Live 24! Padova-Cuneo, -2: recuperano tutti, Amirante lavora in palestra

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Ore 21.40 – (Il Piccolo) «Martedì arriva il nuovo staff e mercoledì presenterò la nuova proprietà». Domenica Pontrelli non aveva lasciato adito ad equivoci. Martedì quattro persone sono arrivate al campo di Prosecco. Ma i visitors non si sono qualificati e nemmeno hanno allenato la squadra. La loro presenza aveva dato comunque un segnale che qualcosa a livello societario si stava muovendo. Ieri doveva essere il giorno della nuova proprietà. E invece non è arrivato nessuno. Non è che un giorno di ritardo sia poi la fine del mondo anche se la situazione richiede una certa urgenza. Ma non sono giunti segnali di una posticipazione dell’incontro ai prossimi giorni anche se oggi Pontrelli dovrebbe tornare a Trieste. La trattativa si è incagliata o deve essere ancora definita. La prima ipotesi sembra la più probabile. Ma si sa, nel calcio succede di tutto. Dal Veneto giunge anche la notizia che l’interlocutore di Pontrelli sarebbe il signor Renzo Corvezzo, già proprietario del Treviso, fallito dopo essere stato venduto a una cordata dallo stesso Corvezzo (ai triestini viene il ricordo Fantinel-Aletti). Se questo fosse il mister X mai svelato da Pontrelli è un imprenditore agricolo, proprietario di un’azienda vitivinicola e di un avviato agriturismo. Ma il personaggio non gode di grande stima nella Marca. Magari sono solo pregiudizi o magari non sarà lui il nuovo proprietario dell’Unione.

Ore 21.20 – (Il Piccolo) È l’estate del 2012: la Triestina fallisce per la seconda volta nella sua storia. Lo studio del sindaco al primo piano di Palazzo Cheba diventa l’agorà (o anche il bar sport) di volonterosi triestini che vanno e vengono nel tentativo di dare una prospettiva alla nuova Unione. Il primo cittadino cerca di costruire un gruppo che possa rifondare l’Unione. Impresa non facile. Obiettivo raggiunto in extremis ma non centrato. Perché oggi quello studio rischia di diventare di nuovo un crocevia di persone che accorrono al capezzale della Triestina. Il sindaco dovrebbe occuparsi di altre vicende socialmente più impattanti. Ma tant’è. Ieri in quello studio Roberto Cosolini attendeva il nuovo proprietario dell’Unione accompagnato da Pontrelli. E invece niente. Forse succederà oggi, chissà quando o forse mai. Ma la questione, volente o nolente, torna sempre nelle mani di chi rappresenta lacittà. È successo così anche in passato e ad altri sindaci. È mai possibile che qui non si trovi qualcuno che sappia dare stabilità alla prima squadra di calcio della città? «È un problema ciclico e strutturale. Il nostro tessuto economico è fatto di grandi imprese globali e di piccole aziende. Manca la media impresa che potrebbe essere interessata a sviluppare e a sostenere un’impresa calcistica di dimensione nazionale. Lo stesso discorso comunque vale anche per il basket o il volley». Lei non ritiene che una città come Trieste abbia bisogno di una società ben organizzata che la rappresenti nello sport più popolare? «Certamente sì a patto però che il progetto abbia una sostenibilità economica garantita da una proprietà solida, affidabile e credibile. Queste condizioni ci sono state con il presidente Berti ma per trovare un triestino con queste caratteristiche bisogna tornare a Raffaele De Riù nella seconda metà degli anni ’80». E allora quale può essere la soluzione? «Le cordate di volonterosi piccoli imprenditori sono da lodare ma non hanno funzionato». Si riferisce a Puglia e Cergol? «In quel momento sono stati gli unici, assieme ad altri soci, a farsi avanti e hanno consentito che l’Unione non sparisse. Ma non avevano la forza nemmeno per sostenere la serie D e così, presi dal panico, hanno ceduto la società a persone a fronte di garanzie poi rivelatesi false. È stato un errore anche grave ma fatto in buona fede». E hanno anche perso il tram di Zamparini, rapporto da lei curato personalmente? «Non lo hanno coccolato ritenendo che ci avrebbe pensato l’avvocato Vidal ma devo dire che in tanti anni ho conosciuto poche persone così schiette e di parola come il presidente del Palermo. E poi Zamparini è innamorato di Trieste…Reincontrarlo sarebbe un piacere» Torniamo alle possibili soluzioni. «I piccoli non possono farcela. Almeno in uno sport complesso e costoso come il calcio. Una serie D costa come un serie A2 di basket tanto per fare un esempio. Servirebbero 20 persone capaci di mettere sul tavolo 100 mila euro a testa. Dovrebbe farsi avanti una persona interessata, capace e credibile, con una solidità economica alle spalle e con un progetto chiaro. Attorno a una figura di riferimento credo che altri si aggergherebbero» Potrebbero dare una mano anche i grandi come Generali, Wartsila, Illy? «Guardi che i big stanno dando parecchio a Trieste. Sponsorizzano eventi culturali, sociali e manifestazioni come la Barcolana. I triestini hanno tanti interessi oltre al calcio. Detto ciò sono sicuro che avendo garanzie di un progetto solido, magari che non valorizzi la loro immagine sul piano internazionale ma che non la intacchi, si potrebbe intavolare un discorso» A Parma Barilla si è messo in gioco a titolo personale. La città si aspetta che qualcuno faccia lo stesso anche a Trieste. «Me lo auguro. Samer lo ha fatto con la pallanuoto partendo dalla base. È un ottimo modello». Questa figura potrebbe anche essere un manager? «Sì a patto però che sia sorrretto da soci solidi. È una strada che abbiamo intrapreso nel basket e c’è ancora molto da fare. Ma credo che la gestione di una società calcistica sia più complicata» Per cominciare bene si potrebbe pensare alla costruzione di un centro sportivo che potrebbe essere aperto a tutta la comunità. Il Comune sarebbe disposto a venire incontro a questa idea che potrebbe interessare anche ai big? «Siamo e saremo sempre disponibili a fornire tutto il supporto possibile nel rispetto delle norme. Però qualcuno deve presentare un progetto serio e non con l’obiettivo di fare speculazioni immobiliari. Del resto noi abbiamo messo a disposizione di tutti l’impiantistica a prezzi agevolati» Anche il Rocco come le viene rinfacciato. «La convenzione con l’Unione è stata siglata anche su sollecitazione dei tifosi che un anno fa vedevano Pontrelli come un presidente che potesse dare continuità all’Unione. E poi su questo fronte ci sono state delle inadempienze gravi più nel principio che nella sostanza». A proposito del Rocco cosa se ne fa Trieste senza una società professionistica di calcio? «Il Rocco ospita uffici ed è utilizzato da società di molte discipline. Però è vero che la struttura avrebbe bisogno non solo dell’ordinaria amministrazione. Ma che senso ha un restyling se poi viene riempita solo in un concerto all’anno. Certo la presenza di una Triestina forte, con diecimila o più spettatori, ci darebbe una mano anche sul piano economico» Ma come vede il futuro dell’Unione e cosa può fare il sindaco tanto criticato per lo scarso dinamismo dai tifosi? «Ho incontrato e continuerò a farlo chi manifesterà interesse per l’Unione. L’ho fatto con Zanmarchi, con Milanese l’altro giorno e più volte con Pontrelli. Ho incontrato anche imprenditori validi. Oggi la situazione è chiara se un soggetto vuole intervenire: l’attuale proprietà fino a prova contraria non chiede la buona uscita e i documenti sono depositati in tribunale. La situazione di classifica non è compromessa e anche per questo il Comune ha deciso di lasciare aperto il Rocco fino al 30 novembre. Se la situazione si risolve anche i tifosi torneranno allo stadio. Spero che questa vicenda vada a buon fine».

