, spero di far bene anche domenica contro il Dro, poi però bisognerà trovare un allenatore: sia perché finiranno le deroghe per la mia tipologia di contratto, e poi perché vorrei dedicarmi a quello che è il mio lavoro, ovvero il preparatore dei portieri».
Ore 20.40 – (Il Piccolo) L’ultima apparizione di Alessandro Calligaris, imprenditore di Manzano, presidente del gruppo mobiliero fondato dal nonno nel 1923 ed ex presidente della Confindustria regionale, sui radar sportivi di Trieste risale allo scorso anno, quando fu main sponsor della Sgt di pallacanestro femminile in serie A. Oggi il suo marchio resta soltanto sulle maglie di Corno di Rosazzo, sempre basket, ma maschile e di serie C. Calligaris, ha mai avuto qualche contatto con la Triestina? La Triestina è una squadra che conosco e spero che torni a scalare le varie categorie del calcio italiano. Per me, friulano, è logico avere una vicinanza per l’Udinese. Ma qualcuno l’ha mai interpellata prima di adesso per chiederle di entrare o di prendere la società? Sì, tanti anni fa ricordo. La Triestina aveva iniziato ad avere problemi e c’erano degli imprenditori legati a Fantinel, che stava per rilevare il club, che mi proposero di entrare a far parte della cordata. Rinunciai in quanto avevo già avuto un’esperienza negativa con una squadra lombarda di serie B, il Monza. E lei ha mai valutato l’ipotesi di prenderla? Mi lusingava molto il progetto, ma l’esperienza che avevo avuto ha influito negativamente. Perchè la ritiene un’esperienza negativa? Perchè quando ci sono tanti soci con obiettivi diversi è difficile costruire qualcosa di valido. O si marcia tutti verso il medesimo obiettivo, oppure è meglio fare da soli. Ho partecipato per due anni a quell’iniziativa e poi uscii, come partner avevo diversi soci lombardi. Vede, nel calcio di oggi gestire una società di alto livello è abbastanza complicato. O si è magnati, con grandi risorse a disposizione, oppure bisogna essere oculatissimi gestori delle risorse che ci sono. In un caso o nell’altro, per poterlo fare bisogna avere una visuale univoca. In sostanza, una sintesi fra il pensiero enunciato martedì scorso su queste colonne da Maurizio Zamparini e la gestione che la famiglia Pozzo fa dell’Udinese da più di vent’anni. Giusto? Direi di sì. Ma del resto non vedo altre alternative, sull’argomento. Condò sostiene che la squadra di calcio, per una città, è un biglietto da visita. Quasi una sorta di indicatore socio-economico verso l’esterno: lo pensa anche lei? Direi che può contribuire, ma ci sono altri valori che possono essere più importanti. Visto che di mecenati all’orizzonte non se ne vedono, un’esperienza del tipo del Parma calcio secondo lei potrebbe essere praticabile anche a Trieste? Indubbiamente a Trieste c’è una realtà imprenditoriale che potrebbe far rivivere la Triestina. E lei, ci starebbe? Anche per quel che ho detto poc’anzi non rientra, in questo momento, nei miei programmi. Ad ogni modo, un consorzio di imprese per la Triestina avrebbe bisogno ovviamente di una personalità affidabile e spendibile a fare da garante-collante. Sul tipo di Nevio Scala a Parma. Secondo lei, chi potrebbe esserlo a Trieste? Personaggi di grande rilievo ce ne sono, ma dovrebbe essere qualcuno che sente particolarmente la vicinanza con la squadra e con la città, che ritengo siano passioni indispensabili. Trieste peraltro dispone di uno stadio adatto al calcio, ma adesso miseramente vuoto. Secondo lei è una risorsa oppure un peso per chi volesse prendere la Triestina? Lo stadio Nereo Rocco è un impianto calcististico considerato uno degli stadi più belli d’Italia! Sicuramente è una risorsa. Purtroppo oggi sembra una cattedrale nel deserto. Manca anche un luogo adatto a curare il settore giovanile del calcio. Un centro sportivo dedicato proprio ai giovani sarebbe funzionale a un progetto di rinascita o sarebbe un progetto inutile a Trieste? Sarebbe senz’altro un proposito valido in quanto le società calcistiche che nel loro interno hanno un settore giovanile, oltre che privilegiare la filosofia dello strumento calcio come mezzo formativo in tutti i suoi elementi, preparerebbero anche i giovani per la prima squadra e senz’altro un progetto parallelo utile su vari fronti. È un argomento che le è molto caro, quello dello sport come opportunità di formazione degli individui nel senso etico e sociale… Infatti le mie incursioni nel mondo dello sport non hanno avuto come obiettivo prioritario la sponsorizzazione fine a se stessa. L’aspetto importante, per me, nel dare sostegno alle attività sportive è offrire una possibilità di crescita dei giovani utilizzando i valori dello sport. Non mi interessa finanziare per salire di categoria, voglio invece che il club che aiuto sia partecipe della crescita dei giovani e che la partecipazione all’attività sportiva sia un mezzo per formare caratteri e in questo modo crearsi possibilità per il futuro. Corno di Rosazzo nel basket maschile, Sgt Trieste in quello femminile, San Giovanni al Natisone nel volley femminile, le sue tre Calligaris dello sport. Società locali e piene di giovani: le fucine ideali per il suo modo di intendere l’aiuto allo sport? Mai avuta l’ambizione di entrare in società sportive di alto livello, preferisco intervenire in piccole società del territorio che appunto possano dare una chance ai giovani locali e aiutarli nella loro crescita. Torniamo alla Triestina. Così com’è oggi, rischia di non festeggiare il secolo di storia, nel 2018. Secondo lei, Trieste merita di avere una realtà calcistica di alto livello? La Triestina ha una storia alle spalle da difendere. Ha conosciuto momenti d’oro e questo dimostra che avrebbe il potenziale, i tifosi ci sono… I triestini devono credere e puntare su questa squadra che senz’altro potrebbe diventare una realtà calcistica di livello. Da anni tanto gli imprenditori locali, quanto quelli extra cittadini, sono piuttosto tiepidi verso la Triestina. Ma Trieste per un imprenditore ha davvero così poco appeal? Ripeto che l’importante è credere e scommettere su questa squadra, ma soprattutto avere un progetto ben delineato.
Ore 20.10 – (Corriere delle Alpi) Belluno osservato speciale. Gli ottimi risultati della squadra gialloblù, frutto di un potenziale invidiabile e di un’età media molto giovane, ha attirato diversi osservatori al Polisportivo per tenere d’occhio i ragazzi di Roberto Vecchiato. Mercoledì contro il Fontanafredda sugli spalti si sono visti tre direttori sportivi che potrebbero cercare di fare affari in Piazzale della Resistenza. Il dirigente del Padova Fabrizio De Poli è venuto di persona per accertarsi delle condizioni di Paolo Pellicanò, e la sua presenza al match da l’impressione che il terzino gialloblù classe 1995, a dicembre potrebbe davvero partire per una nuova avventura. In quel caso il Belluno dovrà intervenire sul mercato. Oltre a De Poli, al Polisportivo si sono visti i gli osservatori della Sampdoria, Michele Dal Cin, e quello del Pordenone, Gianni Camatta, venuti sia per Simone Quarzago che per Alessandro Marta Bettina. Stefano Longo lascia il Belluno. Il terzino gialloblù classe 1997, dopo aver giocato le prime partite, complice però l’infortunio di Giovanni Pescosta, non ha più visto il campo e il ragazzo ha chiesto di essere ceduto in prestito. Il San Giorgio Sedico, che l’anno scorso lo aveva fatto giocare titolare fisso in Eccellenza, si è fatto subito avanti e l’affare si è già concluso.Per questa cessione il Belluno non andrà però alla ricerca di sostituti, perchè si è già optato per una soluzione interna con la promozione dello juniores Sergiu Ojog. Giudice Sportivo. Contro il Venezia il Belluno non avrà squalificati ma è entrato in diffida Antonio Acampora, che ha preso l’ammonizione a San Martino di Lupar. L’attaccante autore di una doppietta in Coppa Italia, si aggiunge al già diffidato Nicola Calcagnotto. Spettatori da Venezia. Dal capoluogo della Regione si aspettano circa duecento tifosi a sostenere la squadra della Laguna. La Curva Sud ha riempito ormai quasi due pullmann. Classifica “Giovani D Valore”. Il Belluno dopo quindici giornate si trova al sesto posto con 697 punti, i gialloblù distano solo 113 punti dal terzo gradino del podio ed una rimonta è ancora possibile. Il Ripa Fenadora invece si trova nelle parti basse con 156 lunghezze. I primi tre gradini del podio garantiscono premi economici importanti alle società che per poterli ottenere però devono mantenere la categoria. Montebelluna 1167, Giorgione 860, Liventina 810, Abano 710, Monfalcone 700, Belluno 697, Sacilese 694,Calvi Noale 491, Campodarsego 431, Luparense 407, Virtus Verona 386, Tamai 302, Levico 294, Mestre 180, Union Ripa 163, Fontanafredda 156, Dro 144, Venezia 134, Este 119, Unione Triestina 0.
