Live 24! Cremonese-Padova, termina 1-1 la sfida con l’ex Pea: gol da antologia di Altinier

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Ore 22.30 – (Gazzetta di Reggio) «Io non ho visto l’atteggiamento di una squadra presuntuosa, che si è specchiata. Ho visto invece una squadra che voleva vincere ed è rimasta nella metà campo avversaria per 90 minuti». Alessandro Spanò per poco non ha assicurato i tre punti alla Reggiana. Ma la traversa gli ha strozzato l’esultanza in pieno recupero. «Sapevamo che saremmo andati in difficoltà contro una squadra brava a chiudersi come la Pro Patria, ed è vero che noi perdiamo la fluidità di gioco e siamo meno belli da vedere. Però sull’atteggiamento, ho poco da dire: li abbiamo chiusi nella loro area di rigore». Cosa vera in particolare nel secondo tempo. «Pesenti e Nolè ci hanno aiutato a trovare spazi – prosegue Spanò -. L’accoglienza? Ho sentito insulti, ma non sono veri tifosi della Pro Patria. Se pensiamo alle tre partite senza vittoria non andiamo da nessuna parte. Dopo una sconfitta dovevamo reagire. Ci auguriamo fin dalla prossima di centrare i tre punti».

Ore 22.10 – (Gazzetta di Reggio) «In tempi non sospetti avevo detto al direttore della Pro Patria che avrebbero fatto il primo punto contro di noi. Alla fine non sono dispiaciuto, perché al di là dei ragli che oggi ho sentito contro ie me io qui ho passato dei bei momenti, anche importanti, della mia vita». L’ex presidente dei tigrotti Pietro Vavassori, ora sponsor della Reggiana, e possibile futuro socio, ieri in tribuna allo Speroni si è sorbito la sua dose d’insulti, i ragli a cui faceva riferimento, senza scomporsi troppo. «A dire il vero mi aspetto di peggio. Ero preparato», ha scherzato come suo solito il patron dell’Italsempione. Vavassori ha reso merito alla sua ex squadra. «Pareggio giusto perché gli abbiamo regalato un tempo. Inoltre loro sul piano nervoso erano più forti. Noi ci siamo svegliati nel secondo tempo, ma era troppo tardi». Inevitabile la domanda sugli aspetti societari. «Cosa aspetto ad entrare nella Reggiana? Non è che aspetto e che ci sono cose che non si possono dire. Non è che sto aspettando, è così». Cose di cui al momento non ha intenzione di parlare, anche se le parti assicurano da tempo che non ci sono problemi di sorta. Il presidente granata Stefano Compagni a fine gara non ha nascosto la sua delusione. «Non è una bella Reggiana. Facciamo tanti fraseggi e aspetto gli ultimi minuti. Loro tenevano molto a questa partita e hanno dato l’anima, noi abbiamo costruito poco. Quando incontriamo squadre che riteniamo meno forti è sempre così. Se sono preoccupato? Certo queste due partite potevano essere la svolta e invece abbiamo fatto un solo punto. Ma contro le squadre più forti abbiamo dimostrato di far bene».

Ore 21.50 – (Gazzetta di Reggio) Una prestazione grigia come il cielo sopra Busto Arsizio, che rilancia una formazione che in dieci giornate non aveva ancora fatto. Allo stadio Speroni i paventati problemi di ordine pubblico si dimostrano fin da subito un’ipotesi inconsistente e il pubblico di casa si limita a scagliare qualche insulto nei confronti dei loro ex giocatori e naturalmente di Pietro Vavassori, presente in tribuna. Il pareggio a reti inviolate certifica le difficoltà della squadra di Colombo a scardinare le difese avversarie quando sono molto chiuse. Inoltre sono diventate tre le giornate senza reti realizzate, anche se al 93’ Spanò ha colto una traversa che potevano valere i tre punti. Nel primo tempo i granata hanno manovrato, senza pungere, tentando invano di stanare i tigrotti, ai quali va dato atto di aver giocato come se fosse stata una finale. La giovanissima truppa di mister Alessio Pala si è avventata su ogni pallone ripartendo spesso in contropiede: in attacco i bustocchi non hanno combinato molto, ma hanno tentato di colpire di rimessa. A bordo campo Pala si è sbracciato come un ossesso e le sue urla hanno spesso sovrastato quelle dei mille spettatori sugli spalti, tra cui poco meno di 200 reggiani. Per il pubblico di casa questa non era una partita come un’altra ed è stata giocata dai giocatori con grande agonismo. Una prova d’orgoglio nei confronti di giocatori e dirigenti che hanno traslocato in blocco a Reggio. L’unica consolazione della gara di Busto è che la difesa continua ad essere eccellente. Parola è stato autore di una buona prova, anche in fase d’impostazione: al 19’ un suo passaggio filtrante dalle retrovie ha pescato Siega in area, che per poco non è riuscito a controllare. La prima occasione della gara è arrivata al 32’, quando Arma sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Giannone ha colpito la palla in modo sporco e l’ha deviata debolmente verso la porta. Nel secondo tempo i granata hanno provato ad aumentare il ritmo, ma il fortino della Pro Patria ha retto e del resto gli uomini di Colombo non sono riusciti a a giocare sulle fasce o servire palloni decenti per Arma, che è stato costretto ad operare sempre spalle alla porta. Al 12’ della ripresa Pesenti in mezzo all’area ha sparato fuori. Al 37’ la Reggiana ha avuto un’occasione d’oro: Nolè dalla destra ha tentato di servire Pesenti solo in mezzo all’area, ma il portiere La Gorga si è avventato sul pallone e lo ha fatto suo. Pochi minuti dopo azione confusa con tiri di Nolè e Pesenti, che non hanno trovato la porta con l’estremo difensore a terra. Poi nel recupero è arrivata la traversa, che per poco non guastava la festa ai padroni di casa.

Ore 21.20 – (La Provincia Pavese) E’ contento della prova dei suoi giocatori mister Stefano Sottili. «Sono soddisfatto della prestazione perché oggi si è vista una gran bella partita di calcio con due squadre che hanno provato a vincere, una prova con toni agonistici alti accompagnati da qualità di gioco importante in Lega Pro, non è una cosa da poco – dice il tecnico del Bassano – la consapevolezza è che questo girone si avvicina molto alla qualità della serie B a detta anche degli addetti ai lavori di categoria superiore». La conferma anche dalla classifica, che rimane corta con molte pretendenti alla zona di vertice. «Sarà così fino ad oltre marzo – dichiara Sottili – ci vorrà equilibrio, anche capacità anche di far sentire tutti i giocatori importanti perché alla lunga anche chi magari ha avuto meno spazio nella prima parte di stagione potrà essere determinante nella seconda. Con la classifica così corta anche un punto potrà fare la differenza e il Bassano della passata stagione lo sa sulla propria pelle». E Sottili a domanda diretta non nasconde: quest’estate fu vicino al Pavia ? «E’ vero – ammette il mister del Bassano – ero venuto a parlare una domenica mattina, incontrandomi con la dirigenza. Poi sono state fatte altre scelte e per quello che ho visto oggi in campo credo che siano state ottime». Protagonista della gara Domenico Germinale. Un gran gol quello del vantaggio nel primo tempo e un errore dal dischetto all’84’ che avrebbe potuto regalare il colpaccio alla squadra di mister Sottili. «Un episodio positivo e uno negativo – dice il centravanti del Bassano – è stata una bella partita determinata dagli episodi, come lo sono stati il gol del Pavia in avvio ripresa, l’espulsione di Proietti all’80’ e il rigore sbagliato nel finale. Facchin è stato bravo a pararmelo, ho cercato fino all’ultimo di mirare e poi ho calciato molto angolato».

Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) Marcolini è soddisfatto della prova dei suoi giocatori, ma anche arrabbiato per la concessione del rigore che poteva costare al Pavia una sconfitta immeritata. «Il rigore ? Una pagliacciata – esordisce il tecnico degli azzurri – inizio a stufarmi di subire dei rigori così. E’ il terzo contro e questo fa ridere. Però anche quelli con la Giana e il Cuneo erano discutibili. Un fallo di mano di Siniscalchi? Nella caduta dopo aver subito un fallo. Per fortuna Facchin ci ha messo una pezza». Smaltita la rabbia, sulla partita invece giudizi positivi sul suo Pavia. «Sono contentissimo perché anche nel primo tempo eravamo partiti bene, accusando un po’ il colpo dopo il loro gol – esamina il match Marcolini – fino a quel momento la squadra mi era piaciuta anche se non eravamo riusciti a creare occasioni da gol nitide. Dopo il gol il Bassano negli spazi e nel contropiede ha sfruttato le sue caratteristiche mettendoci in difficoltà. Poi nella ripresa trovando il pareggio subito c’è stata una squadra sola in campo. Siamo stati propositivi, creando molto, saltando l’uomo, arrivando sempre primi sulla palla. Secondo me il nostro secondo tempo è stata la miglior prestazione dell’anno». A sorpresa qualche scelta nell’undici iniziale con il rientro di Marco Cristini dal 1’ e quella di preferire Carraro a La Camera in una gara così importante. «Marco lo volevo quando allenavo a Lumezzane, l’ho avuto lo scorso anno a Vicenza ed è qui con me a Pavia – Marcolini spiega la sua stima per il centrocampista azzurro – ci sono stati periodi in cui è rimasto fuori e ci sta in una rosa così forte. L’ho visto bene l’ultima partita che aveva giocato, poi purtroppo si era dovuto fermare, però è ritornato in palla e l’ho visto pronto in allenamento. Sono contento per lui perché come sempre nel calcio quando uno non molla mai viene e ripagato e lo è stato anche per lui dopo un inizio non facile. Oggi ha fatto gol e sono convinto che ne potrà fare altri per la nostra squadra perché li ha sempre fatti. La Camera? Era una scelta a cui avevo pensato in settimana perché Carraro come Cristini è un ragazzo che ogni settimana lavora alla grande e forse uno dei giocatori che per le mie scelte fino ad oggi ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato. Ci ho pensato, poi La Camera ha avuto anche qualche fastidio alla schiena, ma comunque per la condizione, avendolo visto in palla Carraro avrebbe giocato e ha ripagato la mia fiducia».

Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) Il Pavia è quello delle ripresa, che riacciuffa subito il Bassano e prova a spingere fino alla fine alla ricerca del successo? O quello del primo tempo, infilato dal Bassano e che fatica a costruire? Forse tutti e due, almeno in questa fase del campionato. Ne esce un pareggio che alla fine piace a entrambe le squadre, e che al momen to vale per gli azzurri il primo posto con il Cittadella (in campo oggi). Quello con il Bassano era il secondo confronto diretto per gli azzurri, e se contro il Cittadella nel finale era arrivato l’autogol beffa a decidere la gare, stavolta il Pavia ha rischiato di fare la stessa fine per un folle rigore fischiato dall’arbitro, per fortuna parato da Facchin. L’esclusione di La Camera per Carraro e di Martin, con Bellazzini spostato sulla sua fascia, sono le sorprese del pre-gara. Che comincia in maniera promettente con la punizione radente il palo proprio di Bellazzini dopo 65 secondi. Il seguito però è meno brillante, anche se la gara si gioca a buon ritmo. Le imprecisioni però non sono poche e al 13’ sul cross di Falzerano l’intervento di Facchin è approssimativo così come quello della difesa azzurra, che fatica a liberare rischiando di prendere gol. Con la scelta di Bellazzini per un terzino come Martin, mister Marcolini prova a dare più peso offensivo ma in fase difensiva l’ex Venezia è costretto a inseguire un’ala come Falzerano e quando non riesce a rientrare lascia a Malomo il compito, esponendo però la retroguardia azzurra. A parte questo è nel complesso che il Pavia, dopo un avvio equilibrato, soffre un Bassano che costringe gli azzurri a giocate sotto pressione, riesce a tenere una linea difensiva più alta accorciando la squadra, e fa girare la palla in maniera sempre più efficace. Così il gol di Germinale al 25’ – un destro all’incrocio di venti metri – è sì una prodezza del centravanti giallorosso, ma non è casuale. E al 38’ Iocolano taglia la difesa e pesca dalla parte opposta per Falzerano, che libero calcia col tempo sbagliato e manda altissimo, graziando Facchin. Il Pavia si vede solo al 43’ con una scucchiata di Cesarini che muore sulla parte alta della rete. Ma come spesso succede, basta un niente per far cambiare percorso alla gara ed è quello che accade al 3’ della ripresa: Ghiringhelli crossa da destra e in area piccola Marco Cristini appoggia in rete firmando il primo gol con la maglia del Pavia. Ghiringhelli nell’azione si fa male al ginocchio ed è costretto a uscire, ma l’1-1 segna il ribaltamento anche sotto l’aspetto psicologico della gara. Al 13’ il 2-1 sembra fatto con una combinazione tra due difensori: Marino, subentrato a Ghiringhelli, scende e val al cross, Malomo gira di testa ma la palla esce. Al 21’ tocca ad Alessandro Marchi colpire al volo su traversone di Cesarini, con palla che sfiora l’incrocio. Le punizioni di Bellazzini sono sempre insidiose, come al 23’ quando quasi dalla linea di fondo costringono Rossi a un intervento non facile. Su un’altra il Pavia va a segno: sponda di Malomo per Cesarini che in spaccata volante mette in rete ma in fuorigioco. Poi Proietti a 10’ dal termine si becca il secondo giallo quando ferma Cesarini lanciato verso l’area. In undici contro dieci il Pavia tenta l’assalto finale e invece al 39’ va a un passo dalla beffa: Siniscalchi esce palla al piede in area, viene spinto e finendo giù prende il pallone con la mano. L’arbitro Giovani di Grosseto fischia, e tutti credono che sia per il fallo sul difensore azzurro. Invece indica il dischetto tra l’incredulità di tutto lo stadio. Germinale calcia pure bene, ma Facchin vola e fa il fenomeno. L’ultima chance azzurra è per Ferretti, ma la zuccata è larga.

Ore 20.10 – Roberto Venturato, allenatore Cittadella:”Abbiamo giocato contro una squadra venuta qui molto attenta. Dal punto di vista del gioco abbiamo fatto penso molto bene, abbiamo tenuto in mano la gara per quasi 90 minuti. Abbiamo avuto le occasioni. Secondo me il rigore su Chiaretti ci stava. Dobbiamo essere più bravi a sbloccare il risultato. Avevamo trovato il goal ma purtroppo era in fuorigioco. Ivan è una persona che stimo molto, gli faccio i migliori auguri per il futuro, oggi volevo batterlo. Siamo ancora primi e ora mente a Bassano. Abbiamo partite molto difficili. Era la classica partita da sbloccare anche su calcio da fermo, il Mantova ha cercato di occupare bene gli spazi in fase difesa. Ribadisco che il rigore su Chiaretti era evidente. E il goal annullato a Coralli lo trovo abbastanza dubbio. In più c’ era un episodio in area anche su Coralli. Siamo primi ed è una soddisfazione ma non dobbiamo fermarci. Domenica prossima sarà difficile, il Bassano ha fatto molto bene negli ultimi due anni, ci sarà da battagliare.”

Ore 20.00 – Ivan Javorcic, allenatore Mantova:”Contento della prestazione contro la capolista, non abbiamo preso goal. 4 punti contro le formazioni per me più attrezzate del campionato. Abbiamo tolto punti di riferimento ad una squadra intelligente. Stiamo maturando e dimostrando di essere all’ altezza. Penso che possiamo diventare più competitivi. Abbiamo alcuni giocatori fuori, possiamo diventare più fluidi ed efficaci. Dobbiamo col tempo cercare di controllare meglio il gioco. Oggi so chiude così, da Lunedi si pensa a Feralpi. Oggi abbiamo sofferto i primi 20 minuti, poi abbiamo preso le misure. Il primo tempo siamo ripartiti molto bene. Nel secondo tempo la partita si è tranquillizzata, loro avevano il dominio del pallone ma non ci hanno mai creato molte preoccupazioni. Abbiamo preparato la partita per vincere, perchè se vieni qui per non prenderle la perdi. Siamo consci delle nostre capacità e potenzialità.”

Ore 19.50 – Amedeo Benedetti, difensore Cittadella:”A loro sicuramente andava bene il pareggio, dobbiamo essere più cattivi negli ultimo metri. Dobbiamo continuare così, peccato per i tre punti. La rosa è molto ampia, io cerco di ritagliarmi il mio spazio. Abbiamo giocato come sempre ma loro si sono chiusi moltissimo era difficilissimo trovare spazi. Erano molto chiuso. Grande rammarico per aver perso un occasione. Prendiamo il punto, siamo sempre primi, continuiamo cosi, siamo sulla strada giusta.”

Ore 19.40 – Lucas Chiaretti, trequartista Cittadella:”Sicuramente la mia occasione è stata la più nitida, volevo e potevo segnare purtroppo ho sbagliato, pensavo di essere in fuorigioco. La loro strategia era difendersi, lo hanno fatto bene. Il rigore su di me c’ era, il goal annullato lo voglio rivedere. Un punto che farà bene per il proseguo del campionato. Avevo poco spazio perchè le squadre giocano qui per difendersi. Sinceramente secondo me abbiamp fatto una partita importante sul piano del posseso palla. Ribadisco che è un punto importante. Ho sempre un uomo addosso, all’ inizoo avevo più spazio. Ora devo muovermi molto di più. Loro erano tutti dietro e quando gli avversari giocano cosi è sempre difficile.”

Ore 19.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 22, Pavia 21, Reggiana 20, Bassano 19, Alessandria e FeralpiSalò 18, Cremonese 17, Giana Erminio, Pordenone e SudTirol 16, Cuneo, Lumezzane, Padova e Pro Piacenza 13, Mantova 12, Renate 9, AlbinoLeffe 7, Pro Patria 1.

Ore 19.25 – Lega Pro girone A, i risultati dell’undicesima giornata: Pro Patria-Reggiana 0-0, Cuneo-Pro Piacenza 0-1 (Rantier (Pp) al 45′ pt), Pavia-Bassano 1-1 (Germinale (Ba) al 25′ pt, Cristini (Pv) al 3′ st), SudTirol-Renate 0-0, FeralpiSalò-Lumezzane 2-1 (Tortori (Fs) al 36′ pt, Tagliavacche (Lu) al 48′ pt, Settembrini (Fs) al 37′ st), Cremonese-Padova 1-1 (Forte (Cr) al 19′ pt, Altinier (Pd) al 15′ st), AlbinoLeffe-Giana Erminio 0-2 (Bruno (Ge) al 16′ pt e al 48′ st), Pordenone-Alessandria 1-1 (Mezavilla (Al) al 27′ pt, De Cenco (Pn) al 40′ st), Cittadella-Mantova 0-0.

Ore 19.20 – Qui Cittadella, fischio finale: Cittadella-Mantova 0-0.

Ore 18.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Due punti persi o un punto guadagnato? Il dubbio rimane, tanto più se si pensa che a sette minuti dalla fine Domenico Germinale, sino a quel momento fra i migliori in campo, spreca un rigore facendosi ipnotizzare da Facchin e privando il Bassano di un successo esterno che avrebbe avuto un valore doppio. Tanti grandi attaccanti hanno fallito dal dischetto ma di sicuro l’errore pesa come un macigno, perché priva di fatto il Bassano di tre punti che alla resa dei conti sarebbero stati meritati. Aveva chiesto una reazione immediata, Stefano Sottili, alla vigilia della delicatissima trasferta di Pavia. E, non fosse stato per quell’episodio sfortunato, il tecnico toscano avrebbe vista cancellata con un colpo di spugna la mini-crisi delle ultime settimane. Al Fortunati esce l’1-1, il Bassano colpisce, poi subisce, infine spreca la chance per il blitz. Che avrebbe fatto assumere al pomeriggio tutto un altro significato. Si comincia con una velenosa punizione di Bellazzini, che dopo due minuti sfiora il palo a Rossi battuto. Al 25’ Germinale trova il corridoio giusto, controlla e scaglia un tiro imprendibile per Facchin. L’1-0 mette le ali al Bassano ma il Pavia non molla e resta in scia: al 43’ Cesarini alza di poco sopra la traversa da buona posizione, poi in apertura di ripresa ecco arrivare il pareggio pavese. Al 3’ perfetto cross di Ghiringhelli e stacco altrettanto maestoso di Cristini, che infila Rossi per l’1-1. Il Pavia insiste e al 12’ Malomo spedisce a lato di poco un bell’invito di Marino. Il Bassano reclama un rigore al 17’ (Iocolano viene ammonito per proteste), poi al 33’ il Pavia segna ancora, ma l’arbitro annulla per fuorigioco di Cesarini. La chance per il successo esterno è, però dietro l’angolo e si materializza quasi all’improvviso: al 36’ viene espulso Proietti per doppia ammonizione, due minuti dopo c’è un fallo di mano in area lombarda e per il direttore di gara non ci sono dubbi. E’ rigore, Facchin viene ammonito per proteste, ma para il penalty di Germinale, che fallisce così la sua personale doppietta e un gol che avrebbe significato quasi certamente bottino pieno. E fortuna vuole che Ferretti in pieno recupero al 49’ spedisca a lato di testa un pallone che chiedeva solo di essere spinto in fondo al sacco. Sulla ruota di Pavia esce l’1-1, ma quanti rimpianti.