Ore 20.50 – (Corriere delle Alpi) Alberto De March è pronto a sfidare il Belluno. Il difensore della Luparense, prodotto del vivaio gialloblù, guida la difesa padovana, domenica avversaria di Corbanese e compagni. Il giocatore, lo scorso anno al Ripa Fenadora, ha giocato fino agli allievi con la società di Piazzale della Resistenza. Poi De March ha giocato un anno, alla Feltrese, tre nella Primavera del Vicenza, per poi buttarsi nel professionismo tra San Giustese, Trento e Giacomese. Nelle ultime stagioni il difensore bellunese ha militato in serie D, due anni al Montebelluna, con la parentesi dello scorso anno, tra le fila del Ripa Fenadora, a cui in estate a dato l’addio per una nuova sfida. «Alla Luparense mi trovo bene, siamo un gruppo unito – racconta il difensore – in questo momento ci stanno mancando solo i risultati. Creiamo molte occasioni, subiamo poco, ma il gol lo prendiamo sempre purtroppo. Ci aspettavamo sicuramente qualcosa di più ma non dimentichiamoci che la società è nata quest’anno. L’obiettivo? Non ci hanno chiesto posizioni particolari, ovviamente bisogna fare il meglio possibile». Domenica il Belluno giocherà in casa dei padovani. «Sarà una partita molto difficile – continua De March – il Belluno sta attraversando un grande periodo di forma e viene da cinque vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia. Quella di domenica contro la Virtus Vecomp è stata molto importante perchè ottenuta contro una squadra molto forte, come dice la classifica. Anche noi però stiamo bene, ed è una aprtita dove non bisogna dare niente per scontato. Un pronostico? Non mi piacciono, è un match aperto a qualsiasi risultato». In estate il giocatore ha scelto di lasciare il Ripa Fenadora e più volte è stato accostato ai gialloblù, come sostituto di Ivan Merli Sala. «Ho parlato con il Belluno ma non c’è stato nulla di concreto. La scelta di andare via dal Boscherai è stata mia, volevo avvicinarmi alla famiglia della mia ragazza. Il 4 agosto è nato il nostro primogenito». Confermata la squalifica di Sebastiano Sommacal. Il difensore del Belluno dovrà guardare i compagni dalla tribuna, al suo posto si scalda il giovane Andrea Franchetto, difficile il recupero in extremis di Paolo Pellicanò. Mercoledì di coppa. Il 26 novembre il Belluno scende in campo al Polisportivo per affrontare il Fontanafredda, il match sarà alle 14.30. Quattro giorni dopo sarà la volta della sedicesima giornata, tra le mura amiche, contro la capolista Venezia.

Ore 20.20 – (La Provincia Pavese) Michele Marcolini è uscito prima del tempo, espulso dall’arbitro dopo una protesta vivace. «E’ un periodo che non sono d’accordo con le decisioni arbitrali – dice il tecnico azzurro – capisco che è difficile prendere decisioni in poco tempo e so di aver sbagliato, ma ci sono cose che mi fanno uscire di testa: prima il mani nettissimo di un giocatore dell’Alessandria al limite dell’area, non fischiato, poi un fallaccio su Bellazzini». A parte questo, l’analisi è secca: «Brutto primo tempo il nostro, senza personalità e con una miriade di errori tecnici. Sembrava che la palla bruciasse e l’80% delle occasioni dell’Alessandria l’abbiamo concesso noi. Nella ripresa è andata meglio: passaggi giusti, la traversa e il gol. Io arrabbiato dopo il primo tempo? Non mi piace mai perdere, è vero che la squadra andata in campo non gioca mai assieme, ma so che le qualità ci sono e devono venire fuori». Marcolini elogia Fiory e Biasi, «che aveva voglia di riscossa». Il difensore sulla gara dice: «Loro nel primo tempo avevano più cattiveria, hanno meritato, mentre noi abbiamo giocato male. Peccato, ci tenevamo a proseguire. Io gioco meno? Non fa piacere, ma sono a disposizione e rispetto le scelte. Però non mollo niente perché ho ancora tanta voglia di giocare». Chiude Mattia Buongiorno: «Non abbiamo iniziato bene e i primi due gol ci hanno demoralizzato. Fossimo entrati con lo stesso spirito del secondo tempo sarebbe andata diversamente».

Ore 20.00 – (La Provincia Pavese) Addio Coppa Italia di Lega Pro, ma è un commiato poco doloroso, a parte forse il dispiacere di perdere ad Alessandria. Gara chiusa già dopo il primo tempo, con i grigi in vantaggio 3-0. La ripresa del Pavia – schierato con le seconde linee – è almeno più tonica e serve a rendere la sconfitta un po’ meno pesante. Dopo l’orrendo primo tempo degli azzurri cresce il timore che questo Alessandria-Pavia possa finire con una batosta pari a quella di un anno fa (5-1), sempre in Coppa di Lega Pro: e lo scarto dopo 45’ sarebbe potuto essere ancora più ampio senza tre autentici miracoli di Fiory, che va al riposo sconvolto e arrabbiato, con Facchin che prova a consolarlo. A cavallo del quarto d’ora il portiere azzurro prima va a prendere in due tempi un bel rasoterra di Nicco, poi è bravo ad aspettare, senza buttarsi a terra, la conclusione di Bocalon solo davanti alla porta, opponendosi col corpo. Ma nulla può sul diagonale al 18’ di Picone che approfitta dello scivolone di Sabato poco fuori dall’area e scarica a rete da destra a sinistra. Il Pavia per la verità avrebbe una grande chance per pareggiare quattro minuti dopo: un rimbalzo tipo flipper libera Del Sante a tu per tu con Vannucchi, ma l’attaccante spedisce fuori mangiandosi un’occasione difficile da fallire. Un rimpallo molto simile capita a Bocalon sul fronte opposto, ma ancora una volta l’uno contro uno è vinto da Fiory. Che però al 33’ può solo osservare la palla calciata da Marconi su punizione che scavalca la barriera e si infila in rete per il raddoppio dell’Alessandria. Buongiorno sciupa di testa l’opportunità di girare in rete sul cross di Pavan, così al 2’ di recupero arriva anche il tris dei grigi e il bis personale di Marconi, che da due passi appoggia in rete il cross di Vitofrancesco. Nella ripresa Marcolini, che non ci sta a perdere così, butta dentro anche Bellazzini che all’8’ centra la traversa dopo un’azione portata avanti da Pavan e Del Sante. C’è più partita nella ripresa, anche perché sul 3-0 l’Alessandria tira un po’ il freno, e allora al 16’ Anastasia brucia la fascia destra e mette in mezzo per Del Sante che stavolta porta vuota a un passo dalla linea non può sbagliare: 3-1. E al 29’ Grbac ha anche la palla del 2-3, l’aggancio è perfetto e anche il destro a incrociare è buono, ma Vannucchi è bravo a opporsi. Così come Fiory, che al 35’ respinge il colpo di testa ravvicinato di Fischnaller. Nella nebbia che si abbassa sempre di più, favorendo qualche colpo proibito, cala il sipario su questa sfida di Coppa. Pronto a rialzarsi domenica, con le stesse squadre protagoniste e nello stesso stadio. Ma stavolta sarà campionato.

Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) E’ un Alberto Colombo deluso ma non abbattuto quello che si presenta in sala stampa per commentare una sconfitta che di fatto estromette la Reggiana dalla Coppa Italia. «Non siamo in un buon momento – esor e questa sconfitta non ci aiuta, come invece ci avrebbe aiutato un risultato positivo». Chiedeva delle risposte: le ha avute? «Sì, le risposte che volevo sono arrivate ma non sono tutte positive». Iniziamo da quelle positive. «Mi piace iniziare da un ragazzo giovane come Ceccarelli, a mio avviso tra i migliori in campo. Ha messo in campo cattiveria ma anche voglia di aggredire non solo gli avversari ma anche gli spazi. Bene anche De Biasi». Nolè merita un discorso a parte? «Ha dato la miglior risposta possibile, soprattutto sul piano fisico. Più passava il più e più mi dava l’impressione di avere il coraggio di caricarsi la squadra sulle spalle. Di prendere l’iniziativa e di rischiare, e cercando presupposti pericolosi. In questo momento abbiamo bisogno di giocatori senza paura nel prendere l’iniziativa». Pesenti invece? «Si intravedono le potenzialità del giocatore. Manca nella continuità ma l’ho visto fare dei movimenti che lasciano ben sperare». Le note dolenti arrivano dagli esterni di centrocampo? «E’ evidente che in questo momento abbiamo dei problemi perché non riusciamo a trovare i movimenti e i meccanismi giusti e quando la palla arriva sugli esterni l’unica giocata è quella di passare palla indietro. Purtroppo è una costante delle ultime partite. Per quanto riguarda Mogos l’ho visto in regressione». Quanto mancano le giocate degli esterni? «Parecchio perché quando non hai varchi centrali deve per forza giocare sugli esterni. E sotto questo aspetto ultimamente stiamo facendo fatica». Come se ne esce? «Quando fai il giro palla lo fai per trovare dei varchi. Poi i varchi non sempre si trovano ma si può mettere il giocatore nell’uno contro uno. E se non ci si prova, si torna indietro e si perde tempo prezioso senza essere pericolosi».

Ore 19.10 – (Gazzetta di Reggio) La Spal liquida la Reggiana e passa agli ottavi di finale di Coppa Italia, dove incontrerà il Tuttocuoio. Le due squadre sono scese in campo con formazioni molto rimaneggiate e questo la dice lunga su quanto l’impegno fosse sentito. Il pubblico lo sapeva e si è ben guardato da andare allo Stadio. La squadra di Ferrara è andata in vantaggio al 20’ della ripresa con un tiro di Zigoni deviato in modo decisivo da Castellana. Come detto sono scese in campo due formazioni molto sperimentali, perché il campionato incombe, e per entrambe ci sono gare importanti all’orizzonte: con Pordenone per i granata e il Pisa per la Spal. Perciò più che il risultato in sè c’era curiosità di vedere la reazione dei ragazzi di Colombo reduci da un periodo povero di punti e di gioco, ma soprattutto capire se tra i giocatori finora meno utilizzati c’era qualcuno in grado di mettere in difficoltà le future scelte del tecnico. Della gara rimangono agli atti una prima frazione di gioco caratterizzata da un certo equilibrio, dove le due squadre prima si sono studiate poi hanno iniziato a farsi vedere nei sedici metri avversari. Gli ospiti forse hanno collezionato le palle gol più interessanti con un tiro cross di Beghetto nei primi minuti ed un paio di conclusioni velenose di Spighi, una di piede e la successiva di testa, che hanno trovato sempre pronto l’estremo difensore granata, il debuttante Rossini. Anche la Reggiana si è fatta vedere in area di rigore con Nolè e con una conclusione di De Biasi, entrambe ribattute dalla difesa. Nella ripresa è la Reggiana a partire meglio con una bella triangolazione in velocità Nolè-Pesenti-Angiulli ma il tiro del ‘Fez’ termina a lato. Semplici, il tecnico spallino, non ci sta ed inserisce due titolari di spessore come Cottafava e Mora, col chiaro intento di vincere la partita, e la sorte lo aiuta al 67′ quando i ferraresi trovano il gol, alla prima sortita offensiva (che resterà l’unica di tutta la frazione) con un’azione ben orchestrata sulla destra da Posocco e Spighi con quest’ultimo che crossa rasoterra per Zigoni trovando la sfortunata deviazione di Castellana. L’arrembaggio finale granata, col debutto del figlio d’arte Silenzi, non ha dato frutti. Tra le novità bene Rossini tra i pali, ma anche Ceccarelli e Nolè si sono mossi molto. Pesenti è parso ancora fuori dagli schemi mentre sono da rivedere le prestazioni di De Biasi e Di Nicola.

Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova ritrova, almeno in parte, la voce. La società, ieri, ha infatti autorizzato Ivan Javorcic a tenere una conferenza stampa, che sarà bissata domani, prima del match con la FeralpiSalò. Sabato, poi, sembra che dopo la gara la situazione tornerà alla normalità, con tutti i protagonisti disponibili alle interviste. Javorcic, che ieri in allenamento ha provato anche il modulo 4-3-1-2, ha spiegato che non dovrebbe cambiare molto rispetto allo 0-0 di Cittadella: «La squadra sta facendo bene, dunque credo ci sia una base solida per andare avanti. Ma le scelte le farò a fine settimana, sulla base delle risposte in allenamento. Il 4-3-1-2? Ho iniziato a dare qualche rudimento in vista di quello che potrebbe essere uno sviluppo nel futuro prossimo, per essere più aggressivi in avanti». Il mister croato non ha infatti mai nascosto di prediligere il modulo con trequartista e due punte. Ma per sostenerlo servono giocatori al top della condizione e disposti a sacrificarsi in fase difensiva. «Stiamo facendo un percorso – aggiunge il tecnico -, cercando di recuperare tutti i giocatori a una condizione ideale, per avere più scelte ed essere anche più imprevedibili. Per ora sono contento perché stiamo acquisendo una mentalità di squadra importante. Per me sono fondamentali anche i giocatori che entrano a gara in corso e che possono cambiarla. A Bassano, ad esempio, abbiamo vinto al 70’ e avevamo già effettuato due cambi». Da migliorare, secondo Javorcic, restano però diverse cose: «Una squadra non si costruisce in due settimane e la cosa più difficile è arrivare a sviluppare un gioco fluido, ad aver maggiore dominio di palla, a saper controllare il ritmo delle gare, ad avere più qualità nel rifinire le azioni d’attacco. Ci lavoriamo, ma sarà un percorso lungo». Per quanto riguarda la FeralpiSalò, Javorcic è un ex mancato, perché se non fosse venuto a Mantova magari sarebbe approdato sulla panchina gardesana: «Si può dire così – sorride -, perché il mio nome è stato spesso accostato alle squadre bresciane. Ma il match per me non ha un sapore particolare». Particolare è invece il valore dell’avversario: «La FeralpiSalò punta ai playoff ed è una delle 5 migliori squadre del girone – dice Javorcic -. Da metà campo in sù ha giocatori tecnici e veloci, molto pericolosi. Mi aspetto una gara intensa, veloce, con tanti ribaltamenti di fronte». Fuori causa per sabato è Beretta (domani risonanza magnetica alla caviglia), mentre Ruopolo ieri non si è allenato (solita gestione cauta del ginocchio) ma dovrebbe recuperare. Oggi seduta mattutina.

