Live 24! Padova-Cuneo 1-3, biancoscudati a picco: Parlato per ora resiste, Busto Arsizio decisiva

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Ore 22.00 – (Il Piccolo) «Io non ho mai fatto nessuna trattativa con Pontrelli per l’acquisto della Triestina. Sono rimasto sorpreso da quanto ho letto in giro, come sono rimasto allibito dai commenti dei tifosi». A parlare è Renzo Corvezzo, imprenditore agricolo veneto, proprietario di un’azienda vitivinicola ed ex proprietario del Treviso Calcio. Il suo nome è stato tirato in ballo più volte in questi giorni, quando un po’ tutti erano a caccia del misterioso acquirente a cui Pontrelli stava per vendere la società. Ma ora a smentire tutto è lo stesso Corvezzo, che ammette comunque di conoscere Pontrelli: «Con lui mi sono incontrato per caso e ho fatto una chiacchierata circa tre settimane fa. Ma ribadisco che non è mai partita nessuna trattativa per la Triestina. Pontrelli ha parlato di un preliminare già fatto? Non so con chi. Se lo ha fatto con me, lo mostri». Corvezzo confessa comunque di seguire un po’, anche se da lontano, le vicende della Triestina: «So che la situazione è delicata, spero comunque si possa salvare il salvabile, perché Trieste è una piazza importante che merita ben altre categorie. I tempi sono stretti, ma da quello che ho sentito dire, qualcosa di concreto si sta muovendo. Lo staff che era venuto in settimana a Trieste? Io non c’entro, non ho mandato nessuno. Quando devo fare una cosa, la faccio di persona e mi presento, non mando certo avanti altri». L’imprenditore sostiene anche di essere rimasto allibito dai commenti dei tifosi su di lui: «Ho preso il Treviso dall’Eccellenza e l’ho lasciato in C1. Poi ho passato la mano a Franco Sellitto che doveva andare avanti assieme ad altri, ma senza concludere nulla. Mi hanno cercato di nuovo per iscriversi in C2, ma non mi interessava più. Col fallimento del Treviso non c’entro nulla, quello che si legge in giro è tutta rabbia e invidia. Non dico per me, ma per chi dovesse essere interessato alla Triestina: i tifosi dovrebbero dare un messaggio di entusiasmo e di carica, non solo criticare». Intanto domani l’Unione 2012 torna in campo: trasferta a Verona, contro la VirtusVecomp terza (inizio ore 14.30, arbitra Massara di Reggio Calabria).

Ore 21.40 – (Il Piccolo) «La Triestina? L’ho vissuta da tifoso a lungo. Fino agli anni Novanta. Poi, mi sono innamorato. Della pallamano». Mario Dukcevich è dal 1992 vicino alla Pallamano Trieste. Main sponsor con il marchio Principe, dirigente, sostenitore. Nessun altro imprenditore a Trieste si è legato tanto a lungo a una realtà sportiva di livello. Diventa quindi un interlocutore d’obbligo nel dibattito sulla proposta che la Trieste che conta intervenga a sostegno dell’Alabarda magari mutuando il modello Parma. Saprà cos’è successo a Parma. Un grande industriale come Barilla, a titolo personale, e altri imprenditori locali sono scesi in campo per far risorgere una società storica mortificata da gestioni fallimentari. Si può provare a fare altrettanto a Trieste? «Lancio una provocazione. Barilla non l’ha mica salvato il Parma. Una cosa è intervenire in soccorso quando la situazione precipita, un’altra è muoversi dopo un fallimento. Prima del crac dov’erano e cosa avevano fatto per quella società?» A Trieste il fallimento è, per ora, “solo” un rischio terribilmente concreto. Ma il problema di fondo rimane: che si fa per ridare dignità all’Alabarda? «Di sicuro così non si può andare avanti. È da sei-sette anni che vedo rotolare la Triestina sempre più in fondo, in mano a personaggi senza storia. Questo Pontrelli, ad esempio, da dove è saltato fuori?» Da dove si potrebbe partire, allora, per dare una identità forte e solida all’Unione? «Ci vorrebbe un catalizzatore. Un personaggio forte, autorevole. Sono sicuro che se ci fosse un capocordata del peso di un Illy, per fare un esempio, anche altri 3 o 4 forti imprenditori locali sarebbero invogliati a collaborare. La condizione di partenza è avere un garante». Se davvero si materializzasse un progetto simile, lei eventualmente sarebbe interessato a un coinvolgimento? «A muovermi per la Triestina da solo non ci penso e non ne sarei in grado. All’interno di una squadra di imprenditori affidabili e con un buon progetto, ci farei un pensiero». Da decenni è vicino alla Pallamano Trieste. Mai avute altre tentazioni? «La Pallamano per me è ormai una seconda casa. Non la lascerei. Parlo di una realtà che richiede sforzi economici sensibilmente inferiori rispetto al calcio – anche se per una squadra di vertice servono 300-400mila euro – ma dove si possono ottenere grandi soddisfazioni. L’ambiente, inoltre, è sano, fatto di giocatori con la testa sulle spalle, che lottano in campo pur ricevendo in cambio poco più di un rimborso spese. All’inizio io ero uno sponsor e Giuseppe Lo Duca l’anima della società. Con il tempo, il rapporto professionale si è trasformato in una bella amicizia». Investire su una realtà sportiva o culturale del territorio è un obbligo morale per un imprenditore di successo? «È un obbligo solo se alla base c’è la passione». C’è stato un momento, e nemmeno breve, in cui anche le Generali sono state molto vicine alla Pallamano. «Si riferisce all’epoca di Gianfranco Gutty. Sono sincero: lo conosco da quando avevo 8 anni. Se ci ha aiutato lo ha fatto spinto realmente dalla passione. Ricordo che abbiamo seguito partite di coppa in Europa insieme…» Era il periodo in cui la Pallamano Trieste poteva permettersi il meglio dell’handball in Italia. Fusina, Guerrazzi, Tarafino, Massotti. Mai avuta in Italia una squadra tanto forte. «Vero. Ma aggiungo anche: mai avuti bilanci in rosso pur di arrivare in alto. E se c’erano problemi io coprivo quanto serviva. Chi investe in una realtà locale non deve attendersi grandi ritorni d’immagine. Lo fa perchè ci crede e vuole farlo». Torniamo alla Triestina. Lo stadio Rocco, con i suoi costi di gestione, è una risorsa o rischia di essere un deterrente per eventuali investitori? «Il Rocco è un impianto bellissimo. Certo, per ospitare la squadra attuale sarebbe sufficiente un campo molto più piccolo». A proposito di strutture. Per costruire un futuro servirebbe un centro sportivo per l’attività giovanile. «Sarebbe un importante punto di riferimento. Per realizzarlo serve però la volontà di tutti. Scommettere sui giovani è indispensabile, senza i nostri ragazzi non si va lontano e non si dà una mano alla città. Sono orgoglioso della mia Pallamano: la crescita e la valorizzazione del vivaio è la nostra bandiera». Le due principali realtà sportive triestine legate ad imprenditori locali, la Pallamano Principe e la Pallanuoto Trieste, hanno strutture dirigenziali molto agili. Poche persone che vanno d’accordo e prendono decisioni. Un altro esempio da trasferire al calcio? «Non do lezioni a nessuno ma sono convinto che sì, la semplicità, quando è riferita a persone perbene e con le idee chiare, paga sempre».

Ore 21.20 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno va in trasferta a San martino di Lupari: i gialloblù sfidano la Luparense dovendo rinunciare allo squalificato Sommacal, oltre che al portiere Solagna non ancora al meglio della forma. Il Belluno è reduce da quattro vittorie consecutive in campionato, cinque se si conta anche quella in Coppa Italia, e sta attraversando un ottimo periodo di forma. La squadra padovana invece, nonostante una rosa di alto livello, in questo momento è a metà classifica, con otto punti in meno dei bellunesi. «La Luparense ha un organico di primissima qualità, ma noi siamo in un ottimo momento e non vogliamo fermarci», spiega l’allenatore del Belluno, Roberto Vecchiato, «per domani dovrò rinunciare ancora a Solagna, che comunque sta recuperando, e allo squalificato Sommacal. Pellicanò invece è stato convocato ed è a disposizione, anche se valuteremo come impiegarlo, considerata la sua lunga assenza dal campo di gioco. Sappiamo che il reparto offensivo della Luparense comprende giocatori di grande livello, ma la partita contro la Virtus Vecomp ha dimostrato che pra riusciamo finalmente a mettere in campo tutte le nostre qualità. Dovremo disputare una partita attenta, rimanendo compatti in tutti i reparti. Il momento è sicuramente positivo, le quattro vittorie consecutive ci hanno permesso di scalare posizioni in classifica ma la strada è ancora lunga e tante sono le partite davanti a noi». Veniamo alla formazione. Tra i pali c’è Brino, in difesa manca lo squalificato Sommacal; al suo posto dovrebbe esserci Franchetto, classe 1997; improbabile l’utilizzo di Pellicanò dal primo minuto, nonostante il ragazzo sia tornato ad allenarsi in gruppo da questa settimana. Probabile che Vecchiato decida di risparmiarlo, per farlo rientrare magari mercoledì in Coppa Italia, quando il Belluno ospiterà il Fontanafredda in un match a eliminazione diretta. Sulle corsie esterne previsto per domani l’impiego di Pescosta e Mosca, mentre Calcagnotto affianca l’ex Udinese. A centrocampo Bertagno e Masoch si piazzano come sempre davanti alla difesa, sulle corsie esterne giocano Duravia da una parte e Farinazzo dall’altra. Davanti dovrebbe rientrare dal primo minuto bomber Corbanese, affiancato da un Acampora che sta facendo particolarmente bene. Nelle fila della Luparense non è disponibile l’ex gialloblù Nichele, mentre saranno del match Brotto e De March. In difesa i bellunesi dovranno fare attenzione all’ex bomber della Sacilese, Beccaro, a quota sei reti in campionato (come del resto Corbanese, che però ha saltato quattro partite per infortunio).

Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) Una replica della gara di mercoledì in Coppa, ma con protagonisti diversi in scena. L’Alessandria e il Pavia si ritrovano domani al Moccagatta, a distanza di soli quattro giorni, stavolta però in campionato dove gol e punti sono ben più pesanti. «Sarà una partita diversa, il Pavia è molto squadra – ha detto Angelo Gregucci, tecnico dell’Alessandria, dopo la partita di mercoledì vinta 3-1 dalla sua squadra sugli azzurri – ma in questo campionato sono tutte gare complicate. Il girone è equilibrato e dei tre di Lega Pro è quello più competitivo. Favorite? Tante, per esempio siamo andati a Pordenone e abbiamo trovato una squadra solida, che ha ambizioni. Penso che bisognerà aspettare fino a Pasqua, solo allora i giochi saranno fatti o almeno chi sarà davanti avrà possibilità di lottare per la promozione e chi invece starà indietro non riuscirà a recuperare». Con Gregucci, subentrato a Giuseppe Scienza dopo la sconfitta alla quarta di campionato a Lumezzane, l’Alessandria ha cambiato marcia. Quattordici punti in sette partite, una sola sconfitta ma in casa del Cittadella e di misura, e poi pareggi a Pordenone e Bassano, quindi quattro vittorie, di cui tre in casa: in extremis con l’Albinoleffe (2-1), larga al di là dei meriti con il Renate (4-1) e solo di rigore (1-0) con la Pro Patria. La cura Gregucci ha portato i grigi a risalire fino al quinto posto, a -3 dal Pavia secondo, dopo un avvio deludente rispetto alle attese e una campagna acquisti che l’aveva fatta indicare dagli addetti ai lavori come una delle principali favorite alla vittoria finale. La passata stagione si era chiusa con un flop difficile da digerire: l’Alessandria aveva clamorosamente mancato anche i play off, proprio all’ultima giornata nella quale era stata fermata sul pari dal Venezia, dando così via libera al Como che poi quei play off li avrebbe vinti a sorpresa. Rispetto alla rosa già molto competitiva dello scorso anno, l’Alessandria si è ulteriormente rafforzata in ogni reparto: Celjak dal Benevento e Manfrin dal Chievo in difesa, a centrocampo con Loviso (fino a tre anni fa in B) dal Gubbio, Nicco dal Perugia, Branca dal Sudtirol, Cittadino dalla Feralpi, e soprattutto davanti con Marras dallo Spezia, Bocalon (ex Prato) e l’uomo mercato Fischnaller dal Sudtirol, 32 gol in due l’anno scorso, più il giovane Boniperti dal Mantova. Tra le cessioni, la più pesante è stata quella di Obodo (passato alla Juve Stabia), poi Cavalli, Taddei, Spighi e Rantier. Gli anticipi. Oggi si giocano Padova-Cuneo (ore 15), Pro Piacenza-Albinoleffe (ore 15), Lumezzane-Sudtirol (ore 17.30) Renate-Cremonese (17.30), Mantova-FeralpiSalò (ore 20.30).

Ore 20.40 – Per ora Carmine Parlato rimane al suo posto. Ma la situazione è tutt’altro che stabile e, nella migliore delle ipotesi, la prossima partita con la Pro Patria sarà decisiva per il futuro dell’allenatore

Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) Colombo lavora per rilanciare la squadra dopo alcune prove non brillanti. L’allenatore granata sta pensando a una piccola rivoluzione per stimolare i suoi. In questi giorni il mister si è confrontanto spesso anche con il dg Raffaele Ferrara. Nella prossima gara Nolè dovrebbe partire titolare, al posto di un Giannone non ancora al meglio della condizione. Conferme per Rampi (con Mogos che retrocede a terzino) e per Bartolomei in luogo di Maltese in un 4-3-3 un po’ diverso da quello di inizio stagione. Questo, per il momento, è quello che Perilli e compagni hanno provato ieri pomeriggio mentre venivano affinati gli schemi per la gara di domenica, al Città del Tricolore contro il Pordenone (ore 15). Il reparto avanzato sarà composto da Arma e Nolè con Siega pronto a dividersi tra la classica posizione di ala sinistra e quella di trequartista alle spalle dei due attaccanti per portare maggior scompiglio nella difesa avversaria. Al centrocampo a tre, il reparto che aveva esaltato le qualità della Reggiana l’anno scorso ma che finora non ha brillato, il trainer continua a dare fiducia a Bruccini, Bartolomei ed Angiulli mentre nella linea difensiva sono confermati Spanò e Parola al centro con Mogos e Frascatore sulle fasce. Tra gli atleti infortunati continuano a migliorare le condizioni di Meleleo e Danza ai quali dovrebbe aggregarsi Sabotic dalla prossima settimana. In via Agosti ieri si sentiva qualche mugugno da parte dei tifosi storici per il momento non proprio positivo della squadra e in particolare per il fatto che il bel gioco latita da un po’ di tempo.

Ore 20.00 – (Gazzetta di Reggio) Nel Pordenone che domenica arriva al Città del Tricolore gioca il capocannoniere del torneo, Caio De Cenco, che è un ex granata, così come Andrea Cosner e Mirko Stefani. Il ds dei neroverdi è Giorgio Zamuner, che giocò nella Reggiana nell’anno della promozione, totalizzando 29 presenze e quattro reti, con Facciolo e De Agostini arrivati anni prima proprio dal Pordenone. Altri doppi ex sono Loris Dominissini, giocatore dei neroverdi (’82-’83) e poi calciatore dei granata dall’86-’93 e tecnico dal 2009 e 2010. Tre personaggi che l’anno scorso erano al Pordenone hanno trascorsi granata: i tecnici Lamberto Zauli (nella nostra città in due circostanze tra il 2012 e il 2013) e Luciano Foschi (a Reggio nel 2005-2006) e il terzino Marcello Possenti (in maglia Reggiana nel 2013-2014). Si ricordano inoltre Giorgio Vignando, giocatore dei granata dal 1967 al 1973 e tecnico dei “ramarri” nel 1983-1984, quindi Sauro Frutti, in Emilia nel 1975-1976 e in riva al Noncello come trainer nel 1998-1999. Alla vigilia del match di domenica il Messaggero Veneto ha intervistato Stefano De Agostini, che vive a Pordenone ed è legato alla nostra città. «Alla Reggiana, dal 1987 al 1991 – ha detto l’ex centrocampista – ho trascorso quattro anni meravigliosi, indimenticabili. Tra i ricordi più belli, la promozione in serie B nell’89». Il “Dea” ha poi ricordato cosa voleva dire giocare al Mirabello. «Non riesco a capacitarmi che ora giochino al Mapei stadium. Bello e grande quanto si vuole, ma l’atmosfera di quei tempi era un’altra cosa. I tifosi della Reggiana si fanno sentire ugualmente. Se fossi in loro, tuttavia, non starei così tranquillo: il Pordenone è una splendida realtà di questo campionato».

Ore 19.40 – (Gazzetta di Reggio) «Alla Reggiana di quest’anno auguro di vivere quello che abbiamo vissuto noi nel 1989 quando andammo in B vincendo l’ultima di campionato con il Prato». Un messaggio d’affetto che arriva da Nico “Rambo” Facciolo, uno degli ex giocatori più amati di tutti i tempi a Reggio, entrato nella leggenda nel 1986 quando parò al Mirabello due rigori contro il Modena e consentì così alla squadra di chiudere la partita sull’1-1. Facciolo, che è l’estremo difensore con più presenze nella storia della Reggiana (179), venne prelevato nel 1986 dal Pordenone, squadra che domani arriva al Città del Tricolore. Facciolo, segue ancora la Reggiana? «Leggo sempre gli articoli del giornale e quest’anno ho visto anche la partita contro il Cuneo in televisione” Che effetto le ha fatto? «La Reggiana non meritava di perdere. Ha avuto quattro o cinque occasioni di segnare”. In quella partita il portiere Perilli ha perso l’imbattibilità dopo 650’… «Cominciavo a preoccuparmi, visto che io detengo il record granata con 990’ nell’anno della promozione in B (ride, ndr). In quella stagione prendemmo solo 14 gol». Al Mirabello, anche in serie C, c’era il pienone. Cosa provava quando gioca in quello stadio? «Al Mirabello c’era un muro di gente. Entravano 15mila persone. In certe partite, con Spezia, Modena o Piacenza anche 18mila. Era incredibile. Se cadeva uno spillo non arrivava a terra. Il nostro stadio era noto in tutta Italia. Giocare al Mirabello non era facile per nessuno, la gente si faceva sentire, il tifo era caldissimo. In quel periodo c’erano altri stadi molto pieni. A Padova facevano 20mila spettatori, a Trieste 15mila». Oggi si vedono partite in Lega Pro con poche centinaia di spettatori. Colpa della tv, delle troppe regole o di cosa? «In Italia si è investito poco negli stadi. In serie A l’unico moderno è quello della Juventus, gli altri non sono fatti per portare bambini e famiglie. Lo stadio deve essere un luogo d’incontro». A Reggio però c’è un bello stadio… «E mi dispiace che non sia più della Reggiana». Cosa ricorda di più di Reggio? «Da voi vengo spesso perché ho tanti amici. A Reggio la gente mi ha fatto sentire subito a casa. Ho trovato persone cordiali e grande disponibilità. Una bellissima esperienza». I momenti più belli? «La promozione in B e i due rigori parati al Modena nel derby». A Pordenone è stato due stagioni. Che ricordi ha? «Dall’83 all’85, in serie C2. Poi io e Stefano De Agostini fummo acquistati dalla Reggiana. I friulani sono brave persone, grandi lavoratori, più chiusi dei reggiani, meno goderecci. All’epoca Pordenone era un paesone, un posto di confine con tante caserme. Anche lì torno volentieri perché ho tanti amici». Ovviamente tifa sempre Reggiana? «Certo, con la maglia granata ho vissuto le mie esperienze più belle. Mi fa male vedere la Reggiana in C mentre il Modena è in B e Carpi e Sassuolo in A. Prima c’era anche il Parma in A, adesso per fortuna non più…Questa città, i tifosi, meritano la B». Verrà allo stadio per Reggiana – Pordenone? «Non posso. Faccio qualche giorno di ferie con amici, tra cui l’ex granata Stefano De Agostini».

Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il Pordenone è un avversario speciale, per i tifosi reggiani, perché ha le maglie neroverdi come il Sassuolo, che al Mapei gioca da tre stagioni. Dai sostenitori granata più accesi viene osteggiato poiché “reo” di essere ricco e di avere acquistato lo stadio all’asta, senza lasciarlo alla Reggiana, dal ’99 lontana dalla B. La rivalità è sentita dagli ultrà, mentre i tifosi modenesi pensano a divertirsi, con la squadra di Eusebio Di Francesco. Ci si diverte di meno con la Reggiana. Il gioco non è convincente né spettacolare, pur supportato dalla miglior difesa d’Italia: appena 3 gol subiti. Contro il Cuneo, due lunedì fa, il portiere Sebastiano Perilli aveva interrotto l’imbattibilità arrivata a 649’. L’allenatore Colombo potrebbe riproporre il 3-5-1-1 di quella sera: Perilli; Spanò, Parola, Frascatore (Loi); Mogos (Pesenti), Bruccini, Maltese, Angiulli, Siega; Giannone; Arma. A disposizione Rossini, De Biasi, Castellana, Di Nicola, Rampi, Ceccarelli e Bartolomei. Nel pari a Busto, sulla destra ha giocato Rampi (poi Nolè) per Mogos e in mezzo Bartolomei per Maltese (subentrato ad Angiulli), con Pesenti al posto di Giannone come seconda punta.

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Reggiana in crisi: il team delle 4 vittorie consecutive si è dissolto. Negli ultimi 270’ di campionato ha incassato 2 soli punti e regalato il primo della stagione alla Pro Patria domenica scorsa (0-0). Mercoledì scorso gli emiliani sono stati eliminati dalla Coppa Italia (0-1 con la Spal Ferrara) e non riescono a segnare da ben 435’. L’ultimo granata che ha esultato è stato Mogos, al 25′ del match vinto 1-0 con la Cremonese. Non è detto però che siano numeri favorevoli al Pordenone, ospite domani alle 15 del team di Colombo. La Reggiana non fa mistero di puntare alla promozione e non può permettersi il lusso di perdere altre occasioni. I NUMERI – Nelle prime 11 giornate i granata hanno incassato 20 punti, che valgono il terzo posto in classifica a 2 lunghezze dalla capolista Cittadella e a una dal Pavia. Hanno vinto 5 volte, pareggiato altrettante e perso solo con il Cuneo (0-1), in casa, alla decima. Raccolgono più bottino in trasferta: 3 vittorie, 3 pareggi, 8 gol fatti e uno solo subito. Allo splendido Città del Tricolore – Mapei Stadium hanno ottenuto 2 vittorie, 2 pareggi e un ko, realizzando 6 gol e subendone 2. Hanno di gran lunga la miglior difesa (vedi l’articolo qui a fianco), sulla quale hanno costruito il loro terzo posto. Le reti fatte sono 14, tante quante ne ha realizzate il Pordenone (che ne ha subite 9). L’undici di Colombo non ha un autentico bomber come il neroverde Caio De Cenco, capocannoniere del girone con 7 centri. I migliori marcatori granata sono Bruccini (3) e Mogos (2). TIFO GRANATA – Ovviamente il masimo del tifo reggiano si è registrato nella stagione 1993-94, in serie A, quando la squadra si classificò al quattordicesimo posto. Allora ben 10 mila supporter seguirono al Meazza la squadra di Marchioro che vinse con il Milan e si salvò. Oggi il gruppo più caloroso degli ultrà reggiani è quello delle Teste Quadre, che occupano la curva sud del Città del Tricolore – Mapei Stadium. Si sono organizzati anche i supporter neroverdi, per seguire i loro beniamini. Chi non potrà farlo avrà a disposizione il megaschermo della sala conferenze del Centro De Marchi, dove verrà proiettata la sfida, grazie al supporto di sportube.tv. DOPPIA USCITA – Per il Pordenone sarà la prima di due trasferte consecutive (la seconda a Salò contro la Feralpi). Non seguiranno Tedino nel viaggio in Emilia Marchi (ancora out) e Finocchio (che si è fermato in settimana). La buona notizia è invece il recupero di Mandorlini, che torna a disposizione del tecnico. Il suo apporto sarà utile in un centrocampo che ha sentito la mancanza sua e quella di Pasa, costretto a giocare in difesa (dove per altro sta svolgendo un ottimo lavoro) al fianco di Stefani, per l’assenza appunto di Marchi. STOP PER MARTIGNAGO – Non è stato invece ancora tesserato l’attaccante Riccardo Martignago. Gli addetti al mercato si sono presi ancora qualche giorno di riflessione, mentre si guardano attorno in cerca di alternative.

Ore 18.40 – (Messaggero Veneto) Saranno una ventina i tifosi ad assistere al match di Reggio Emilia. Il valore della sfidae lo stadio da serie A – il Giglio – hanno convinto diversi cuori neroverdi a seguire la squadra dal vivo. L’affluenza al Mapei Stadium avrebbe potuto essere maggiore se l’iniziativa “Porta un amico” non fosse stata attivata dalla Reggiana solamente negli ultimi giorni. Chi non potesse partire per l’Emilia può vedere la gara al De Marchi, centro sportivo del Pordenone: il match sarà proiettato sul maxischermo nella sala principale L’ingresso sarà dalla zona bar. Ultimamente l’iniziativa attivata dal club cittadino ha avuto un buon successo di pubblico.

Ore 18.20 – (Messaggero Veneto) Francesco Finocchio si è arreso: il dolore alla caviglia non è passato ed è costretto a saltare la trasferta nella “sua” Reggio Emilia. Bruno Tedino è così costretto a ripensare al reparto offensivo del Pordenone in vista del match di domani con i granata al Mapei Stadium. Tra l’altro anche per De Cenco c’è qualche piccolo dubbio, visto che il capocannoniere del campionato ha un problema alla schiena. Sarà valutato stamattina, ma salvo sorprese sarà del match. I dubbi del tecnico riguardano soprattutto come completare l’attacco: tridente in linea (4-3-3) o trequartista (4-3-1-2)? In lotta per due maglie Valente, Cattaneo, Filippini e Strizzolo. Le scelte. Il tecnico del Pordenone avrà le idee più chiare stamattina, al termine della seduta di rifinitura: nell’allenamento a porte chiuse, che proverà la squadra che scenderà in campo. Dopodiché prenderà le sue decisioni nel primo pomeriggio, quando il gruppo partirà per Reggio. Finocchio, questa l’unica cosa sicura, sarà assente. Il resto è un rebus. A Tedino – visti gli ultimi risultati – piace la soluzione col trequartista: l’uomo tra la linee va a sporcare l’inizio della manovra avversaria, dà fastidio. Visto che Filippini ha bisogno di minuti e deve essere valutato in vista di gennaio, se sarà “rombo” sarà lui a partire dal 1’ alle spalle di De Cenco e, a quanto pare, Strizzolo. Cattaneo e Valente entrerebbero in tal caso a gara in corso, per “rompere” la partita. Altrimenti c’è l’altra opzione, il tridente in linea, e qui i due esterni giocherebbero dall’inizio. Valente sarebbe chiamato alla grande partita: il campo del Giglio è lungo 68 metri, «un aeroporto» lo definisce Tedino, perfetto per le caratteristiche dell’ala veronese, più potente e resistente alla velocità rispetto a Cattaneo, che dà il meglio di sé nei primi 15 metri anziché nei 30-40 come il “collega”. Valutazioni. Se Tedino ha solo due posizioni in dubbio, storia ben diversa la vive Alberto Colombo con la sua Reggiana. Visto il momento particolare, fatto di 1 pareggio e 2 ko nelle ultime tre uscite (compresa la coppa), il tecnico sta valutando di abbandonare il 3-5-1-1 e di tornare al 4-3-3 considerati anche i rientri di Pesenti e Nolè, due punti di forza dell’attacco. Di sicuro è una Reggiana che non sta bene, che può entrare in una fase di crisi: il Pordenone ha l’obbligo di credere nel colpaccio. La vittoria esterna di prestigio è l’unica cosa che manca a questo girone d’andata.

Ore 17.50 – Matteo Dionisi: “L’espulsione di Favalli ed il gol nel finale di primo tempo ci ha condizionati, poi abbiamo provato a reagire ma abbiamo subito anche il 3-1 che è figlio dello sbilanciamento. Serviva più attenzione, ora dobbiamo rimboccarci davvero le maniche. Dopo il gol di Neto Pereira ci credevo anch’io… Ora dobbiamo fare per forza i tre punti a Busto Arsizio, conta più il risultato della prestazione! Il morale è basso al momento, ma non dobbiamo piangerci addosso”.

Ore 17.40 – Marco Cunico: “Al 45esimo la partita è cambiata,è stata una botta che ha cambiato il match, c’erano le condizioni per fare bene,poi il secondo gol è stato la seconda legnata. Il terzo gol è brutto per il risultato,cambia poco. Dispiace perché il pallino del gioco era stato nostro,dal campo sembrava che loro fossero qua per difendersi. Le nostre non sono scuse, si può sempre negli episodi. Come si riparte ? Per dare importanza e valenza alle due scorse partite bisognava vincere. Era la partita che tutti si aspettavano è arrivata una legnata e lunedì ripartiamo”.