Ore 18.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) C’è un misto di rammarico e soddisfazione nelle parole di Pasquale Marino a fine gara. «Abbiamo fatto sempre noi la partita e avremmo meritato di vincere – sottolinea il tecnico – abbiamo rischiato poco e dopo il primo gol del Livorno abbiamo avuto una reazione efficace. Siamo riusciti a ribaltare il risultato e siamo stati raggiunti sul 2-2 da un gol in fuorigioco e questo ci dispiace molto». Marino si fa scuro in volto quando gli si chiede dell’espulsione di Raicevic. «Ha sbagliato – risponde secco – nel contrasto ha allargato il braccio e ha colpito il difensore avversario. Per noi è stato un danno non da poco, siamo stati costretti a difenderci. Peccato perché Raicevic aveva segnato e non ho capito questa reazione». Il bilancio finale del match di Marino è però positivo. «Abbiamo confermato di potercela giocare alla pari con tutti. La squadra sta bene, gioca un calcio propositivo. Oggi ha segnato D’Elia, in area avversaria ci presentiamo con tanti giocatori. Tanti segnali positivi, sono soddisfatto di tutto tranne che del risultato».

Ore 17.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Alla fine a Livorno il Vicenza ottiene un pareggio, il sesto del campionato, ma quanto rammarico. La squadra di Marino ha tenuto bene il campo riuscendo a ribaltare il gol del vantaggio livornese, segnato ad inizio ripresa, con un uno-due del solito Raicevic e di D’Elia, al suo primo centro con la maglia del Vicenza. Il pari degli amaranto è arrivato con Vantaggiato, che ha segnato in posizione di sospetto fuorigioco e un minuto dopo a complicare la situazione è arrivata l’espulsione di Raicevic che ha lasciato i biancorossi in dieci a difendere il 2-2. Marino al termine ha parecchi motivi per essere soddisfatto perché la sua squadra ha mostrato di avere una buona condizione atletica e un gioco efficace e propositivo. E pensare che il tecnico del Vicenza ha dovuto rinunciare a Gagliardini e Vita e ha lasciato in panchina Sbrissa, reduce dalla nazionale e Galano, recuperato a tempo di record dall’infortunio alla caviglia patito a Cagliari. Ma il Vicenza ha corso pochi rischi nei primi venti minuti, poi ha preso in mano le redini del match chiudendo il primo tempo in avanti. La ripresa inizia con il Livorno che all’8’ va in rete con Cazzola, bravo ad inserirsi nel cuore dell’area di rigore e a battere di testa Vigorito. Il Vicenza non si scompone e pareggia due minuti più tardi: Cinelli in beata solitudine riceve palla da fallo laterale quasi sulla linea di fondo, il capitano ha il tempo di controllare e di servire in area Raicevic che di sinistro al volo piazza sotto l’incrocio alle spalle di Pinsoglio, per il suo sesto gol stagionale. Al quarto d’ora, al termine di una bellissima trama tutta di prima, Giacomelli può battere a rete quasi all’altezza dell’area piccola ma, invece di tentare la conclusione di prima intenzione, si sposta la palla sul destro e perde il tempo facendosi rimpallare il tiro e poi riprovandoci calciando alto. Il Vicenza rischia al 63, quando i biancorossi si fanno sorprendere in area lasciando il fianco destro scoperto per la semirovesciata in diagonale di Fedato, che fortunatamente sfila sul fondo. Scampato il pericolo il Vicenza raddoppia: Cinelli riceve al limite dell’area e attende l’inserimento di D’Elia cedendogli palla, l’esterno entra in area e fulmina l’ex Pinsoglio con una rasoiata sotto la traversa. Ma come il Vicenza anche il Livorno pareggia quasi immediatamente grazie a Vantaggiato che sugli sviluppi di un calcio d’angolo trova il pari al 72’. L’attaccante — ai più apparso in posizione di fuorigioco non sanzionata dall’arbitro — sul tocco di Vergara riceve palla a pochi passi da Vigorito e lo batte con un tocco sottomisura. Il nervosismo dopo il gol toscano è fatale a Raicevic che nel tentativo di divincolarsi dalla marcatura di Ceccherini lo colpisce con il gomito e viene espulso dal direttore di gara, macchiando la sua gara fino a quel momento più che positiva. Nonostante l’uomo in meno il Vicenza non arretra: anzi, all’ 82’ Sbrissa cerca la porta di Pinsoglio ma il suo sinistro è troppo debole e centrale per sorprendere il portiere. Negli ultimi minuti di gara i biancorossi controllano con sufficiente sicurezza, concedendo al Livorno solo un paio di punizioni da lontano. Su una di queste al 91’ è proprio Schiavone, appena fuori il versante sinistro dell’area di rigore, a chiamare Vigorito alla parata: il portiere risponde presente bloccando e mettendo in cassaforte un pari prezioso che però lascia più di qualche rammarico.

Ore 17.20 – Marco Cunico, centrocampista Padova: “Il pari va un po’ stretto, ma ci prendiamo il punto e la prestazione soprattutto. La testa però è già a Cuneo… Siamo andati sotto e l’abbiamo ripresa con personalità quando invece in questi momenti è più facile lasciarsi andare. Anche nel primo tempo abbiamo fatto la nostra partita, ma nella ripresa abbiamo corretto alcune cose ed è arrivato il pareggio”.

Ore 17.10 – Cristian Altinier, attaccante Padova: “Volevo tanto questo gol,finalmente è arrivato. Abbiamo fatto una buona prestazione,mi è sembrato un bel gol. Abbiamo fatto passi in avanti,un’ottima gara,spingendo fino alla fine. Peccato,perché la strada è quella giusta. Dobbiamo fare più punti possibile. Cunico mi ha messo una gran palla. La dedica? A mia figlia,è il primo che faccio da quando è nata,un abbraccio a Melita,la rete è tutta sua. In campo le prestazioni ci sono,venendo a farla a Cremona la squadra deve prendere morale anche in vista delle prossime partite. Non mi aspettavo di giocare dall’inizio, mi sono fatto trovare pronto e sono contento. Le reti aiutano a migliorare. Col Cuneo è un’altra partita importante e serve una grande prestazione”.

Ore 17.00 – Fulvio Pea, allenatore Cremonese: “Questa squadra sta crescendo tanto,la prestazione del primo tempo serve come autostima. Stiamo velocizzando il gioco e questo mi fa ben sperare. I tifosi del Padova? Non mi sono accorto che mi hanno chiamato sotto la curva, io vado subito negli spogliatoi. C’è stima e rispetto, sono contento che sia stata una giornata di sport. La gara è stata giocata a ritmi altissimo, purtroppo il primo tempo è finito solo con una rete di vantaggio,poi il Padova ha pareggiato e direi che ai punti la gara è finita nel modo giusto. Oggi era una partita particolare in mezzo al campo,contava la velocità”.

Ore 16.50 – Carmine Parlato, allenatore Padova: “La fortuna? Devo fare i complimenti ai ragazzi che hanno fatto una partita di personalità. Raccogliamo meno di quanto seminato, poi ci si mette anche la sfortuna. La Cremonese non ci ha lasciato spazi,anche nel primo tempo abbiamo avuto il pallino del gioco,anche se è mancata la finalizzazione,anche se abbiamo preso gol sull’unico tiro loro. Ci prendiamo questo punto anche se ne meritavamo tre. Siamo andati sotto,a fine primo tempo ho detto alla squadra che non esisteva andare sul 2-0 e sono stati bravi anche a non prendere gol. Prima del gol nostro volevo provare a dare l’alternativa,però poi è arrivata la rete e ho dovuto modificare le carte. Bene così. Nel primo tempo Corti ha attaccato sempre la profondità e a volte non c’era lo spazio,invece nella rete abbiamo creato superiorità e poi Altinier ha finalizzato. I due pareggi un po’ di rammarico li lasciano,ben venga la prestazione,peccato perché volevamo l’intera posta. Sicuramente dopo Pavia la squadra ha messo più di qualche mattone per dare continuità ai risultati. Abbiamo rischiato di subire il secondo gol? Qualcosa devi lasciare in quella situazione,una squadra in casa deve farle. Al di là del fortino che aveva creato la Cremonese,la nostra caparbietà ha rotto questo muro”.

Ore 16.30 – Qui Cremona, fischio finale: Cremonese-Padova 1-1, a Forte risponde Altinier di tacco.

Ore 16.20 – (Gazzettino) La Luparense evita la sconfitta nel terzo minuto di recupero pareggiando in extremis contro il Levico Terme. Il risultato, per quel che si è visto in campo, è da ritenersi giusto. Primo tempo piatto senza grandi emozioni e ripresa scoppiettante; alla fine resta l’amaro in bocca per la squadra di Melone che si è vista sfuggire la vittoria sul filo di lana, ma gli ospiti non hanno certo demeritato. Prima frazione che scorre via, tra la noia: poche azioni interessanti, molti lanci lunghi, e portieri che svolgono l’ordinaria amministrazione. Ripresa davvero intensa e ricca di gol ed emozioni: al 14’Luparense in vantaggio con uno schema ben collaudato: cross dalla destra di Paganelli, e gran conclusione in diagonale di Beccaro, che non lascia scampo al portiere. Sembra spianata la strada per la squadra di Cunico, ma al 26’il Levico Terme acciuffa il pari: cross di Baido dalla sinistra per Calì, che stacca di testa la palla centra la traversa e carambola sulla schiena dell’attaccante che firma l’1-1. Palla al centro e difesa della Luparense che dorme al 29′: sugli sviluppi di un corner in proprio favore, parte il contropiede dei padroni di casa in una sorta di quattro contro due, Tessaro apre per Agosti, finta sull’unico difensore rimasto, e palla per l’accorrente Calì che si regala la doppietta ed il 2-1. Il Levico Terme però perde Agosti per doppia ammonizione, ma subito dopo la parità numerica viene ristabilita con il rosso per proteste di Nichele, deciso dalla signorina Caputi di Livorno. Finale intenso, con il tecnico Cunico che a 9’dalla fine gioca la carta Brotto, e nel terzo di recupero è proprio lui a regalare il pareggio ai suoi, sfruttando un traversone dalla sinistra di Paganelli, incornata perfetta, e ospiti che escono dal campo con un meritato pareggio.

