Live 24! Padova-Cuneo, la vigilia: probabile conferma del 4-3-1-2, nuova esclusione per Giandonato?

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Ore 21.00 – (Il Piccolo) Doveva essere la settimana del passaggio di mano societario per l’Unione Triestina 2012, così almeno Pontrelli aveva assicurato. E invece non sarà così. La trattativa infatti non solo si è incagliata, ma è definitivamente tramontata. Dall’altra parte del tavolo, c’era in effetti l’ex proprietario del Treviso Renzo Corvezzo che nella Marca però non è visto di buon occhio. Ma pare che oltre a lui ci fosse qualcun altro a spalleggiarlo. Ma ormai poco importa, la trattativa per la vendita dell’Unione è saltata e quindi, a meno di clamorose sorprese, quella della scorsa domenica non è stata l’ultima partita con Pontrelli presidente della Triestina 2012. Quanto al fatto che ritorni anche in panchina nella trasferta di Verona, chissà. Tutto è nebuloso, proprio come il futuro dell’Unione. Di certo, oltre ai potenziali nuovi acquirenti, si sono volatilizzati anche i componenti dello staff tecnico che martedì erano andati a Prosecco per una presa di contatto, ma che avevano voluto mantenere un rigoroso anonimato. Adesso l’orologio è di nuovo ritornato indietro: sul campo, la squadra si allena agli ordini di Roncelli, mentre per quanto riguarda la società, Pontrelli torna a ribadire che la vende senza buonuscita, ma che in sostanza mancano i compratori. E intanto ritorna a farsi viva la Curva Furlan. Ribadendo di aver avuto ragione a esprimere da tempo una posizione netta contro la società, i ragazzi della curva ricordano che nulla cambierà finchè «non ci saranno davvero persone serie al comando», e lanciano un messaggio alla politica: «Non ci fermeremo qui – dice il comunicato – non modificheremo la nostra posizione di ferma protesta fino a quando non si presenteranno persone perbene che puntano seriamente a riqualificare il calcio a Trieste. Pertanto lanciamo un segnale d’allarme alla politica cittadina: stavolta tocca anche a voi fare qualcosa per l’Unione, dovete fare il vostro dovere e applicarvi attivamente e non più da semplici “spettatori”, affinché vi possa essere una costante e maggior vigilanza su chi dice di voler acquisire la società».

Ore 20.40 – (Il Piccolo) «Riproporre il modello Parma con un coinvolgimento di imprenditori del territorio per rilanciare la gloriosa Triestina? Non sarebbe un’impresa semplice. Però se fosse un progetto realmente sentito e condiviso dalla città e da altri imprenditori, perchè no?» Enrico Samer è con Mario Dukcevich una piacevole eccezione a Trieste. Un nome importante dell’economia triestina che da tempo ha dimostrato di credere nello sport al punto da aver voluto la nascita della Pallanuoto Trieste e ci ha investito su, con un progetto chiaro e a lungo termine: puntare sui giovani per arrivare in serie A1 partendo dalla serie C. Paolo Condò nel suo intervento su Il Piccolo lo ha esplicitamente indicato tra i personaggi che andrebbero coinvolti per dare un futuro solido e “triestino” all’Alabarda e per rimanere alla larga dai troppi faccendieri che inquinano il mondo del calcio a livello LegaPro e D. Samer, quale è il suo rapporto con la Triestina? «Andavo a vederla allo stadio, ragazzino. Ricordi di molti anni fa. Per dire: rammento una Triestina-Udinese…» Un confronto purtroppo ora impensabile. «Decisamente. Erano altri tempi. Adesso invece…» Adesso? «Ho l’impressione che la Triestina non sia un granché presentabile. Gestioni discusse, tanti conflitti come quello tra la società e i tifosi. Con queste premesse tutto si complica. Le proprietà possono cambiare ma provo a immaginare che genere di valutazioni possa fare un industriale tentato dall’idea di sponsorizzarla: non investirebbe. Quali garanzie potrebbe offrirgli una società in quelle condizioni?» L’Alabarda ha bisogno di ritrovare dignità e lo può fare solamente con basi solide. Da qui, appunto, la suggestione di clonare un’esperienza come quella varata con successo a Parma. Un gruppo di imprenditori che a titolo personale credono e investono nella squadra della loro città, sentendolo come una sorta di obbligo morale. «Faccio una premessa. Condivido l’idea che un imprenditore di successo debba fare qualcosa di concreto per il suo territorio. Dà posti di lavoro ma questo non lo deve portare a pensare “É la città che deve essermi grata perché sono qui”. Semmai, è vero il contrario. Non deve mai smettere di essere riconoscente al territorio dove ha potuto prosperare». Aveva avvertito: è una premessa. Si intuisce che a questo punto arrivi un «Però…» «Però è senz’altro complesso riuscire a dare continuità a un progetto che comprenda diversi soggetti. Immagino che sulla scia dell’entusiasmo si possa partire bene ma arriverà il momento in cui si faranno scelte a medio-lungo termine e cominceranno i distinguo». Serve una personalità a fare da garante-collante. A Parma è stato individuato in Nevio Scala. Chi potrebbe esserlo a Trieste? «In tutta sincerità non mi viene in mente un nome». La Triestina rischia di non poter festeggiare il secolo di vita (la ricorrenza è nel 2018). Una storia centenaria che l’ha vista anche in serie A. Trieste può meritarsi una realtà ad alto livello? «Una città ha bisogno di sentirsi orgogliosa della sua squadra. E non parlo solo dal punto di vista tecnico o dei risultati sul campo. L’orgoglio deriva anche da una gestione oculata. Visto da spettatore, credo che il mondo del calcio meriti una moralizzazione. Diciamo la verità: spesso la serie A non dà un bell’esempio. Probabilmente troverei più motivi di orgoglio con una solida formazione in B, con i bilanci in ordine». Lei investe da anni nella pallanuoto, ottenendo successi e promozioni. Il sindaco Cosolini nell’intervista apparsa ieri su Il Piccolo l’ha citata ad esempio. Un modello che potrebbe essere importato nel calcio? «Probabilmente sì, in alcuni aspetti. Per noi, ad esempio, è fondamentale la crescita del settore giovanile. Trovo difficile tuttavia fare confronti tra la pallanuoto e il calcio che considero un mondo a parte. Ho sempre creduto che Trieste sia una città con due grandi passioni: il mare e la montagna. Spazi liberi. Vela, canottaggio e – perchè no – pallanuoto. Il calcio, per certi versi, è paradossalmente uno sport di nicchia». Lo stadio Rocco adesso, praticamente deserto ogni domenica, mette tristezza. Visti i costi di gestione, è una risorsa o una croce per chi vuole prendersi la Triestina? «Un impianto così sarà sempre un valore positivo. Certo, il colpo d’occhio è bellissimo ma solo quando è pieno. Però capita anche alla “Bianchi”, eh… Servirebbe anche un grande centro sportivo per l’attività giovanile. «Investire su e per i giovani è sempre giusto. Anzi. Vale la pena di pensare solo in termini di un’ambiziosa prima squadra o non è preferibile l’idea di avere una formazione senior a livelli dignitosi ma un grande, vitale settore giovanile?» La speranza è di vedere l’Unione in mani triestine e affidabili. Se davvero ci fosse la volontà di seguire il modello Parma lei ci starebbe? «Sarebbe fondamentale sapere su quali basi si andrebbe a costruire il progetto. Io sono già coinvolto nella pallanuoto e se penso a ulteriori sforzi economici mi viene naturale immaginarli sempre in quella direzione ma..» Ma? «Se il progetto fosse veramente voluto dalla città e se anche altri imprenditori fossero pronti a sostenerlo con entusiasmo, potrei farmi tentare». Finora la Trieste che conta è sempre stata assai tipieda verso la Triestina. Ma non c’è mai stata nemmeno la coda da parte di forti imprenditori da fuori. Trieste ha davvero così poco appeal? «Noi triestini ci sentiamo, grazie al nostro passato, il cuore dell’Europa ma non è detto che anche gli altri ci riconoscano così. Chi deve fare un investimento esamina un territorio, le ricadute, i numeri. Parma attrae di più. Noi siamo giustamente orgogliosi del nostro pubblico ma non è detto che fuori Trieste ciò faccia colpo. Un esempio. In A1 si gioca alle 16. Noi eravamo affezionati all’orario del tardo pomeriggio. Temevamo la perdita di spettatori alla “Bianchi”. Ma alle 16 si ha una maggiore visibilità mediatica a livello nazionale. Un’altra prospettiva, che da Trieste non avevamo colto».

