Live 24! Renate-Padova, -3: altro pomeriggio di test alla Guizza, provato il 4-3-3

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Ore 21.50 – (Il Piccolo) Adesso che l’Unione Triestina 2012 ha preso gusto a vincere, anche Stefano Lotti si gode la sua seconda vittoria consecutiva. Il tecnico parla in termini entusiasti della sua squadra, capace con una grande colpaccio di espugnare Fontanafredda grazie a un’ottima prova: «Sì, al di là del risultato positivo – dice Lotti – devo dire che la squadra ha fatto un’ottima prestazione sotto tutti i punti di vista, facendo bene nella fase difensiva, ma anche in quella di possesso palla. Soprattutto i primi venti minuti abbiamo fatto vedere un ottimo calcio, poi il campo è diventato sempre più pesante ed è diventato difficile giocare. Però abbiamo interpretato bene la partita, non concedendo praticamente niente. Il loro gol è arrivato su calcio d’angolo e ovviamente su palla inattiva certe cose ci stanno. Ma ci siamo rimessi subito in piedi anche grazie ai nuovi entrati, e a questo proposito anche Zanardo ha fatto molto bene». Oltre al reintegrato Zanardo, l’altra novità della giornata era rappresentata dall’attaccante Giordani, il cui ok dalla Lega per il tesseramento è arrivato in tempo, tanto che la punta è partita dal primo minuto. E di lui Lotti è molto entusiasta: «Giordani ha fatto davvero tanto – afferma il tecnico – è l’attaccante di cui avevamo bisogno. E sono contento ovviamente anche per Kabine, che si è sbloccato e ha fatto una bella doppietta». Lotti aveva ragione a dire che il successo sul Mestre avrebbe aiutato a dare morale alla squadra, che aveva bisogno solamente di acquisire fiducia: «I risultati buoni aiutano ad avere altri risultati il gruppo ora è più tranquillo e sereno, le vittorie del resto aiutano tutti. Inoltre credo sia stato importante anche aver mantenuto l’assetto della partita col Mestre».

Ore 21.30 – (Il Piccolo) Secondo successo consecutivo (anche se quello con il Mestre è sub judice) per la Triestina che ringrazia ancora una volta il bomber Kabine, che con una doppietta affossa le speranze del Fontanafredda. Finisce 1-2 e alla fine è giusto così per quel che si è visto in campo: Fontanafredda troppo rinunciataria, Triestina cinica e vogliosa di volersi prendere l’intera posta. Gara che sembra bloccata per circa 20′ minuti, anche se si registra una maggiore superiorità territoriale degli ospiti, che però rischiano grosso al 33′: Moras scende sulla fascia e cross al centro per l’accorrente Zambon, che di testa non inquadra lo specchio. La prima frazione scivola via senza altri sussulti, con le due squadre guardinghe che lottano in ongi parte del campo ma senza creare altri pericoli. Cambia completamente la musica nella ripresa, evidentemente il tecnico Lotti si sarà fatto sentire negli spogliatoi perchè rientra sul rettangolo di gioco un’altra squadra, ed infatti la Triestina colpisce subito. Al 2′ con Kabine, che sugli sviluppi di un’azione d’angolo, sfrutta la torre di Zottino e da pochi passi ben appostato sul secondo palo batte Buiatti per lo 0-1. La Triestina gioca sul velluto; copre gli spazi e replica di rimessa con Kabine in grande spolvero. Sempre lui se ne va un paio di volte in contropiede, ma non riesce a graffiare, così inaspettatamente si arriva al minuto 32′ con il pareggio del Fontanafredda: l’azione è simile a quella che ha portato in vantaggio gli alabardati, solo che questa volta è Tonizzo, ad essere appostato sotto rete e battere il portiere Di Piero. Sulle ali dell’entusiasmo al 40′ ancora una chance per i locali con Zambon, che cerca di farsi perdonare dell’errore del primo tempo, ed invita a nozze con un assist al bacio Alcantara, che si allunga troppo la palla facilitando l’intervento di Ciave. Il pari sembra scritto, ma la Triestina ha voglia di tornare a casa con l’intera posta, ed al 90′ da uno svarione di Malerba, nasce il gol che decide la contesa di Kabine, che ringrazia, ed infila il portiere tra la disperazione dei suoi tifosi. Un successo, il secondo consecutivo per gli alabardati che, nonostante le vicissitudini societarie, almeno sul campo dimostrano di pensare esclusivamente al calcio giocato. Buona la prova un po’ in tutti i reparti; dal centrocampo con Proia, Catalano e Migliorini che hanno dettato legge, e davanti il tridente Giordano, Kabine e Zottino ha davvero fatto male. In particolare Kabine, che oltre alla doppietta, è stato uno spina nel fianco della difesa del Fontanafredda.

Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) Stanno tutti nel suo attacco i numeri da secondo posto attuale del Pavia calcio. Le dodici reti finora realizzate fanno degli azzurri la squadra più prolifica del girone A di Lega Pro davanti a Bassano e Cittadella (11). Con quattro reti a testa Cesarini e Ferretti, capocannonieri con Arma della Reggiana, sono i più prolifici tra i marcatori del Pavia. Sta proprio nella pericolosità offensiva l’arma in più degli azzurri. Il rientro di Ferretti, subito decisivo con la doppietta di Bergamo con l’Albinoleffe, rappresenta un’arma in più per mister Marcolini. La sua media gol è altissima: uno ogni 34’ avendone giocato solamente 137’ in quest’avvio di campionato. Nonostante i problemi di infortuni che hanno caratterizzato l’inizio di stagione nel reparto offensivo, e che hanno risparmiato il solo Cesarini, le note positive arrivano dai numeri di un attacco all’asciutto solamente nella prima uscita di Cremona. E non a caso nell’unica gara senza reti realizzate il Pavia ha subito una delle sue due sconfitte di quest’inizio stagione. Pesano nell’economia dell’andamento positivo delle prime giornate di campionato anche le vittorie ottenute dal Pavia. Con quattro successi gli azzurri guidano la parziale classifica delle gare vinte insieme alle capoliste Bassano e Cittadella. Le due prime della classe sono insieme alla Giana anche le formazioni con il miglior rendimento davanti al proprio pubblico con 7 punti. Il Pavia segue con 6 pagando il passo falso con il Cittadella. In trasferta gli azzurri hanno finora raccolto sei punti in tre gare. Dopo il ko di Cremona sono arrivate le due vittorie in extremis e sofferte con Cuneo e Albinoleffe. E’ la Feralpisalò con 10 punti ad avere il miglior rendimento esterno del girone A di Lega Pro. Un primato negativo il Pavia l’ha finora, quello di non aver mai pareggiato. Nella colonna delle partite con il segno X gli azzurri si trovano in compagnia di Albinoleffe, Cuneo, Lumezzane e Pro Patria, formazioni di ben altro rango rispetto a Ferretti e compagni. Ma il dato che va letto negativamente in questa prima parte di stagione è sicuramente quello del numero di reti subite, ben 7. Solamente nella gara vinta 4-0 con la Pro Patria gli azzurri hanno chiuso i novanta minuti con la porta inviolata. Il Pavia rispetto alle formazioni di vertice occupa una delle ultime posizioni in questa speciale classifica. Il Bassano ha per esempio costruito il suo primato subendo poco come dimostrano i soli 4 gol al passivo. Nella lettura dei dati statistici di queste prime sei giornate è negativo per la squadra di mister Marcolini anche l’aver perso due delle sei gare giocate: dato superiore a quello che dovrebbe essere il rullino di marcia di una prima della classe. Imbattute sono per esempio le due leader Bassano e Cittadella, insieme a Pordenone e Reggiana. Il Pavia insomma deve migliorare nella sua fase difensiva concedendo meno alle avversarie e cercare di confermarsi invece macchina da gol che ne fa il suo marchio di fabbrica.

Ore 20.30 – (Gazzetta di Reggio) Andrea Silenzi, ieri in visita in via Agosti assieme all’ex diesse Renzo Corni, ha avuto modo di seguire il figlio in allenamento con la prima squadra «E’ la prima volta, in due mesi, che vengo a seguirlo; ne approfitto per fermarmi qualche giorno e rivedere tanti vecchi amici». Da ex bomber come giudica suo figlio Christian? «Ora deve anche divertirsi e qua c’è l’ambiente giusto poi, se arriverà qualcosa in più, si vedrò. Oggi è difficile emergere come giocatore». Perché la scelta di Reggio? «E’ dell’Inter e questa soluzione è stata trovata tra le due società perché qui avrebbe avuto più spazio». Ha inciso il fatto che il padre era un idolo della città? «Penso e spero di no, anzi non vorrei che questo diventasse negativo creando maggiori aspettative, io voglio solo che lui abbia ciò che merita». E’ ottimista sul suo conto? «Il mio calcio era diverso, ma se lavori sodo alla fine paga sempre, dandoti degli obiettivi volta per volta». Si immagina quando la Curva canterà “Vola, Christian Silenzi vola”? «Adesso deve volare basso e basta». Come mai questa volta si allena con la prima squadra? «Credevo di vederlo all’opera con la Berretti invece lo trovo qua ma non è certo per la mia presenza». Segue ancora la Reggiana? «Sempre, vedo che negli ultimi due anni c’è qualcosa di buono e speriamo proprio che possa tornare nel calcio che conta». E’ l’anno buono? «Il fermento c’è sia da parte della società che dei tifosi, ma ci vuole pazienza perché qualche passo falso può sempre capitare, comunque la squadra è di qualità ed ha tutto per fare il salto». Verrà Città del Tricolores vederla? «Quando ne avrò l’opportunità verrò certamente, magari di nascosto per non dare nell’occhio», sorride.