Ore 16.00 – (Mattino di Padova) È sempre la solita Luparense.Dopo la sconfitta nell’infrasettimanale di Serie D con un Fontanafredda allo sbando e le dimissioni improvvise del ds Briaschi, i Lupi strappano al “Briamasco” di Trento un 2-2 al Levico che ancora una volta è un misto tra la soddisfazione per aver ripreso per i capelli un punto nel recupero e la delusione per quel che poteva essere senza diversi errori sotto porta e l’ennesima espulsione. Nell’anticipo del girone C succede quasi tutto nella ripresa: nel primo tempo, dopo 30’ di gran lotta a centrocampo la Luparense fallisce clamorosamente l’unica vera occasione con Paganelli, che al 44’ colpisce di ginocchio da pochi passi spedendo a lato. Come avvenuto mercoledì contro i friulani, dagli spogliatoi la squadra di Cunico esce con un altro piglio: al 15’ i Lupi passano grazie a Beccaro, che raccoglie l’invito di Paganelli e con un colpo da biliardo manda la sfera ad incocciare la base del palo prima di finire in rete. Le speranze che possa essere il week end della rinascita cozzano ancora una volta con le incredibili amnesie difensive. Al 25’ Calì, appostato sul secondo palo, colpisce di testa la parte bassa della traversa ma è fortunato perché la sfera gli rimbalza addosso, superando un Murano non ineccepibile; due minuti dopo ancora Calì conclude un perfetto contropiede sull’assist di Agosti; dulcis in fundo, dopo l’espulsione del trentino Agosti, Nichele si fa cacciare per una parolina di troppo alla signora Ferrieri: nel giro di sei minuti la Luparense si trova sotto nel punteggio e impossibilitata a sfruttare la superiorità numerica. Cunico inserisce Brotto e passa ad uno spregiudicato 4-1-4, che per fortuna, rispetto al match con il Fontanafredda, porta i suoi benefici: dopo aver sfiorato il tracollo sulla discesa di Andreatta al 41’, parata in qualche modo da Murano, il neo-entrato trova al 4’ di recupero la rete che vale il 2-2, rubando abilmente il tempo al difensore e insaccando di testa il traversone di Beccaro. Ma è un punto che, a conti fatti, serve a poco.

Ore 15.30 – (Gazzetta di Mantova) Dopo il colpaccio a sorpresa in quel di Bassano, il Mantova tenta la “missione impossibile” in casa del Cittadella capolista. È un altro dei tanti impegni in serie con le big del torneo (seguiranno FeralpiSalò in casa, Pavia in trasferta e Alessandria ancora al Martelli) che caratterizzano l’avvio dell’avventura del nuovo tecnico Ivan Javorcic, il cui compito non è certo agevole. Anche perché la classifica ereditata è quella che è. E, nonostante i tre punti conquistati a Bassano, vede ora l’Acm al quartultimo posto, in piena zona playout. Insomma, capolista o no bisogna provare a dare continuità all’impresa del “Mercante”, mostrando a Cittadella la stessa compattezza e organizzazione tattica, ma soprattutto la stessa grinta e voglia di fare risultato. Javorcic per l’occasione deve fare a meno di ben quattro infortunati: capitan Caridi (la fascia va a Scalise), Puccio, Momentè e Beretta. Il tecnico croato ha mischiato le carte anche nella rifinitura di ieri, dedicata in larga parte a provare schemi su palla inattiva. A meno di sorprese, però, il Mantova dovrebbe scendere in campo a Cittadella con lo stesso undici che ha vinto a Bassano: unica eccezione Zammarini, che prenderà il posto di Caridi com’era successo al “Mercante” dopo l’infortunio di Don Tano. Sull’altro fronte mister Venturato confermerà il consueto 4-3-1-2 e schiererà titolari il difensore Pascali e il centravanti Litteri, recuperati in extremis dopo una settimana di allenamenti a parte. Il match di Cittadella ricorda inevitabilmente l’ultimo precedente, il 6-0 dell’aprile 2010 che segnò la storia biancorossa (è la più larga sconfitta subita dopo un 7-1 all’Olimpico del ’63) verso la via del fallimento. E che anni dopo si scoprì essere stato un match venduto da Gervasoni e Pellicori al clan degli “Zingari” per 15mila euro. Cancellare quell’onta potrebbe essere un motivo in più per fare risultato oggi, anche se di quel Mantova è rimasto il solo Caridi. Dalla Bona giocava invece nel Cittadella e oggi sarà il grande ex di giornata insieme a Francesco Ruopolo e Nicola Donazzan. Una sfida nella sfida è poi quella che contrappone mister Roberto Venturato agli “allievi” Javorcic e Graziani, entrambi da lui allenati (il primo nel Pizzighettone, Ciccio nella Cremonese) anni addietro. Come sempre il Mantova potrà contare sul sostegno dei suoi tifosi, che raggiungeranno Cittadella con auto private e un pullman organizzato dal Centro di Coordinamento. Al “Tombolato” i sostenitori biancorossi dovrebbero essere oltre cento. La squadra partirà per il Veneto direttamente questa mattina in pullman e le previsioni meteo parlano di un possibile rischio nebbia proprio a partire dall’orario di inizio del match.

Ore 15.10 – (Gazzettino) Stefano Marchetti storce la bocca quando gli si chiede se Pascali e Litteri saranno della partita: loro due rappresentano le incognite dell’undici iniziale di Roberto Venturato, e come spiega il tecnico, ogni riserva sarà sciolta soltanto prima della gara. «La situazione è da monitorare, decideremo all’ultimo. I due giocatori non hanno problemi di particolare entità, si sono sempre allenati in settimana, senza palla all’inizio, poi regolarmente in gruppo». Il Cittadella arriva alla gara odierna caricato dai 120 minuti di mercoledì di Coppa Italia: a livello fisico e mentale possono lasciare il segno? «Quando disputi una partita ufficiale c’è sempre un dispendio di energie, ma abbiamo recuperato bene, con i tempi giusti. La squadra è pronta ad affrontare una gara impegnativa come quella con il Mantova», spiega Venturato, che descrive l’avversario odierno: «È una squadra importante del girone, ha cambiato allenatore da tre settimane, sta facendo bene e raccoglie punti. A Bassano l’ho vista bene, il Mantova è aggressivo, accorcia molto nella zona della palla, corre tanto e ha giocatori di buona qualità, anche tra i giovani. È attento in fase di non possesso, e davanti ha Ruopolo, un riferimento per il gioco». Il Cittadella nonostante il pareggio di Lumezzane si trova ancora al primo posto in classifica. Se l’aspettava?: «Lo ripeto da tanto, le partite sono sempre più difficili, bisogna essere bravi e pronti ad affrontare ogni incontro con grande umiltà, i risultati dell’ultimo turno quindi ci possono stare, anche che la Reggiana perda in casa. La continuità ti permette di muovere sempre la classifica, se poi vinci fai il salto». A livello tattico, dove si deciderà Cittadella-Mantova? «Noi cercheremo di fare la nostra gara, puntando al massimo risultato come sempre accade, in casa e fuori. Abbiamo una nostra identità, ogni elemento in campo diventa determinante, perché la prestazione del singolo dà il risultato della prestazione collettiva. Servirà molta attenzione, il Mantova è una squadra forte e attrezzata, i suoi valori alla lunga emergeranno». A Lumezzane il Cittadella non ha disputato un gran secondo tempo e ha pareggiato: una «grande squadra» invece anche quando incontra difficoltà nei novanta minuti riesce a far sua la partita. «È quello a cui miriamo noi, dobbiamo migliorare in questo senso. Voglio una squadra che abbia il suo gioco, che sia sempre propositiva, che riesca a costruire occasioni. A volte però può capitare di soffrire, ma una «grande» riesce comunque a portare a casa l’intera posta in palio». Magari contando sulle qualità del singolo giocatore, nel Cittadella ce ne sono tanti che possono fare la differenza: «Nel calcio il singolo fa sempre la differenza, le qualità del giocatore sono decisive in certi frangenti». Tra questi c’è Sgrigna, che ha giocato in Coppa: è pronto per il campionato? «È cresciuto a livello fisico, ha valori tecnici importanti, sarà senz’altro tenuto in considerazione, sempre». Litteri e Pascali dovrebbero essere regolarmente in campo, in avanti ci saranno Jallow e Chiaretti. Ballottaggio Paolucci-Bobb in mediana.

Ore 14.50 – (Mattino di Padova) Che il clima sia disteso lo si capisce vedendo Iori e Pascali discutere bonariamente, al termine della partitella a ranghi misti che ha chiuso la rifinitura, sul fatto che il risultato debba essere tenuto per buono o meno, dato che, ad un certo punto, Venturato ha mischiato le formazioni in campo. Segno che l’impegno è massimo anche negli allenamenti e che nessuno, in casa granata, ci sta a perdere. Mai. L’indicazione più utile giunta dalla seduta di ieri è, però, un’altra: sia Pascali che Litteri hanno preso parte al mini-incontro e sono poi stati convocati per Cittadella-Mantova, in cartellone questo pomeriggio al Tombolato, con i botteghini che apriranno un paio d’ore prima delle 17.30. Pochi dubbi. Il tecnico di casa spiega che è saggio prendersi un’altra giornata per decidere se impiegarli o no: «Entrambi si sono allenati senza palla nella prima parte della settimana e con il pallone negli ultimi giorni. Litteri non avverte più fastidio all’anca, per quanto riguarda Pascali è prudente valutare la situazione prima dell’incontro». Tradotto in concreto, significa che il centravanti con ogni probabilità si riprenderà il posto nel cuore del reparto avanzato, con Jallow, tenuto a riposo quasi per l’intera durata della gara di Coppa Italia vinta mercoledì sul Sudtirol, al suo fianco, e con Paolucci che dovrebbe rientrare in mediana dopo il forfait di Lumezzane. Cappelletti è invece pronto ad affiancare Scaglia se l’ex giocatore del Kilmarnock non dovesse farcela. «La gara di mercoledì ha richiesto energie fisiche e mentali, ma l’impressione è che sia stata recuperata bene», aggiunge Venturato. Attenti a Ruopolo. L’ultimo precedente è addirittura un 6-0 rifilato dal Citta di Foscarini ai virgiliani nella stagione 2009-2010. Ma nefasta è stata anche l’ultima loro trasferta in provincia, a fine ottobre: il 3-0 incassato dal Padova, che è costato la panchina a Maspero, sostituito da Javorcic, tecnico croato che già ha saputo dare la sua impronta al gruppo e che, quando giocava nel Pizzighettone (2006-2007), è stato allenato proprio da Venturato. «La sua è una squadra che cerca di aggredire l’avversario e che vanta elementi di qualità e buona corsa. Davanti il punto di riferimento è Ruopolo, uno dei due ex (l’altro è Dalla Bona), molto abile nel favorire gli inserimenti dei centrocampisti. All’esordio con Javorcic in panchina i lombardi hanno perso senza meritarlo contro la Giana Erminio, ma poi hanno saputo andare a vincere in casa del Bassano, disputando un secondo tempo di alto livello. Forse ci si poteva attendere che a questo punto della stagione fossero un po’ più in alto in classifica, ma è anche vero che, quando si cambia tanto come ha fatto il Mantova nel corso del mercato estivo, qualche intoppo nel cammino può capitare. Dobbiamo avere il massimo rispetto per loro». Parole, quelle del tecnico del Citta, a cui si associa il d.g. Marchetti: «È un campionato equilibrato. Qualcuno ha storto il naso dopo il pareggio di Lumezzane, ma guardate che non saranno tantissime le squadre capaci di portar via punti da là. E adesso sarebbe pericoloso sottovalutare il Mantova, che nella sua rosa conta elementi come Ruopolo, Dalla Bona, Momentè e Foglio, arrivati nel corso dell’ultimo mercato». In campo, gli ospiti dovrebbero riproporre l’“albero di Natale” già visto a Bassano, con un’unica variazione rispetto alla partita dello stadio Mercante, vale a dire Zammarini al posto dell’indisponibile Caridi in attacco.

