Live 24! Pro Patria-Padova, -3: problemi per Mazzocco, Diniz regolarmente in campo

Condividi

Clicca qui per aggiornare la diretta

Ore 22.00 – (Il Piccolo) «Un coinvolgimento degli imprenditori triestini in soccorso dell’Unione con una mobilitazione come è accaduto a Parma? Un’eventualità che mi sembra francamente improbabile». Sergio Razeto, presidente della Confindustria di Trieste e leader di Wärtsilä Italia, non si fa illusioni. «Non mi sembra che questi siano i tempi migliori per interventi importanti in quell’ambito». Razeto e lo sport. Un rapporto.. «…Ahimè inesistente. Non sono un appassionato di calcio, nè pratico altri sport. L’essere nato a Genova mi ha fatto ottenere l’appartenenza al Genoa Club di Trieste.Insomma, sono rossoblù per affezione». Questo a livello personale. Per quanto riguarda invece gli interventi in veste imprenditoriale? «Parto da una considerazione. Un investimento in ambito sportivo non provoca grandi ritorni economici su scala locale e ho visto che già altri industriali interpellati lo hanno sottolineato. Spesso si preferisce quindi puntare su obiettivi specifici come aiutare attività giovanili oppure quelle realtà, sempre più numerose, che coniugano sport e impegno sociale. Il primo esempio che mi viene in mente è l’Associazione Calicanto, la onlus della professoressa Gianello impegnata da tempo nei progetti di integrazione e sviluppo dei soggetti diversamente abili». Ciò non toglie tuttavia che tutte le principali società sportive di Trieste almeno una volta abbiano bussato a palazzo Ralli per chiedere interessamenti o sponsorizzazioni… «Ho dovuto dire no anche alla mediazione di sindaci, se è per questo. Sarò sincero: in sei anni solamente un associato ha sollevato l’argomento di Triestina.» Immaginiamo sia stato Vittorio Pedicchio che anni fa cercò di promuovere una cordata di industriali triestini per l’Unione. «Lo ha detto lei…» E se qualcuno provasse ora a rilanciare la proposta di un intervento a supporto della Triestina? «Può accadere che qualcuno provi a dare slancio a un’iniziativa ma ho dubbi sulla realizzazione concreta di un intervento, le imprese non navigano nell’abbondanza. In ogni caso non può essere Confindustria a promuovere direttamente un’azione del genere. Può farsene carico un associato. Non smorziamo sul nascere alcuna iniziativa. Se qualcuno si farà avanti e vorrà coinvolgere anche gli altri soci nessuno gli chiuderà la porta in faccia». A Parma è stato Barilla a scuotere la piazza, intervenendo a titolo personale e ritenendo quasi un obbligo morale un impegno a favore di una realtà sportiva del territorio. «Con la massima simpatia per la tradizione della Triestina, ritengo che nella nostra città ci siano altre necessità che interessano la comunità. Devo ripetermi: la situazione non è brillante ed è inutile negarlo. Il panorama è quello che è e sicuramente ci sono stati tempi migliori». Questa la posizione per quanto riguarda Confindustria. Relativamente a un eventuale coinvolgimento della Wärtsilä, invece? «La filosofia della maggior parte dei gruppi internazionali è di non intervenire direttamente per società sportive di vertice del territorio ma piuttosto sostenere singoli eventi o iniziative con risvolti sociali». Come ad esempio un progetto che veda al centro l’attività giovanile? «Ecco, un simile progetto avrebbe una valenza diversa rispetto alla gestione di una società di calcio».

Ore 21.30 – (La Provincia Pavese) «La società ha un allenatore e continua ad essere quello e continuerà ad esserlo». Il direttore generale dell’A.C.Pavia Nicola Bignotti è chiaro in apertura di una conferenza stampa rinviata ieri pomeriggio di un’ora e mezza e che per questo motivo aveva, insieme ad altre voci circolate già lunedì, fatto ipotizzare che qualcosa stesse succedendo in seno alla società azzurra. Come il caso di un allenamento pomeridiano rinviato dopo la seduta del mattino. Il tecnico Michele Marcolini ha preferito, invece, far disputare una seduta più lunga e intensa e poi dare libertà ai suoi calciatori. «Marcolini non è stato messo in discussione dalla società – sottolinea Bignotti – Soprattutto dopo la partita disputata dal Pavia giocata, e bene, domenica ad Alessandria e persa immeritatamente. Dopo una prestazione del genere, non si può mettere in discussione un allenatore che, ricordo, guida un club che si trova a due punti dalla vetta. Siamo assolutamente contenti del suo lavoro – continua il direttore generale azzurro – Bisogna, quindi, andare avanti per cercare di non essere più a due punti dalla testa, ma due punti avanti alle altre…». Il malumore, però, serpeggia anche attraverso i social da parte di diversi tifosi che mettevano in discussione l’operato del mister. «Che ci sia malumore dopo due pareggi e due sconfitte (Coppa compresa) è normale, non è che anche noi stappiamo bottiglie di champagne, però c’è un malumore al nostro interno che è costruttivo – ribatte Nicola Bignotti – Non siamo contenti dei risultati: non lo è il mister, non lo sono i giocatori, non lo è la società perché ognuno si aspetta sempre il massimo. Però dobbiamo sfruttare la situazione affinché il malumore si trasformi in buonumore, affinché si riparta imparando dagli errori per non ripeterli. Continuare a lavorare con positività, non in maniera critica, negativa e piangendoci addosso». Nessun incontro chiarificatore con la squadra o il mister ieri a pranzo? «Personalmente ho avuto un pranzo con degli sponsor, mentre è giusto che la squadra si confronti all’interno e con il mister. Ciclicamente certe voci e ragionamenti sono state fatte per le nostre avversarie – ricorda il direttore azzurro – E’ toccato prima all’Alessandria, ora alla Reggiana e anche a noi perché non sono arrivati i risultati positivi. Si tratta di un campionato molto equilibrato e difficile, ma che ci vede comunque protagonisti. Non stiamo attraversando probabilmente il nostro momento migliore come risultati e ne siamo consapevoli, ma con grande determinazione si può uscirne e siamo convinti di avere le possibilità per farlo». Mantova gara chiave per riportare il sereno ? «Al nostro interno problemi di questo tipo non ce ne sono, forse c’è qualcosa all’esterno, ma mai come in questi momenti si ha bisogno del calore dei nostri tifosi – conclude Bignotti – Certamente abbiamo bisogno della gente e di quell’entusiasmo che ci sanno trasmettere come è accaduto anche nella sfortunata gara del Moccagatta contro i grigi di Gregucci».

Ore 21.10 – (Gazzetta di Reggio) I granata continuano a lavorare in vista del big match di sabato sera (ore 20.30) a Cittadella, contro l’attuale capolista del girone A. Il tecnico Alberto Colombo sta ritrovando tutte le sue pedine, anche se dovrà fare a meno del centrale difensivo Minel Sabotic, che tuttavia sembra bruciare le tappe per un veloce ritorno in squadra, magari per la gara interna col Pavia della settimana successiva. Le decisioni più importanti dei prossimi giorni riguarderanno il tipo di modulo da cui ripartire e la scelta degli uomini da mandare in campo, tutti aspetti che in questi giorni non hanno ancora preso forma. Nella seduta di ieri erano presenti alcuni volti nuovi aggregati alla prima squadra: un paio di giocatori della Berretti ed un giovane in prova dalla doppia cittadinanza italiana e montenegrina (la stessa di Sabotic), Idriz Toskic. Quest’ultimo, accompagnato ai campi dal suo procuratore Salvatore Trunfio, un agente che in passato aveva già portato giocatori alla Reggiana, anche ai tempi della serie A, si è messo subito a disposizione dello staff tecnico granata col quale rimarrà in mostra per alcuni giorni. Classe ’95, Toskic è un centrocampista centrale dai piedi buoni in grado di fare il regista, conosce il calcio italiano perché ha militato nel settore giovanile del Bari dal 2006 al 2013 (disputando quattro partite in Serie B) e nella Primavera del Chievo, prima di finire in quel Monza che poi è fallito alla fine della scorsa stagione. Attualmente il giocatore montenegrino è svincolato dopo essersi aggregato in estate all’Akragas, girone C di Lega Pro. Per lui undici presenze nella nazionale Under 20 ed una con l’Under 21 del Montenegro. Designazioni arbitrali: Cittadella-Reggiana sarà diretta da Marco Piccinini di Forlì coadiuvato da Domenico Lacalamita di Bari e da Ruben Liberato Angotti di Lamezia. Giudice sportivo: tutti arruolabili per Reggiana e Cittadella.