Ore 19.40 – (La Provincia Pavese) Pavia-Mantova doveva essere la gara di Riccardo Maspero, da ex tecnico degli azzurri e poi allenatore dei virgiliani. Invece più di un mese fa dopo la sconfitta per 3-0 a Padova Maspero è stato esonerato quando il Mantova aveva ottenuto fino a quel momento, in otto giornate, solo otto punti frutto di due vittorie e due pareggi e di quattro sconfitte. Il sostituto dell’ex tecnico azzurro, Ivan Javorcic ha esordito poi con la sconfitta casalinga con la Giana, ma si è riscattato con il colpaccio a Bassano (1-0). Ottimo pareggio poi per il Mantova sul campo della capolista Cittadella (0-0). Nell’ultimo turno la formazione virgiliana è stata, invece, sconfitta per 2-1 dalla lanciatissima Feralpisalò. Un bottino, quindi sotto la gestione Javorcic di 4 punti in quattro gare, una media di un punto a partita come era stato quello di Maspero. Domani a Pavia il tecnico croato del Mantova dovrà fare a meno di Scrosta squalificato che dovrebbe essere sostituito dall’ex azzurro Samuele Sereni, che finora non ha trovato molto spazio. Per il resto indisponibili i lungodegenti Caridi, Beretta e Pane. In casa Pavia ieri mattina la seduta quotidiana. Mister Marcolini ha a disposizione l’intera rosa ad eccezione di Luca Ghiringhelli a riposo per la distorsione al ginocchio che si è procurato nella gara con il Bassano. Nel primo pomeriggio di oggi è prevista la rifinitura in vista della gara con il Mantova. Sarà interessante capire se mister Marcolini riproporrà la stessa formazione schierata ad Alessandria che al di là della sconfitta ha fatto bene sul piano del gioco. Da valutare l’eventuale impiego o meno di Giovanni La Camera, escluso nelle ultime due gare con Bassano e Alessandria. Per il resto non si prevedono grandi rivoluzioni nell’undici di partenza con Malomo che potrebbe essere ancora impiegato al posto di Ghiringhelli.
Ore 19.20 – (La Provincia Pavese) Una frenata delle prime della classe nel mese di novembre ha provocato un’ammucchiata al vertice del girone A di Lega Pro con nove squadre racchiuse in soli quattro punti dopo dodici giornate di campionato. Il Pavia nelle ultime settimane ha pareggiato due volte con Renate (0-0) e Bassano (1-1) prima della sconfitta immeritata ad Alessandria (1-2). Nonostante questi risultati non brillanti la squadra di Marcolini ha limitato i danni conservando il secondo posto e perdendo solamente un punto dalla capolista Cittadella. I veneti, infatti, pure loro non hanno vinto nelle ultime tre gare pareggiando con Lumezzane (1-1), Mantova (0-0) e Bassano (1-1). Ad approfittarne sono state soprattutto Feralpisalò e Alessandria che hanno agganciato a quota 21 il Pavia. La Feralpi è reduce da una striscia vincente con tre vittorie consecutive. I gardesani hanno superato 5-1 l’Albinoleffe a Bergamo, battuto poi il Lumezzane e domenica scorsa si sono imposti per 2-1 a Mantova. Si è rilanciata, dopo una partenza non positiva, l’Alessandria con 7 punti nelle ultime tre gare. Dopo la vittoria 1-0 con la Pro Patria la squadra di Gregucci ha pareggiato a Pordenone (1-1) prima di superare domenica scorsa il Pavia. Delle squadre di vertice chi ha fatto peggio di tutte è stata la Reggiana con un solo punto nelle ultime tre gare. Gli emiliani hanno perso due volte in casa con Cuneo (0-1) e Pordenone (1-4) andando a pareggiare 0-0 solamente a Busto Arsizio con la Pro Patria. Al terzo posto la Reggiana è stata raggiunta dalla Cremonese che è in rimonta con 7 punti nelle ultime tre giornate. I grigio rossi hanno ottenuto due vittorie in trasferta a Piacenza (1-0) e a Meda con il Renate (1-0) e pareggiato allo Zini con il Padova (1-1). A completare il trio a 20 punti troviamo un Bassano che ha raccolto, come il Pavia, solo due pareggi nelle ultime tre settimane, quello proprio al Fortunati e poi in casa con il Cittadella in due scontri diretti d’alta classifica. Ma la squadra veneta aveva iniziato il cammino di novembre con lo scivolone interno con il Mantova. Ad inserirsi nella corsa di testa e per i play off ci sono poi anche Pordenone e Sud Tirol, due delle squadre che hanno ottenuto di più nel mese di novembre e sono salite a 19 punti a sole quattro lunghezze dalla capolista Cittadella. I bolzanini con 7 punti, approfittando di un calendario non impossibile, hanno riagganciato le prime battendo in trasferta per 2-1 sia la Giana, sia il Lumezzane e pareggiando in casa con il Renate. 5 i punti ottenuti dal Pordenone.
Ore 18.50 – (Gazzetta di Mantova) Pavia-Mantova sarà la partita degli ex per eccellenza. Sono infatti ben sette – 4 in casa Acm e 3 sull’altro fronte – i giocatori che si troveranno ad affrontare la squadra in cui hanno militato nelle passate stagioni. E nel conto potrebbe rientrare anche il preparatore atletico biancorosso Corrado Merighi, che nello scorso torneo era proprio al Pavia nello staff di Riccardo Maspero. Quest’ultimo è forse quello più di tutti aspettava questa sfida (dopo l’esonero alla penultima giornata subìto dal club di proprietà cinese) ma la vivrà da lontano nello scomodo ruolo di doppio ex “ripudiato” da entrambe le società. Tornando ai protagonisti in campo, nel Mantova gli ex di turno domani saranno Samuele Sereni, capitan Manuel Scalise, Gabriele Puccio e Valerio Foglio. Sereni (al quale ieri la società ha impedito di rilasciare dichiarazioni nel timore di polemiche) ha giocato a Pavia la scorsa stagione (21 gare e 3 gol all’attivo) e in estate è stato protagonista di un lunghissimo braccio di ferro con la sua ex società per la rescissione del contratto. Scalise giocò invece a Pavia, in C1, mezzo campionato nel 2007 con 11 presenze. Ricordi forse sbiaditi i suoi, così come probabilmente quelli di Foglio, che nel Pavia giocò lo stesso campionato per intero, collezionando 25 partite e segnando 2 gol. Più recente è invece l’esperienza di Puccio, che nel Pavia ha militato dal gennaio 2011 al giugno del 2012, totalizzando 27 gare e un gol in due campionati. Sull’altro fronte, l’ex per eccellenza è Angelo Siniscalchi, andato via sbattendo la porta la scorsa estate in polemica con la nuova proprietà dell’Acm dopo un torneo a livelli eccezionali. Nel Pavia ci sono poi anche Stefano Del Sante, che a Mantova dal 2011 al 2013 ha giocato 67 partite segnando 23 gol e Denny Cardin, 28 gare nel 2013-2014.