Ore 18.20 – (Gazzetta di Mantova) Sabato al Martelli arriverà la FeralpiSalò e proprio nell’ultima sfida con i gardesani (in trasferta) del 20 marzo scorso si vide per la prima volta al seguito dell’Acm il patron Serafino Di Loreto insieme al presidente Sandro Musso. Da lì decollò una lunghissima trattativa, che ha portato al nuovo corso societario. Quale migliore coincidenza, allora, per fare il punto della situazione in casa biancorossa anche fuori dal campo? Lo stato di salute del Mantova, rettangolo verde a parte, appare per ora ottimo. Da anni, infatti, non si ricordava una società in grado di pagare gli stipendi mese per mese, investire sulle strutture e rispettare le scadenze con i fornitori. La Sdl, che pure figura soltanto come sponsor di Viale Te, ha impostato una gestione seria ma è andata anche oltre, superando di slancio il budget iniziale pensato insieme ai soci mantovani. «Siamo i primi a soffrire per i risultati che non arrivano – ha detto un paio di settimane fa Di Loreto – anche perché in estate abbiamo stanziato risorse finanziarie adeguate a costruire una squadra per ben altri obiettivi che la lotta salvezza». La prima idea del gruppo bresciano era infatti quella di affrontare l’annata con un budget da 2,2 milioni di euro. L’intesa con i soci mantovani prevedeva un esborso di 600mila euro da parte della Sdl e di 400mila euro da parte di Bompieri, Tirelli e Giovanardi. Il resto andava coperto con introiti della Lega e sponsor. Ma in estate la Sdl – come spiegò lo stesso Di Loreto nell’incontro con gli sponsor a Castellucchio – ha valutato di cambiare strategia. Per puntare più in fretta (in due anni o magari anche in uno) al salto in serie B, dove gli introiti possono coprire i costi di gestione e si può dunque far calcio senza svenarsi. «I bresciani vogliono vincere», hanno ripetuto più volte i soci mantovani e l’ex presidente Di Matteo. E questa voglia si è tradotta in una campagna acquisti importante e in un budget che ovviamente si è alzato. Secondo fonti societarie fino a superare in prospettiva i 3 milioni di euro (lo scorso anno si era spesa la stessa cifra per pendenze arretrate, non certo per gli acquisti fatti per Juric). Un impegno importante, anche perché dovrà essere il gruppo bresciano a coprire la differenza, che si tratti di 6-700mila euro o di una milionata. I soci mantovani hanno infatti stipulato un’intesa precisa fino al 30 giugno e in prospettiva potrebbero rimanere come sponsor, pur con un aiuto economico e con un sostegno “morale” importante. L’altro socio, Lodi, invece, è rimasto soltanto per onorare il pregresso e sta per uscire di scena. La Sdl, insomma, diventerà sempre più punto di riferimento per la piazza, alla quale lo stesso Di Loreto di recente ha pubblicamente promesso: «Siamo più determinati che mai a portare avanti il progetto Mantova e abbiamo le idee chiare su come farlo». È l’annuncio di un rilancio, che dovrebbe espletarsi fra gennaio e la prossima stagione. Perché l’obiettivo resta la B e non il vivacchiare in Lega Pro.

Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sarà Riccardo Panarese a dirigere il match di domenica allo Speroni fra Reggiana e Pordenone (inizio alle 15). Il fischietto di Lecce ha già diretto due volte i ramarri. La scorsa stagione (1° febbraio) arbitrò la sfida al Mercante con il Bassano. Finì 1-0 per i padroni di casa. Sconfitta che fece ripiombare i neroverdi in fondo alla classifica del girone A di Lega Pro. I ramarri offrirono una prestazione sotto tono, la prima insufficiente della gestione Rossitto. Nemmeno i giallorossi disputarono una grande partita. Il risultato fu determinato da un errore di Careri (uno dei pochi commessi dal portiere) su iniziativa di Nolè. La cosa sorprendente fu che i supporter pordenonesi al seguito giudicarono proprio il direttore di gara il migliore in campo. In precedenza Panarese diresse il big match di Lega D al Bottecchia fra Pordenone e Sambonifacese in diretta Rai TV (gennaio 2013, sempre Rossitto in panca). La sfida si concluse sull’1-1. Nei primissimi minuti Panarese espulse Malagò lasciando la Virtus in 10 e assegnò un rigore ai pordenonesi trasformato da Sessolo. Nohman pareggiò per i veneti. Nei minuti finali ignorò un fallo in area neroverde ai danni del Bassano che i più avevano giudicato da rigore. Riccardo Panarese è nato a Copertino (Lecce) nel dicembre del 1985. Ha esordito in Lega Pro l’1 settembre del 2013. Per tornare al presente, solo un’ammonizione per il preparatore atletico Adalberto Zamuner espulso per proteste durante il match di domenica fra Pordenone e Alessandria.

Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Sarebbe stato uno degli ex più attesi dal popolo neroverde, visto il ricordo che ha lasciato sotto il profilo umano e sportivo. Ma purtroppo Federico Maracchi, mezzala della FeralpiSalò, salterà la sfida della prossima settimana (domenica 29 novembre alle 17.30) col Pordenone. Il centrocampista giuliano, tra i migliori nella sciagurata scorsa stagione, dovrà dare forfait alla sua prima volta da ex a causa di una frattura composta dell’ala sacrale, che lo terrà lontano dai campi per un mese. Maracchi, classe ’88, si era infortunato in allenamento ed è stato già costretto a saltare il derby con il Lumezzane, vinto 2-1. Gli esami hanno evidenziato il guaio, molto più di una semplice botta alla schiena come lui credeva. Di sicuro “Mara”, che si era sbloccato con i primi 2 gol all’Albinoleffe dieci giorni fa, sarà in tribuna. E aspetterà con ancora più ansia la sfida del ritorno al Bottecchia, prevista per marzo dell’anno prossimo.

Ore 17.10 – (Messaggero Veneto) Fino al 1995 c’era il Mirabello. Uno stadio in centro città, da 15 mila posti, che aveva visto la squadra in serie A. Ora è il campo d’allenamento. Adesso la Reggiana gioca le proprie partite in un impianto nuovo, privo di storia ma funzionale e invidiato in tutta Italia. Che porta il nome di uno sponsor: è il Mapei Stadium. Domenica (alle 15) il Pordenone giocherà in una struttura da serie A, che ospita anche le gare del Sassuolo. Quello che un tempo veniva chiamato il Giglio, poi Città del Tricolore – perché a Reggio Emilia, nel 1797, nacque l’attuale bandiera italiana – ora ha il nome dell’azienda che sostiene il Sassuolo, anch’essa di proprietà di Giorgio Squinzi, cioè del “patron” dei neroverdi (e presidente di Confindustria). Lo stadio, anche questo di Squinzi, che se l’è aggiudicato all’asta nel dicembre 2013, ha una capienza di oltre 23 mila posti ed è all’avanguardia. E’ stato il primo in Italia a usufruire della “Goal line technology”, il cosiddetto “occhio di falco”, che consente di individuare subito se la palla ha oltrepassato la linea. Tanti tifosi dei ramarri ci vorranno essere domenica: è attiva la prevendita dei biglietti (Bar Libertà e www.ticketone.it). Prezzi da 10 a 20 euro.

Ore 16.50 – (Messaggero Veneto) De Cenco ha un sogno: giocare in serie B. «Continui ad ascoltare Tedino: un maestro, che mi ha fatto sentire importante. Se sono arrivato in alto lo devo anche a lui». Il brasiliano del Pordenone prenda appunti: a firmare la lettera di consigli è il bomber per eccellenza della serie B, Daniele Cacia, centravanti dell’Ascoli e promosso in A con Verona (2013) e Bologna (2015). Il centravanti di Catanzaro è stato svezzato da Tedino nel 2005, a Pistoia in C1: 12 partite, 8 gol. E il ritorno tra i cadetti a Piacenza da protagonista. «In Toscana fu la svolta. Importante fu il tecnico dei neroverdi». La storia. Per Cacia 117 gol tra i professionisti: l’ultimo l’ha segnato domenica scorsa, valso l’1-0 dell’Ascoli col Perugia. Ha 32 anni ed è stato capocannoniere della B nel 2013 con 24 reti a Verona. Non è l’ultimo arrivato. Il grande salto avvenne in 5 mesi con gli arancioni. «Era il 3 febbraio 2005, ultimo giorno di mercato – racconta –: ero a Piacenza, a casa mia, alle 18.30. La macchina pronta per il trasloco. Dovevo partire per Chieti. Alle 18.45 la chiamata: “Vai a Pistoia”. Partii. Volevo giocare, in Emilia non trovavo spazio. Ero pronto per scendere di categoria». Così arrivò l’incontro con Tedino. «Prima gara a Grosseto, i 15’ finali: ho fatto una fatica incredibile – spiega –. Pensai che sarebbe stata dura risalire, ancor più dopo, con 4 panchine filate. Giocava Alteri al posto mio. Ero pronto per parlare col mister quando, prima del colloquio, mi disse che lo stesso Alteri si era infortunato. Toccava a me». E fu la svolta. «Feci 10 partite di fila segnando 8 gol – continua Cacia –: mi ero sbloccato. Diventai giocatore vero». Riconoscenza. Così il bomber calabrese – che voleva rimanere a Pistoia – tornò a Piacenza e iniziò a costruirsi la fama di re dei gol in B. «I mesi in arancione furono determinanti – afferma – e a Tedino devo molto. Perché? Mi ha fatto sentire importante. Mi coinvolgeva, mi dava fiducia: io ne ho bisogno, altrimenti fatico. Non è una cosa da poco ciò che fece. E’ stato un grande. Poi – continua – è una brava persona, una delle poche nel calcio». Quindi De Cenco deve continuare ad ascoltare Tedino, se vuole realizzare il suo sogno? «Certo – risponde Cacia – il mister aiuta molto gli attaccanti. E poi è ancora in età per salire in B: a 26 anni ce la si può ancora fare. Continui a lavorare e a seguire il suo tecnico». L’attaccante dell’Ascoli ha un ultimo messaggio per Tedino. «Sarebbe bello farsi allenare nuovamente da lui – confida –: ne ho un gran ricordo. Ci siamo rivisti due anni fa a Coverciano. Inconfondibile quel suo accento veneto, non è cambiato…».