Ore 20.10 – (Gazzetta di Reggio) Prosegue la settimana di lavori dei granata in vista del match di domenica, ore 17.30, a Salò contro la Feralpisalò. Ieri doppia seduta e le novità riguardano Luca Giannone, che ha iniziato a parte, per poi interrompere prima a causa del solito fastidio al ginocchio, ed il giovane attaccante scuola Milan Yuri Meleleo che si è presentato ai campi in stampelle: uscito leggermente claudicante al termine dell’allenamento di martedì per un dolore al ginocchio destro dopo un contrasto di gioco, nella mattinata di ieri ha effettuato una lastra che non ha evidenziato lesioni ossee, tuttavia sabato si sottoporrà ad una risonanza magnetica per verificare le condizioni del menisco. Passi da gigante per Max Pesenti che ha già iniziato a calciare il pallone e che si dice fiducioso di tornare in campo ai primi di novembre. Ancora terapie invece per Paolo Bartolomei mentre Raffaele Nolè e Christian Andreoni ( dopo tanti rinvii la prossima settimana potrebbe arrivare sentenza definitiva legata alla positività al doping dopo la gara di Ascoli) hanno lavorato in palestra. Qualche assenza di troppo ha consigliato al tecnico Alberto Colombo di convocare due giovani dalla Berretti: Daniele Rocco e Christian Silenzi.

Ore 19.50 – (Gazzetta di Reggio) Federico Angiulli analizza l’inizio stagione della Reggiana recitando qualche “mea culpa”. Primo tempo col Renate da dimenticare anche per lei? «Non una bella Reggiana, dobbiamo assimilare il nuovo modulo perché le uscite difensive sono diverse e mentre loro giocavano facile per noi arrivare alla porta già stanchi era difficile, migliorata la fase difensiva nella ripresa è uscita la prestazione che volevamo». Questione di approccio con le piccole? «Penso di no anche perché in casa ci tenevamo finalmente a vincere. Ci aspettavamo che si schierassimo in modo diverso e forse abbiamo impiegato troppo ad assettarci per poi rifarci con gli interessi». Una prestazione da… togliersi qualche sassolino? «Sentivo critiche sul centrocampo e penso che un 4-0 con due gol di centrocampisti e due miei assist dica il contrario. Contento per la vittoria e per aver dimostrato che non sono cambiato dall’anno scorso. Dopo le voci di mercato magari qualcuno pensava che fossi diventato una primadonna invece, appena in discussione, ho tirato fuori il carattere». E’ passato da capitano ad escluso… «La fascia era per responsabilizzarmi ma con il Giana non avevo fatto una gran prestazione. Bartolomei, un esperto che aveva sempre giocato col 3-5-2 l’anno scorso, ha fatto bene al mio posto ma col suo infortunio è ritoccato a me e penso di aver risposto alla grande. Siamo in tanti titolari a centrocampo e chi è sotto tono è giusto che sia messo in discussione ma la porta si riapre per tutti». I tre in campo col Renate, più Danza e Bartolomei: siete intercambiabili? «Io e Bruccini siamo le mezzali più pure mentre gli altri tre possono fare sia i mediani che le mezzali e sono intercambiabili, poi ci sono anche Parola e il giovane Ceccarelli, con sempre maggiore esperienza, quindi il tecnico ha solo l’imbarazzo della scelta». Parola dice di correre meno da difensore e questo gli allungherà la carriera. «Correre meno è da vedere perché la palla deve portarla spesso ma, a volte, può arrivare prima con l’esperienza dove altri arrivano col fisico o con la corsa: potrebbe essere davvero il ruolo che gli allunga la carriera e intanto da una grossa mano a tutti noi». Domenica la Feralpisalò. «Non è da sottovalutare per il nome poco blasonato perché è forte e ben allestita quindi una delle migliori. Sarà una bella sfida tra due squadre che ambiscono a primeggiare». Primo test importante dopo partite più abbordabili? «Il Mantova aveva altri obiettivi anche se ora è in difficoltà, Padova è neopromossa solo sulla carta. Adesso incontreremo squadre più ambiziose e servirà un piglio migliore perché non possiamo concedere un tempo a certi avversari». Pensa che la Reggiana potesse essere in testa alla classifica? «Non avremmo rubato nulla perché la traversa di Arma con il Giana e i punti lasciati a Piacenza dicono questo. Ciò deve farci capire che la nostra forza è tanta». Senza tifosi al seguito cambia qualcosa a Salò? «Loro ci danno grande carica ma le motivazioni dobbiamo trovarle noi cercando quel poco che è mancato l’anno scorso, comunque speriamo che trovino un modo per farsi sentire, anche fuori dallo stadio, perché un po’ di supporto non guasta mai». E’ l’anno giusto? «Finiti in un girone più difficile nessuno avrebbe detto che è l’anno buono però dobbiamo pensare al massimo e finchè siamo davanti dobbiamo pensare a restare lì». Quali squadre teme? «La Cremonese ha un grande allenatore, poi Padova, Feralpisalò e Bassano per il campionato scorso ma noi possiamo metterle in difficoltà tutte quante».

Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Sotto scrosci di pioggia battente nella doppia seduta di ieri mister Riccardo Maspero ha proseguito nel progetto di schierare domenica prossima il Mantova con il modulo tattico 4-4-2. In particolare nell’allenamento pomeridiano il tecnico ha fatto eseguire una serie di esercitazioni e partitelle a ranghi misti proprio per perfezionare al meglio movimenti e schemi per questo nuovo assetto. Difficile per il momento ipotizzare un undici di partenza: ad esempio in mattinata Di Santantonio ha rimediato un pestone al piede i cui esiti verranno valutati oggi, mentre Momentè ha marcato visita per un attacco febbrile. Per il resto invece, a parte il lungodegente Pane, la situazione sembra evolvere verso il meglio: Ruopolo e Anastasi, infatti, hanno lavorato al passo con i compagni finendo soltanto con qualche minuto di anticipo a puro scopo precauzionale. Di conseguenza la loro presenza per la sfida contro il Lumezzane (ore 15) non è in dubbio. Tra le pieghe dei dubbi del mister sembra di intuire però che in difesa ci saranno certamente Trainotti esterno basso e Carini centrale, mentre sulla linea mediana Puccio dovrebbe essere confermato. Qualche problema maggiore sugli esterni di centrocampo e in attacco, in attesa di valutare le effettive condizioni delle punte reduci da acciacchi di varia natura. Qualcosa di più se ne saprà sicuramente dopo l’allenamento di questa mattina, nel corso del quale Maspero con ogni probabilità farà disputare una partitella.

Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Dopo il confronto a caldo di sabato scorso attraverso le inferriate del settore ospiti del “Paschiero” di Cuneo, ieri pomeriggio una delegazione di ultras della Curva Te si è recata al Centrale “Dante Micheli” ad attendere l’arrivo di mister Maspero e della squadra per l’allenamento. Nessun atteggiamento aggressivo ma chiaro l’intento di chiedere un colloquio faccia a faccia con lo staff tecnico e il gruppo per spronarli a trovare un rimedio alla crisi di gioco e di risultati che attanaglia il Mantova. Il tecnico biancorosso ha così radunato tutti a bordo campo prima della seduta pomeridiana per ascoltare le richieste dei tifosi storicamente più vicini alle sorti del club: un quarto d’ora di chiacchierata fitta, dai toni fermi ma senza mai trascendere, nel corso della quale Maspero ha risposto alle sollecitazioni degli ultras parlando a nome suo e del gruppo che si trova a gestire. Garantendo il massimo impegno quotidiano per centrare la vittoria domenica pomeriggio (ore 15) contro il Lumezzane. «Noi vogliamo vedere in campo una squadra che onori la maglia – hanno detto in coro gli ultras – e che ripaghi i sacrifici che noi facciamo per sostenerla e seguirla in casa e ovunque. Dunque ai giocatori abbiamo chiesto di dare sempre qualcosa di più e di meglio per evitare delusioni cocenti dopo prestazioni come quelle di Cuneo. Dal mister e dalla società invece ci attendiamo che vengano trovate le soluzioni più idonee e anche le idee più chiare per uscire da questa difficile situazione che si è venuta a creare. Noi sosterremo sempre il Mantova ma vogliamo vedere in loro la stessa voglia di vincere che c’è in noi». A fine allenamento mister Riccardo Maspero offre la sua versione dell’incontro: «I ragazzi della curva ci hanno chiesto un incontro ed è stato giusto e sacrosanto ascoltare le loro rimostranze. Quando noi abbiamo qualcosa da dire lo facciamo attraverso la stampa, loro sono venuti direttamente da noi per cercare di darci una scossa, oltretutto in termini fermi ma educati e costruttivi. Capisco perfettamente la loro delusione perché è assolutamente identica a quella che stiamo provando tutti noi, io per primo. Cosa ci hanno chiesto? Di impegnarci, di sudare per la maglia e, in definitiva, di tornare a vincere. E in questo sono totalmente d’accordo con loro perché sono convinto che molti dei nostri problemi sarebbero risolti con un successo domenica contro il Lumezzane». Maspero indirizza allora subito il mirino sulla sfida contro i bresciani in programma al Martelli: «Non mi piace parlare di ultima spiaggia – precisa – perché come gruppo e come società ci siamo trovati tutti compatti nell’affrontare questa situazione. È evidente però che non abbiamo alternativa ai tre punti contro il Lumezzane: è una gara da vincere a tutti i costi perché la serenità può arrivare soltanto con un risultato pieno. E non cerchiamo alibi sulla pressione: andiamo in campo per vincere e basta, senza tante storie».

