Il Venezia crolla in casa con l’Este, perde 2-1 al Penzo (nella foto il minuto di raccoglimento per la scomparsa di Valeria Solesin negli attentati di Parigi) e cede il passo allo scatenato Campodarsego, primo con tre punti di vantaggio sulla rivale. E ai lagunari saltano i nervi pure in sala stampa. Al Penzo finisce 2-1 per i giallorossi, preoccupa il nervosismo dilagante, con i cartellini rossi rimediati da Carbonaro e da Serafini. Incredibile l’evoluzione del match, con il Venezia avanti 1-0 fino al 91′ e che poi si fa prima raggiungere e poi superare in pieno recupero. Il vantaggio firmato all’11’ della ripresa da Fabiano sembra preludere a un pomeriggio sereno, invece nel finale accade l’impensabile. Prima segna Ferrara al 91′, poi replica Arvia firmando addirittura il 2-1 al 50′. L’Este sbanca il Penzo e la dirigenza del Venezia non ci sta. Con attacchi garbati ma diretti agli arbitri sia del presidente Joe Tacopina che di Paolo Favaretto. Ecco il pensiero del presidente a fine gara: “Non cambia niente, tutto va avanti, ma ovviamente oggi l’Este aveva più voglia di vincere di noi. Voglio essere diplomatico ma non si può continuare con questi arbitraggi, 3 rossi, un rigore lampante, non è piacevole per nessuno vedere queste partite, è frustrante. Una cosa è certa dobbiamo assumerci la responsabilità di aver perso questa gara anche se non ho dubbi che se giochiamo come sappiamo e possiamo giocare, l’anno prossimo saremo in Lega Pro. Alla fine della giornata però la cosa più importante era ed è ricordare Valeria e chi ha perso la vita negli attentati di Parigi. Io e i miei ragazzi siamo e saremo sempre vicino alla famiglia Solesin”. Sbotta pure Favaretto: “Onestamente non abbiamo giocato un buon primo tempo, poi nel secondo tempo anche con l’inserimento di Maccan le cose sono migliorate. Non voglio discutere gli episodi, fanno parte del calcio, ma in questo momento ne siamo penalizzati. È la nostra prima sconfitta, da qui dobbiamo ripartire con la consapevolezza che dobbiamo sicuramente fare di più e migliorare senza trovare grandi alibi. Il campionato non è vinto, è da vincere e ci sarà da sudare.”