Adelante con juicio. In questo caso, però, lo “juicio” è pure troppo. Già, il Cittadella rimane al vertice del girone A della Lega Pro, ma dopo lo 0-0 casalingo con il Mantova riesce difficile togliersi dalla testa l’idea dell’occasione sprecata. Con una vittoria, infatti, gli uomini di Venturato, che per la prima volta nella stagione non hanno trovato il gol al Tombolato, avrebbero potuto mettere in atto la prima mini-fuga del campionato, portandosi a + 3 sul Pavia, a + 4 sulla Reggiana e a + 5 sul Bassano, avversario di domenica prossima nonché prima squadra al momento esclusa dalla zona playoff. «Oggi la soddisfazione per il primato in classifica, che premia quanto di buono stiamo facendo in un raggruppamento difficile, convive con il rammarico per non aver saputo portare a casa il bottino pieno», confessa, non a caso, il d.g. Stefano Marchetti. «Con il Mantova, però, è mancato solo il gol. Per un’ora abbiamo occupato stabilmente la sua metà campo e la prestazione, nel complesso, c’è stata. Per questo dico che non sono preoccupato. Nel valutare il pareggio va considerato il coefficiente di difficoltà dell’incontro: il Mantova ha condotto un mercato estivo ambizioso, ingaggiando elementi come Ruopolo, Dalla Bona e Momentè, ha incontrato alcuni problemi ad inizio stagione ma con Javorcic in panchina si è ricompattato e l’altroieri, per esigenze di classifica, si è presentato con la chiara intenzione di giocare per il pareggio, difendendo in undici». Quanta fatica con le piccole. Tutto vero. Ma è altrettanto vero che i numeri non mentono. E a leggerli attentamente si scopre che il Citta è la squadra che ha vinto più gare (6, come il Pavia) e che ne ha perse di meno (1, come la Reggiana), ma anche che tutti i punti lasciati per strada sono stati regalati ad avversarie di bassa classifica: nel conto finiscono i quattro pareggi con Renate, Pro Piacenza, Lumezzane e Mantova e il k.o. in casa di un Albinoleffe non certo irresistibile. «La partita con il Mantova non va considerata fra queste, proprio per il valore del suo organico, ma è vero, abbiamo buttato via punti in gare, sulla carta, abbordabili. In parte è colpa nostra, perché in alcune occasioni abbiamo sbagliato l’approccio al match, come con la Pro Piacenza, o gestito male l’incontro, come a Lumezzane. Ma dipende anche dal fatto che, chi sta dietro, ha “capito” la categoria. E lo dimostrano i risultati ottenuti negli ultimi turni dalle nostre dirette concorrenti, che hanno faticato contro rivali più deboli. Formazioni come il Renate o il Cuneo si difendono in maniera esasperata. Contro di loro, se trovi subito il gol, poi magari gli spazi aumentano e riesci a realizzarne altri, ma in una giornata-no puoi anche ritrovarti sotto nell’unica occasione concessa». «Giocare così paga». E poi ci sono gli episodi. Il gol divorato da Chiaretti a fine primo tempo, il rigore non fischiato per un fallo sullo stesso fantasista carioca, la rete annullata a Coralli in chiusura. «Non ho rivisto le azioni, ma nel primo caso l’impressione è che il difensore si disinteressi della palla e spinga Chiaretti. Sul gol non convalidato ho molti dubbi, credo fosse veramente difficile per l’assistente valutare la posizione di Coralli nel momento in cui Cappelletti ha spizzato il pallone. Voglio fidarmi della decisione che è stata presa, anche perché sapere che è stato commesso un errore acuirebbe ancora di più il rammarico», chiosa Marchetti. «Partite come questa si decidono spesso grazie ad un episodio, come quella conclusione di Chiaretti andata alta. Non mi piace, però, parlare di fortuna. Un tiro può finire dentro o fuori, ma alla lunga credo che giocare in un certo modo paghi. E noi continueremo a seguire questa strada».
(Fonte: Mattino di Padova)