Ore 17.30 – Giuseppe Bergamin: “Non mi attacco agli episodi,c’è frenesia,manca equilibrio che in tanti frangenti abbiamo perso. La generosità non basta. Sono preoccupato ed è normale,non ho guardato la classifica. E’ normale essere severi nei confronti della squadra, io ringrazio sempre i giocatori,ma oggi mi dispiace per l’epilogo. Il mister in discussione? Sicuramente bisogna riflettere su certe cose,ma non è lui che mi preoccupa in questo momento. Non vedo nell’allenatore il punto critico della situazione in questo momento. Quando il risultato non viene da una situazione che poteva portare tranquillità,invece non lo siamo. A fine partita sono andato negli spogliatoi per una normale situazione di dopo partita. Ho trovato i giocatori tristi,la situazione di Parlato? Non credo che sia lui il punto critico,quello che abbiamo visto in campo è stata una generosità che doveva servire ai propri errori. Quando giochi con un handicap a volte puoi riuscire a sollevare le cose,ma tante volte no. Dobbiamo prendere come nostri gli errori”.

Ore 17.25 – Sala stampa, Carmine Parlato: “La squadra ha lavorato bene nella prima frazione, dovevamo fare qualcosa di più in fase realizzativa, poi la botta del 2-0 avrebbe ucciso chiunque, noi ci siamo ripresi, abbiamo fatto il 2-1, poi per tentare di pareggiare era preventivabile che ci facessero il terzo. Il cambio di Altinier? Mi serviva un giocatore come Petrilli e vedendo la partita, avrei cambiato a inizio secondo tempo allargando la squadra. La classifica e la pressione? Io penso che i ragazzi abbiano gli attributi, ma che allo stesso tempo bisogna evidenziarli di più, uscendo al più presto da una situazione dove anche un pareggio non avrebbe portato a quel salto che tutti ci aspettavamo. Bisogna avere la forza mentale e caratteriale per reagire, per essere ancora più uniti e compatti. Questo gruppo è molto valido, nell’ultimo mese ha evidenziato che ci sono dei problemi e urge invertire la rotta”.

Ore 17.20 – Sala stampa, Carmine Parlato: “Quello che succede è solo responsabilità mia, non voglio attaccarmi a niente. Aver fatto dei buoni 45 minuti, dove solo la loro compatezza ha evitato che passassimo in vantaggio, abbiamo creato e fatto delle buone giocate, ma dal momento dell’espulsione e dei due gol è stata una botta. La squadra ha saputo reagire, ma poi in contropiede siamo capitolati. Dispiace, perché siamo tutti a servizio della società e della città per cercare di prendere la vittoria, è arrivata una sconfitta che mi rammarica, ma non mi abbatte. I ragazzi in spogliatoio erano molto amareggiati. Non voglio attaccarmi agli episodi che fanno parte del calcio, dovevamo essere più bravi, ma il periodo non è idilliaco sotto gli aspetti degli episodi. La doppia ammonizione? Dovevamo stare più attenti e anche a inizio della seconda frazione. Abbiamo comunque reagito, l’impegno nei secondi 45 minuti c’è stato. Nel primo tempo dovevamo essere più tranquilli e affondare di più. Dispiace, è una cosa che mi fa rabbia, bisogna che il Padova reagisca, perché non ci si può appellare alla sfortuna, serve una regolata generale, uscendo fuori da un momento che sta continuando. Volevamo la vittoria, ma è arrivata una sconfitta”.

Ore 16.50 – TERMINA LA PARTITA: PADOVA-CUNEO 1-3

Ore 16.30 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova si è rimesso in moto in terra veneta, ora è chiamato ad uno scatto anche tra le mura del Martelli. Mister Ivan Javorcic è consapevole dell’importanza della gara con la FeralpiSalò. Ha studiato l’avversario con cura e dopo un’attenta analisi ci tiene a dare il giusto peso all’impegno: «È una partita difficilissima – spiega l’allenatore – perché affrontiamo una delle formazioni più competitive del campionato, la migliore in trasferta stando ai numeri. Sanno essere pericolosi in ogni momento, per questo mi aspetto una sfida con veloci ribaltamenti di fronte in cui noi dovremo essere bravi a limitare i loro pregi e a pungere quando ci capiterà l’occasione». Formazione confermata rispetto a una settimana fa, unico cambio quello di Foglio che sostituisce a centrocampo lo squalificato Raggio Garibaldi: «Foglio è un giocatore importante – sottolinea Javorcic – che ci permette di avere più soluzioni offensive. Può e deve diventare decisivo». A chi gli chiede se anche un pareggio sarebbe da prendere con positività, il tecnico risponde che: «Il Mantova deve avere nella testa la convinzione di poter vincere sempre. Poi è chiaro, ci sono le dinamiche di gioco e quindi può succedere di tutto. Ma lo spirito deve essere quello che ci ha caratterizzato a Bassano e a Cittadella, ovvero la consapevolezza di potercela giocare e di poter strappare tre punti». Tre punti che permetterebbero di ricucire ancora di più il rapporto con la tifoseria che dopo tante battute a vuoto ha rivisto la luce nella squadra biancorossa: «Sentiamo curiosità nei nostri confronti – rivela Javorcic – e quindi abbiamo voglia di scendere in campo davanti alla gente che ci sostiene. Esprimerci al meglio ci darebbe una spinta in più e la darebbe anche alla tifoseria: noi abbiamo bisogno di un rapporto coeso con la piazza e sono sicuro che con il tempo arriverà anche quello».

Ore 16.10 – (Gazzetta di Mantova) C’è da ritrovare il feeling con la piazza, c’è da tenere il passo delle rivali per uscire dal pantano dei playout, c’è da confermare quanto di buono visto lontano da casa. Il Mantova ha una valigia piena di speranze da riversare questa sera (ore 20.30) sul prato del Martelli. Di fronte i bresciani della FeralpiSalò, formazione di alto borgo che però ha vissuto un inizio di campionato tra alti e bassi. Una situazione che ha portato all’esonero dell’ex di turno Michele Serena e all’arrivo in panchina di Aimo Diana. Il Mantova arriva a questa gara con una situazione più che positiva sul versante medico. Fuori causa gli infortunati “cronici” Beretta, Pane e Caridi, out Raggio Garibaldi per squalifica. Per il resto tutti abili e arruolabili, compreso Anastasi che ieri ha svolto lavoro differenziato e che potrebbe trovare un posto in panchina al fianco di mister Ivan Javorcic. L’allenatore croato è un ex mancato (in estate il suo nome era stato accostato a più riprese a quello dei gardesani) e punta forte sulla voglia di riconquistare la piazza manifestata a più riprese dal gruppo. Dopo i 4 punti ottenuti lontano dal Martelli è il momento di voltare pagina anche tra le mura amiche. Javorcic dopo l’esordio sfortunato con la Giana Erminio avrà l’occasione per riassaporare le emozioni dello stadio amico che per la verità fino a questo momento tanto amico non è stato (2 vittorie, un pareggio e 2 sconfitte). Capitolo formazione. Il Mantova proseguirà sulla linea tracciata prima a Bassano e poi a Cittadella. Un 4-3-2-1 con Bonato tra i pali protetto dalla vecchia guardia formata da Scalise-Trainotti-Scrosta con l’aggiunta di Carini in mezzo. Il posto lasciato libero da Raggio Garibaldi sarà occupato da Foglio, giocatore che dovrebbe garantire una spinta maggiore a livello offensivo. In cabina di regia Dalla Bona e sul centro destra Di Santantonio. Davanti il riferimento sarà Ruopolo, in appoggio i giovani Gonzi e Zammarini. Uno schema collaudato che dovrebbe dare più certezze a una squadra che con il tempo sta trovando quegli automatismi che fino a poco tempo fa parevano inesistenti. La gara comunque si preannuncia complicata vista la caratura tecnica degli avversari. La FeralpiSalò viene da due vittorie consecutive ottenute con Albinoleffe e nel derby con il Lumezzane. Nel mezzo l’eliminazione in Coppa Italia a scapito della Cremonese. Diana dovrebbe puntare su un 4-3-3 molto solido che in trasferta ha dato più di una gioia. Mai una sconfitta (gli unici sempre a punti lontano da casa insieme alla Reggiana) e numeri davvero impressionanti (sempre in trasferta è il miglior attacco e la seconda miglior difesa). In campo l’ex Castiglione Romero, attaccante dotato di una fisicità imponente, in panchina invece ci sarà il portiere Bavena che in estate ha svolto parte del ritiro pre campionato con il Mantova targato Maspero.

Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Le vittorie dei campionati si costruiscono in casa, per questo al Penzo abbiamo bisogno di avere sempre un 12. uomo al nostro fianco». Chiama a raccolta il pubblico Paolo Favaretto alla vigilia dei 90′ di domani (ore 14.30) contro l’Este. Il tecnico del Venezia co-capolista a braccetto col Campodarsego, infatti, chiede ai tifosi arancioneroverdi di «lottare» al fianco di Serafini e compagni proprio come nel vittorioso derby con il Mestre. «Una serata emozionante che tutti ricordiamo sulla nostra pelle, normale quindi auspicare una partecipazione il più numerosa e appassionata possibile ad ogni nostra uscita a Sant’Elena – le parole del mister lagunare -. Mi aspetto un buon seguito e molta gente a sostenerci, il Penzo può diventare un fortino e una grossa spinta ci servirà già contro un Este che nelle ultime uscite ha segnato 4 gol dall’88’ in poi». I padovani sono a -11 punti dalla vetta ma hanno perso una sola volta, pareggiato più di tutti (8 volte) e subito appena 8 gol come le due battistrada.
«Noi e il Campodarsego abbiamo fatto il vuoto alle nostre spalle staccando 18 avversarie, ma il testa a testa si deciderà alla lunga. Va da sè che vogliamo mantenere i nostri livelli di continuità, siamo sereni però la giusta tensione non deve mai mancare. Tacopina? Il presidente ci è stato vicino in questi giorni, da quando è tornato abbiamo battuto Mestre e Fontanafredda, battiamo l’Este e gli chiederemo – sorride Favaretto – di rimandare il rientro a New York. Come stiamo? Bene, a parte Barreto e Galli tutti i ragazzi sono a disposizione». Oggi alle 14.30 gli Juniores nazionali arancioneroverdi, 8. con 15 punti, fanno visita alla Calvi Noale penultima a quota 4. CURVA SUD – Al Penzo i tifosi della Curva Sud VeneziaMestre effettueranno una raccolta fondi in tutti i settori dello stadio da devolvere ad Emergency nel giovane veneziana vittima del terrorismo Valeria Solesin. AL PENZO – Domani la navetta per i tifosi partirà alle ore 13.15 dal padiglione Acquae di Marghera, le corse bis Actv da Piazzale Roma-Parisi alle 12.40 e 13.40.