Ore 18.30 – (Gazzetta di Mantova) Ieri mattina il Mantova ha continuato sul prato del “Dante Micheli” la preparazione in vista della sfida in programma domani (ore 15) a Pavia. Ivan Javorcic ha insistito a lungo sugli schemi offensivi (provando sia il 4-3-2-1 e sia il 4-3-1-2) ma ha mischiato le carte per quanto riguarda la formazione titolare. È probabile, comunque, che il mister croato confermi per gran parte l’undici che ha affrontato sabato scorso la FeralpiSalò, sostituendo lo squalificato Scrosta con Sereni. A metà campo potrebbero giocarsi una maglia Di Santantonio e Foglio (sicuro è invece il rientro di Raggio Garibaldi dopo la squalifica) e in avanti c’è il ballottaggio fra l’acciaccato Ruopolo – anche ieri fermatosi un po’ prima rispetto ai compagni – e Momentè. Le scelte definitive, comunque, saranno fatte soltanto dopo la seduta di rifinitura, in programma questa mattina (dalle ore 11) sempre al Te. La squadra partirà poi in pullman per Pavia, dove passerà in ritiro la notte che precede il match.
Ore 18.10 – (Gazzetta di Mantova) Ivan Javorcic non ha davvero un compito facile. Da un lato il mister lavora sul campo per far crescere la squadra, dall’altro lo fa nello spogliatoio, per dare autostima a un gruppo che ne ha disperatamente bisogno. E, come se non bastasse, come compito aggiuntivo ha quello di tamponare le scivolate – fatte in buona fede ovviamente – sul piano della comunicazione del Mantova (a tal proposito, è tornato in linea il sito mantovafootballclub.it), non sempre attento ai meccanismi propri del pianeta calcio. E così, alla vigilia dell’ennesima sfida a un team di vertice, ecco che Javorcic affronta a 360 gradi i problemi biancorossi. Per prima cosa, ovviamente, la gara di Pavia: «Sfideremo un’ottima squadra, una delle migliori del campionato – sorride il tecnico -, ma ormai ci siamo abituati… Che dire? Gli avversari hanno grandissime qualità individuali e notevole esperienza. Ricordano un po’ il Cittadella: squadra che sa controllare i ritmi, che ha un micidiale potenziale offensivo e una difesa ben strutturata. Noi cercheremo di limitarli, ma anche di preoccuparli, provando a essere incisivi in avanti come ci è riuscito proprio a Cittadella e a Bassano». Per farcela Javorcic non ha ancora deciso (o, più probabilmente, preferisce non dirlo) a quale schema e a quale formazione affidarsi: «Stiamo provando anche il 4-3-1-2 oltre al 4-3-2-1. È importante dare ai calciatori nuove conoscenze, per essere in grado di applicare più sistemi di gioco. A Pavia non so se faremo qualcosa di diverso dall’inizio, magari potrebbe tornarci utile a gara in corso. Ad ogni modo, l’importante è che il gruppo cresca e che anche tutti i singoli stiano raggiungendo la miglior condizione, per avere più scelte a disposizione». A proposito di scelte, Javorcic dice di doverne prendere ancora qualcuna: «Al posto dello squalificato Scrosta giocherà Sereni. Poi dovrò decidere se schierare Ruopolo, che non è al meglio ma che è importante in campo anche per il suo carisma oppure Momentè, che sta crescendo». L’altro dubbio è a metà campo: «Lì ho 3-4 giocatori fra i quali scegliere – spiega il mister -, è importante il rientro di Raggio Garibaldi ma anche Foglio è un elemento che può darci tanto… Valuterò fino alla fine chi far partire dall’inizio». Chiuso il capitolo tecnico in senso stretto, si passa a quello psicologico: «È importante capire che siamo competitivi – scandisce Javorcic, affermando l’esatto contrario di quanto detto 24 ore prima dal presidente Musso -. Ai ragazzi ho detto che, fino al 70’ dell’ultima gara, stavamo facendo 7 punti in tre partite contro le prime della classe. E in queste tre sfide, siamo stati avanti o in pareggio per 260 minuti su 270. È anche vero che con la FeralpiSalò alla fine abbiamo perso, ma le cose positive restano, come per esempio i 297’ di imbattibilità finiti sabato scorso». E si arriva così all’ultimo capitolo, quello della difesa pubblica del gruppo. Che scatta appena si nomina la parola mercato, evocata del resto il giorno prima dal presidente Musso nelle sue dichiarazioni su campagna acquisti estiva sbagliata, giocatori che hanno deluso le aspettative e sui prossimi movimenti di gennaio. Javorcic, dopo aver colto probabilmente qualche sguardo rabbuiato nello spogliatoio, butta acqua sul fuoco: «Il mercato in questo momento non va toccato, per rispetto dei ragazzi che compongono il gruppo. Se ne parlerà magari in separata sede e non nego che qualsiasi squadra è migliorabile, ma in questo momento proprio no».
Ore 17.40 – (Gazzetta di Reggio) Si è finalmente conclusa la telenovela di Antonio Junior Vacca, il forte centrocampista centrale protagonista con la casacca della Reggiana del girone di ritorno della passata stagione, che in estate aveva chiesto di essere ceduto. Vacca si allena da due mesi con il Foggia, che lo ha opzionato al termine della sessione estiva di mercato. In questo periodo il giovane napoletano ha continuato a gravare economicamente sulle casse granata perché il Foggia non poteva tesserarlo. Per lui, così come per Schiavon della Spal e Tripoli della Cremonese, si pensava ad una deroga della Lega Pro che consentisse ai giocatori di non perdere metà stagione: deroga che non è mai arrivata e pertanto fino a gennaio questi giocatori non potranno scendere in campo con altre squadre. La rescissione contrattuale sgrava la Reggiana da un robusto ingaggio e permetterà al dg Ferrara di tornare sul mercato di gennaio. Il centrocampista Vacca sarà invece libero, appena riapriranno le finestre, di firmare per il Foggia dove gioca l’altro ex Roberto De Giosa. A proposito di rescissioni anche l’ex calciatore granata ed ora tecnico Beppe Scienza, esonerato ad inizio stagione dall’Alessandria, ha trovato l’accordo per concludere definitivamente il rapporto col club piemontese in attesa di trovare una nuova panchina.
Ore 17.20 – (Gazzetta di Reggio) Questa mattina i granata effettueranno alle 11.30 la rifinitura e poi il mister Colombo stilerà la lista dei convocati per la gara di domani sera, fischio d’inizio alle ore 20.30 a Cittadella. Subito dopo il pranzo la squadra partirà in pullman alla volta della cittadina patavina. La Reggiana vista ieri in allenamento lascia intendere di tornare al 3-5-1-1 con alcune interessanti novità nello schieramento: la difesa a tre sarà composta da Spanò, Parola e il quasi debuttante De Biasi; i cinque di centrocampo saranno Siega a destra (Rampi è fermo per affaticamento), Frascatore a sinistra ( se riuscirà a smaltire il colpo ricevuto da Mogos durante la partitella finale, in caso contrario sarebbe proprio il romeno a subentrargli con Siega dirottato a sinistra), Bruccini interno destro, Angiulli interno sinistro e Maltese a fare da regista; in attacco confermata la fiducia a Nolè alle spalle di Arma. Ieri ha continuato ad allenarsi il montenegrino in prova Idriz Toskic, che potrebbe strappare un’altra settimana di allenamenti per mettersi in mostra. Nel ragazzo si vedono buone qualità nella gestione del pallone ed il suo status di svincolato lo mette in condizione di essere tesserato in qualsiasi momento, anche se la linea media al momento appare al completo. Danza e Sabotic continuano a lavorare al differenziato mentre Meleleo si è reintegrato col gruppo. Visite speciali ieri in via Agosti: è sbucato Pietro Parente, l’ex attaccante granata di A e di B è venuto a salutare Colombo ed a rivivere per qualche attimo il luogo in cui fu protagonista quasi venti anni fa; poco lontano da lui c’era il diesse della Correggese Marcello Rossi.