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Le condizioni meteo proibitive degli ultimi due giorni, ieri hanno suggerito a Pordenone e Casarsa di annullare l’amichevole programmata per questo pomeriggio sul rettangolo del gialloverdi. I ramarri si alleneranno sul campo sintetico del Don Bosco a partire dalle ore 14.30. Stesso posto e stesso orario venerdì. Sabato invece l’ultima seduta in vista del match di domenica al Bottecchia (inizio alle 14) con il Sudtirol, con cui i neroverdi condividono il quinto posto con 10 punti, verrà svolta al De Marchi alle ore 10. La sfida con gli altoatesini verrà diretta da Fabio Pasciuta. L’arbitro ventottenne della sezione di Agrigento dirige da due lustri. Ha esordito il 13 febbraio del 2005, campionato Giovanissimi, gara fra il Ribera e una squadra argentina. Poi ha fischiato un anno in prima categoria, due in promozione, tre in eccellenza, uno in Cai e tre in serie D. Quella di domenica per Pasciuta sarà la seconda apparizione in Lega Pro, girone A. La prima è stata quella del terzo turno quando ha diretto, non senza critiche, il match fra Giana Erminio e Cuneo finita 1-0 per i padroni di casa. Vibranti le proteste degli ospiti a 20′ dal termine, quando Montesano, a portiere battuto, a quattro passi dalla porta, fermò con un braccio una conclusione a colpo sicuro di Chinellato. Pasciuta ignorò il fatto scatenando le ire dei biancorossi. La serata verrà ricordata anche per il blackout dell’impianto di illuminazione a una manciata di minuti dal termine, che costrinse arbitro e squadre ad attendere al buio un quarto d’ora prima di poter disputare gli ultimi spiccioli di gara. Pasciuta è noto per il modo esageratamente autoritario con il quale dirige e per la facilità con la quale estrae i cartellini gialli. Il fischietto è di casa nella famiglia Pasciuta, che annovera fra i suoi componenti un altro arbitro, Domenico, in attività per 16 anni. Oggi fa l’osservatore di calcio in Sicilia.

Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) L’Alto Adige, l’avversaria di domenica al Bottecchia, è la squadra che più l’ha impressionato sinora per forza e struttura fisica. Però Bruno Tedino, che tra l’altro è un illustre ex della gara, arriva al match confortato da una statistica importante: questa col Pordenone è la sua migliore partenza tra i professionisti. Mai, nelle precedenti avventure in C, era scattato dai blocchi con 10 punti in 6 giornate. Un dato che fa riflettere, sia sulla bontà del torneo dei neroverdi, sia perché Tedino, di panchine nei “pro”, ne ha parecchie nel curriculum (più di 250). La statistica. Si parta dal primo campionato di C, col Sandonà, nel 1997-1998. Allora l’attuale allenatore dei “ramarri” collezionò tre punti (3 pareggi) nelle prime sei gare. Stesso bottino e ruolino di marcia nel 2005-2006, quand’era alla guida della Pistoiese, in C1, mentre fece meglio la stagione successiva con 5 punti. Il top lo raggiunse proprio con l’Alto Adige, in C2, nel 2003-2004, quando partì con 6 “gettoni” in altrettante gare e, soprattutto, con la Pistoiese in C1 nel 2004-2005: allora Tedino riuscì a ottenere 9 punti, frutto di 3 vittorie e altrettante sconfitte. Tra i toscani, allora, c’erano giocatori di assoluto valore, come Valiani, arrivato poi in serie A con Bologna e Parma, e Cacia, bomber dell’Ascoli in B, con 114 reti tra i “pro”, arrivato allora a gennaio e lanciato da Tedino (segnò 8 gol). Quella Pistoiese arrivò poi sesta in campionato. Il valore. Questo dato fa capire dove possa arrivare il Pordenone. Tedino resta cauto e non vuole alzare troppo il mirino, però sa di aver un buon gruppo e di poter ambire a disputare un buon campionato. Tutto questo gli dà fiducia in vista della sfida da ex di domenica (si gioca alle 14): un altro banco di prova per i ramarri, considerato che anche l’Alto Adige è partito bene. I bolzanini hanno gli stessi punti e la medesima posizione in classifica. Praticano un 3-5-2, hanno giocatori di assoluto valore (il centravanti ex serie B Maritato, per citarne uno) e, come sottolinea sempre Tedino, hanno una grande forza fisica, qualità che può mettere in difficoltà l’undici del Pordenone. Il tecnico cittadino è ben consapevole del valore della gara, per questo la sta preparando con grande scrupolo: può lanciarlo in alto, può fargli scrivere altri record. Personali e, andando avanti di questo passo, societari.

Ore 17.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Nella scorsa stagione per lui un ottimo campionato, tanto da ricevere la stima e la considerazione di tutto l’ambiente biancorosso. Antonio Cinelli, dopo la cessione di Alessandro Camisa al Lecce, è diventato anche il capitano del Vicenza, e l’ex laziale porta la fascia con grande senso di orgoglio e appartenenza. «Sono cresciuto molto da quando sono arrivato a Vicenza, la scorsa stagione è stata per me la migliore in carriera. Ma tutto il gruppo ha disputato un grande torneo, anche se l’epilogo non è stato quello che speravamo. Però aabbiamo gettato basi importanti che ci hanno permesso di partire bene anche in questa stagione con il lavoro del mister, la cui conferma è stata fondamentale. Siamo anche stati molto sfortunati perché abbiamo dovuto subire infortuni importanti: Gentili, Manfredini e Brighenti, sappiamo quanto possono dare in serie B; in alcune partite eravamo contati ma chi è sceso in campo ha fatto più che bene. Finora abbiamo fatto bene, quando torneranno tutti a disposizione potremmo solo crescere e quindi se continueremo a lavorare bene il futuro è dalla nostra parte». Dopo il pareggio al Menti contro il Crotone, il Vicenza sabato farà visita alla Pro Vercelli che ha appena sostituito in panchina Scazzola con Claudio Foscarini. «Vengono da quattro sconfitte di fila e quindi avranno grande voglia di rivalsa oltre che di mettersi in mostra davanti al nuovo allenatore – sottolinea Cinelli – erano partiti molto bene e poi si sono fermati. Ma sono una buona squadra e sarà una gara combattuta, su un campo sintetico che conosciamo poco e a cui non siamo abituati. Non sarà semplice, ma noi daremo il massimo come sempre». Finora in trasferta il Vicenza ha ottenuto 7 punti in tre partite, e 4 al Menti in altrettante gare. «I risultati dicono questo – precisa Cinelli — anche se davanti al nostro pubblico abbiamo sempre fatto noi la partita. Abbiamo giocato sempre un buon calcio, se continueremo così i tre punti arriveranno presto. Dove potremo arrivare adesso è difficile dirlo, prepariamo una partita alla volta cercando di ottenere il massimo da ogni match».

Ore 17.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 17.00 – Qui Guizza: provati gli ultimi schemi.

Ore 16.55 – Qui Guizza: termina la partitella in famiglia, 3-1 per il Padova Rosso grazie alla rete di Ilari.

Ore 16.35 – Qui Guizza: inizia la ripresa, scambio di casacca tra Ilari e Petrilli.

Ore 16.30 – Qui Guizza: termina il primo tempo, 2-1 il risultato per il Padova Rosso grazie alle reti di Cucchiara e Petrilli. Di Mazzocco il gol del Padova Verde.

Ore 16.10 – Qui Guizza: partitella in famiglia a tutto campo. Il probabile undici anti-Renate è schierato col 4-3-3, questa la formazione: Petkovic; Dionisi, Diniz, Niccolini, Favalli; Mazzocco, Bucolo, Corti; Ilari, Altinier, Bearzotti. 4-2-3-1, invece, per il Padova Rosso: Favaro; Dell’Andrea, Gorzelewski, Fabiano, Anastasio; Giandonato, Ramadani; Aperi, Cunico, Petrilli; Cucchiara.

Ore 16.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 15.50 – (Mattino di Padova) Sulla ruota del Polisportivo esce il segno “1” nella sfida tra due squadre abbonate al pareggio. Merito di Vecchiato, che al 10’ della ripresa manda in soffitta il 4-2-3-1 iniziale avanzando il baricentro con l’ingresso, risultato decisivo, di Acampora. È l’attaccante ex Monfalcone a suonare la sveglia per un Belluno fino a quel momento abulico ed incapace di rendersi pericoloso dalle parti di Lionello. Nell’Este ci sono due novità rispetto alle previsioni con Montin e Niselli rispettivamente al posto di Favaro e Ferrara. La partita cambia subito, complice un erroraccio di Sommacal che dapprima spiana la strada a Marcandella che poi lo costringe al fallo da rigore: Copat indica il dischetto dal quale Mastroianni non sbaglia infilando la palla sotto la traversa per il vantaggio ospite. L’Este, realizzato il vantaggio, ha il demerito di accontentarsi: la sensazione è che con maggior convinzione i giallorossi avrebbero chiuso il primo tempo con uno scarto di gol diverso. Nel secondo tempo al minuto 15 arriva il meritato pari, realizzato da Mosca di testa, ben appostato sul secondo palo su perfetto cross di un rinvigorito Farinazzo. Acampora vuole spaccare il mondo alla ricerca del primo gol in maglia gialloblu ma trova sulla propria strada un ottimo Lionello che può poco al minuto 29 quando al termine di un batti e ribatti in area bomber Corbanese trova il pertugio giusto per gonfiare la rete realizzando il quarto centro personale.