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia vuole allungare la serie. E possibilmente staccare il Campodarsego. Domani al Penzo arriva l’Este (ore 14,30) e l’obiettivo primario sono i tre punti. «Con le ultime due vittorie siamo ripartiti, dopo il rallentamento dovuto ai tre pareggi consecutivi. Ora vogliamo allungare la serie», dice Gianni Fabiano pronto a rientrare dopo un breve stop dovuto a un guaio muscolare. «Sono pronto. Ho avuto un piccolo contrattempo ma fa parte del gioco, ora sto bene», dice il fantasista arancioneroverde. Domani mancheranno Barreto e Galli, il primo per i noti guai muscolari con cui sta convivendo dall’inizio della stagione e che lo vedono presente a singhiozzo; il secondo per l’infortunio muscolare che lo terrà fuori dai giochi per un mesetto. Essendo un ‘97, il forfait di Galli richiederà un rimescolamento tra centrocampo (Callegaro per Acquadro?) e difesa nell’ottica di far tornare i conti degli Under. Favaretto ritroverà però Calzi che rientra dalla squalifica e, appunto, Fabiano. «Quella con l’Este — dice — è una partita importante, dobbiamo pensare a prolungare la serie positiva. Il Campodarsego sta tenendo il nostro passo e bisogna dargli merito per questo. Stanno facendo bene, hanno i nostri risultati. Questo deve essere un ulteriore stimolo per dare sempre il massimo. Vedremo alla fine chi la spunterà, ci sarà da combattere». La squadra avversaria viaggia a ridosso della zona playoff, con numeri importanti: una sola sconfitta e appena 8 gol subiti, gli stessi di Venezia e Campodarsego. «Hanno la migliore difesa, proprio come noi. Solitamente le squadre vincenti si costruiscono sulla difesa e questo è indicativo. Sarà un buon banco di prova». Sugli spalti ci sarà anche il presidente Joe Tacopina, ieri sera presente alla festa del tesseramento di VeneziaUnited. Questa mattina, invece, presidente, dirigenti e squadra saranno in pellegrinaggio alla basilica della Madonna della Salute, dove li attende il Patriarca Francesco Moraglia. Intanto il Mestre scende in campo oggi (ore 14,30) ad Abano. Mister Tiozzo recupera Bedin e Gherardi dopo la squalifica. E rientra dall’infortunio anche Domenico Di Fusco, che per il momento sarà aggregato alla squadra juniores. La squadra arancionera anticipa il turno in vista dell’impegno di Coppa Italia di mercoledì, che vedrà il Mestre impegnato a Vicenza contro l’Altovicentino. Anche il Venezia tornerà in campo mercoledì per l’impegno di Coppa: affronterà allo stadio Ballarin la Clodiense.

Ore 14.40 – (La Nuova Venezia) «È stato un incontro positivo, molto positivo». Sorride, Joe Tacopina, all’uscita da Ca’ Farsetti, dove nel primo pomeriggio ha incontrato il sindaco Luigi Brugnaro, accompagnato dal direttore generale Dante Scibilia, ma anche da due nuovi partner di New York, legati al presidente sia a livello societario sia sul piano imprenditoriale: Daniel “Danny” Glimcher e Michael Cantor. «Un incontro di una mezzoretta» precisa Tacopina, «ci rivedremo di sicuro, anche se non abbiamo fissato una data precisa». Potrebbero ritrovarsi prima di Natale, magari per scambiarsi gli auguri, visto che il presidente del Venezia salirà lunedì mattina sull’aereo che lo riporterà negli Stati Uniti, ma sarà nuovamente in laguna prima della metà di dicembre e quindi della sosta della serie D. «Non siamo entrati nei dettagli» aggiunge Tacopina, «ho presentato al sindaco un paio dei miei partners». E parlato anche dello stadio, sicuramente, visto che Danny Glimcher è un immobiliarista che nel 2010 ha fondato il Glimcher Capital Group che recentemente è entrato anche in una joint venture per sviluppare Gran Bazaar Shop, un progetto su 65 mila metri quadrati di vendita al dettaglio, ristoranti e luoghi di divertimento a Las Vegas. Insieme a Michael Cantor, Sterling Project Developpement, assai impegnato nei progetti con società sportive: tutti e due giovani, potrebbero diventare il puntello del gruppo per elaborare il progetto del nuovo stadio a Tessera (20-25 mila posti), e chissà magari anche il nuovo palasport. In serata, poi, Joe Tacopina, sempre accompagnato da Dante Scibilia, è intervenuto alla Festa del Tesseramento di Venezia United, a Marghera, stamattina sarà insieme agli altri dirigenti, staff tecnico e giocatori a Venezia, alla Madonna della Salute, in programma anche un incontro con il patriarca Francesco Moraglia. Il Venezia, intanto, prosegue al Taliercio a preparare la partita contro l’Este: tornano Calzi e Fabiano, assenti solo Galli e Barreto. «Sto bene, ho recuperato dal piccolo contrattempo», avverte Gianni Fabiano, «questo è un gruppo che può sopperire a qualche assenza. Siamo riusciti a interrompere la striscia di pareggi, adesso puntiamo ad allungare la serie di vittorie. Infine, ora è ufficiale, la partita di Coppa contro la Clodiense si giocherà a Chioggia mercoledì 25.

Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Una foto di gruppo postata sul suo profilo Fb, nella settimana che può cambiare una stagione. Guido Davì ha caricato l’ambiente a modo suo, postando un’immagine che simboleggia in tutta evidenza l’unione del gruppo, la forza del Bassano che tenta la scalata verso la vetta della classifica. Persa qualche settimana fa a vantaggio proprio del Cittadella, avversario domani al Mercante. Ma che adesso, concorrenza permettendo, potrebbe essere riagganciata: «Le partite contro Pordenone e Mantova — sottolinea il centrocampista giallorosso — ci sono servite come lezione per crescere ed evitare di commettere quegli stessi errori. Già a Pavia abbiamo invertito la rotta e dobbiamo continuare su questa strada. Ci aspettiamo una bella cornice di pubblico, i nostri tifosi ci sosterranno per aiutarci a fare nostro questo derby. Mi aspetto una bella gara, tra due squadre che si affronteranno a viso aperto. Il Cittadella ha una rosa importante, molti giocatori hanno giocato in serie B, ma anche noi siamo un gruppo di qualità e giocheremo alla pari. Dobbiamo affrontarli con la consapevolezza che possiamo vincere contro ogni avversario se giochiamo come sappiamo. E questa è una gara che vogliamo vincere, per conquistare quei 3 punti che mancano da qualche partita». Due incroci in Coppa Italia, tante amichevoli, una partita che in campionato manca da 23 anni. Spulciando almanacchi e archivi, si scopre che l’ultimo Bassano-Cittadella con in palio punti sonanti fu disputato nella stagione 1992-1993, quando la serie D si chiamava Campionato nazionale dilettanti e Bassano e Cittadella non avevano neppure lasciato intravedere bagliori di quelli che sarebbero stati i rampanti anni 2000. Quell’anno i granata riuscirono a compiere il salto di categoria, con la promozione in serie C2 dopo lo spareggio disputato a Cento contro il Lumezzane. Sarebbe stato solo uno dei primi step dell’era Gabrielli, che poi toccò il suo apice nella stagione nel 2010, con l’approdo ai playoff di serie B e l’eliminazione beffarda contro il Brescia, nonostante il successo colto al Rigamonti nella partita di ritorno. Storie che si intrecciano e che conducono al derby di domani pomeriggio, che metterà in palio punti fondamentali nella corsa alla cadetteria. Perché, ai di là di prudenze verbali che lasciano il tempo che trovano, Bassano e Cittadella hanno tutte le carte in regola per recitare un ruolo da protagonista fino alla fine.

Ore 13.50 – (Gazzettino) Ci sarà una mini-invasione di tifosi granata domani a Bassano. A ieri erano stati venduti oltre 400 biglietti del settore ospiti, ma c’è da presumere che domani al “Mercante” saranno ben di più i sostenitori del Cittadella. Domani i tagliandi si potranno acquistare direttamente allo stadio, dove si consiglia di arrivare con largo anticipo rispetto all’orario di inizio della partita per evitare code alle entrate. DAL CAMPO. Anche ieri l’allenamento è stato diretto dalla coppia Gorini-Musso, nel pomeriggio l’intera squadra e la dirigenza hanno partecipato al funerale della mamma di Roberto Venturato, Concetta. L’unico giocatore che si sta allenando a parte è Pascali, a questo punto fuori dai giochi per il derby. Questa mattina la rifinitura, poi le convocazioni del tecnico. DOPPIO EX. Se Nicola Donazzan a Bassano del Grappa è nato ma non ha mai giocato al Mercato e né ha vestito la maglia giallorossa, Michele Pellizzer è l’icona per eccellenza del derby, essendo stato calciatore di entrambe le squadre. L’ex capitano granata, passato la scorsa estate in prestito all’Entella, è cresciuto calcisticamente al Bassano, e dopo tutta la trafila nelle giovanili ha debuttato tra i professionisti otto anni fa. Quattro stagioni tra Seconda e Prima Divisione, quindi il passaggio al Cittadella, dove ha collezionato 142 presenze e realizzato il suo primo gol da professionista. «Sarà una bella partita, un derby che avrei giocato volentieri perché non l’ho mai vissuto da protagonista. A Bassano sono legato sentimentalmente perché mi ha fatto crescere e maturare, Cittadella invece mi ha permesso di giocare in serie B, dove ho lasciato tanti ex compagni che sento spesso e molto volentieri». Pellizzer segue sempre il cammino delle due squadre. «Non appena termino di giocare con l’Entella, corro subito a informarmi sui risultati del girone A di Lega Pro. Il Cittadella ha più qualità, potrebbe giocare in B, il Bassano invece ha il vantaggio di conoscere bene la categoria e gioca in casa». Ecco come il difensore si immagina il derby: «Il Cittadella farà la partita, troverà più spazi che non al Tombolato per sviluppare la manovra, ma dovrà stare attento alla voglia di vincere del Bassano, che punta a un risultato prestigioso davanti ai propri tifosi». Infine, la domanda d’obbligo: per chi tiferà Pellizzer? «Mi viene spontaneo dire Cittadella. Qui ho tanti amici tra i giocatori, mi sento granata anche perché il cartellino è ancora della società del presidente Gabrielli». 14. GIORNATA. La gara Pordenone-Cittadella si giocherà sabato 5 dicembre (ore 15). COPPA ITALIA. Negli ottavi di finale sarà ancora Cittadella-Bassano: il sorteggio ha stabilito che l’incontro ad eliminazione diretta si giocherà al Tombolato mercoledì 9 dicembre (orario da definire).

Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Forse parlare di invasione è eccessivo, ma 350 tifosi del Cittadella in trasferta sono comunque molti rispetto agli standard dell’ambiente granata. Tanti ne sono annunciati per la partita di domani, alle 14.30, allo stadio Mercante. Merito della vicinanza geografica, visto che Bassano e Cittadella sono separate da una quindicina di chilometri. «Ma merito, anche, dell’entusiasmo che si è creato in queste giornate fra i nostri sostenitori. Essere in testa da questo punto di vista aiuta, perché l’interesse cresce», sottolinea Roberto Musso. A lui, e al secondo allenatore Edoardo Gorini, è toccato dirigere anche l’allenamento di ieri al Tombolato, dopo il lutto che ha colpito Roberto Venturato, al quale è mancata la mamma Concetta pochi giorni fa. La seduta è stata anticipata al mattino per consentire a giocatori e staff di partecipare al funerale, che si è svolto nel pomeriggio a Trevignano (Treviso). «Inutile dire che è stata una settimana in tono dimesso, perché la tristezza per il lutto si è trasmessa in tutto il gruppo. Abbiamo, però, cercato di lavorare al meglio per preparare questo scontro diretto. È il primo derby ufficiale nella storia dei due club, che sinora si erano affrontati soltanto in amichevole, ma è ovviamente molto sentito». Che partita si aspetta? «Si affrontano due squadre che sanno giocare a calcio e che provano sempre a “fare” la partita, per questo è facile immaginare che sarà un match bello da vedere. Noi stiamo lavorando dall’inizio della stagione per acquisire un’identità sempre più precisa. Il Bassano ha la sua forza in un gruppo ormai rodato, che da tre stagioni è rimasto più o meno inalterato e che, proprio per questo, procede quasi a memoria con il suo 4-4-2». Lei è stato spesso in tribuna al “Mercante” a veder giocare i giallorossi. Che idea si è fatto della mini-crisi degli ultimi turni? «Penso che sia sbagliato parlare di crisi. Ho visto le tre gare che precedono il derby e posso dire che solo contro il Pordenone gli uomini di Sottili sono incappati in una giornata storta. Contro il Mantova hanno disputato una partita molto simile a quella giocata da noi: hanno mantenuto il controllo del campo contro un avversario chiuso, che li ha colpiti nell’unica occasione avuta. E a Pavia, poi, il Bassano mi ha impressionato: ha disputato un primo tempo eccezionale e, se non avesse fallito un rigore con Germinale, quasi in chiusura, avrebbe portato a casa i tre punti. Altro che crisi!». Chi vincerà? «Difficile dirlo. L’impressione, però, è che a fare la differenza sarà un episodio». Pascali ce la fa. Anche Pascali, l’unico giocatore che aveva lavorato a parte nei giorni scorsi per il risentimento all’adduttore che lo tormenta da un paio di settimane, ieri si è aggregato al gruppo. Resta da valutare la condizione del difensore centrale, che potrebbe, però, ritrovare il suo posto nell’undici titolare accanto a Scaglia. In Coppa al Tombolato il 9/12. È stato effettuato ieri, nella sede della Lega a Firenze, il sorteggio per decidere la squadra ospitante delle sfide degli ottavi di finale di Coppa Italia. Il Cittadella, come era già noto, sarà chiamato ancora una volta a vedersela con il Bassano: lo affronterà in gara secca mercoledì 9 dicembre al Tombolato, in orario ancora da definire. I quarti saranno ancora ad eliminazione diretta, mentre per semifinale e finale ci saranno partite di andata e ritorno.

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La vigilia della sfida con il Cesena è contraddistinta dalla «conta» dei disponibili che Pasquale Marino è costretto a fare, visto che per arrivare a venti giocatori il tecnico del Vicenza dovrà portare in panchina due primavera. «Il momento è questo, non ci dobbiamo piangere addosso — precisa il tecnico — anche stavolta dovremo affrontare parecchi problemi ma dobbiamo andare avanti. Siamo riusciti sino a qui a sopperire alle assenze e, come ho sempre detto, quando ci sono state delle difficoltà il gruppo si è dimostrato forte e ha cercato di tirare fuori quel qualcosa in più che ha permesso di sopperire alle assenze». Nonostante tutto il Vicenza gioca un bel calcio e merita la buona classifica che ha, anche se resta un po’ di rammarico perché con l’organico al completo forse la compagine berica sarebbe potuta essere più in altro in classifica. «Che un po’ tutti riconoscano il fatto che giochiamo bene fa piacere, anche se dobbiamo comunque migliorare perché abbiamo la possibilità di farlo, a prescindere dagli uomini a disposizione — sottolinea Marino — finora abbiamo fatto meglio fuori casa e anche se i punti valgono allo stesso modo, nel nostro cammino mancano delle vittorie interne. Prima della partita contro l’Ascoli avevamo sofferto del fatto che davanti ai nostri tifosi non avevamo mai conquistato i tre punti, ma dopo la vittoria di quindici giorni fa mi auguro che il Menti torni ad essere il nostro fortino». L’avversario non è per niente facile da superare, ma il Vicenza ha i mezzi per potercela fare. «Sappiamo che gli avversari sono di tutto rispetto — precisa Marino — loro possiedono una squadra equilibrata e omogenea, costruita con la dichiarata intenzione di tornare subito in serie A. Il Cesena viene da due sconfitte di fila ma non credo a una formazione in crisi perché dispongono di giocatori che possono cambiare la gara in qualsiasi momento. Quella che ci attende è la partita più difficile tra quelle disputate in casa perché il Cesena è un avversario propositivo, forte e che sa giocare a calcio». Ma il Vicenza ha tutte le intenzioni di provarci, interpretando la partita in maniera propositiva, e cercando di imporre il proprio gioco. «I ragazzi credono in quello che fanno e questo è fondamentale — spiega Marino — questo tipo di atteggiamento ci ha portato a disputare ottime partite e a ottenere buoni risultati. Magari in alcune partite abbiamo commesso errori a causa di poca concentrazione e disattenzioni che ci sono costate care, ma questo gruppo possiede ancora margini di miglioramento. Quando avremo recuperato gli infortunati ci sarà più competizione e anche gli allenamenti diventeranno più intensi, tutti cercheranno di guadagnare una maglia da titolare. Finora spesso in panchina ho dovuto portare dei Primavera, questo mi ha limitato nelle scelte». Pur disputando la prima fase del torneo in condizioni di obiettiva difficoltà, il Vicenza ha sbagliato solo la partita contro il Novara. «Sì — conferma Marino — le prestazioni non positive sono state poche finora e, comunque, proprio dopo il ko con il Novara il gruppo ha avuto una reazione di carattere e ha saputo migliorare nel gioco e nella qualità del fraseggio. Da quella sconfitta siamo cresciuti partita dopo partita, spero che anche contro il Cesena venga confermata in pieno questa tendenza».

Ore 12.30 – (Gazzettino) In serie D l’Abano affronta allo stadio di Monteortone il Mestre: dopo avere ritrovato la vittoria con il Tamai i neroverdi puntano a concedere il bis per proseguire la risalita in classifica. «Il successo con il Tamai ha dato morale – afferma il diesse Andrea Maniero – ma una partita non fa testo. Anche con il Mestre dobbiamo dare tutto in campo visto che è importante fare punti e muovere la classifica. Ci aspetta una partita difficile contro una squadra di blasone, nella quale tra l’altro ho iniziato la mia carriera, formata da giocatori che possono fare la differenza, senza dimenticare che è allenata da Luca Tiozzo, un tecnico che conosco molto bene e che lavora al meglio. Ma ho visto i nostri ragazzi molto motivati e desiderosi di far ricredere qualcuno». Non saranno a disposizione De Cesare, che tornerà a disposizione la prossima settimana per un piccolo intervento alla schiena (rimozione di una cisti,) e Munarini che lamenta un problema all’adduttore.

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Tre punti che fanno gola. L’Abano oggi pomeriggio (ore 14.30) giocherà una delle partite più importanti di questo primo scorcio di campionato: allo Stadio delle Terme i neroverdi ospitano il Mestre (impegnato mercoledì prossimo in Coppa Italia di Serie D con l’Altovicentino), formazione che, con i suoi 18 punti, sta rincorrendo la zona playoff, obiettivo annunciato ad inizio stagione. Lo stesso, tra l’altro, dei ragazzi di mister De Mozzi, che domenica scorsa hanno interrotto il lungo digiuno di vittorie battendo 3-0 il Tamai. Un altro risultato positivo risolleverebbe ulteriormente il morale a tutto l’ambiente, oltre a dare una botta di vita alla classifica, che ora vede gli aponensi al 15º posto, ancora troppo vicino alla zona playout. De Mozzi, come a Tamai, dovrebbe affidare le chiavi dell’attacco ai nuovi acquisti Fusciello e Pepe, svincolati di lusso, che hanno portato freschezza ed esperienza (Pepe ha giocato in B con Avellino e Salernitana). Arbitrerà l’incontro Matteo Antonio Scordo della sezione di Novara. Formazione Abano (4-1-4-1): Ruzzarin; Tescaro, Meneghello, Thomassen, Zattarin; Ballarin; Fusciello, Maistrello, Bortolotto, Rampin; Pepe. All. Massimiliano De Mozzi.