Ore 20.50 – (Gazzetta di Reggio) «Per le mie caratteristiche di attaccante preferirei avere di fianco un giocatore che fa il lavoro sporco e dribbla l’uomo. Così potrei dedicarmi agli ultimi trenta metri». Il bomber Rachid Arma, il migliore della Reggiana fino ad ora, insieme a Parola, racconta il difficile momento della squadra e risponde anche ad alcune domande sulla sua posizione in campo. Dopo la gara col Pordenone possiamo parlare di crisi? «E’ un periodo con risultati non positivi, ma nel calcio ci stanno. A noi adesso il compito di migliorarci e di uscirne perché tutto sommato non siamo in una posizione di classifica drammatica e soprattutto il campionato è equilibrato». Domenica cosa non ha funzionato? «Gli episodi ci girano contro perché segnando il rigore potevamo giocare per vincerla, sul 2-1 avevamo preso le misure al nuovo modulo e le cose sembravano andare bene».. Ha segnato sei gol. Quanti gol farebbe se cominciassero a farle anche dei cross? «A me va bene anche un gol come quello di domenica con la palla filtrante di Nolè. E’ vero, di testa non ho ancora segnato, ma l’importante è buttarla dentro in un modo o nell’altro». Perché non l’ha calciato lei il penalty con il Pordenone? «C’è una scaletta dei rigoristi decisa dal tecnico e noi l’accettiamo». Da dove si riparte? «Valuteremo col mister dove abbiamo sbagliato, cercando di trovare soluzioni subito ma più che parlare di moduli dobbiamo ritrovare tranquillità e serenità, lavorando a testa bassa, perché ci attende una gara come quella di Cittadella, forse la migliore che potesse arrivare perché così non serviranno ulteriori stimoli oltre quelli di un avversario così forte». Colombo a fine gara ha detto che bisogno tenere unito il gruppo: ci sono problemi? «Non ci sono mai state cose gravi nello spogliatoio, anzi è molto unito. Probabilmente si riferiva ad un momento particolare che viviamo per cercare di trasmettere serenità». Alcuni suoi compagni stanno stentando. Lei invece ha subito trovato il passo giusto. «La categoria la conosco molto bene e dalla mia ho l’esperienza, però io giro se gira tutta la squadra altrimenti fatico anche io. Qualcosa in più nell’ultimo periodo avrei dovuto darlo anche io ma è un discorso generale». Da qui a Natale troverete le migliori del campionato: un bel test per capire dove potete arrivare… «Le squadre che si chiudono per noi sono un problema, dunque questo calendario difficile mi va bene. Non credo però che si saranno verdetti nelle prossime gare». Nel suo passato ci sono Spal e Pisa che si sono affrontate lunedì sera nell’altro girone ma anche … il Carpineti nel Torneo della montagna. «La partita l’ho vista proprio perché sono un doppio ex. Ricordo anche la parentesi a quel torneo, due partite giocate perché all’epoca militavo in Serie D, ma speravo un giorno di tornare da queste parti, in palcoscenici più importanti, perché ho visto tanto entusiasmo e mi piace anche lo stile di vita dei reggiani». Il vostro obiettivo resta la B? «Siamo una buona squadra in un torneo competitivo. L’obiettivo è giocarcela con tutti».

Ore 20.30 – (Gazzetta di Mantova) Non sarà il cambio delle regole a dare una mano al Mantova nella sua lotta per la salvezza. Proprio ieri, infatti, il Collegio di Garanzia dello Sport, riunitosi in una sessione di udienze a Sezioni Unite, «ha respinto il ricorso presentato dalle società Pro Patria e Piacenza contro la Figc (avverso la delibera del presidente Federale che ha determinato i criteri di retrocessione dalla Lega Pro, stagione 2015/2016), nonché il ricorso presentato dalla società Prato e altre contro la Figc avverso la medesima deliberazione del presidente federale». Le società che avevano presentato ricorso chiedevano in sostanza di ridurre da tre a una le retrocessioni in ogni girone di Lega Pro, al fine di riportare a fine stagione i campionati al numero di 20 squadre, previsto dalle carte federali. La decisione del Collegio di Garanzia lascia invece le cose come stanno e dunque al termine della stagione saranno 9 (tre per girone) i club a retrocedere in D, anche se la Lega Pro è attualmente composta da 54 e non da 60 squadre.

Ore 20.10 – (Gazzetta di Mantova) La preparazione del Mantova in vista della gara di sabato (ore 15) a Pavia prosegue con qualche acciacco. Ruopolo, come consuetudine, ha saltato i primi allenamenti della settimana a causa delle terapie al ginocchio, mentre Dalla Bona sta lavorando a singhiozzo per un fastidioso mal di schiena. Entrambi dovrebbero recuperare per la sfida del “Fortunati”, ma il condizionale è d’obbligo. Fuori causa restano invece gli infortunati Caridi e Beretta. Ivan Javorcic ieri ha fatto lavorare i suoi con esercitazioni 6 contro 4 per curare sia la manovra offensiva e sia la fase difensiva. In vista della sfida di Pavia il mister sarà obbligato a fare almeno un cambio, visto che il giudice sportivo come previsto ha squalificato Scrosta per una giornata. Sulla fascia sinistra dovrebbe dunque giocare Sereni, mentre il resto della difesa sarà confermato. Qualche dubbio in più potrebbe esserci da metà campo in sù. Scontato è il rientro di Raggio Garibaldi, che ha scontato la squalifica, mentre non è certo chi sarà a cedergli la maglia. Potrebbe toccare a Foglio, ma anche a Di Santantonio. Altra soluzione possibile è l’arretramento di Zammarini nel ruolo di mezzala, con Ungaro trequartista al fianco di Gonzi. Riassumendo, Foglio, Di Santantonio e Ungaro dovrebbero giocarsi un posto. Le scelte definitive saranno fatte comunque soltanto dopo gli ultimi allenamenti. Oggi è in programma una seduta mattutina al “Dante Micheli”. Sabato Pavia-Mantova sarà arbitrata da Daniele Paterna di Teramo, coadiuvato dagli assistenti Christian Rossi della Spezia e Davide Imperiale diGenova.

Ore 19.50 – (Gazzetta di Mantova) In un momento particolarmente delicato della stagione i soci mantovani dell’Acm tornano a far sentire la loro presenza. Portavoce del gruppo si fa Giambattista Tirelli, che invita i tifosi a non drammatizzare il ko interno subìto ad opera della FeralpiSalò e a stare vicini alla squadra. «Ovviamente non è simpatico perdere in casa e stare al quartultimo posto in classifica – ammette Tirelli -, ma non siamo affatto preoccupati per le sorti della squadra in questo campionato. Il cambio alla guida tecnica ha portato frutti evidenti, adesso si vede in campo una squadra organizzata, che corre e lotta in ogni partita ed è viva. Javorcic sta facendo un buon lavoro, per certi versi il Mantova attuale ricorda un po’ quello di Juric, almeno nel modo di difendersi con tutti gli uomini quando la palla ce l’hanno gli altri. Certo, non siamo ancora al top, ma l’allenatore ha bisogno di un po’ di tempo per dare alla squadra un assetto definitivo. In tre settimane non si può recuperare tutto il lavoro che di solito si fa in ritiro e in precampionato». Tirelli è insomma fiducioso: «Sono strasicuro che ci salveremo senza problemi, raggiungendo una posizione di metà classifica nel corso del girone di ritorno. Le potenzialità ci sono tutte e la squadra sta crescendo, dunque il tempo lavora per noi». Tornando al match di sabato, Tirelli lo inquadra così: «La FeralpiSalò ci ha messo sotto nel secondo e questo è indiscutibile. Ma è anche vero che quella gardesana si è dimostrata la miglior squadra incontrata finora e che forse il terreno pesante non ha agevolato le nostre caratteristiche, perché alcuni nostri giovani sono un po’ leggerini. Adesso avremo altre due gare molto difficili, contro Pavia e Alessandria, ma alla lunga verremo fuori. Anche perché – conclude il socio biancorosso – speriamo che entrino finalmente in forma alcuni elementi acquistati in estate che dovevano essere trainanti per la squadra e che finora si sono visti poco».

Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Può essere Alberto Filippini, classe ’87, ala sinistra, ma anche trequartista alle spalle delle punte, il nuovo acquisto del Pordenone. Poco utlizzato sino a domenica, l’ex Padova in B (stagione 2010-11) è “esploso” al Mapaei di Reggio, dove ha firmato due dei 4 gol che il Pordenone ha infilato nella rete granata (4-1). «Una doppietta – dice – che dedico prima di tutto allo staff medico della società, poi alla squadra e infine all’intera città. A Pordenone sono stato seguito nel mio recupero dopo l’infortunio da persone speciali, altamente qualificate. Ho sofferto parecchio – confessa -, per questo ora sono veramente felice». Il momento migliore del Pordenone è coinciso con il suo rientro. «Sono tornato – riprende con modestia – in una squadra che già girava a mille e questo mi ha facilitato. Ho grandi compagni, che mi hanno aiutato. Volevo e voglio ripagarli. A Reggio abbiamo sofferto solo un quarto d’ora. Poi, con il gol di Pederzoli, la partita è tornata in discesa». Dove potete arrivare? «Non dobbiamo guardare la classifica, ma affrontare ogni gara come fosse una finale. A partire – conclude – da quella di domenica a Salò». Ieri intanto una delegazione di giocatori e staff ha visitato a sorpresa la Vitis a Rauscedo, l’azienda del presidente Mauro Lovisa. «Mi ha fatto – commenta il patròn – veramente piacere».

Ore 19.10 – (Messaggero Veneto) Caio De Cenco entra in diffida. L’ammonizione rimediata a Reggio Emilia, infatti, è la quarta per il centravanti. Sono così due i giocatori in allarme-stop, l’altro è Alex Pederzoli. Due “califfi” quindi, che rischiano un turno di pausa forzata: situazione non ottimale in vista del match interno col Cittadella, che seguirà quello di domenica con la FeralpiSalò. A proposito, è attiva la prevendita per il match sul Garda, in programma domenica alle 17.30 allo stadio Turina. I biglietti si acquistano al bar Libertà di Pordenone a al Caffè Nogaredo di Cordenons, oltre che su www.ticketland1000.com. I prezzi: 8 euro settore ospiti e tribuna scoperta, 15 tribuna coperta.