Ore 20.10 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno raggiunge quota trecento abbonati. La società gialloblù, in occasione della partita casalinga contro la Virtus Vecomp, ha venduto la trecentesima tessera triplicando il traguardo della scorsa stagione. Questo è sicuramente un segnale importante da parte della città e dimostra in maniera inequivocabile che i tifosi e simpatizzanti gialloblù sono in crescita. Con l’acquisto dell’abbonamento si dimostra il crescere dell’interesse verso la squadra e verso la stagione che il Belluno sta vivendo e che vivrà fino a maggio. «I trecento abbonamenti rappresentano senza dubbio un obiettivo insperato ad inizio estate, e per questo ringrazio vivamente tutti i tifosi per la grande partecipazione e attaccamento ai colori gialloblù che hanno dimostrato», spiega il responsabile di gestione, Simone Soccal, «la nostra società vuole diventare sempre più un punto di riferimento a livello sportivo per i cittadini di Belluno e provincia e lo stadio deve rappresentare un luogo di ritrovo per gli appassionati di calcio e non solo. Non a caso alla campagna abbonamenti 2015/2016 è stato dato il nome di “Troviamoci allo stadio” per sottolineare questo obiettivo. Sono state molto apprezzate le iniziative della presentazione della squadra e della nuova maglia in centro città, il trofeo estivo Europoint e i passi avanti fatti nel rendere lo stadio sempre più accogliente e con un’offerta diversificata durante le partite. Nuove iniziative sono previste per le prossime gare casalinghe di campionato e quindi non mi resta che ribadire… “Troviamoci allo stadio” L’operazione di prevendita degli abbonamenti al prezzo agevolato di cento euro ha sicuramente invogliato le persone a raggiungere lo stadio e ad acquistare le tessere; la quota quest’anno garantiva anche il conseguimento automatico della nuova tessera del sostenitore che offre al possessore il servizio di sms di notifica in tempo reale delle reti del Belluno, degli avversari e del risultato a fine partita oltre che ad una serie di sconti personalizzati presso alcuni esercizi commerciali convenzionati. Sotto con la Luparense. Dopo le quattro vittorie consecutive in campionato, il Belluno si prepara alla trasferta insidiosa sul terreno dei padovani. Il tecnico Vecchiato deve rinunciare allo squalificato Sebastiano Sommacal; al suo posto potrebbe partire dal primo minuto Andrea Franchetto; difficile il recupero in estremis di Paolo Pellicanò. Tra le fila della Luparense sarà sicuramente assente Nichele, ex Belluno, per squalifica. Mercoledì 25 novembre invece si giocherà il match di Coppa Italia, al Polisportivo, tra Belluno e Fontanafredda. Quattro giorni dopo sarà la volta del Venezia, capolista del girone.

Ore 19.40 – (La Provincia Pavese) Allenamento ieri mattina per il Pavia dopo la gara di Coppa Italia con l’Alessandria e in previsione di quella di domenica sempre contro i piemontesi. Match a cui non parteciperà Luca Ghiringhelli per la distorsione rimediata nel corso della partita con il Bassano. E’ pronto per rientrare a piena disposizione Mattia Marchi: non è ancora stato deciso se sarà della trasferta di Alessandria. Prosegue la prevendita per la gara di domenica del Moccagatta. I tifosi pavesi possono acquistare i biglietti, al prezzo di 15 euro, tramite il circuito BookingShow, sul sito www.bookingshow.it, oppure nei tradizionali punti vendita di Pavia.

Ore 19.20 – (La Provincia Pavese) Alessandria-Pavia una rivalità che per la vicinanza geografica è sentita da molti anni. Accresciuta lo scorso anno da alcune polemiche tra i due club e dalla corsa comune per la conquista della serie B che ha visto gli azzurri disputare almeno i play off, mentre i grigi vederseli sfumare all’ultima giornata. Domenica al Moccagatta sarà una gara importante per entrambe le squadre. Il Pavia vuole provare ad insidiare il primato del Cittadella atteso dalla trasferta di Bassano, l’Alessandria continuare la risalita in classifica delle ultime giornate. Negli ultimi dieci anni Alessandria e Pavia si sono incontrate non moltissime volte in campionato. Soprattutto per via dei problemi societari dell’Alessandria che all’inizio del Duemila l’hanno vista fallire e ripartire dall’Eccellenza nel 2003. La lunga risalita dei grigi li portò a tornare in Seconda Divisione nella stagione 2008-2009 in cui si ritrovò con il Pavia. L’allora squadra azzurra allenata da Amedeo Mangone pareggiò all’andata al Moccagatta per 0-0 e pareggiò con un gol di Carbone per 1-1 al Fortunati. Se gli azzurri evitarono i play out per il famoso caso “Menicozzo” (giocatore impiegato con una squalifica da scontare e scoperta dopo 16 turni) che costò alla fine cinque punti di penalizzazione, l’Alessandria mancò la promozione diretta in Prima Divisione per una peggior differenza reti rispetto al Varese con cui concluse al primo posto, perse poi la finale play off con il Como, ma alla fine fu ripescata in estate. Le strade di Alessandria e Pavia si divisero per una stagione poi con il ritorno degli azzurri in Prima Divisione nel torneo 2010-11 le due squadre si ritrovarono di fronte. All’andata il 21 novembre si giocò al Fortunati e finì 1-1. Il Pavia allenato da Gianluca Andrissi subì all’80’ un gol di Artico, ma all’85’ trovò la rete del pareggio con Andrea Ferretti, uno degli attuali protagonisti dell’avventura azzurra. Al ritorno ad Alessandria Bondi e Scappini regalarono il successo ai piemontesi contro un Pavia nel frattempo passato sotto la conduzione tecnica di Benny Carbone. Il Pavia chiuse al dodicesimo posto ed evitò i play out all’ultima giornata dopo la penalizzazione disciplinare di sette punti al Ravenna per tentata corruzione. Vicende che coinvolsero l’Alessandria nel caso Scommessopoli e la portarono al declassamento all’ultimo posto del girone A e alla conseguente retrocessione. Con il Pavia in Prima Divisione e l’Alessandria in Seconda le strade delle due rivali si sono nuovamente incrociate solamente lo scorso anno. Tre le sfide che si sono giocate nell’annata sportiva 2014-15. Come è accaduto mercoledì l’Alessandria ha superato in Coppa Italia di Lega Pro anche l’anno scorso il Pavia e lo fece con un netto 5-1 con rete di Falconieri per gli azzurri. In campionato all’andata finì in parità 2-2 con la rimonta del Pavia che sotto di due reti, realizzate da Taddei e Guazzo, pareggiò con la doppietta di Andrea Soncin. Al ritorno l’Alessandria però espugnò per 1-0 il Fortunati approfittando di un’autorete di Andrea Cristini. A fine stagione Pavia terzo ed eliminato poi ai play off dal Matera, mentre l’Alessandria vide sfumare all’ultima giornata questo traguardo chiudendo al quinto posto.

