«Non mi sarei mai aspettato una situazione simile. Qualche scivolone sì, ma non una caduta così». Le parole dell’amministratore delegato Roberto Bonetto fotografano il momento di difficoltà che stanno attraversando i biancoscudati, sprofondati in una spirale involutiva sul piano del gioco e dei risultati. Con il Renate era lecito attendersi il riscatto dopo gli stop in serie con Sudtirol e Cittadella, invece niente. «Sono un po’ preoccupato. Domenica mi sarei aspettato di tornare a vedere la squadra delle prime partite, tanto più che era la gara ideale per riprendere un cammino interrotto momentaneamente, ma purtroppo non è stato così. C’è delusione per il risultato e per come è venuto. Il rigore a nostro favore c’era, ma se avessimo vinto sarebbe stata una rapina». Come spiega questa involuzione? «Sarà motivo di riflessione. Sabato ho voluto seguire la squadra in ritiro. Sono stato con loro e ho visto un gruppo affiatato, con i ragazzi che ridono e scherzano tra di loro. Poi però sul campo fanno fatica».
«In momenti come questi bisogna rimboccarsi le maniche: la società deve fare la sua parte, ma è la parte tecnica che deve trovare il modo di uscirne fuori». Quando dice che la società deve fare il suo, a cosa si riferisce? «Nella stanza di comando si deve cercare di dare serenità all’ambiente e tranquillità all’intera struttura tecnica sperando di venirne fuori il prima possibile. Fa male quando leggo su alcuni siti internet e blog accuse del tipo che abbiamo fatto la squadra con i fichi secchi e che siamo una squadra da retrocessione. Qualcuno forse ha la memoria corta e si dimentica dove eravamo la stagione scorsa. Ci chiamiamo Padova 1910, ma in realtà questa società ha solo un anno e mezzo di vita. Quando siamo arrivati io e il presidente Giuseppe Bergamin abbiamo trovato il deserto dei tartari, eravamo in serie D e ci eravamo prefissati un programma triennale per portare il Padova in Lega Pro, non di portarlo in due anni in serie B. L’obiettivo di arrivare in Lega Pro l’abbiamo ottenuto, ora ci venga dato un po’ di tempo».
Bonetto va avanti a ruota libera. «È vero che nei miei momenti di ottimismo avevo parlato di una squadra da play off, ma mi ero permesso di dirlo dato che a fronte di un budget importante messo a disposizione per allestire la rosa, era stata proprio la stampa a dire che la campagna acquisti del Padova era buona per stare in una classifica medio-alta. Poi come amministratore delegato devo alzare l’asticella, e si parlava che nei play off ci andassero le prime cinque», invece ci vanno seconde e terze classificate dei tre gironi, più le due migliori quarte. Considerate le difficoltà che sta incontrando la squadra nella fase di finalizzazione, state valutando il mercato degli svincolati? «Non è questione di braccetto corto o lungo, ma chi troviamo tra gli svincolati? Se non hanno squadra, non sono certo giocatori di qualità e avrebbero bisogno di un periodo di preparazione. Tra l’altro Neto Pereira è pronto la prossima settimana, Amirante tra due-tre settimane. Poi se a gennaio ci sarà la necessità, la proprietà interverrà».
(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli)