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Ore 21.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Ginocchia, orari e coordinatori. La settimana del Belluno avanza verso la sfida di domenica con la Triestina facendosi largo tra infortuni e novità. ORARIO. La prima riguarda proprio la partita contro i triestini. Da domenica, come da regolamento quando scatta l’ora solare, tutto il calcio scenderà in campo alle 14.30. Ma non il Belluno. Dovendo presentare l’intero settore giovanile al proprio pubblico, la società di Gianpiero Perissinotto ha chiesto e ottenuto di restare ancora per una settimana con il vecchio orario di inizio delle partite e dunque Belluno-Triestina inizierà alle 15. NOMINE. Il Belluno ha ufficializzato ieri la nomina di Alessandro Prest, già mister dei Giovanissimi Elite, a coordinatore dell’attività di base, ovvero quella che riguarda Piccoli Amici, Pulcini ed Esordienti. Una scelta dovuta alle tantissime domande di iscrizione arrivate in società che hanno fatto lievitare il numero di giovani atleti gialloblu. «Sono felice di questo nuovo incarico e ringrazio la società per la fiducia – ha dichiarato ieri Prest – Con Da Riz e con la società c’è totale condivisione sull’impostazione data al settore giovanile, sono sicuro ci sarà la possibilità di lavorare in modo proficuo con tutti i nostri allenatori». Sempre ieri inoltre è stato annunciato l’arrivo di Matteo Brino, nuovo allenatore che si occuperà delle categorie minori insieme a Casarin, Diana e Salvador. INFERMERIA. Passando alla prima squadra, la risonanza ha confermato a Davide Solagna la rottura del menisco; il portiere sarà operato domani e per un mese dovrà lasciare la porta a Brino.
Ore 21.10 – (La Provincia Pavese) Dopo cinque gol subiti in tre gare il Pavia ha battuto il Pro Piacenza senza incassare reti. La difesa è stata sin dall’inizio della stagione un punto di forza della squadra, una solidità che pareva aver mostrato qualche leggera crepa in avvio di campionato. «Con il Pro Piacenza abbiamo fatto una buona gara – dice Matteo Abbate – la cosa più importante è che siamo stati pazienti, mantenendo equilibrio. Se avessimo preso dei contropiedi saremmo andati in difficoltà». Prossima tappa Gorgonzola contro la Giana Erminio, che ha perso di misura contro un Cittadella che è sembrato meno brillante della squadra che ha espugnato il Fortunati. «Credo che la gara con la Giana sarà diversa da quella dello scorso anno – spiega il difensore – allora si difesero parecchio, invece stavolta credo che giocheranno più a viso aperto perché hanno alzato il loro livello qualitativo. Di fronte però troveranno una squadra che sa quello che vuole e che è sulla strada giusta». Titolare da tre giornate, Abbate ha dovuto recuperare da un infortunio che lo ha tenuto fuori per un paio di mesi. «Ci è voluto tempo per rimettermi in pari, ora sto giocando con continuità ma per arrivare al cento per cento ci vorranno ancora un paio di partite. Già con il Pro Piacenza però la gamba rispondeva di più». E’ rientrato giocando non più da centrale, bensì spostato sul centrodestra. «Nelle ultime due stagioni avevo sempre fatto il centrale, ma anche sul centrodestra non cambia. Anzi, il nuovo ruolo mi sta piacendo perché mi dà di più la possibilità di accompagnare l’azione e arrivare al cross o al tiro». Si è spesso detto che il Pavia ha maggiore equilibrio rispetto allo scorso anno. Abbate conferma: «I concetti di gioco di Maspero e Marcolini sono completamente diversi. E’ normale che sia così perché ogni allenatore ha le sue idee e noi giocatori siamo pagati per seguire il tecnico. Penso comunque che siamo sulla buona strada, dopo un rodaggio iniziale, e i frutti si vedono. E’ cambiata radicalmente anche la fase difensiva. Per esempio, se facciamo un’uscita con attacco alla palla da una parte, dall’altra restiamo coperti, l’anno scorso invece andavamo tutti avanti. Era forse più spettacolare, ma anche più rischioso». E’ facile capire quale delle due filosofie di gioco prediliga Abbate: «Ma con questo non voglio parlare male di Maspero, anche perché l’anno scorso abbiamo fatto un campionato strepitoso». Con Marcolini c’è un minor dispendio di energie: «Magari in attacco con cambia tanto, per noi difensori sicuramente sì».
Ore 20.40 – (Gazzetta di Reggio) La curiosità e anche una buona opportunità ha coinvolto gli abbonati della Reggiana: l’Autostile (concessionaria Fiat) ha deciso di rimborsare il costo dell’abbonamento in caso di acquisto di una nuova vettura. Una promozione valida fino a fine anno. Nel frattempo la Reggiana è al lavoro per preparare la gara interna contro la Cremonese in programma domenica ore 15 al Città del Tricolore, valevole per l’ottavo turno di campionato. Oltre ai risultati positivi sul campo va anche sfoltendosi l’infermeria granata perché sono tornati regolarmente in gruppo sia Max Pesenti che Paolo Bartolomei: il primo è reduce dall’intervento di pulizia alla caviglia ed ha terminato la fase di riabilitazione mentre il secondo mancava dalla trasferta di Mantova, per un colpo ricevuto alla coscia destra durante la partita che l’ecografia di ieri ha mostrato superato. Per Bartolomei le possibilità di giocare già dalla prossima partita sono tante, in virtù anche dell’assenza forzata dello squalificato Mirko Bruccini a centrocampo, mentre Pesenti deve prima ritrovare il ritmo partita avendo perso gran parte della preparazione estiva. Un altro osservato speciale era Raffaele Nolè, anch’egli sottoposto nei giorni scorsi ad esame strumentale per verificare se il processo di cicatrizzazione del muscolo “stirato” durante la gara con la Giana Erminio procede positivamente dopo il trattamento col fattore di crescita, ed anche per lui ci sono buone notizie infatti ha già iniziato a lavorare sul terreno di gioco, pur in modo differenziato. Per quanto riguarda Daniel Di Nicola e Dejan Danza, che si erano fermati alla vigilia del match di Salò, le situazioni non destano problemi e si spera di recuperarli per domenica: rispettivamente soffrono per una classica “gamba gigia” alla coscia sinistra ed un dolore acuto al ginocchio destro. I due hanno lavorato in palestra. L’ultimo della lista è Yuri Meleleo che invece è stato operato lunedì mattina a Salus Hospital dal Dr. Rocchi per ridurre una piccola lesione al menisco del ginocchio destro: 20 giorni ed il giovane scuola Milan potrà tornare sul campo, nel frattempo segue i compagni ai campi sulle stampelle. Oggi è in programma la doppia seduta, quella pomeridiana in via Agosti alle ore 15.
Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) L’attaccante Massimiliano Pesenti è tornato ad allenarsi col gruppo da una settimana, dopo l’operazione di pulizia alla caviglia destra di fine estate: tanta voglia di tornare in campo e di dimostrare il suo valore in una Reggiana che è già ai vertici della classifica e non fatica a trovare la via del gol. Pesenti, di nuovo in gruppo? «Finalmente ho finito questo calvario. E’ probabile che in questa settimana mi vedrete ancora lavorare alternando la squadra e il differenziato poi dipenderà dallo staff medico e dal mister se iniziare a convocarmi per le partite». Lei come sta? «Mi manca il campo. Ho già provato molti movimenti, sto cercando di abituarmi a tutti i carichi e agli spostamenti, ho provato anche a calciare e mi sento abbastanza bene anche se, a fine allenamento, gli sforzi si fanno ancora sentire». E’ stato un periodo superato bene grazie a qualcuno in particolare? «Tutto il gruppo mi ha dato conforto e mi ha detto di stare tranquillo, poi ringrazio la mia ragazza che mi è sempre stata vicina». Cosa vuole dimostrare da qui a fine stagione? «Di avere ancora tanto entusiasmo poi voglio rifarmi dopo un anno travagliato, dove tra l’altro sono stato curato male, e sono pronto a rimettermi in gioco dando il 1000% alla causa della squadra». Come sarà entrare in un gruppo che sta raccogliendo risultati? «Sicuramente è più facile perché la squadra è collaudata, magari era più difficile inserirsi in una squadra con problemi perché ci sarebbero state aspettative maggiori su di me». Dovrà però scalzare un certo Rachid Arma… «Quando verrò chiamato in causa cercherò di dire la mia: Arma sta facendo molto bene e sono contento per lui, io non sono venuto a Reggio per giocare titolare tutte le partite». Sarà possibile vedervi in campo insieme? «Deciderà l’allenatore però vedo che il nuovo modulo sta dando i frutti con Siega trequartista ma non si sa mai: questo 3-5-1-1 davanti potrebbe diventare 3-5-2». La competizione non la spaventa? «So quello che valgo e lasceremo parlare il campo. Voglia e cattiveria sono quelle di sempre e farò di tutto per restare in alto con questa squadra». Quando vedremo il vero Pesenti? «Spero il prima possibile anche se è difficile ipotizzare che possa fare faville da subito». Si aspettava una Reggiana tritasassi a Salò? «Un 3-0 secco no ma va bene così. L’importante è rimanere nelle zone alte poi tireremo le somme alla fine». Domenica arriva a Reggio una blasonata Cremonese. «Tutte le partite sono importanti, adesso arrivano quelle più difficili ma con i piedi per terra si può fare un bel campionato». In questi due mesi si è sempre allenato in palestra con Andreoni: cosa pensa della sua squalifica di 4 anni? «E’ eccessiva perché casi peggiori di cocaina o cannabis, o addirittura di calcio scommesse, sono stati trattati con minore severità. Credo che per lui sia stato un atto da “pollo” assumere quella sostanza ma questa pena è troppa perché può anche compromettergli la carriera. Speriamo che i giudici possano cambiare idea negli altri due gradi di giudizio». Lui come vive questo momento? «E molto giù, sa di aver sbagliato ma non si aspettava una squalifica del genere».
Ore 20.00 – (Gazzetta di Reggio) «Appresa la notizia del provvedimento nei confronti del giocatore Andreoni dal Tribunale Nazionale Antidoping che ha condannato il calciatore a 4 anni di squalifica, la Reggiana esprime tutta la propria vicinanza e il proprio sostegno a Cristian in questo difficile momento. Andreoni potrà ricorrere in appello in due gradi di giudizio, con l’auspicio e la speranza di vedere la pena ridotta, con la società granata che rimarrà sempre al suo fianco e sosterrà il ragazzo prima che il calciatore».
Ore 19.40- (Gazzetta di Reggio) Il giocatore della Reggiana Cristian Andreoni, 23 anni, era finito nei guai dopo il controllo disposto il 17 maggio scorso ad Ascoli, in occasione dei quarti di finale dei play off di Lega Pro, vinti per 4-2 dai granata. In un campione d’urina, analizzato dal laboratorio del Coni a Roma, venne rilevata la presenza di Arimistane-Arimistane Metabolita, un modulatore ormonale metabolico, sostanza solitamente utilizzata dai culturisti. ?La notizia della positività era stata resa nota dal Coni il 9 giugno. Il 30 luglio l’Ufficio procura antidoping ha deferito il difensore al Tribunale del Coni, avanzando una richiesta di 4 anni di squalifica, che poi è stata accolta in toto. Cristian Andreoni è il primo calciatore italiano finito nei guai per questa sostanza, che non è ritenuta molto utile per migliorare le prestazioni di chi gioca a calcio. In queste settimane Andreoni ha continuato ad allenarsi regolarmene con la squadra di Alberto Colombo anche se spesso in modo differenziato. Ora la società granata dovrà decidere se rescindere il contratto o aspettare il ricorso anche se è evidente che molto dipenderà dall’entità dello sconto di pena.
Ore 19.20 – (Gazzetta di Reggio) «Rispetto la sentenza, ma non l’accetto. Sostenere che Cristian volesse intenzionalmente doparsi vuol dire stravolgere i fatti. Ci batteremo in appello e se necessario fino al Tas di Losanna per ottenere un verdetto diverso». L’avvocato Cesare Di Cintio, legale del terzino destro Andreani, annuncia che non appena saranno depositate le motivazioni che hanno portato alla maxi squalifica di quattro anni del difensore della Reggiana, proporrà ricorso alla seconda sezione del Tribunale antidoping del Coni. L’organo giudicante ha accolto in pieno le richieste della procura e ha condannato il giocatore a due anni di sospensione per aver assunto una sostanza proibita ed altri due perché ha ritenuto che ci fosse la volontà di assumerla. Una stangata che se confermata rischia di mettere fine alla carriera del 23enne, che potrebbe tornare a giocare soltanto dal 17 maggio 2019, all’età di 27 anni. Dal primo gennaio di quest’anno è entrato in vigore il nuovo codice antidoping, che ha introdotto un inasprimento delle sanzioni, e dunque si spiega anche così la durezza del provvedimento rispetto ad altri casi avvenuti in passato. Cristian Andreani era risultato positivo dopo i controlli eseguiti lo scorso 17 maggio ad Ascoli. Le analisi hanno evidenziato l’assunzione di Arimistane-Arimistane Metabolita, un modulatore ormonale metabolico, sostanza solitamente utilizzata dai culturisti. Il giocatore ha raccontato di aver comprato il prodotto online, su un sito sloveno, premurandosi di chiedere espressamente se si trattasse di una sostanza dopante. La difesa ha prodotto le mail dove i venditori hanno garantito la regolarità dell’integratore. Tutti sono concordi nel sottolineare che il 23enne abbia commesso un errore grossolano, non chiedendo consiglio al medico della squadra e attivandosi per conto proprio per comprare un prodotto su internet. Per alcuni si è trattato solo di una stupidaggine, ma Coni ha invece riscontrato in questo comportamento un dolo eventuale, vale a dire che il calciatore ha accettato con la sua condotta il rischio di utilizzare un prodotto dopante. L’avvocato Di Cintio ritiene che la volontarietà non sia invece affatto riscontrabile. «Cristian ha comprato un integratore che può essere acquistato senza problemi anche in Italia, esattamente come tanti altri, ad esempio aminoacidi o proteine». La sostanza in questione fa parte però dal 2008 di quelle vietata dal Codice mondiale antidoping. «Ma se si consulta questa lista non compare il nome dell’Arimistane e nemmeno della molecola che era scritta sulla confezione acquistata da Cristian. In quella lista c’è scritto che sono vietati i modulatori ormonali metabolici, che poi sono elencati. Tra questi ci sono gli inibitori dell’aromatasi, a cui appartiene l’Arimistane, che però non è espressamente citato. Il giocatore avrebbe dovuto avere conoscenze chimiche o farmacologiche per rendersi conto che stava usando una sostanza dopante». Questo integratore viene usato in genere dai culturisti, per contrastare gli effetti provocati dall’abuso di steroidi androgeni anabolizzanti. I presunti benefici sono l’aumento del testosterone e della massa muscolare, la riduzione del grasso e una maggiore vascolarizzazione (vi sono poi controindicazioni simili a quelle provocate dagli steroidi). Per l’accusa l’utilizzo di questo integratore è finalizzato a migliorare le prestazioni sportive. «Cristian non è stato trovato positivo agli anabolizzanti, dunque non si può sostenere che avesse assunto l’integratore per contrastarne gli effetti – conclude Di Cintio – Inoltre questa sostanza non migliora le prestazioni sportive, tanto che i casi precedenti di positività riscontrati al mondo sono soltanto tre e riguardano due culturisti e un rugbista». L’appello al Coni potrebbe svolgersi entro la fine dell’anno, mentre un eventuale ricorso al Tas dilaterebbe i tempi per il verdetto definitivo fino ad un anno. Il contratto del calciatore con la reggiana scadrà a fine giugno e non è escluso che possa essere risolto in anticipo. Cristian si gioca la sua carriera in questi pochi mesi.