Ore 18.50 – (Messaggero Veneto) Non è la squadra più giovane tra quelle in zona play-off scesa in campo domenica scorsa: la Cremonese ha fatto meglio, con una classe media degli undici titolari del 1990 (1990,45 per la precisione). Certo è che il Pordenone è stata l’unica squadra d’alta classifica a schierare quattro “ragazzini”: il tecnico Bruno Tedino ha infatti mandato in campo al Giglio Pasa (classe ’94), Buratto (’94), Berardi (’96) e Boniotti (’95), un poker di ventenni che, peraltro, hanno inciso nella vittoria con la Reggiana. Mancavano diversi “vecchi”, ma ciò non cambia la sostanza e la volontà del trainer di dare un segnale importante, ovvero che i risultati possono arrivare indipendentemente dalla carta di identità dei protagonisti (la classe media del team è comunque buona, 1989,27). Non è la prima volta che accade: da quattro gare di fila il poker di virgulti scende in campo. E l’ha fatto nei match più delicati affrontati sinora: con Bassano, Padova, l’Alessandria e Reggiana. E con loro la squadra ha conquistato 8 punti. Il segreto è anche il contesto in cui sono inseriti: giocano in un gruppo organizzato e, in particolare, con al fianco elementi d’esperienza che li guidano in momenti difficili del match. E’ più facile, per Buratto e Berardi, esprimersi se al fianco hanno un big come Pederzoli. Così come per Pasa e Boniotti avere vicino Stefani. Sta anche qui la vera differenza rispetto alla prima parte della scorsa stagione: i giovani, anche di valore, che scendevano in campo brancolavano spesso nel buio, viste le lacunedella squadra. A ogni modo si sta parlando di giovani di alto livello: Boniotti e Berardi provengono da settori giovanili di club di spessore, Brescia e Fiorentina; Buratto invece è ormai un habituè della prima squadra, essendo già al quinto anno tra i “big”, per Pasa parla il passato: nel 2013, a 19 anni, ha debuttato con l’Inter in serie A e in Europa League. Non c’è dubbio sul fatto che sia lui, su tutti, a spiccare. Pochi hanno la sua la sua freddezza nel giocare e la sua intelligenza calcistica, una dote che gli permette di giocare sia in difesa sia a centrocampo. I nerazzurri se lo riprenderanno.

Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) I gol dell’Este al 92′ e 93′ gli sono stati fatali, avendo fatto perdere al Venezia quel primato mai ceduto nelle precedenti 14 giornate. «Prendo atto della decisione della società – esordisce l’ormai ex tecnico lagunare Paolo Favaretto – la rispetto e prima di tutto ringrazio chi ha puntato su di me, i dirigenti Vasta e Scibilia, ovviamente il presidente Tacopina e il ds Perinetti che mi è stato vicino fino a domenica. Ciò premesso non mi soffermerei sulla sola gara con l’Este». Mister Favaretto, informato della decisione ieri mattina da Perinetti («Nel dopo-Este ho sempre avuto il filo diretto con lui, mai col presidente» spiega) misura come d’abitudine le parole, non alza mai i toni pur facendo le sue precisazioni. «Abbiamo perso, nel modo rocambolesco che tutti hanno visto, la prima partita dopo aver vinto 12 delle 17 gare ufficiali, pareggiandone 4, segnando il triplo dei gol subiti (39 a 13, ndr). L’unico ko della mia gestione ci ha fatto scendere al 2. posto, però i numeri sono lì per tutti e credo parlino chiaro sulla bontà del lavoro svolto». Tuttavia ultimamente il Venezia aveva perso quantomeno un po’ di brillantezza. «Anche la Juventus ha avuto i suoi momenti di difficoltà, eppure è riuscita a superarli risalendo passo dopo passo. Contro l’Este al 91′ stavamo ancora vincendo per 1-0, inoltre arrivavamo da due successi consecutivi nel derby col Mestre e a Fontanafredda. Considerato come eravamo partiti la scorsa estate, andando in ritiro in ritardo e con la squadra costruita giorno per giorno a Piancavallo, non mi pare che i numeri siano da buttare». Forse qualcosa si è inceppato nel gruppo? «Il gruppo è quello che ha conquistato 34 punti in 15 gare lottando sempre. Il mio unico dispiacere è quello di non aver mai potuto contare a tempo pieno su Barreto, che quando starà bene risulterà un valore aggiunto. Il mio successore sarà Favarin? Me lo dite voi, di sicuro ha buon materiale per lavorare. L’ultimo grande grazie è per i tifosi che spero continuino a ritrovare la voglia di stringersi con calore al Venezia».

Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Gioie e delusioni nel ventennale curriculum di Giancarlo Favarin. A compensare i 6 esoneri ci sono infatti altrettanti campionati vinti con la prospettiva del bis a Venezia per portare il bilancio in attivo. Dopo aver giocato per lo più in Toscana – Rondinella, Livorno e promozioni in C1 a Jesi e in C2 col Cuoiopelli – il 57enne pisano ha portato Aglianese in serie D (’94), Castelnuovo Garfagnana in C2 (’99), Lucchese dalla D alla Lega Pro1 (2008-10), Venezia in Pro2 (2012) e Andria in Lega Pro (2015). Tra le sue squadre Carrarese, Fano, Olbia, Latina, Ternana, Matera e Bisceglie. Tra queste due panchine in D il trasferimento nel marzo 2013 al Viktoria Zizkov, compagine praghese della Druhà Liga (la serie B della Repubblica Ceca) con un 8. posto finale. Nella D 2011/12 era subentrato alla 20. giornata ricevendo da David Sassarini un Venezia capolista con 5 punti di vantaggio sul Delta Porto Tolle. Oltre alla promozione in Lega Pro2 vinse anche lo scudetto dilettanti battendo 3-2 il Teramo nella final four di Gubbio.

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Da Favaretto a Favarin, il Venezia cambia tutto per avviare già a Belluno una rimonta da Lega Pro. L’esonero di Paolo Favaretto, nell’aria dal ko con l’Este, si è concretizzato ieri mattina con l’ok da New York del presidente Joe Tacopina al ds Giorgio Perinetti, il quale ha riportato in panchina quel Giancarlo Favarin che nel 2011/12 aveva già riportato gli arancioneroverdi tra i pro. «A prescindere dai risultati qualcosa si era rotto e non funzionava più, piccole sensazioni, alchimie importanti nella quotidianità del gruppo – le motivazioni di Perinetti -. Prima che sia tardi ho cambiato ma il Venezia ha un progetto e un percorso da fare. Perché Favarin? Era molto in alto nella mia lista già in estate, però aveva già detto sì al Pisa. Nuovi innesti? Prima il mister valuterà la rosa, soprattutto i giovani». Anche Tacopina è intervenuto con un messaggio riportato dal dg Dante Scibilia. «È stata una decisione molto difficile soprattutto per la grande dedizione di Favaretto – le parole del presidente – ma dopo un’attenta valutazione abbiamo deciso di cambiare rotta. Ho avuto un’ottima impressione della determinazione di Favarin, uomo appassionato che pretende l’eccellenza, due principi fondamentali al Venezia». Per l’allenatore toscano (che nonostante un biennale ha allenato il Pisa solo dal 9 giugno al 20 agosto, scaricato dalla nuova proprietà a favore di «Ringhio» Gattuso) la storia si ripete: nel gennaio 2012 l’allora dg Oreste Cinquini esonerò David Sassarini nonostante il +5 sul Delta Porto Tolle. «Stavo per allenare in Lega Pro, vorrà dire che me la riprenderò di nuovo col Venezia – la sua carica, mentre Perinetti confida un accordo per il 2016/17 in caso di promozione -. Con il ds abbiamo un amico in comune, il citì azzurro Antonio Conte, mi gratifica che abbia pensato a me per rimontare. Lunedì mi ha dedicato una giornata in Toscana, oggi sono qui per un nuovo punto di partenza. Vogliamo vincere, lo sanno tutti, ora anche i giocatori non hanno più alibi». Oltre a Favaretto sono stati esonerati anche il vice Pippo Vianello e il preparatore Paolo Casale. Al loro posto con Favarin il secondo Giovanni Langella e Renzo Ricci per il lavoro atletico.

Ore 17.40 – (La Nuova Venezia) Che l’atmosfera fosse diventata cupa, lo si era intuito. Che la “bomba” esplodesse dopo la gara contro l’Este, un po’ meno, anche perchè a metà settimana era, ed è, in calendario la partita di Coppa Italia. E poi perchè il presidente Joe Tacopina nel frattempo lunedì era tornato a New York. Paolo Favaretto ha saputo ieri mattina dell’esonero, è passato al Taliercio prima dell’allenamento pomeridiano, tenuto da Mattia Collauto e Andrea Turato, per salutare Massimo Lotti, i collaboratori e i giocatori, oltre a ritirare i suoi effetti personali nello stanzone che da domani sarà occupato da Giancarlo Favarin. «Rispetto le scelte della società, voglio ringraziare il presidente Tacopina e il direttore sportivo Perinetti per l’opportunità che mi hanno dato» ha detto il tecnico mestrino, «sono stati mesi positivi con la squadra, al di là di questo epilogo». Pochi avrebbero ipotizzato un epilogo anticipato della seconda avventura di Favaretto alla guida del Venezia in serie D. Ventuno punti nelle prime sette giornate con altrettante vittorie, un campionato che sembrava in discesa aspettando che prima o dopo Campodarsego, Virtus Verona e Calvi Noale si allontanassero. Da Abano Terme in poi il rallentamento (7 punti in 8 gare). «È vero, ma il bilancio odierno è di 10 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta in 15 partite di campionato, alle quali bisogna aggiungere i successi con Villafranca e Triestina in Coppa Italia. La squadra ha corso, e non poco, nonostante un assemblaggio fatto in corsa». Paolo Favaretto è un tecnico esperto e navigato, quando le onde si alzano, il primo a finire nel mirino è sempre il timoniere. «Me ne vado con un unico grande rimpianto: non avere mai avuto a disposizione Barreto. Un giocatore con grandissime qualità, tanto da farle intravvedere anche negli spezzoni di partita in cui ha potuto giocare, in grado di spostare gli equilibri di una gara, di tenere in apprensione le difese avversarie per le giocate individuali, ma anche come assist-man ai compagni». L’ultimo pensiero va ai tifosi. «Sono uno di loro, e lo sanno. Posso solo ringraziarli per il sostegno e l’incitamento che ci hanno dato finora e che continuerà fino al termine del campionato. Sarò sempre vicino a loro con il pensiero». Da oggi tornerà a essere un tifoso del Venezia.