Ore 17.00 – (Gazzetta di Reggio) E’ stato il giocatore più votato per gli anni Novanta, nel sondaggio promosso dal Gruppo Vandelli con la Gazzetta di Reggio, e per questo sarà effigiato nei murales dello stadio Mirabello. Eugenio Sgarbossa, capitano della Reggiana in serie A, con 151 presenze e due reti, è una vera e propria icona granata. A Reggio, dove vivono i figli, il “Gegio” viene spesso e può capitare di incontrarlo alla rete di via Agosti a seguire gli allenamenti. Domenica scorsa ha seguito la partita tra Bassano e la squadra della sua città natale, il Cittadella, contro cui domani sarà impegnata la Reggiana. Ne abbiamo approfittato per farci raccontare qualcosa sulla capolista. Che partita ha visto tra Bassano e Cittadella? «Una bella sfida, dove alla fine avrebbe meritato qualcosa di più il Bassano». Capolista da bocciare? «Assolutamente no. Però domenica il Bassano ha giocato meglio e divertito. Il Cittadella può contare su un potenziale che non ha eguali in categoria. Sono meno belli da vedere ma più solidi e concreti in tutte le zone del campo». Una vera corazzata? «Più o meno. Domenica è uscito Pascali per un problema muscolare e se non recupera potrebbe essere una grave assenza per il Cittadella. Parliamo di un giocatore con esperienza e personalità». Quindi nessun punto debole? «Difficile trovarne. Personalmente non mi fa impazzire Iori, il mediano basso. Bravo, ma spesso rallenta l’azione e proprio per questo motivo la Reggiana dovrà essere brava a mandarlo in difficoltà». Invece secondo lei chi potrebbe essere lo spauracchio? «Attenzione a Jallow, un attaccante classe 95 davvero bravo e veloce. Domenica è salito nel secondo tempo ma credo proprio che partirà dall’inizio». Il Cittadella è la candidata numero uno per la promozione? «Credo di sì perché hanno una rosa ben attrezzata in tutti i ruoli, ma non sarà così semplice. Dovrà vedersela con Alessandria, Bassano, Pavia, Pordenone e la stessa Reggiana». Due punti nelle ultime quattro partite: non esattamente un bel ruolino di marcia per i granata… «Eppure sono a tre punti dalla vetta. Questo per dire che stiamo parlando di un campionato equilibrato e molto strano”. La Reggiana non sta attraversando un bel momento. Da veterano granata che consigli dà? «Sembrano frasi fatte ma servono solo lavoro e concentrazione. Se fossi nel tecnico direi ai giocatori di giocare facile: non c’è niente da inventare». E magari fare quadrato nello spogliatoio? «Quello sempre: il luogo sacro per eccellenza». Una volta era un luogo sacro. Adesso non è esattamente così: senza distinzione di piazza o categoria. «E’ vero. Ai miei tempi quello era un luogo sigillato ermeticamente. Adesso, nell’era dei social, ogni minimo screzio diventa pubblico dopo una frazione di secondo». Il tecnico Colombo è stato confermato dal presidente Compagni senza se e senza ma. Condivide? «Assolutamente sì. Tutta la mia stima per il presidente».
Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Neroverdi in espansione, fuori provincia e fuori regione. Un gancio è fissato con l’Udinese, per sviluppi societari e di programmi sportivi. L’altro è orientato verso Portogruaro, dove si farebbero verifiche allo stadio, per riscontrare requisiti in vista della B. Con il programma che la tredicesima giornata prevede, in caso di successo il sogno del secondo posto non è precluso. CONQUISTARE SALÒ – Nell’immediato c’è la trasferta dalla FeralpiSalò, seconda con due punti più dei ramarri, domenica alle 17.30. Tre sconfitte casalinghe, una vittoria e un pareggio sono i numeri dei lombardi, per l’ottimismo della squadra di Tedino, pronta all’uscita con possibilità di sorpasso. Meno di 4 punti, come quelli conquistati dalla Feralpi nel proprio stadio, li ha incassati solo la Pro Patria, ultima in graduatoria. INFERMERIA – Aimo Diana, l’allenatore dei prossimi avversari, dopo la promozione in prima squadra è reduce da tre vittorie e un ko in Coppa Italia. La sua infermeria? «Niente di grave – afferma -. E soprattutto ci sono ottime soluzioni in vista del Pordenone, per una sfida che sarà davvero tosta». Al De Marchi chi ha lavorato più giorni separatamente è Francesco Finocchio, ex di turno come Maracchi: out. Poi si era staccato dal gruppo Luca Strizzolo. L’allarme è scattato quando ha coinvolto pure il capocannoniere. Ma il problema muscolare di Caio De Cenco, eseguite le diagnosi del caso, non appare irrimediabile. Quindi sia Strizzolo che De Cenco sono dati per recuperabili.
Ore 16.10 – (Messaggero Veneto) «Stavo bene e sono un ex. Quanto mi pesa non esserci domenica…». La sfida la aspettava da diverso tempo. Per questo Federico Maracchi non riesce ancora ad accettare il fatto che, domenica, FeralpiSalò-Pordenone la dovrà guardare dalla tribuna. Il centrocampista dei bresciani, infatti, in neroverde la scorsa stagione, lamenta problemi alla schiena, accusati due settimane fa. Aveva appena segnato i suoi primi due gol in campionato, era in grande forma. Questa era la prima sfida con la sua vecchia squadra. «Ci tenevo tanto a giocare contro il Pordenone, anche se il vero match da ex sarà quello del girone di ritorno, a marzo – afferma la mezzala triestina –. Giocare al Bottecchia con i “ramarri” sarà un’altra cosa. Eppure volevo essere in campo, mi ero appena sbloccato e la squadra aveva ripreso a girare. Peccato. Soffrirò in tribuna». Maracchi ha giocato soltanto lo scorso campionato in riva al Noncello, dimostrando però amore per la maglia – aveva rifiutato il Teramo a gennaio – e affezionandosi all’ambiente. L’offerta irrinunciabile della Feralpi l’ha poi “strappato” dal De Marchi. «Mi farà piacere rivedere Buratto e Careri, gli unici rimasti della mia esperienza in neroverde – afferma –. Dell’anno appena passato ho bei ricordi, peccato per la retrocessione. Vedo che il Pordenone sta facendo bene, sono contento. A dire il vero, però, non mi aspettavo la squadra così in alto. Domenica – continua – per noi sarà una sfida piuttosto dura, anche perché in casa fatichiamo avendo vinto solamente una gara (col Lumezzane). A ogni modo stiamo facendo bene, sono fiducioso». Tre successi nelle ultime tre gare, dice il ruolino. Merito anche del nuovo allenatore, Aimo Diana (al posto di Michele Serena). «Ci ha portato entusiasmo – spiega Maracchi –. Il punto di forza della squadra? Il fatto che c’è un blocco di giocatori che lavora assieme da anni». Che partita sarà? Maracchi pronostica una gara «con tanti gol, aperta, tra due squadre coraggiose che vogliono centrare i play-off: sarà da divertirsi. Naturalmente spero vinca la Feralpi. Al Pordenone auguro di prendere i tre punti dalla gara dopo…».