Ore 16.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.00 – Qui Guizza: ultime esercitazioni.

Ore 15.40 – Qui Guizza: schemi anti-Cuneo.

Ore 15.20 – Qui Guizza: tutti presenti, lavoro in palestra solo per Amirante.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Favaretto dà un po’ di fiato al Venezia in vista del ritorno al Penzo con l’Este. Domenica (ore 14.30) gli arancioneroverdi ospiteranno i giallorossi padovani, sfida in vista della quale il tecnico Paolo Favaretto spera di recuperare il trequartista Fabiano. Anche ieri nella seduta fiume del mattino l’ex Pro Vercelli ha lavorato da solo, oggi però è in programma il suo rientro in gruppo dopo aver saltato per problemi muscolari le vittorie con Mestre e Fontanafredda: un doppio 1-0 che ha consentito al Venezia di restare imbattuto in vetta con il Campodarsego a quota 34 punti dopo 14 giornate. Guai muscolari anche per il terzino sinistro Galli, già sicuro del forfait essendogli stato imposto uno stop di una decina di giorni: a cambiare fascia potrebbe essere Luciani con Ferrante di nuovo titolare a destra. A parte si sono allenati anche Callegaro, che non preoccupa, oltre al solito Barreto il cui arruolamento per l’Este sembra piuttosto improbabile. Domani (ore 19) il presidente Joe Tacopina sarà presente al Marciano Pub di Marghera in occasione della Festa del tesseramento dell’associazione VeneziaUnited.

Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Mezza giornata di riposo per i giocatori del Venezia, premiati da mister Paolo Favaretto con un pomeriggio di relax. In realtà la «doppia seduta» del mercoledì è stata condensata al mattino, con una sessione di allenamento prolungata. Poi il «rompete le righe». La squadra sta preparando la sfida di domenica al Penzo contro l’Este con l’obiettivo di mantenere la vetta e, possibilmente, staccare il Campodarsego impegnato in casa con il Levico. L’infermeria si sta piano piano svuotando: ieri ha ripreso Modolo mentre si sono allenati a parte ancora Barreto, Fabiano e Callegaro. Se per il brasiliano ancora non ci sono certezze sul suo rientro in gruppo, oggi invece Fabiano e Callegaro si aggregheranno ai compagni e dunque saranno quasi certamente disponibili per domenica. Rimarrà fuori, invece, Galli a causa della lesione muscolare per la quale gli sono stati pronosticati dieci giorni di stop. Novità in vista, infine, per quanto riguarda Renzo Corvezzo, l’ex patron del Treviso che in estate aveva tentato la «scalata» al Venezia: pare che ora sia interessato alla Triestina, che vorrebbe rilevare dal presidente uscente Marco Pontrelli. Si parla di numerosi contatti tra i due nelle ultime ore.

Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sono trascorsi quasi due mesi da quel Vicenza-Como in cui Nicolò Brighenti si scontrò fortuitamente con il portiere biancorosso Vigorito procurandosi una lacerazione traumatica al pancreas; era il 19 settembre e nella notte Brighenti venne sottoposto ad intervento chirurgico, una operazione delicata considerata la particolarità del caso. Brighenti — che nel 2009 era stato operato al cervello per un tumore benigno che gli aveva tolto l’idoneità agonistica — ha mostrato di nuovo tutta la sua voglia di non mollare e di combattere. E la notizia più bella è stato vedere la sua foto, postata sul profilo Fb societario, in tenuta sportiva in sella a una cyclette. «Sono cose che mi dicono tutti — sottolinea Brighenti — ma per capire cosa accade in queste situazioni ci devi trovarti dentro. Quando ti trovi a dover lottare non hai alternative, a meno che uno non decida di lasciarsi andare. Non è certo il mio caso: ho trascorso momenti difficili, ho provato anche dolore fisico, ho avuto paura ma l’idea di non farcela non mi ha mai sfiorato». E il difensore di Bussolengo ha ripreso, con cautela, a lavorare in palestra. «Sono molto contento di come stanno andando le cose — spiega Nicolò — tutti i controlli hanno dato responsi positivi e mi sento bene. La mia prima preoccupazione era quella di guarire, la parte sportiva veniva dopo. Ma tornare al centro tecnico, stare con i miei compagni e vedere che c’è luce in fondo al tunnel, è una spinta a fare in modo che le cose vadano sempre meglio». In queste settimane Brighenti, lasciato l’ospedale, ha potuto stare in famiglia, dedicandosi a se stesso e alle persone care. «È stata fondamentale la vicinanza dei miei familiari, stare con loro mi ha aiutato molto: i vari impegni mi lasciavano sempre poco tempo oltre al calcio. Nei momenti più difficili mi hanno dato tanta forza, così come è stato importante sentire l’affetto dei tanti tifosi che mi hanno scritto, incitato ed esortato a superare anche questo infortunio. Nella mia carriera ne ho avuti tanti, il problema alla testa nel 2009 è stato altrettanto grave ma allora “l’incoscienza” dei vent’anni mi ha aiutato a non pensare troppo. Stavolta ho avuto paura, ho sofferto di più dal punto di vista del dolore fisico sia prima che dopo l’operazione e ho vissuto il tutto con maggior consapevolezza che mi ha portato anche a farmi delle domande su quella che sarebbe potuto accadere. Ma ho sempre pensato di venirne fuori anche stavolta e per ora tutto sta andando bene». Il calcio in questi mesi Brighenti l’ha vissuto a volte in maniera distaccata, anche se ha seguito sempre le partite del Vicenza. «Con i miei compagni, con lo staff medico e tecnico — dice Brighenti — il contatto è sempre stato continuo, a conferma della unione e della compattezza del gruppo. La squadra l’ho sempre seguita anche non andando allo stadio, e sono stato il primo tifoso dei miei compagni. Adesso vengo al Menti a tifare Vicenza: sabato sarò al mio solito posto in tribuna, ma con il cuore sarò in campo a lottare con i miei compagni».