Ore 17.30 – (La Nuova Venezia) Seconda esperienza al Venezia per Giancarlo Favarin, e tutti si augurano che finisca come tre anni fa quando conquistò la promozione in Seconda Divisione e il titolo di campione d’Italia dilettanti. Il 57enne tecnico di Pisa venne chiamato dal direttore generale Oreste Cinquini a sostituire David Sassarini. Era il 17 gennaio 2012, il Venezia primo in classifica, reduce da due pareggi con Sacilese e Sanvitese, ma con 5 punti di vantaggio sul Delta Porto Tolle. L’esordio fu pirotecnico (domenica 22 gennaio): 4-2 all’Union Quinto con tripletta di Zubin e gol di Lauria. Delta sempre alle costole, Venezia che improvvisamente rallenta perdendo punti al Penzo (2-3 con il Montecchio, 1-1 con il Sandonà, 1-2 con il Pordenone) e rodigini che si portano a due lunghezze. Nemmeno lo scontro diretto a Sant’Elena modifica lo status quo (1-1, 10ª giornata), ma una settimana dopo (8 aprile), il Venezia viene fermato dal Sarego (1-1, gol di Oliveira) sul neutro di San Bonifacio, mentre il Delta Porto Tolle liquida (1-0) il SandonàJesolo: aggancio. È passata alla storia l’esternazione post partita di Favarin («Il carattere? E dove lo compriamo? Al mercato?») con accuse al suo predecessore David Sassarini. Cinquini risolve la questione all’interno dello spogliatoi, Favarin chiede scusa e rimane al timone del Venezia. Uno sfogo che però sul campo paga: otto giorni dopo gli arancioneroverdi (2-0 al Concordia) staccano il Delta (0-2 a Pordenone). Un turno di assestamento (Mezzocorona-Venezia 0-1, Delta-Legnago 2-1), poi il trionfo: domenica 29 aprile, gli arancioneroverdi travolgono (5-2) l’Itala San Marco, i polesani crollano a Castelfranco (1-4, così Favarin riporta il Venezia in Seconda Divisione. Non è finita. Dopo il 3-0 a Belluno con cui si chiude il campionato (Venezia 73, Delta Porto Tolle 67), c’è la poule scudetto ed è ancora trionfo per Favarin. Saint-Christophe (3-0, tripletta di Zubin) e Castiglione (4-0, Lauria, doppietta di Oliveira ed Essoussi) vengono rullate. Si va in Umbria, final four tricolore: Venezia avanti ai rigori (5-2) con il Martina Franca e poi campione d’Italia (3-2) contro il Teramo (Oliveira, Zubin ed Essoussi) a Gubbio. Questo il 26 maggio, 48 giorni dopo sfogo di San Bonifacio.

Ore 17.20  – (La Nuova Venezia) Un amico in comune di nome Antonio Conte, e un reciproco rispetto con il direttore sportivo Giorgio Perinetti che dura da tempo. Partendo da questa basi, dopo tre anni Giancarlo Favarin ritorna sulla panchina del Venezia. La firma è arrivata su un accordo fino a fine stagione, ma con la possibilità di rimanere in sella in caso di promozione in Lega Pro. Pisano tutto d’un pezzo, pugno di ferro nello spogliatoio e quella simpatia tipicamente toscana fuori dal campo, il nuovo allenatore arancioneroverde non ci ha messo molto ad accettare la proposta di Perinetti. Una seconda avventura al “Penzo” è un gioco che vale la candela, e per il tecnico 57enne da oggi riprende la corsa per la promozione. «Perinetti è venuto da me in Toscana ieri (lunedì, ndr) e ad una società come questo Venezia non si può assolutamente dire di no» confessa Favarin, «se il club ha deciso di cambiare sono felicissimo che abbiano scelto me, ma ora la sola cosa che si può fare è rimettere assieme i cocci e ripartire dopo la sconfitta interna di domenica scorsa contro l’Este. Anche i giocatori devono fare mea culpa, perché ora non ci sono più alibi. La squadra è costruita per vincere il campionato, e questa chance di andare in Lega Pro me la voglio giocare fino in fondo. Sarà anche una questione di disciplina: i paletti ci sono, e se i giocatori ci stanno dentro sarà meglio anche per loro. Essere a Venezia è un onore per tutti, è bello, ma è inevitabile che non sia facile per la grande tradizione di questa piazza e le pressioni che ci possono essere». Giancarlo Favarin è un combattivo, dal carattere sanguigno e molto esigente, specie in allenamento e sul campo durante le partite. Una scossa voluta dalla società, come spesso si dice in questi casi, ma anche nei fatti avendo già visto all’opera l’allenatore toscano. Uno che tre anni fa a Sarego non le mandò a dire neppure all’allora direttore sportivo Oreste Cinquini, il cui video dell’intervista è divenuto un cult tra la tifoseria locale. «Nella mia modesta carriera, quella di Venezia è stata una tappa importante» aggiunge Favarin, «si vinsero campionato e scudetto di categoria, ma non sono qui per rivangare il passato. Non voglio essere ricordato per quei trofei, ma accolto per quello che potrò e cercherò di dare adesso. La scorsa estate ebbi già la possibilità di venire al Venezia. Ci furono contatti, ma non se ne fece nulla. Dopo pochi giorni che mi ero accordato con il Pisa mi hanno mandato via, e ci sono veramente rimasto da cani. Ora ho avuto una seconda possibilità. Ho una signora squadra, fatta di giocatori molto esperti che in gran parte conosco, di meno invece i più giovani. Dobbiamo recuperare tre punti al Campodarsego, ripartiremo da una trasferta difficile a Belluno, ma il Venezia è squadra di vertice che forse ha solo perso un po’ di fiducia. Se poi hai anche qualche episodio sfavorevole, alla fine perdi una partita in modo assurdo come è successo domenica scorsa».

Ore 17.10 – (La Nuova Venezia) Ribaltone al Venezia: via Paolo Favaretto, riecco Giancarlo Favarin. Non un fulmine a ciel sereno, gli scricchiolii si avvertivano da qualche settimana, anche se sembrava che la fiducia nel tecnico mestrino fosse risalita dopo l’uno-due con Mestre e Fontanfredda. Favarin ha vinto il campionato di serie D con il Venezia tre anni fa e poi conquistato il titolo italiano dilettanti a Gubbio. Con Favaretto se ne vanno anche Filippo Vianello e Paolo Casale, rimane invece Massimo Lotti, e con Favarin arrivano Giovanni Langella e Renzo Ricci. Il presidente Joe Tacopina ha fatto pervenire un messaggio letto durante la presentazione di Favarin dal direttore generale Dante Scibilia. «E’ stata una decisione molto difficile da prendere» fa sapere il number one da New York, dispiace a tutti noi aver sollevato Paolo Favaretto dal suo incarico, ma dopo un’attenta valutazione, abbiamo deciso di cambiare strada». Poi un accenno a Giancarlo Favarin. «Ho avuto un’ottima impressione della sua guida e della sua determinazione. È un uomo appassionato che pretende l’eccellenza». La sconfitta di domenica contro l’Este è stata solo il pretesto per arrivare al divorzio, che poteva avvenire anche prima, qualora il Venezia non avesse battuto Mestre o Fontanafredda, o dopo, in caso di intoppo a Belluno. Lunedì mattina Giorgio Perinetti era già a caccia del sostituto, ha chiamato Favarin e lo ha raggiunto in Toscana, trovando l’accordo per questa stagione e per la prossima, in caso di promozione. «Il momento più difficile è stato comunicare a Favaretto l’esonero, era stata una mia scelta a fine luglio» spiega Perinetti, «ma dovevamo cambiare rotta. Paolo mi è stato vicino fin dall’inizio e mi ha aiutato molto, è un professionista esemplare. C’erano però piccoli segnali negativi che avrebbero potuto diventare un problema grosso, se non fossimo intervenuti adesso. A volte ci sono delle alchimie che cambiano col tempo e possono deteriorarsi. Il Venezia ha un obiettivo preciso, probabilmente in questo momento serviva un segnale forte». La scelta di Giancarlo Favarin. «Era uno dei nomi a cui avevamo pensato già in estate, ma era sotto contratto con il Pisa, tre settimane dopo anche lui si è ritrovato per strada con il cambio di proprietà del club toscano. Favarin è una persona molto esigente, un combattente, ed è di questo che abbiamo bisogno» ha aggiunto il diesse in sede di presentazione. Dal 4-3-1-2 di Favaretto si potrebbe passare al 4-2-3-1. «Con Favaretto avevamo già abbozzato qualche correttivo da apportare, adesso aspettiamo che Favarin visioni tutti i giocatori». Il mercato della serie D aprirà martedì 1° dicembre. Oggi arriverà la squalifica di Serafini e Carbonaro. «A Paolo bisognerebbe dare un premio» ha sottolineato Perinetti, «la reazione di Matteo è invece inspiegabile. È un bravo ragazzo, deve essere un esempio per i più giovani. Le multe non sono un correttivo, ma non ci possiamo permettere situazioni simili».