Ore 15.50 – (Messaggero Veneto) L’ecografia non ha messo in evidenza alcun problema: il flessore non ha nulla di grave. Il pericolo è scongiurato. Così, ieri, è scattata la fase due. Cioè il piano di recupero per avere Caio De Cenco in campo domenica. Lo staff tecnico e medico del Pordenone è pronto a dare tutto in questi due giorni per “sistemare” il capocannoniere del campionato (con 8 gol). La sua presenza con la FeralpiSalò può essere determinante per il valore dell’avversario (secondo in classifica), per l’importanza dello scontro in prospettiva play-off e, infine, per lo stato in cui si presenta il reparto offensivo: anche Strizzolo non è al meglio, mentre Finocchio dà forfait per la seconda volta di fila. Il piano. L’esame cui il brasiliano si è sottoposto ieri mattina è andato bene. Non è emerso nulla di particolare, così Tedino ha tirato un sospiro di sollievo e ha riabbracciato il giocatore nel pomeriggio. Nella seduta di allenamento, infatti, De Cenco ha svolto lavoro differenziato. Ha sudato prima in palestra e poi ha raggiunto il campo, dove si è limitato a un po’ di corsa. E’ stato questo il “menù” del giorno, che il giocatore affronterà anche oggi. Il piano prevede di gestire il dolore al flessore per due giorni: dopodiché, domani, il centravanti si riaggregherà ai compagni, sostenendo così la rifinitura assieme alla squadra. In questa maniera il bomber dovrebbe essere recuperato appieno e quindi essere presente nel match con la FeralpiSalò. In questo momento è molto dura rinunciare a De Cenco. Arriva da 5 gol in altrettante partite, bottino grazie a cui la squadra ora può pensare seriamente ai play-off. L’attaccante è poi psicologicamente e calcisticamente al top della carriera. Averlo o non averlo fa la differenza, in particolare se si affronta un top team come la Feralpi, reduce da tre vittorie di fila. Dovrebbe rientrare invece oggi col gruppo Strizzolo. Anche lui ieri si è allenato a parte, dovendo recuperare dalla forte botta accusata domenica al Giglio. Salvo sorprese, farà parte del gruppo dei convocati. Finocchio è invece fuori causa. Il resto. Tedino ha gestito l’emergenza continuando a lavorare lo stesso, provando il 4-3-1-2 con altri interpreti: Filippini in trequarti dietro a Cattaneo e Valente, quindi Cattaneo alle spalle di Filippini e Gulin. Se De Cenco e Strizzolo recuperano, a ogni modo, saranno nuovamente titolari, con l’ex Padova fantasista come domenica scorsa al Giglio. In mezzo al campo ieri si è rivisto Mandorlini, ormai recuperato appieno. Il romagnolo si candida a una maglia da titolare: sarà ballottaggio tra lui e Buratto. Per il resto Tedino, al momento, pare orientato a confermare la formazione capace del blitz a Reggio Emilia. D’altronde, squadra che vince non si cambia…
Ore 15.25 – Sul modulo: “Ritorno al 4-2-3-1? Dipende da molti fattori, vedremo… E poi lo schema è relativo”. Termina la conferenza stampa.
Ore 15.20 – Sulla squadra: “Se un giocatore è un professionista ad inizio settimana cambia la scheda e riparte. Non dobbiamo gettare la croce addosso a nessuno, anzi dobbiamo stare vicini a questi ragazzi perché loro vogliono il bene del Padova. Io sto coi miei ragazzi fino alla fine, e mi metto anche al loro servizio in un momento così delicato. Pensiamo positivo…”.
Ore 15.15 – Arriva Parlato. Sulla Pro Patria: “Speriamo di tornare a fare i tre punti! Dobbiamo essere ancora più uniti e più meticolosi… Quando giochi con l’ultima vorresti farne un boccone ma non è così perché stanno ritrovando l’equilibrio. Andiamoci a prendere con ancor più voglia questi tre punti, perché ne abbiamo ancor più voglia! Arrivano da due pareggi, quindi servirà lucidità ed attenzione. Ho detto ai ragazzi di continuare a giocare senza mollare un centimetro perché così facendo i risultati finalmente arriveranno. Dovremo sfruttare i pochi spazi che ci concederanno e stare attenti alle loro ripartenze”.
Ore 15.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 14.40 – Qui Guizza: provato anche il 3-5-2 con Dionisi, Fabiano e Diniz in difesa.
Ore 14.30 – Qui Guizza: prova anti-Pro Patria, Biancoscudati schierati col 4-2-3-1.
Ore 14.20 – Qui Guizza: regolarmente in gruppo Mazzocco e Diniz, assenti Amirante e Dell’Andrea.
Ore 14.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per la rifinitura, colloquio giocatori-Parlato.
Ore 13.50 – Qui Guizza: tutto pronto per la rifinitura, arriva al “Geremia” anche il presidente Bergamin.
Ore 13.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Ha dovuto attendere qualche mese in più rispetto ai suoi coetanei, il tanto momento del debutto in prima squadra però è arrivato e a Giacomo Seno brillano ancora gli occhi. Per il figlio dell’ex ds arancioneroverde Andrea Seno un «esordio shock», reso a suo modo ancor più indimenticabile dall’imprevedibile autolesionismo del Venezia contro l’Este. «E chi se lo scorda un finale così – concorda il centrocampista, 18enne il 1. dicembre -, nessuno poteva immaginare una sconfitta. Sono entrato al 91’sull’1-0, prima di scavalcare la linea bianca mi tremavano le gambe mentre aspettavo di scambiarmi il «cinque» con Callegaro». Per Seno (in campo 15’mercoledì a Chioggia in Coppa Italia) giusto il tempo di unirsi ai compagni nei due calci d’angolo costati al Venezia la perdita del primato. «Sull’1-1 ero a protezione del primo palo di Vicario, sul 2-1 invece marcavo un avversario, ho solo potuto assistere alla doppia beffa. Una delusione che questa squadra ha tutto per dimenticare in fretta». L’obiettivo al Taliercio al ritmo di due sedute al giorno è puntato sulla trasferta di dopodomani a Belluno (ore 14.30) con Favarin al timone. «Favaretto mi ha sempre incoraggiato e gli dico grazie, quest’estate mi è servito molto andare in ritiro per il secondo anno con i «grandi». Come altri juniores avrei potuto andare in prestito per cercare più spazio, ma ho preferito tenere duro qui perché potermi allenare con gente come Serafini, Calzi e molto altri credo possa servirmi di più per crescere. Ovviamente spero di restare e farmi notare anche dal nuovo mister». A proposito di consigli Giacomo Seno non trascura certo quelli di papà Andrea. «Di centrocampisti se ne intende – sorride – e lo ascolto volentieri per migliorare nel mio ruolo di mezzala di corsa e sostanza. Domenica era al Penzo e mi ha confidato di essere più emozionato di me al mio ingresso in campo, parole che mi hanno fatto felice. Mi dice soprattutto di divertirmi, ma naturalmente mi piace che il calcio stia pian piano diventando una cosa più seria. D’altra parte gioco in arancioneroverde da quando avevo 9 anni ed è bello non mettere più piede al Penzo solo da raccattapalle».
Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Ora tocca a loro. L’ha detto chiaramente mister Giancarlo Favarin appena investito dell’incarico di occupare la panchina del Venezia. Dopo l’esonero di mister Paolo Favaretto, tocca ai giocatori assumersi ciascuno la propria responsabilità e invertire la rotta. «Lo sappiamo bene. Ci siamo sempre assunti le nostre responsabilità, alla fine siamo noi ad andare in campo. C’è un obiettivo ben preciso da raggiungere che non è cambiato», commenta Evans Soligo, capitano del Venezia insieme a Mattia Serafini che dovrà scontare due giornate di squalifica (una per Carbonaro). Presentato martedì, Favarin ha potuto allenare il gruppo mercoledì mattina e nella doppia seduta di ieri, assistendo da spettatore alla sconfitta di Chioggia in Coppa Italia. «Con la Clodiense non abbiamo giocato come speravamo. Ora voltiamo pagina e ricominciamo – osserva il centrocampista veneziano -. L’impatto con Favarin è stato positivo, è molto carico e sicuramente c’è bisogno di questo. Se la società ha deciso così lo ha fatto per il bene del Venezia e noi ci mettiamo a disposizione». Domenica la squadra andrà a far visita al Belluno, terzo in classifica a quota 27 punti, 7 di svantaggio rispetto agli arancioneroverdi e a -10 dalla vetta occupata dal Campodarsego. Un’avversaria in salute, che sta dando del filo da torcere a chiunque come dimostra il 4-0 con cui si è sbarazzato della Virtus Vecomp due settimane fa. «Sappiamo che ci aspetta una partita difficile ma vogliamo tornare a fare bene, cercando di migliorare là dove avevamo commesso degli errori. Questo momento di flessione forse non ce lo aspettavamo – osserva Soligo – pensavamo che avremmo trovato delle difficoltà all’inizio, essendo partiti in ritardo quest’estate. Invece tutto è andato bene e si è inceppato qualcosa poi. Ma sappiamo qual è l’obiettivo e dobbiamo solo lavorare per raggiungerlo». Ieri al Taliercio i giocatori hanno consegnato ad Emergency le 20 maglie indossate in occasione della partita con l’Este, realizzate in memoria di Valeria Solesin. Parte di queste saranno messe all’asta martedì 15 dicembre all’Osteria «Ai Do Farai» (Dorsoduro 3278), il resto sarà messo all’asta on line.
Ore 12.40 – (La Nuova Venezia) Si riparte da Belluno, senza i bomber principali (Serafini 8 reti, Carbonaro 5), ma forse con un Barreto in più nel motore. Ieri doppio allenamento per il Venezia con Giancarlo Favarin in campo al mattino e al pomeriggio per far assimilare ai giocatori qualche nuovo dettaglio tecnico, tanto che il 4-3-1-2 di Favaretto potrebbe trasformarsi in 4-2-3-1, modulo adottato dal nuovo tecnico nelle due uscite ufficiali in Tim Cup del Pisa contro Sestri e Salernitana. Scelte che saranno condizionate anche dall’età dei quattro under da schierare considerano l’indisponibilità di Galli (1997). Dovesse giocare a una sola punta, la scelta è obbligatoria (Maccan), con alle spalle Fabiano, uno tra Callegaro e Acquadro, in base alla scelta degli under in difesa, e probabilmente Barreto (o Innocenti). Nella sua prima esperienza al Venezia, Favarin aveva utilizzato anche il 3-4-3 e il 3-5-2, tenendo conto delle caratteristiche degli attaccanti che trovò al suo arrivo (Grifoni, Lauria, Oliveira, Zubin, Essoussi e Florean) al posto di David Sassarini, con Crafa, Marcolini, Silvestri e Casagrande a giocarsi i posti a centrocampo. Con la Clodiense ha giocato dal 1’ Michael Cantini, dopo i 18’ contro la Triestina in Coppa Italia, sinistro classe 1997, una pedina in più per Favarin tra i giovani. E sarà subito un bel test per il tecnico: il Belluno ha vinto le ultime cinque partite in campionato rifilando quattro reti sia alla Sacilese sia alla Virtus Vecomp nelle ultime due uscite casalinghe. E quattro sono stati anche i gol con cui hanno regolato il Fontanafredda mercoledì in Coppa Italia, qualificandosi per il turno successivo, così come la Virtus Vecomp che ha superato l’Este. Ma a giudicare dalle formazioni schierate, nessun tecnico ha dato particolare peso a questa manifestazione. Tifosi. Un pullman per Belluno già completato, un secondo quasi. La Curva Sud è sempre vicina al Venezia, il costo della trasferta è 10 euro, ultime prenotazioni al numero 340.4675054. I biglietti sono in vendita anche in sede al costo di 10 euro. Altri tifosi saranno a Belluno con mezzi propri, insomma dovrebbe avere un buon seguito la squadra in questo big match della domenica, sempre che non precipiti la situazione metereologica.
Ore 12.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Archiviato il pareggio casalingo di sabato scorso contro il Cesena dell’ex Ragusa, il Vicenza domani affronterà la Ternana, che davanti al proprio pubblico finora ha tenuto un rendimento altalenante, con due vittorie, contro due formazioni di alta classifica come Novara e Bari, pareggiato contro la capolista Cagliari, ma subito ben quattro sconfitte. La sfida che attende i biancorossi di Pasquale Marino nasconde quindi più di una insidia, anche se l’ottimo rendimento esterno del Vicenza fa ben sperare. «I risultati dei nostri prossimi avversari non ci devono interessare più di tanto – spiega Mauro Vigorito –, dovremo scendere in campo cercando di giocare il nostro calcio e fare la partita. Loro vengono da una sconfitta subita a Crotone e sono una buona squadra con giocatori importanti in attacco». A Terni scenderà in campo un Vicenza ancora con tanti assenti. «Finora nelle difficoltà chiunque è stato chiamato in causa ha fatto bene – sottolinea Vigorito – e sono sicuro che anche a Terni sarà così. La nostra forza è il gruppo. Tutti remiamo dalla stessa parte e in un campionato lungo come la serie B è fondamentale». Per un portiere è sempre importante non subire gol, invece nelle ultime gare, anche a causa di qualche disattenzione di troppo, la compagine berica ha subito qualche rete evitabile. «Quando si prende gol si può sempre fare meglio – sottolinea Vigorito – in questo periodo siamo anche un sfortunati, al primo errore gli avversari ci puniscono, mentre a volte si sbaglia e non prendi gol e dell’errore non si ricorda più nessuno. Detto questo nella fase difensiva dobbiamo fare meglio, soprattutto sui calci piazzati la concentrazione e l’attenzione è fondamentale e qui dobbiamo migliorare per non ripetere quanto fatto».
Ore 11.40 – (Gazzettino) Il Cittadella dopo i tre pareggi con Lumezzane, Mantova e Bassano sta scordando la vittoria, anche se la classifica è migliorata perchè Pavia, Bassano e Reggiana hanno fatto peggio. Si sono però fatte sotto Alessandria, Feralpi, Cremonese, Sudtirol e Pordenone, che hanno ottenuto dei successi per certi versi sorprendenti. Andrea Paolucci, centrocampista e veterano in maglia granata, spiega: «La classifica è corta in un campionato che sapevamo essere equilibrato. Noi abbiamo dato continuità in partite difficili, l’obiettivo è comunque tornare alla vittoria per allungare in classifica. Sono molte però le squadre che ambiscono al vertice». Non c’è stato un calo di gioco da parte del Cittadella secondo Paolucci: «Noi sappiamo che dobbiamo fare meglio. Ci sono state partite nelle quali si doveva chiuderle metterdo al sicuro il risultato. Abbiamo mancato qualche vittoria, ma il carattere dimostrato è sempre stato quello giusto. Nel calcio gli errori ci stanno, noi lavoriamo per ridurli. Abbiamo una rosa completa in ogni reparto e le potenzialità per crescere ancora ci sono. A volte le cose ci riescono meglio, altre meno, ma non vedo un calo in quest’ultimo periodo». Domani sera con la Reggiana la sfida sarà dura, ma l’obiettivo per i granata è uno solo. «La Reggiana rimane una squadra che ha un organico importante e lotterà fino alla fine per l’alta classifica. Arriva al Tombolato con gli ultimi risultati piuttosto negativi, per cui vorrà ritornare a fare punti. Noi giocando in casa cercheremo a maggior ragione la vittoria». Lo spostamento della partita di Coppa Italia con il Bassano a giovedì sera 10 dicembre, fra le gare di campionato con Pordenone e Feralpi Salò, cioè due squadre emergenti, non preoccupa il centrocampista pescarese, che conclude: «Sarà una serie di partite ravvicinate importanti, ma noi ci teniamo a fare bene sia in campionato che in Coppa Italia. Sappiamo che ci sarà da lottare e non potremo commettere errori, ma siamo fiduciosi perchè abbiamo una rosa competitiva per sostenere questo doppio impegno». Ieri Manuel Pascali si è allenato ancora a parte, ma dovrebbe essere a disposizione per il match con la Reggiana. Oggi allenamento di rifinitura al pomeriggio. Sono stati già venduti 150 biglietti ospiti, per cui si prevede una nutrita presenza di tifosi della Reggiana.
Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Pascali tiene in allarme il Cittadella. Ieri, antivigilia della sfida in cartellone domani sera al Tombolato, il difensore centrale ha lavorato ancora a parte. A questo punto si fa più improbabile un suo recupero in vista del match con la Reggiana, anche se decisiva sarà la rifinitura di questo pomeriggio (posticipata alle 15). Non dovesse farcela, sarà Cappelletti ad affiancare Scaglia nel cuore del reparto arretrato. A centrocampo, invece, Paolucci, che non gioca titolare dalla trasferta di Bergamo dello scorso 24 ottobre, insidia Schenetti per un posto in mediana, dopo l’ottimo impatto avuto nel derby di Bassano, quando è subentrato dalla panchina. Arma, una specie di ex. Destino curioso quello di Rachid Arma, centravanti della Reggiana, in questo campionato già a segno in sei occasioni. Nella stagione 2010/11 è stato tesserato per il Cittadella, ma sotto le Mura è rimasto per meno di due mesi, senza nemmeno esordire a livello ufficiale. Arrivato a luglio, fu ceduto al Vicenza di Maran il 31 agosto. La storia del “Toni marocchino” è singolare. In Italia da quando aveva 10 anni, a San Bonifacio, nel Veronese, si è diviso per anni tra i campi di calcio della Serie D e il lavoro in fabbrica come addetto al montaggio dei motori in un’azienda di carrelli elevatori. Notato dagli osservatori della Spal, Arma si è trasferito a Ferrara nel 2008 per 2.500 euro al mese. Poi, nel suo destino, Vicenza, Carpi, Pisa e Reggiana. Alla gara con la sua – quasi – ex squadra si presenta carico: «Cittadella-Reggiana arriva nel momento giusto per noi, è una di quelle partite che dà stimoli da sola, in più siamo solo a tre punti dalla loro prima posizione. E poi noi ci esprimiamo meglio con le grandi, mentre facciamo molta fatica con le avversarie che si chiudono». Tanti pareggi. Cittadella e Reggiana si sono affrontate otto volte, tutte in Serie C/1. La prima risale al 1999/2000, 1-1 al Tombolato e vittoria per 1-0 degli emiliani a Reggio: a fine campionato fu, però, il Citta a esultare con la storica promozione in Serie B. L’ultimo doppio incrocio risale all’annata 2004/2005: 0-0 al Giglio e 1-1 al Tombolato. Otto i precedenti, quindi, con 5 “x”, 2 vittorie della Reggiana e una dei granata. Curiosità: nella partita d’andata in ogni occasione fu pareggio. Tifosi, nasce il club “Le Mura”. Lunedì sera, alle 20, alla pizzeria “Marechiaro” di Cittadella il club “I Love Citta” presenterà il calendario granata 2016, il cui ricavato andrà in beneficenza all’Associazione Cittadella Vita, il cui scopo è sostenere le donne che si trovano a vivere una maternità difficile. Martedì prossimo, alle 20, alla pizzeria “Torre di Malta” sarà presentato invece il nuovo club “Le Mura”, con presidente Emanuela Signoretto, mentre alle 20.45 Damiano Tommasi, attuale presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, interverrà sul tema: “Il pallone malato”, nell’incontro organizzato al Patronato Pio X. L’ingresso sarà libero.
Ore 10.50 – (Gazzettino) «E quando non arrivano c’è un pizzico di amarezza e non ti alleni con la stessa tranquillità e con lo stesso spirito che hai quando tutto gira bene. Se siamo in questa posizione di classifica, ce lo meritiamo e bisogna prenderne atto. Non ci nascondiamo dietro a “se” o “ma”, di sicuro abbiamo dei limiti e dei problemi, anche se qualcosa in più in classifica ci aspetterebbe». A Busto Arsizio siete chiamati a dare una risposta convincente, anche perché la sensazione è che la posizione di Parlato non sia saldissima. «Queste sono domande che deve porsi la società. Noi ci alleniamo e facciamo quello che ci dice il nostro tecnico, non pensiamo ad altre cose se non a giocare». Tra giocatori in spogliatoio vi siete detti che bisogna tirare fuori qualcosa di più per uscire fuori da questo momentaccio? «Certo. Quando attraversi un periodo come questo nel quale non arrivano i risultati, è normale che ci sia un confronto all’interno dello spogliatoio. Non dico che siamo sereni perché non lo siamo, però cerchiamo di dare sempre il meglio».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Non sarà crocevia, ma resta una partita molto delicata nella quale ci si attende che i biancoscudati facciano bottino pieno con l’ultima della classe per interrompere una serie deficitaria scandita da appena sei punti nelle ultime otto uscite. «Ci si aspetta sempre che il Padova vinca in ogni partita, e andremo in campo per giocarcela e per portare a casa i tre punti. Anche se la Pro Patria non è più quella d’inizio stagione che prendeva scoppole da tutti, adesso si sono organizzati e non è semplice giocarci contro: avendo un deficit rispetto alle altre compagini, pensano più che altro a difendersi. È una squadra ostica e se partecipa a questo campionato, vuole dire che non sono degli sprovveduti». Come spiega l’involuzione nella quale è piombata la squadra dopo le prime quattro gare incoraggianti nelle quali aveva raccolto otto punti? «È solo una questione di risultati. All’inizio non è che giocassimo così bene, però i risultati arrivavano. Ora giochiamo un pò meglio, ma non ci sono appunto i risultati».
Ore 10.30 – (Gazzettino) «Parlare di crocevia per la partita con la Pro Patria mi sembra eccessivo dato che siamo solo a fine novembre e il cammino è ancora lungo. Di sicuro siamo in un momento difficile, ma basta poco per sbloccarsi e tornare a fare risultato». A parlare è Daniele Corti, costretto ai box per squalifica nella sfida persa con il Cuneo, e pronto a tornare a dare il suo contribuito domani nella trasferta con i bustocchi. Tanto più che il centrocampista biancoscudato è un ex della gara, avendo indossato per due stagioni (2002-2004) la maglia della Pro Patria. «Mi fa piacere tornare a Busto Arsizio, sarà una bella esperienza da ex. Tra l’altro avevo realizzato anche un grande gol contro il Padova in Coppa Italia, però se domani segno esulto dato che non mi capita spesso di fare gol. Ho voglia di tornare in campo, anche se alla fine sono stato fuori solo una giornata. Ma vedere la partita dalla tribuna è sempre difficile dato che senti la tensione e non puoi sfogarla in campo».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Mazzocco in gruppo. Rientra l’allarme per il centrocampista che si era fermato mercoledì per un leggero fastidio al ginocchio, mentre ieri ha ripreso a lavorare regolarmente insieme ai compagni per tutta la durata dell’allenamento. Una seduta incentrata, riscaldamento atletico a parte, su una serie di soluzioni su palla inattiva in fase d’attacco che sono state provate ripetutamente. Prima di rientrare negli spogliatoi, lavoro supplementare per gli attaccanti che si sono cimentati con alcuni tiri in porta. Niente allenamento invece per Dell’Andrea, sempre lavoro differenziato per Amirante. Oggi alle 14 alla Guizza è in programma la rifinitura poi la partenza per Busto Arsizio dove si giocherà domani alle ore 17.30. Con quale formazione? Nei giorni scorsi Parlato ha provato sia la difesa a tre e sia il 4-2-3-1 utilizzato nelle prima parte di stagione.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «Adesso, invece, giocarci contro diventa difficile, perché sanno che hanno un deficit rispetto alle altre e pensano quindi a difendersi: finora spesso noi abbiamo faticato contro le formazioni che parcheggiano il pullman davanti al limite dell’area. Nonostante i numeri, rappresentano di certo un avversario ostico, se i giocatori calcano i campi di questa categoria non sono certamente degli sprovveduti». La speranza, nel teatro dell’ultima promozione in Serie B, è che i biancoscudati riescano a risolvere i cronici problemi in fase realizzativa: il “4-2-3-1” testato da Parlato negli ultimi giorni potrebbe essere una buona soluzione, ma la decisione verrà presa solo nelle ore precedenti la gara. «Nelle ultime settimane abbiamo giocato un po’ meglio rispetto al passato, anche concedendo meno spazio agli avversari, ma è il risultato quello che è rimasto. Non ci nascondiamo dietro ai “se” e ai “ma”, ci sono di sicuro dei limiti e dei problemi, ma secondo me qualche punto in più ce lo saremmo meritato. È da parecchie settimane che non vinciamo, e nello spogliatoio non possiamo essere del tutto sereni. Il confronto tra di noi c’è stato, ma tutto sommato credo sia solo un problema di risultati, non di gruppo».