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Ore 21.20 – (Il Piccolo) Tra voci di presunte cordate, difficoltà societarie, vendite imminenti e un’altra partita che si gioca in tribunale, sul campo l’Unione Triestina 2012 continua a galleggiare con onore. E non è poco, considerato il contesto. Il pareggio ottenuto a Belluno in inferiorità numerica dimostra per l’ennesima volta che quella guidata da Lotti è una squadra viva, che non molla niente e a cui non difetta certo il carattere. Un pareggio che ricorda per modalità e situazioni quasi analoghe quello ottenuto a Campodarsego, sul campo di quella che allora si riteneva una matricola, ma che in realtà è la seconda forza del campionato: un campo sul quale non è passata nemmeno la corazzata Venezia, costretta domenica allo 0-0. A dimostrazione che questa Triestina è una squadra dalle potenzialità notevoli. Certo, finora ha avuto più di qualche battuta a vuoto, ma messa in condizioni di serenità di poter lavorare con tranquillità è una compagine che potrebbe avere una classifica migliore. E invece, nonostante i quattro risultati utili consecutivi, deve guardarsi sempre con attenzione alle spalle. «Per noi è fondamentale trovare continuità – ha detto Lotti alla fine della sfida di Belluno – e il quarto risultato utile di fila ci dà morale e aiuta a lavorare in un certo modo in settimana». Tutto vero, ma scorrendo la classifica la situazione è tutt’altro che tranquilla, causa proprio i black-out che avevano colpito la squadra nella prima parte di campionato. L’Unione in effetti è in pratica a metà graduatoria, ma considerato il grande equilibrio del girone, si trova appena un punto sopra i play-out. E questo dando per scontati i tre punti ottenuti con il Mestre, che scontati invece ancora non sono visto che il giudice sportivo deve ancora esprimersi sul reclamo della società veneta (probabile che l’esito si sappia domani). Ci fossero su quel lato delle brutte sorprese, allora la situazione si farebbe complicata e la squadra di Lotti si troverebbe terzultima nonostante il filotto positivo. In ogni caso, se messa al riparo da turbolenze esterne (cosa tutt’altro che scontata), la squadra sulla carta non dovrebbe avere certo problemi a salvarsi. Non sono solo le prove di carattere come quella di Belluno a dirlo, ma anche un parco giocatori che compone un mazzo dal quale pescare di volta in volta una carta vincente. Sotto questo aspetto, il reintegro di Zanardo è stato fondamentale: dopo il cross per Kabine che ha dato la vittoria a Fontanafredda, domenica l’attaccante si è procurato il rigore del pareggio che poi ha trasformato. Ma prima di ripensare al campionato, ora per la Triestina c’è la Coppa Italia e la sfida quasi impossibile di domani con il super Venezia: si gioca a Monfalcone alle ore 19.
Ore 20.50 – (Corriere delle Alpi) Partito per i play off, il Belluno ridimensiona le proprie ambizioni e pensa… alla salvezza. Dopo l’ennesimo pareggio, questa volta contro la Triestina, mister Vecchiato ha fatto capire che la squadra deve pensare solo a fare punti per salvarsi. Lo stesso messaggio lo ha voluto trasmettere il DS Augusto Fardin, che che è stato più duro uscendo con un «così retrocediamo», facendo riferimento all’ennesima X stagionale e all’ennesimo gol subito nel finale, senza essere riusciti a chiudere il match nonostante la possibilità per farlo. Lo stesso capitano Corbanese non ha voluto difendere la squadra, ma si è dimostrato scocciato della situazione. Dopo dieci giornate i punti sono molti meno di quelli che ci si poteva aspettare, ma una nota positiva si può leggere dalle prestazioni in crescita dell’esterno Marco Farinazzo, al secondo gol stagionale dopo quello messo a segno nel derby col Ripa Fenadora. Cosa non sta funzionando? «Bella domanda, se lo sapessimo avremmo già posto rimedio – commenta il giovane classe 1996 – l’unica strada è lavorare duramente. Contro la Triestina siamo stati bravi a recuperare allo svantaggio iniziale, ma dopo avremmo dovuto continuare a martellare senza fermarci. Per assurdo, l’espulsione del loro giocatore ci ha penalizzato, giocavamo meglio in undici contro undici. Nel complesso ho visto una squadra equilibrata sia nel primo che nel secondo tempo. Il rigore? Non lo so». Secondo gol stagionale. Farinazzo è velocissimo e i suoi gol stanno diventando sempre più importanti per la squadra. «Sono partito sulla sinistra in grande velocità – racconta Farinazzo – poi ho deciso di tirare ed è andata bene, il portiere è riuscito solo a toccare la palla senza impedire che entrasse. Pensava che avrei messo in mezzo la palla e ha fatto un passo verso l’esterno». Domani si torna in campo. Mercoledì alle 18.30 il Belluno gioca il primo turno di Coppa Italia in casa del Montebelluna. Vecchiato deve fare i conti con gli infortuni di Paolo Pellicanò e Davide Solagna, oltre a quello di domenica di Simone Corbanese, che ha lasciato il campo alla mezzora del primo tempo per un problema all’adduttore. Il Belluno si è allenato ieri pomeriggio e lo farà anche oggi in vista del match di domani. In campionato la sfida tra le due squadre è finita con la vittoria dei gialloblù al Polisportivo.
Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) Bentornato, Massiliano Pesenti. Dopo tre mesi da quel noiosissimo infortunio e conseguente operazione alla caviglia (problemi di cartilagine), l’attaccante è tornato a calcare il rettangolo verde. Seppur per quattro minuti, il centravanti di Treviglio ha fatto vedere il desiderio di giocare che dentro di se è cresciuto di giorno in giorno. «Già essere in panchina per me era importante – spiega – ho lavorato sodo per tornare a essere quello che ero prima dell’infortunio. La mia autonomia attuale? Dovrei resistere almeno un quarto d’ora». Mister Colombo non ha visto una bella partita, ma sostiene che la sua squadra abbia tirato fuori gli attributi… «E’ stata la vittoria più difficile di quelle che abbiamo centrato. Siamo un gruppo solido, unito e prima o poi la partita la porta a casa». Non avete subito un solo tiro in porta… «Eravamo messi bene in campo: loro arrivavano sulla trequarti e potevano contare solo su qualche rimpallo o sulle “seconde”. Noi eravamo uniti su tutti i reparti». In quattro minuti, ma è riuscito a stoppare egregiamente un pallone altissimo e a conquistarsi con grinta una punizione sul centrocampo. «E’ stata una bella iniziazione di fiducia: dopo tre mesi fuori, non è facile entrare sull’1-0, con la squadra che sta facendo bene in una partita che forse si doveva chiudere prima. Sono contento e ringrazio i tifosi: appena sono entrato mi hanno fatto la “ola”. E’ stato piacevole». Lei ha una voglia di giocare esagerata… «Sì, mangerei l’erba del campo per la voglia che ho. Ne ho patite tante in carriera e ho voglia di dimostrare il mio valore a Reggio dopo una stagione catastrofica all’Albinoleffe». A Bolzano firma per un pareggio? «No, si va per vincere. Bisogna pensare solo a vincere, poi se l’avversario che se si dimostrerà più forte, gli stringeremo la mano. Dobbiamo andare convinti, ma coi piedi per terra: conosco questo girone, se molli la tensione un solo attimo, è facile essere castigati».
Ore 20.00 – (Gazzetta di Reggio) Non è facile sostituire una colonna come Mirko Bruccini, ma Paolo Bartolomei, classe 1989, è un centrocampista di qualità e calciatore intelligente. Non avrà brillato contro la Cremonese, ma nella ripresa è stato uno dei pochi ad avere la lucidità di giocare palla a terra. Bartolomei, è stata una vittoria che dà consapevolezza? «Non avremo giocato bene come in altre occasioni, ma abbiamo dimostrato che siamo sulla strada giusta per arrivare in alto. In queste categorie conta il gruppo: con la Cremonese abbiamo vinto di squadra senza mai mollare di una virgola. La volevamo portare a casa in tutti i modi e credo si sia visto». La Reggiana guida la classifica: quanto potrà durare? «Non dobbiamo pensare di aver vinto il campionato, è appena iniziato. Non voglio dire dove arriveremo, ma se facciamo prestazioni come quella con la Cremonese sotto il punto di vista del gruppo, possiamo arrivare davveroi in alto». Che ricordi ha del Torneo della Montagna? Lei giocato nel Rondinara… «Sarà stato cinque anni fa, credo. Ho conosciuto Enrico Benevelli tramite un ex calciatore, Zaniolo, e siamo venuti qui a fare questo torneo». Dove giocava? «In serie D, con la Massese. Arrivammo in semifinale, ma dovetti lasciare perché dovevo andare in ritiro con il Pontedera. Fu una bella esperienza». La Reggiana può essere il trampolino per la sua carriera? «Ci credo molto, in questo progetto. Ho perso la serie B con il Teramo, ma spero di riprendermela qui a Reggio: ci sono tutti i presupposti per andare su». Sabato c’è l’impegno a Bolzano: a caccia della cinquina? «Il SudTirol ha perso con il Cuneo, ma non significa niente. E’ un campionato in cui puoi vincere e perdere con chiunque: noi scenderemo in campo vogliosi di dimostrare che siamo la Reggiana, lottando senza presunzione». Gioca da mezzala, preferisce giocare da regista? «Ho fatto tutti i ruoli del centrocampo e vado dove mi mette il mister».
Ore 19.40 – (Gazzetta di Reggio) «Nel primo tempo ho visto una bella Reggiana e una discreta partita. Nel secondo è stata forse meno bella, ma habadato decisamente alla sostanza e meno all’estetica. Abbiamo portato a casa i tre punti, che era la cosa importante». Il direttore generale Raffaele Ferrara, il giorno dopo la quarta vittoria consecutiva, analizza così i due volti della Reggiana nel match vinto con la Cremonese. Tutti sono concordi nell’indicare Dario Maltese quale miglior in campo, anche se Colombo lo ha sferzato, dicendo che deve crescere in personalità… « Noi sappiamo che è un ottimo giocatore. Forse con un po’ più di cattiveria calcistica sarebbe il top. Ma visto che non è tanto vecchio c’è tempo per una crescita ulteriore». Ora si va a Bolzano con l’entusiasmo alle stelle… «Una partita molto difficile. Sarò monotono ma dico che dobbiamo continuare a tenere i piedi per terra perché conosciamo come vanno queste cose. I tifosi è giusto che siano entusiasti e sognino, noi invece dobbiamo fare valutazioni partita dopo partita». A proposito di entusiasmo: allo stadio c’erano quasi cinquemila spettatori, tra abbonati e paganti mentre con il Renate erano circa mille in meno. Come giudicate la risposta del pubblico? «Ho notato che nei distinti c’era più gente del solito. La curva era numerosa come sempre. Direi che siamo molto soddisfatti. Penso ad esempio alle trasferte in cui siamo seguiti da tanti tifosi che danno una bella mano alla squadra e si fanno sentire per tutto il tempo». Avete sempre sostenuto Cristian Andreoni; ora che è arrivata la squalifica a quattro anni come vi muoverete? «Siamo sempre stati e restiamo vicini al ragazzo. Aspettiamo di vedere cosa succederà: lui resta con noi fino a quando non avremo una situazione chiara e definitiva». Torniamo alla partita con la Cremonese. Il suo valore aggiunto? «La grande determinazione e la voglia di vincere questa gara a tutti i costi». Una prova di maturità? «Io direi una prova di forza. Siamo una squadra giovane e giochiamo con qualche giovanotto in più rispetto ad altre squadre. Direi che questo aspetto si vede e mostra i suoi lati positivi». Sarà sempre più difficile continuare a dire che non si hanno ambizioni. «Credo che la città meriti questo tipo di campionato al vertice. I tifosi per adesso non possono che essere contenti di quello che sta accadendo in campo, speriamo duri». COPPA ITALIA: LA DATA. La Reggiana esordirà nella Coppa Italia di Lega Pro mercoledì 18 novembre, al Città del Tricolore, alle ore 20.30: gara secca contro la vincente del confronto Mantova-Spal.
Ore 19.10 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova avrà poco tempo per raccogliere i cocci e rimettersi in riga. Domani infatti è in programma il match di Coppa Italia al Martelli contro la Spal: si tratta del primo turno a eliminazione diretta. A dirigere l’incontro (in programma alle 18.30) sarà il signor D’Apice della sezione Aia di Arezzo. Chi passerà il turno incontrerà la Reggiana. La Lega Pro ha già fissato data e ora del match: in campo al Mapei Stadium mercoledì 18 novembre alle 20.30.Va ricordato che la trasferta di domani è stata vietata ai tifosi ferraresi. Per quanto riguarda i biglietti sono reperibili in prevendita nei classici punti distribuzione TicketOne. Questi i prezzi: tribuna centrale 15 euro; tribuna laterale 10 euro; Curva Te 5 euro. Il settore distinti non è disponibile. Oggi il Mantova Point sarà aperto dalle 12 alle 19, mentre domani dalle 10 alle 17. In seguito saranno attivi i punti vendita delle Aquile. Attiva anche la promozione “Settimana biancorossa” con prezzi scontati per chi volesse acquistare il tagliando di Coppa Italia e quello del match di sabato con la Giana Erminio.
Ore 18.50 – (Gazzetta di Mantova) L’originale l’avevamo in casa e ce lo siamo fatti scappare, adesso proviamo a rifarci prendendo una copia ben riuscita. La battuta è scontata quando si apprende che a guidare il Mantova sarà chiamato – a meno di sorprese – il 36enne croato (di Spalato come Juric) Javorcic, che per giunta si chiama Ivan. A “garantire” per l’ex allenatore del Brescia è però proprio l’ex tecnico del Mantova, che attualmente sta facendo sfracelli con il Crotone in serie B: «Sì, conosco Javorcic ed è un ragazzo che sa lavorare – dice Juric, interrogato in merito -. Si è fatto da solo lì a Brescia, senza l’aiuto di nessuno. È una persona seria, che sa lavorare e che ha sempre una grande voglia di lavorare. Gli auguro di fare bene, sono convinto che potrà ottenere risultati perché comunque il Mantova di quest’anno ha ottimi calciatori». Juric spiega poi come nasce il rapporto con Javorcic: «Siamo della stessa città, Spalato. Ed è normale che quando ci si incontra si tende a familiarizzare. Ci siamo incrociati in diverse circostanze e abbiamo cominciato a sentirci. Qualche volta è venuto anche a vedere il Mantova l’anno scorso, per esempio a Salò. Altre volte siamo andati insieme a vedere delle partite. Non direi che siamo amici, ma buoni conoscenti sicuramente sì». E Juric ammette anche di aver sentito Javorcic «negli ultimi giorni», segno evidente che il tecnico croato si è subito rivolto a lui per avere informazioni su Mantova e sul Mantova quando ha capito di poter essere scelto dalla dirigenza biancorossa per sostituire Maspero.
Ore 18.30 – (Gazzetta di Mantova) «Io sono a casa mia a San Marino, non ho sentito nessuno e non sono riuscito a contattare il presidente. Domani (oggi per chi legge, ndr) verrò a Mantova e vedremo se la proprietà avrà qualcosa da dirmi». Sono queste le uniche parole del direttore sportivo Alfio Pelliccioni, clamorosamente tagliato fuori negli ultimi giorni dalla società mentre si susseguivano riunioni per scegliere il sostituto di Maspero. Allenatore che peraltro in estate era stato scelto prima della sua conferma e sul cui rendimento dunque non gli si possono certo attribuire colpe. La società, comunque, evidentemente vuole cambiare oltre al mister anche il ds. Come accaduto per Maspero, però, anche a Pelliccioni non è stata detta una parola e questo lascia davvero molto perplessi. In giornata, comunque, la situazione si dovrebbe chiarire e probabilmente si capirà anche se troveranno conferma ufficiali le indiscrezioni che parlano di Christian Botturi come nuovo ds.
