(Red. – Vi proponiamo l’editoriale – dal titolo “Quando la serenità pesa, eccome!” – scritto da Stefano Edel in cui il giornalista del “Mattino di Padova” parla anche del rischio di una clamorosa rottura tra Bergamin e Bonetto come di un'”ipotesi da non scartare”).
Ci risiamo. Le due facce della medaglia del calcio di casa nostra ci mostrano un’immagine lucente da un lato ed è quella del Cittadella, ed un’altra torbida ed ingrigita, quella del Padova. […] Serenità, appunto. Una condizione emotiva che in questo momento non appartiene al Padova, inteso in senso lato. Deludente, purtroppo, la prestazione degli uomini di Parlato al cospetto di un gran bel Pavia, non a caso issatosi al secondo posto, ma appesantita dall’incredibile errore di inserire fra i panchinari, quindi ipoteticamente disponibile per entrare in campo in qualsiasi momento, un giocatore – Amirante – che di fatto lì c’entrava come i cavoli a merenda, non essendo stato ufficializzato come effettivo per il campionato. Premesso che chi fa sbaglia, e solo chi non fa non commette errori, l’aspetto spiacevole delle ore successive alla serata da incubo vissuta allo stadio lombardo è che si è scatenata una caccia al colpevole che non sappiamo sinceramente dove porterà i dirigenti biancoscudati. Il rischio di una clamorosa “rottura” fra i due soci storici del nuovo corso, Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, è un’ipotesi da non scartare. Dal “ci eravamo tanto uniti” del luglio 2014, quando insieme si lanciarono in un’avventura suggestiva ma anche tanto impegnativa, all’attuale “ci stiamo tanto… sopportando” il passaggio è stato sorprendentemente veloce. Appena (ri)approdato al professionismo, da cui era stato estromesso grazie alla fallimentare gestione Penocchio-Cestaro, il Padova vede materializzarsi fantasmi che ritenevamo dissolti definitivamente, primo fra tutti quello di sovrapposizioni di ruoli e di interferenze interne fra i vari soggetti coinvolti nella vita del club che da sempre è considerato uno dei mali peggiori del calcio. Servono trasparenza e chiarezza, una professionalità adeguata alla categoria in cui si è approdati ed una cura maggiore dei particolari: si paghi pure il necessario pedaggio all’adattamento alla nuova realtà calcistica, ma si evitino cadute di stile, e di immagine, così pacchiane. Sembra davvero che capitino solo a Padova certe cose. Per il bene di tutti, sarà il caso di riflettere e ponderare bene il futuro. Non c’è bisogno di altri guai, dopo tutti quelli del lontano e recente passato.