Due palle-gol, e poi stop. C’è una statistica che meglio di ogni altra fotografa il periodo di appannamento del Padova: è quella che ne certifica la sterilità offensiva, il vero problema di una formazione che si è dimenticata come si va a bersaglio. Il culmine di una discesa verticale è arrivato proprio a Meda, domenica: due misere occasioni, una all’inizio, sciupata da Altinier, fattosi rimontare dal terzino Anghileri del Renate, e una alla fine, la più clamorosa, con il penalty da tre punti fallito dallo stesso centravanti. Cinque reti messe a segno nelle prime quattro giornate, quindi il vuoto: da Salò in poi, nelle tre gare successive, i biancoscudati hanno realizzato un solo gol. Su rigore, per giunta, timbrato proprio da Altinier a Cittadella. E lo spartiacque nell’inizio di campionato del Padova ha un nome e un cognome: Neto Pereira.
Non sono mancate solo le reti, da quando l’attaccante brasiliano è uscito di scena, alla vigilia della sfida di Salò, l’ultima gara disputata a grandi livelli dagli uomini di Parlato. Sono mancate del tutto le opportunità sotto porta, un dato incontrovertibile che dice una cosa sola: senza Neto Pereira il Padova è una squadra smarrita. A Reggio Emilia, dopo il gol-lampo proprio del brasiliano, si erano create almeno sei potenziali occasioni per il raddoppio. Alla prima in casa, contro la Pro Piacenza, Neto aveva dato il meglio di sé mandando in porta i compagni, cercando lo specchio tre volte, aiutando la squadra a portare a casa i tre punti grazie ai sigilli di Fabiano e Petrilli: in tutti i 90’ ben otto occasioni nitide, comprese quelle vincenti. Contro il Lumezzane, poi, era arrivato l’apice di questa ascesa offensiva: almeno dieci potenziali palle-gol, delle quali però una sola, quella di testa di Altinier, era risultata utile a battere la rocciosa difesa lombarda.
È stato a questo punto che il Padova, perso Neto, ha perso la sua verve: a Salò, il giorno dopo l’infortunio, era riuscito a mettere insieme comunque tre apprezzabili azioni da gol e a strappare un punto alla squadra di Serena. Ma fra Sudtirol, Cittadella e Renate, la pericolosità offensiva è completamente svanita: contro gli altoatesini il primo tiro in porta è arrivato all’11’ della ripresa (colpo di testa di Niccolini), al Tombolato, nel derby perso con i “cugini” granata, il Padova, rigore di Altinier a parte, dalle parti di Alfonso non è arrivato quasi mai, infine a Meda, dagli undici metri, Altinier ha sprecato l’opportunità più ghiotta per portare a casa tre punti, che, per quanto prodotto, sarebbero stati immeritati. La speranza. Dopo aver saltato quattro partite nelle quali il Padova ha raccolto due punti, ha messo all’attivo due soli gol e non è riuscito mai ad imporre il proprio gioco, sabato prossimo Neto Pereira dovrebbe tornare in campo.
Una vera liberazione, per il diretto interessato ma soprattutto per l’ambiente e la squadra: Parlato ha provato a cambiare modulo, a variare gli uomini e la tattica offensiva, ma non è riuscito a dare una quadratura alla squadra priva del bomber. Contro il Mantova, che si presenterà all’Euganeo con l’ex Francesco Ruopolo, il quale, vista la situazione dei biancoscudati e il precedente in Coppa, rischia di fare ancora male, Neto Pereira è pronto a riprendere il suo posto. E questa è la miglior notizia che potesse arrivare, in un momento in cui ce n’è assoluto bisogno. Ma non basterà lui da solo, è evidente, per far cambiare passo alla “matricola”. A parte Petrilli, in gol contro la Pro Piacenza, sia Cunico che Ilari che Bearzotti sono ancora alla ricerca della loro prima marcatura stagionale. Che tutti si augurano giunga molto presto.
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)