Ore 15.30 – (Mattino di Padova) Fosse stata una lezione su quel che non va fatto in difesa, Montebelluna-Luparense sarebbe stato un efficace compendio. Quella che fino a qualche settimana fa era la migliore retroguardia, si è trasformata nella banda del buco: 9 gol incassati in 3 gare. Rigo in giornata-no, il debuttante Maronilli con le gambe tremolanti, la prima mezz’ora da incubo. Del Monte è piaciuta la capacità di reazione, tanto che si è portato sul 3-3 e ha sfiorato il 4 pari con Zecchinato. La concentrazione, viceversa, va allenata. Perché la segnatura decisiva dei padovani grida vendetta: raggiunta l’agognata parità, non puoi soccombere subito in contropiede. I lupi, al terzo successo di fila, sembrano aver trovato invece nuova linfa con Cunico. Malgrado abbiano rischiato di buttare via una vittoria che dopo neanche 10’ pareva in saccoccia. Troppe amnesie che potevano costare carissimo. Ma ieri da brividi è stato l’avvio del Monte. Nemmeno il tempo di verificare gli schieramenti e i padovani affondano con Beccaro: lo sgambetto di Rigo significa rigore. La punta trasforma il vantaggio. Il mal di mare però non si attenua. L’onda della Luparense sale impetuosa e approfitta di un altro pasticcio. Da centro area lo smarcato Lombardo spedisce in bocca al portiere, la respinta è corta e ne beneficia il liberissimo Paganelli (8’, 0-2). Più che a una partita, si assiste a una sagra degli errori. La terza marcatura dei lupi firmata Praticò è originata da uno svarione di Rigo. Ma i biancocelesti mostrano grinta da vendere e vivono il momento migliore a cavallo fra primo e secondo tempo. La punizione di Zecchinato (deviazione di Paganelli) li rimette in corsa, la staffilata di Nardi (classe ’98, primo gol in D) garantisce il provvisorio pareggio. L’immediata ripartenza di Paganelli fissa però il definitivo 3-4. Zecchinato colpisce di testa a un amen dalla porta, i padovani incrociano a fil di palo con Beccaro e centrano la traversa con Giglio. La sciocca espulsione di Visinoni è un’altra mazzata.

Ore 15.10 – (Mattino di Padova) La sfida al vertice tra il Campodarsego e la Virtus Vecomp finisce in parità, dopo un primo tempo che ha visto i veronesi premere di più e un secondo allo stesso livello. Il risultato finale forse va meglio ai padovani, che in questo modo mantengono la breve distanza dalla vetta oltre che l’imbattibilità. Si è trattato di una partita tattica, decisa da episodi contestati. Gli ospiti partono in quarta impegnando Merlano con Pedrinelli e Allegrini. Molte azioni che di rado si concretizzano in tiri in porta, tanto che il pericolo maggiore viene dalla punizione di Alba deviata in corner da Merlano. Il primo tempo scorre senza troppi sussulti. Nella ripresa si fa vedere subito Tanasa con una botta da fuori. Ben più pericoloso è però il compagno di squadra Aliù che penetra in area e fa partire un rasoterra che passa tra le gambe di Tebaldi; il portiere salva in due tempi. Replica dall’altra parte Alba, fuori misura. Del resto i veronesi riescono a essere più insidiosi su calcio piazzato, con Allegrini che da 30 metri colpisce la traversa. Dopo il quarto d’ora ci riprova Aliù, ma stavolta è centrale. Proprio nel momento di crescita dei biancorossi casalinghi, arriva però il gol degli ospiti: sull’ennesima azione da angolo, Allegrini va alla conclusione ma calcia sbilenco, N’Ze è tuttavia abile a intrufolarsi e a ribattere in rete. Il vantaggio giunge tra le vibranti proteste della difesa avversaria, che ha reclamato il fuorigioco. Potrebbe infierire il neoentrato Mensah, neutralizzato dal portiere. Il Campodarsego non si scompone e si riporta in avanti. Dopo qualche tentativo a vuoto e un momento di nervosismo, Aliù è atterrato in area. Per l’arbitro è rigore, seppure tra le proteste stavolta dell’altra squadra: batte il neoentrato Cacurio che non sbaglia. Dopo il pari i padovani cercano pure il vantaggio, con la punizione di Bedin e la percussione di Michelotto, il cui cross non viene agganciato di un soffio dai colleghi in attacco. Negli spogliatoi Andreucci si dichiara soddisfatto: «Dopo un primo tempo passivo, la squadra è venuta fuori grazie anche a un cambiamento di modulo. Sono stati bravi a mantenere la calma, specialmente dopo un gol dubbio nel nostro momento migliore».

Ore 14.50 – (La Nuova Venezia) Matteo Serafini professa la sua innocenza nell’episodio che ha portato alla sua espulsione, spiega la sua versione dei fatti e sottolinea alcuni aspetti importanti nel dialogo con l’arbitro. «Mi ha detto che sono stato un signore nel non protestare, ma è logico visto che non avevo colpe in quella situazione: cosa gli andavo a dire? Tutto è cominciato nell’azione precedente, quando con Thomassen ci siamo intrecciati le gambe in area e sono caduto. Mi ha insultato e gli ho risposto per le rime. Poi, su un cross dalla sinistra è entrato dritto su di me gettandomi a terra. Mi sono rialzato, sull’azione successiva ho allargato le braccia per prendere posizione e col gomito ho colpito il suo petto, non certo per fargli del male. Ha fatto una sceneggiata e il guardalinee, non l’arbitro, ha segnalato un mio intervento pericoloso». Il bomber del Venezia è dispiaciuto. «Ho la coscienza pulita e l’ho detto anche all’arbitro, e per come la penso io non doveva neppure essere ravvisato quello scontro. Nel momento in cui ho visto il guardalinee alzare la bandierina, ho capito che sarebbe finita male. Mi prenderò almeno due giornate di squalifica per un abbaglio preso dal guardalinee, perché l’arbitro neppure aveva visto ciò che era successo». Serafini ricorda un precedente simile. «Con la Pro Patria, proprio contro il Venezia al Penzo. Un’azione quasi uguale, e anche in quel caso da capitano mi ero preso due giornate di squalifica. Provo rammarico perché c’erano tutti i presupposti per vincere la partita. Prendo atto di ciò che è successo e vado avanti». Un’ottima prestazione è stata quella di Marco Modolo, alla prima da titolare in campionato. «Mi mancava e ho tanta voglia di giocare. Non sono ancora al cento per cento, e voglio dare atto al grande lavoro fatto finora da Beccaro e Cernuto al centro della difesa. Sul gol del pareggio ammetto di essermi fermato un istante perché credevo che la palla fosse uscita. Questo punto rimane importante ed è giusto tenerselo stretto. Domenica ci aspetta una partita difficile contro la Calvi Noale, e dobbiamo tornare a vincere subito».

Ore 14.30 – (La Nuova Venezia) «Abbiamo conquistato un buon punto fuori casa, recuperando lo svantaggio iniziale e dando buone risposte quando ho cambiato sistema di gioco per avere più alternative in attacco». Paolo Favaretto commenta così il pareggio di Abano che ha interrotto la striscia di sette vittorie consecutive del Venezia in campionato. «Il fatto di restare in dieci ci ha penalizzati nel momento in cui stavamo esercitando più pressione» aggiunge, «sul 2-1 ci siamo abbassati un po’ troppo, ma in questo momento dobbiamo solo restare sereni, e mi riferisco anche alla questione delle espulsioni. Presunzione da parte nostra in campo? Non credo, semplicemente non siamo riusciti a esprimerci come al solito, ma cambiando cinque giocatori anche per questa partita, è inevitabile che si siano andati a toccare degli equilibri consolidati. Del resto ormai le squadre ci hanno studiati, ci aspettano e bravi comunque gli avversari dell’Abano perché hanno giocato una buona partita. Adesso dobbiamo fare un nuovo filotto di vittorie per riprendere la corsa». Il presidente Joe Tacopina a fine incontro osserva: «Voglio vincere ogni partita ma non sempre questo è possibile, però un punto è meglio di niente. È stata una sfida molto difficile per noi, i ragazzi hanno giocato con il cuore e di più non potevamo chiedere. Verso di noi ci sono grandi aspettative, ma nel primo tempo non si è visto il miglior Venezia. Resta il fatto che il calcio non è una scienza esatta, quindi andiamo avanti così». Il direttore sportivo Giorgio Perinetti è invece contrariato per alcune scelte arbitrali, in particolare l’aver convalidato il secondo gol dell’Abano. «Parto dal presupposto che non si può sempre essere perfetti, ma dispiace per l’errore dell’arbitro nel finale di partita. La palla era uscita di mezzo metro. Guarda caso, però, dalla sfuriata dell’allenatore della Virtus Vecomp di rigori non ce ne danno più. Non chiediamo aiuti a nessuno, solo che ci venga riconosciuto ciò che ci spetta. L’espulsione di Serafini? È stata giusta, ma questo pareggio resta un risultato da cabala».

Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) «Specchio, specchio delle mie brame, dimmi che sono io la più bella del campionato». Regina sì, cattiva no. Ma il Venezia cede alla tentatazione della vanità e butta via mezza partita, tutto il primo tempo. Tanto, vinco quando voglio, sembra pensare la squadra, e in questo campionato magari è anche la verità. Solo che stavolta non funziona. E finisce 2-2. Fa rabbia, perchè nel secondo tempo Favaretto fa le correzioni giuste, la squadra trova la giusta strada per arrivare alla vittoria, ma incappa in altre due ingenuità, l’espulsione di Serafini e quel gol che – pur con il sospetto di una azione nata con un pallone oltre la linea di fondo – è anchefrutto di un mezzo pasticcio difensivo. Eccoci, allora, a raccontare questo pareggio, e non occorre appartenere alla corrente dei fatalisti per dire che prima o poi doveva capitare. Niente otto volante, niente ottava meraviglia, ma il Venezia resta padrone assoluto del campionato, su questo non ci piove, nonostante l’acqua che per tutta la giornata bagna il centro di Abano. Pareggio giusto, diciamolo. Con quell’1-0 del primo tempo che stava stretto all’Abano e un secondo tempo di marca veneziana. E dei neroverdi padovani diciamo anche di una partita gagliarda, giocata con spirito operaio ma con lampi di lucidità. Fino all’intervallo le occasioni sono tutte per loro, il premio arriva presto, con il destro di Rampin al 9’, un bel fendente dal limite dell’area che va dritto a bersaglio. Il Venezia reagisce, è vero, ma con poche unghie. Trova una squadra attenta, Ballarin non regala metri a Fabiano, ci sono delle fasi in cui l’Abano, si mette nella propria trequarti, cortissimo, e per il Venezia è un problema trovare spazi liberi. L’idea giusta di Favaretto è quella, nel secondo tempo, dei due mediani centrali, con tre uomini sulla trequarti in supporto a Serafini. Il pari arriva con il classico pallone lungo che pesca Carbonaro davanti al portiere per un facile 1-1 e il vantaggio ha la firma di Calzi (uomo partita, suo anche un salvataggio sulla linea prima dell’intervallo) con una punizione gioiello. In mezzo ai due gol del Venezia, però, il cartellino rosso a Serafini, colpevole di cadere nella provocazione di Thomassen che prima lo insulta (italiano o danese, non ha impotanza) e poi gli mette le mani addosso, ricambiato. Peccato, manca la controprova, ma probabilmente in undici il Venezia questa partita l’avrebbe vinta. Fa la sua parte anche in dieci, il Venezia, giustamente per non farsi schiacciare Favaretto mette dentro Maccan, le cose funzionano fino alla raccontata azione del 2-2 e alla fine dei conti resta inutile brontolare aggrappati ai se e ai ma di turno. Una nota importante, per restare ancora sul lato positivo, è il rientro di Modolo, difensore che in questa categoria può stare tra i migliori e che al 100% della condizione sarà la più sicura garanzia per la difesa. Resta da segnalare una partita corretta, senza falli cattivi, alla faccia dell’espulsione e di un pubblico, più o meno 400 persone, in gran parte di fede arancioneroverde. Il presidente Tacopina chiude il suo commento allargando le braccia, un punto è meglio che niente. E, in italiano, “preferisco vincere”.

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) I più guardano al campo, altri però osservano la tribuna. Lo spettacolo vero dopotutto è Joe Tacopina. Il presidente newyorkese esulta, si arrabbia, festeggia, s’infervora assieme ai tifosi. Il suo Venezia non riesce a staccare il pass per l’ottava vittoria consecutiva e l’espulsione di Matteo Serafini (che sciocchezza…) rovina la festa arancioneroverde. Ad Abano è 2-2, l’ottava meraviglia lagunare non riesce per una manciata di secondi, visto che al 44’ arriva il pari firmato da Munarini. «Cosa dobbiamo dire oggi? Che abbiamo regalato il primo tempo — sbuffa “Taco” a fine partita — e che sul cross che ha portato al 2-2 la palla era fuori di mezzo metro. L’espulsione di Serafini? Deve stare più attento. Il rigore reclamato? Non ce ne daranno più…». Tacopina scherza con i cronisti eprende tutto nel modo migliore, ironizzando anche di fronte a un pari che non va giù: «E’ stata una partita difficile per noi — chiude il presidente — ma abbiamo giocato col cuore ed è ciò che vogliamo. La nostra squadra è la migliore del girone, quindi abbiamo delle aspettative ma questo è calcio, non scienza. Io voglio vincere sempre, ma comunque siamo ancora imbattuti. Un punto è meglio di zero…». Si può vincere tutte le partite in un campionato? No di certo, a meno che non sia scenda sulla terra da un altro pianeta, neppure se ti chiami Venezia, in panchina hai Paolo Favaretto, come ds Giorgio Perinetti e nella stanza dei bottoni Joe Tacopina. Eppure fino a un minuto dalla fine l’ottava vittoria di fila sul campo dell’Abano sembrerebbe realtà, poi arriva la doccia fredda e il pari di Munarini per il definitivo 2-2. E per quanto visto in campo il pari è il risultato più giusto. Il Venezia va sotto (segna Rampin al 9’ con uno splendido tiro dalla distanza), ma ha il merito di non disunirsi e riesce a reggere l’assalto dell’Abano per poi rimettere in piedi il match nella ripresa. Sul taccuino nel primo tempo c’è tanto Abano: girata di Munarini a lato (22’), tap-in di De Cesare fuori di un capello (28’), incrocio dei pali di Tescaro (43’) con deviazione decisiva di Calzi. Nella ripresa succede di tutto: al 10’ De Cesare fallisce di testa il colpo del ko e invece poco dopo il Venezia pareggia: lancio per Carbonaro che al 17’ insacca per l’1-1. Poi Serafini si fa espellere per una gomitata, ma il Venezia riesce a segnare. Il 2-1 è merito di Calzi, che pennella una magnifica punizione al 24’. L’Abano non molla, il bunker veneziano sembra tenere ma proprio all’ultimo affondo Munarini riesce a bucare Vicario per il 2-2. E il Campodarsego? Pareggia e non fa paura. Il Venezia resta il Venezia, tutti vogliono che la serie D sia soltanto una spiacevole parentesi.

Ore 13.30 – (Mattino di Padova) L’occasione era ghiotta. Così come la necessità di cancellare gli ultimi venti giorni: l’Abano ce la fa nella partita più difficile, guadagnando un punto col Venezia, fermato, si fa per dire, dopo sette vittorie consecutive. Profetiche, in questo senso, erano state le parole del patron dei neroverdi Gildo Rizzato che, dopo la sconfitta di San Martino di Lupari, aveva difeso a spada tratta il suo staff, pronosticando una prova di carattere nel turno infrasettimanale. Di carattere, gli uomini di mister De Mozzi, col Venezia ne tirano fuori a palate: quando devono difendersi dalle trame dei vari Serafini, Fabiano e Carbonaro e quando, rimontati, fanno di tutto per evitare la quinta sconfitta consecutiva. La formazione lagunare può solo battersi il petto per non essere riuscita ad allungare la striscia di vittorie, quasi un obbligo giustificato dal valore della rosa e dal conto in banca. L’Abano, però, al delle Terme non ama fare gli onori di casa, e rende la vita difficile ai cugini famosi piazzandogli un gol dopo 9 minuti: è il tiro di Rampin dal limite dell’area a strozzare i cori degli ultras ospiti assiepati in tribuna. Il Venezia fa gioco, l’Abano risponde a tono e affonda sugli esterni: i baby cursori Tescaro e Zattarin si fanno vedere con estrema frequenza, mentre Creati e De Cesare s’inseriscono sui movimenti di Barichello e Munarini. De Cesare ha pure l’occasione per il 2-0, ma Vicario non ha problemi sul colpo di testa del mediano. Gli uomini di Favaretto non ne vengono fuori se non con manovre troppo elaborate, che favoriscono Thomassen nell’organizzazione della difesa. Dall’altra parte, Calzi salva tutto sulla zuccata di Tescaro, che a sua volta innesca un’altra azione confusa in area, nella quale toccano in qualche modo il pallone Thomassen, Munarini e, stavolta in maniera decisiva, l’estremo di casa Vicario. Nella ripresa, Ruzzarin, portiere dell’Abano, deve solo controllare una conclusione dalla distanza di Carbonaro. Il collega Vicario, dal canto suo, ringrazia gli dei al 51’, quando De Cesare, che non è propriamente un uomo d’area, fallisce ancora di testa. Il Venezia capisce la grazia ricevuta e pareggia al 61’ con Carbonaro che sfrutta la diagonale latitante di Zattarin e poi infila Ruzzarin. La partita subisce uno scossone al 65’: Serafini non apprezza le attenzioni di Thomassen e gli rifila una gomitata. L’arbitro non vede, il guardalinee sì e tanti cari saluti al centravanti bresciano. A rimettere le cose a posto ci pensa Calzi con una punizione che più precisa non si può (68’). A risultato ribaltato, l’Abano non si scoraggia e manda tutti in avanscoperta: sfiora il colpaccio il neo entrato Maniero mentre Munarini, allo scoccare del 90’, si butta a capofitto su un tiro di Zattarin respinto da Vicario insaccando il 2-2. Parla il mister.Massimiliano De Mozzi, tecnico dell’Abano: «I ragazzi hanno corso tanto, ma a giudicare dai crampi i nostri avversari hanno faticato anche di più. Sono contento perché ce la siamo giocata alla pari con una squadra fortissima. Se avessimo vinto penso che nessuno avrebbe avuto niente da dire».

Ore 13.00 – (Gazzettino) Gongola Roberto Venturato. Il suo Cittadella infila la terza vittoria di fila e aggancia il Bassano al primo posto del girone, confermando la tesi di chi sosteneva che i granata fossero tra i candidati principali per la vittoria finale. Il tecnico cerca di smorzare gli entusiasmi, ma si gode il gran momento dei suoi: «La classifica dice che il Cittadella è primo, è assolutamente positiva per noi, ma è ora che viene il difficile, perché c’è da dare continuità ai risultati, se vuoi mirare in alto. Per questo dico che bisogna mantenere l’umiltà, e mettersi sempre in discussione, partita dopo partita». Venturato analizza quella odierna: «Con la Pro Patria abbiamo avuto una piccola disattenzione nel primo tempo che ci è costata il gol del pareggio. Dobbiamo lavorare su questi piccoli episodi per evitare certi errori. Il Cittadella deve saper gestire i novanta minuti con grande continuità, concedendo il minimo agli avversari». La squadra di Busto Arsizio è piaciuta all’allenatore, non potrebbe essere altrimenti: «Abbiamo ripetuto le ultime belle uscite. Le fatiche del derby si sono sentite, ma abbiamo la fortuna di poter cambiare i giocatori in campo mantenendo un certo equilibrio, sia nel gioco che nel ritmo». Il rombo sembra il modulo più congeniale, con l’uomo dietro i due attaccanti, con la Pro Patria ha poi concluso con il classico 4-4-2: «Sono contento della voglia, della disponibilità del gruppo. Sinora abbiamo lavorato su queste due soluzioni tattiche, che stanno dando buoni risultati». Cittadella e Bassano in vetta, ma ci sono altre squadre in lotta per la promozione: «Siamo all’inizio, l’Alessandria, la Cremonese, lo stesso sorprendente Pordenone hanno valori importanti. La Giana Erminio, prossimo avversario, è una buona squadra. Adesso è importante restare con i piedi per terra, dare continuità». Venturato torna sull’episodio del pareggio, e dice: «Mai prendere sottogamba un impegno. Il termine superficialità non deve esistere nel nostro dizionario, l’ho detto ai ragazzi al termine del primo tempo, certi errori si possono e si devono evitare». La sorpresa della trasferta lombarda è Schenetti mezz’ala piuttosto che esterno puro: «Ha corsa e resistenza, se riesce a fare anche questo ruolo ci dà una grossa mano, ha le capacità per farlo». Poche ore per godersi la vittoria, oggi si ricomincia: «È giusto essere felici per i tre punti, per il primo posto, ma domenica si gioca ancora, pensiamo alla Giana Erminio» conclude il tecnico.