Ore 18.10 – (Gazzetta di Mantova) Una giornata quasi infinita quella vissuta dal club biancorosso. Tante voci, incontri serrati fino al rompete le righe in tarda sera. Questa la cronostoria di quanto accaduto ieri. Ore 10.30. Sul Centrale Te inizia l’allenamento dei biancorossi, a sorpresa a guidarlo c’è mister Riccardo Maspero. Scuro in volto, il tecnico prima raduna la squadra per un discorso globale, poi si intrattiene con ogni singolo giocatore. Con lui Paolo Musso nello scomodo ruolo di team manager e figlio del presidente. Ore 12.20. La seduta di allenamento finisce, Nessuno dei protagonisti rilascia dichiarazioni, tutti si affrettano a raggiungere gli spogliatoi. Ore 13.45. Il presidente Sandro Musso arriva in sede e convoca uno ad uno i giocatori della rosa. Circa 15 minuti di colloquio singolo con tutti gli atleti. Una discussione sulle problematiche personali e di squadra più che sulla guida tecnica. Ore 14.35. Mentre in sede proseguono i colloqui inizia l’allenamento della Berretti guidata da mister Elia Pavesi. Ore 16.10. Ivan Javorcic arriva a Mantova ed entra negli uffici di Viale Te per incontrare i dirigenti biancorossi. Ore 16.45. Pavesi dopo aver concluso l’allenamento con la sua Berretti raggiunge Musso e Javorcic in sede. Ore 17.50. Javorcic esce dallo stadio, poco dopo anche Pavesi lascia gli uffici per fare la doccia. Il tecnico mantovano infatti aveva raggiunto il summit ancora in tenuta da allenamento. Ore 18 circa. Entrambi tornano nel ventre del Martelli per proseguire il faccia a faccia con Sandro Musso. Presente all’incontro anche il responsabile del settore giovanile Christian Botturi. Poco dopo arriva anche Gabriele Graziani, convocato dai dirigenti. Ore 20. Non trapelano notizie sul futuro tecnico della squadra biancorossa. I cronisti, in attesa di capire l’evolversi della situazione, restano in zona stadio. Ore 21.40. La Gazzetta contatta telefonicamente mister Riccardo Maspero per capire se il tecnico ha ricevuto novità in merito alla sua posizione. Secca la riposta dell’allenatore: «Non so assolutamente nulla. Immagino ci siano valutazioni in corso ma non sono in attesa di nessuna chiamata». Ore 22.16. Si chiude la riunione fiume di Viale Te. Dalla sede escono alla spicciolata Ivan Javorcic, Christian Botturi, Gabriele Graziani, Elia Pavesi, il direttore operativo Matteo Togni e il socio Piero Raccagni. L’unico a fermarsi per commentare la situazione è il presidente Sandro Musso che rimanda l’ufficializzazione di ogni decisione alla giornata odierna.
Ore 17.50 – (Gazzetta di Mantova) L’ufficialità arriverà soltanto questa mattina, ma – a meno di clamorose sorprese – Riccardo Maspero sarà esonerato e sulla panchina del Mantova si siederà il 36enne allenatore croato Ivan Javorcic, affiancato nel ruolo di vice da Gabriele “Ciccio” Graziani. Parafrasando Fantozzi, anche se in realtà non c’è nulla da ridere, si potrebbe dire che l’Acm punta su “Ivan il terribile 32esimo, diretto discendente di Ivan il terribile I”. Javorcic, infatti, è di Spalato come Juric, è un suo buon conoscente e gode della stima dell’ex mister dell’Acm. È questo l’esito – comunicato da un presidente Sandro Musso visibilmente provato – dell’interminabile giornata biancorossa. Sono le 22.15 quando la riunione-fiume nella sede di Viale Te si scioglie e da ore negli uffici sono chiusi con il massimo dirigente Ivan Javorcic, Elia Pavesi e Gabriele Graziani. A parlare è però soltanto Sandro Musso: «È stata una giornata difficile – afferma – perché ho dovuto fare una scelta molto sofferta dal punto di vista umano. Però qualcosa bisognava fare e mi auguro di aver fatto la cosa giusta. Ripeto, sono triste – aggiunge senza mai riuscire a pronunciare il nome di Maspero – per la persona alla quale voglio esprimere la massima stima dal punto di vista umano. Purtroppo non sempre le cose vanno come si spera». Dunque Riccardo Maspero è esonerato? «Prima devo parlare con lui, la comunicazione ufficiale ci sarà domani mattina». Ma il dado sembra proprio tratto. Quando gli si chiede poi chi siederà sulla panchina biancorossa, Musso spiazza tutti: «Ripeto, non posso ufficializzare ancora nulla, ma si va verso una gestione di mister Javorcic, con vice Graziani». Il nome del tecnico croato era circolato fin dalla vigilia della sfida casalinga con il Lumezzane, ma come ci si è arrivati? «Ne conosco il vissuto – risponde Musso -, è una figura molto stimata a Brescia, dove ha guidato le giovanili e ha fatto vedere buone cose anche in prima squadra». In realtà da domenica sera e per tutto il pomeriggio di ieri era parso di capire che fosse Elia Pavesi il tecnico designato. Ma a sorpresa manca proprio il suo nome nel nuovo staff biancorosso in pectore. La netta sensazione è che all’allenatore della Berretti non sia piaciuta l’idea di collaborare con Javorcic, ma Musso nega che le cose stiano così: «No, Pavesi non ha rifiutato. È che noi abbiamo due talenti, lui e Graziani e ci serviva che uno restasse nella Berretti per avere un forte collegamento con la prima squadra. Non potevamo puntare su entrambi anche perché non ci piaceva il giro dei cartellini (nè Ciccio nè Pavesi sono dotati di patentino per allenare in Lega Pro, ndr) e dunque ci siamo avviati verso una scelta di questo tipo». Da sciogliere stamani resta anche il nodo dell’eventuale nuovo staff tecnico, nel quale magari potrebbe entrare Mirko Bellodi come preparatore dei portieri. A latere resta poi la questione ds, visto che negli uffici di Viale Te ieri c’era il responsabile del vivaio Christian Botturi e non Alfio Pelliccioni, che rientrerà oggi da San Marino. Sembra evidente che non convocare il ds quando si sta scegliendo il nuovo allenatore equivalga a un esonero. Ma anche in questo caso non c’è nulla di ufficiale, tanto meno sull’eventuale successore, che potrebbe essere proprio Christian Botturi. Di certo, sia l’addio a Maspero (lasciato allenare ieri mentre si era già deciso di mandarlo via) e sia quello eventuale a Pelliccioni potevano essere gestiti molto meglio sotto il profilo del rispetto delle persone.
Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Il segreto è la continuità. Essere tosti per un mese riesce a tutti, per 6 mesi a pochi e per 10 a pochissimi -. Sono parole di Maurizio Sarri, tecnico che va per la maggiore di questi tempi -. Per diventare grandi – continua il pensiero dell’allenatore del Napoli – bisogna giocare tutte le partite ad alto livello». Tre livelli di calcio più sotto, a Pordenone, dopo appena 2 vittorie e 5 pareggi, abbiamo cominciato tutti a dissertare se il ramarro 2015-16 sia «solo» buono o già «grande». La risposta è arrivata da Lumezzane, in Val Gobbia, dove i neroverdi hanno subito la prima sconfitta stagionale (0-2, come nella scorsa stagione con ancora Zauli in panca). MEA CULPA – «Siamo stati troppo leziosi, lenti e prevedibili – ha spiegato a caldo Bruno Tedino, in diretta telefonica al Roxy Bar Sport Nordest di Tpn -. Tutto il contrario di come avevamo preparato la partita». Onore al tecnico, che ammette gli errori suoi e dei ragazzi. Uno stop dopo 7 risultati consecutivi è accettabile per una piazza come Pordenone, a patto che le aspettative non siano lievitate esageratamente nei primi due mesi di campionato. NON ANCORA MAGNO – Dopo i fasti del post Sudtirol, con la ribalta del miglior gol (in rovesciata) di giornata, De Cenco è tornato quello che sbaglia i gol più facili. Sfortunato Finocchio, che ha centrato una traversa. I problemi maggiori però sono arrivati dal centrocampo con un Mandorlini «normale», un Pasa «normale» (capace oltretutto di sbagliare due gol) e un Pederzoli invece non «normale» per le sue doti. Se non gira Alex, ne risente la squadra. Anche lui, per diventare veramente «Alessandro Magno», deve trovare e garantire continuità nell’eccezionalità. REAZIONE INSUFFICIENTE – Da salvare a Lumezzane i primi 15′ della ripresa. «Sì – concorda Tedino -, abbiamo fatto un quarto d’ora importante e costruito diverse palle-gol. Anche se avessimo segnato però – ammette -, non avremmo nascosto una prestazione complessivamente sotto tono». ROTTAMAZIONE PARZIALE – Ieri i ramarri erano di nuovo già sul rettangolo del De Marchi per cominciare a preparare il big match di sabato in notturna (20.30) con la Virtus Bassano. «Possiamo dire di tutto a questi ragazzi, ma – sottolinea Tedino – non che non si applichino con intensità e non amino la maglia. Per uno scivolone come quello di Lumezzane non dobbiamo buttar via quanto di buono abbiamo fatto nei primi 60 giorni. Riprendiamo a lavorare – conclude il tecnico – pronti, carichi e consapevoli di dover incontrare sabato la capolista».
Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Con quello di Lumezzane fanno tre rigori subiti, di cui due nelle ultime due gare. Il Pordenone si trova al secondo posto in questa speciale classifica. Solo la Pro Patria ha incassato più penalty, ovvero 5 in tutto. I “ramarri” si trovano alla pari col Pavia. Dietro, tutte le altre rivali tra cui alcune, come la prossima avversaria Bassano, che non ha avuto neppure un rigore contro. È un’altra tendenza da fermare, anche se pure la massima punizione concessa al Lumezzane è parsa dubbia (come del resto quelle con Cremonese e Pro Piacenza) e causata da un giocatore – Marchi – non è al top della condizione. L’ex Como, infatti, ha un problema alla caviglia. Tedino non può neanche farlo rifiatare, visto che Andrea Ingegneri (in foto), il terzo centrale, ha ripreso solo la scorsa settimana ad allenarsi col gruppo. La speranza del tecnico è portare Ingegneri tra i convocati col Bassano, l’ex squadra del difensore romagnolo. A proposito, da ieri è attiva la prevendita dei biglietti per la sfida di sabato (inizio alle 20.30): prezzi e punti vendita sono quelli consueti.
Ore 16.40 – (Messaggero Veneto) La sconfitta – la prima in campionato – prima o poi doveva arrivare. Ma non è questo, il punto. Il ko col Lumezzane ha evidenziato ancora una volta il problema del Pordenone: i secondi 45 minuti di gioco. Per quanto abbia creato, e sfiorato il gol, la squadra di Tedino ha subìto, come in tutte le gare, le reti nella ripresa. Non solo: Tenendo conto solo dei secondi tempi, i neroverdi sarebbero terzultimi con appena 5 punti, davanti soltanto al Renate (4) e alla Pro Patria (1). Ramarri versione dottor Jekyll e mister Hyde: strepitosi nei primi 45’, preoccupanti nella ripresa. La statistica. Il Pordenone, sinora, ha incassato 8 reti, tutte nei secondi tempi. Con la Pro Piacenza, la prima giornata, il rigore del pari è arrivato a 11’ dalla fine; col Mantova Carini ha segnato la rete dell’1-1 al 52’, stesso minuto in cui la Pro Patria, con Taino, aveva accorciato le distanze. Con Cremonese e Alto Adige i centri valsi il pari sono arrivati nell’ultimo quarto d’ora: Forte, per i grigiorossi, aveva segnato al 75’, Gliozzi per gli altoatesini negli ultimi 5’. A Lumezzane, infine, i due gol incassati da Tomei sono maturati tra il 68’ e il 70’. Insomma, nel secondo lato del match è tutto un altro Pordenone rispetto a quello visto nei primi tempi, parte della gara in cui convince (avrebbe 20 punti al 45’). L’analisi. Da qui il terzultimo posto nella speciale classifica, davanti soltanto alle due “cenerentole” lombarde. Una spiegazione: I “ramarri”, per scelta, tengono il ritmo molto alto nel corso del primo tempo: sarebbe impensabile, per certi versi, avere una simile intensità per tutto l’arco dei 90’. Meglio distribuire in maniera più equa le risorse? Difficile dirlo, anche perché a Lumezzane si è visto in realtà il contrario, con una prima frazione sottotono e un inizio di ripresa travolgente. Poi l’episodio del rigore e l’immediata rete del raddoppio. A ogni modo i numeri non tradiscono: Tedino deve correre ai ripari. Il mese. Già, perché di fronte il Pordenone ha un mese tostissimo. Comincia sabato alle 20.30 col Bassano al Bottecchia, poi tre trasferte sulle altre 4 gare del mese, in stadi e con avversari da paura: Padova l’8 novembre, quindi Reggiana e Feralpi Salò inframmezzate il 15 dall’impegno casalingo con l’Alessandria. Ciclo di fuoco. Ma questo campionato insegna che nulla è scontato, visto che l’Albinoleffe, sabato scorso, ha battuto l’ex capolista Cittadella. Un motivo per essere fiduciosi in vista di questo novembre terribile.
Ore 16.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 15.40 – Qui Guizza: partitella a campo ridotto. Regolarmente in gruppo anche Corti e Neto Pereira, ieri in permesso per motivi personali.
Ore 15.20 – Qui Guizza: prime esercitazioni anti-Pavia.
Ore 15.00 – Qui Guizza: inizia la seduta pomeridiana.
Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) A volte si rischia di scivolare quando meno te lo aspetti, sulla più classica delle bucce di banana. Il Bassano si gode il primo posto e lo scampato pericolo contro la Pro Patria, ma quanto accaduto sabato al Mercante, con la partita sbloccata solo nel finale da Proietti, servirà da monito per il futuro. Se si fosse pareggiato contro l’ultima della classe, a lungo andare i due punti persi sarebbero stati pesanti come macigni. Invece l’1-0 strappato con le unghie e con i capelli ha permesso a Stefano Sottili di mettere la freccia in testa, scavalcando il Cittadella e innestandosi nuovamente in vetta alla classifica al pari della Reggiana: «Era importante vincere – spiega Mattia Proietti – è stata una partita difficile, ma per fortuna non abbiamo avuto fretta e siamo riusciti a sbloccarla in extremis. Ho finito giocando terzino per l’infortunio di Semenzato e mi sono abbassato, siamo stati bravi a non soffrire, concedendo quasi niente agli avversari. Sarà pur vero che la Pro Patria è l’ultima della classe, ma questo è un campionato in cui ci sono trappole ad ogni angolo. Il Cittadella ha perso a Bergamo, a dimostrazione di quanto sia difficile questo campionato. Il pubblico alla fine ha esultato, ma se devo dire la verità ci piacerebbe che anche in partite difficili come quella che abbiamo vissuto si sentisse qualche mugugno in meno allo stadio. Penso che abbiamo dimostrato quanto teniamo a questo campionato ed essere primi ne è la miglior testimonianza. Mi auguro che la gente lo capisca». Proietti non segnava da un anno, ma quando gonfia la rete, fa sempre gol decisivi: «Era capitato anche a Bolzano contro il SudTirol – sorride – è passato oltre un anno, ma anche in quel caso diciamo che fu un gol importante per la squadra. Adesso ci aspetta una trasferta molto delicata a Pordenone. Lo scorso anno vincemmo, ma quest’anno loro sono molto più attrezzati e lo stanno dimostrando. Ci vorrà il miglior Bassano».
Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Un tempo si limitavano ad «aggrapparsi» alla recinzione urlando o passando «pizzini» con indifferenza. Poi però sono arrivati i cellulari e tutto è diventato più facile. Tuttavia Antonio Andreucci, tecnico del Campodarsego, ha inventato un modo inedito di dribblare la sua squalifica, arrampicandosi su un’impalcatura fin «sopra» la panchina dei suoi. Un escamotage plateale notato da tutti i 1200 dello stadio Gabbiano. «Meglio fingere di non vedere senza arrabbiarci – laconico il ds Perinetti -. Fa sorridere anche perché il commissario di campo prima della gara ha allontanato i nostri dirigenti dall’area degli spogliatoi, lasciando poi correre sul loro mister». Il quale è ora a rischio squalifica-bis per recidiva (se l’arbitro Luciani di Roma avrà riportato l’episodio nel referto) visto che la giustizia sportiva vieta esplicitamente all’allenatore squalificato di impartire direttive. «Restiamo un po’ perplessi ma guardiamo avanti, prendiamo anche questo tipo di situazioni come uno stimolo per lasciare il prima possibile la serie D».
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Non aveva mai segnato meno di due gol, sommandone 25 nelle prime 9 partite. La «prima volta» del Venezia capolista è arrivata due giorni fa a Campodarsego, con il big match in casa della prima inseguitrice terminato 0-0. Numeri alla mano un’occasione persa per salire a +7, visto che la Virtus Vecomp è caduta a Tamai scivolando a -6 agganciata dalla Calvi Noale. «Per salire in Lega Pro sarà sufficiente arrivare all’8 maggio con un punto in più delle altre, peraltro nessuno qui ha mai detto che dobbiamo stravincere il campionato con 20 punti di margine – sottolinea il ds Giorgio Perinetti -. Ciò premesso sono sicuro che non ci prenderanno, lo vinceremo e anche con un buon margine, perché gara dopo gara il nostro atteggiamento è sempre stato umile e convinto, mai di sufficienza. Direi che con 8 vittorie e 2 pareggi si può essere contenti». A Campodarsego il Venezia ha finito, invano, con tutti gli attaccanti disponibili in campo. «A loro probabilmente manca un rigore causato da Modolo, il loro portiere però ha compiuto almeno tre miracoli. Per i nostri avversari ospitare il Venezia è stato un evento storico, hanno fatto la partita della vita. Il campo stretto non ci ha consentito di sviluppare il nostro consueto gioco «arioso» ed eravamo anche privi di Calzi e Serafini i quali, anche se chi ha giocato ha fatto in pieno la sua parte, ci sarebbero stati utili. Non a caso erano stati i nostri primi acquisti». Mister Favaretto è tornato a poter contare su Barreto, per quanto ancora non al top. «Vitor aveva una sola settimana di allenamenti nelle gambe con i compagni, una mezzoretta gli è bastata per servire ad Acquadro il potenziale gol vittoria. È sulla via del pieno recupero e ci darà una grossa mano – prevede Perinetti -. Ora sotto con la Coppa Italia, vogliamo onorarla e toccherà ai giocatori che finora hanno avuto meno spazio». Domani il match ad eliminazione diretta con la Triestina si giocherà a Monfalcone (alle ore 19) e ci sarà la possibilità di dare spazio a chi necessita di ritrovare il ritmo partita al più presto. Per il campionato invece domenica al Penzo (ore 14.30) arriverà il Levico ko per 2-1 nel derby trentino col Dro. Sarà un’ottima occasione per i lagunari di riprendere la marcia vincente.
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Primo pareggio della stagione senza gol per il Venezia, che trova sul suo cammino un Campodarsego meritatamente secondo in classifica e imbattuto. Nessun dramma in casa arancioneroverde, per uno stop che può persino fare bene al gruppo, obbligato così a mantenere sempre alta l’attenzione: «Nessuno ha mai detto che vinceremo tutte le partite. Vogliamo ottenere la promozione, questo sì. Quel che conta è mantenere sempre lo stesso atteggiamento, essere sempre concentrati e non rilassarsi mai», commenta il ds Giorgio Perinetti all’uscita dall’allenamento della squadra sui campi del Taliercio. Niente giorno di riposo, visto che domani l’undici di mister Favaretto sarà di nuovo in campo per il turno di Coppa Italia: si gioca a Monfalcone (ore 19), ma contro la Triestina. Probabile il turn over. Anche il Mestre, reduce dal successo di sabato sul Giorgione (1-0), domani sarà impegnato in Coppa e ritroverà proprio i rossostellati di Castelfranco: l’appuntamento è alle 14,30 sul campo casalingo di Mogliano. Anche la Clodiense, sconfitta domenica a Legnago per 2-1 e sempre più sola in coda alla classifica del girone D, è impegnata in Coppa Italia e affronterà al «Ballarin» (ore 14,30) il Campodarsego. Intanto il Calvi Noale, grazie al successo sul Monfalcone (2-1), risale in terza posizione agganciando la Virtus Vecomp a quota 20, sconfitta a Tamai.
Ore 13.10 – (La Nuova Venezia) Dal campionato alla Coppa Italia per una sfida che riporta indietro nel tempo. Intanto il Venezia si lascia alle spalle le prime dieci partite di campionato con un ruolino di marcia (otto vittorie e due pareggi) che tutti avrebbero sottoscritto alla vigilia dell’esordio di Dro. Domani è in programma il primo turno a eliminazione diretta della Coppa Italia di categoria, il sorteggio ha raccoppiato la Triestina al Venezia, ma non si giocherà al “Nereo Rocco”, bensì sul rettangolo dello stadio comunale di Monfalcone dove gli arancioneroverdi si sono già esibiti (16 settembre, 2-1) in campionato contro la squadra di Godeas. Per di più si giocherà in seminotturna con fischio d’avvio alle ore 19. È la tappa intermedia del match casalingo contro il neopromosso Levico, e domani Favaretto darà spazio a chi finora ha giocato meno, come è accaduto nel turno preliminare a Villafranca Veronese (4-1). Sicuri i rientri di Serafini (out con Calvi Noale e Campodarsego) e di Calzi, bloccati dalle rispettive squalifiche, poi oggi il tecnico farà i conti con i presenti prima di compilare la lista dei convocati: ieri erano assenti Di Maio, messo al tappeto sabato notte dalla febbre, tanto che è stato convocato in extremis Seno (come prima del derby con la Calvi Noale per il forfait di Cantini), mentre Ferrante e Carbonaro hanno avuto un giorno di permesso per rientrare a Palermo. Gianni Fabiano, ieri fermo, è uscito dal campo di Campodarsego con un dito dolorante, il trequartista potrebbe essere uno dei giocatori che Favaretto terrà a riposo. Ritornerà al centro della difesa Beccaro, magari insieme a Cernuto, poi la scelta degli under sarà dettata dai giocatori disponibili, con Malagò pronto a far rifiatare Gualdi a centrocampo e Barreto che potrebbe partire anche dall’inizio con l’opzione di sistemarsi al fianco di Serafini oppure dietro le punte, al posto di Fabiano, con il ritorno in attacco di Innocenti. Ieri pomeriggio Favaretto ha diviso i giocatori in due gruppi con seduta defatigante per chi ha giocato l’intera partita a Campodarsego, ma ha ribadito l’intenzione di voler vincere anche in Coppa.