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto) Il segnale che i tifosi del Cittadella aspettavano arriva nella parte finale della rifinitura pre-Mantova. Gianluca Litteri si presenta sul dischetto per un’esercitazione collettiva dagli undici metri, mentre poco prima Manuel Pascali con un tiro al volo terrificante aveva fatto capire le sue condizioni fisiche dopo il lieve infortunio dei giorni scorsi. Sta bene e oggi ci sarà, così come sembra abbastanza probabile che Litteri possa rispondere «presente», dopo l’uscita anzitempo nel match di Lumezzane. «La situazione è da monitorare, la conosciamo molto bene — spiega Roberto Venturato — e decideremo prima della partita. Pascali e Litteri si sono ben allenati in settimana prima solo senza palla, poi con la palla. I ragazzi sono tutti a disposizione, per il resto non abbiamo problemi». L’impressione della vigilia autorizza all’ottimismo anche se, considerate le condizioni di Litteri, la prudenza non è mai troppa. Il centravanti granata ha un problema all’anca di vecchia data e nelle scorse settimane ha sofferto per una forte contusione al collo del piede che di sicuro non lo ha aiutato a correre nel modo corretto. «Tutti i ragazzi devono dare il massimo — spiega Venturato — e devono avere grande rispetto dell’avversario. Il Mantova ha cambiato molto e alla lunga i loro valori verranno fuori. La qualità del singolo può fare la differenza, mi aspetto una grande prestazione dei singoli e del collettivo, hanno molta corsa e qualche elemento con buona qualità, hanno ottenuto una bella vittoria contro il Bassano giocando un secondo tempo su alti livelli. Noi dobbiamo dare continuità ai risultati, la partita sarà molto difficile». Potrebbe essere la volta buona per vedere Sgrigna dal primo minuto. Venturato lascia una porta aperta per il fantasista, tornato su ottimi livelli dopo il lungo infortunio: «Alessandro ha fatto molto bene mercoledi in Coppa Italia, lo vedo in crescita, verrà preso in considerazione sempre perché ha valori tecnici molto importanti». Se non è una conferma definitiva sul suo rilancio, di sicuro è un indizio particolarmente significativo.

Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Credetemi: la promozione alla fine sarà un testa a testa fra Pavia e Alessandria». Sono le ultime parole di Bruno Tedino, a taccuini ormai chiusi e telecamere spente, al termine della conferenza stampa del sabato mattina. Dichiarazione giusta per sottolineare la difficoltà del match in programma oggi al Bottecchia (inizio alle 15) fra i suoi ramarri (settimi con 15 punti) e gli orsi grigi piemontesi (quinti con 17). RISCATTO – Parlare di riscatto dopo un pareggio a Padova e il successo (3-0) sul Bassano sembra esagerato. Evidentemente a questo ramarro non basta più fare punti. Vuole ottenerli facendo spettacolo. Dall’Euganeo è uscito imbattuto, ma ridimensionato sul piano estetico. Lo aveva ammesso il tecnico a fine gara. Lo ha ribadito Mauro Lovisa in settimana. Oggi contro un team prestigioso come l’Alessandria (fra le sue fila giocarono i campioni del mondo Bertolini, Borel, Ferrari e Rava, oltre a Carcano, Baloncieri e il golden boy Gianni Rivera) Stefani e compagni possono riconquistarsi l’ammirazione del presidente e tornare a entusiasmare il popolo neroverde. TESTA E RITMO – «L’Alessandria – afferma Tedino – ha un organico da ammazza-campionato. Gregucci (subentrato a settembre all’esonerato Scienza, ndr) è stato poi capace di mettere il talento dei singoli a disposizione del gioco di squadra. Davanti ha una batteria di punte (Loviso, Fischnaller, Bocalon, ndr) devastante. Per venirne fuori bene dovremo tenere alto il ritmo, avere grande organizzazione, restare compatti e collaborare». FORZE FRESCHE – Il tecnico ammette il calo dei neroverdi. «Dopo la tirata di queste prime 10 giornate i ragazzi – afferma infatti – sono un po’ stanchi. Qualcuno avrebbe bisogno di riposare almeno un turno, ma già dobbiamo rinunciare a Mandorlini e Marchi (ancora out, ndr) e non ho tante possibilità di turnover. Potrebbe restare in panca Cattaneo che a Padova è apparso in difficoltà e potrei optare per il rientro a tempo pieno di Filippini e Strizzolo, fra i meno affaticati». Riassumendo: fiducia a De Cenco al centro dell’attacco, con due nuovi partner (Strizzolo e Filippini). Da metà campo in giù non cambierà nulla con Berardi, Pederzoli e Buratto in mezzo, Boniotti, Stefani, Pasa e De Agostini davanti a Tomei. Arbitrerà il signor Pasquale Boggi (figlio di Robert Anthony, fischietto internazionale) coadiuvato dagli assistenti Marques e Lenarduzzi. RAMARRI IN ROSA – Solidali con l’iniziativa in atto a Pordenone contro la violenza sulle donne i ramarri entreranno in campo indossando una t-shirt rosa con lo slogan dell’iniziativa “Io no!”. A mezzogiorno, in via Mazzini, davanti a palazzo Badini, presenti i presidenti dell’Alessandria Luca Di Masi e del Pordenone Mauro Lovisa ci sarà il brindisi per tutti in collaborazione con l’Ascom di Alessandria e di Pordenone all’insegna del “Gusto del calcio che unisce”. LOGISTICA – Prevedendo un buon afflusso di pubblico per la sfida con gli orsi grigi, la segreteria neroverde ha comunicato che la biglietteria centrale sarà attiva già dalle 11. I cancelli del Bottecchia apriranno al pubblico alle 13.30, un’ora e mezza prima dell’inizio del match. La segreteria inoltre ricorda che in caso di esaurimento degli spazi consentiti attorno allo stadio sarà disponibile il vicino parcheggio Candiani di via Candiani 22, gratuito alla domenica.

Ore 13.40 – (Messaggero Veneto) «Ci vuole un altro atteggiamento rispetto alla prima mezz’ora di Padova. Perché questa è la squadra più forte negli ultimi 40 metri al momento in categoria». Bruno Tedino vuole un Pordenone che cambi pagina dopo il match dell’Euganeo e tiene tutti sulla corda ricordando che l’Alessandria davanti ha il potenziale più alto della Lega Pro. «Sarà una partita difficilissima, che dovremo affrontare con grande spirito combattivo – attacca l’allenatore dei “ramarri” –. Con Gregucci in panchina loro hanno svoltato. Lo dicono i risultati e il tipo di gioco. Hanno sei giocatori molto tecnici, in particolare in mezzo al campo, e ci vuole organizzazione ed equilibrio per disputare un match alla pari». Tedino entra nel dettaglio: «Non possiamo attaccare troppo, perché l’Alessandria ha gamba e forza per ripartire – spiega –. Non bisogna neppure difendersi e basta, altrimenti siamo troppo “bassi”: ci vuole compattezza. Comunque sono fiducioso: siamo un po’ stanchi, dopo più di dieci gare giocate al massimo, ma in questi giorni abbiamo lavorato bene, senza i problemi della scorsa settimana». Il tecnico del Pordenone, di fronte a lui, aveva la maglietta rosa che i giocatori neroverdi, domani, indosseranno prima del match. La divisa ha come tema la violenza contro le donne e avrà la scritta “Io no!”, lo slogan dell’iniziativa, portata avanti dal teatro Verdi con Carta di Pordenone, Comune e Provincia. Una maglia che già ieri capitan Stefani ha indossato per sensibilizzare i tifosi sulla delicata questione.

Ore 13.20 – (Messaggero Veneto) Il campionato insegna che non c’è alcun risultato scritto: ieri la Reggiana ha “regalato” il primo punto alla Pro Patria. Così, dopo aver fermato il Bassano, il Pordenone prova a centrare un’altra impresa: fermare l’Alessandria. I neroverdi hanno la trappola pronta per arginare i grigi, uno dei top team del girone, che arrivano in riva al Noncello per cercare i tre punti che li proietterebbero sul podio. Tra gli “ingredienti” c’è l’effetto-Bottecchia. La squadra cittadina, in casa, non perde infatti in campionato dallo scorso 22 marzo, dal 5-2 rimediato dal Como. Da allora diverse big si sono fermate qui: può essere il turno dei piemontesi. Tosta. Questa, però, sarà la gara più dura da inizio stagione. L’Alessandria è una squadra costruita per vincere. La proprietà ha effettuato investimenti “pesanti” e il fatto di poter salire tra le top tre del girone, sorpassando il Bassano e raggiungendo la Reggiana, è una prospettiva che alza ulteriormente le motivazioni del team di Gregucci. Il Pordenone ha la sfortuna di non affrontare il match con tutti gli effettivi: Marchi e Mandrolini marcano visita per la terza volta di fila. Eppure in queste condizioni la squadra di Tedino ha prima battuto il Bassano (3-0) e poi fermato il Padova (0-0), dando grande dimostrazione di solidità. Non sempre si riesce a firmare l’impresa, ma questo Pordenone di stoffa ne ha. Cambi. Nell’Alessandria, a quanto pare, non ci sarà dal 1’ il gioiello Fischnaller: al suo posto in avanti ci sarà però un altro big, Iunco, ex serie A e B. Anche i “ramarri” dovrebbero operare un cambio nel reparto offensivo. Cattaneo sembra diretto verso un turno di riposoe, in campo dall’inizio, dovrebbe esserci Filippini, uno dei giocatori più reclamizzati del mercato, ma che sinora non ha praticamente mai giocato (3 presenze dalla panchina). Per lui è una chance per mettersi in mostra, per far vedere che può far parte del gruppo almeno sino a giugno. Il resto pare tutto confermato: Finocchio e De Cenco davanti, con Strizzolo pronto a entrare; Berardi, Pederzoli e Buratto in mezzo; Boniotti, Stefani, Pasa e De Agostini davanti a Tomei, di cui Gregucci ieri ha speso parole di stima. «E’ molto bravo fuori dai pali e sa leggere l’azione». Al portiere, reduce da due ottime gare, il compito di ripetersi. Oggi, più di altre volte, serve alzare il muro.

Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Altri tre punti a Fontanafredda per iniziare un nuovo filotto». Chiede ai suoi di ritrovare continuità nelle vittorie Paolo Favaretto, tecnico di un Venezia che questo pomeriggio allo stadio Tognon – ore 14.30 – sfida i friulani sul campo e, a distanza, i padovani del Campodarsego (anch’essi imbattuti e co-capolisti con 31 punti) impegnati a Montebelluna. «Le prime 13 giornate ci sono servite con 9 vittorie e 4 pareggi a fare una prima selezione – l’analisi del tecnico arancioneroverde – distanziando alcune inseguitrici di 6 o più punti. Il Campodarsego è in alto a braccetto con noi, quindi Fontanafredda è una tappa preziosa e da sfruttare al massimo per cercare di iniziare un’altra sequenza di vittorie. Non mi preoccupo degli altri ma solo che il Venezia faccia i punti che deve fare». I rossoneri friulani vanno meglio in trasferta (tre vittorie su 4) che al Tognon, dove hanno ceduto a Montebelluna, Triestina e Virtus Vecomp, una settimana fa per 3-0. «Mercoledì però sono andati a vincere su un campo difficile come quello della Luparense. Se davvero faticano in casa allora a maggior ragione il nostro approccio sarà fondamentale. Il Fontanafredda è forte nelle ripartenze con il duo Alcantara-Pagano, ha in organico ex Pro come Bolzan e Roveredo oltre all’esperienza di Malerba (classe ’82 ex vivaio arancioneroverde nell’era-Zamparini, ndr) in difesa. Poi, lo dice la classifica, hanno solo un punto in meno del Mestre». Già, il derby, concluso grazie alla zampata di Carbonaro con il ritorno al successo dopo tre pareggi di fila (4 nelle precedenti 5 uscite). «Meritavamo qualcosa di più soprattutto contro Levico e Tamai, mercoledì però siamo ripartiti conquistando tre punti molto molto importanti. Una serata speciale, nella quale il segnale più importante l’hanno dato i quasi 4.000 del Penzo. La gente sta vedendo che la società del presidente Tacopina ha un progetto serio e ambizioso, quindi ha rimesso piede allo stadio, si è divertita e confidiamo torni presto (tra una settimana al Penzo c’è l’Este, ndr). Anche in quest’ottica Fontanafredda è subito un appuntamento che conta».

Ore 12.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Fontanafredda è una tappa importante per noi. Vogliamo avviare un nuovo filotto di vittorie». Impegno esterno per il Venezia che, dopo la vittoria sul Mestre, vuole imprimere una nuova accelerata al campionato. «Vogliamo continuare a fare punti e poi vedremo chi riesce a stare al passo con noi», è la sfida lanciata da Paolo Favaretto. Dopo la brusca frenata dovuta ai tre pareggi consecutivi, gli arancioneroverdi si trovano a condividere la leadership in classifica a quota 31 punti con il Campodarsego, che oggi sarà impegnato a Montebelluna. Se la squadra padovana sta dando del filo da torcere agli arancioneroverdi, dietro le inseguitrici cominciano a perdere terreno, visto che la Virtus Vecomp è staccata di 6 punti e il Calvi Noale di 7. «Un po’ di selezione — sottolinea Favaretto — l’abbiamo fatta. Adesso vediamo chi tiene». Vietato, dunque, distrarsi oggi sul campo del Fontanafredda, squadra di media classifica (è dodicesima con 16 punti) che sta disputando un campionato a due velocità: più brillante lontano dal proprio terreno di gioco, dove finora ha centrato una sola delle quattro vittorie complessive. «E’ una squadra che vive soprattutto sulle ripartenze», commenta mister Favaretto. Gli ampi spazi dello stadio Tognon, ben diversi dagli angusti terreni di gioco di Campodarsego e Tamai, dovrebbero favorire una squadra tecnica come il Venezia molto più che i friulani. Chi conosce bene quel campo è Guglielmo Vicario, ex di giornata. «Ho passato una bella stagione con il Fontanafredda. Ho scelto io la destinazione, concordandola con l’Udinese — ricorda il portiere arancioneroverde — lo stadio è il terzo della regione ed è molto bello. Penso però che penalizzi una squadra come la loro, mentre facilita chi riesce a giocare con maggiore tecnica. Proprio come noi». Il Fontanafredda arriva dalla vittoria esterna sulla Luparense, che ha sicuramente portato entusiasmo dopo il ko interno con la Virtus Vecomp. «Dovremo fare attenzione ai nostri avversari – avverte mister Favaretto – perché vengono da un risultato importante e hanno buoni giocatori, penso a Ortolan, Bolzan, Roveredo, Malerba e Tonizzo. Mi aspetto una partita difficile, per cui sarà importante il nostro approccio. Dovremo avere la giusta determinazione». A complicare le cose ci sono anche le assenze con cui dovrà fare i conti Favaretto. Oltre allo squalificato Calzi, mancheranno Barreto e Fabiano, entrambi alle prese con problemi muscolari. Il brasiliano si è fermato subito dopo il match con il Mestre, mentre si sperava di riuscire a recuperare almeno all’ultimo l’ex Pro Vercelli: ieri invece dalla rifinitura è arrivata l’indicazione negativa. Le tre assenze costringeranno il tecnico arancioneroverde a ridisegnare il centrocampo ed è probabile che Gualdi venga posizionato dietro le due punte Carbonaro e Serafini, mentre in mediana potrebbe posizionarsi Soligo al centro con Acquadro (o Callegaro) e Malagò. In tribuna ci sarà anche il presidente Joe Tacopina, che era arrivato in città per assistere al derby e che rimarrà in laguna almeno fino a domenica prossima.

Ore 12.20 – (La Nuova Venezia) Ritrovata la strada della vittoria al Penzo, il Venezia punta a ritrovare i tre punti anche in trasferta, dove ha infilato tre pareggi di fila (Abano, Campodarsego e Tamai) dopo le scorribande iniziali a Dro, Monfalcone e Montebelluna. Si riparte da Fontanafredda. Sei partite per giocarsi il titolo di campione d’inverno con il Campodarsego, sei gare che provare a staccare nuovamente l’undici padovano, impegnato oggi a Montebelluna. Seconda giornata di stop per Giampaolo Calzi (squalificato), Barreto a riposo precauzionale fino a domani, Paolo Favaretto ha preferito non rischiare nemmeno Fabiano, che sta smaltendo l’affaticamento muscolare accusato dopo Tamai. «Nessun avversario è da sottovalutare, e il Fontanafredda ha un solo punto in meno del Mestre in classifica» puntualizza Paolo Favaretto, «non è un caso che abbia conquistato più punti in trasferta che in casa perché è una squadra abile nelle ripartenze. Ci sono giocatori di esperienza, come Malerba, Ortolan, Bolzan o Roveredo, sarà fondamentale l’approccio alla partita. Non penso al Campodarsego, ma ai punti che deve conquistare il Venezia. È vero che c’è una squadra alla pari in classifica, ma poi dietro c’è il vuoto, con la Virtus Verona a 6 punti e la Calvi Noale a 7 lunghezze. Dobbiamo dare continuità alla vittoria ottenuta mercoledì contro il Mestre». La biglietteria della tribuna ospiti dello stadio “Tognon” (capienza 5000 posti) aprirà alle ore 13, i cancelli della tribuna ospiti mezzora dopo. Squadra poco casalinga il Fontanafredda che sul suo campo ha conquistato solo cinque dei 16 punti che ha in classifica (vittoria sul Mestre e pareggio con Este e Sacilese), cedendo a Montebelluna, Triestina e Virtus Verona. Maurizio De Pieri è passato al 3-5-2, mercoledì i gol di Tonizzo (quarto centro) e Pagano hanno permesso di espugnare San Martino di Lupari. A fine ottobre l’ex arancioneroverde Casagrande, Zambon e Moras sono stati messi fuori rosa in attesa del mercato di dicembre, dove il Fontanafredda punta su Gnago, attaccante della Sacilese. Quattro anni dopo averlo sfidato per la prima volta con il Giorgione, Massimo Malerba, 33 anni, ritrova il Venezia (dove ha giocato 13 anni nel settore giovanile) da avversario. Probabili formazioni. Fontanafredda (3-5-2): 1 Onnivello; 5 Frison, 2 Malerba, 6 Giglio; 8 Ortolan, 11 Nastri, 7 Minisini, 4 Tonizzo, 3 Bolzan; 9 Pagano, 10 Alcantara. A disposizione: Cellini, Zanata, Zorzetto, Tacoli, Roveredo, Bianchini, Paciulli. Allenatore: Maurizio De Pieri. Venezia (4-3-1-2): 1 Vicario; 2 Luciani, 5 Modolo, 6 Beccaro, 3 Galli; 7 Callegaro, 4 Soligo, 8 Malagò; 10 Gualdi; 9 Serafini, 11 Carbonaro. A disposizione: D’Alessandro, Di Maio, Ferrante, Cernuto, Busatto, Acquadro, Cangemi, Innocenti, Maccan. Allenatore: Paolo Favaretto. Arbitro: Cavallina di Parma.

Ore 12.00 – (Gazzettino) Il Campodarsego insegue oggi alle 14.30 la settima vittoria in trasferta per avere la certezza di restare ancora in vetta alla classifica. Bedin e compagni se la vedranno con il Montebelluna guidato da Gianfranco Fonti, ex tecnico di Albignasego e San Paolo. Ecco Antonio Andreucci. «Mi aspetto una partita agonisticamente valida e dinamica dato che affrontiamo una squadra giovane. Dobbiamo puntare sulle nostre qualità, ossia organizzazione, compattezza e velocità di esecuzione. Loro potrebbero pagare anche un pizzico di inesperienza e commettere qualche errore, ma non è una gara che può farci dormire sonni tranquilli. Ci vuole massimo impegno». Sulla carta se c’è una squadra che ha da perdere qualcosa è proprio il Campodarsego dato che per i trevigiani è comunque una gara al cospetto della capolista. «Potrebbe essere anche così, ma se partiamo dal presupposto che dobbiamo ancora lavorare per migliorare, questo discorso non ci deve interessare. Il clima è ottimo nella squadra alla luce del primato in classifica ed è giusto che sia così, ma se siamo primi è solo merito dei ragazzi. Non ce l’ha regalata nessuno questa posizione». ESTE. Affronta il Dro tra le mura amiche dove ha vinto le ultime quattro partite e nel mirino c’è l’operazione sorpasso al Belluno, attualmente avanti di una lunghezza in classifica. «Il Dro è attrezzato per puntare alla salvezza – afferma Andrea Pagan – e queste sono partite che nascondono tante insidie. Non dobbiamo sottovalutare l’avversario e sono sicuro che i miei ragazzi non lo faranno: ci siamo preparati bene, sono molto fiducioso. È fondamentale allungare la striscia positiva e dare continuità alla buona prestazione con la Virtus Vecomp, nella quale la squadra mi ha dato risposte molto importanti». Proprio Pagan è squalificato, al suo posto in panchina il vice Tiozzo. Ai box Rosina che sconta l’ultima giornata di squalifica, e Favre e Destro reduci da acciacchi che rientreranno in gruppo la prossima settimana. ABANO. Va a fare visita al Tamai con la necessità di fare punti per muovere una classifica che dice attualmente terz’ultimo posto. «Abbiamo rivisto le immagini della partita con il Levico – afferma il diesse Andrea Maniero – e i due gol annullati per fuorigioco erano regolari, peccato. I risultati non ci stanno dando ragione, ma la squadra c’è e anche in questa occasione andiamo a fare la nostra cercando d’imporre il gioco, e se non ci riusciremo dobbiamo metterci grande determinazione. Affrontiamo una compagine che nel reparto avanzato ha giocatori importanti e quindi ci vuole attenzione». Assente Munarini.