Ore 12.40 – (Gazzettino) Il Cittadella rispetta i pronostici. Vince senza troppi affanni contro la Pro Patria e aggancia il Bassano in vetta alla classifica del girone. Tutto come previsto, tutto come doveva andare. A Busto Arsizio si recupera la seconda giornata di campionato, la squadra lombarda è la cenerentola del girone, sinora ha sempre perso, ma nelle ultime due sfide, contro Albinoleffe e Lumezzane, ha evidenziato segnali di ripresa: insidie nascoste per il Cittadella? Neanche per sogno, i granata hanno dominato in lungo e in largo per tutti i novanta minuti, sono andati a segno tre volte e hanno avuto altrettante opportunità per allargare i contorni della vittoria. Il tecnico del Cittadella aveva annunciato un po’ di turn over, così è stato: senza cambiare l’assetto tattico – 4-4-2 con il rombo – Venturato inserisce Cappelletti e Benedetti in difesa, Schenetti a centrocampo, Jallow (al rientro dalla squalifica) in avanti. Il Cittadella non sbaglia l’approccio sul campo dell’ultima in classifica, e dopo nemmeno due minuti di gioco Litteri sfiora il gol di testa, il pallone si infrange sulla traversa, probabilmente sfiorato dal portiere La Gorga. La Pro Patria non sta a guardare, e l’ex Montini dal limite scheggia anch’egli la traversa. Il Cittadella fa la partita, ma sono ancora i padroni di casa a rendersi pericolosi nell’area granata, con Alfonso chiamato alla respinta a terra sulla conclusione di Sampietro al 21′. È come se fosse suonato un campanello d’allarme, perché il Cittadella aumenta la pressione e il ritmo, e le occasioni fioccano: dapprima ci prova Schenetti dalla distanza, il portiere blocca con un certo affanno, quindi al 26′ passa in vantaggio. Cross in area di Paolucci, interviene male di testa Taino e ne esce un assist perfetto per Chiaretti: controllo e tocco sotto a superare La Gorga. Un errato rinvio di Alfonso regala il pareggio al 36′ alla Pro Patria, il pallone calciato dal portiere viene intercettato da Marra che quasi involontariamente serve Coppola, il centrocampista si infila centralmente e indovina l’angolino. Gara riaperta? Solo per sei minuti, il tempo che trascorre sino al nuovo vantaggio del Cittadella: cross di Schenetti (uomo-assist dell’incontro) e colpo di testa perentorio di Litteri. Le parti si invertono allo scadere, con Litteri che chiama Schenetti al colpo di testa, sulla linea respinge Zaro. La ripresa comincia com’era finito il primo tempo, con il Cittadella sempre in attacco: al 5′ cross di Schenetti e testa di Paolucci, sul fondo di un soffio. Ancora Schenetti assist-man per Chiaretti, piattone a centro area e gran respinta del portiere. È l’attaccante italo brasiliano a chiudere la partita al 20′, raccogliendo la corta respinta del portiere sulla punizione di Benedetti. Facile il tocco da due passi. La Pro Patria resta in dieci per l’espulsione di Montini, il Cittadella non affonda più i colpi, Venturato richiama Paolucci e Chiaretti, prima ancora aveva sostituito Litteri: bisogna recuperare le energie per domenica, terza partita in otto giorni.

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Al terzo tentativo finalmente si è sbloccato. Vicinissimo al gol contro Pavia e Padova, Lucas Chiaretti a Busto Arsizio ha mostrato che la porta la sa vedere anche lui, realizzando due reti intrise di classe e opportunismo. E così, alla fine, viene voglia di ricordargli che Zeman ci aveva proprio visto giusto a Pescara, quando lo voleva con sé. «Eh», ammette il talentuoso numero 10 brasiliano, «penso di aver ritrovato la condizione che avevo in quella stagione, che è stata la mia migliore sin qui in Italia». Poi ci sono stati i gravi infortuni, al ginocchio e alla caviglia, che gli hanno fatto perdere due stagioni. E così, adesso, la dedica per la doppietta alla Pro Patria non può che andare «a questo gruppo, che sta lavorando duramente e con umiltà e che sa dove vuole arrivare, e alla mia famiglia, a Belo Horizonte, che mi è sempre stata vicina anche nei momenti più difficili della carriera, quando non potevo giocare». Sul secondo gol, un tap-in rapace dopo la conclusione di Benedetti respinta in qualche modo da La Gorga, sono state vibranti le proteste da parte dei padroni di casa, che reclamavano per una sospetta posizione di fuorigioco, proteste costate l’espulsione di Montini. «Era regolare», taglia corto Chiaretti. «Sono stato molto attento nell’occasione e ho guardato dov’era l’ultimo uomo prima di avventarmi sulla palla. Non era affatto fuorigioco, come hanno sostenuto i nostri avversari». Al suo arrivo a Cittadella c’erano molte versioni su quale fosse la posizione che maggiormente preferiva in campo, ma il fantasista carioca ha… dimostrato con i fatti di esprimersi al meglio nel ruolo di trequartista. «Ho giocato anche da attaccante esterno, ma questa è la posizione in cui do il meglio, potendo muovermi tra le linee. E penso di poter ancora migliorare, non sono infatti al top».

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) «Il difficile arriva adesso». Parola di Roberto Venturato nella sala-stampa dello stadio Speroni di Busto Arsizio. Di fronte alla classifica, che ora vede i suoi uomini in vetta al girone assieme al Bassano, il tecnico del Cittadella non si scompone più di tanto. «Ora è positiva, indubbiamente. Ma sappiamo che, per restare lì in alto, dovremo mantenere la massima concentrazione, a partire dalla gara di domenica contro la Giana Erminio». Intanto, però, è bello ritrovarsi (finalmente) in testa. Pensa che siano proprio Cittadella e Bassano le due squadre destinate a contendersi il primo posto sino alla fine? «Siamo solo all’inizio, è troppo presto per fare certe considerazioni. Ai piani alti c’è il Bassano, ma ci sono anche altre realtà che potranno dire la loro. Mi riferisco ad Alessandria, Pavia, Cremonese, Reggiana, FeralpiSalò, allo stesso Padova e al Pordenone, che è la sorpresa di queste giornate. Oltre che i valori tecnici, per restare ai vertici conterà la continuità». Non vede il rischio di un campionato spaccato in due, con le squadre di prima fascia capaci di procedere a velocità doppia rispetto alle altre? «No. Posso, anzi, dire che sinora abbiamo sempre affrontato rivali che avevano delle qualità, compresa questa Pro Patria, che sconta il fatto di essere stata costruita in ritardo, ma che può contare su diversi giovani interessanti». Se proprio c’è da farvi un appunto, questo chiama in causa qualche sbavatura difensiva. E nel conto finisce anche l’1-1 regalato da Alfonso. «È bastata una piccola disattenzione per subìre gol. Ed era un errore che potevamo evitare. Mi riferisco a episodi simili quando dico che occorre mantenere alta la concentrazione, evitando certe superficialità. È vero anche che nel derby di sabato scorso abbiamo speso molte energie, soprattutto a livello mentale, e credo che quella fatica si sia sentita. Ho, però, la fortuna di avere a disposizione una rosa di valore, che mi ha permesso di concedere un po’ di riposo a chi era più stanco». La striscia di tre vittorie consecutive che ha portato il Citta in cima è coincisa con il cambio di modulo: è soltanto un caso? «Abbiamo sempre lavorato su due sistemi di gioco, sin dall’inizio della preparazione. Voglio che la squadra acquisisca una sua precisa identità con questo modulo, ma continueremo a tenere in considerazione la formula con le ali larghe. L’importante è che da parte di tutti ci sia la stessa disponibilità vista sinora». A proposito di disponibilità: la novità tattica del giorno è legata alla posizione di Schenetti, schierato mezz’ala destra al posto di Bobb. Una soluzione da riproporre? «Schenetti è un giocatore che ha grandi qualità tecniche ma anche tanta “corsa”, per questo credo possa ricoprire questo ruolo pure in futuro, dandoci una grossa mano». A fine partita i complimenti a capitan Iori e soci arrivano anche da Angelo Mastropasqua, alla seconda partita alla guida della Pro Patria dopo quella con il Lumezzane. «Contro questo Cittadella una sconfitta ci può stare, ci mancherebbe! Davanti abbiamo avuto una squadra che poteva permettersi il lusso di tenere in panchina un giocatore come Coralli, che solo l’anno scorso ha realizzato una quindicina di gol in Serie B… Abbiamo, però, regalato due gol per gli errori dei nostri difensori e, lo ribadisco, contro avversari di tale caratura non possiamo permettercelo».