Ore 12.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Alla vigilia della gara che si giocherà stasera al «Provinciale» di Trapani, è sempre la sconfitta interna subita venerdì sera dal Novara a tener banco. Ma più che lo stop casalingo, a preoccupare è stato l’atteggiamento quasi remissivo del Vicenza, anche se Pasquale Marino prima della partenza per Trapani ha cercato di spiegare bene come stanno le cose. «Non mi preoccupa la sconfitta, abbiamo sbagliato una partita e questo non lo neghiamo di certo perché siamo consapevoli di aver giocato male e di aver sbagliato specialmente nella ripresa – spiega il tecnico del Vicenza – ma può capitare, anche perché finora questa squadra di prestazioni brutte ne ha fatte poche. In questa prima fase di campionato abbiamo giocato quasi sempre all’altezza della situazione, e quindi resto fiducioso per il futuro anche perché la squadra non può perdere in una frazione di gioco tutto quello che ha fatto sino ad ora. Siamo sereni, sappiamo dove si può migliorare e stiamo lavorando per farlo a partire dal match di Trapani». Una gara complicata, la prima di due trasferte consecutive che il Vicenza affronta in un momento di difficoltà. «La mia idea è che non si deve pensare che dopo due sconfitte siamo diventati tutti dei brocchi, così come non eravamo fenomeni prima – sottolinea Marino – la cosa importante è che ho visto la voglia di riscattare la prestazione negativa di venerdì sera. E’ evidente che andare a Trapani con una vittoria alle spalle sarebbe stato molto meglio, ma Novara è alle spalle e visto che quello che è successo non si può cambiare, dobbiamo guardare avanti. La vittoria in casa ci manca ma il nostro modo di interpretare le partite è il medesimo in casa e fuori, e dovremo mostrarlo anche in un campo difficile come quello di Trapani. La mia idea è che è meglio giocare subito, perché ho visto già alla ripresa la voglia dei ragazzi di tornare ad essere loro stessi». I convocati per la trasferta in terra siciliana sono gli stessi di Novara, ma è probabile che Marino, anche in vista della gara di lunedì prossimo a Cagliari, decida di cambiare qualcosa nell’undici iniziale. «Non dipende certo dalla sconfitta contro il Novara perché era programmato che in vista di questa trasferta potevamo fare un po’ di turnover – spiega Marino – è una scelta presa in funzione delle tre partite programmate in dieci giorni. Chi uscirà non si deve sentire bocciato, tutti, l’allenatore per primo, siamo stati al di sotto del nostro solito livello di rendimento». Come il Vicenza, anche il Trapani viene da due sconfitte consecutive, e questo potrebbe far pensare ad un match in cui il tema dominante sia la paura di perdere. « Questo non lo credo – sottolinea Marino – il Trapani arriva dalla sconfitta contro un Cagliari che è di passaggio in questa categoria. Uno stop che poteva essere quindi previsto, e che non diminuisce il valore di una compagine che possiede una buona organizzazione di gioco; finora hanno disputato delle buone partite e dispongono di elementi di qualità davanti e di una struttura consolidata dallo scorso anno. Troveremo anche un ambiente caldo come accade sempre nei campi del sud, e quindi il match presenterà parecchie insidie. Ma quello che conterà di più è rivedere giocare il calcio che abbiamo sempre dimostrato di saper sviluppare nel corso della stagione».
Ore 12.10 – (Gazzettino) È un ruolo diverso rispetto a tutti gli altri. Quando sbaglia il portiere, spesso si va sotto nel punteggio e sono errori che pesano molto più di quelli degli attaccanti. Enrico Alfonso, sabato contro l’Albinoleffe è incappato in un “infortunio” – definiamolo così – che ha compromesso l’esito dell’incontro. «Mi dispiace soprattutto per il risultato. Si è trattato di un errore evidente, brutto da vedere, per fortuna sono stati pochissimi nella mia carriera. Oramai niente si può fare, il mio unico pensiero è alla prossima partita». Il portiere granata si carica sulle spalle ogni responsabilità e non cerca scusanti: «Quando capitano episodi del genere ti riguardi quanto successo per capire cosa si poteva fare di più. Solitamente sono molto critico con me stesso in una partita normale, figuratevi dopo un errore così grossolano. Lo prendo e lo catalogo come un episodio sfortunato, al pari di quello contro la Pro Patria. Ripeto, fortunatamente sono stati rari sinora, ma l’averne vissuti due in una settimana mi rattrista, mi spiace soprattutto per i miei compagni di squadra, perché lavori sodo durante la settimana per preparare al meglio una partita, poi basta un errore per rovinare tutto. Mi sento importante per la squadra, per questo mi voglio prendere tutte le responsabilità di quanto è successo a Bergamo». Stefano Marchetti, casomai ce ne fosse bisogno, ha rinnovato la stima nei suoi confronti, definendolo un portiere capace, anche in prospettiva: «In questi due giorni ho preferito non leggere i commenti sull’ultima partita, me ne sto tranquillo per ricaricarmi. Mi spiace per quanto successo, ma sono sereno perché so quanto lavoro e impegno ci metto durante la settimana, in ogni allenamento. Così non fosse, l’avrei presa molto peggio». Il suo diggì ha detto che in certi frangenti, quanto non si è sicuri del pallone che arriva, lo si deve sparacchiare in tribuna, senza vergognarsi troppo. Lo fa anche Buffon, il portiere della Nazionale. «È quello che volevo fare anch’io, purtroppo sono scivolato al momento di calciare il pallone». Come ha ribadito il portiere, ormai quello che è successo non si può più rimediare. Guardiamo quindi avanti: «La cura migliore è il lavoro, e mi secca avere avuto due giorni di riposo: volevo tornare ad allenarmi immediatamente». Sabato al Tombolato arriverà l’Alessandria: come si prepara un confronto di tale spessore, dopo una sconfitta bruciante? «Si dice che nel calcio si impara più da una sconfitta che da una vittoria, mi auguro sia così anche per noi. C’è da fare tesoro dell’ultima partita giocata, sabato prossimo dovremo mettere in campo tutta la rabbia che coviamo dentro, e ritornare a vincere».
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Enrico Alfonso non si nasconde dopo la… frittata spadellata allo stadio Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo, nella partita con l’Albinoleffe. Da un retropassaggio controllato male dal portiere del Cittadella è nato il gol di Danti, che ha permesso ai bergamaschi di infilare in ghiacciaia la partita. «Mi assumo il 100% delle responsabilità per quell’errore. Vorrei tornare subito in campo per poterlo cancellare, senza dover aspettare fino a sabato per la prossima gara. Voglio dimostrare che è stato soltanto un episodio di un ottobre da far passare in fretta», afferma l’estremo difensore granata, che ha trascorso i due giorni di riposo concessi da Roberto Venturato nell’abitazione che sta ristrutturando, fra Trissino e Brogliano, nel Vicentino, «e andando a passeggiare con il mio cane per sbollire la rabbia». Facciamo un passo indietro. Già dalle amichevoli estive era chiaro l’input del tecnico granata: la palla va giocata il più possibile, facendo ripartire l’azione dalle retrovie. È così? «Ci viene chiesto di farlo. E penso che in alcune partite, tra cui quelle con il Padova e con il Pavia, proprio la capacità di costruire l’azione da dietro si sia rivelata determinante. Ma se l’indicazione a giocare la palla c’è, allo stesso modo non ci è mai stato chiesto di portarla all’esasperazione. Sta al sottoscritto e ai compagni valutare situazione per situazione, con la massima lucidità possibile, e capire quando è il caso di spazzare in tribuna». Cambierà qualcosa, ora, nel gestire il pallone? «Dobbiamo ancora discuterne, lo faremo alla ripresa degli allenamenti (oggi pomeriggio, ndr). Dopo la partita non ne abbiamo parlato, in certi momenti è meglio raccogliersi in silenzio e riordinare le idee. Ma è chiaro che dovremo lavorare per evitare che episodi come questo riaccadano». Il mea culpa le fa onore, ma certi errori si fanno in due. E in alcuni retropassaggi c’è stata, come minimo, una buona dose di leggerezza da parte dei suoi compagni. «Non sta a me dirlo. Vero è che abbiamo rischiato anche in altre occasioni, a Bergamo come in precedenti partite». Come si giudica a giocare la palla con i piedi? «Non credo di essere un fenomeno, ma non mi ritengo nemmeno così scarso. Ero abituato ad essere più pratico, nelle scorse stagioni, questo sì. Ma dietro all’errore commesso sabato c’è anche una certa sfortuna: lo scivolone, il rimpallo andato male. E poi è chiaro che gli errori commessi dal portiere si notano più di quelli degli attaccanti». In effetti, dietro alla sconfitta non c’è stato solo il suo pasticcio, ma pure un approccio sbagliato all’incontro. E l’impressione è che questo Cittadella dia il meglio contro avversari di livello e invece fatichi contro le piccole. «Se accade, accade a livello inconscio, ma è un’idea che mi sono fatto anch’io. Sabato non abbiamo avuto l’approccio giusto e lo abbiamo pagato. Era accaduto con la Pro Piacenza e, in entrambe le partite, il Cittadella ha cambiato volto nel secondo tempo, prendendo in mano la gara. Sono avversari, quelli citati, sicuramente inferiori a noi a livello tecnico, ma che hanno messo in campo una cattiveria agonistica superiore. Non deve più accadere». Se non altro, contro l’Alessandria, sabato al Tombolato, gli stimoli non mancheranno. «Posso assicurarlo». Con il Sudtirol in Coppa l’11/11. Ufficiali giorno e orario della partita di Coppa Italia fra granata e Sudtirol: si giocherà al Tombolato mercoledì 11 novembre alle 15. Gara secca.