Ore 16.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Manca oltre un mese al mercato alla finestra invernale di mercato, ma le prime voci ed indiscrezioni cominciano già, come ovvio, a circolare. Nel Vicenza il giocatore più seguito, l’autentica rivelazione probabilmente di tutta la serie B è senza dubbio Filip Raicevic , l’attaccante montenegrino che in questo avvio di stagione ha realizzato 6 reti in undici partite giocate. L’ex centravanti della Lucchese, di fatto scartato dal Carpi nel 2013, grazie alla tenacia del suo procuratore, l’ex biancorosso Gabriele Savino, è tornato in Italia nel gennaio del 2014 vestendo la maglia della Lucchese da dove nel luglio scorso la società biancorossa lo ha acquistato per una somma che si aggira attorno ai 25mila euro, inserendo nella trattativa anche la cessione dell’attaccante Nico Bianconi . Un affare, così come lo fu nell’estate del 2014 l’acquisto di Andrea Cocco, di fatto a costo zero, considerato che oggi il valore di Raicevic supera già il milione di euro. Sulle tracce dell’attaccante ci sono già Chievo e Sassuolo in A e in serie B il Cagliari sta monitorando con attenzione le prestazione del montenegrino. Ma su Raicevic ci sono anche alcuni club inglesi, una delle quali avrebbe mosso qualche passo concreto per capire se a gennaio il giocatore potrebbe lasciare Vicenza. Quale sarà il futuro di Raicevic? Difficile dirlo, molto dipenderà dal futuro della società, che potrebbe a breve vedere un passaggio di consegne tra l’attuale proprietà e il gruppo di soci vicentini che nell’aprile scorso hanno fondato la Vi.Fin., società che dalla fase finale della scorsa stagione provvede alle spese correnti e gestisce l’ordinaria amministrazione. Chiaro che con l’ingresso nella stanza dei bottoni della Vi. Fin. le possibilità che Raicevic cambi maglia a gennaio sono molto limitate ma nel caso in cui la situazione non si sbloccasse a breve e servisse monetizzare, il centravanti montenegrino porterebbe nelle casse biancorosse una somma molto importante. Ma Raicevic non è l’unico giocatore che avrà mercato a gennaio: anche D’Elia , Cinelli , Urso e Sampirisi sono seguiti da club della massima serie. D’Elia piace al Genoa e all’Empoli, che ha proprio in questi giorni rinnovato fino al 2019 il contratto al pari ruolo Mario Rui, che però in rosa non ha un’alternativa e, soprattutto, a giugno molto probabilmente lascerà l’Empoli che potrebbe così muoversi per tempo alla ricerca di un suo degno sostituto. In serie A è seguito anche Antonio Cinelli, che ha il contratto in scadenza con il Vicenza nel giugno del 2016; la società sta trattando con il procuratore Danilo Caravello il rinnovo ma al momento la distanza tra le parti è piuttosto evidente e Cinelli potrebbe già a gennaio accasarsi altrove, anche se il capitano ha più volte ribadito di voler restare in biancorosso. Piacciono molto anche il mediano Francesco Urso e il difensore Mario Sampirisi, entrambi seguiti anche sabato scorso da osservatori di serie A. Urso contro il Cesena non ha affatto sfigurato contro il quotatissimo Stefano Sensi, ruolo dove si sta mettendo in luce anche Mario Piccinocchi , in forza al Lugano, ma di proprietà del Vicenza. L’ex milanista acquistato in estate a costo zero, ha convinto mister Zeman che lo considera titolare fisso e pedina inamovibile nel suo gioco.

Ore 16.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.00 – Qui Guizza: allenamento che volge al termine.

Ore 15.35 – Qui Guizza: in corso l’allenamento pomeridiano. Partitella con la Berretti con la seguente formazione, Petkovic fra i pali, Dionisi, Diniz, Niccolini, Anastasio in difesa, Corti e Bucolo a centrocampo, Bearzotti, Cunico e Petrilli dietro a Neto Pereira

Ore 15.25 – Qui Guizza: doppietta per Altinier.

Ore 15.20 – Qui Guizza: arrivano tutti gli assenti tranne Mazzocco e lo squalificato Favalli, che gioca con la Berretti. Presente pure Diniz

Ore 15.15 – Qui Guizza: questa la formazione schierata da Parlato, sia pure con diverse assenze. Petkovic fra i pali, Dionisi, Niccolini, Fabiano e Anastasio in difesa, Giandonato e Ramadani a centrocampo, Ilari, Aperi e Petrilli dietro ad Altinier.

Ore 15.00 – Qui Guizza: ko anche Dell’Andrea, mentre il gruppetto che non partecipa alla particella potrebbe subentrare in un secondo momento.

Ore 14.55 – Qui Guizza: non partecipano alla partitella Bucolo, Neto Pereira, Corti, Mazzocco, Diniz, Bearzotti e Cunico.

Ore 14.50 – Qui Guizza: Mazzocco abbandona l’allenamento, assente Diniz.

Ore 14.35 – Qui Guizza: inizia l’allenamento.

Ore 14.00 – (Il Piccolo) L’Unione Triestina 2012 ci riprova. Dopo il colpaccio di Verona ai danni della Virtus Vecomp, Proia e compagni tenteranno oggi di fare il bis cercando la vittoria esterna a Sacile (inizio ore 14.30, arbitra Capovilla di Verona), nel recupero della partita rinviata due settimane fa per nebbia. Rispetto all’avversario di domenica, l’Unione 2012 troverà una squadra in grande difficoltà: la Sacilese, anch’essa alle prese con problemi societari, è relegata infatti all’ultimo in posto con soli sette punti. La Triestina ha davvero l’occasione per dare il colpo di grazia agli avversari, facendo nel contempo quel salto che permetterebbe alla squadra allenata da Elio Roncelli di portarsi in un sol colpo dal terzultimo posto fino a metà classifica, superando cinque squadre e raggiungendone altre due. La graduatoria infatti è davvero molto corta e i tre punti consentirebbero un bel balzo. Ma questo non significa naturalmente che sarà facile. Innanzitutto perché anche l’Unione, come ormai arcinoto, ha i suoi grattacapi societari che si ripercuotono inevitabilmente sullo stato psicofisico dei giocatori, e poi perché la rosa continua a essere ridotta all’osso. Inoltre paradossalmente l’Unione 2012 quest’anno in trasferta ha fatto bene sul campo di grandi come Campodarsego, Belluno e Virtus Vecomp, trovando invece maggior difficolta con le altre. Quanto alla formazione, la striminzita rosa è tutta a disposizione a parte il solito Ciave, ancora fermo per guai muscolari. Possibile una conferma dell’undici di Verona, ma considerato l’impegno ravvicinato non è escluso un po’ di turnover, con possibili inserimenti dal primo minuto di Spadari o di Baggio. Altrimenti, davanti a Di Piero la difesa ha a disposizione Crosato, Andjelkovic, Di Dionisio e Miani, mentre a centrocampo dovrebbero esserci Proia, Catalano e Migliorini. In attacco a disposizione Giordani, Morelli e Santoni, ma qualcuno come detto potrebbe fare spazio a Baggio. Quello tra Sacilese e Unione 2012 non sarà l’unico recupero in programma oggi. Alle ore 18 sarà il turno di Liventina-Tamai al Comunale di Motta di Livenza. Chiude il terzetto dei recuperi Giorgione-Montebelluna alle 18.30 a Castefranco Veneto.

Ore 13.30 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno ritrova il Fontanafredda. Dopo averlo affrontato tra le mura amiche alla terza di campionato (finì in pareggio), i gialloblù scendono in campo questo pomeriggio alle 14.30 nuovamente contro la squadra friulana in un match valido per il passaggio dei trentaduesimi di Coppa Italia. L’allenatore del Belluno Roberto Vecchiato deve rinunciare ad Andrea Franchetto, squalificato, e a Davide Solagna, non ancora al meglio dopo l’infortunio al menisco di un mese fa. «Vogliamo assolutamente passare il turno – commenta il tecnico gialloblù – sappiamo che non sarà facile perché la squadra friulana è una formazione tosta, che non regala niente a nessuno. Farò sicuramente qualche cambio rispetto alla gara contro la Luparense, per far riposare e rifiatare qualche giocatore, ma la formazione sarà assolutamente la più competitiva possibile. La nostra rosa è composta da giocatori importanti e anche chi fino a questo momento ha trovato meno spazio, ha sempre dimostrato tutto il suo valore. La gara si preannuncia difficile ma tutti noi vogliamo con determinazione passare questo turno di Coppa Italia». Probabile formazione: Tra i pali gioca Gabriele Brino. la difesa dovrebbe essere formata da Giovanni Pescosta e Stefano Mosca sugli esterni, mentre al centro potrebbe esserci la coppia Sebastiano Sommacal – Paolo Pellicanò. A metà campo Simone Bertagno va in cabina di regia e potrebbe essere supportato da Mike Miniati e Simone Quarzago. Davanti si potrebbe vedere il tridente formato da Marco Duravia, bomber Corbanese e Ruben D’Incà. Cambio sulla panchina del Venezia. La società della laguna, dopo la sconfitta casalinga contro l’Este, ha dato il ben servito al tecnico Paolo Favretto e ha ingaggiato l’esperto Giancarlo Favarin, che si avvarrà della collaborazione del mister in seconda Giovanni Langella e del preparatore atletico Renzo Ricci. Il tecnico e lo staff sono stati presentati alla stampa ieri pomeriggio alle 17.30 al Tennis Club San Marco. Preparativi per il big match. Venezia a Belluno, sicurezza. Domenica arriverà la formazione veneziana e ieri pomeriggio la società si è incontrata con la Questura di Belluno per gestire l’arrivo dei tifosi ospiti al Polisportivo. La tribuna Est sarà riservata interamente agli ospiti e l’accesso potrà essere fatto solamente dall’ingresso di via Ceccati. La biglietteria però sarà unica per tutti i tifosi e sarà quella tradizionale, che si affaccia sul Piazzale della Resistenza. Per agevolare la vendita dei biglietti il Belluno ha mandato cento biglietti presso la sede del Venezia che provvederà a venderli autonomamente.