Ore 18.50 – (Gazzetta di Reggio) Cerca di smorzare i toni e di stare con i piedi per terra, è chiaro però che mercoledì 18 novembre 2015 è una data che Christian Silenzi difficilmente potrà dimenticare. «In poche ore sono passato da una emozione all’altra – racconta – la convocazione, l’ingresso nello stadio, il debutto; un concentrato di adrenalina come mai mi era capitato. Mi ha commosso quando la curva ha intonato il coro Silenzi vola, come faceva con mi padre, non me l’aspettavo. Grazie a tutti, mi avete fatto vivere una serata speciale». Sull’onda delle prestazioni e delle reti segnate in Berretti, per Silenzi junior si è aperto più velocemente del previsto il salto in prima squadra. «Vorrei ringraziare i miei compagni, sono loro che mi stanno dando una grossa mano a crescere. Sono onorato di questa convocazione, spero ci sianoaltre occasioni simili, anche se, ovvio, parlerà il campo». Finita la gara con la Spal, Christian ha telefonato al padre che aveva seguito la partita da casa. «Lui è un pantofolaio, va a letto presto e ovviamente l’ho svegliato dopo ripetuti squilli. Mi ha solo riferito che in quei pochi minuti mi ha visto bene, facendomi notare che mi sono mosso in campo come dovevo, null’altro. Credo che verrà a vedermi tra due settimane quando giocheremo con la Berretti di nuovo a Reggio». A dimostrazione di come non si sia montato la testa, ieri Christian Silenzi è stato tra i primi a raggiungere il campo di allenamento, mettendosi a palleggiare per smaltire la tensione. Lui e Andrea Storchi, un ragazzo longilineo che abita al Buco del Signore, sono i bomber della Berretti che saranno tenuti monitorati d’ora in avanti. Hanno talento e soprattutto ampi margini di crescita ed anche un allenatore, Francesco Salmi che sa tirare fuori da tutti il massimo. Il settore giovanile della Reggiana sta iniziando a produrre i primi importanti risultati.

Ore 18.30 – (Gazzetta di Reggio) Siega e compagni si sono messi immediatamente al lavoro all’indomani della sconfitta in Coppa Italia con la Spal per studiare il Pordenone degli ex Stefani, De Cenco e Cosner. Dopo aver visionato tutti insieme il filmato sui friulani chi è stato impegnato in notturna è andato col preparatore Simonelli a lavorare in palestra in una seduta defatigante, gli altri hanno affrontato gli Allievi Nazionali in un’amichevole di quasi 90′. Perciò, fatta eccezione per Parola, Maltese e Angiulli, il tecnico Colombo ha potuto schierare un undici molto simile a quello che vedremo domenica e potrebbe riportare la squadra al vecchio modulo 4-3-3. In questo caso l’unico dubbio riguarda la linea difensiva perché il Parola di adesso è indispensabile e potrebbe fare coppia centrale con Spanò con la conferma sulle fasce di Frascatore a sinistra e Rampi a destra. A centrocampo sono in quattro per tre posti: Bruccini, Bartolomei, Maltese ed Angiulli. Il reparto avanzato può giovarsi dei rientri di Nolè e Pesenti quindi inizia la tanto attesa competizione con Arma e Giannone che dovrebbe indurre il reparto a sbloccarsi, dopo tre gare di campionato ed una di Coppa a secco di reti. Ai campi si è rivisto anche Danza, dopo oltre una settimana, ma ha lavorato al differenziato.

Ore 18.10 – (Gazzetta di Reggio) L’attaccante italo-brasiliano, ma reggiano di adozione, Francesco Finocchio è pronto a sfidare la Reggiana col suo Pordenone, dolore alla caviglia permettendo. Curioso il fatto che, abitando nella nostra città, trovi spesso sulla sua strada i granata, ai quali in passato ha anche rifilato una doppietta. Nel suo palmares c’è anche una Coppa di Slovenia ottenuta col Nova Gorica di Apolloni. Francesco Finocchio, di nuovo in campo contro la Reggiana… «Davvero, sembra essere il mio destino quello di trovarmi sempre avversario della squadra della mia città. Stavolta però non ho ancora la certezza di essere della partita per un brutto colpo alla caviglia che ho ricevuto con l’Alessandria». Con la Reggiana non ha mai perso. «Ricordo i due pareggi lo scorso anno col Pisa e le due vittorie col Feralpisalò con tanto di doppietta». In estate era stato accostato ai granata. Era l’occasione per giocare nella squadra della sua città. «Più che altro ci sono stati dei rumors, ma di concreto c’era poco». Perché la scelta di Pordenone? «Ho avuto alcuni contatti e poi ho preso la decisione perché mi hanno parlato del Pordenone come di un’ottima società». Per certi versi è una scommessa. «Poteva esserci l’incognita legata alla retrocessione sul campo dell’anno scorso però la proprietà è solida ed ora ha deciso di investire di più, come dimostra il pagamento dei 500mila euro a fondo perduto per il ripescaggio, così è stata allestita una rosa più competitiva ed i risultati si vedono». Possiamo definire la sua squadra la sorpresa del torneo? «Oltre ai risultati mostriamo anche un bel calcio e siamo, insieme alla Reggiana ed al Cittadella, le squadre meno battute del girone con una sola sconfitta. Questo lascia pensare che con la Reggiana sarà una bella partita». Qual è il vostro segreto? «Un gruppo di qualità che lavora con intensità, oltre ad un allenatore come Tedino che predilige un calcio propositivo, con palla a terra e partendo da dietro, e noi lo stiamo recependo bene». Tanti suoi colleghi sono ex granata: come sta andando la loro stagione? «Stefani in difesa sta facendo bene, De Cenco è il capocannoniere del torneo, poi c’è Cosner che sta trovando un po’ meno spazio come terzino destro. Tutti sentono molto questa partita e spesso mi parlano dei loro trascorsi in maglia granata». Troverete una Reggiana inceppata: questo vi carica ulteriormente? «Vengono da due brutte partite in campionato e questo preoccupa perché avranno voglia di rifarsi, d’altronde i giocatori per metterci in difficoltà saranno molto motivati. Prevedo una gara molto dura per noi anche se verremo a Reggio per continuare a mostrare le nostre qualità». Come si scardina la difesa meno battuta d’Italia? «Bella domanda! Dipenderà molto da me e da tutto il reparto avanzato, ma c’è un De Cenco in gran spolvero che vorrà dimostrare alla sua vecchia piazza i progressi fatti». I suoi amici reggiani per chi tiferanno domenica? «Saranno felici di rivedermi, magari sperano che faccia una buona prova, ma credo che il loro cuore sarà granata. Li capisco».

Ore 17.40 – (Gazzetta di Mantova) Peccato, verrebbe da dire, che i biancorossi giochino in casa contro la FeralpiSalò, dato che la squadra gardesana è quella che ha ottenuto il maggior numero di punti lontano dalle mura amiche: ben 14, frutto di ben 4 successi, 2 pareggi e nessuna sconfitta. Viceversa il cammino interno dei verdeazzurri (4 punti in 5 gare) è costato la panchina a mister Michele Serena, ex Acm esonerato tre settimane fa dopo il tracollo (2-4) contro il Renate. Per sostituirlo è stata scelta una soluzione interna, promuovendo dalla Berretti il 37enne Aimo Diana. Il quale ha vinto le due gare finora giocate: 5-1 in casa dell’Albinoleffe all’esordio e primo successo casalingo stagionale la scorsa settimana (2-1) contro il Lumezzane. Difficile dire che cosa sia cambiato di preciso, dato che Diana non ha ritoccato il modulo (4-3-2-1) di Serena, speculare a quello che sta dando soddisfazioni al Mantova. Quel che è certo, è che la dirigenza della FeralpiSalò non nasconde ambizioni importanti: confermata l’ossatura della passata stagione (Tantardini, Leonarduzzi e Ranellucci in difesa, Fabris, Pinardi e Bracaletti a centrocampo, l’ex Castiglione Romero in attacco), la rosa è stata potenziata con elementi di valore. Soprattutto nel reparto offensivo, dove sono arrivati l’esperto Greco (’83, ex Modena in B) e il 27enne Tortori dal Melfi, oltre all’89 Guerra (ex Venezia). Non è un caso che con 19 reti realizzate l’attacco dei bresciani sia il migliore del girone (primato condiviso con il Pavia): ben 13 delle quali però segnate fuori casa, dove peraltro in sei gare hanno subito due soli gol. Il trio Bracaletti (5 reti), Romero (4) e Greco (3) sta ottenendo numeri importanti. In trasferta la FeralpiSalò ha battuto Alessandria, Albinoleffe, Pro Patria e Cremonese pareggiando a reti bianche in casa del Sudtirol e della Pro Piacenza. In rosa anche il portiere ex biancorosso Bavena.

