Cittadella-Padova, Parlato: “E’ il momento di rimboccarsi le maniche! E dipende solo da noi…”

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In 180 minuti, fra Sudtirol e Cittadella, il Padova è caduto in una spirale di errori che, da quando Carmine Parlato siede in panchina, mai si erano verificati con tale frequenza. La classifica è ancora corta, e il campionato appena all’inizio, ma i biancoscudati, domenica, contro il Renate hanno un bisogno vitale di risollevarsi. Dimostrare che le prime quattro gare stagionali non erano un caso potrebbe far bene al morale di tutti, della squadra e dell’ambiente, ma per riuscirvi serve un’inversione netta di tendenza. E dove bisogna cambiare, comprese le cause del momento di difficoltà, è ormai ben chiaro al tecnico. «È arrivato il nostro momento-no, anche se speravo capitasse più avanti», ammette Parlato. «Adesso solo noi possiamo uscirne fuori, non possiamo prendercela con nessuno, solo con noi stessi. Dopo due sconfitte del genere, dobbiamo lavorare e accelerare il passo: subìre 5 gol in due partite, segnandone uno su rigore, è segno che la situazione non è buona. Non faccio nessun dramma, perché se fino a 15 giorni fa la squadra sapeva il fatto suo contro qualunque avversario, qualcosa vorrà pur dire… Ma è il momento di rimboccarsi le maniche».

Quali sono i motivi degli ultimi due risultati negativi? «In questi giorni sto lavorando su due aspetti principali: una maggiore proposizione offensiva e maggiori attenzioni in difesa, cosa che ultimamente qualcuno ha tralasciato. Sabato a Cittadella la reazione c’è stata, la prestazione pure, anche se non come desideravo, ma sul 2-1 e con l’espulsione di Fabiano (squalificato ieri per un turno, ndr) la gara è finita». Quali sono stati i vostri demeriti? «Abbiamo affrontato due avversari molto forti, ma se contro Reggiana e Feralpi c’eravamo comunque stati, nelle ultime due partite qualcosa è mancato. Al Tombolato la nostra colpa è stata l’euforia scatenatasi dopo il pareggio di Altinier: per 3 minuti abbiamo preso campo, ci siamo alzati come sino ad allora non eravamo mai riusciti a fare, e con una ripartenza e un fallo a metà campo ci siamo fatti trafiggere di nuovo. Ci dovevamo rendere conto di chi avevamo di fronte e gestire gli ultimi 25 minuti in maniera migliore, visto che nei 60 precedenti il Cittadella già diverse volte aveva rischiato di farci il secondo gol».

In vista di domenica, è possibile un cambio di modulo già dall’inizio? «La coperta va tirata in maniera uniforme, non posso pensare solo alla fase offensiva. Diciamo che sto provando a dare alla squadra una sua stabilità, ma se Favalli e Neto Pereira dovessero essere di nuovo a disposizione, verso la fine della settimana potrebbero nascere nuove idee». La scelta dipende molto dal recupero o meno di Neto, è corretto? «Può darsi, nel senso che avere lui in squadra significa una grossa mano a tutto il reparto offensivo e al collettivo. Per il momento mi auguro che ci sia, cosa succederà lo vedremo». È preoccupato per le difficoltà mostrate da Cunico? «Marco è un ragazzo che stimo molto, e so che il momento-no è tale per tutti: lui non è aiutato dalla squadra, e allo stesso tempo non riesce ad aiutarla. La sua forza non è mai stata la prestazione fisica, ma la qualità, ed è così sin da quando aveva vent’anni».

(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)

«Sta a noi rialzarci subito e cambiare rotta. Siamo consapevoli di essere in un momento negativo, ma sono molto ottimista e fiducioso che ne usciremo fuori». Le sconfitte con Sudtirol e Cittadella non hanno scalfito lo spirito battagliero di Carmine Parlato, pronto a guidare i biancoscudati al riscatto. L’altro ieri il tecnico aveva preferito non rilasciare dichiarazioni prendendosi un giorno in più di riflessione, ma non c’è stato un confronto con i giocatori. «A volte ci sono momenti nei quali è giusto dire qualcosa, ma se lo fai sempre diventi monotono e non sei più credibile. Non era il caso di tornare a condannare alcuni aspetti che i ragazzi sanno già, anche perché siamo un gruppo responsabile. Naturalmente un’analisi ad ampio raggio delle due sconfitte me la sono fatta, bisogna solo lavorare mettendoci ancora più impegno e trovare le contromisure giuste». Cosa non ha funzionato? «Un insieme di cose e tocca a me dare le informazioni alla squadra per cambiare registro».

È preoccupato? «No, sono solo rammaricato. Né io e né i ragazzi ci aspettavamo due sconfitte, e questo ci deve fare alzare ancora di più le antenne». Nella battuta d’arresto al Tombolato, è stato troppo forte il Cittadella o ci ha messo del suo anche il Padova? «Direi entrambe. Al di là dei meriti dei granata, nel momento topico della partita dovevamo stare più attenti e difendere con maggiore accortezza e determinazione. Se non avessimo preso il 2-1, forse stavamo qui a dire che il Padova è inferiore al Cittadella, ma che sta capendo come è la Lega Pro». L’altro giorno sul Gazzettino, Fabrizio De Poli ha sottolineato che a preoccuparlo di più è il fatto che la squadra non riesce a chiudere le azioni e a finalizzare. «Mi confronto quotidianamente con lui e so che le sue parole sono sempre finalizzate ad aiutare la squadra. Nelle partite precedenti avevamo creato abbastanza, pur trovando avversari che ci aspettavano più bassi. Detto questo, sappiamo che dobbiamo lavorare per migliorare in tutti i reparti».

Magari ha in mente di cambiare qualcosa a livello di scelte tattiche o legate ai singoli. «In questo momento sono le cose più semplici ad aiutare i ragazzi a venirne fuori. Avere una continuità nell’undici che va in campo dà equilibrio alla squadra, anche se tengo sempre tutti in considerazione. Posso garantire che questo gruppo si sta impegnando al massimo, poi valuterò in settimana se sarà il caso di cambiare qualcosa». Ha sentito lo stato maggiore del club? «Il presidente Giuseppe Bergamin e l’amministratore delegato Roberto Bonetto hanno sempre un atteggiamento molto signorile. Ripeto, sta solo a me e ai ragazzi uscire da questo momento per regalare delle soddisfazioni alla società e anche ai nostri tifosi che ci stanno sempre vicino». Domenica vi aspetta la trasferta a Meda con il Renate. Che Padova vedremo? «Correggiamo i nostri errori e diamo ritmo e intensità alle giocate, ma ricordiamoci che nelle ultime due partite abbiamo preso cinque gol. Quindi mettiamo bene la coperta fino al collo, senza scoprire i piedi».

(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli)




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