Queste le principali dichiarazioni di Claudio Foscarini raccolte dai colleghi di Magica Pro nel giorno della presentazione del tecnico trevigiano alla guida della Pro Vercelli al posto di Massimo Scazzola: “Il primo pensiero va a mister Scazzola, sono abituato a questa categoria. A lui il ringraziamento. Non sempre si ottengono i risultati, ci sono eventi che è difficile decifrare. L’ha detto bene il presidente c’è un’impresa da fare. Sicuramente non sarà facile. Non sono uno che dice “mi piacciono queste sfide”, mi piacerebbe dire che è facile. Ma c’è comunque la convinzione di fare bene. Ho vissuto tanti anni a Cittadella, con questo obiettivo. Magari per un obiettivo o per l’altro, c’è un gruppo di ragazzi che va rivalutato e che non ha fatto vedere le proprie qualità.
Effetto di cambiare dopo 10 anni? E’ un primo giorno di scuola. Trovi riferimenti diversi, dallo staff alla società, oltre ai giocatori. E’ un aspetto di crescita. Devo dare molto, bisogna ribaltare una situazione negativa. E’ un confronto diverso, la sensazione è positiva.
Dopo la prima seduta di allenamento, che valore ha riscontrato nel gruppo? Mi aspetto che nei primi allenamenti ci sia concentrazione e volontà di farsi vedere. E oggi c’è stata. Sta a me e allo staff che queste sensazioni durino 10 mesi.
Per cosa ha scelto la Pro Vercelli? Quando mi ha chiamato la società, non ho guardato la classifica. Ho guardato in primis le persone. Sono stato titubante. Ho guardato e mi sono informato sulle persone. Questo è stato positivo, ed è stato positivo per sposare la causa della Pro Vercelli. Credo di essere capitato in una società con riferimenti importanti. Ho confrontato questo posto con quello che era Cittadella.
Quali sono i problemi che ha riscontrato? Se lo sapessi sarei un mago. Faccio fatica a rispondere. Ho visto la partita col Crotone. Qualcuno ha detto che ero qui sabato. Ho necessità di lavorare con la squadra, mi sto facendo un’idea. Guarderò le partite. Credo che valga molto l’aspetto mentale, piuttosto che del modulo o di gioco. Ho confrontato il Crotone e la Pro Vercelli: non c’erano valori diversissimi, ma due stati d’animo diversi. Una in scioltezza e una titubante. Ma questo deriva dai risultati.
Moduli? Io ho sempre lavorato con 4-4-2 e 4-2-3-1. L’idea è che si può continuare con il 4-3-3 ma ci vogliono varianti, ma lavoreremo su questa. La squadra è stata costruita su un certo modulo.
Di Roberto? L’ho sempre visto giocare nella posizione giusta e può dare tantissimo. Magari soffre anche lui il momento della squadra. Mi aspetto tanto da lui e da tanti altri, soprattutto a livello di testa. Aiutano i risultati, ma aiuta anche il resto.
Morale e gambe, a che livello ha trovato la Pro? Gli allenamenti che faccio, e che farò, mi danno termometro su come lavorare. Nei prossimi giorni, vedere le partitelle sarà più chiaro se lavorare sul possesso, sulla costruzione della manovra. Quattro gol fatti sono pochi, nove sono tanti. Dobbiamo trovare un equilibrio. Dobbiamo creare più occasioni e incassare qualche gol in meno. E’ un lavoro certosino, ma credo che mi abbiano preso apposta.
Lavorerà con lo staff attuale? Esatto.
Sabato c’è il Vicenza, cosa chiederà ai ragazzi? Oggi in questa sala stampa ho chiesto di voltare pagina. Devo guardare dove agire. Però non mi interessa quello che è stato fatto ieri. Oggi si parte con un atteggiamento nuovo e con una mentalità. Lavoreremo su diversi aspetti: voglio avere innanzitutto un atteggiamento diverso. Non prometto un modulo diverso, ma prometto di far di tutto per far sì che la squadra abbia voglia e un’altra testa. Voglio che lottino sui palloni. Dal Vicenza mi aspetto una squadra diversa in atteggiamento mentale. La squadra deve salvarsi. Deve mettere in campo armi importanti. Se col Vicenza vediamo questa, vuol dire che ho fatto passare questo segnale. Quello che voglio vedere sabato sarà vedere una squadra che se la gioca e che morde in campo. Tutto il resto viene dopo. Da questo atteggiamento partiamo.
Allenamenti? Varia nella parte finale, ci sarà il doppio domani. Mercoledì, giovedì e venerdì pomeriggio. Ho chiesto alla società di andare in ritiro. Non è una mia abitudine, li odio come allenatore. Non andavamo in ritiro, però ho bisogno di confrontarmi coi ragazzi. Devo sentire i ragazzi, che ci sono e che sono sulla stessa frequenza. Può aiutare questa conoscenza reciproca.
Gruppo unito? Ancora prematuro dirlo. Io ho fatto il primo allenamento, ho avuto solo due giocatori. Conosco quasi tutti perché li ho incontrati in campo, ma ho la sensazione che ci siano bravi ragazzi e uomini, oltre che bravi giocatori. Siamo un buon gruppo e siamo in tanti. Ci sono momenti in cui possono giocare e momenti in cui non possono giocare. Ho detto loro che l’obiettivo è la salvezza della Pro Vercelli, deve essere al di sopra di Foscarini e di uno di voi. C’è un noi.
Allenamenti a porte aperte? Io sono per le porte aperte. Se succede qualcosa, le chiudiamo. E’ un capitolo nuovo, giudichiamo da ora in avanti. La società ha aperto una pagina nuova. Se fra un mese faremo male dovremo anche essere criticati. Non sapevo se fermare la seduta oggi, ma bisogna anche saper trasmettere serenità alla squadra.
Contento di quello che ha fatto in carriera? Sono contento di quello che ho fatto. Sono ambizioso, è umano. Ho avuto sempre la fortuna di lavorare, anche all’Alzano, e di fare l’allenatore. Sono sempre stato uomo di campo. Molti non lavorano sul campo, talvolta devono gestire altre situazioni. Ho fatto quello che mi piaceva e pensare solo alla mia squadra.
Cosa fa sì che una squadra possa dare di più nel girone di ritorno? L’anno scorso abbiamo fatto tanto mercato e rivoluzionato la squadra. A Cittadella la società ha sempre colmato le carenze della rosa, questo è sempre stato un valore aggiunto. Talvolta a gennaio si opera in maniera disastrosa. A gennaio abbiamo sempre fatto bene, mirato e intelligente. Non credo sia questione di condizione fisica. In questa categoria devi creare un atteggiamento e un passo diversi: questo tipo di atteggiamento è stata costruita e assimilata. In Lega Pro ci sono più pause. Se porti un giocatore dalla Lega Pro alla B si deve abituare a non mollare, ci sono più transizioni sul campo. L’anno scorso il Carpi correvano insieme, attaccavano e difendevano assieme con una condizione fisica eccezionale.
Fonte e foto: Magica Pro