Ore 17.20 – (Gazzetta di Mantova) Le scelte definitive saranno fatte soltanto al termine della seduta di rifinitura in programma oggi pomeriggio (dalle ore 15), ma Ivan Javorcic sembra ormai aver delineato il Mantova che domani sera affronterà al Martelli la FeralpiSalò. Scontata la conferma del modulo tattico 4-3-2-1, che nelle ultime due gare la squadra ha dimostrato di aver ben assimilato, il tecnico croato era chiamato questa settimana soprattutto a scegliere un sostituto per lo squalificato Raggio Garibaldi. E, stando agli ultimi allenamenti, la maglia numero 8 verrà indossata da Valerio Foglio, che già a Cittadella era stato utilizzato come mezzala sinistra a gara in corso. Ovviamente il mancino ex Novara interpreterà il ruolo secondo le sue caratteristiche, che non sono certo quelle da incontrista di Raggio Garibaldi, provando a garantire comunque dinamismo alla mediana e a sorprendere i gardesani con inserimenti sull’out sinistro. Per quanto riguarda il resto, la formazione di Cittadella dovrebbe essere confermata in blocco, a partire dalla difesa che da due partite non subisce gol e che proverà ad allungare l’imbattibilità di Francesco Bonato, che dura da ben 225 minuti. A tal proposito, c’è da dire che ieri mattina mister Javorcic ha insistito molto nel provare diverse situazioni difensive, oltre a far esercitare i suoi nello sviluppo degli schemi d’attacco. Un’attenzione ai particolari che si spera ovviamente continui a dare buoni frutti anche contro l’attacco della FeralpiSalò, che è il più prolifico del campionato. A metà campo, insieme a Foglio, giostreranno Dalla Bona e Di Santantonio, mentre Gonzi e Zammarini si piazzeranno alle spalle dell’unica punta Ruopolo, per dare incisività all’azione offensiva. Proprio le condizioni di Ruopolo, che da settimane si allena a singhiozzo a causa di fastidi a un ginocchio, poteva creare qualche allarme. Ieri mattina, però, il centravanti ha lavorato al passo con il gruppo, risparmiandosi soltanto la partitella finale così come Dalla Bona. Domani, dunque, a meno di sorprese, Ruopolo sarà regolarmente al suo posto e guiderà l’attacco biancorosso. Con Momentè e Anastasi, ormai recuperati, pronti eventualmente a subentrare a gara in corso. Javorcic domani dovrà fare a meno di capitan Caridi e di Beretta, che proprio oggi sarà sottoposto a risonanza magnetica per verificare l’entità dell’infortunio alla caviglia. La probabile formazione biancorossa (4-3-2-1): Bonato; Scalise, Trainotti, Carini, Scrosta; Di Santantonio, Dalla Bona, Foglio; Gonzi, Zammarini; Ruopolo.

Ore 16.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Si divertiranno, i ramarri, allo stadio Mapei. È sempre così, quando c’è una prima volta. «I miei stavano tutti a farsi le foto con il telefonino», racconta Cesare Albè, l’eccentrico allenatore e ds della Giana, portata dall’Eccellenza alla D. Ecco, il primo stadio privato d’Italia, arrivato 16 anni prima dello Juve Stadium, ha un fascino unico, con quei seggiolini neroverdi in ogni settore sistemati dal Sassuolo proprietario da tre stagioni, con 3.8 milioni pagati all’asta, dal fallimento reggiano. Sul campo i granata emiliani sono in difficoltà. La Spal li ha eliminati in Coppa Italia con un gol di Zigoni (0-1) e in campionato sono reduci dallo 0-0 con la Pro Patria, al primo punto stagionale, già di proprietà di Vavassori, oggi sponsor della Reggiana. Due lunedì fa, in posticipo, lo 0-1 con il Cuneo, nonostante 14 tiri a uno. Colombo aveva sfiorato la finale playoff a maggio: perse a Bassano ai rigori. Adesso prova a salire direttamente. «Ma non abbiamo obblighi – racconta -. Qui la B manca dal ’99, ma esistono società altrettanto blasonate». Mercoledì nel 3-5-1-1 del derby emiliano perso con i ferraresi hanno giocato Rossini, Castellana, Parola, De Biasi, Mogos, Ceccarelli (Silenzi), Maltese, Angiulli (Bartolomei), Di Nicola, Nolè 5.5, Pesenti (Loi). I fan del Pordenone che non andranno in trasferta potranno seguire la sfida di domenica alle 15 dal maxischermo della sala conferenze del Centro De Marchi.

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Panchina in bilico? Paradossale se si tratta di una squadra terza in classifica, a 2 punti dalla vetta. Ma a Reggio Emilia, evidentemente, non è così. Dopo aver raccolto due pareggi nelle ultime tre giornate, di cui l’ultimo con la Pro Patria, sino ad allora sempre sconfitta, Alberto Colombo è finito sulla graticola. E a rendere ancor più calda la sua posizione ci si è messa l’eliminazione dalla coppa Italia, avvenuta ad opera della Spal mercoledì sera. Un derby senza particolare appeal, ma era meglio non perderlo. Oltretutto in casa. Così la sfida di domenica col Pordenone potrebbe risultare un crocevia decisivo per il futuro del tecnico della Reggiana: una sconfitta potrebbe costargli il posto. Lui intanto può consolarsi con il pieno recupero dell’attaccante Nolè (10 gol la scorsa stagione a Bassano), tra i migliori nella recente gara di Coppa.

Ore 16.10 – (Messaggero Veneto) A Reggio Emilia ha lasciato il cuore ed è ancora un idolo, a Pordenone (e provincia) ci vive e ha debuttato nei professionisti. Erano i “ramarri” di Beniamino Cancian (stagione 1984-’85 in C2) e il popolo più attempato del Bottecchia ancora ricorda il suo gol al Novara, un missile da 30 metri. Anche e soprattutto per questo, il match di domenica tra granata e neroverdi è un derby dei sentimenti per Stefano De Agostini, oggi allenatore del Tamai in serie D. Calore. «Alla Reggiana (dal 1987 al 1991) – esordisce il “Dea” – ho trascorso quattro anni meravigliosi, indimenticabili. Tra i ricordi più belli, la promozione in serie B nell’89 dopo uno spareggio all’ultima giornata col Prato. Assieme a me c’era anche l’attuale ds neroverde, Giorgio Zamuner». Era la Reggiana del Mirabello, ovvero di uno stadio allora tra i più caldi d’Italia, era la Reggiana del “Totem” Silenzi («più di un amico, per me quasi un fratello», confida De Agostini): «Non riesco a capacitarmi che ora giochino al Mapei stadium. Bello e grande quanto si vuole, ma l’atmosfera di quei tempi era un’altra cosa. Il Mirabello era una piccola “bombonera” (lo stadio del Boca Juniors, a Buenos Aires, ndr)». Un vantaggio per il Pordenone che si giochi in una “cattedrale” meno infuocata? «I tifosi della Reggiana si fanno sentire ugualmente. Se fossi in loro, tuttavia, non starei così tranquillo: il Pordenone è una splendida realtà di questo campionato». Divertimento. Lo stanno dicendo i numeri delle prime undici giornate di campionato, con i neroverdi ad appena 4 punti dal podio del girone, dove staziona proprio la Reggiana. «La squadra di Tedino – commenta De Agostini – è stata costruita bene. Mi pare che ci siano i tasselli al posto giusto. E in più vederli giocare è un divertimento. Anche la Reggiana, almeno sino a poche settimane fa, praticava un ottimo calcio. I due allenatori hanno una filosofia simile: penso che domenica non ci si annoierà». Se il collettivo gira, è più facile per i singoli emergere. Anche sotto questo profilo Reggiana-Pordenone ha qualcosa da dire. «Tra i granata penso che il giocatore più pericoloso sia Arma, attaccante che ho sfidato quando allenavo la Sacilese in D. Mentre nelle fila Pordenone per me c’è un direttore d’orchestra di altra categoria, Pederzoli. Con un giocatore così a tua disposizione, è tutto più facile». Pronostico. Non è semplice, invece, fare un pronostico. «Mi viene spontaneo – fa sapere il tecnico mobilere – dire pareggio. Ma visto che la Reggiana non sta attraversando un momento brillante, non escludo che il Pordenone possa fare il colpaccio. Sarebbe il salto di qualità per pensare davvero in grande».