Ore 11.50 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Petkovic; Dionisi, Diniz, Fabiano, Favalli; Ilari, Bucolo, Mazzocco; Cunico; Altinier, Neto Pereira.

Ore 11.40 – (Gazzettino) «Ma se la classifica dice questo, vuole dire che ci meritiamo questo. Anche se sappiamo benissimo che dobbiamo fare di più per prenderci la vittoria. Preoccupato dell’attuale posizione? Assolutamente no, nelle ultime uscite abbiamo dimostrato di essere in crescita e di meritare il successo. La squadra è in debito per quello che ha fatto vedere sul campo, ma ormai è acqua passata e dobbiamo guardare al presente. Poi nell’arco di una stagione le cose si equilibrano e i punti tornano a galla». Proprio con il Cuneo è stata l’anno scorso l’ultima partita di una stagione trionfale, anche se quella vittoria non era servita per andare avanti nella poule scudetto. «È senz’altro un ricordo molto piacevole, ma adesso siamo in un’altra categoria con una squadra diversa e dobbiamo pensare alla realtà. Ripeto, dobbiamo continuare a fare ciò che abbiamo fatto nelle ultime settimane e portare a casa i tre punti. Bisogna pensare sempre che ogni partita fa storia a sè, senza cullarci su ciò che abbiamo fatto nelle ultime gare. E dobbiamo andare in campo con il coltello tra i denti dato che ci aspetta una battaglia dura».

Ore 11.30 – (Gazzettino) «In trasferta è una squadra più equilibrata e quadrata, parte in contropiede e interpreta bene il 4-4-2, e ha un allenatore come Iacolino che stimo moltissimo. Ma noi dobbiamo andare avanti per la nostra strada, tenere le antenne dritte per prendere subito le redini del gioco, e avere equilibrio e forza devastante sin dall’inizio per andare a fare male. Dobbiamo avere ancora più fame di portare a casa i tre punti». La sensazione è di essere alla vigilia di quello che può essere il momento della verità per il Padova. «Più vai avanti senza raccogliere la vittoria e più c’è amarezza. E nella testa ci può essere anche un po’ di preoccupazione. Ma siamo professionisti: non bisogna mollare mai, bisogna invece riproporsi in maniera positiva nella ricerca del gioco e dei tre punti». Si aspettava una classifica simile a un terzo del cammino? «Nelle prime quattro partite abbiamo raccolto, poi c’è stata una piccola flessione, mentre adesso la squadra si sta riprendendo piano piano e i tre punti potevano anche arrivare».

Ore 11.20 – (Gazzettino) Non ci sono mezze misure, bisogna puntare dritto alla vittoria. Per il Padova è arrivato il momento di fare il salto di qualità nella sfida a domicilio con il Cuneo, che inaugura un trittico di partite (Pro Patria e Albinoleffe le prossime avversarie) che possono diventare un volano per il campionato dei biancoscudati. Dopo avere ritrovato le prestazioni con Pordenone e Cremonese, adesso serve associare le buone trame sul campo ai tre punti. Anche perché nelle ultime otto uscite la squadra ha brindato solo una volta (3-0 con il Mantova) e urge assolutamente ritrovare il bottino pieno per dare vigore a una classifica senz’altro cortissima, ma che vede i biancoscudati appena un gradino sopra alla zona play out, dove si trova proprio il Cuneo reduce dallo stop nello scontro diretto con la Pro Piacenza. «Anche se ha perso – esordisce Carmine Parlato – la formazione piemontese ha fatto una prestazione positiva. Ha commesso sicuramente degli errori, ma due settimane fa è andata a vincere sul campo della Reggiana».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Sarà ancora 4-3-1-2, con almeno una novità tra gli interpreti. A centrocampo Corti è ai box per squalifica e l’indiziato numero uno per sostituirlo è Ilari. In difesa Fabiano dovrebbe spuntarla su Niccolini. In attacco si va verso la conferma per il tandem Neto Pereira e Altinier. Occhio alle eventuali variazioni a gara in corso: Parlato ha provato il 4-2-3-1 con Cunico arretrato alla “Pirlo”.

Ore 11.00 – (Gazzettino) Due i successi ottenuti dal Cuneo nelle ultime gare disputate in trasferta sui campi della Pro Patria e della Reggiana, prima e dopo imbattuta. In generale la squadra non conosce mezze misure (un solo pareggio in undici partite in casa con l’Albinoleffe) e, delle sei sconfitte rimediate, quattro sono state con un solo gol di scarto e due (con Bassano e Pro Piacenza) per 2-0. Il confermato tecnico Salvatore Iacolino punterà come di consueto sul modulo 4-4-2 non potendo però contare a centrocampo sullo squalificato Gatto. SCOMMESSE. Favori del pronostico dalla parte del Padova, con il segno 1 quotato da un minimo di 1,95 (Snai e altre) a un massimo di 2,05 (Matchpoint), mentre la vittoria del Cuneo oscilla tra 3,50 (Betflag e altri) e 3,80 (Snai). Il pari è compreso tra 3 e 3,20.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Un avvio ad handicap, con cinque sconfitte in altrettante partite, a cui ha fatto seguito una marcia a ritmo promozione, solo in parte sporcata sabato scorso dal ko rimediato sul proprio campo con la Pro Piacenza che non deve in alcun modo trarre in inganno. Nonostante questa battuta a vuoto, infatti, il Cuneo è la squadra che ha conquistato più punti dell’intero girone nelle ultime sei giornate. Nella classifica parziale relativa a questo lasso di tempo, l’undici piemontese guarda tutte le avversarie dall’alto, con un bottino di 13 punti, seguito da Pavia (12) e da Alessandria, Cittadella e Reggiana (11). Le altre formaziioni non superano gli otto punti e il Padova è terz’ultimo, insieme a Bassano e Renate, a quota 6. Solo l’Albinoleffe (4) e la Pro Patria (1) si trovano sotto.

