Lo Juventus Stadium ad agosto durante gli ultimi lavori di finitura dell'impianto (LaPresse)

Padova, la copertura dello Juventus Stadium è della Fip di Selvazzano. Scalese: “Per il nuovo Euganeo avremmo ancora maggiori opportunità!”

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Uno Stadium. Sì, proprio come quello della Juventus. Con caratteristiche analoghe, ma dimensioni più contenute. Si comincia a delineare, quindi, come potrebbe essere tradotta in concreto l’idea dell’amministratore delegato del Calcio Padova Roberto Bonetto, il quale l’altro ieri ha annunciato di avere iniziato a lavorare per la realizzazione dello stadio che prenderà il posto dell’Euganeo, e che potrebbe essere costruito proprio sulla sede di quest’ultimo, destinato a essere raso al suolo. L’impianto avveniristico della Juventus, quindi, avrebbe un mini “clone” in viale Nereo Rocco, tenuto conto anche che alla sua concretizzazione hanno contribuito fattivamente alcune realtà padovane, tra cui l’impresa di costruzioni Fip, che ha curato la copertura in acciaio, avvalendosi della collaborazione della Tecnogel, la ditta di carpenteria di cui è dirigente il sindaco di Teolo Moreno Valdisolo, e la Errezeta di Due Carrare. Ma non sono solo questi gli elementi che confermano l’intenzione di voler replicare a ridosso di Corso Australia la realizzazione della società bianconera.

«In questi giorni – ha detto ieri pomeriggio lo stesso Bonetto – ci incontreremo con uno studio di ingegneria di primaria importanza, quello che ha progettato lo Juventus Stadium per informarci su una serie di aspetti e problematiche connessi a un impianto del genere, cercando di coinvolgere chi ha il know-how per fare determinate cose». Ed è probabile che l’amministratore delegato biancoscudato, che si è ripromesso di realizzare l’opera aggregando un gruppo di imprenditori, abbia appuntamento proprio con i vertici della Fip Industriale, per cominciare a lavorare al masterplan da presentare poi al sindaco Massimo Bitonci nell’incontro già in agenda a novembre, durante il quale gli manifesterà l’interesse ad avere a disposizione l’area di 125 mila metri quadrati in viale Nereo Rocco. Ma in che modo le aziende padovane hanno contribuito alla costruzione dello Juventus Stadium? «A Torino – ricorda Valdisolo – ha lavorato un consorzio di imprese, di cui era capofila la Fip Industriale del Gruppo Mantovani. Ci siamo occupati della copertura metallica che è stata concepita e realizzata a Padova, così come i due piloni esterni di sostegno».

«Non avremmo problemi, quindi, a replicare il tutto qui, anche in piccolo. Inoltre, abbiamo costruito la tribuna mobile, quella che si alza e si abbassa per consentire il transito dei mezzi di soccorso in caso di emergenza. Adesso bisognerà capire bene quali sono le ambizioni del Calcio Padova e di conseguenza si potrà decidere da che basi iniziare la progettazione». «Allo Juventus Stadium – ha detto poi Pino Scalese della Fip – la copertura dell’impianto, che è in acciaio e sospesa, è targata Padova. Se dovessimo ripetere qualcosa di analogo anche in viale Nereo Rocco, avremmo a disposizione maggiori opportunità, in quanto giochiamo… in casa». Quanto ai tempi, sia Valdisolo che Scalese assicurano che sarebbero sufficienti un paio di anni: a Torino ne sono bastati tre per un’opera più grande, ma lì si è lavorato giorno e notte perché c’erano grossi interessi economici che imponevano di chiudere al più presto. Sui costi, invece, si può calcolare una somma indicativa facendo un ulteriore raffronto con l’impianto dei bianconeri: «Ci sono voluti 130 milioni euro per uno stadio con 41 mila posti – ha concluso Scalese – mentre per una struttura che possa accogliere 25-30 mila persone ne possono bastare sessanta».

(Fonte: Gazzettino, Nicoletta Cozza)




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