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Una decisione difficile da prendere» ma alla fine è arrivata: Paolo Favaretto non è più l’allenatore del Venezia. Al suo posto c’è ora Giancarlo Favarin, il tecnico artefice nel 2012 della promozione in Seconda divisione. Ieri pomeriggio si è tenuta la presentazione ufficiale nella sede dell’Academy, al Taliercio, introdotta dal dg Dante Scibilia che ha letto il messaggio del presidente Joe Tacopina. Da una parte c’è il ringraziamento per Favaretto, del quale viene apprezzata «la dedizione al nostro club» e il rammarico per la «difficile decisione» presa, ma dall’altra c’è anche grande risolutezza. «Vorrei dare il benvenuto nella nostra famiglia a Giancarlo Favarin. Ho avuto un’ottima impressione della sua guida e della sua determinazione. E’ un uomo appassionato che pretende l’eccellenza, due principi fondamentali per la nostra organizzazione». A prendere la decisione, dopo il ko di domenica con l’Este, è stato il ds Giorgio Perinetti che già lunedì era in Toscana per accordarsi con Favarin. «Rinunciare a un professionista esemplare come Favaretto non è stato facile, però il Venezia ha dei progetti. In questo momento serviva qualcosa di diverso», spiega il direttore arancioneroverde che rivela come avesse colto segnali negativi già da qualche tempo. «Ho vissuto in simbiosi con la squadra, ho visto praticamente tutti gli allenamenti e ho percepito qualcosa che si andava sgretolando, alchimie che alla lunga rischiavano di deteriorarsi e incancrenirsi. Piccoli segnali che avrebbero potuto portare a problemi seri». Nonostante queste avvisaglie, per Paolo Favaretto si è trattato di un fulmine a ciel sereno. «Non me lo aspettavo, rispetto la decisione presa dalla società che comunque ringrazio per l’opportunità che mi ha dato. Rimane il dato oggettivo — sottolinea il tecnico — di 12 vittorie, 4 pareggi e una sola sconfitta in 17 partite ufficiali. Abbiamo fatto un percorso di tutto rispetto. Ho il grande rammarico di non aver potuto contare su Barreto, un giocatore dalle grandissime qualità. Ci tengo a ringraziare i tifosi, che ho sempre sentito molto vicini. Io, da parte mia, sono e sarò sempre vicino a questa tifoseria». Le prime parole di Giancarlo Favarin sono di grande soddisfazione per un ritorno che forse si sarebbe potuto concretizzare già in estate. «L’avevamo cercato — rivela Perinetti — ma lui era in quel momento al Pisa». Poi, in riva all’Arno, arrivò il cambio di proprietàcon l’esonero, ma ormai la panchina del Venezia era già occupata. «Ho ricevuto varie proposte, ma nessuna convincente. Quando sono stato contattato da Perinetti, che conosco perché abbiamo in comune l’amico Antonio Conte, non ci ho pensato due volte». Per Favarin il ritorno è anche una piccola rivincita, dopo che al termine della stagione in cui subentrò a David Sassarini (era il 17 gennaio 2012) vinse il campionato, conquistando lo scudetto della serie D e la promozione. Ma non venne confermato dal dg Oreste Cinquini. Pagò, probabilmente, lo sfogo di Sarego in cui nel corso di un’intervista tuonò contro i giocatori. Video che invece pare sia piaciuto parecchio a Tacopina. «Non mi interessa rivangare il passato — dice Favarin — ora serve rimboccarci le maniche e lavorare sul progetto. Con i giocatori traccio una linea: chi ci sta dentro, bene. Ora non hanno più alibi». Nei programmi c’è la conferma di Favarin in caso di promozione. Oggi il nuovo tecnico prenderà visione della squadra, impegnata nel pomeriggio in Coppa Italia a Chioggia con la Clodiense (in campo anche il Mestre, con l’Alto Vicentino, entrambe alle 14,30), ma non sarà in panchina, dove siederà l’allenatore della Juniores, Andrea Turato.

Ore 12.40 – (La Nuova Venezia) La prima uscita ufficiale da allenatore del Venezia, Giancarlo Favarin la farà oggi con la sfida dei trentaduesimi di finale di Coppa Italia contro la Clodiense, ultima nel girone D. Alle 14.30 allo stadio Aldo e Dino Ballarin di Chioggia, comunque, Favarin non siederà sulla panchina, ma resterà in tribuna «per osservare meglio la squadra e le caratteristiche dei singoli giocator». In panchina di andrà Andrea Turato, allenatore della Juniores, che ieri ha diretto l’allenamento pomeridiano assieme a Mattia Collauto, responsabile del settore giovanile. Ma la tuta Giancarlo Favarin la metterà già stamattina, con un allenamento per la maggior parte dei giocatori scesi in campo domenica scorsa. I convocati per la sfida contro la Clodiense si sposteranno invece a Chioggia: sono i portieri Bortolin e D’Alessandro, quindi Beccaro, Busatto, Cantini, Di Maio, Ferrante, Carlo Callegaro, Acquadro, Cangemi, Seno, Soligo, Malagó, Rode, Serena, Serafini, Innocenti e Piccolo. Tra i pali sarà schierato di sicuro D’Alessandro, così come davanti giocherà Matteo Serafini, che oggi conoscerà l’entità della squalifica e di sicuro non sarà in campo a Belluno. Mancherà invece Carbonaro, fermato dai postumi di una contusione subita sempre domenica prima dell’espulsione per doppia ammonizione. Il modulo potrebbe rimanere il 4-3-1-2, ma Favarin è stato chiaro: «I giocatori sono stati presi dalla società per questo modulo, ma le loro caratteristiche si sposano benissimo anche con il 4-2-3-1. Vedremo in corso d’opera cosa fare durante il campionato».

Ore 12.20 – (Gazzettino) Este in campo oggi alle 14.30 per i trentaduesimi di finale della Coppa Italia di serie D. Reduci dal successo in campionato con il Venezia, i giallorossi sono impegnati sul terreno della Virtus Vecomp. In caso di parità al termine del tempo regolamentare si calceranno subito i rigori. «Battere il Venezia è stata una soddisfazione unica e un premio per i ragazzi – sottolinea Andrea Pagan – però adesso dobbiamo pensare ai prossimi impegni, a cominciare da questa sfida di Coppa con la Virtus Vecomp. Darò spazio a qualche ragazzo che finora ha giocato meno, ma in campo andrà una squadra competitiva». Indisponibile Montin. Proprio in virtù della sconfitta rimediata domenica con l’Este, ieri il Venezia ha esonerato Paolo Favaretto affidando la squadra a Giancarlo Favarin. È il secondo allenatore che i giallorossi fanno saltare quest’anno, dato che dopo la vittoria con il Mestre era stato esonerato Feltrin. Intanto il direttore sportivo Alberto Briaschi, fresco di separazione dalla Luparense San Paolo, ha già trovato sistemazione all’Altovicentino: al momento sarà il coordinatore degli osservatori, dalla prossima stagione sarà il braccio destro del patron Dalle Rive.

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Il presidente del Venezia Joe Tacopina non se l’aspettava proprio. Perché dopo i (tanti) soldi spesi in estate per potersi permettere un direttore sportivo quotato come Giorgio Perinetti e una rosa, di conseguenza, ultra-competitiva, alla quindicesima giornata si è invece ritrovato secondo in classifica a tre punti da un certo Campodarsego, che ora può pure vantarsi di essere fra le tre squadre uniche ancora imbattute d’Italia in compagnia di Caronnese (Serie D, girone A) e Parma (Serie D, girone D). «Campodarsego? Who? What?», avrà urlato l’imprenditore americano originario di Brooklyn prima di cacciare il tecnico Paolo Favaretto, colpevole, se così si può dire, di aver perso la prima partita stagionale e di non aver staccato le inseguitrici com’è nelle corde delle corazzate che devono fare sfracelli prima di festeggiare il salto di categoria. Il Venezia ha annunciato ieri mattina l’esonero del tecnico mestrino e, nel giro di poche ore, l’ingaggio di un allenatore che ha già vinto in passato con i colori arancioneroverdi: Giancarlo Favarin. Favarin, 58 anni, pisano doc, nel 2012 aveva infatti centrato la promozione dalla Serie D alla Seconda Divisione con la “vecchia” Unione Venezia. L’allenatore toscano era fermo da agosto dopo il patatrac col Pisa, che l’aveva messo sotto contratto e rimpiazzato nel giro di due mesi con Gennaro Gattuso. Ma chi ha scatenato veramente le ire di Tacopina? È stato l’Este del chioggiotto Andrea Pagan. Nell’immediato post-gara di domenica sembrava difficile immaginare che “The president” avrebbe digerito il ko del “Penzo”, maturato nei minuti di recupero (1-2 il risultato finale) con una squadra di provincia. E così infatti non è stato. L’impresa dell’Este, tuttavia, ha premiato il lavoro certosino di Pagan (galvanizzato dal doppio colpaccio in nome della rivalità storica tra la “sua” Chioggia e Venezia), che non ha mai mollato la presa nonostante i tanti pareggi, portando una squadra completamente nuova fino al quarto posto: «A Venezia abbiamo fatto qualcosa di straordinario», ammette orgoglioso il tecnico. «Questa vittoria ci ha dato consapevolezza e fiducia. Siamo la squadra che ha pareggiato di più, è vero, ma le sei vittorie hanno dato un senso ai punti racimolati qua e là. Il campionato è ancora lungo e i ragazzi sanno che sarà durissima restare in alto». L’Este oggi tornerà già in campo per i trentaduesimi di Coppa Italia, in trasferta a Verona contro la Virtus Vecomp (calcio d’inizio alle 14.30, arbitro Riccardo Turchet di Pordenone). «Domenica la squadra ha speso molto, però vogliamo passare il turno», continua Pagan. «Farò qualche cambiamento nell’undici iniziale per far rifiatare i giocatori più stanchi, ma non andremo a Verona per fare il compitino, anzi». Con ogni probabilità, resteranno ai box lo stopper Nicolò Montin e il bomber Ferdinando Mastroianni, entrambi acciaccati. Formazione Este (4-3-3): Lorello; Favaro, Tiozzo, Guagnetti, Rosina; Favre, Marcolini, Maldonado; Marcandella, Coraini, Ferrara.

