Cremonese-Padova, Varricchio: “Non si può pensare di vincere sempre! E sarà una bella sfida tra…”

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Quando si pensa allo stadio Zini di Cremona, che domenica alle 14.30 vedrà il Padova impegnato con i grigiorossi, viene naturale il collegamento con lo storico spareggio contro il Cesena che nel giugno 1994 regalò la serie A dopo 32 anni. Anche l’ultimo ricordo in terra lombarda è di ottimo auspicio perché proprio un successo allo Zini diede il via nel 2009 alla grande rimonta coronata con la promozione in serie B ai play off. Era l’11 aprile e fu un colpo di testa di Massimiliano Varricchio a inizio ripresa a decidere l’incontro. «Ricordo un cross e la palla spizzata da un compagno – racconta l’ex attaccante che ora allena la Berretti della Spal – e io arrivai in corsa. Alla vigilia di quell’incontro sembravamo ormai tagliati fuori per l’ennesima stagione dalla corsa per gli spareggi e noi stessi ritenevamo quasi impossibile la rimonta». E invece…«Da quella gara diventammo imbattibili (cinque vittorie e un pari nel finale della stagione regolare e quarto posto conquistato, ndr), acquistammo grande compattezza. Dietro eravamo solidi e poi un golletto ci scappava sempre».

Quasi sempre a opera dello stesso Varricchio, quattro reti in cinque gare, comprese quelle delle successive vittorie esterne per 1-0 a Crema e Reggio Emilia. Se dunque Totò Di Nardo è per eccellenza l’eroe della finale play off di Busto Arsizio per la sua doppietta, l’ex punta di Napoli e Spezia è colui che ha permesso al Padova di arrivare a quell’appuntamento, il tutto in un contesto ambientale decisamente difficile: «Lascio ad altri i commenti, ma ci sono i numeri a certificare la mia permanenza a Padova, sicuramente una delle esperienze più importanti in carriera. I problemi esterni forse ci hanno dato uno stimolo in più e abbiamo reagito nel modo giusto. Vincere nelle difficoltà è ancora più bello, anche se alla fine, anziché tutti assieme come mi è successo prima e dopo a La Spezia, Ferrara e Cuneo, festeggiammo negli spogliatoi. All’ombra del Santo, comunque, conservo ancora delle amicizie. Poche ma buone».

Non manca uno sguardo al presente. Domenica, sfida nella sfida, si confronteranno le punte Brighenti e Neto Pereira: «Due ottimi giocatori, con caratteristiche diverse; il primo è il classico attaccante, il brasiliano ha bisogno di un compagno vicino. Li vedrei molto bene insieme». In questa fase il Padova fatica ad andare a segno: «Fermo restando che le sorprese non mancano mai, sulla carta, vedendo l’organico, credo che i biancoscudati possano fare un buon campionato, ma non ambire alla promozione. Questa è un’altra categoria – aggiunge – e non si può pensare di vincere sempre, anche perché il girone A, che considero una sorta di B2, è più difficile degli altri, con sei o sette squadre attrezzate per primeggiare, grande equilibrio e con società che hanno investito parecchio». E la Cremonese? «Anche là ho giocato. Insegue a vuoto da tanto tempo la promozione. Mi ricorda un po’ il Padova di Cestaro, c’è una proprietà che è una potenza economica, ma bisogna fidarsi delle persone giuste e non sempre succede».

(Fonte: Gazzettino, Andrea Miola)




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