Tra sogno e realtà. Le parole dell’amministratore delegato del Calcio Padova Roberto Bonetto, intenzionato entro la fine di novembre a presentare al Comune un piano per la costruzione di un nuovo stadio «all’inglese» al posto dell’Euganeo e di un centro polisportivo nell’area circostante l’impianto di viale Rocco, hanno inevitabilmente scatenato grande interesse nell’opinione pubblica cittadina. Tanto tra i tifosi biancoscudati e gli appassionati di altre discipline, quanto tra i non sportivi, comunque interessati a decifrare quale sarà, nel medio-lungo periodo, il futuro di quella zona di Padova. Sempre dando retta alle sue dichiarazioni, Bonetto (insieme con il presidente della società, Giuseppe Bergamin) incontrerà a breve i progettisti dello Juventus Stadium, cioè lo Studio Shesa di Roma e lo Studio Gau di Mantova: il modernissimo impianto del club bianconero, infatti, è stato individuato come modello dall’ad biancoscudato, che ha poi confidato di ispirarsi pure alla Veltins Arena di Gelsenkirchen, lo stadio della squadra tedesca Schalke 04, dove il terreno di gioco è in grado di slittare all’esterno della struttura e di rendere così la stessa polivalente. Dal canto suo, in attesa di ricevere la proposta di Bonetto e soci (provenienti, par di capire, da fuori regione), il sindaco Massimo Bitonci continua a mantenere fermi due punti chiave. Primo: a partire già dalla prossima stagione, il Calcio Padova si trasferirà al Plebiscito, per la cui sistemazione (realizzazione di una curva sud, capienza elevata a 10mila persone e circa un migliaio di nuovi posti auto) Palazzo Moroni ha già «prenotato» tre milioni di euro.
Secondo: quando l’ad biancoscudato presenterà il suo ambizioso piano per l’area dell’Euganeo, il municipio la esaminerà con attenzione e, se la riterrà di valenza pubblica, la metterà in gara. Per confrontarla, così stabilisce la legge, con eventuali altre. Ma, passando dal sogno alla realtà, va ricordato qualche aspetto significativo. A cominciare dal fatto che i terreni in questione ad ovest di corso Australia, sia quelli di cui è titolare il Comune che gli altri di proprietà privata, possiedono una destinazione urbanistica ben precisa: «area per impianti sportivi e per attrezzature di interesse generale», si legge nel piano regolatore. E ciò significa, ad esempio, che se Bonetto e soci volessero inserire una quota di commerciale e di residenziale, sarebbe necessaria una variante ad hoc da approvare nell’aula di Palazzo Moroni. Ma di chi sono le superfici di cui stiamo parlando? Quelle subito attorno allo stadio, compreso ovviamente lo stesso stadio, sono del Comune. Guardando sia a nord, verso via Due Palazzi, che a sud, verso via Croce Verde e Montà. Le aree che confinano con quelle del municipio, invece, appartengono a tre soggetti diversi: alla catena di supermercati Alì, quella a nord-ovest, all’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, quella a sud-ovest, e all’altra catena di supermercati Pam, quella a sud-est. E intanto, sulla vicenda, i consiglieri del Pd Umberto Zampieri e Enrico Beda chiedono la convocazione urgente della Commissione Sport a Palazzo Moroni, presieduta dal leghista Davide Favero: «Va fatta immediatamente chiarezza, nelle sedi opportune. Non è ammissibile che una materia così delicata venga affrontata, peraltro in modo a dir poco approssimativo, soltanto sulle pagine dei giornali».
(Fonte: Corriere del Veneto, Davide D’Attino)