Ore 13.10 – (Gazzettino) Davvero singolare la carriera di Nicola Donazzan. Il difensore granata è nativo di Bassano, ma nella sua vita calcistica non ha mai vestito la maglia giallorossa e neppure ha mai giocato allo stadio Mercante. Ecco perché quella di domenica sarà una gara piena di significato per lui. «Sto facendo terapie perché ho una leggera pubalgia, spero di esserci», rivela l’interessato. Ahi, ahi, la pubalgia: è d’attualità quella che affligge Mario Balotelli, costretto ieri all’operazione. «La mia non è quel livello – spiega Donazzan – ma è meglio curarla subito. Non dovrebbero esserci quindi problemi. Voglio essere presente domenica». Per una “prima volta” a 30 anni. «Se dovessi giocare, sarebbe il mio esordio al Mercante. Ho sempre militato in categorie differenti da quella del Bassano, e quella volta che ero al Mantova nello stesso campionato, ero infortunato». Nicola Donazzan vive a Pove del Grappa, a una manciata di chilometri da Bassano. «Ci saranno tante persone che verranno a vedermi, ho moltissimi amici da quelle parti, poi del Bassano conosco tutti. Sono anche testimone di nozze di Alessandro Dal Monte (il preparatore atletico, ndr), che è come un fratello. Mi sembrerà di essere in famiglia». Mai al Mercante, come detto, e mai nel Bassano. «I primi calci li ho tirati con il Pove, ma sono andato via giovanissimo. A 7 anni infatti sono passato al Montebelluna. Mi volevano anche a Bassano, ma ho scelto la società trevigiana perché passavano per casa con il pullman a prendermi. Con i miei genitori che lavoravano, è stata fatta questa scelta». Che partita sarà domenica? «Tra due squadre che vogliono tornare a vincere. Noi arriviamo da due pareggi, loro da un pareggio e una sconfitta: c’è quindi voglia di ripartire da ambo le parti. Il Cittadella è primo, ma siamo tutte lì, quindi puntiamo al massimo per tenere le avversarie a distanza». Di sicuro sarà una gara dalle tante insidie. «Il Bassano – conferma Donazzan – è una delle formazioni più forti del campionato insieme ad Alessandria e Pavia. È una squadra bene organizzata e può contare su giocatori di ottimo livello. E la società sta portando avanti da anni un solido progetto». Il Cittadella come arriva all’appuntamento? «Con grande umiltà, sapendo che ogni partita ha una sua storia. Ci attende un impegno gravoso, ma siamo pronti a giocarcela». E dopo il Bassano c’è la Reggiana. «Due confronti importanti, ma non decisivi. La differenza alla fine la faranno i punti che ogni squadra riuscirà a portare a casa con gli avversari di medio-bassa classifica».

Ore 12.50 – (Gazzettino) I biglietti per Bassano-Cittadella sono acquistabili online su “Ticketland 2000” oppure alle rivendite dello stesso circuito. I tifosi granata potranno comprare i tagliandi al “bar Stadio”, rivendita Ticketland per l’occasione, ogni giorno dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 19.30, sabato solo al mattino. Il prezzo del biglietto per il settore Ospiti (è una tribuna coperta) è di 12 euro più i diritti di prevendita. I residenti in provincia di Padova dovranno essere titolari di “Tessera del tifoso” per poter acquistare il tagliando per qualunque settore. Nell’ambito dell’iniziativa “Porta due amici allo stadio”, a cui aderisce anche il Bassano, il possessore della Tessera può acquistare in prevendita fino a due biglietti d’ingresso per persone non in possesso della tessera, esibendo un regolare documento d’identità di coloro che usufruiranno dei biglietti. COPPA ITALIA. Negli ottavi di finale sarà ancora Cittadella-Bassano, gara con eliminazione diretta, che si giocherà il 9 o il 16 dicembre: la squadra ospitante sarà determinata dal sorteggio che si terrà domattina in Lega. LUTTO. Nella notte tra martedì e mercoledì è venuta a mancare la mamma di Roberto Venturato. Concetta aveva 79 anni. Anche la redazione del Gazzettino esprime le proprie condoglianze al tecnico granata.

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Non un semplice ex, ma un ex “al quadrato”. Nessuno meglio di Michele Pellizzer sa cosa voglia dire aver vestito sia la maglia giallorossa del Bassano, club che l’ha fatto crescere nel settore giovanile e gli ha permesso di debuttare nel calcio professionistico, che quella granata del Cittadella, nelle cui file ha collezionato 148 presenze e 3 gol, indossando anche la fascia di capitano. Dallo scorso 9 settembre il 26enne difensore di Asolo è in prestito all’Entella, in Serie B, ma è chiaro che, in un certo senso, pure lui “sente” il derby che si avvicina. Per chi tiferà domenica? «Premetto che il Bassano mi resterà sempre nel cuore, perché è legato al mio percorso di uomo e calciatore e perché, dopo l’esperienza nel vivaio, ho giocato quattro stagioni in prima squadra. Detto questo, tiferò per il Cittadella. Ci ho giocato anche in questo campionato, nella gara con il Cuneo, e sono rimasto in contatto con i compagni. Con Donazzan, Scaglia e Coralli ci sentiamo un giorno sì e uno no, ma non parliamo quasi mai di calcio. Ho lasciato davvero un gruppo coeso, uno dei più uniti degli ultimi anni». Tifo a parte, che partita si aspetta? «Credo che il Citta sia superiore tecnicamente, in ogni reparto. Ma certo non sarà una gara dal pronostico chiuso: il Bassano è attardato in classifica e darà tutto per recuperare. Rispetto a quando ci giocavo io, non è rimasto nessuno nel gruppo attuale, ma la squadra di oggi è abituata a lavorare assieme ormai da diverse stagioni, è compatta e corre molto». Saranno due rivali destinate a lottare per il vertice sino alla fine? «L’idea che mi sono fatto è che Cittadella, Reggiana e Pavia siano le realtà più attrezzate. Il Bassano, secondo me, sta un gradino sotto, anche se in una gara secca può succedere di tutto». In Lega Pro quest’anno ha giocato una sola partita: che idea si è fatto del campionato? «Rispetto alla Serie B – una volta tolte le due o tre squadre più quotate, che potrebbero stare anche nella categoria superiore – il livello tecnico è oggettivamente più basso. Ne consegue che in Serie B ci sono meno margini di errore, perché ogni sbaglio si paga. In Lega Pro, forse, si corre maggiormente. E, di sicuro, si “mena” di più». Come si spiega le difficoltà incontrate da Iori & C contro le “piccole”? «È un problema che, oltre al Cittadella, hanno avuto anche le dirette concorrenti. Ma certi risultati ci stanno: se le avversarie difendono in undici nella propria metà campo, per quanto siano più deboli, diventa complicato sviluppare il proprio gioco». Come si trova a Chiavari? «A parte un paio di partite, ma ero appena arrivato, ho sempre giocato titolare, realizzando anche il mio primo gol, un paio di settimane fa contro il Como. Ho trovato un ambiente abbastanza simile a quello di Cittadella, in cui si può lavorare bene. E in più… c’è il mare». L’anno prossimo dove sarà? «È davvero presto per dirlo. All’Entella sono in prestito, ma con diritto di riscatto per la società ligure. Se lo eserciterà, resterò, altrimenti tornerò al Citta, a cui sono legato per le due stagioni successive». Ogni quanto rientra a Rossano Veneto, dove viveva prima di trasferirsi? «Eh, meno di quel che vorrei, in genere una volta al mese. Ma, cosa volete, è pur sempre a 400 chilometri di stanza. Con me a Chiavari c’è la mia fidanzata Sabrina, la casa a Rossano me la tengono i genitori». Domanda secca: come finirà il derby? «Ah, i pronostici… 2-0 per il Citta. Speriamo di portargli bene».

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Lutto in casa Cittadella. Nella notte fra martedì e mercoledì è venuta a mancare la mamma dell’allenatore Roberto Venturato. La signora Concetta aveva 79 anni, ed era originaria di Ponzano Veneto. L’allenamento di ieri pomeriggio è stato diretto dal vice Edoardo Gorini (alla seduta ha partecipato il gruppo al completo, ad eccezione di Manuel Pascali, che lavora ancora a parte per un fastidio all’adduttore). A Venturato le più sentite condoglianze dalla redazione del “mattino di Padova”. BASSANO-CITTA ANCHE IN COPPA. Gli abbinamenti erano già trapelati, ma la Lega Pro li ha ufficializzati soltanto ieri: agli ottavi di finale della Coppa Italia di categoria il Cittadella sarà chiamato a sfidare nuovamente il Bassano. Si giocherà in gara secca il 9 o il 16 dicembre e il sorteggio per decidere quali saranno le squadre ospitanti si svolgerà domattina alle 11.30, nella sede della Lega a Firenze.