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Il Cittadella è primo in Lega Pro, insieme al Bassano. L’operazione aggancio in vetta va in porto alla sesta partita, anche se in realtà si trattava del recupero della seconda, che si sarebbe dovuta giocare il 13 settembre e che era stata rinviata per consentire ai bustocchi di allestire un organico degno della categoria in cui sono stati riammessi in extremis. Vittoria mai in bilico, neppure quando, complice un “regalo” del portiere Alfonso e della difesa completamente spiazzata, la Pro Patria è riuscita a fare centro riportando momentaneamente in equilibrio la sfida. È il terzo successo di fila per i granata, il secondo in trasferta, unica formazione imbattuta del girone insieme al Bassano, appunto, e al Pordenone. Il turnover paga. Rispetto al derby Venturato rimescola le carte, presentando quattro novità: in difesa Cappelletti centrale e Benedetti terzino sinistro (in panchina Scaglia e Donazzan), a centrocampo Schenetti (Bobb è in panchina) e davanti Jallow (con Coralli prima alternativa). Il cuore e la grinta sono il massimo che può proporre in questo momento il gruppo di Mastropasqua, difeso dal d.g. Fulvio Collovati, che la scorsa settimana ha tuonato contro gli arbitri per presunti torti subìti. Non c’è storia sin dai primi minuti, il Citta sfiora il vantaggio con un colpo di testa di Litteri deviato sulla traversa da La Gorga (e sono passati 1’ e 40”), a cui risponde uno splendido sinistro dal limite di Montini che scheggia la parte superiore del legno sopra la testa di Alfonso (3’). Pressing feroce e corsa contro la maggiore tecnica e qualità dei padovani: la Pro Patria, ultima a quota zero, solo questo può fare. Paolucci è graziato dall’insufficiente arbitro Annaloro per un brutto fallo di reazione su Degeri(10’), poi il match prende quota e devia gradualmente dalla parte degli ospiti. I quali al primo, grossolano errore dei bustocchi passano: cross dalla sinistra, Taino controlla malissimo di petto e di testa, la sfera gli sbatte contro e finisce a Chiaretti, che con un tocco morbido di sinistro infila (26’). L’erroraccio di Alfonso. Il Citta si macchia, però, del classico peccato di presunzione, in simili situazioni: e al 37’ Alfonso sbaglia lo stop con i piedi, sul retropassaggio di un compagno, rinviando corto e male. Coppola è in agguato, prende palla e punta deciso verso il bersaglio, uccellando l’estremo difensore con un tiro preciso. Litteri, e sono tre! Cinque minuti e la neo-capolista rimette la freccia: Schienetti va in fuga sulla destra e pennella dal fondo un cross al bacio per Litteri, che solo soletto stacca alla perfezione e insacca. C’è poi un sospetto fallo di mano di Zaro, forse oltre la linea bianca, su un’altra deviazione aerea a colpo sicuro di Schenetti, ma arbitro e assistente non vedono nulla (46’). Espulsione e Chiaretti-imbis. Nella ripresa la Pro Patria paga, inevitabilmente, dazio ad una condizione fisica approssimativa – i giocatori non hanno svolto nè ritiro nè preparazione pre-campionato – e per Iori & C. la partita si mette decisamente in discesa. Sontuosa la regia del capitano, le cui aperture sono illuminanti, decisiva la nuova stoccata del trequartista brasiliano, che già al 10’ fa gridare al gol, impattando un cross di Schenetti e trovando un super La Gorga a respingergli in qualche modo il tiro al volo. Al 20’ Benedetti batte una punizione da fuori area, il portiere intercetta e Chiaretti, in beata solitudine (sospetto fuorigioco? Mah…), controlla e infila in diagonale. Proteste di Montini, sin lì tra i pochi a salvarsi nei bustocchi, e l’arbitro lo caccia negli spogliatoi. Finisce con gli applausi della squadra, ricambiati, agli undici tifosi granata in curva, ai quali si aggiungono altri 5-6 in tribuna. Il Citta è davanti a tutti, e vuole restarci il più a lungo possibile.

Ore 11.20 – (Corriere del Veneto) «La classifica? E’ bella ma non guardiamola, il campionato è appena agli inizi, manca ancora molto tempo e di cose ne possono succedere talmente tante…». Roberto Venturato mostra il solito volto, quello equilibrato e prudente che ne ha sempre contraddistinto il lavoro. Il suo Cittadella è primo in classifica. Si prende tre punti a Busto Arsizio contro una Pro Patria che è sembrata ben poca cosa, vince 3-1 e aggancia al primo posto il Bassano. Soffre un po’, rischia di andare in affanno per un errore di Alfonso ma alla fine rimedia e porta a casa il successo che voleva alla vigilia. Nella città murata il sorriso è quello dei giorni migliori: i 14 punti conquistati sinora rispecchiano il valore della squadra, mostrando ancora una volta il lato più cinico e la capacità di gestire al meglio il risultato. Tatticamente, poi, le varianti al tema base sono diverse: Jallow trequartista e Schenetti mezzala due esperimenti tutto sommato riusciti, anche se l’attaccante africano risulta un po’ troppo «anarchico» e poco preciso. La cronaca: dopo appena due minuti Litteri colpisce la traversa e al 25’ una grave disattenzione di Taino regala palla a Chiaretti, bravissimo a superare con un delizioso lob il portiere La Gorga. Al 36’ arriva il pari della Pro Patria: Alfonso sbaglia un rinvio e regala il pallone a Coppola, che non può sbagliare. Sull’1-1 il Cittadella sbanda un po’, ma si riprende subito: al 41’ Schenetti pesca in mezzo Litteri che timbra il secondo gol. Il 2-1 al riposo spiana la strada al successo granata: al 9’ ancora Schenetti innesca Chiaretti, stoppato in extremis da un eccellente intervento di La Gorga. Al 19’ arriva l’episodio che chiude il match: Chiaretti raccoglie una corta respinta e mette dentro, Montini viene espulso per proteste e il sipario si abbassa. Gli ultimi minuti sono accademia pura. Il Cittadella vince e convince, la vetta è sua. «Sono contento della disponibilità da parte del gruppo – chiude Venturato – questa è una vittoria non banale. Schenetti ha dato qualità dal punto di vista tecnico, della corsa e della quantità. Se riesce a fare la mezzala può darci una grossa mano, stiamo lavorando su due moduli e abbiamo giocato le ultime due col trequartista. Non dobbiamo mollare, non diamo per scontato nulla». Domenica al Tombolato arriva la Giana, l’obiettivo è quello di continuare a correre per centrare un obiettivo chiaro che si chiama serie B.

Ore 10.50 – (Gazzettino) «Con il Cittadella siamo stati più tignosi, abbiamo combattuto e poteva esserci un esito migliore, tenendo nel primo tempo lo 0-0 o facendo meglio dopo il pareggio, ma poi loro sono usciti alla grande e comunque avrebbero anche potuto chiuderla prima». Come uscire da questo momento? «Stiamo lavorando per rifarci e per dimostrare che quanto di buono fatto in precedenza non era casuale. Bisogna correggere gli errori e progredire un po’ alla volta. In questo momento alcune squadre hanno qualcosa più di noi per cui c’è da migliorarci per colmare questo gap». La sfida con il Renate? «Massimo rispetto per loro. Sappiamo che tutte le gare in qualunque categoria sono difficili, ma abbiamo il dovere di vincere per rimetterci in carreggiata».

Ore 10.40 – (Gazzettino) E dunque non mancherà allo stadio una porzione di tifo personalizzato: «Con il Renate in particolare non ho contatti o rapporti, ma ci saranno di sicuro un po’ di amici e parenti». Prima di approdare a Padova, Corti non era mai uscito calcisticamente dalla Lombardia. Solo una coincidenza? «In parte. In realtà il motivo è che mi hanno sempre cercato squadre della regione, a parte quando ero a Varese, ma da là non mi sono mosso perché mi trovavo bene». L’attualità parla di due sconfitte e un momento non facile per i biancoscudati: «In entrambi i casi, pur con un diverso copione, il campo ha detto che meritavamo di perdere. Con il Sudtirol è stata una nostra gara appannata. La loro è una buona squadra, ma noi l’abbiamo agevolata e resa ancora più forte».

Ore 10.30 – (Gazzettino) In 105 anni di storia il Padova non ha mai affrontato il Renate, avversario domenica alle 15, ma in una occasione ha giocato allo stadio «Città di Meda», che ora ospita i brianzoli, misurandosi in C2 con la portacolori locale. Era il 3 dicembre 2000, l’undici allenato da Varrella visse per 2-1 e in campo tra gli avversari c’era Daniele Corti, allora ventenne, adesso in forza ai biancoscudati. «È passato tanto tempo – racconta – e di quel giorno ricordo ben poco, se non che i veneti hanno poi vinto il campionato e che al ritorno pareggiammo all’Euganeo con la partita trasmessa in diretta tv». L’ex Varese da quella parti è ancora di casa: «Abito a cinque chilometri dallo stadio e con il Meda ho fatto le giovanili, ho vinto un campionato di serie D e poi sono rimasto altre due stagioni in serie C».

Ore 10.20 – (Gazzettino) Acquistare i biglietti per le gare in trasferta è sempre più un’impresa per i tifosi. La scorsa settimana le proteste per il rincaro del 50% dei tagliandi online per il derby a causa degli alti costi delle commissioni, ieri un nuovo capitolo, relativo alla sfida con il Renate, anche se nel frattempo la situazione si sta sistemando. La prevendita online del settore ospiti (11 euro più diritti) è partita sul sito bookingshow.it ma solo in tarda mattinata e nel frattempo alcuni tifosi si erano recati a Cittadella nell’unico punto vendita del circuito in zona, facendo la strada a vuoto a causa di un problema tecnico con la stampante che impediva l’emissione dei biglietti; c’è stata qualche intemperanza e così il negozio ha comunicato al circuito la propria rinuncia al servizio «per comportamenti poco piacevoli da parte dei tifosi». Il Padova e il Renate stanno valutando eventuali soluzioni, qualora la prevendita online comportasse problemi. Intanto è ormai pieno il pullman degli ultras, pochi posti in quello dell’Aicb. Quanto alla squadra, dopo i rispettivi esami clinici, fumata bianca per Favalli che ieri è tornato in gruppo, grigia per Neto Pereira, per lui corsa. La situazione verrà monitorata nelle prossime ore. Ad arbitrare la partita, novità assoluta per il Padova, sarà una donna. Si tratta di Silvia Tea Spinelli della sezione di Terni, 45enne ufficiale giudiziario, unico rappresentante del gentil sesso negli organici dei professionisti.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «La settimana scorsa avevo avuto un problemino fisico, ma sabato mi sentivo bene, ero pronto a giocare e quando mi è stato chiesto anche per me è stata una sorpresa. Peccato che sia andata male, ma chissà: forse per me il campionato è iniziato proprio adesso». Metti Favaro, sostituto del coetaneo Petkovic in attesa del suo rientro, aggiungi Mazzocco, senza dimenticare i buoni segnali di Bearzotti e la possibilità che presto possa scendere in campo anche Cucchiara: ecco che il Padova, una tra le formazioni più esperte della categoria, potrebbe affidarsi proprio ai suoi giovani per uscire dal gorgo. LE BUONE NOTIZIE. L’attaccante giunto dal Trapani domenica potrebbe trovare il primo spezzone del suo campionato, visto che su Neto Pereira non ci sono ancora certezze. La punta brasiliana ieri ha sostenuto l’ecografia di controllo, ma la fumata è stata grigia: ieri ancora allenamento a parte, tra oggi e domani si capirà se sarà possibile recuperarlo in extremis. Abile e arruolabile è invece Alessandro Favalli, che già ieri pomeriggio è tornato ad allenarsi con i compagni e domenica sarà della gara: un toccasana per Parlato, costretto a fare i conti con la squalifica di Fabiano.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) E se c’è una cosa che le ultime due gare, per quanto negative, hanno insegnato, è che in frangenti come questo i giovani sono in grado di sfoderare tutta la spensieratezza necessaria per superare l’ostacolo. Come il portiere Alessandro Favaro, protagonista al “Tombolato” nonostante le tre reti incassate, ma anche Davide Mazzocco, outsider nell’undici titolare che si è dimostrato, al d là delle difficoltà complessive della squadra, capace di dire la sua anche in questo campionato. «Per me quest’anno è tutta un’altra storia», spiega il centrocampista diventato un capitale biancoscudato quest’estate, dopo il fallimento del Parma, «La Serie D è stata bella, ma adesso mi sento davvero un professionista: più grande, più consapevole, pur con tutta la voglia di mettermi in mostra che naturalmente devo metterci». Nel momento di difficoltà, dopo la batosta col Sudtirol e in vista della gara difficile col Cittadella, Parlato ha scelto di dargli la sua prima chance da titolare. «Una scelta che non mi aspettavo, che mi ha gratificato molto», prosegue Mazzocco.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Fabiano squalificato, Corti in diffida, Neto Pereira ancora incerto. E se fossero i giovani, il vero valore aggiunto da sfruttare per risollevare le sorti del Biancoscudo? La domanda è lecita, e non capita certo in un momento qualunque: domenica, nel pieno della mini-crisi di questo inizio di stagione, la squadra di Carmine Parlato fa visita al Renate in quel di Meda. E ad attendere i biancoscudati, la quarta squadra più “vecchia” del girone con i suoi 25,6 anni di età media della rosa, c’è la seconda più giovane con i suoi 23,7. L’esperienza da una parte, la freschezza e la corsa dall’altra. Lottare cercando di sfruttare le stesse armi potrebbe diventare una tattica da non escludere. L’ETÀ D’ORO. Carmine Parlato ha a disposizione una folta schiera di ultratrentenni, molti dei quali hanno giocato a vario titolo in ben altre categorie. Una caratteristica che rende il Padova una squadra di sicura affidabilità, a lungo andare, ma che ha evidentemente bisogno di un periodo di rodaggio che si pensava già concluso, prima che Sudtirol e Cittadella ponessero nuovi interrogativi a riguardo.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Oggi , domani e sabato il Padova sosterrà gli ultimi allenamenti alla Guizza in vista della partenza per Meda, programmata per sabato pomeriggio. I problemi, relativi a Renate- Padova, sono per ora soprattutto dei tifosi: l’unico punto vendita abilitato alla vendita dei biglietti, a Cittadella, ieri ha smesso infatti di erogare i tagliandi per il match. Le due società, quindi, si sono adoperate per attivare in fretta e furia la vendita online attraverso il sito del circuito Bookingshow, e la situazione è in divenire. I biglietti per il settore ospiti, infatti, potranno essere acquistati fino a sabato: nelle prossime ore sono attese novità dalla società lombarda.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) E’ attualmente in categoria «élite», il massimo livello; ha arbitrato nel 2012 i mondiali Under 20 femminili in Giappone e ad oggi conta più di 75 presenze in competizioni internazionali. Si tratta dell’unico arbitro donna in Italia tra i fischietti «di professione». In periodi di parità dei sessi una designazione simile non dovrebbe far notizia, ma se si tratta dell’unico arbitro donna del calcio professionistico italiano le cose cambiano e fanno capire come alcuni stereotipi siano davvero da lasciare nel dimenticatoio in fretta. Ieri sono stati segnalati dai tifosi ulteriori disagi per l’acquisto dei biglietti per la partita di Meda. Un unico punto vendita fuori città (a Cittadella), peraltro con stampante rotta e ritardo nella partenza della prevendita online. L’intervento della segreteria del club di viale Rocco ha sbloccato la situazione. Il calcio moderno, per i tifosi che vogliono seguire la squadra in trasferta è diventato spesso un calvario, tra burocrazia e norme a volte molto complesse.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Un mercoledì grigio e con pochi motivi per sorridere, al momento. Il Padova cerca di ritrovare se stesso e si allena con impegno per tornare la squadra che aveva ben impressionato nelle prime quattro giornate. Il primo passo sarà il recupero di Neto Pereira, tutt’altro che scontato in vista della trasferta di domenica. Il secondo magari sarà un cambio di modulo che permetta alla squadra di metabolizzare e di coprire i difetti palesati in più di un’occasione. L’attenzione di metà settimana si sposta dunque su altre due curiosità. La prima è che Renate-Padova, a Meda, sarà arbitrata da un fischietto donna. La Can della Lega Pro ha designato, infatti, per la partita di domenica Silvia Tea Spinelli, arbitro assai quotato, di Teramo. Arbitro Uefa, nonché vicepresidente della sezione di Terni, Spinelli è la prima donna arbitro ad essere transitata nei ruoli nazionali. Nel 2003 diventa arbitro internazionale, a disposizione Uefa e Fifa per il calcio femminile.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (settima giornata, sabato 17 ottobre): Ore 14.00: Pordenone-SudTirol. Ore 15.00: Bassano-Alessandria, Mantova-Lumezzane, Pro Patria-Cuneo, Renate-Padova (a Meda). Ore 17.30: Cittadella-Giana Erminio, Cremonese-AlbinoLeffe, FeralpiSalò-Reggiana, Pavia-Pro Piacenza.

Ore 08.28 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Bassano 14, Pavia e Reggiana 12, Cittadella e FeralpiSalò 11, Alessandria, Pordenone e SudTirol 10, Giana Erminio e Lumezzane 9, Padova 8, Cremonese 7, Pro Piacenza 6, Mantova 5, AlbinoLeffe, Cuneo e Renate 3, Pro Patria 0.

Ore 08.26 – Lega Pro Girone A, risultati e marcatori della sesta giornata: Lumezzane-Pro Patria 2-1 (Montini (Pp) al 7′ pt, Barbuti (Lu) su rigore al 13′ pt, Varas (Lu) al 36′ st), Cuneo-Mantova 1-0 (Cavalli (Cu) su rigore al 47′ pt), SudTirol-FeralpiSalò 0-0, AlbinoLeffe-Pavia 1-2 (Ferretti (Pv) al 19′ pt, Kanis (Al) al 31′ st, Ferretti (Pv) al 45′ st), Giana Erminio-Bassano 2-2 (Rossini (Ge) al 28′ pt, Iocolano (Bs) al 38′ pt, Romanini (Ge) al 40′ st, Germinale (Bs) su rigore al 45′ st), Pordenone-Cremonese 1-1 (Mandorlini (Pn) al 8′ pt, Forte (Cr) al 30′ st), Pro Piacenza-Alessandria 0-4 (Bocalon (Al) al 25′ pt, Boniperti (Al) al 42′ pt e al 45′ pt, Bocalon (Al) al 27′ st), Cittadella-Padova 3-1 (Iori (Ci) su rigore al 27′ pt, Altinier (Pd) su rigore al 15′ st, Pascali (Ci) al 22′ st, Litteri (Ci) al 30′ st), Reggiana-Renate 4-0 (Arma (Re) al 8′ st, Bruccini (Re) al 13′ st, Siega (Re) al 28′ st e Angiulli (Re) al 42′ st).

Ore 08.24 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.22 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 14 ottobre: allenamento pomeridiano per i Biancoscudati, torna in gruppo Favalli mentre Neto Pereira continua ad allenarsi a parte.




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