Ore 11.30 – (Gazzettino) È un fulmine a ciel sereno per la società di Andrea Gabrielli la notizia che sei tifosi granata rischiano la Daspo da parte del questore di Vicenza per aver lanciato fumogeni durante la partita con il Bassano. Non solo, ma sono in corso indagini su un centinaio di ultras che nel dopo gara avrebbero inveito contro le forze dell’Ordine. È la prima volta che simili comportamenti si verificano nella tifoseria del Cittadella. Sorpreso, il presidente Gabrielli dichiara: «Ho sentito dai media e non posso dire altro. Al “Mercante” ho visto un buon pubblico che ha sostenuto la squadra. La nostra è sempre stata una tifoseria esemplare, non ho mai sentito provocazioni». Silvio Bizzotto, responsabile GOS (Gestione Operativa Sicurezza) e punto di collegamento fra la società e la tifoseria, aggiunge: «Sono amareggiato per quanto è successo. Nella nostra storia, e in particolare in sette anni di serie B, le nostre trasferte sono sempre state caratterizzate da un corretto comportamento da parte dei nostri tifosi. È la prima volta che capita una cosa del genere e francamente non riesco a capire cosa sia veramente successo. C’ero anch’io in curva con i tifosi ed è stata una bella giornata con cori sportivi e nessuna offesa. Trovarci in cinquecento in trasferta non capita spesso e lo spirito era quello della festa e della sportività». Sui comportamenti negativi addebitati ai tifosi del Cittadella, continua: «Il fumogeno c’è stato, di quelli per la festa del compleanno. D’accordo non ci deve essere, ma tutto poteva finire là. Invece ho l’impressione che la situazione reale sia stata mediaticamente amplificata. Leggo di scontri che non ho visto, anche se all’uscita personalmente ho seguito un percorso diverso». Anche Lamberto Tellatin, segretario del Centro di coordinamento dei club granata, è sorpreso da quanto sta succedendo. «Lo spirito del tifoso granata – sostiene – è ben noto. Quanto mi riferiscono sia successo dopo la partita con il Bassano non è da Cittadella. C’ero anch’io e certi comportamenti non posso condividerli. Probabilmente si tratta di gente che non appartiene ai club granata, tifosi occasionali in un momento particolare. In trasferta di solito non capita di essere in cinquecento. Mi auguro che la situazione venga chiarita e chi ha sbagliato abbia i giusti provvedimenti, ma lo spirito della tifoseria granata deve continuare come si è sempre manifestato. Siamo orgogliosi degli apprezzamenti avuti in questi ultimi anni, siamo quelli della Coppa Disciplina e Trofeo Fair Play». Stasera all’agriturismo Sartor di San Giorgio in Bosco il club “Dino Pettenuzzo” del presidente Renzo Brunoro presenterà il torneo indoor che si svolgerà l’11 e il 12 dicembre con il ricavato a favore della ricerca contro le cardiopatie aritmiche. Ci saranno Claudio Coralli, Manuel Pascali e le giocatrici del Fila Basket Mary Sbrissa e Monica Tonello. Il biglietti per la partita di sabato sera al Tombolato con la Reggiana, arbitro Marco Piccinini di Forlì, sono acquistabili sul circuito Ticketone e in sede dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 18,30.

Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Avete presente i cartoni animati di una volta, quelli in cui il protagonista si becca una tranvata sul muso e vede le stelle girargli intorno al capo? Ecco, suppergiù per Manuel Iori è andata così, quando, a meno di un quarto d’ora dalla conclusione del derby di Bassano, si è visto rifilare un’involontaria ma violenta pallonata da Iocolano, stramazzando a terra a metà campo e tenendo in ansia i presenti, mentre l’esterno giallorosso si precipitava su di lui per cercare di rianimarlo. Poi, quando finalmente Iori si è rialzato, tutto lo stadio lo ha applaudito all’unisono. «Eh, mi son preso un colpo da ko. Non ho perso conoscenza, ma per una decina di secondi si è spenta la luce, vedevo tutto buio ed ero completamente intontito», racconta il regista del Cittadella. Non aveva visto il pallone arrivare addosso? «No, perché mi ero voltato di scatto per correre verso la nostra porta, non mi sono accorto di niente. Per fortuna, passati quei primi secondi, le cose si sono sistemate e ho potuto terminare l’incontro». Postumi? «Solo un po’ di mal di testa, sabato sera, ma non ho avuto nausea né si vedono i segni della botta. Sono comunque sempre rimasto in contatto con il dottor Candido, medico del club», Come si usa dire: tutto è bene quel che finisce bene. E lo stesso vale per la partita: il punto guadagnato ne vale almeno due. «Tutto sommato sì. È stata una gara giocata a viso aperto da entrambe le squadre. Nella prima frazione abbiamo sofferto il loro ritmo, all’inizio della seconda ci ha salvati Alfonso, ma poi siamo cresciuti e, nell’ultima parte del match, eravamo noi quelli che spingevano di più. Alla fine credo che il pareggio sia il risultato più giusto». E così, nel campionato del “ciapa no”, a furia di pareggi avete addirittura allungato sul secondo posto, portandovi a +2 sulle seconde. È la terza “x” di fila per voi, eppure, tre giornate fa, avevate soltanto una lunghezza di vantaggio su Reggiana e Pavia, seconde alle vostre spalle. «La classifica attesta quello che dicevamo da tempo: questo è un girone equilibrato. Oggi tra la prima e la nona ci sono appena quattro punti, la quinta se pesca un turno favorevole può persino ritrovarsi in testa in una giornata. Tutte fanno fatica a vincere contro tutte e a pesare, più di qualsiasi altro fattore, è la continuità. Qualche pareggio – e penso a quello col Mantova, con un gol regolare non concesso a Coralli – può fare arrabbiare, perché abbiamo avuto l’occasione per staccare le altre». È arrabbiata sul serio la Reggiana, che si presenterà al Tombolato sabato sera (arbitrerà il signor Piccinini di Forlì) dopo il tracollo interno col Pordenone e dopo aver colto la miseria di due punti nelle ultime cinque giornate. «Sì, arriverà qui carica. Ma è un’ottima squadra, con un’identità di gioco ben precisa, e davanti può contare su una punta come Arma, che conosco bene perché ci ho giocato assieme l’anno scorso al Pisa: è uno che in area di rigore sa farsi valere. E poi vanta elementi tecnici come Nolè e Giannone. Dovremo stare molto attenti».

Ore 10.50 – (Corriere del Veneto) Obiettivo dichiarato: ritorno alla vittoria. È ripreso il lavoro del Cittadella in vista del big-match di sabato sera al Tombolato contro la Reggiana e, dopo tre pareggi consecutivi che pure non hanno scalfito le certezze di una squadra ancora prima in classifica, Roberto Venturato vuole fare bottino pieno. Magari blindando la porta con le parate di un super Enrico Alfonso come a Bassano. «Sono stato impegnato ad inizio ripresa — spiega il portiere granata — e sono riuscito a mantenere i miei in partita. Siamo stati penalizzati sul corner del primo gol, non voglio criticare ma un episodio così ci ha messo in difficoltà. Sapevamo di incontrare una squadra dura, siamo stati bravi a tenere duro nel momento peggiore». Il gruppo è a completa disposizione di Roberto Venturato a parte Manuel Pascali, che svolgerà due giorni di terapie dopo il lieve infortunio all’adduttore che non si è ancora del tutto risolto. C’è moderata fiducia in merito al suo recupero per sabato. Pascali proverà a tornare in gruppo entro venerdì per giocare sabato almeno qualche minuto. Buone chance per Paolucci, che potrebbe ritrovare una maglia nell’undici di partenza al posto di Schenetti.

Ore 10.30 – (Gazzettino) SQUADRA. Prove tecniche di difesa a tre alla Guizza. È questa la novità emersa ieri durante l’allenamento pomeridiano, con Parlato che ha provato la linea formata da Niccolini, Fabiano e Diniz sia durante una serie di schemi offensivi e sia in occasione della partitella. E a supporto del trio di centrali, sulle corsie laterali si sono visti Anastasio (sinistra) e Dionisi (destra), pronti ad abbassarsi in fase di non possesso per una difesa che diventerebbe a cinque. Una soluzione che potrebbe essere proposta con la Pro Patria proprio alla luce della squalifica di Favalli, Quanto a Diniz, anche ieri non era al top per un leggero affaticamento: al mattino ha lavorato in palestra, al pomeriggio si è unito ai compagni salvo saltare gli ultimi minuti della partitella. PREVENDITA. In vista della trasferta sabato alle 17.30 con la Pro Patria è stato attivato il servizio di vendita on line dei biglietti per il settore ospiti dello stadio “Speroni” di Busto Arsizio sul sito http://www.bookingshow.com/Pro-Patria-Padova-Biglietti/73859.

Ore 10.20 – (Gazzettino) La sfida con il Cuneo ha aperto un trittico di partite nel quale ci si attende la svolta. «Con i piemontesi non è andata bene, ci aspettavamo la vittoria, però non bisogna fasciarsi la testa. Ci sono davanti altre partite a cominciare dalla trasferta con la Pro Patria e cerchiamo di vincere. La strada è ancora lunga e si possono fare punti per riportarci in alto nelle zone della classifica dove deve stare il Padova». Le dà fastidio dovere rimanere fuori sabato? «Certo, sto pensando proprio a questo negli ultimi giorni. Oltre alla sconfitta, c’è anche la squalifica, e non potere essere in campo per aiutare i compagni è davvero brutto». Il momento che state attraversando è complicato e la sensazione è che la trasferta con la Pro Patria rappresenti un crocevia importante. «Nelle ultime partite la squadra sta giocando, anche se i risultati ci stanno dando contro. C’è sicuramente qualcosa da migliorare, però siamo sulla strada giusta. Lo spogliatoio è unito, siamo un gruppo forte e ne verremo fuori. La visita in spogliatoio lunedì del presidente Giuseppe Bergamin? Ci ha fatto sentire la vicinanza della società».