Ore 11.50 – (Corriere del Veneto) Nel frattempo cresce l’attesa per il derby Bassano-Cittadella, che domenica metterà in palio punti importantissimi in classifica. Ci sono tre punti di distacco fra le due squadre, una vittoria giallorossa annullerebbe il gap e farebbe nuovamente impennare le quotazioni della squadra guidata da Stefano Sottili. Al contrario, un successo granata scaverebbe un solco difficilmente colmabile di sei punti, mentre un pari lascerebbe ovviamente tutto inalterato. Due gli ex in campo. Non ci sarà Michele Pellizzer, passato nel frattempo all’Entella, mentre sarà sicuramente in campo Filippo Scaglia, che proprio a Bassano ha vissuto la prima parte della sua carriera. Dietro la scrivania ai piedi del Grappa ecco Werner Seeber, che alla città murata è alla famiglia Gabrielli è rimasto molto legato. Una curiosità: sarà Bassano-Cittadella pure in Coppa Italia, visto che agli Ottavi di finale su gara secca a eliminazione diretta verranno disputati o mercoledì 9 o il successivo mercoledì, 16 dicembre. Domani verranno svolti i sorteggi per stabilire chi giocherà in casa fra le due formazioni. Capitolo formazioni: carte assolutamente coperte per Sottili che deve decidere come sostituire lo squalificato Proietti, mentre Venturato potrebbe rilanciare dal primo minuto il talentuoso Alessandro Sgrigna, che scalpita dopo il ritorno dall’infortunio e l’ottima prestazione fornita in Coppa Italia contro il SudTirol.

Ore 11.20 – (Gazzettino) «Degli errori sono stati commessi e dobbiamo correggerli, cercando sempre di migliorarci perché in partite come quelle è importante fare bottino pieno, ma abbiamo fatto un passo avanti e guardiamo avanti con fiducia». Per la prima volta domenica scorsa il Padova è riuscito a riequilibrare una situazione di svantaggio e questo elemento a livello mentale ha regalato una scossa già nell’arco della gara. «Stavamo facendo una buona partita e il gol loro ci aveva un po’ tagliato le gambe. Poi siamo stati bravi a reagire e con la rete dell’1-1 il morale è ulteriormente cresciuto perchè noi stessi dal campo ci rendavamo conto che c’era la possibilità di portare ancora a casa i tre punti». E ora sotto con un trittico di gare – dopo Cuneo, trasferta con la Pro Patria e Albinoleffe in casa – per capire una volta per tutte la giusta dimensione del Padova. La parola d’ordine è continuità. «È l’elemento decisivo in un campionato così altalenante in cui anche la capolista Cittadella, dopo una striscia positiva ha fatto qualche gara così così. Se non affronti le partite con la testa e il piglio giusto rischi di perdere con chiunque».