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Il Campodarsego vuole la vetta solitaria, l’Este la continuità e l’Abano la vittoria. Sono questi, in sintesi, gli obiettivi delle tre squadre padovane di Serie D (dopo che la Luparense è scesa in campo ieri) che oggi, alle 14.30, nell’ambito della 14ª giornata, sfideranno rispettivamente Montebelluna, Dro e Tamai. CAMPODARSEGO. «Fatto trenta, facciamo trentuno». Il detto calza a pennello per i biancorossi che, com’è giusto che sia, ora puntano ancora più in alto. A Montebelluna (arbitro Francesco Cosso di Reggio Calabria) serviranno tre punti, oltre alla speranza che il Venezia non faccia bottino pieno a Fontanafredda, per conquistare il trono di capolista in esclusiva. Per il match del “San Vigilio” il mister Antonio Andreucci avrà tutti a disposizione, anche se le fatiche del turno infrasettimanale, valse un’altra vittoria contro la coriacea Calvi Noale, potrebbero costringere il tecnico toscano ad un mini turnover. Formazione Campodarsego (4-3-3): Merlano; Arthur, Poletti, Gal, Buson; Piaggio, Pellizzer, Bedin; Radrezza, Aliù, Cacurio. All. Andreucci. ESTE. I giallorossi, invece, puntano al sesto risultato utile consecutivo. Al Nuovo Stadio arriva il Dro (arbitro Mauro Milana di Trapani), che non se la sta cavando affatto male nonostante i dubbi sulla qualità della rosa sollevati ad inizio stagione. L’Este, dal canto suo, vorrebbe recuperare terreno sulle quattro di testa (soprattutto su Vecomp e Calvi Noale, staccate di 5 e 4 punti) per restare in zona playoff. Proprio per questo motivo tre punti, e non dunque un altro pareggio, il nono, che profumerebbe di brodino, servirebbero come l’oro. Non saranno della partita lo squalificato Rosina e gli infortunati Favre e Destro, oltre all’allenatore Andrea Pagan, fermato per un turno dal giudice sportivo (al suo posto ci sarà Edrik Tiozzo). Formazione Este (4-3-3): Lorello; Tiozzo, Montin, Guagnetti, Colombara; Maldonado, Marcolini, Arvia; Marcandella, Coraini, Mastroianni. All. Tiozzo (Pagan squalificato). ABANO. Non vuole sprecare l’ennesima occasione, infine, l’Abano di Massimiliano De Mozzi. In settimana è arrivato un pareggio nel match casalingo contro il Levico, ma non c’è stata quella sterzata secca che ci si aspettava dopo due mesi a digiuno di vittorie. Dalle parti di Monteortone le gioie latitano, le paure no. Ecco, allora, che la trasferta a Tamai (arbitro Mauro Cusanno di Chivasso) diventa fondamentale per gli equilibri di una squadra costruita per lottare con le migliori, e non certo per vivacchiare nei bassifondi. Rispetto al turno infrasettimanale, tornerà in panchina De Mozzi, al rientro dalla squalifica dopo lo scambio di “opinioni” con il diesse del Campodarsego Attilio Gementi nel derby di sabato scorso. Formazione Abano (4-1-4-1): Ruzzarin; Tescaro, Meneghello, Thomassen, Zattarin; Ballarin; Bortolotto, Segato, De Cesare, Rampin; Fusciello. All. De Mozzi.

Ore 11.20 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Petkovic; Dionisi, Diniz, Fabiano, Favalli; Ramadani, Bucolo, Corti; Cunico; Neto Pereira, Bearzotti.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Tornando al problema in fase realizzativa, nove sigilli in dieci gare sono oggettivamente pochi. E oggi si prospetta ancora più dura dato che i grigiorossi difendono con undici elementi. «Sulla carta non sembra una partita spettacolare. Però se riproponiamo lo stesso atteggiamento avuto con il Pordenone, di sicuro creiamo azioni. Poi per finalizzarle, ripeto, ci vuole più determinazione e anche fortuna. L’avere segnato poco non è un problema di singoli, ma in questo periodo abbiamo lavorato molto per avere un giusto equilibrio di squadra». Al momento avete la media di poco più di un punto a partita (tredici in dieci gare). Ne manca qualcuno all’appello? «L’andamento delle ultime partite dice che ci manca qualcosina, mentre forse meritavamo qualcosa in più in precedenza. Non dobbiamo fare altro che andare a prenderci le prestazioni, e poi la ruota girerà». È una partita considerata a rischio dato che tra le due tifoserie non corre buon sangue. «Spero che sia una bella giornata di sport».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Quanto vi manca il primo successo in trasferta? «La vittoria è sempre figlia della prestazione, poi se in questo momento ci aiuta anche la fortuna, ce la prendiamo. Anche se molte volte la fortuna bisogna andare a cercarsela. È una trasferta alla quale teniamo tutti, e per questo dobbiamo avere un grande atteggiamento mentale». Siete fortemente determinati ad agguantare i primi tre punti lontano da casa o alla fine si accontenterebbe anche di un pareggio? «Le partite vanno sempre giocate e oggi si affrontano due squadre di grande blasone. Io comunque penso al mio Padova e mi auguro che ci possiamo meritare i tre punti sul campo». Anche per quello che ha fatto vedere nella sua esperienza biancoscudata, le squadre di Pea aspettano per poi ripartire. «La Cremonese è ben messa in campo, lascia pochissimi spazi e si propone con quattro-cinque elementi per andare a fare male. Quando abbiamo palla dobbiamo farci valere e mi auguro che la nostra fase di possesso sia più redditizia rispetto a domenica scorsa, ma allo stesso tempo ci vuole attenzione quando loro ripartono».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Ritrovare la via del gol dopo due partite di fila a bocca asciutta e sfatare il tabù trasferta con la prima vittoria. Sono gli obiettivi nel mirino del Padova che allo stadio «Zini» di Cremona spera di trovare la svolta lontano dall’Euganeo, dove finora ha racimolato appena tre punti. Naturalmente dovrà fare i conti con la Cremonese, avversario di rango che sta attraversando un buon momento certificato da tre vittorie di fila tra campionato e Coppa Italia, e allenato dall’ex tecnico biancoscudato Fulvio Pea. Negli occhi c’è ancora soprattutto il buon primo tempo disputato da Cunico e compagni con il Pordenone, anche se è mancata appunto la vena realizzativa. Ma è proprio da quest’ultima prestazione che i biancoscudati vogliono ripartire, con l’auspicio di essere più lucidi sotto porta. «Affrontiamo una squadra che è completamente diversa dal Pordenone nei principi e a livello tattico – esordisce Carmine Parlato – Domenica scorsa abbiamo fatto una buona prestazione per mole di gioco e occasioni create, sappiamo di dover finalizzare meglio. Oltre che su quest’ultimo aspetto, ci siamo soffermati anche sul fatto che in trasferta rendiamo ultimamente di meno rispetto a quello che facciamo in casa, e quindi da subito dovremo avere il piglio giusto in termini di attenzione e spirito battagliero».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Almeno 200 i supporter biancoscudati presenti, con i pullman dell’Aicb e della Fossa dei Leoni e con la carovana di auto degli ultras in partenza dall’Euganeo alle 10.30. Dal casello dell’autostrada di Cremona i tifosi saranno scortati dalle forze dell’ordine e dovranno parcheggiare in via del Macello. Inutile partire da Padova se non si ha il biglietto: allo Zini non saranno disponibili. QUI CREMONESE. Le quattro vittorie ottenute nelle ultime cinque partite, considerando pure il successo in Coppa di mercoledì a Salò, certificano il momento di grande forma dell’undici lombardo che nelle ultime giornate ha risalito la classifica, portandosi al sesto posto. Domenica scorsa la Cremonese ha conquistato a Piacenza i suoi primi tre punti esterni, mentre in casa finora vanta dieci punti grazie a tre vittorie, un pareggio e una sconfitta con il Feralpi Salò. Una squadra giovane, rispetto al passato improntata sull’entusiasmo e la freschezza anziché sui nomi, che il tecnico Fulvio Pea, come ai tempi in cui guidava il Padova, schiera con il 3-5-2, puntando in avanti sul fiuto del gol di Brighenti (6 gol) che dovrebbe essere ancora affiancato da Maiorino. Importante nell’economia del gioco dei grigiorossi anche l’apporto sulle fasce fornito da Formiconi a destra e Crialese in mancina. PRECEDENTI. Gioie e dolori quando lo Zini ha ospitato, in qualità di campo neutro, spareggi o play off, con il Padova protagonista. La vittoria sul Cesena che il 15 giugno 1994 regalò la serie A rappresenta il momento più alto della storia recente, quella per 1-0 sull’Albinoleffe dell’1 giugno 2003 non bastò per conquistare la finale play off per la serie B. Quanto agli scontri diretti, la tradizione complessiva è poco favorevole, con solo quattro successi biancoscudati in 29 incontri di campionato, a fronte di nove ko e sedici pareggi, ma nelle ultime sfide le cose sono migliorate e dal 2000 a oggi il Padova è imbattuto, con due vittorie tra cui quella nel 2009 con gol di Varricchio che diede il via alla rincorsa che poi portò alla promozione in B, e un pareggio per 2-2 nel 2008.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Continuità nel modulo e negli interpreti con riguardo all’undici di partenza in base alle indicazioni emerse nella rifinitura. Il Padova si disporrà con il 4-3-1-2, e in campo sarà riproposta la stessa formazione schierata con il Pordenone, con l’unica novità rappresentata da Diniz che rientra dalla squalifica e a fargli posto sarà uno tra Fabiano e Niccolini. Provato anche il 4-2-3-1, soluzione però che potrebbe essere utilizzata a partita in corso.