Ore 10.10 – (Gazzettino) «Ho fatto una cavolata, chiedo scusa». Alessandro Favalli recita il mea culpa per il doppio cartellino giallo rimediato in pochi minuti nel finale di primo tempo con il Cuneo, con conseguente espulsione. Tanto più che sugli sviluppi del successivo calcio piazzato i piemontesi hanno trovato il primo gol. Un duplice episodio che ha inciso nell’economia della gara. Ieri il giudice ha formalizzato una giornata di squalifica per il terzino che salterà la trasferta con la Pro Patria. «Sono molto dispiaciuto, ho passato due giorni veramente brutti. Il primo cartellino giallo poteva essere evitato: era il primo fallo che facevo e non mi era sembrato così cattivo, ma Beltrame ha fatto una scenata e l’arbitro mi ha subito ammonito. La seconda ammonizione invece ci poteva stare: l’avversario ha spostato la palla, io sono un po’ scivolato e d’istinto mi è venuto da aggrapparmi alla sua maglietta. Tra l’altro ha poi segnato anche il giocatore che dovevo marcare io. Mi dispiace perché ho messo in difficoltà i compagni lasciandoli in dieci e si è rovinata una partita che stavamo giocando bene. In 11 la sensazione era che si potesse portare a casa il risultato, e dovevamo farlo. Ripeto, sono molto dispiaciuto, anche se i compagni mi hanno rincuorato dicendomi di non preoccuparmi e che sono cose che succedono».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) LA SORPRESA. C’è però un’altra possibilità, molto remota ma non per questo da escludere del tutto. È quella che Parlato provi a giocarsela a Busto con la difesa a tre: senza Favalli, e con Diniz che dovrebbe quasi certamente recuperare dal leggero affaticamento muscolare che ieri l’ha costretto a svolgere solo lavoro in piscina, il Padova potrebbe disporsi con uno schema speculare al 5-3-2 dei bustocchi. Un modulo che permetterebbe di giocarsela ad armi pari (sotto il profilo numerico) in ogni zona del campo, e di far valere così la miglior tecnica individuale che i biancoscudati possono vantare rispetto all’ultima in classifica. Da questo pomeriggio, alla Guizza, cominciano gli esperimenti.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) LA RIVINCITA. La seconda soluzione, quella in ballottaggio, è la conferma di Armando Anastasio come terzino sinistro già dal primo minuto. L’esterno napoletano in questa stagione non è certo partito con il piede giusto, inanellando qualche spezzone incerto e la prima da titolare, contro il Sudtirol, allineato ai compagni in un primo tempo da incubo. Contro il Cuneo, sabato scorso, Anastasio è però subentrato dimostrandosi decisamente più pronto, ed è per questo che, viste anche le sue spiccati doti offensive, potrebbe tornare molto utile contro la Pro Patria, «Io finora ho sempre cercato di allenarmi al massimo, se sabato arriverà questa chance cercherò di sfruttarla al meglio», spiega Anastasio. «Io ho sempre accettato le scelte di mister Parlato, sono sempre stato convinto che il tempo e il campo avrebbero dato la loro risposta. Il mio esordio da titolare non era stato buono, ma con il Sudtirol avevamo fatto tutti fatica, e io, il più giovane in campo, forse l’ho subita più degli altri. Non fa mai piacere rimanere in panchina, ma non sono io a decidere: sabato col Cuneo ho cercato di dare tutto, ho dato il massimo, sto provando a migliorare perché in precedenza alcune volte non c’ero riuscito».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La settimana della verità è entrata nel vivo. Con il (lecito) timore tenuto tra i denti, ma la voglia di rialzarsi urlata a gran voce. Il Padova sabato a Busto Arsizio si gioca molto, e con esso anche il tecnico Carmine Parlato. Il quale, senza Favalli (squalificato dal giudice sportivo così come il difensore della Pro Patria, Andrea Pisani), ha almeno tre possibili soluzioni a cui attingere per risistemare il reparto difensivo. Tre soluzioni che, già a partire dall’allenamento di oggi, potrebbero trovare applicazione sul campo. LA VECCHIA GUARDIA. La prima è quella più scontata, quella utilizzata già diverse volte nel corso della stagione quando si è presentata tale necessità. Quando è mancato Favalli, Parlato si è affidato spesso ai quattro uomini di esperienza in difesa: Dionisi e Diniz esterni, Fabiano e Niccolini al centro del reparto. Una soluzione per nulla campata in aria, visto che pure Diniz sa rendersi pericoloso in fase offensiva e affidabile in quella di copertura. Se il tecnico biancoscudato scegliesse di affidarsi a questa retroguardia, rimarrebbe aperto il dubbio sullo schieramento dal centrocampo in su: difficile ipotizzare un ritorno immediato al 4-2-3-1, più probabile la conferma del centrocampo a tre visto che, dopo la squalifica scontata contro il Cuneo, in mezzo al campo rientrerà anche Daniele Corti. Il problema, semmai, è come contenere le ripartenze dei bustocchi, squadra chiusa in difesa e pronta a lanciarsi in contropiede.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) La Pro Patria nelle ultime settimane ha cominciato a fare punti, fermando la Giana Erminio domenica scorsa e dimostrando chiari progressi. «La cosa che mi preoccupa maggiormente — ammette Cunico — è che nell’immaginario collettivo si pensa che per noi sia una partita facile, quando invece non lo è. Non è retorica, se avessimo incontrato la Pro Patria un mese fa sarebbe stato diverso ma nelle ultime partite stanno giocando bene e non sarà facile vincere». Cunico è uno dei fedelissimi di Parlato, il rapporto con l’allenatore è sempre ottimo: «Ci conosciamo da tanto — spiega — purtroppo nel calcio è normale che quando le cose non vanno bene sia l’allenatore il primo in discussione. Da parte nostra, però, ci dev’essere uno scatto d’orgoglio. Sono in difficoltà a leggere gli ultimi risultati, non mi sembra che giochiamo male ma alla fine manca sempre qualcosa. E non può essere un caso. Dobbiamo essere più concreti, talvolta tendiamo a voler entrare in porta con la palla sfruttando le doti tecniche ma non sempre è possibile: dobbiamo trovare alternative al modo di proporci».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Diniz a mezzo servizio, Favalli squalificato, squadra da ripensare. È il momento della verità per Carmine Parlato, che si aspetta una reazione del suo Padova dopo il brutto ko di sabato scorso contro il Cuneo e che studia soluzioni per uscire dalla crisi, certificata dagli appena 6 punti conquistati nelle ultime otto partite. Come l’allenatore, del resto, anche la società non può più aspettare e le parole del presidente Giuseppe Bergamin lasciano pensare che la svolta per evitare ribaltoni sabato allo Speroni di Busto Arsizio, debba essere netta e incotrovertivibile. Sei anni fa, battendo proprio la Pro Patria, il Padova riconquistò sul campo la serie B: adesso la ruota che gira riporta le due squadre faccia a faccia in una situazione completamente diversa. Una cosa è certa: la società sta cercando di mettere l’allenatore nelle condizioni migliori possibili. Questo spiega il faccia in scena lunedì, alla presenza di presidente e direttore sportivo, in cui ai giocatori è stato detto che Parlato non è in discussione. «Il direttore ci ha detto queste testuali parole — spiega il capitano Marco Cunico — e ci ha detto che la responsabilità è nostra, che dobbiamo cambiare marcia. Io come capitano mi sento responsabile perché mi ritengo un uomo-squadra, ho sempre cercato di giocare per la squadra e continuerò a farlo. Personalmente mi sento anche bene, credo di essere cresciuto molto come condizione fisica, ma se non arrivano i risultati questo serve a poco».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 23, Alessandria, FeralpiSalò e Pavia 21, Bassano, Cremonese e Reggiana 20, Pordenone e SudTirol 19, Giana Erminio 17, Cuneo 16, Padova e Pro Piacenza 14, Lumezzane 13, Mantova 12, Renate 9, AlbinoLeffe 8, Pro Patria 2.

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la dodicesima giornata: Padova-Cuneo 1-3 (Rinaldi (Cn) al 48′ pt, Chinellato (Cn) al 2′ st, Neto Pereira (Pd) al 10′ st, Ruggiero (Cn) al 44′ st), Pro Piacenza-AlbinoLeffe 0-0, Lumezzane-SudTirol 1-2 (Tulli (St) al 2′ st, Sarao (Lu) al 38′ st, Gliozzi (St) al 46′ st), Renate-Cremonese 0-1 (Brighenti (Cr) al 15′ st), Mantova-FeralpiSalò 1-2 (Ruopolo (Mn) al 10′ pt, Bracaletti (Fs) al 27′ st, Romero (Fs) al 37′ st), Bassano-Cittadella 1-1 (Davì (Ba) al 45′ pt, Pascali (Ci) al 22′ st), Giana Erminio-Pro Patria 0-0, Reggiana-Pordenone 1-4 (De Cenco (Pn) al 5′ pt, Filippini (Pn) al 10′ pt, Arma (Re) al 16′ pt, Pederzoli (Pn) al 31′ pt, Filippini (Pn) al 17′ st), Alessandria-Pavia 2-1 (Marino (Pv) al 29′ pt, Bocalon (Al) al 12′ st e al 48′ st)

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 24 novembre: doppia seduta per i Biancoscudati, provata nel pomeriggio anche la difesa a tre.




Commenti

commenti

About Gabriele Fusar Poli


WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com