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Dal Padova ci si aspetta la vittoria tutte le domeniche, e anche domani sarà di certo così», confessa, «ma non mi piace sentir dire che a novembre per noi sia arrivato il momento del “dentro o fuori”. Il campionato è lunghissimo, e di strada ce n’è ancora tanta: io stesso un anno girai a gennaio in zona playout e poi vinsi il campionato grazie ai playoff a fine stagione. Le annate sono strane, e basta un niente per far sbloccare una squadra: i risultati dicono che siamo in un momento difficile, ma da qui a sostenere che quello con la Pro Patria sia il crocevia della stagione ce ne passa». Quattro gol fatti, due soli punti conquistati: se sulla carta la gara di Busto può sembrare la più agevole che potesse capitare, nella realtà rischia di trasformarsi nell’ennesimo infruttuoso tentativo di sfondare una difesa schierata. «Loro si sono inquadrati bene nelle ultime gare», ammette Corti. «Nelle prime partite prendevano scoppole a destra e a sinistra, e contro qualunque avversario».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La gara della svolta è ormai alle porte. Domani, alle 17.30, il Padova sbarca a Busto Arsizio per affrontare la Pro Patria, ultima in classifica, nel girone A di Lega Pro, con numeri impietosi. Ma i biancoscudati di certo non stanno bene e allo “Speroni” in gioco ci sono ben più dei tre punti: la possibilità di uscire dalla crisi, la speranza di allontanare la zona playout, quella ben più concreta di salvare la panchina di Parlato, che dopo la sconfitta con il Cuneo ha cominciato a… scottare. Il tecnico oggi testerà per l’ultima volta la formazione anti-bustocchi: la rifinitura è programmata per le 14 alla Guizza, e subito dopo la squadra partirà per la Lombardia. Probabilmente con Davide Mazzocco, che ieri si è allenato regolarmente, e di certo con Daniele Corti, che dopo il turno di squalifica è pronto a riprendersi il posto a centrocampo. Lui, che alla Pro Patria ha giocato per due stagioni una decina di anni fa, non vuole sentir parlare di ultima spiaggia.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Missione compiuta, in tempi più rapidi del previsto. Le radiocronache dirette delle partite del Padova sono salve e una tradizione lunga 35 anni può continuare. Dopo l’oscuramento iniziale (a causa delle esose pretese della Lega Pro), che aveva fatto saltare le radiocronache delle prime tre partite di campionato, Antonio Ammazzagatti era tornato a raccontare le vicende del Padova, ma il conto non era ancora stato saldato completamente. L’Azionariato Popolare Magico Padova, tuttavia, è riuscito ad affiancare l’agenzia Mediastar, trovando i 1.100 euro finali, parte dei quali tramite una raccolta fondi partita su internet, che ha visto il contributo di decine di tifosi. L’ultima parte, invece, è stata raggiunta mercoledì sera, grazie ad una cena appositamente organizzata all’agriturismo “Le Rose” di Rubano. Alla serata, a cui hanno partecipato anche rappresentanti della Tribuna Fattori e dell’Aicb, era presente il capitano di oggi, Marco Cunico, e quello di ieri, Damiano Longhi. Ad arricchire il bottino anche un’asta, che ha messo in palio la fascia di capitano di Cunico, i guanti autografati di Petkovic e Favaro e il libro fotografico “Protagonisti”. Banditore d’asta per l’occasione lo stesso Ammazzagatti. L’Azionariato Popolare Magico Padova, che ha come scopo quello di creare i presupposti per una partecipazione attiva dei tifosi all’interno della società di viale Rocco, si tuffa adesso in due nuovi progetti: un tour delle scuole cittadine per promuovere il tifo per il Padova e il rilancio del museo Biancoscudato, non più curato dopo la sparizione del vecchio Calcio Padova.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) La prima medicina, a quanto pare, si chiama 4-2-3-1, il modulo con cui la squadra aveva ottenuto otto punti nelle prime quattro partite e abbandonato in corso d’opera per il 4-3-1-2. Certo il ritorno di Corti accanto a Bucolo, probabili Neto Pereira nel ruolo di prima punta, Bearzotti e Petrilli come esterni. Il piano societario è chiaro: superare la crisi con Parlato, correndo poi al riparo a gennaio sul mercato. Dove bisognerà cedere prima di comprare: Anastasio potrebbe tornare al Napoli per poi essere girato in prestito altrove. Restano da valutare le posizioni di Altinier, spesso sacrificato e di Giandonato, che potrebbe chiedere la cessione. Bucolo è stato sondato da Catania e Alessandria, ma si trova bene a Padova e vuole rimanere; Petrilli piace almeno a 5-6 squadre fra cui la Cremonese, ma non vuole andarsene. Va però ricordato che entrambi sono in scadenza di contratto, situazione potenzialmente rischiosa. In stand-by per ora la situazione di Fabiano. Si cercano un centrocampista se uscirà Giandonato e un centravanti, considerato che Amirante ha un ginocchio che continua a dare problemi.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Un crocevia fondamentale per la stagione del Padova sarà lo Speroni di Busto Arsizio. Uno stadio che evoca dolcissimi ricordi e che porta con sé un’immagine indelebile, quella della promozione in Serie B del 21 giugno 2009. Con il 2-1 griffato Totò Di Nardo a regalare quel salto di categoria inseguito a lungo e sempre sfuggito per un motivo o per l’altro. Sono passati sei anni e mezzo e domani pomeriggio il Padova cercherà la vittoria per interrompere un’emorragia preoccupante di punti che ha portato la squadra ai confini della zona playout. La settimana è stata tesa e i rumors diffusi nell’ambiente, con i nomi di Giuseppe Pillon e di Giuseppe Galderisi rimbalzati qua e là fra gli addetti ai lavori, non hanno trovato alcuna conferma. La società davvero non ha pensato a un cambio in panchina e non ha studiato soluzioni alternative alla conferma di Carmine Parlato. Perché crede nell’allenatore campano ed è convinta che sarà in grado di trovare le contromisure necessarie per uscire dalla crisi.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 23, Alessandria, FeralpiSalò e Pavia 21, Bassano, Cremonese e Reggiana 20, Pordenone e SudTirol 19, Giana Erminio 17, Cuneo 16, Padova e Pro Piacenza 14, Lumezzane 13, Mantova 12, Renate 9, AlbinoLeffe 8, Pro Patria 2.
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la dodicesima giornata: Padova-Cuneo 1-3 (Rinaldi (Cn) al 48′ pt, Chinellato (Cn) al 2′ st, Neto Pereira (Pd) al 10′ st, Ruggiero (Cn) al 44′ st), Pro Piacenza-AlbinoLeffe 0-0, Lumezzane-SudTirol 1-2 (Tulli (St) al 2′ st, Sarao (Lu) al 38′ st, Gliozzi (St) al 46′ st), Renate-Cremonese 0-1 (Brighenti (Cr) al 15′ st), Mantova-FeralpiSalò 1-2 (Ruopolo (Mn) al 10′ pt, Bracaletti (Fs) al 27′ st, Romero (Fs) al 37′ st), Bassano-Cittadella 1-1 (Davì (Ba) al 45′ pt, Pascali (Ci) al 22′ st), Giana Erminio-Pro Patria 0-0, Reggiana-Pordenone 1-4 (De Cenco (Pn) al 5′ pt, Filippini (Pn) al 10′ pt, Arma (Re) al 16′ pt, Pederzoli (Pn) al 31′ pt, Filippini (Pn) al 17′ st), Alessandria-Pavia 2-1 (Marino (Pv) al 29′ pt, Bocalon (Al) al 12′ st e al 48′ st)
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