Ore 15.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ un’altra settimana complicata per il Vicenza, che si appresta ad affrontare il Cesena ancora una volta con numerose assenze. Pasquale Marino dovrà fare a meno dei difensori Brighenti e Manfredini, dei centrocampisti Vita e Gagliardini, oltre agli attaccanti Pozzi e Raicevic, quest’ultimo fermato per tre turni dal giudice sportivo. A complicare ulteriormente le cose nella fase finale della seduta di ieri pomeriggio, si è fermato anche Pinato che ha lamentato un problema muscolare che dopo i primi controlli è parso abbastanza grave, con il terzino di scuola milanista che ha lasciato il centro tecnico Piermario Morosini in stampelle. In vista della sfida di domani al Menti contro il Cesena, il tecnico biancorosso ha riproposto la linea difensiva vista nelle ultime uscite con Vigorito, Laverone, Sampirisi, Mantovani e D’Elia; in mediana Cinelli e Sbrissa sembrano essere sicuri del posto con il dubbio di chi tra Pazienza e l’ex cesenate Urso giocherà davanti alla difesa. Urso sembrerebbe essere in vantaggio sull’ex bolognese, ed è facile pensare come il giovane mediano di Fano ci tenga tantissimo a scendere in campo contro la società in cui è cresciuto e che gli ha permesso di esordire in serie A. «Era maggio del 2012 – ricorda Urso – e mister Beretta mi fece entrare a pochi minuti dalla fine nella partita contro l’Udinese. E’ stata un’emozione che ricorderò sempre e che porto nel cuore, ma domani darò tutto me stesso per vincere la partita perché sono un professionista e adesso sono un giocatore del Vicenza». Urso in estate era partito per il ritiro sapendo di essere sotto osservazione e quindi ha dato tutto per trovare un posto nella rosa biancorossa. «Il direttore mi aveva detto che dovevo convincere il mister a confermarmi – spiega Urso – e in estate ho lavorato duro per mettermi in evidenza e dimostrare che meritavo la fiducia riposta in me. Sono rimasto in un gruppo formato da bravi ragazzi, uno spogliatoio unito e compatto che non pensa al singolo ma alla squadra e questo è un aspetto fondamentale nel nostro cammino in questo torneo». Contro il Cesena il Vicenza presenterà ancora parecchie assenze, ma Urso è convinto che chi giocherà non farà rimpiangere i compagni assenti. «Finora è sempre stato così – sottolinea il centrocampista – chiunque sia stato chiamato in causa ha risposto alla grande e sarà così anche contro la mia ex squadra». In attacco il Vicenza dovrà fare a meno del centravanti Raicevic, con sei reti il capocannoniere biancorosso. Al suo posto Marino dovrebbe scegliere Pettinari, confermando Galano sulla corsia di destra e Giacomelli dall’altra parte, con Gatto pronto a subentrare a partita in corso.

Ore 15.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Aveva scaldato il piede in Coppa Italia con una doppietta nel 5-2 di Monfalcone rifilato alla Triestina. A Fontanafredda, invece, Matteo Malagò ha firmato l’1-0 del Venezia con una staffilata mancina nel sette, fondamentale per restare in vetta con il Campodarsego. «A ripensarci bene è la prima volta che decido «da solo» una partita – confida sorridendo il centrocampista di Favaro -. Diciamo che il Friuli mi porta bene, qualche anno fa ne avevo fatti due nel 3-3 del Venezia a Tamai, stavolta però la soddisfazione e il «peso» sono ben superiori».
Spedito il pallone in porta Malagò ha esultato con grinta a pugni chiusi. «La forza del Venezia sta in un organico lungo e completo, per chiunque non giocare con regolarità non è mai d’aiuto e aver trovato un gol d’oro mi carica molto sul piano della voglia e del morale. L’unico modo per trovare più spazio in campionato è dimostrare che valgo ogni volta tocca a me, sono qui per questo». Anche a Fontanafredda agli arancioneroverdi – domenica in campo al Penzo contro l’Este (ore 14.30) – non è riuscito chiudere la partita rischiando nel finale di incassare un 1-1 che avrebbe significato la discesa al secondo posto. «Creiamo sempre tanto, un po’ per sfortuna e un po’ per poca cattiveria fatichiamo però a trovare il colpo del ko e a Fontanafredda al 90′ ci ha salvato Vicario. A volte sembra che vogliamo entrare in porta col pallone – evidenzia l’ex Real Vicenza – quando invece non è necessario. Conta la sostanza, la praticità, di sicuro dipende solo da noi perché sul piano della qualità nessuno vale il Venezia e alla lunga anche il Campodarsego sono certo cederà il passo». Domani alle ore 11 il presidente Joe Tacopina (presente stasera alle 19, assieme ai giocatori Malagò e Fabiano, al Marciano Pub di Marghera per la Festa del Tesseramento dell’associazione VeneziaUnited) guiderà giocatori, tecnici e dirigenti in pellegrinaggio a Venezia alla Basilica della Madonna della Salute, incontrando il Patriarca Francesco Moraglia al termine della messa solenne.

Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) La lista delle cose da fare è solo ai primi punti ma in cima a quel lungo elenco che Joe Tacopina ha appena iniziato a spuntare c’è il nuovo stadio. Ne parlerà oggi con il sindaco Luigi Brugnaro e illustrerà i contorni del progetto anche a due potenziali investitori, arrivati dagli Usa. Il presidente del Venezia non si ferma mai. Arrivato in città martedì scorso per il derby con il Mestre, sta marciando a ritmo serrato tra una fitta serie di appuntamenti. «Sono impegnato dal mattino fino a tarda sera. Quella lista di cose è ancora molto lunga — dice ricordando la “scaletta” indicata un mese e mezzo fa al primo soggiorno ufficiale in laguna — sto incontrando imprenditori, potenziali sponsor, rappresentanti delle istituzioni», riferisce nel corso di una breve pausa presa tra un incontro e l’altro. Anche oggi sarà una giornata densa, che culminerà con l’appuntamento con il sindaco Brugnaro. «Ci dobbiamo vedere per parlare del nuovo stadio», riferisce il presidente Tacopina. Non è un mistero che negli accordi presi nel corso dell’estate con il primo cittadino figuri anche la possibilità di realizzare il nuovo impianto a Tessera. E non è un caso se uno degli imprenditori presenti nel board arancioneroverde guidato da Tacopina è specializzato negli investimenti in impianti sportivi. E ora si comincia ad andare al dunque. «Per tre giorni saranno qui due investitori stranieri molto importanti — spiega il presidente — con i quali parlerò del progetto, farò vedere le location e gli attuali impianti». In parallelo proseguono i contatti con gli imprenditori locali, potenziali sostenitori del Venezia Fc. «Sto illustrando la nostra idea, che consiste in un grande progetto sociale e sportivo per Venezia. E quando dico Venezia — precisa il presidente — intendo le due città: quella d’acqua e Mestre». Una precisazione che piacerà molto ai tifosi arancioneroverdi, subito entrati in piena sintonia con l’avvocato newyorkese, nonostante le iniziali diffidenze dovute alle esperienze negative degli ultimi anni. Tacopina sa come conquistare la piazza, che però in questo caso è riuscita a sua volta a conquistarlo. «Ho ancora in mente lo spettacolo della curva la sera del derby con il Mestre. Quel video che abbiamo postato sulla nostra pagina Facebook è incredibile. Io non avevo mai visto uno spettacolo simile», afferma. Le esperienze di Roma e di Bologna a quanto pare non reggono il confronto. «Mamma mia — scandisce in italiano — è stato un momento incredibile per me. Io non avevo mai sentito urlare in coro in quel modo, tutti insieme. Neanche dalla curva Bulgarelli, a Bologna». Della squadra capolista, pur in condominio con il Campodarsego, il presidente Tacopina è soddisfatto. Anche se qualcosa da aggiustare c’è. «Ho visto le ultime due partite, in cui sono stati conquistati sei punti. Meglio di così… Però — aggiunge — non mi sono piaciuti gli ultimi dieci minuti dei due match. Mi hanno fatto soffrire troppo. Bisogna riuscire a chiudere prima». Oltre agli impegni istituzionali, stasera il presidente è invitato alla festa del tesseramento promossa da VeneziaUnited (ore 19 al Marciano Pub di Marghera), l’associazione di tifosi arancioneroverdi che si prepara all’assemblea straordinaria del 30 novembre. Domani mattina, invece, Tacopina sarà insieme alla squadra e ai dirigenti alla Madonna della Salute: l’arrivo in basilica è previsto alle 11 e ci sarà un incontro con il Patriarca. Il soggiorno veneziano del presidente si concluderà con la partita di domenica al Penzo.