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Non ti fidare dei rossoblù. Domenica hanno perso a Mantova, ma in casa sono forti. Hanno battuto 2-0 anche l’Alessandria». È l’avvertimento lanciato da Matteo Tomei, uno dei portieri meno battuti di LegaPro (6 reti al passivo), nonostante i gol presi domenica negli ultimi pazzi 10’ del 2-2 con il Sudtirol. A Lumezzane arbitrerà Meleleo di Casarano. SENZA MEZZE MISURE – Barbuti (ex neroverde, autore sin qui di 2 reti) e compagni non hanno mezze misure. Hanno cominciato male, con tre sconfitte consecutive: 1-2 in casa della Giana, 0-2 con la Reggiana e 0-1 a Padova. Poi hanno infilato 3 vittorie consecutive: 2-0 all’Alessandria, 2-0 a Renate, 2-1 con la Pro Patria. Domenica hanno perso (0-2) a Mantova. «Dobbiamo – continua Tomei – dimenticare in fretta la gara con il Sutirol, gli elogi per l’ottimo primo tempo, la rabbia per gli ultimi 10′ e una direzione (Pasciuta di Agrigento, ndr) a senso unico, penalizzante nei nostri confronti». LAVORI IN CORSO – Anche lui, come il presidente Lovisa, lamenta una classifica non corrispondente alle prestazioni dei ramarri. «Ci mancano – afferma – i punti persi con Pro Piacenza, Cremonese e Sudtirol. Ne abbiamo 6 in meno di quelli che meriteremmo. Per le prestazioni offerte però siamo già al centro dell’attenzione. Non siamo ancora grandi – sorride Matteo – ma le big sanno già che devono guardarsi da questo Pordenone, poiché squadra e società stanno crescendo insieme a grandi passi». CRITICHE – I disattenti hanno gli hanno attribuito un errore in uscita nella gara con la Cremonese, costato (sempre a detta dei disattenti) la vittoria. Gli ultrà hanno risposto con uno striscione a suo favore. «Premetto – riprende Tomei – che con la Cremonese non ho sbagliato. Anzi, ho tolto la palla dalla testa di Brighenti. Questo è il mio modo di giocare: esco parecchio dai pali e rischio di mio, anche per gli altri. Le critiche? Non le sento. Per lo striscione ringrazio comunque i tifosi, gente che vive il neroverde. Se continuano a starci vicino, insieme a loro – conclude il numero uno – cresceremo ancora più in fretta». Intanto il sito di tuttolegapro ha inserito Cattaneo nella top 11, “dimenticando” però bomber De Cenco.
Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) Il gesto tecnico, da figurina “Panini” doveva essere sfruttato. E così, grazie alla foto che ritrae la rovesciata di Caio De Cenco, il Pordenone sbarca su Instagram. I neroverdi, infatti, hanno attivato il profilo sul social network dedicato proprio alle fotografie: è possibile cliccare “pncalcio official” e seguite da lì, oltre che dalla pagina Facebook e Twitter (@PordenoneCalcio), le prodezze della società cittadina. “Ramarri” a 360 gradi sul web, e giustamente: si tratta di una vetrina fondamentale per i club. Non è un caso, se nell’ultimo anno, grazie ai social, sono in tanti in giro per l’Italia a essersi appassionati della gesta dei neroverdi. La squadra di Tedino si può anche seguire dal vivo domenica prossima a Lumezzane (il via alle 14): da ieri è attiva la prevendita dei biglietti. I ticket si possono acquistare da internet (www.bookingshow.it) oppure a Portogruaro al Porto Point. Nessuna rivendita attiva in città. Il costo per il tagliando settore ospiti è di 10 euro. Definita nel frattempo la terna arbitrale: a dirigere la gara sarà Alessandro Meleleo di Casarano, assistito da Fabio Tribelli di Castelfranco e Driss Abou di Conegliano.
Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) Il rigore concesso all’Alto Adige al 95’ del match di domenica scorsa, costato due punti preziosi, non gli ha impedito di godersi la soddisfazione per una prova eccezionale dei “suoi” ragazzi in campo, condita dal gol-meraviglia di De Cenco. Però gli è senza dubbio rimasto sullo stomaco. Ma ciò che Mauro Lovisa ha digerito ancor meno sono state alcune critiche rivolte alla società da parte dei soliti “soloni” del calcio. La colpa del Pordenone? Quella di non essere “grande”. Ecco perché, secondo i nonni tuttologi, quelli che passano la vita a guardare i cantieri con le mani sui fianchi, convinti di saperne più degli operai, gli arbitraggi sarebbero malevoli nei confronti dei neroverdi. «Trovo ingenerose certe critiche – ha affermarto Lovisa ai microfoni di Telepordenone, invitato ad hoc al tg dal direttore Gigi Di Meo –. Per noi parlano i numeri: quello che abbiamo raggiunto in questi giorni è il punto più alto della storia del Pordenone calcio. Dovremmo essere primi in classifica, siamo imbattuti, giochiamo un calcio tra i migliori in assoluto della Lega Pro. Insomma, stiamo facendo molto bene e ci riteniamo una grande società, perché siamo seri e organizzati oltre che innamorati dello sport. Gente che lavora sodo. Questo è essere grandi. Non è certo colpa nostra se ci fischiano un rigore contro per un “testa contro testa” al 95’. L’arbitro ha semplicemente sbagliato e quando uno sbaglia va fatto riposare, invece questo signore aveva già commesso degli errori un paio di settimane prima. Questi sono gli arbitri, ma noi non ci fermiamo di certo: continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto e a portare avanti il nostro progetto a lungo termine». Il Pordenone non ci sta a passare per società inerme e inesperta. E Lovisa dimostra di essere in prima linea per provare a cambiare questo calcio che non va: «Venerdì scorso – ha aggiunto – abbiamo fatto un incontro in Lega, battendo i pugni affinché a prendere le decisioni siano i presidenti delle società. Abbiamo chiesto al commissario di andare presto a votare, c’è voglia di cambiamento». Come si misura, dunque, la “grandezza” di una società? Lo dicano i saccenti. Loro, a parole, la risposta giusta ce l’hanno sempre.
Ore 17.40 – (Gazzetta di Mantova) Padova-Mantova era una classica della serie C negli anni Ottanta, mentre nel passato recente ci sono un paio di precedenti da ricordare. Il più lontano in C2, stagione 2000-2001, con vittoria del Mantova (1-0) sul campo del Padova capolista con gol di Graziani nel finale e lacrime di gioia del compianto presidente Mario Cioli. L’ultimo Padova-Mantova, invece, risale all’ottobre del 2009, in serie B, nella stagione che poi finì con la retrocessione dell’Acm. All’Euganeo finì 3-0 per il Padova e la gara passò alla storia per la presenza in tribuna del “santone” biancorosso Julio Otaduy, preso di mira con cori di scherno dai tifosi veneti.
Ore 17.20 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova ha proseguito ieri la preparazione in vista della gara di Padova con una doppia seduta di allenamento. Fuori causa restano Carini (ne avrà per una ventina di giorni) e Caridi, che stasera sarà sottoposto a risonanza magnetica per stabilire l’esatta entità dell’infortunio muscolare. Si è riaccesa una speranza, invece, per Samuele Sereni, che ieri è tornato a correre (a parte) sul prato del “Dante Micheli”. Il terzino ha subìto un infortunio muscolare domenica, ma sta meglio: stasera sarà sottoposto a risonanza magnetica e poi lo staff medico valuterà la possibilità di recuperarlo in extremis per la partita dell’Euganeo. Oggi mister Maspero farà allenare i suoi in mattinata e probabilmente comincerà a provare qualcosa in vista della gara di sabato. Il tecnico ha già detto che confermerà il modulo 4-4-2 ed è probabile che farà lo stesso con la formazione che ha battuto il Lumezzane. Da sostituire ci saranno però Sereni (a meno di un recupero lampo) e Caridi. Una maglia potrebbe toccare a Zammarini, dopo la splendida gara di domenica, mentre per l’altra potrebbero esserci varie soluzioni a disposizione.
Ore 17.00 – (Gazzetta di Mantova) In Padova-Mantova, sabato, si rinnoverà la sfida nella sfida fra i numeri nove delle due squadre, Francesco Ruopolo e Cristian Altinier. Entrambi ex, legati da uno strano destino fin dalla scorsa estate, quando nello stesso giorno Cristian (a lungo corteggiato dall’Acm) firmò per il Padova e “Ciccio” approdò invece al Mantova. Manco a farlo apposta, la prima sfida di Coppa Italia, in agosto, mise di fronte proprio Mantova e Padova al Martelli: 1-1 e – neanche a dirlo – botta e risposta fra Altinier e Ruopolo, autori delle due reti. E adesso che ci risiamo, ecco l’ultima coincidenza: entrambi sono costretti al silenzio stampa dalle rispettive società, anche se per motivi diversi. La polemica latente con i tifosi padovani per Ruopolo, il momento delicato che attraversa la sua squadra per Altinier. Ad accomunare i due centravanti c’è anche l’età (32 anni per entrambi) e soprattutto l’accoglienza non ottimale riservata loro dagli ex tifosi. Ruopolo ad agosto è stato beccato per tutto il match dagli ultrà veneti, che non gli hanno mai perdonato il suo errore nella vicenda calcioscommesse, che esplose proprio mentre “Ciccio” giocava nel Padova. «Ci rimasi male – dichiarò la scorsa estate Ruopolo – ma d’intesa con la società decisi di andarmene rescindendo il contratto. So che può succedere di ricevere brutte accoglienze ma bisogna accettarlo, se ascoltassi i tifosi dovrei smettere di giocare. Vedremo cosa succederà in campionato all’Euganeo». Un assaggio dell’accoglienza che lo aspetta, Ruopolo l’ha avuta appunto in agosto al Martelli e ha risposto alla sua maniera: gol del pari nel finale ed esultanza con mani dietro le orecchie, voltato verso la curva Cisa, come a sfidare gli ultrà veneti. «Ho esultato perché la vera mancanza di rispetto sarebbe non esprimere la propria gioia – disse nella circostanza -. Per me la storia calcioscommesse è acqua passata, per i loro tifosi no. Io vado avanti per la mia strada, quanto all’ambiente padovano sono fatti loro». E dunque c’è da scommettere che il bomber biancorosso (finora 3 reti in campionato) non vede l’ora di bissare a Padova la prodezza di domenica scorsa, andando a esultare sotto la curva biancorossa. Tutt’altra storia è ovviamente quella di Cristian Altinier (2 centri in campionato), che al Martelli in Coppa Italia segnò ma evitò di esultare, da mantovano doc e da tifoso biancorosso qual è sempre stato e resta. Quando fu sostituito, però, una parte del pubblico lo fischiò ingenerosamente, rimproverandogli di non aver accettato l’offerta del Mantova in sede di mercato. «Ma il Padova mi aveva cercato per primo – aveva spiegato il “Bomberino” – e alla fine ho scelto così, pur apprezzando il gesto del patron Musso, che stimo e che era venuto fino a Gallipoli per parlarmi». Ora il Padova vive un momento difficile (2 ko e un pari nelle ultime tre gare) e Altinier domenica ha fallito il rigore del possibile successo al 93’ sul campo del Renate. Lui di Mantova e del Mantova parlerebbe sempre volentieri, ma la società gli ha imposto il silenzio. La sfida dei bomber “imbavagliati” parlerà con i fatti.
Ore 16.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.10 – Qui Guizza: partitella in famiglia a tutto campo sul sintetico.
Ore 15.50 – Qui Guizza: simulate diverse situazioni tattiche.
Ore 15.30 – Qui Guizza: Biancoscudati già in campo per l’allenamento, nessun assente.
Ore 15.10 – Ancora Roberto Bonetto: “I rapporti con Zed? Se ad un certo punto andassimo a giocare al Plebiscito l’Euganeo potrebbe essere dato per uno-due anni a completa disposizione della Zed o di altri organismi, perché bisognerà seguire un iter prima di abbattere il vecchio Euganeo. Cambieranno gli accordi in caso di nuovo Euganeo? Lo stadio dello Schalke 04 ha il terreno di gioco che slitta all’esterno e va nel parcheggio quindi può essere utilizzata per altre cose, e proprio in settimana ci incontreremo con lo studio di ingegneria che ha progettato lo Juventus Stadium per valutare le eventuali soluzioni più consone. Ci saranno anche delle percentuali di commerciale e di residenziale. I nomi degli investitori? Lasciano il tempo che trovano, con Pedrina e Candeo non ho minimamente parlato di queste cose! Questi due nomi non hanno nulla a che fare con questo progetto. Da dove vengono gli investitori interessati? Direi da fuori regione… Lo stadio ideale per me? È già disegnato, ce l’ho sul mio telefonino ed è una piccola bomboniera. E dirò una parola in più adesso: sogno uno stadio legato ad un azionariato popolare, mi piacerebbe che ognuno decidesse di comprarsi il proprio posto allo stadio per tot anni!”.
Ore 14.50 – Roberto Bonetto, amministratore delegato del Padova, si è soffermato alla Guizza prima dell’allenamento pomeridiano ancora una volta sulla questione stadio rispondendo alle dichiarazioni rilasciate ieri dal sindaco Massimo Bitonci e ribadendo unità d’intenti con l’amministrazione comunale: “Volevo fare due considerazioni su un paio di articoli letti oggi sui quotidiani. Volevo fare chiarezza sul rapporto tra il Calcio Padova e l’amministrazione comunale, messo in dubbio su una testata giornalistica: non è assolutamente vero che si è incrinato, e la prova è che il sindaco fosse al nostro fianco a vedere le partite con SudTirol e Cittadella. Non vedo poi questa grossa discrepanza nelle vedute riguardanti l’impiantistica… Il sindaco aspetta giustamente una manifestazione d’interesse da parte della società, e noi abbiamo svelato che stiamo preparando un masterplan per presentare tra un mese e mezzo una manifestazione d’interesse. Vorremmo costruire un nuovo stadio al posto dell’Euganeo con un centro polisportivo attiguo con altre soluzioni, perché mancano in zona anche una piscina ed un palazzetto per basket ed altri sport. I soldi? Vedremo come li troveremo, ma sono ottimista perché gli enti pubblici troveranno ottimale un progetto simile. Per quanto riguarda il nuovo Euganeo, dopo la manifestazione d’interesse scatta un iter che avrà una tempistica di almeno due-tre anni ed in questo lasso di tempo avremo bisogno di un’altra sede. In questo senso il Plebiscito va benissimo come alternativa, anche se sarà temporanea nel caso in cui questo progetto di nuovo stadio andrà fino in fondo. Non stiamo andando ognuno per la propria strada, e il sindaco non è certo tenuto ad informarci riguardo i suoi progetti sul Plebiscito. Ma se poi la manifestazione d’interesse avrà un seguito saremo in una botte di ferro”.
Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Prosegue il tour televisivo del presidente Joe Tacopina, a conferma dell’interesse mediatico che sta suscitando il suo approdo in serie D a Venezia dopo la serie A di Roma e Bologna. Lunedì sera il numero uno arancioneroverde è intervenuto in diretta al «Processo del Lunedì» su Rai3, domani invece – alla vigilia del suo rientro a New York – lo marcherà stretto una troupe di Sky per la trasmissione Football Night (ore 22.40 su Sky Sport 1): Tacopina cenerà al ristorante Al Colombo con i tifosi del club Venezia Bianconera riuniti per seguire Juventus-Borussia Mönchengladbach di Champions League, dopodiché si concederà al microfono illustrando in diretta il progetto-Venezia da Piazza San Marco e durante un giro in gondola. Intanto il presidente è passato al Taliercio dove la squadra ha iniziato a preparare la trasferta di domenica a Campodarsego (ore 14.30) contro il team padovano che insegue a -4 la capolista lagunare. Mister Favaretto dovrà sostituire gli squalificati Serafini e Calzi, ma in panchina dovrebbe rivedersi il brasiliano Barreto che ieri come da programma è rientrato in gruppo allenandosi a pieno regime e giocando anche la partitella.
Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. E Joe Tacopina cerca di accontentare tutti. Lunedì in Rai, stasera su Sky: era dai tempi della serie A che il calcio veneziano non finiva davanti alle telecamere con tale frequenza, un vero boom di immagine per il Venezia Football Club. Tanto da non sembrare una società di serie D. Questa sera il presidente arancioneroverde assisterà alla partita di Champions League della Juventus contro il Borussia Monchengladbach insieme ai tifosi del club Venezia Bianconera in un locale del cento storico, appuntamento che rappresenterà il trait-d’union con il collegamento in diretta su Sky: un americano a Venezia, Joe Tacopina, e un italiano negli Stati Uniti, Alessandro Del Piero, che interverrà da Los Angeles. Collegamento alle 22.40 da Piazza San Marco con la trasmissione Football Night, su Sky Sport 1, condotta da Alessandro Bonan. Lunedì sera, invece, Joe Tacopina era ospite negli studi di Rai 3, a Palazzo Labia, per il collegamento all’interno del “Processo del Lunedì”, condotto da Enrico Varriale e Andrea Delogu. Un quarto d’ora abbondante d’attesa, mente veniva intervistato Ezio Capuano, allenatore dell’Arezzo, e scorreva il servizio su Infront, che ha rappresentato il “contatto” tra lo studio centrale e Tacopina, chiamato a fare le differenze tra i diritti televisive in Italia e negli Stati Uniti. «Una differenza notevole visto che negli Stati Uniti sono le società a trattare. In Italia i diritti televisivi costituiscono buona parte delle entrate delle società, in Inghilterra ad esempio gli utili entrano da diritti televisivi, diritti di immagine e merchandising e introiti dallo stadio. Perché Venezia? Città unica al mondo, un progetto a largo raggio e il miglior direttore sportivo degli ultimi vent’anni in Italia». «Lo stadio? Ci stiamo lavorando. Ho trovato un sindaco che è anche un imprenditore, ci capiamo». Poi è arrivata una mail chiedendo l’ubicazione: Tessera o Marghera? Tessera». Intanto la squadra ha ripreso gli allenamenti, assente il centrocampista Alberto Acquadro, impegnato con la rappresentativa di serie D a Pomezia, allenamento in gruppo per Victor Barreto, che ha anche partecipato alla partitella finale, mente Cantini ha avuto un giorno di pemesso. Il big-match di Campodarsego inizierà alle 14.30, le biglietterie dello stadio Gabbiano apriranno alle ore 13 (una per i tifosi del Venezia, due per i sostenitori locali) e il prezzo del biglietto per tutti i settori sarà di 10 euro.
Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia ritrova Barreto. A tre settimane dallo stop, ieri l’attaccante brasiliano è rientrato in gruppo e ha disputato la partitella finale. La lesione muscolare al retto femorale sinistro riscontrata dopo il match contro la Luparense è archiviata, ma ora ci vorrà qualche tempo perché Barreto possa tornare in condizione. La squadra sta preparando la sfida contro il Campodarsego e ieri mancavano all’appello Cantini (in permesso) e Acquadro, impegnato con la rappresentativa di serie D. Proseguono intanto gli appuntamenti tv del presidente Joe Tacopina, che dopo il Processo del lunedì su Rai Tre, stasera sarà ospite di Sky. La trasmissione Football Night, in onda su Sky Sport 1 dalle 22.40, si collegherà in diretta con piazza San Marco dove Gianluca Di Marzio intervisterà Tacopina. E non è escluso che i due possano salire in gondola. Da New York sarà collegato Alessandro Del Piero e la trasmissione giocherà sul doppio binario: «un americano in Italia e un italiano in America». Prima del collegamento, Tacopina cenerà al ristorante «al Colombo», ospite dello Juventus Club, con cui assisterà alla partita di Champions League.
Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Ha compiuto 32 anni il 9 maggio e Leandro Rinaudo, siciliano di Palermo, è arrivato in biancorosso nella finestra di mercato concessa alle ripescate in serie B Ascoli e Virtus Entella. Proprio dalla società ligure il difensore palermitano, con all’attivo più di cento presenze nella massima serie con Palermo, Siena, Napoli, Juventus, Novara e Livorno, la società biancorossa nell’ultimo giorno di mercato ha pescato quel rinforzo difensivo necessario dopo i gravi infortuni di Brighenti e Manfredini. «Era una trattativa iniziata ancora negli ultimi giorni di agosto — precisa Rinaudo — e pur tra qualche difficoltà alla fine siamo riusciti a trovare un accordo e sono molto contento di essere approdato a Vicenza. Qui ho trovato un ambiente ottimo, con un gruppo di ragazzi positivi che mi hanno accolto benissimo, e adesso spetta a me ricambiare la fiducia che la società ha riposto in me». Dopo l’esordio vittorioso ad Avellino e il pari interno contro la capolista Crotone, la sconfitta di Vercelli ha interrotto la lunga serie positiva del Vicenza, di fatto alla sua prima sconfitta stagionale. «Purtroppo è arrivato il primo stop e dispiace molto – spiega Rinaudo – è stata una gara in cui abbiamo commesso errori che abbiamo pagato a caro prezzo. Abbiamo perso come collettivo, da sempre porto avanti con convinzione l’idea che nel calcio si perde e si vince in undici e non mi sentirete mai parlare dei singoli perché il nostro è uno sport di squadra». La cosa che ha lasciato più rammarico è che a Vercelli il Vicenza ha perso una gara più per errori propri che per meriti degli avversari. «In serie B non ci sono mai risultati scontati, l’ultima può battere la prima e tutte le gare presentano difficoltà. La cosa positiva è che la squadra ha sempre mostrato di sapere giocare un calcio propositivo ed efficace, grazie all’ottimo lavoro di mister Marino. Per questo bisogna continuare a lavorare e a credere in quello che proviamo in settimana, se giochi bene i risultati arrivano». Nello scorso anno a gennaio Rinaudo si è trasferito al Bari dove ha giocato insieme a Cristian Galano, una parte finale di stagione in cui il difensore palermitano ha fatto bene tanto che in estate pareva dovesse tornare a giocare in Puglia. «L’anno scorso avevo iniziato a Chiavari e devo dire che non mi sono trovato bene dall’inizio — sottolinea Rinaudo — e quindi a gennaio mi sono trasferito volentieri a Bari, dove mi sono subito sentito parte integrante della squadra e dell’ambiente. Mi sono trovato bene e sarei tornato volentieri ma poi non si è riusciti a trovare un accordo. Quando si è aperta la strada per Vicenza non ci ho pensato due volte nell’appoggiare una soluzione che mi trova pienamente soddisfatto». Venerdì sera al Menti, contro il Novara, il Vicenza cercherà la prima vittoria davanti al pubblico amico e Rinaudo sarà l’ex della gara, avendo militato in Piemonte nella stagione di serie A. «Vengono dalla vittoria ottenuta con il Cagliari, a testimonianza che sono un’ottima squadra — spiega Rinaudo — noi cercheremo di dare il massimo per vincere e per riscattare la sconfitta subita a Vercelli, stiamo lavorando con la massima concentrazione per centrare l’obiettivo».
Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Con il primo turno di Coppa Italia alle porte, l’Abano ha prenotato l’anticipo. I neroverdi, infatti, si sono accordati con il Montebelluna per giocare sul campo trevigiano la prossima sfida del campionato di Serie D sabato 24 (calcio d’inizio alle 15) in vista del derby di Coppa contro l’Este, in calendario mercoledì 28. L’altro anticipo del sabato sarà Mestre-Giorgione, match che si disputerà, sempre alle 15, allo stadio di Mogliano Veneto.
