«Portare il Venezia a Campodarsego è un avvenimento storico. Penso che anche il sindaco e l’assessore allo sport ci siano grati per quello che stiamo facendo». Tutto l’ambiente biancorosso si appresta a vivere una domenica memorabile e le parole del presidente Daniele Pagin suonano come epocali. Tanto più che non sarà una partita qualsiasi del campionato di serie D, trattandosi dell’appuntamento clou dell’intera giornata (inizio alle 14.30): un autentico scontro diretto tra la capolista e la sua più immediata inseguitrice, ossia Bedin e compagni che pagano al momento quattro lunghezze di ritardo. «Affrontare il Venezia da secondi è una cosa inaspettata e al tempo stesso un premio per la squadra. Non oso neanche pensare se dovessimo vincere, sarebbe un altro risultato al di là di tutte le aspettative. Però ce la giochiamo: siamo imbattuti come il Venezia, abbiamo il secondo migliore attacco e la seconda migliore difesa proprio dopo di loro. Numeri per i quali dopo nove giornate non si può parlare di fortuna, significa che la squadra c’è e sta giocando bene». Come stanno vivendo questa lunga vigilia i giocatori? «Io sono in fibrillazione già da lunedì, ma non stiamo caricando più del dovuto questa partita con i ragazzi, sono sfide che si preparano da sole. Dai loro occhi però si capisce che si sta avvicinando un appuntamento importante. Ci sarà anche molta gente allo stadio, tutti quelli che incrocio per strada mi dicono che domenica verranno a vederci». Unico neo la squalifica per una giornata di Antonio Andreucci ufficializzata ieri dal giudice. In panchina andranno il vice Luciano Stevanato e il direttore generale Attilio Gementi. «Per la squadra non cambia niente dato che sa benissimo cosa fare, mi dispiace per il nostro allenatore che dovrà saltare proprio questa partita». Sarà quasi certamente record di presenze, con la capienza del Gabbiano che è di 1.350 posti. E la macchina organizzativa si è già messa in moto. «La Questura ci ha imposto di dividere le tifoserie, e gli ultras del Venezia andranno nella nuova curva ospiti da 350 posti», che è già provvista di biglietteria e servizi igienici, e sarà allestito anche un bar. Per l’ingresso nella tribuna centrale, alla biglietteria già esistente ne sarà aggiunta una seconda per agevolare l’afflusso. Il costo del tagliando per tutti in settori è di 10 euro e le biglietterie apriranno alle 13. Quanto ai parcheggi, oltre a quello antistante allo stadio, i tifosi potranno usufruirne di un altro distante qualche centinaio di metri e il Campodarsego metterà a disposizione due “navette” che faranno la spola per portare i tifosi.
(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli)
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Per i veneziani, Campodarsego «xe on paesoto». Di 14mila abitanti, ma pur sempre un paesetto. Figuriamoci cosa può essere per il neo presidente del Venezia Joe Tacopina, originario di Brooklyn, “quartiere” di New York che di anime ne conta quasi tre milioni. «Campodarsego is a tiny town», detto con quell’inconfondibile pronuncia yankee. Una cittadina minuscola, appunto. Ma il calcio di paese, si sa, è nato sotto i campanili: i campi sportivi nascosti dietro le chiese, le piazzette e le trattorie identificano da sempre le piccole realtà. E del «Venèssia», in questi giorni, si sta parlando nei bar di Bronzola, Fiumicello, Reschigliano e Sant’Andrea, piccoli “centri nel centro”. Si parla del Venezia, ma soprattutto di questo Campodarsego che domenica si giocherà un pezzo di vetta contro la corazzata del capoluogo. A -4 punti dal Venezia, squadra che non solo ”può” ma anche “deve” vincere il campionato, non ci sono le gettonate Virtus Verona, Mestre, Belluno o Triestina. C’è il Campodarsego, società che fino a cinque anni faceva la gavetta in Prima Categoria, prima della rivoluzione voluta dal presidente e imprenditore del posto Daniele Pagin. Nell’ultima estate in casa biancorossa, però, c’è stata una seconda ventata di cambiamento: stop agli acquisti di grido e largo a giocatori funzionali come Raffaele Cacurio, attaccante mestrino 27enne, arrivato con i vari Merlano, Radrezza, Piaggio e Pellizzer alla corte di mister Andreucci. Cacurio conosce bene la Serie D (in cui ha esordito ormai nove anni fa) e soprattutto il calcio lagunare. Lì, infatti, ha tirato i primi calci al pallone: «Ho giocato nove anni nelle giovanili del Venezia e nel 2006 sono stato aggregato alla prima squadra, che al tempo militava in C/1» racconta l’esterno offensivo, capocannoniere dei biancorossi con 5 gol. «Anche se ho già incontrato il Venezia qualche anno fa sarà comunque una sensazione strana: questa società, per tradizione, storia e tifosi, non c’entra nulla coi dilettanti». E, a quanto pare, non c’entra nulla nemmeno col girone C, visti i risultati raccolti finora (8 vittorie e un pareggio): «È’ uno squadrone costruito per la Lega Pro», continua Cacurio. «E poi conosco bene il mister, Paolo Favaretto, che ho avuto per tre anni proprio a Venezia. Un grande allenatore e per il calcio veneziano è addirittura un’istituzione». Il bomber del “Campo” non riesce a nascondere la passione per la maglia arancioneroverde, ma anche domenica prossima, dopo l’eurogol che nell’ultimo weekend ha condannato la Luparense, vuole essere protagonista: «Ho la fortuna di far parte di un gruppo stupendo e penso che in campo il grande affiatamento si veda. Domenica dovremo pensare a fare solo il nostro, giocando come abbiamo fatto finora: il Venezia è forte, ma noi non abbiamo paura».
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Vigato)