Ore 14.30 – (La Nuova Venezia) «È stata la mia stagione più bella, sul piano dei risultati, ma anche delle emozioni. Ritorno con piacere al Penzo, ho ancora molti amici tra i tifosi, oltre che tra i compagni di squadra di quell’annata». Matteo Marcolini, ventottenne centrocampista di Cattolica, guiderà domenica l’Este all’assalto del Venezia e per gli uomini di Paolo Favaretto sarà un test probante: i giallorossi padovani hanno perso finora una sola partita (1-2 a Belluno) e hanno incassato gli stessi gol (8) di Venezia e Campodarsego. Matteo Marcolini fu uno degli innesti di Oreste Cinquini nell’estate del 2011 per la squadra inizialmente affidata a David Sassarini, che era stato il suo allenatore alla Pianese, collezionò 28 presenze con una rete in campionato, chiuso con la promozione in Seconda Divisione, e fu uno dei protagonisti della poule scudetto coronata a Gubbio con la vittoria del titolo italiano dilettanti. «Eravamo un gran bel gruppo, uniti in campo, ma anche fuori, spesso stavamo insieme a cena, e questa unione ci ha permesso di superare i momenti difficili e di chiudere la stagione in maniera trionfale con la doppietta promozione-scudetto. Credo che il giorno clou fu a Sarego con la sfuriata fine partita di Giancarlo Favarin. Ci diede la scossa, da quel punto in poi inanellammo una serie di vittorie che ci permisero di staccare nuovamente il Delta». Domenica guiderà il centrocampo dell’Este, dove è arrivato a inizio settembre per sostituire un altro ex arancioneroverde, Leonardo Crafa, ritornato in Toscana per motivi personali. Padovani in serie positiva da 6 giornate (3 vittorie, 3 pareggi), capaci finora finora di fermare Noale (1-1), Campodarsego (0-0) e Virtus Verona (1-1). «Non avremmo meritato di perdere nemmeno a Belluno», spiega Marcolini, «siamo una squadra giovane, che però gioca bene. Sappiamo benissimo che ci misureremo con la formazione più forte del girone, ma veniamo a Sant’Elena per giocare la nostra partita». Poche sconfitte (1), ma tanti pareggi (8). «Giusto, ma quelli con Fontanafredda, Triestina e Sacilese avrebbero potutono essere altrettante vittorie. È anche vero che domenica con il Dro non avremmo meritato di vincere». Venezia in testa, ma Campodarsego agganciato. «L’ho visto dalla tribuna alla seconda giornata, e quel giorno non mi aveva impressionato. Stiamo però parlando di inizio settembre. Se è così in alto, vuol dire che se lo merita. Il Venezia è più forte, ma non deve abbassare la guardia, il Campodarsego mi ricorda molto il Delta Porto Tolle del campionato poi da noi vinto, una neopromossa sospinta dai risultati e dall’entusiasmo. Alla lunga il Venezia si staccherà, ma non perché i padovani molleranno». Marcolini ha conosciuto il Venezia russo di Korablin. «Sono rimasto sorpreso e deluso da quanto accaduto».

Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Passano i giorni e si avvicina a grandi passi il derby Bassano-Cittadella. I granata sono primi in classifica, il Bassano insegue ad appena tre punti e con un successo riuscirebbe ad agganciare, forse non in vetta perché le avversarie sono pronte ad approfittarne, i «cugini» granata di Roberto Venturato. «Siamo consapevoli delle difficoltà che potremo incontrare — spiega uno degli ex di turno Domenico Germinale — penso a una gara sulla falsariga di quella da noi giocata sabato scorso: uno scontro diretto deciso dagli episodi. Sicuramente la tensione sarà alta, perché arriva in un momento della stagione in cui i punti iniziano a contare qualcosa e perché nessuna delle due vorrà sbagliarla. Per noi, in particolare, è una grossa occasione per rifarci sotto. Può succedere che proprio la paura di perdere condizioni le squadre e ne esca un incontro scialbo, ma non credo andrà così: entrambe giocano e provano sempre a “fare” la partita. Me la immagino divertente». Germinale teme Manuel Iori, il «cervello» del Citta. «A Venturato toglierei lui — sorride l’attaccante giallorosso — perché da Iori passano tutte le azioni del Cittadella. È quello che detta i tempi e fa ragionare la squadra. Poi è chiaro che di giocatori pericolosi ce ne sono anche altri, da Litteri al mio amico Coralli». Dall’altra parte, un altro ex come Salvatore Scaglia, ritroverà la squadra che gli permesso di entrare nel calcio che conta. «Fui chiamato dal Bassano per sostituire Pellizzer – ricorda il centrale granata – e curiosamente poi l’ho ritrovato proprio a Cittadella. Di quella squadra sono rimasti Proietti, Toninelli, Iocolano e Stevanin. Sono molto legato a Proietti, abbiamo fatto una sorta di percorso comune che ci ha portato ad arrivare dove siamo. Da ragazzini, prima che io approdassi al Toro, eravamo nel settore giovanile della Juve. Ogni tanto capita di ritrovarci proprio a Torino, con lui ho mantenuto un ottimo rapporto nel corso degli anni».

Ore 13.30 – (Gazzettino) Alle 10,30 il Cittadella anticipa l’allenamento di oggi, che era previsto al pomeriggio, per partecipare al funerale della mamma del tecnico granata Roberto Venturato a Musano di Trevignano. Domani mattina allenamento di rifinitura, domenica alle 10,30 le convocazioni per la partita a Bassano, alle 14,30, arbitro Strippoli di Bari. Edoardo Gorini, che ieri sostituiva Venturato, precisa: «Con il Bassano si tratta di un derby piuttosto inedito, ma è il più vicino e la tifoseria lo sente molto, anche per la novità che presenta contro una squadra che negli ultimi campionati sta facendo molto bene. Noi dobbiamo essere tosti e attenti, la rosa sta lavorando bene con il solo Pascali che stiamo valutando di giorno in giorno». Sulla cena solidale pro Fratres promossa dal “Salf Granata Club Fontaniva Presente” al ristorante “Da Godi”, dice Gorini: «Un lungo rapporto affettivo lega il Cittadella a questa cooperativa sociale, che a Fontaniva segue i ragazzi diversamente abili. Personalmente sono stato coinvolto fin dal mio arrivo a Cittadella otto anni fa da Joachim De Gasperi e altri calciatori, che già frequentavano periodicamente questi ragazzi. Loro tifano Cittadella partecipando spesso ad allenamenti e partite. C’è un bel rapporto umano che ci gratifica entrambi». E in tema di solidarietà è emersa durante la serata di Fontaniva una delle beneficenze in incognito fatte dal fondatore del Cittadella Angelo Gabrielli. «Si tratta delle colonne in ferro del dismesso capannone in Borgo Treviso – ha spiegato Andrea Gabrielli – il primo capannone costruito da mio padre a Cittadella». Queste colonne sono state donate al missionario Padre Tiziano Sofia, che nella regione del Kasai Orientale in Congo ha costruito una chiesa a Lodja, nella diocesi di Tshumbe.

Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Quello che fa e quello che disfa. Contro il Pavia, nell’ultimo turno, Domenico Germinale è stato sicuramente l’uomo del match. Ha siglato il gol dell’iniziale vantaggio del Bassano. Ed è stato sempre lui, a pochi minuti dalla conclusione, a farsi parare il rigore che quasi sicuramente avrebbe regalato la vittoria ai giallorossi. Ai tempi del Cittadella – ha giocato sotto le mura nella stagione 2007-2008, non una qualsiasi: quella della promozione in Serie B – di occasioni del genere ne aveva di meno. «All’epoca ero soltanto un giovane da poco uscito dal vivaio dell’Inter e non ho giocato moltissimo, totalizzando una decina di presenze e un paio di gol, anche perché davanti avevo elementi come Meggiorini, Coralli e De Gasperi», racconta l’ora 28enne attaccante, in campo da ex nel derby in cartellone domenica alle 14.30 al Mercante. «Ma ripenso a quell’anno con molto affetto, non solo per il risultato finale». Poi però la stagione successiva non rimase. «Sembrava che ci fosse l’intenzione di confermare il gruppo in blocco, ma Foscarini prese una decisione diversa e io andai al Foggia. Sarei rimasto volentieri, c’era un bel gruppo e ricordo bene la serenità che trasmetteva il presidente Angelo Gabrielli: aveva sempre un sorriso per tutti, anche se già soffriva di problemi di salute e alle partite veniva con la bombola d’ossigeno». È ancora in contatto con i compagni dell’epoca? «Sì, li sento spesso. Di quel gruppo Coralli e Iori sono ancora in campo, mentre Gorini, Pierobon e Musso sono rimasti nello staff tecnico della società. Quello che incontro più spesso è proprio Musso, che viene a vedere da osservatore le nostre partite». E da qui arriviamo a oggi: che derby si aspetta? «Una gara sulla falsariga di quella da noi giocata sabato: uno scontro diretto deciso dagli episodi. La tensione sarà alta, perché arriva in un momento della stagione in cui i punti iniziano a contare e perché nessuna delle due squadre vorrà sbagliarla. Per noi è una grossa occasione per rifarci sotto. Può succedere che la paura di perdere condizioni i giocatori, e ne esca un incontro scialbo, ma entrambe le squadre provano sempre a “fare” la partita. Me la immagino divertente». Se potesse togliere un uomo al Citta quale sarebbe? «Iori, perché lui è la mente. Quello che detta i tempi e fa ragionare la squadra. Poi è chiaro che di giocatori pericolosi ce ne sono anche altri, da Litteri al mio amico Coralli». Un pronostico secco: come finirà Bassano-Cittadella? «Sono enormemente scaramantico, per cui dico… 0-10 per il Citta…». I FUNERALI DELLA MAMMA DI VENTURATO. Anche ieri la seduta di allenamento al Tombolato è stata diretta da Gorini e Musso. Quella di oggi è stata anticipata alle 10.30. Alle 15 giocatori e staff saranno ai funerali della signora Concetta, mamma del tecnico Roberto Venturato, celebrati a Trevignano (Treviso). 14ESIMA IN CONTEMPORANEA. Sabato 5 dicembre sono programmate alle 15 sia Padova-Albinoleffe che Pordenone-Cittadella.

Ore 12.40 – (Gazzettino) Quanto agli assist invece ne ha fatto uno anche a Cremona in occasione del pareggio di Altinier. «Per fortuna mi riescono ancora. Ho visto il taglio sul primo palo e ho cercato di metterla con il tempo giusto tra il difensore e il portiere, ed è andata bene».  Di recente nei suoi confronti c’è stato qualche mugugno di alcuni tifosi. «Allo stadio non li ho sentiti, ma mi hanno riferito. Io faccio le cose mettendoci sempre il cento per cento ed è innegabile che dispiaccia essere criticati, ma non si può piacere a tutti e bisogna andare avanti per la propria strada. In passato è stato criticato un campione come Roberto Baggio, figuriamoci se non può esserlo Cunico». Tornando alla squadra, oltre alle tre gare già citate, prima della sosta natalizia vi attendono anche le sfide con Giana Erminio e Bassano. Quanti punti si auspica? «Mi tengo basso, mi piacerebbe farne dieci per arrivare a Natale a quota ventiquattro. Probabilmente potevamo avere due-tre punti in più in classifica, ma al momento abbiamo dimostrato che il nostro valore è questo. Anche se davanti c’è tutto il tempo per dimostrare che abbiamo trovato il nostro filo logico e iniziare veramente un campionato diverso».

Ore 12.30 – (Gazzettino) «Con il Cuneo ci attende una partita difficile, mi dispiace sempre incontrare squadre che sono reduci da una sconfitta perché quando perdi sei portato a dare qualcosa in più sul piano delle motivazioni. Senza dimenticare che hanno un punto in meno di noi in classifica e che sono stati capaci di vincere con la Reggiana. Dovremo partire forte nei primi venti-venticinque minuti per metterli subito alla corde, è questo che stiamo cercando di preparare». Nella scorsa stagione in serie D è stato un trascinatore della squadra segnando anche tredici sigilli, magari domani firma il suo primo gol biancoscudato in Lega Pro. «È sempre piacevole segnare e se arriva è ben accetto, ma sinceramente mi manca poco il gol. Tra l’altro finora ho avuto solo due occasioni di testa nella partita d’esordio con la Reggiana. Mi preme soprattutto giocare bene e che lo faccia anche la squadra».

Ore 12.20 – (Gazzettino) «Le prossime tre partite rappresentano il momento della verità, dobbiamo fare il salto di qualità». Capitan Marco Cunico suona la carica in vista della sfida casalinga con il Cuneo che apre un trittico di gare (Pro Patria e Albinoleffe le altre due) nelle quali il Padova è chiamato a ottenere il massimo. «Vincere con il Cuneo darebbe un significato diverso anche agli ultimi due pareggi che sono stati un pò stretti. Ci si aspetta da noi parecchi punti dato che sulla carta abbiamo tre partite abbordabili, fermo restando che questo è un campionato molto livellato e lo dimostra anche il fatto che pur con i nostri alti e bassi siamo a otto lunghezze dal Cittadella che è primo. Ma le prossime tre sfide ci diranno che tipo di campionato dobbiamo affrontare». E lo spogliatoio sa che il momento è importante. «Lo vedo compatto, unito e con voglia di fare bene. Deve avere anche un pò di timore di incappare in brutte prestazioni per alzare al massimo la concentrazione».

Ore 12.10 – (Gazzettino) Seduta video e schemi in chiave anti Cuneo in vista dell’appuntamento in programma domani alle 15 all’Euganeo. Parlato ha impartito direttive e movimenti ai biancoscudati, e tutto lascia pensare che con i piemontesi venga confermato il 4-3-1-2 con Neto Pereira e Altinier coppia d’attacco, e alle loro spalle Cunico. A centrocampo appare sicuro del posto Bucolo, mentre per rimpiazzare Corti (squalificato) sembra essere in pole position Ilari come interno destro, mentre Mazzocco e Ramadani sono in ballottaggio per la terza maglia. Nel pacchetto arretrato non sono attese novità, con l’unico dubbio riguardante l’impiego di Niccolini o Fabiano. Oggi alle 10 la rifinitura alla Guizza.