Ore 10.30 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Petkovic; Dionisi, Diniz, Fabiano, Favalli; Ilari, Bucolo, Mazzocco; Cunico; Altinier, Neto Pereira.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) «Ora scendiamo in campo con il coltello tra i denti e non culliamoci sulle buone prestazioni degli ultimi 180’: oggi sarà una battaglia durissima. I piemontesi sono dinamici, sugli esterni hanno buoni giocatori, una difesa esperta e un allenatore, Iacolino, che stimo molto. Sin dall’inizio dovremo leggere bene la partita, loro lavorano molto bene con il 4-4-2, con grande costanza per tutta la gara. La nostra condotta di gioco dovrà quindi essere attenta ed equilibrata, ma anche di forza e di attacco deciso sin dal primo minuto». Una vittoria nelle ultime otto gare: non è un bel bilancio, al di là delle prestazioni. «Più si va avanti e più l’amarezza e la preoccupazione salgono, se il successo non arriva. Ma siamo professionisti e non possiamo piangerci addosso, né tantomeno sederci perché di fronte a noi c’è il Cuneo, un avversario che solo sulla carta potrebbe sembrare abbordabile. Per quanto fatto in questo inizio di stagione, il Padova è in debito e si merita questa classifica: possiamo solo pensare a riequilibrare i punti che finora abbiamo perso per strada e fare di più». Qui Cuneo. L’undici piemontese non può disporre del centrocampista Gatto, squalificato. Qualche dubbio sulle condizioni di Rinaldi in difesa (se non ce la fa, dentro uno tra Franchino e Bonomo), mentre gli attaccanti Banegas e Garin, rientrati solo domenica scorsa, dovrebbero partire dalla panchina.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Quanto a Giandonato e alle sue dichiarazioni, nessun commento: i pensieri del tecnico sono ben altri, almeno per ora. «Tante volte si guarda il calendario e si pensa che ci possano essere momenti più o meno importanti nell’arco di una stagione», spiega, «ma a me hanno sempre insegnato che la gara più importante è quella che viene per prima. E, in questo caso, quella con il Cuneo». Che avversario si aspetta? «Anche se domenica scorsa hanno perso, contro la Pro Piacenza la loro prestazione è stata positiva, e non dimentichiamoci che due settimane fa sono andati a vincere a Reggio Emilia. Noi dobbiamo proseguire per la nostra strada, far sì che le prestazioni continuino ad essere buone come le ultime due, con la differenza che stavolta arrivi anche l’essenza ultima del match, ovvero i tre punti. Perciò voglio un Padova più concentrato, e soprattutto che non molli ritmo ed intensità in situazioni di difficoltà». Ritiene di essere in credito con la sorte, soprattutto dopo Cremona? «Tante volte il calcio premia gli sforzi che una squadra mette sul campo, ma per noi, nelle ultime occasioni, non è stato così: abbiamo interpretato bene le partite, ci è mancato il risultato».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Non è passata nemmeno una settimana dall’amaro pareggio di Cremona: due pali, almeno altre tre azioni da gol, ma solo un punto guadagnato, quello che, a conti fatti, tiene il Padova sopra la zona playout. I biancoscudati cominciano oggi la scalata al trittico che può cambiare la prima metà di stagione: all’Euganeo arriva il Cuneo, distante una sola lunghezza, prima della trasferta di Busto Arsizio e della gara in casa con l’Albinoleffe, entrambe di sabato. Per la squadra di Parlato è un test quasi decisivo: il Padova ha vinto una sola delle ultime otto partite, quella con il Mantova, ed è per questo che il match odierno assume una valenza significativa. Peccato che la piazza, stando alle cifre che arrivano dalla biglietteria, non si presenti all’appuntamento con i numeri delle ultime settimane: fino a ieri sera erano poco più di un centinaio i biglietti staccati, il che fa pensare che l’affluenza sarà al di sotto delle 4.000 unità. Poco male per Parlato, che senza lo squalificato Corti medita di mantenere il 4-3-1-2 di base riportando Fabiano al centro della difesa, e rilanciando Ilari sulla linea dei centrocampisti, con la possibilità che, in corso d’opera, si passi al 4-2-3-1.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Contro il Cuneo Marco Cunico indosserà una fascia da capitano speciale. Una fascia unica, disegnata apposta per l’occasione, e che porta i simboli dell’Azionariato Popolare Magico Padova e soprattutto della Fondazione Carobbi-Ceregatti, organizzazione no profit molto attiva negli ultimi tre anni nell’ambito della solidarietà. Subito dopo la partita, infatti, la fascia verrà messa all’asta e il ricavato andrà devoluto interamente alla Fondazione, in quello che è l’inizio della collaborazione tra Carobbi-Ceregatti e Magico Padova. Non è la prima volta, invece, che Cunico regala la sua fascia per beneficenza a questa fondazione. Era già successo lo scorso marzo, dopo la partita vinta 3-1 contro la Triestina. Lo stesso Cunico, infine, sarà tra gli ospiti d’onore della cena organizzata per mercoledì prossimo dall’Azionariato Popolare Magico Padova, per sostenere un’altra battaglia: quella di non far sparire le radiocronache del Padova. Alla cena, all’agriturismo “La Rosa” di Rubano, sono invitati tutti i tifosi che vorranno contribuire a finanziare il costo delle radiocronache.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Uno di questi è quello confinante con il campo di calcio (dove ad ottobre si è svolto l’Oktober Festival) e di proprietà della famiglia Barbiero, che gestisce le piscine del Plebiscito dagli anni ’80. In quell’area dovrebbero essere realizzati un secondo ingresso da via del Bigolo e alcuni parcheggi, che poi andrebbero ad unirsi a quelli già esistenti al Palaghiaccio e ad altri ancora, che dovrebbero essere ricavati dove oggi c’è la stazione di servizio “Esso”, su via del Plebiscito. Metà dei 3 milioni stanziati dall’amministrazione servirà, invece, per mettere a norma lo stadio. «I locali che si trovano sotto la tribuna ovest: biglietteria e spogliatoi per le gare agonistiche con i relativi servizi igienici, infermeria e sala-stampa, necessitano di una ristrutturazione integrale”, si legge nella delibera, “e anche i sistemi di sorveglianza e di sicurezza risultano obsoleti o addirittura mancanti”. E poi un accenno alle tribune: “Va considerato il recupero e la messa a norma delle tribune esistenti e dei locali sottostanti, ed infine dovrebbero essere completate le tribune realizzando quelle a nord e a sud”. Questo primo passaggio è fondamentale per mettere in moto l’iter che, stando alle promesse di Bitonci, dovrebbe portare il Padova a disputare il prossimo campionato al Plebiscito. Tutto questo in attesa che Bergamin e Bonetto presentino il progetto del nuovo stadio.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ecco i primi 3 milioni per il calcio al Plebiscito. Ieri mattina la giunta Bitonci ha sottoscritto il primo documento concreto per trasferire i biancoscudati dall’Euganeo, approvando una delibera che inserisce il progetto preliminare relativo all’adeguamento normativo dello stadio del rugby, e del comparto urbanistico contiguo, nel programma triennale dei lavori pubblici. Questo vuol dire che il progetto esiste, ed è stato realizzato dall’architetto Massimiliano Pagnin del settore Edilizia Pubblica e Impianti Sportivi di Palazzo Moroni, con tanto di relazione illustrativa, quadro economico, elaborati grafici e documentazione fotografica. Dei 3 milioni previsti, ne verranno spesi circa 800mila per lavori edili, parcheggi, allargamento stradale, attrezzature, impianti, oneri per la sicurezza e opere stradali. Altrettanti serviranno per gli espropri, che dovranno essere fatti proprio per realizzare i parcheggi, mentre il resto, circa 1.3 milioni, andrà a coprire le spese per ristrutturare le tribune, gli impianti, l’arredo, le attrezzature e gli spogliatoi. La fase più dura per portare a termine il progetto del sindaco, e permettere al Calcio Padova di giocare al Plebiscito il prima possibile, sarà proprio quella degli espropri (767mila euro la cifra messa in conto) dei terreni privati a ridosso della struttura.

Ore 09.10 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Petkovic; Dionisi, Diniz, Fabiano, Favalli; Ilari, Bucolo, Mazzocco; Cunico; Altinier, Neto Pereira.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) E Parlato non nasconde la necessità di dare continuità alle prestazioni in campo. «Nelle ultime gare abbiamo dimostrato di meritare i tre punti, ora dobbiamo andare a prenderceli, senza “se” e senza “ma”. Sinora abbiamo fatto un cammino altalenante, la classifica dice questo e spetta a noi trovare la forza dentro il gruppo per fare un salto di qualità trovando la continuità che serve». Ieri, durante la rifinitura, Parlato ha provato Cunico regista e Ilari mezzala. La prima ipotesi sembra abbastanza remota, la seconda potrebbe prendere quota. Per Giandonato, che ha anche esternato il suo disappunto per lo scarso impiego, un’ulteriore bocciatura avrebbe il sapore dell’addio anticipato, mentre per Petrilli si preannuncia un’altra panchina. Parlato in questo momento non ritiene la squadra pronta per reggere il contemporaneo impiego di Neto, Petrilli, Cunico e Altinier. Sull’altro fronte Salvatore Iacolino dovrà fare a meno di Capellino e dello squalificato Gatto. Dettagli, a pensarci bene. Quel che conta oggi, più che in altre occasioni, sono solo i tre punti.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «Giandonato? Non è questo il mio pensiero principale – taglia corto Parlato – io ora penso alla partita e a vincerla, perché ne abbiamo bisogno. È ovvio che si guarda il calendario, ma la partita più importante è sempre la prossima e, quindi, quella contro il Cuneo». E a proposito dei piemontesi, l’allenatore campano inquadra subito chiaramente l’avversario di turno. «Il Cuneo arriva da una sconfitta ma ha giocato bene e non va dimenticato che due settimane fa ha espugnato Reggio Emilia. È una squadra dinamica, con gli esterni molto buoni, la difesa esperta ed un allenatore che stimo tantissimo. In più fuori casa subisce pochi gol, quindi è molto equilibrata e quadrata che interpreta a dovere il 4-4-2. A noi però servono i tre punti, lì desideriamo e dobbiamo prenderli. Non curiamoci di quanto fatto nelle ultime partite, ed entriamo in campo col coltello tra i denti senza mollare dal punto di vista del ritmo e dell’intensità».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) La giusta tensione. O la consapevolezza di non poter sbagliare, a seconda di come la si voglia vedere. La possibilità di risalire la classifica con due vittorie consecutive e, magari, avvicinare la zona playoff, o la paura di sbagliare e di piombare nella palude playout, distante un solo punto. Prospettive, angolazioni, punti di osservazione diversi. Fatto sta che il Padova che oggi alle 15 affronterà il Cuneo, è arrivato al bivio. Nelle ultime sette partite ha vinto una sola volta, marciando a un ritmo tutt’altro che rassicurante. Ma la qualità del gioco è cresciuta esponenzialmente negli ultimi 180 minuti, nel corso dei quali si sono intravisti i bagliori della squadra che ha in mente Carmine Parlato. Che poi dietro le quinte restino equivoci tutt’altro che chiariti (Giandonato su tutti) è ormai lapalissiano, eppure i margini per una risalita decisa ci sono tutti. E ci si aspetta un segnale chiaro dalla partita odierna, cioè quella vittoria scaccia-ansie che avrebbe il potere di allontanare i più foschi scenari, per fortuna ora soltanto all’orizzonte.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la dodicesima giornata: Ore 15.00 Padova-Cuneo, Pro Piacenza-AlbinoLeffe. Ore 17.30 Lumezzane-SudTirol, Renate-Cremonese 0-0. Ore 20.30 Mantova-FeralpiSalò. Domani, ore 14.30 Bassano-Cittadella. Domani, ore 15.00 Giana Erminio-Pro Patria, Reggiana-Pordenone. Domani, ore 17.30 Alessandria-Pavia.

Ore 08.25 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 22, Pavia 21, Reggiana 20, Bassano 19, Alessandria e FeralpiSalò 18, Cremonese 17, Giana Erminio, Pordenone e SudTirol 16, Padova 14, Cuneo, Lumezzane e Pro Piacenza 13, Mantova 12, Renate 9, AlbinoLeffe 7, Pro Patria 1.

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati dell’undicesima giornata: Pro Patria-Reggiana 0-0, Cuneo-Pro Piacenza 0-1 (Rantier (Pp) al 45′ pt), Pavia-Bassano 1-1 (Germinale (Ba) al 25′ pt, Cristini (Pv) al 3′ st), SudTirol-Renate 0-0, FeralpiSalò-Lumezzane 2-1 (Tortori (Fs) al 36′ pt, Tagliavacche (Lu) al 48′ pt, Settembrini (Fs) al 37′ st), Cremonese-Padova 1-1 (Forte (Cr) al 19′ pt, Altinier (Pd) al 15′ st), AlbinoLeffe-Giana Erminio 0-2 (Bruno (Ge) al 16′ pt e al 48′ st), Pordenone-Alessandria 1-1 (Mezavilla (Al) al 27′ pt, De Cenco (Pn) al 40′ st), Cittadella-Mantova 0-0.

Ore 08.15 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.10 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 20 novembre: rifinitura per i Biancoscudati, problema nel finale per Dell’Andrea che salterà la sfida col Cuneo.




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