Ore 10.10 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Petkovic; Dionisi, Diniz, Niccolini, Favalli; Ramadani, Bucolo, Corti; Cunico; Neto Pereira, Bearzotti.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) La soluzione, tatticamente, quale potrebbe essere? «È la testa, prima di tutto. Il modulo aiuta fino ad un certo punto, ma la corsa dev’essere alta e costante. Io come al solito tengo presente la formazione che ha fatto bene domenica scorsa, ma considero tutte le alternative per avere una squadra che possa difendersi bene, e attaccare meglio». I problemi in attacco ci sono, ma gente come Altinier e Ilari resta fuori. Significa che stanno mancando i singoli, più che la manovra? «Non è un problema di singoli, è che in questo periodo abbiamo lavorato molto sugli equilibri di squadra. Mi accontenterei di creare le stesse occasioni di domenica scorsa, magari con un po’ di determinazione in più negli ultimi metri». Le starebbe bene il pari? «Mi auguro che sul campo il Padova dimostri di meritare i tre punti. E che sugli spalti sia solo una bella giornata di sport».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Sul campo, invece, la battaglia – sportiva – sarà assicurata. «Temo che non sia una partita di grande spettacolo», confessa Parlato, a Cremona con la squadra da ieri sera. «Questa è una trasferta alla quale teniamo molto, dovremo essere molto combattivi. La vittoria in trasferta non arriva per caso, dev’essere figlia della prestazione e dell’atteggiamento: se saremo bravi, combattivi, attenti e compatti, forse potremo anche attirarci quella fortuna che non sempre è stata dalla nostra. Abbiamo provato diverse situazioni, vedremo a gara in corso quale utilizzare». Da dove si riparte, rispetto allo 0-0 con il Pordenone? «Della buona prestazione di domenica scorsa dobbiamo tenerci stretta la mole di gioco e le occasioni costruite, ma da lì dobbiamo andare a finalizzare meglio. Oggi giochiamo contro una squadra totalmente diversa da quella friulana, a livello tattico ma anche nei princìpi di gioco. Quindi serviranno il piglio giusto, l’attenzione e la combattività. Sin da subito». Tatticamente, però, sarà quasi una partita a scacchi. Il gioco di Pea ormai non è più un mistero… «Quando avremo il possesso della palla, dovremo farci valere, ma anche stare attenti e provare ad attaccare con criterio: la Cremonese è brava a chiudere ogni spazio, ma anche a far male in ripartenza».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Sono due i grandi problemi che affliggono il Padova: la mancanza di mordente lontano dall’Euganeo e i cronici difetti in fase realizzativa. Ancora alla ricerca della prima vittoria esterna, e con soli 9 gol all’attivo nelle prime dieci gare di campionato, Cunico & C. sbarcano a Cremona, nel “teatro dei sogni” biancoscudato dove, 21 anni fa, contro il Cesena arrivò l’ultima promozione in Serie A. Ad attenderli, sotto la divisa grigiorossa, ci sarà quel Fulvio Pea amato e ricordato con affetto dalla piazza, ma che sul campo farà sudare, c’è da scommetterci, le proverbiali sette camicie a Parlato e ai suoi: la Cremonese, come ogni squadra del tecnico che allenò il Padova nell’ultimo anno di gestione Cestaro, non lascerà passare uno spillo in difesa. Per cui non si prospetta una domenica facile. Si gioca alle 14.30, su richiesta delle Questure: le due tifoserie si ritrovano per la prima volta dal brutto precedente del 2007 (allo “Zini” sono attesi circa 300 padovani) e rimangono alti i timori per l’ordine pubblico nonostante le rassicurazioni degli ultimi giorni.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il Cittadella spezza imperiosamente la crisi, il Padova ripiomba negli incubi di inizio stagione. È un verdetto senza storia quello emerso dal derby tra le due Berretti andato in scena ieri pomeriggio all’Appiani. I granata hanno dominato la partita, sconfiggendo 4-1 un Padova stranamente remissivo, e rilanciandosi nelle zone alte della classifica. E dire che i biancoscudati avevano iniziato meglio la gara, portandosi in vantaggio al 17’ al termine di un’azione velocissima, finalizzata da Nnaj, servito da un perfetto assist in profondità di Alfano. Questa, però, rimarrà l’unica vera occasione pericolosa del Padova in tutta la partita. Il Citta, subìto lo choc, ha iniziato ad attaccare trovando il pareggio al 29’ grazie alla zampata di Varnier, figlio dell’ex medico sociale biancoscudato. Nella ripresa i granata hanno chiuso i conti nel giro di un quarto d’ora: al 10’ la difesa del Padova è rimasta troppo statica, non riuscendo ad allontanare un pallone che ha danzato pericolosamente davanti a Reinholds e alla fine è stato insaccato da Fasolo. Il Citta ha accelerato, Scroccaro ha dovuto salvare sulla linea un gol fatto, ma al 17’ è arrivato il tris: splendida punizione di Costa, che da posizione defilata ha trovato una traiettoria beffarda che ha baciato il secondo palo finendo nel sacco. Nell’occasione il Padova ha protestato, sostenendo che la punizione fosse di seconda, ma l’arbitro ha convalidato il gol e i biancoscudati si sono squagliati. Nel giro di due minuti De Pieri e Fasolo sono andati vicini al quarto gol, ma il poker lo ha trovato Caccin al 24’, con un missile dal limite dell’area. La partita è finita lì, il Padova si è fatto vivo solo nei minuti di recupero, incassando così la quinta sconfitta stagionale. «Ma in questa occasione bisogna soprattutto rendere merito alla forza dell’avversario», ha sottolineato il tecnico Vladimiro Carraro. «Noi abbiamo fatto errori e giocato sotto tono, ma il Citta è una delle migliori formazioni incontrate». Soddisfatto, ovviamente, Giacomin: «Ho detto ai ragazzi che il risultato sarebbe dipeso solo da noi e loro mi hanno offerto un’ottima prestazione. Finora abbiamo sbagliato solo una partita, a Cremona. Possiamo far bene e lanciare individualità importanti». Gli altri risultati della 9ª giornata del girone B: Ancona-Cremonese 0-0, Lumezzane-Bassano 2-2, Reggiana-Maceratese 3-0, Spal-Mantova 1-3, Santarcangelo-Rimini 0-1, Sudtirol-Pordenone 3-6. Classifica: Cremonese 19, Mantova 17, Cittadella, Rimini e Pordenone 15, Ancona 14, Spal 13, Bassano 12, Lumezzane 11, Feralpi Salò e Sudtirol 10, Reggiana 8, Padova e Santarcangelo 5, Maceratese 4.

Ore 09.00 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Petkovic; Dionisi, Diniz, Fabiano, Favalli; Bucolo, Corti, Mazzocco; Cunico; Altinier, Neto Pereira.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Tra le righe Parlato lascia trapelare che ci potrebbero essere anche novità tattiche e anche questa settimana la formazione è un rebus. Petrilli e Ilari scalpitano, Amirante è ancora fuori, Diniz rientra dopo la squalifica e a centrocampo Giandonato è recuperato, sia pure in condizioni tutt’altro che ottimali. «Dovremo farci valere in fase di possesso palla — chiosa l’allenatore — perché sono abili a ripartire. La Cremonese è ben messa in campo, sa sfruttare gli spazi e quando attacca lo fa con quattro o cinque elementi. Dovremo essere attenti dietro e cinici davanti, più che il modulo servirà la testa. In partenza non mi accontento del pareggio, le partite fanno sempre affrontate a viso aperto, spero di meritare i tre punti quando sarà ora di tirare le somme». La partita è considerata ad alto rischio incidenti tenendo a mente i precedenti fra le due tifoserie. Diversi gli episodi di tensione in passato, il più grave a Soave nel 2007, che portò al ferimento di un tifoso grigiorosso da parte di un gruppo di ultras biancoscudati. L’Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive, pur catalogando la partita come «ad alto profilo di rischio», si è limitato a qualche restrizione alla vendita dei biglietti, acquistabili solo con tessera del tifoso e non vendibili oggi ai residenti a Padova. Verrà intensificato il servizio di stewarding e verranno potenziati i controlli e le attività di prefiltraggio e filtraggio agli ingressi.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) La tempesta sembra essere passata, eppure le nuvole nere all’orizzonte non sono state ancora del tutto spazzate via. La classifica è quella che è, dopo dieci giornate la zona playout dista due punti, ma il Padova ha le potenzialità per scacciare i fantasmi. Ma non sono solo i valori tecnici ad entrare in discussione alla vigilia di Cremonese-Padova. Dall’altra parte c’è l’ex Fulvio Pea, che guida una squadra operaia, tanto quanto lo erano i biancoscudati al tempo. Serve un risultato positivo, servirebbe magari quella vittoria esterna che sino a questo momento è una sconosciuta dalle parti di viale Nereo Rocco. Insomma, i problemi ci sono ma, toccando le corde giuste, Parlato potrebbe riuscire a far ripartire la macchina. «Con il Pordenone abbiamo creato molte occasioni — evidenzia l’allenatore campano — ma a Cremona dobbiamo finalizzare meglio anche se giochiamo contro una squadra diversa sia nei principi che a livello tattico rispetto al Pordenone. Oltretutto in trasferta ultimamente rendiamo meno, servirà attenzione. Se ci manca la vittoria in trasferta dipende prima di tutto dalla prestazione e dall’atteggiamento. Dobbiamo essere molto combattivi, ci teniamo tutti a questa partita e quindi l’abbiamo preparata bene provando anche soluzioni da attuare a partita in corso».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella e Pavia 21, Reggiana 20, Bassano 19, FeralpiSalò 18, Alessandria 17, Cremonese e SudTirol 16, Pordenone 15, Cuneo, Giana Erminio, Lumezzane, Padova e Pro Piacenza 13, Mantova 11, Renate 9, AlbinoLeffe 7, Pro Patria 1.

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, risultati e programma dell’undicesima giornata: Pro Patria-Reggiana 0-0, Cuneo-Pro Piacenza 0-1 (Rantier (Pp) al 45′ pt), Pavia-Bassano 1-1 (Germinale (Ba) al 25′ pt, Cristini (Pv) al 3′ st), SudTirol-Renate 0-0, FeralpiSalò-Lumezzane 2-1 (Tortori (Fs) al 36′ pt, Tagliavacche (Lu) al 48′ pt, Settembrini (Fs) al 37′ st). Oggi, ore 14.30: Cremonese-Padova. Oggi, ore 15.00: AlbinoLeffe-Giana Erminio, Pordenone-Alessandria. Oggi, ore 17.30: Cittadella-Mantova.

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 14 novembre: rifinitura mattutina alla Guizza per i Biancoscudati, partiti poi nel pomeriggio alla volta di Cremona.




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