La questione stadi, che tiene inevitabilmente assieme gli aspetti sportivi con quelli riguardanti il futuro assetto di varie zone della città, pare farsi sempre più intricata. Per non dire nebulosa.
Prima di fare il punto sulle ultime novità, però, val la pena riassumere le puntate precedenti. Ai primi di maggio scorso, emerge l’indiscrezione che i due proprietari del Calcio Padova, il presidente Giuseppe Bergamin e l’amministratore delegato Roberto Bonetto, hanno presentato al Comune un piano per trasformare l’area dell’Euganeo in una cittadella calcistica, prevedendo non solo la realizzazione di un centro d’allenamento per la prima squadra e il settore giovanile, ma anche il completo rifacimento dell’impianto attraverso l’eliminazione della pista d’atletica e l’avvicinamento delle tribune al terreno di gioco. Quindi, in due circostanze tra la fine di giugno e la metà di luglio, il sindaco Massimo Bitonci conferma l’esistenza del progetto di Bergamin e Bonetto e annuncia che, mentre l’Euganeo sarà in ristrutturazione, il club biancoscudato disputerà le proprie partite al Plebiscito, che per l’occasione verrà interamente sistemato.
Durante l’estate però succede qualcosa. E sembra che si incrinino un po’ i rapporti, ottimi fino a quel momento, tra l’amministrazione comunale e i due imprenditori. Tanto che il primo cittadino, ancora in due circostanze all’inizio e alla fine di settembre, dà un’improvvisa accelerata ufficializzando il trasferimento definitivo non solo dell’annuale meeting internazionale di atletica leggera al Colbachini, ma pure quello del Calcio Padova al Plebiscito, peraltro a partire già dalla prossima stagione 2016-2017. «L’Euganeo rimarrà uno stadio per i grandi eventi sportivi e musicali», scandisce Bitonci, per giunta accreditando il forte interesse di Zed per l’impianto di viale Rocco. Le parole del sindaco, che precedono di qualche giorno lo stanziamento da parte di Palazzo Moroni di tre milioni di euro per la ristrutturazione dell’ex casa del rugby, sorprendono non poco i vertici della società biancoscudata che però preferiscono non replicare. Almeno fino all’altra sera. Quando, in diretta tivù su Tv7 Triveneta, Bonetto rivela: «Per quanto riguarda il Plebiscito, non siamo stati contattati né coinvolti dall’amministrazione comunale. Quella di rendere più agibile quell’impianto, è una scelta che seguiamo con molta attenzione, ma non me la sento di entrare più di tanto nel merito». E poi l’ad del Calcio Padova aggiunge: «Tra un mese e mezzo, presenteremo al municipio una manifestazione d’interesse per l’area dell’Euganeo per costruire un nuovo stadio al posto di quello attuale e realizzare attorno sei campi d’allenamento». Insomma, Bonetto e soci sembrano intenzionati a bocciare l’intenzione di Bitonci di spostare per sempre la squadra biancoscudata al Plebiscito. E rilanciano prepotentemente il progetto di un nuovo Euganeo.
Ma la risposta del sindaco è altrettanto netta e sembra confermare le frizioni citate sopra: «Se ci sarà una manifestazione d’interesse per l’Euganeo, ne prenderò atto. Sia chiaro però che, per l’eventuale assegnazione dell’area, dovrà essere fatta una gara pubblica». Se non bastasse la frenata, il sindaco sottolinea che «l’idea di trasferire il Calcio Padova al Plebiscito, già dal prossimo campionato, è confermata. E così pure quella di utilizzare l’Euganeo per grandi eventi sportivi e musicali». Sulla vicenda, evidentemente piuttosto ingarbugliata, interviene il capogruppo del Pd in Comune Umberto Zampieri: «Per quale motivo Bitonci vuole svuotare l’Euganeo, dopo aver già fatto saltare la costruzione del nuovo ospedale a Padova Ovest? Quali piani e interessi ci sono per cui è necessario liberare in fretta e furia l’area a cavallo di corso Australia? E poi dov’è il progetto di sistemazione del Plebiscito, dato che, negli uffici del municipio, non sembra esistere nulla in proposito?».
(Fonte: Corriere del Veneto, Davide D’Attino)