Ore 12.20 – (Gazzettino) Oltre ai tre punti e al primato solitario, il match con la Giana Erminio ha regalato un’altra ottima notizia ai tifosi granata: il ritorno in panchina di Alessandro Sgrigna, tornato a disposizione del tecnico Venturato dopo il grave infortunio rimediato il 26 luglio scorso a Lavarone nell’amichevole con i palestinesi dell’Ahli Hebron. Quasi tre mesi di sofferenza vedendo i compagni calarsi nella realtà della Lega Pro, in attesa di poter dare il proprio contributo di qualità ed esperienza. «Adesso questo periodo è alle spalle – esordisce il fantasista romano – Sono contento di essere rientrato e punto ad essere tra i protagonisti di questo campionato». Un’avventura iniziata nel migliore dei modi per il Cittadella, che ha superato di slancio le problematiche dell’inserimento nella nuova categoria dopo sette anni fra i cadetti. E le ultime quattro vittorie di fila hanno certificato questo percorso altamente positivo. Sgrigna sottolinea: «Siamo sulla strada giusta e abbiamo la maturità necessaria per disputare questo campionato con umiltà e determinazione. Non era facile ambientarsi in una realtà nuova dove non si conoscono le squadre da affrontare. Ora sappiamo cosa dobbiamo fare, l’importante è dare continuità tenendo il giusto atteggiamento». La vittoria, seppure sofferta, sulla squadra di Gorgonzola ha lanciato il Cittadella in vetta della classifica da solo. Ecco come Sgrigna ha vissuto la partita: «Essere fra i convocati è diverso da fare lo spettatore, anche se sono rimasto in panchina. Abbiamo disputato un buon primo tempo andando meritatamente in vantaggio, mentre nella ripresa loro sono stati bravi a reagire, favoriti anche da un nostro calo fisiologico determinato dai tre impegni ravvicinati. Siamo riusciti comunque a mantenere il vantaggio, dando prova di carattere e personalità. Per noi erano tre punti molto importanti, che ci hanno regalato il primo posto solitario. Adesso dobbiamo dimostrare di saperlo mantenere contro avversarie che avranno uno stimolo in più affrontando la capolista. Ma questo non sarà un problema se andremo avanti per la nostra strada con la stessa umiltà e senza pensare alla classifica. Dobbiamo rimanere noi stessi senza perdere la nostra identità». Con la squadra che sta girando al meglio non sarà facile neppure per un talento come Sgrigna trovare posto. Spiega l’interessato: «Mi fa piacere fare parte di questo gruppo indipendentemente da quanto potrò giocare. Sarà l’allenatore a decidere. Sono tranquillo perchè fra campionato e Coppa Italia posto ce n’è e ce ne sarà. È fondamentale il contributo di tutti perchè la nostra forza sta nel gruppo. L’importante è farsi trovare pronti alla chiamata». Ieri pomeriggio la ripresa della preparazione in vista della sfida di sabato alle 17.30 in casa dell’Albinoleffe (arbitro Manuel Volpi di Arezzo). Biglietti tramite il circuito Vivaticket; a Bergamo ci sarà il pullman organizzato dal club “Angelo Gabrielli granata per sempre”.
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) È una sorta di amuleto. Sarà un caso, ma nell’unica vera giornata storta del Cittadella in questo campionato di Lega Pro, contro la Pro Piacenza, che ha bloccato i granata sull’1-1 al Tombolato dopo aver dominato il primo tempo, Alessandro Salvi non era in campo, perché acciaccato. «È solo un caso, e comunque, pur non avendo giocato, anch’io ho pareggiato quella partita, perché si vince e si perde tutti assieme. Quel giorno si è avuta la dimostrazione di come sia necessario tenere sempre massima la concentrazione, quale che sia il nome dell’avversario che hai davanti», afferma il 27enne terzino destro, fra gli elementi più positivi di questo inizio di torneo, nonché unico “ex” in campo a Bergamo nel prossimo turno, sabato 24 contro l’Albinoleffe. Questo matrimonio s’aveva da fare: la scorsa estate si è legato al Cittadella per due stagioni, ma a quanto risulta il d.g. Marchetti aveva cercato di portarla sotto le Mura già in passato, lo sa? «Me l’ha rivelato il mio procuratore (l’ex giocatore granata Filippo Breschi, ndr) prima della firma, ma mi ha detto che una vera trattativa non era mai stata intavolata perché l’Albinoleffe non voleva mollarmi. Beh, sono contento di essere finalmente arrivato qui. Venendo a Cittadella ero consapevole di legarmi ad una società seria – ed era la cosa che più mi interessava – e di inserirmi in una squadra attrezzata per il salto di categoria. Mi aspettavo di trovare un ambiente depresso dopo la retrocessione della stagione precedente, invece mi ha colpito subito l’ambizione che si respirava nell’aria». In Serie B, nel suo ruolo, Cappelletti era una sorta di totem, tanto da aver saltato due sole gare in un anno, entrambe per squalifica. Si aspettava di giocare con questa regolarità? «Il mio primo obiettivo è vincere il campionato, o comunque raggiungere la promozione. Se gioco io, meglio, ma la priorità è quella. Con Daniel, poi, ho un ottimo rapporto, di amicizia e stima, non esiste alcuna rivalità fra di noi. Inoltre, lui può giocare anche da difensore centrale, come ha già fatto più volte». Detto da lei che gioca sempre… «Ma in questo gruppo ci sentiamo tutti titolari e lo dimostriamo in campo. Che giochi l’uno o l’altro, non mi sembra che si noti una grande differenza». In difesa vi sentite più protetti con il centrocampo a rombo? «Premesso che il modulo non è determinante, personalmente prediligo questa formula perché il trequartista è una variabile nel gioco e permette anche a noi esterni di poter sfruttare un’opportunità in più nell’evolversi della manovra». Da “ex”, che effetto le farà entrare allo Stadio Atleti Azzurri d’Italia sabato? «Sono nato a Bergamo, ho trascorso due anni nelle giovanili dell’Albinoleffe e cinque in prima squadra, un lungo periodo della mia vita che non posso dimenticare. La scorsa estate, però, dopo una stagione travagliata, la squadra è stata rivoluzionata. I giocatori rimasti si possono contare sulle dita di una mano e in un certo senso questo limita di molto l’effetto nostalgia. Non dico che sarà una partita come le altre, ma quasi. E, come nelle altre, servirà mettere in campo la giusta cattiveria agonistica. Quello è l’ingrediente principale per restare al vertice».
Ore 11.30 – (Gazzettino) Sul difficile momento che sta attraversando la squadra ha detto la sua anche Marcus Diniz. «Siamo consapevoli che domenica come impegno e atteggiamento ce l’abbiamo messa tutta, ma sul piano del gioco dobbiamo migliorare molto dato che nelle ultime partite non abbiamo fatto bene. Da cosa dipende? Non lo sappiamo neanche noi. A livello di gioco non siamo il Padova d’inizio stagione, ma la squadra è viva e speriamo di migliorare già con il Mantova». Nell’ambiente c’è un pizzico di preoccupazione. «Padova è una piazza importante – sottolinea il difensore – e sappiamo che ambisce a una posizione di classifica migliore. Ce la mettiamo tutta durante gli allenamenti per migliorarci e sono sicuro che ci riusciremo». Con il Renate non avete subìto gol, ma si sono corsi grandi pericoli. «Abbiamo rischiato all’inizio, ma è un discorso che riguarda tutta la squadra. Se l’attacco va male, va male anche la difesa, e viceversa». C’è una componente psicologica nel vostro calo? «Abbiamo perso due partite con squadre che ambiscono a fare bene, dobbiamo solo mettere la testa a posto e lavorare perché se ne esce solo così. Ho fiducia, il gruppo è unito».
Ore 11.20 – (Gazzettino) Può essere che le sconfitte in serie con Sudtirol e Cittadella abbiamo minato alcune certezze e la squadra ne abbia risentito sul piano psicologico? «Non abbiamo la bacchetta magica e di certo non siamo masochisti. Se avessimo saputo prima da quale fattore dipende la nostra flessione, saremmo già intervenuti. Invece è una cosa che a malincuore sta continuando, ma non molliamo di una virgola». Domenica gli avversari arrivavano prima sul pallone: solo una questione mentale o anche fisica? «È principalmente un discorso di testa che arriva poi a quello fisico». L’abbiamo vista intrattenersi con alcuni giocatori in una sorta di colloqui individuali. «Niente di nuovo, sono le solite chiacchierate che facciamo tutte le settimane». Con il gruppo è rientrato Neto Pereira. «È un’attaccante importante e ci darà una mano. Come penso di utilizzarlo con Altinier? Siamo solo a inizio settimana, c’è tempo. Intanto è positivo che riprenda ad allenarsi, poi valuteremo».
Ore 11.10 – (Gazzettino) Sul Gazzettino di ieri Bonetto ha dichiarato che in queste situazioni la società deve fare la sua parte infondendo serenità all’ambiente, mentre spetta alla parte tecnica uscirne fuori. «I vertici della società sono i miei “padri superiori” e non mi fanno mancare mai niente. So con quali persone ho a che fare e le cose che dicono le vengo a sapere prima che appaiano sui giornali. Tutte le parole che possono dire Bergamin e Bonetto sono sempre volte a darci una mano e per farci essere ancora più uniti». Dopo la partenza incoraggiante con otto punti raccolti nelle prime quattro partite di campionato, è rimasto sorpreso anche lei per una flessione del genere? «Durante la stagione una squadra può pagare qualcosina, c’è chi si riprende subito e chi ci mette un po’ di più. A noi è capitato dopo qualche giornata, non ci aspettavamo delle prestazioni al di sotto di quelle precedenti e dobbiamo tornare su quei livelli. La prova con il Renate non è stata sicuramente quella che volevamo tutti».
Ore 11.00 – (Gazzettino) «Crisi mi sembra una parola troppo grossa, di sicuro stiamo attraversando un momento un po’ particolare. Dobbiamo lavorare e concentrarci di più per venirne fuori tutti insieme». Pensare esclusivamente al campo è la ricetta di Carmine Parlato per togliere il Padova dalle sabbie mobili di un’involuzione nel gioco e nei risultati che ha attanagliato la squadra nelle ultime tre uscite (un solo punto raccolto), tanto da portare per la prima volta il presidente Giuseppe Bergamin e l’amministratore delegato Roberto Bonetto a esternare un pizzico di preoccupazione. È preoccupato anche l’allenatore? «Non è mio costume parlare molto, ed è il momento di tapparci la bocca e di pensare solo a lavorare con maggiore attenzione per correggere gli errori in maniera definitiva. La concentrazione deve essere sul campo, tutti gli altri discorsi lasciano il tempo che trovano».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Doppio allenamento sul campo sintetico ieri per i biancoscudati alla ripresa della preparazione in vista della sfida con il Mantova in programma all’Euganeo sabato alle 15. Prima di iniziare il lavoro al mattino, Parlato si è intrattenuto per un colloquio durato una decina di minuti con i giocatori. Poi tutti al lavoro tra esercizi con il pallone e parte atletica differenziata tra biancoscudati impiegati con il Renate e quelli che non hanno giocato. Al pomeriggio seconda sessione di giornata sul sintetico, dato che il campo utilizzato abitualmente era pesante. Nell’occasione il tecnico si è soffermato a provare alcune situazioni di attacco contro difesa, a seguire triangolare su campo ridotto e partitella finale. La nota lieta è rappresentata dal fatto che Neto Pereira ha svolto regolarmente l’intero programma di lavoro insieme ai compagni, il che lascia pensare che sabato possa essere a disposizione anche dal primo minuto. Con il gruppo si è rivisto anche Amirante, che ha saltato solo la partitella finale, al pari di Altinier. Oggi alle 15 altra seduta alla Guizza.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) «Io credo che ciò che ci ostacola adesso sia un problema che parte principalmente dalla testa, ma che arriva a coinvolgere anche il fisico». Quindi la vostra involuzione è un problema primariamente psicologico? «Noi non abbiamo la bacchetta magica, e non siamo nemmeno masochisti. Se l’avessimo saputo prima, avremmo fatto di tutto per correggerla anzitempo: questa situazione, mio malgrado, sta continuando. Ma qui lo dico e lo ripeto: non molliamo nemmeno di un centimetro». La novità è che contro il Mantova tornerà Neto Pereira, il quale insieme ad Altinier dall’inizio del campionato non ha mai potuto giocare. Adesso cosa cambia? «Siamo all’inizio della settimana, ci sarà tempo e modo per studiare la situazione. La prima cosa è far sì che riprenda bene gli allenamenti, poi vedremo: il fatto che ci sia è un’ottima notizia, Neto è un giocatore importante, così come tutti gli altri, il suo ritorno ci darà una mano».
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) «È per questo che, in una situazione come l’attuale, c’è la buona educazione da parte del sottoscritto nel rispondere alle domande che mi vengono poste, ma la necessità anche di evitare parole in più o continue ripetizioni di frasi inutili e superflue». La proprietà, tuttavia, si è detta preoccupata di questa situazione. Lei non lo è? «Bonetto e Bergamin sono i miei padri superiori, persone che non mi fanno mai mancare niente. Ciò che hanno affermato credo che non sia assolutamente da discutere, anzi: conosco le persone con cui ho quotidianamente a che fare, e se certe cose vengono dette è solo per darci una mano e per cercare di stimolare ancora di più i ragazzi». Nelle ultime gare gli avversari sono spesso arrivati prima sul pallone: è un problema di natura psicologica o il Padova paga qualcosa pure dal punto di vista fisico? «La fatica viene fuori se hai la gamba ma non hai la testa, e viceversa non puoi pensare di correre se il fisico non aiuta la mente».
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) L’allenatore biancoscudato si sta frapponendo tra la squadra e le critiche, e l’intento è chiaro: lasciare il gruppo tranquillo affinchè possa lavorare più sereno. Una circostanza dimostrata dai fatti, visto che è stato proprio Parlato, insieme a capitan Cunico, unico rappresentante dei giocatori, ad avere il confronto con i tifosi dopo Meda: «Giusto che i contenuti rimangano tra persone serie», taglia corto anche in questo caso. «La prestazione domenica non è stata sicuramente quella che tutti volevamo e ci aspettavamo. E siccome questa è la linea che ho sempre seguito sin dall’anno scorso, tanto più adesso confermo la mia intenzione: lavorare, e lasciare che le parole le porti via il vento». Possiamo parlare di “crisi” del Padova o è una parola troppo grossa? «È solo un momento. Ma è un momento importante, nel quale dobbiamo lavorare e ritrovare quel qualcosa in più che avevamo nelle prime giornate».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Ha poca voglia di parlare, Carmine Parlato all’inizio di una nuova settimana delicata. Poca voglia di spiegare le sue sensazioni e riflessioni: il Padova visto contro il Renate, nella gara che doveva segnare la svolta dopo le due sconfitte di fila contro Sudtirol e Cittadella, avversari decisamente meno “morbidi”, ha finito per dare il peggio di sé tra condotta di gara, atteggiamento sul campo e capacità di sfruttare le occasioni, o meglio l’occasione, visto che tale è stato il rigore di Altinier, un lampo nel buio. Non ha voglia di spiegare quali siano le ragioni della crisi attuale, né tantomeno quali possano essere le soluzioni. Non ha nemmeno l’intenzione di chiarire se anche lui, così come la dirigenza ha invece pubblicamente affermato nelle ultime ore, si senta preoccupato dall’involuzione dei suoi uomini. Negli ultimi giorni, sin dalla settimana scorsa, lo si è però visto parlare a lungo con i giocatori, prendendoli in disparte uno a uno: «Le solite chiacchierate che facciamo tutte le settimane, niente di nuovo».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Poca voglia di sorridere alla ripresa degli allenamenti di ieri mattina: lo scialbo pareggio con il Renate ha lasciato davvero l’amaro in bocca. Ma a portare un po’ di ottimismo in più ci hanno pensato, sul campo, due attesi rientri. Uno, quello di Neto Pereira, era ormai annunciato: dopo aver lavorato su buoni ritmi, anche se solo a parte, per metà della scorsa settimana, il brasiliano è tornato ad allenarsi con la squadra e punta a riprendersi il posto da titolare sabato contro il Mantova (arbitrerà Pillitteri di Palermo). Ben più sorprendente è stato vedere, però, anche Savio Amirante, nella seduta pomeridiana, allenarsi sul campo sintetico con i compagni: per la prima volta, dopo essere rimasto ai box dallo scorso maggio, il bomber ligure è tornato a saggiare le sedute con la squadra. Servirà ancora un po’ di tempo affinchè riprenda la condizione fisica e possa tornare a giocare in gara ufficiale. La squadra si ritroverà questo pomeriggio alle 15 di nuovo ai campi della Guizza.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Per quanto riguarda il Plebiscito, noi non siamo stati contattati dall’amministrazione municipale», ha aggiunto l’amministratore delegato. «Il Comune ha fatto un tipo di scelta per rendere lo stadio più agibile, io non entro nel merito, ma sono sicuramente favorevole alla politica del “fare”. Di sicuro giocare al Plebiscito favorirebbe il nostro progetto, che prevede l’abbattimento dell’Euganeo». Sulla questione è intervenuto anche l’esponente del Pd, ed ex assessore allo Sport, Umberto Zampieri: «Non posso non chiedermi che senso abbia spendere milioni per adattare il Plebiscito per il calcio professionistico quando già esiste l’Euganeo: quei soldi sarebbe meglio spenderli per altri impianti sportivi. E allora sorge spontanea una domanda: perché Bitonci vuole “svuotare” l’Euganeo, dopo aver già fatto saltare il nuovo Ospedale a Padova Ovest? Esistono progetti e interessi sull’area vicina a corso Australia?».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) In attesa che venga promosso il bando per l’assegnazione dei lavori di ristrutturazione dello stadio Plebiscito, si ritorna a parlare della questione impianti sportivi. Sul tema è intervenuto l’a.d. del Padova, Roberto Bonetto, durante la trasmissione di Tv7 Triveneta “Tuttincampo spogliatoi”, condotta da Giorgio Borile e andata in onda lunedì sera. «Entro un mese vorremmo presentare al Comune una manifestazione di interesse sull’area dell’Euganeo, che conta 125mila metri quadrati di terreno pubblico», ha rivelato Bonetto. «Vorremmo presentare un master plan, è un nostro sogno, anche se richiederebbe investimenti notevoli. Sto coinvolgendo un gruppo di imprenditori attorno al progetto non solo di un nuovo stadio ma anche di un centro sportivo con sei campi da calcio».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Parlato sta lavorando molto sull’aspetto psicologico, per cercare di stimolare una reazione della squadra, attesa sabato da un delicatissimo incrocio con il Mantova di Francesco Ruopolo, che tornerà per la prima volta da avversario all’Euganeo. «Penso sia principalmente un discorso di testa — conferma Parlato — che poi passa inevitabilmente per le gambe. Noi non molleremo mai, questo lo posso garantire. Capita a tutti nel corso dell’anno di affrontare una flessione di rendimento, ma non ci aspettavamo prestazioni al di sotto di quanto fatto in precedenza. Crisi o non crisi, penso solo che dobbiamo tapparci la bocca e lavorare, punto». Neto Pereira ha ripreso a lavorare con il gruppo e sabato dovrebbe essere convocato. «È un giocatore importante nel reparto avanzato — chiosa Parlato — dobbiamo recuperarlo a pieno perché possa darci una mano. Riguardo al confronto con i tifosi in autogrill, preferisco che i discorsi fatti rimangano tra chi era presente, come del resto si fa tra persone serie».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «La prestazione di domenica non è stata quella che tutti volevamo — ammette l’allenatore campano — ma in questo periodo ogni discorso lascia il tempo che trova quindi dobbiamo far parlare il campo. È un momento delicato, particolare ed importante, quindi dobbiamo lavorare con maggior attenzione». La dirigenza tra le righe gli ha lanciato messaggi precisi. Si aspetta una reazione immediata, altrimenti la fiducia che fino a questo momento è stata confermata su tutta la linea nei confronti di Parlato potrebbe anche vacillare. «Rispetto le dichiarazione della dirigenza — sottolinea Parlato — perché sono come dei miei “padri superiori” che non ci fanno mancare niente: le prendiamo come stimolo e non le discuto assolutamente perché so con che persone ho a che fare. E poi prima che a voi le dicono direttamente a me…».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Salvatore Amirante è stato di parola. La settimana scorsa, nel corso di un’intervista rilasciata, il centravanti genovese aveva annunciato il suo rientro in gruppo nello spazio di pochi giorni. Detto, fatto: ieri pomeriggio al Centro sportivo Geremia eccolo a compiere i primi concreti passi verso la prima convocazione dopo l’infortunio. I carichi di lavoro sono stati gradualmente intensificati come da programma e Amirante adesso sembra pronto a tornare ad allenarsi a pieno regime. Per ora ha saltato soltanto la partitella, ma è una questione di pochissimi giorni e poi Carmine Parlato riavrà una delle pedine più importanti per un attacco spuntato che fatica tremendamente a segnare. Appena un gol nelle ultime tre partite, quelle giocate senza Neto Pereira, sin troppo fondamentale per una squadra che ancora deve trovare una propria identità.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (ottava giornata, 24/25 ottobre): Albinoleffe-Cittadella, Alessandria-Renate, Bassano-Pro Patria, Cuneo-SudTirol, Giana Erminio-Pavia, Lumezzane-Pordenone, Padova-Mantova, Pro Piacenza-FeralpiSalò, Reggiana-Cremonese.
Ore 08.28 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 17, Bassano, Pavia e Reggiana 15, Alessandria, FeralpiSalò, Pordenone e SudTirol 11, Cremonese 10, Giana Erminio, Lumezzane e Padova 9, Mantova 8, Cuneo e Pro Piacenza 6, Renate 4, AlbinoLeffe 3, Pro Patria 0.
Ore 08.26 – Lega Pro girone A, i risultati della settima giornata: Pordenone-SudTirol 2-1 (De Cenco (Pn) al 28′ pt, Finocchio (Pn) al 41′ pt, Gliozzi (St) al 42′ st e su rigore al 45′ st), Bassano-Alessandria 0-0, Mantova-Lumezzane 2-0 (Ruopolo (Mn) al 17′ st, Momenté (Mn) al 29′ st), Pro Patria-Cuneo 0-3 (Banegas (Cn) al 42′ pt, Garin (Cn) al 7′ st, Cavalli (Cn) su rigore al 14′ st), Renate-Padova 0-0, Cittadella-Giana Erminio 1-0 (Schenetti (Ci) al 36′ pt), Cremonese-AlbinoLeffe 2-0 (Bianchi (Cr) al 8′ pt, Brighenti (Cr) al 45′ st), FeralpiSalò-Reggiana 0-3 (Mogos (Re) al 1′ pt, Bruccini (Re) su rigore al 10′ pt, Arma (Re) al 24′ pt), Pavia-Pro Piacenza 3-0 (Siniscalchi (Pv) al 15′ st, Bellazzini (Pv) al 26′ st, Cesarini (Pv) al 36′ st).
Ore 08.24 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.22 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 20 ottobre: doppio allenamento sul sintetico per i Biancoscudati, in gruppo rientra a sorporesa anche Salvatore Amirante.