Ore 11.45 – Sul girone: “Mi aspettavo una classifica simile? Non sono un mago… Abbiamo fatto un cammino altalenante, se la classifica dice questo allora ci meritiamo questa posizione ma è un campionato molto equilibrato”.

Ore 11.40 – Sulle scelte: “Cunico arretrato? È intelligente e serio, sa adattarsi in caso… Ilari dal primo minuto? Vale lo stesso discorso”.

Ore 11.37 – Sulla squadra: “C’è un po’ di amarezza per aver raccolto meno di quanto meritavamo, ma non dobbiamo piangerci addosso e soprattutto non dobbiamo mollare mai ed essere positivi. Siamo in debito con quanto fatto ma è acqua passata, credetemi…”.

Ore 11.35 – Arriva Parlato. Sul Cuneo: “È ovvio che si guarda il calendario, ma la partita più importante è sempre la prossima e quindi quella di domani. Arrivano da una sconfitta ma hanno giocato bene e non va dimenticato che due settimane fa hanno vinto a Reggio Emilia. La loro è una squadra dinamica, con gli esterni molto buoni, la difesa esperta ed un allenatore che stimo tantissimo. In più fuori casa subisce pochi gol, quindi è molto equilibrata e quadrata che interpreta a dovere il 4-4-2. A noi però servono i tre punti, lì desideriamo da tempo e dobbiamo prenderli per dare continuità. Non curiamoci di quanto fatto nelle ultime partite, ed entriamo in campo col coltello tra i denti senza mollare dal punto di vista del ritmo e dell’intensità! Dobbiamo fare la partita senza rischiare… Nelle ultime gare abbiamo dimostrato di meritare i tre punti, ora dobbiamo andare a prenderceli!”.

Ore 11.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 10.50 – Qui Guizza: provati i calci di rigore.

Ore 10.30 – Qui Guizza: test anti-Cuneo in corso.

Ore 10.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per la rifinitura.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) L’esterno romano può diventare, nel corso della partita, il jolly capace di spostare lo schema tattico della squadra senza bisogno di operare sostituzioni dalla panchina. Il Padova, dunque, potrebbe poggiare almeno inizialmente sullo stesso modulo, il 4-3-1-2 visto a Cremona e ancor prima con il Pordenone, con l’inserimento di Ilari (che non gioca dalla sfida col Renate) in mediana, al fianco di Bucolo e Mazzocco (o Ramadani). LA VARIANTE. I piemontesi, verosimilmente, verranno all’Euganeo per chiudersi e ripartire in contropiede. E per questo Parlato potrebbe cambiare le carte in tavola in corso d’opera e passare al 4-2-3-1, un modulo che non si vede ormai dal match perso a Cittadella. Proprio la presenza in campo di Ilari permetterebbe la variazione in corsa: l’avanzamento dell’esterno sulla linea di Cunico, con il contemporaneo abbassamento di Neto, porterebbe il Padova a innestare una marcia superiore dal punto di vista offensivo. Le ultime prove generali sono fissate per questa mattina alle 10 alla Guizza.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Non si sente un giocatore importante? Lo è, basta che lo dimostri», replica Bergamin, «Credo che lui debba mettersi a disposizione con l’umiltà che mettono tutti gli altri. I giocatori della rosa sono tutti titolari e tutte riserve, se l’estate scorsa ha ricevuto certe “rassicurazioni” di sicuro non venivano da me. Penso che un professionista debba essere attento a quelli che sono gli equilibri: non credo finora sia stato sminuito il suo valore, io continuo a ritenerlo un buon giocatore e spero che possa trovare i suoi spazi. Ma questa è materia dell’allenatore, e io non mi permetterò mai di entrare nel merito». ANCORA FUORI. Che sia un caso o no, nonostante l’assenza per squalifica di Daniele Corti, il tecnico biancoscudato sembrerebbe aver pensato, per la sfida di domani, ad un Padova senza Giandonato. Non una decisione dettata dalle parole “piccate” (per usare un eufemismo) del centrocampista ventiquattrenne. Visto che contro il Cuneo si preannuncia una vera e propria battaglia sul campo, la decisione sembrerebbe quella di riproporre un giocatore diverso: Marco Ilari.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Sono passati solo cinque giorni dal promettente pareggio di Cremona, ma è già giorno di vigilia per la squadra di Parlato: domani alle 15 i biancoscudati tornano all’Euganeo contro il Cuneo, per la prima delle tre gare in serie che possono dare una scossa al campionato. Dopo i piemontesi, arriveranno la trasferta a Busto Arsizio contro la Pro Patria e la gara casalinga con l’Albinoleffe. «Queste tre gare devono dare un segnale di rinascita, facciamolo questo scattino», carica patron Giuseppe Bergamin, «Una alla volta, ma vinciamole queste gare. Domenica scorsa è cambiato un po’ il ritmo della squadra, e mi aspetto che venga mantenuto domani, cominciando a trovare risultati veramente positivi. Dobbiamo fare i gol, e trovare i tre punti: sono convinto che ce la faremo». IL CASO. La vigilia di Padova-Cuneo, però, è animata anche dall’eco delle parole di Manuel Giandonato, che ha apertamente dichiarato il suo disappunto per le tante panchine che l’allenatore gli riserva: i tifosi non l’hanno presa affatto bene, scagliandosi contro il giocatore e chiedendogli un bagno di umiltà.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Il Padova potrebbe cedere Manuel Giandonato alla riapertura del mercato in gennaio. Le voci circolate nei giorni scorsi, dopo alcune smentite, trovano le prime conferme. Anche perché il giocatore non è soddisfatto dello scarso impiego che gli è stato garantito sinora, né Carmine Parlato sembra ritenerlo fondamentale e al centro del progetto Padova. Non sarà così semplice, in ogni caso, arrivare a una soluzione comune. Detto che Giandonato domani contro il Cuneo potrebbe scendere in campo dal primo minuto con lo spostamento di Bucolo nella posizione di mezzala, l’agente del centrocampista scuola Juventus sta sondando il mercato. Non è facile perché lo stipendio percepito (60mila euro annui fino al 30 giugno 2017) scoraggia eventuali acquirenti. Da seguire con molta attenzione anche la posizione di Fabiano, soprattutto se Parlato dovesse continuare a preferirgli Niccolini come accaduto a Cremona. Il difensore brasiliano a Padova si trova bene così come la sua famiglia, ma in estate aveva intuito che si sarebbe potuta creare questa situazione e non accetterà di fare panchina in pianta stabile. Un primo indizio importante lo si avrà domani, quando un’ulteriore eventuale esclusione accrescerebbe la possibilità di un addio a gennaio di Fabiano, che già ad agosto aveva valutato la possibilità di interrompere, prima ancora di cominciarla, l’avventura biancoscudata.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 22, Pavia 21, Reggiana 20, Bassano 19, Alessandria e FeralpiSalò 18, Cremonese 17, Giana Erminio, Pordenone e SudTirol 16, Padova 14, Cuneo, Lumezzane e Pro Piacenza 13, Mantova 12, Renate 9, AlbinoLeffe 7, Pro Patria 1.

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati dell’undicesima giornata: Pro Patria-Reggiana 0-0, Cuneo-Pro Piacenza 0-1 (Rantier (Pp) al 45′ pt), Pavia-Bassano 1-1 (Germinale (Ba) al 25′ pt, Cristini (Pv) al 3′ st), SudTirol-Renate 0-0, FeralpiSalò-Lumezzane 2-1 (Tortori (Fs) al 36′ pt, Tagliavacche (Lu) al 48′ pt, Settembrini (Fs) al 37′ st), Cremonese-Padova 1-1 (Forte (Cr) al 19′ pt, Altinier (Pd) al 15′ st), AlbinoLeffe-Giana Erminio 0-2 (Bruno (Ge) al 16′ pt e al 48′ st), Pordenone-Alessandria 1-1 (Mezavilla (Al) al 27′ pt, De Cenco (Pn) al 40′ st), Cittadella-Mantova 0-0.

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E’ successo, 19 novembre: allenamento pomeridiano per i Biancoscudati, assente solo Amirante.




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