Ore 11.20 – (Gazzettino) Restando al suo ruolo, tra lei e Favaro lo staff tecnico ha stabilito una gerarchia o vi giocate il posto di partita in partita? «Io mi preparo ogni settimana per giocare, poi le scelte spettano all’allenatore. L’importante è farsi trovare pronti, come devono fare peraltro tutti i giocatori della squadra». Però quello del portiere è un ruolo particolare, e il fatto di non sapere chi è il primo e chi il secondo non crea problemi sul piano psicologico? «No, poi ti abitui e rientra tutto nella normalità. Proprio perché è un ruolo particolare, il portiere deve saper convivere anche con altre difficoltà: quando sbagliamo noi, lo vedono tutti. Non è così invece per gli altri ruoli». Tornando alla squadra, il successo con il Mantova ci voleva proprio per risollevare morale e classifica. «Aspettavamo questa vittoria ed è arrivata, anche se non è stata una partita facile come può sembrare dal risultato. Ora dobbiamo essere bravi a dare continuità, altrimenti questi tre punti servono a poco. Sappiamo che sabato ci attende una trasferta difficile, ma dobbiamo guardare a noi stessi ed entrare subito in partita nel modo giusto. Bisogna andare a Pavia con fiducia, se non fosse così è meglio neanche andare a giocare».
Ore 11.10 – (Gazzettino) Si aspettava di partire titolare con il Mantova? «Mi alleno sempre al meglio durante la settimana per farmi trovare pronto nel caso in cui debba scendere in campo, ma ho saputo solo nella riunione tecnica poco prima della partita che sarebbe toccato a me. Quando ho sentito il mio nome ero contento, poi mi sono concentrato per fare il meglio possibile in campo». E si è messo in grande evidenza con quella parata su Ungaro. «Sì, è stata determinante, ma ho fatto solo il mio dovere. E comunque non è stato l’intervento più complicato: sono state più impegnative due punizioni forti e da lontano di Dalla Bona, erano palle velenose con una traiettoria non regolare. Da fuori magari non sembrano difficili, ma un portiere sa che sono tiri sempre insidiosi». Numeri alla mano, come detto, quando gioca il Padova è al sicuro: dieci punti in quattro gare. «È vero, sono soddisfatto per i risultati e anche per aver preso finora solo un gol. È una buona media e speriamo di continuare su questa strada».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Con lui in porta il Padova ha fatto sempre risultato: pareggio all’esordio in campionato a Reggio Emilia e tre vittorie all’Euganeo senza peraltro incassare gol, per un’imbattibilità che è arrivata a quota 353 minuti, dato che l’unico pallone finito alle sue spalle è quello del reggiano Arma. Proprio con il Mantova è tornato tra i pali, rivelandosi decisivo con l’intervento a inizio ripresa sul tiro a botta sicura di Ungaro quando il risultato era ancora sull’1-0 per i biancoscudati. Ecco Lazar Petkovic. «La cosa più importante era tornare alla vittoria dato che mancava da quattro partite e sono contento principalmente per questo, poi naturalmente sono felice anche per il mio ritorno in campo, è sempre un piacere giocare. Il problema alla coscia è passato, adesso sto bene fisicamente». Anche se nelle quattro partite precedenti la squadra aveva accusato una flessione nei risultati, il suo collega Favaro si era comportato bene in porta.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Questa la replica dell’amministratore delegato biancoscudato Roberto Bonetto. «Mi sembra una cosa abbastanza ridicola, al suo posto mi metterei tranquillo e sereno. Anche perché nel momento in cui mi prendo in rosa un giocatore che purtroppo ha una pecca nel suo curriculum, devo metterlo in preventivo. E Ruopolo capitano all’Euganeo è stata anche una provocazione, se la sono cercata». SQUADRA. Ha ripreso la preparazione in vista della trasferta sabato con il Pavia. Assenti per motivi personali Neto Pereira e Corti che torneranno oggi in gruppo. Domani alle 19 amichevole allo stadio Martin Luther King di Cadoneghe con la squadra locale.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Un esposto in federazione per i cori dei tifosi biancoscudati contro Francesco Ruopolo. È la possibilità paventata dal patron del club virgiliano Serafino Di Loreto che sabato ha seguito sulla panchina della sua squadra la partita persa all’Euganeo. Occasione nella quale l’ex attaccante biancoscudato è stato preso di mira dai ragazzi della tribuna Fattori non perdonandogli il suo coinvolgimento nel calcio scommesse, venuto a galla proprio durante la stagione nella quale vestiva la maglia del Padova. Ecco le parole pronunciate da Di Loreto. «Parlando del pubblico non mi è piaciuto l’atteggiamento dei padovani nei confronti di Ruopolo. Per quarantacinque minuti l’hanno beccato e intimidito. Per cori discriminatori si chiudono le curve, per Ruopolo invece l’arbitro non ha nemmeno fatto un richiamo al capitano del Padova. Vedremo di fare un esposto in federazione».
