Padova-Mantova, Petkovic imbattuto da 353 minuti: “Pavia? Bisogna andarci con fiducia, se non fosse così…”

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Con lui in porta il Padova ha fatto sempre risultato: pareggio all’esordio in campionato a Reggio Emilia e tre vittorie all’Euganeo senza peraltro incassare gol, per un’imbattibilità che è arrivata a quota 353 minuti, dato che l’unico pallone finito alle sue spalle è quello del reggiano Arma. Proprio con il Mantova è tornato tra i pali, rivelandosi decisivo con l’intervento a inizio ripresa sul tiro a botta sicura di Ungaro quando il risultato era ancora sull’1-0 per i biancoscudati. Ecco Lazar Petkovic. «La cosa più importante era tornare alla vittoria dato che mancava da quattro partite e sono contento principalmente per questo, poi naturalmente sono felice anche per il mio ritorno in campo, è sempre un piacere giocare. Il problema alla coscia è passato, adesso sto bene fisicamente». Anche se nelle quattro partite precedenti la squadra aveva accusato una flessione nei risultati, il suo collega Favaro si era comportato bene in porta.

Si aspettava di partire titolare con il Mantova? «Mi alleno sempre al meglio durante la settimana per farmi trovare pronto nel caso in cui debba scendere in campo, ma ho saputo solo nella riunione tecnica poco prima della partita che sarebbe toccato a me. Quando ho sentito il mio nome ero contento, poi mi sono concentrato per fare il meglio possibile in campo». E si è messo in grande evidenza con quella parata su Ungaro. «Sì, è stata determinante, ma ho fatto solo il mio dovere. E comunque non è stato l’intervento più complicato: sono state più impegnative due punizioni forti e da lontano di Dalla Bona, erano palle velenose con una traiettoria non regolare. Da fuori magari non sembrano difficili, ma un portiere sa che sono tiri sempre insidiosi». Numeri alla mano, come detto, quando gioca il Padova è al sicuro: dieci punti in quattro gare. «È vero, sono soddisfatto per i risultati e anche per aver preso finora solo un gol. È una buona media e speriamo di continuare su questa strada».

Restando al suo ruolo, tra lei e Favaro lo staff tecnico ha stabilito una gerarchia o vi giocate il posto di partita in partita? «Io mi preparo ogni settimana per giocare, poi le scelte spettano all’allenatore. L’importante è farsi trovare pronti, come devono fare peraltro tutti i giocatori della squadra». Però quello del portiere è un ruolo particolare, e il fatto di non sapere chi è il primo e chi il secondo non crea problemi sul piano psicologico? «No, poi ti abitui e rientra tutto nella normalità. Proprio perché è un ruolo particolare, il portiere deve saper convivere anche con altre difficoltà: quando sbagliamo noi, lo vedono tutti. Non è così invece per gli altri ruoli». Tornando alla squadra, il successo con il Mantova ci voleva proprio per risollevare morale e classifica. «Aspettavamo questa vittoria ed è arrivata, anche se non è stata una partita facile come può sembrare dal risultato. Ora dobbiamo essere bravi a dare continuità, altrimenti questi tre punti servono a poco. Sappiamo che sabato ci attende una trasferta difficile, ma dobbiamo guardare a noi stessi ed entrare subito in partita nel modo giusto. Bisogna andare a Pavia con fiducia, se non fosse così è meglio neanche andare a giocare».

(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli)




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