In campo il Padova esulta con i suoi tifosi, in tribuna invece il presidente Sandro Musso ha solo voglia di abbandonare il prima possibile lo stadio Euganeo. La rabbia sul volto del numero uno di Viale Te è evidente: «Non ho proprio voglia di parlare – si limita a dire –. Oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo fatto veramente male, molto male. La verità è che facciamo sempre far festa agli altri». La delusione è netta, glaciale invece è la risposta alla domanda sul futuro di mister Riccardo Maspero: «Se Maspero rischia? Ora come ora proprio non so. Vedremo». In panchina c’era il patron Serafino Di Loreto. Stavolta la sua presenza al fianco della squadra non ha portato punti come domenica scorsa contro il Lumezzane: «Il Padova era nella nostra condizione di domenica scorsa – analizza – dal Mantova mi aspettavo uno scatto di orgoglio e di sostanza, in queste partite devono uscire energie interne e il fatto che non ci sia stata reazione mi preoccupa». Maspero alla luce della netta sconfitta patita contro il Padova è in discussione. Un po’ come fu dopo la sciagurata trasferta di Cuneo: «Non è una questione di moduli o un fattore tecnico – dichiara Di Loreto – quello che non capisco è perché in settimana proviamo determinate cose e poi non le mettiamo in pratica in partita. Davanti abbiamo fatto poco, ma va anche detto che dalle fasce sono arrivati pochissimi palloni giocabili. Quello che mi sento di dire ora è che in campo non ci va l’allenatore, ma i giocatori. La società in questo momento vuole trasmettere serenità, loro però devono fare la differenza. Forse qualcuno non ha ancora toccato il fondo del barile, il punto massimo di criticità per poi rialzarsi. Andrà fatto un nuovo esame anche in vista della Coppa Italia, un impegno non prioritario ma che vogliamo onorare». A fine gara i giocatori sono andati a salutare i tifosi presenti in curva ospiti: «Non mi è piaciuto il gesto di alcuni tifosi che non hanno applaudito il gruppo. A volte un gesto di incoraggiamento in un momento complicato sarebbe gradito. Parlando del pubblico non mi è piaciuto nemmeno l’atteggiamento dei padovani nei confronti di Ruopolo. Per 45’ l’hanno beccato e intimidito. Per cori discriminatori si chiudono le curve, per Ruopolo invece l’arbitro non ha nemmeno fatto un richiamo al capitano del Padova. Vedremo di fare un esposto in federazione». Poca voglia di parlare anche da parte del ds Alfio Pelliccioni, visibilmente deluso dopo i 90’ dello stadio Euganeo: «La sconfitta è giusta, non c’è stata la cattiveria agonistica che serve su questi campi. I moduli contano poco: in Lega Pro se non hai intensità e rabbia non vai lontano. Forse – conclude – abbiamo sbagliato qualche acquisto perché le prestazioni di alcuni giocatori sono insufficienti. La situazione è preoccupante».
(Fonte: Gazzetta di Mantova)