Ore 10.20 – In corso alla Guizza l’allenamento mattutino dei Biancoscudati.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «Ma se manco io, c’è sempre un valido sostituto, temo che, se fossi stato in campo contro Sudtirol e Cittadella, forse avremmo subìto lo stesso quei gol. Sono contento del mio momento, sento la fiducia del mister e la responsabilità sulle spalle. La mia arma migliore è difendere bene, ma nelle ultime gare sono riuscito anche a spingere: contro il Mantova sono arrivato alla conclusione perché la condizione fisica aumenta sempre di più, anche se non sono ancora al top». Pochi dubbi sull’arma decisiva contro i virgiliani: «L’abbiamo vinta prima di tutto a livello mentale, segno che forse il problema era proprio quello nelle gare precedenti. Sabato ci attende una grande sfida a Pavia, e lì la carica psicologica non sarà di certo sufficiente». Qui Guizza. Oggi doppio allenamento per i biancoscudati, che domani alle 19 disputeranno un’amichevole a Cadoneghe contro l’Union, formazione di Prima Categoria. Assenti alla ripresa ieri sia Corti che Neto Pereira, i quali però oggi saranno regolarmente in gruppo con gli altri.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Una garanzia in termini di copertura, che con Anastasio prima, e con lo stesso Dionisi nel derby, da quella parte è mancata enormemente: anche sabato scorso, contro il Mantova, il Padova ha vinto la partita anche sui suoi recuperi, sugli equilibri dati ad un intero reparto semplicemente rimanendo lì, al suo posto. E pensare che quest’estate non sarebbe nemmeno dovuto arrivare in biancoscudato. «Vero», ammette il diretto interessato. «Ricordo molto bene quel giorno: il Padova doveva scegliere, io ero senza squadra e mi allenavo da solo a Cremona, mi cadde il mondo addosso quando il mio procuratore mi disse che avevano scelto Fautario per quel ruolo, invece di me. Non avevo altre prospettive, non sapevo che avrei fatto quest’anno. Invece, il giorno dopo, il mio agente mi chiamò di nuovo: “Sto andando a Padova”, disse, “fai la valigia e muoviti a venire pure tu”. E io non ci pensai un attimo». Da lì in poi la sua presenza è diventata indispensabile per il tecnico, che già alla prima di campionato contro la Reggiana l’aveva lanciato dal primo minuto.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Come Neto Pereira, e forse anche di più. C’è un altro giocatore, all’interno dello spogliatoio biancoscudato, che ha dalla sua una statistica invidiabile in questo inizio di stagione. È Alessandro Favalli, di certo non decisivo come l’attaccante brasiliano, ma a suo modo assolutamente necessario per gli equilibri della squadra di Parlato. I numeri parlano per lui: con il terzino cremonese in campo il Padova ha subìto solo due reti, contro le ostiche Reggiana e FeralpiSalò; senza di lui, tra Sudtirol e Cittadella, è successo un mezzo disastro con cinque reti incassate e zero punti portati a casa. «Per me è solo un caso, non mi sento un giocatore così decisivo», sottolinea il diretto interessato. «Non mi sento così determinante ai fini dei gol presi e non». La realtà, tuttavia, va ben oltre la mera statistica: Favalli è quel terzino che il tecnico partenopeo ha inseguito per tutta la stagione: pensa più alla fase difensiva che a quella offensiva, copre a dovere aiutando i due centrali, Diniz e Fabiano, mentre dalla parte opposta Dionisi si esibisce nelle sue consuete scorribande.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Scatterà oggi pomeriggio, per chiudersi alle 20 di venerdì 30, la prevendita della biglietteria relativa al settore ospiti per la gara di sabato 31, allo stadio “Pietro Fortunati”, fra Pavia e Padova. A gestirla è il circuito Best Union-Viva Ticket (www.vivaticket.it): costo del biglietto 11,50 euro, comprensivo di diritti di prevendita. Il ritiro degli accrediti – fa sapere la società lombarda – sarà possibile alla biglietteria Ospiti adiacente alla Curva Nord Ospiti e al parcheggio relativo. I rivenditori autrorizzati a Padova e provincia sono: B&B Shop, via Borgo Vicenza 153, Cittadella; Tabaccheria Peruzzo, via Vittorio Veneto 10, Curtarolo; Cartoleria Punto e Virgola, via Mincana 9, Due Carrare; Gruppo Ruzante Viaggi, via Santa Sofia 88, Padova; Azzurra Viaggi, via Roma 2/4, Piombino Dese; Cartoedicola Al Centro, via Firenze 67, Taggì di Sotto. Orari: 9-12 e 15.30-17.30.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) «C’è stato un grandissimo errore sul secondo gol – ammette Venturato – certi regali non si possono fare. Non è la prima volta che succede, speriamo non si ripeta più. Dobbiamo fare autocritica, avere l’umiltà di ripartire e renderci conto che nessuno ci regalerà nulla. Bisogna migliorare e cercare di non avere cali di tensione. Il risultato viene prima di tutto. Ci aspetta l’Alessandria, dobbiamo rialzarci subito». Carmine Parlato, dopo tre settimane di buio, ha invece rivoltato il suo Padova, scovando la chiave giusta per rivitalizzare una squadra che pareva prigioniera dei propri fantasmi: «Quando abbiamo tutta la rosa a disposizione – evidenzia l’allenatore campano – indubbiamente c’è maggiore possibilità di scelta. Credo che tutta la squadra abbia dimostrato la compattezza e la voglia di uscire da questo momento difficile. Siamo stati come Lazzaro, ci siamo alzati e ci siamo messi nuovamente a camminare. Ma abbiamo fatto soltanto i primi passi, il cammino è appena iniziato, sabato c’è il Pavia, una delle squadre più forti del girone».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Il Pavia è guidato da un ex come Michele Marcolini, che affronterà per la prima volta il Padova da allenatore: «Sarà un piacere ritrovare il Padova – ha ammesso Marcolini dopo la deludente prestazione offerta contro la Giana Erminio – siamo reduci da una settimana non facilissima, non abbiamo giocato bene e dai miei giocatori pretendo sicuramente di più. Il Padova è una buonissima squadra con ottime individualità, ci vorrà il miglior Pavia per portare a casa i tre punti». Su e giù per l’ottovolante, le sensazioni cambiano di settimana in settimana. Il Cittadella è crollato malamente a Bergamo contro l’Albinoleffe, facendo infuriare Stefano Marchetti e lasciando senza parole pure Roberto Venturato. Gli errori commessi da Enrico Alfonso sono stati determinanti e non è la prima volta che capita.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Il calendario sentenzia: Pavia-Padova, Cittadella-Alessandria. È in arrivo un sabato grandi firme per le due padovane, attese dall’incrocio contro due delle formazioni più forti del girone A. Il Pavia è quarto, a due punti dal primo posto e, pur con qualche intoppo lungo il percorso, sta viaggiando ai ritmi che ci si aspettava. L’Alessandria è partita male, ma da quando ha cambiato allenatore e assunto Angelo Gregucci in panchina, è tutta un’altra musica. Sabato alle 15 al Tombolato è in programma uno scontro diretto destinato a modificare diversi equilibri, poi alle 20.30 al Fortunati ci sarà da divertirsi con Pavia-Padova. «Per il momento non guardo la classifica – taglia corto Gregucci – e non guardo nemmeno il calendario. So che la settimana prossima affronteremo il Cittadella e conosco bene il valore dei nostri prossimi avversari. Ma i campionati si decidono in Primavera, cerco di preparare ogni partita come se fosse l’ultima. La classifica si guarderà più avanti, la cosa importante è rimanere aggrappati al treno di testa. La mentalità deve essere quella di andare a giocare contro qualunque avversario, con il massimo rispetto, per vincere».
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Bassano e Reggiana 18, Cittadella 17, Pavia 16, Alessandria 14, FeralpiSalò, Lumezzane e Padova 12, Pordenone e SudTirol 11, Cremonese e Giana Erminio 10, Cuneo 9, Mantova 8, Pro Piacenza 7, AlbinoLeffe 6, Renate 4, Pro Patria 0.
Ore 08.28 – Lega Pro girone A, risultati e marcatori dell’ottava giornata: Lumezzane-Pordenone 2-0 (Barbuti (Lu) al 24′ st, Cruz (Lu) al 26′ st), Reggiana-Cremonese 1-0 (Mogos (Re) al 15′ pt), Alessandria-Renate 4-1 (Nicco (Al) al 5′ pt, Bocalon (Al) al 19′ pt, Marras (Al) al 33′ pt, Valotti (Re) al 3′ st, Fischnaller (Al) su rigore al 33′ st). Giocate ieri: , Cuneo-SudTirol 3-1 (Bassoli (St) al 33′ pt, Corradi (Cu) al 38′ pt, Chinellato (Cu) al 22′ st e al 38′ st), Padova-Mantova 3-0 (Neto Pereira (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 21′ e al 24′ st), AlbinoLeffe-Cittadella 2-0 (Danti (Al) al 5′ e al 46′ pt), Bassano-Pro Patria 1-0 (Proietti (Ba) al 36′ st), Giana Erminio-Pavia 1-1 (Ferretti (Pv) al 18′ st, Bruno (Ge) al 45′ st), Pro Piacenza-FeralpiSalò 0-0
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E’ successo, 26 ottobre: primo allenamento settimanale per i Biancoscudati. Assenti Corti e Neto Pereira, in permesso per motivi personali.