Ore 11.10 – (Gazzettino) In quell’occasione il laterale difensivo del Padova era assente per squalifica, ma non manca comunque, a livello personale, un ricorso storico ben augurante che riguarda i piemontesi. «Li ho affrontati in C2 nel 2008 quando giocavo alla Valenzana, sempre agli ordini di Parlato, e ci siamo salvati ai playout, arrivando penultimi, proprio a spese del Cuneo che aveva chiuso al quint’ultimo posto. Speriamo la cosa porti bene anche all’Euganeo». Entrando sul piano più strettamente tecnico, l’impegno si annuncia tutt’altro morbido, se è vero che il Cuneo due domeniche fa è riuscito a espugnare il campo della Reggiana, in precedenza imbattuta. «È un grande risultato e questo dimostra che l’avversario va temuto e rispettato». Poi Dionisi fa un passo indietro, ripensando all’ultima partita a Cremona. «A distanza di qualche giorno prevale la soddisfazione per avere dato continuità alla precedente prestazione con il Pordenone».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Un ritorno al passato per costruire un futuro ancora più brillante. La sfida di sabato all’Euganeo con il Cuneo (arbitro Volpi di Arezzo) è l’unico appuntamento dell’attuale torneo in cui il Padova si misurerà con un’avversaria affrontata nella passata stagione. Proprio contro i piemontesi, infatti, lo scorso 24 maggio, nella seconda sfida della poule scudetto vinta per 2-0 (gol di Amirante e Zubin) l’undici di Parlato chiuse un campionato da record che ha regalato tante soddisfazioni alla tifoseria padovana. Ecco allora che, dopo due pareggi, frutto di incoraggianti prestazioni, il popolo biancoscudato spera che il rivivere gli antichi fasti possa regalare alla squadra un’ulteriore spinta per spiccare il definitivo salto di qualità. «Sicuramente – conferma Matteo Dionisi – qualche ricordo scatta subito, ripensando a quella partita. La scorsa stagione è stata piena di emozioni e dunque riviverla è sempre piacevole. Questo però è un altro campionato, il Cuneo è un’altra squadra e di conseguenza sabato sarà tutta un’altra partita».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Tutti disponibili, compreso Petrilli che era reduce da un lieve attacco febbrile, nella seduta di ieri pomeriggio alla Guizza, con il solo Amirante che ha corso a parte. Nella partita in famiglia che ha caratterizzato l’allenamento Parlato ha dato spazio per dieci undicesimi, nella formazione dei possibili titolari di sabato contro il Cuneo, ai protagonisti di Cremona. Unica novità, la sostituzione dello squalificato Corti con Ilari, soluzione che, in funzione del ruolo di utilizzo del giocatore (mezzala destra o esterno alto) può permettere un cambio di modulo in corsa senza dovere effettuare cambi, passando dall’attuale 4-3-1-2, provato nel primo tempo, al 4-2-3-1 utilizzato nella ripresa, con varie soluzioni negli interpreti.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Il tema dello stadio, con il progetto dell’amministrazione comunale di spostare le partite del Padova al Plebiscito e con i ragionamenti su un nuovo impianto al posto dell’Euganeo, è sempre più al centro del dibattito tra i tifosi. Sull’argomento l’Aicb ha organizzato per domani sera alle 21 in via Carducci un’assemblea generale dei club, raccomandando la massima partecipazione. I contenuti emersi nella riunione faranno infatti parte di un documento da inviare successivamente al Comune.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Quinto anno di attività per il club “Cral-Acap”, sodalizio che riunisce nel nome del biancoscudo gli autisti dei bus, destinati a raddoppiare le forze anche sul fronte del tifo dopo la fusione in un unico soggetto tra il gestore comunale e provinciale dei trasporti. Il compleanno è stato celebrato martedì sera, in un clima di buon umore e con l’ottima cucina di Andrea, a sua volta grande tifoso del Padova, all’osteria Fradei Kempes in Riviera Ponti Romani. Folta la rappresentanza biancoscudata, con il diesse De Poli, il dirigente accompagnatore D’Ambrosio, l’addetto stampa Candotti e i giocatori Anastasio, Dionisi, Ilari, Mazzocco e Ramadani. Insieme a loro una sessantina di persone, con delegazioni di altri club e dell’associazione Magico Padova che si occupa dell’azionariato popolare. «In questi anni – ha dichiarato il presidente Alessandro Favaron – abbiamo gioito e sofferto assieme e nella scorsa stagione non abbiamo saltato una trasferta. Ora è tornato il nostro logo e i giocatori dovranno onorarlo in ogni campo. Noi ci siamo e ci saremo sempre». Così sulla squadra: «Dopo il buon inizio ha avuto un po’ di sfortuna, ma credo che con tranquillità possa risalire e fare un campionato all’altezza».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Se sabato giocheremo da Padova, propositivi e spavaldi, sono convinto che porteremo a casa i tre punti». Le prossime tre gare possono essere un crocevia per la vostra stagione. È d’accordo? «Sì, e probabilmente quella con il Cuneo è la più difficile. Gare semplici non ci sono mai, se pensiamo che la Pro Patria, avversaria successiva, è riuscita a strappare un punto alla Reggiana. Ma sabato può essere un passaggio fondamentale: con una vittoria ci staccheremmo dalla zona “calda” della classifica, sarebbe molto importante portare a casa l’en plein». La squadra. Prime prove di formazione per Parlato, che ieri pomeriggio ha ritrovato Petrilli, dopo l’attacco febbrile: oggi penultimo allenamento, alle ore 15, alla Guizza.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «Sicuramente ho un deficit di dinamismo rispetto a chi sta giocando in questo momento, ma penso che le gare con Mantova e Pavia abbiano dimostrato che posso dire la mia anche in fase difensiva: ho recuperato molti palloni, e mi sono fatto valere anche in quelle situazioni». Ciò significa che a gennaio, nonostante lei abbia ancora un anno e mezzo di contratto, potrebbe accadere qualcosa? «La situazione è quella che è, ma siamo solo a novembre e da qui a gennaio possono cambiare tante cose. Se la situazione dovesse rimanere questa, vedremo. Ma non credo ci saranno grandi ribaltoni». In ogni caso, sabato potrebbe ritrovare un posto da titolare. E con il Cuneo dovrete confermare le buone impressioni di Cremona. «Un passo in avanti è arrivato, rispetto alla gara con il Pordenone abbiamo messo quel qualcosa in più che ci ha permesso di arrivare diverse volte in zona gol».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) È una situazione che le pesa? «A nessuno fa piacere stare fuori. Ma soprattutto non mi piace perché quest’estate mi era stata prospettata un’altra situazione. Sono comunque sereno, tranquillo, e sicuro di me stesso: ho dimostrato di potermela giocare benissimo in questa squadra». Cosa intende, riferendosi alle rassicurazioni di quest’estate? «Ero stato preso per essere un giocatore importante, un perno di questa squadra, mi erano state date rassicurazioni in tal senso. Adesso non sono contento dal punto di vista personale, e nemmeno pienamente se penso al cammino che la squadra sta seguendo in queste ultime gare. C’è stata qualche battuta d’arresto di troppo». A cosa pensa sia dovuto lo scarso impiego da parte del tecnico? «Il mio è un ruolo delicato, e io sono uno che predilige la manovra palla a terra, la giocata in verticale, e invece in questo momento il mister sta puntando sulla qualità solo in attacco, mentre a centrocampo preferisce quantità e corsa».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Forse è ancora troppo poco per essere definito un “caso”. Ma le parole di Manuel Giandonato non sono certo un banale sfogo. Quattro sole presenze in campionato, due da subentrante e due, con il Mantova e a Pavia, da titolare. Il centrocampista, giunto in biancoscudato a luglio, potrebbe ritrovare una maglia dal primo minuto sabato contro il Cuneo, complice l’assenza per squalifica di Daniele Corti. Ma questo, evidentemente, al 24enne cresciuto nel vivaio della Juventus non basta. E quelli che escono dagli scarpini, a ben guardare, sono più che semplici sassolini. «Diciamo che la mia stagione va un po’ a periodi, perché il mister sta decidendo così», commenta Giandonato. «Ma io non ero venuto qui per aspettare le squalifiche di qualche compagno o i periodi nei quali ci sarebbe stato bisogno di me: ero arrivato a Padova per essere un giocatore importante, eppure il mister in questo momento sta dicendo altre cose. Mi farò trovare pronto quando sarò chiamato in causa, come ho già dimostrato sinora».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) “Tanto già lo so che l’anno prossimo giochiamo in Lega Pro”. Se due stagioni fa questo canto rappresentava rabbia e ironia e l’anno scorso era sinonimo di forza e speranza, ora come va interpretato? Forse soltanto con goliardia, come ha fatto la sessantina di tifosi del club Cral Acap, riunitasi martedì sera all’osteria “Fradei Kempes”, per festeggiare il 5º anniversario del club. Una location in pieno centro, per il sodalizio che riunisce gli autisti dei bus, guidato dalla passione del presidente Alessandro Favaron, che ha ringraziato ancora una volta tutti i soci: «L’anno scorso siamo orgogliosi di aver partecipato, oltre a tutte le gare in casa, anche a tutte le trasferte», ha spiegato. «E adesso dobbiamo continuare a stare vicini a questa squadra, che ogni domenica scende in campo per onorare la nostra maglia». Insomma, nonostante qualche passo falso in campionato, il tifo è compatto attorno ai ragazzi di Parlato, per la gioia di Dionisi, Ramadani, Anastasio, Ilari e Mazzocco, che martedì hanno partecipato alla serata assieme al ds De Poli e all’accompagnatore D’Ambrosio. Intanto il direttivo Aicb ha indetto un’assemblea generale per domani sera in via Carducci: tema della serata lo stadio e la compilazione di un documento da inviare all’amministrazione comunale.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Metà settimana, cielo plumbeo, sensazioni e umori tendenti al cupo. Carmine Parlato prova il 4-3-1-2, sabato col Cuneo non ci sarà Corti (squalificato) e dal mazzo delle carte potrebbe essere ripescato il «jolly» Giandonato. Idee, per ora solo idee, solo impressioni. Anche perché lasciare fuori ancora uno come Petrilli non sarà facile: «Ravaglia è un po’ il mio incubo — ammette l’esterno pugliese — spero di non incontrarlo più, se poi ci si mettono pure i pali è chiaro che diventa tutto più difficile… Speriamo di rifarci e di battere il Cuneo, perché i punti d’ora in avanti saranno molto pesanti». Intanto in porta para Petkovic, Favaro gli copre le spalle e, almeno sotto questo profilo, il Padova non ha nulla di che preoccuparsi. «Il mio momento? Sto bene — ha detto Petkovic ai microfoni del canale ufficiale della società biancoscudata — mi alleno al massimo e volevo dare un contributo alla squadra. Il gol della Cremonese? Ho letto che potevo essere più reattivo su quella palla ma non sono d’accordo. Dal video non si vede ma c’è una reazione che ha cambiato la direzione del pallone. Gli ultimi due pareggi? Prestazioni positive, è mancato il gol e contro la Cremonese meritavamo la vittoria soprattutto nel secondo tempo. Dobbiamo continuare così. Il gol arriverà. Le sfide contro Cuneo e Pro Patria? Difficili, puoi perdere contro chiunque in Lega Pro ma se giochiamo come nelle ultime due gare i punti arriveranno». Regolarmente in gruppo, oltre a Petrilli che ha smaltito a tempo di record un lieve attacco influenzale, anche Neto Pereira che ha recuperato i colpi ricevuti nel match di Cremona.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 22, Pavia 21, Reggiana 20, Bassano 19, Alessandria e FeralpiSalò 18, Cremonese 17, Giana Erminio, Pordenone e SudTirol 16, Padova 14, Cuneo, Lumezzane e Pro Piacenza 13, Mantova 12, Renate 9, AlbinoLeffe 7, Pro Patria 1.

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati dell’undicesima giornata: Pro Patria-Reggiana 0-0, Cuneo-Pro Piacenza 0-1 (Rantier (Pp) al 45′ pt), Pavia-Bassano 1-1 (Germinale (Ba) al 25′ pt, Cristini (Pv) al 3′ st), SudTirol-Renate 0-0, FeralpiSalò-Lumezzane 2-1 (Tortori (Fs) al 36′ pt, Tagliavacche (Lu) al 48′ pt, Settembrini (Fs) al 37′ st), Cremonese-Padova 1-1 (Forte (Cr) al 19′ pt, Altinier (Pd) al 15′ st), AlbinoLeffe-Giana Erminio 0-2 (Bruno (Ge) al 16′ pt e al 48′ st), Pordenone-Alessandria 1-1 (Mezavilla (Al) al 27′ pt, De Cenco (Pn) al 40′ st), Cittadella-Mantova 0-0.

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 18 novembre: allenamento pomeridiano per i Biancoscudati, presente anche Petrilli che ha recuperato a tempo di record dall’influenza.




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