Live 24! Cittadella-Padova, la vigilia: rifinitura serale per i Biancoscudati, out Neto Pereira e Favalli

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Ore 21.00 – Terminata da circa mezz’ora la rifinitura dei Biancoscudati. Ormai certo il forfait di Neto Pereira e Favalli.

Ore 20.30 – (Il Piccolo) In mezzo a tutte le travagliate vicende societarie dell’Unione Triestina 2012, non va dimenticato che c’è anche una squadra che va in campo e già domani è attesa a un nuovo impegno: si gioca infatti l’anticipo della settima giornata e la squadra di Lotti riceverà al Rocco il Mestre. Per dire la verità, sarà un turno quasi totalmente anticipato, visto che domani nel girone C si giocheranno ben 8 delle 10 partite in programma, ma a Trieste si giocherà un po’ in anticipo rispetto agli altri campi alle 14.30. Rispetto alle partite precedenti, stavolta la Furlan sarà chiusa: chi di solito accede a quel settore potrà recarsi direttamente in tribuna visto che il biglietto è unico per ogni settore. In compenso sarà aperto lo spicchio della curva ospiti, visto che sono attesi tifosi da Mestre. Ma novità ci saranno anche nella rosa della squadra, dove evidentemente non sono finiti i colpi di scena. A fronte del «congelamento» della situazione di sei giocatori annunciata in settimana da Pontrelli, ci sono infatti dei nuovi arrivi. Anzi, due nuovi centrocampisti sono stati già tesserati e potrebbero quindi scendere in campo già domani contro il Mestre. Si tratta di Luca Di Dionisio e di Andrea Catalano. Di Dionisio, 23 anni, è un centrocampista dalle caratteristiche offensive che nella seconda parte della scorsa stagione ha giocato nel Fiorenzuola (13 presenze), mentre in precedenza ha militato con l’Anziolavinio, sempre in serie D. Andrea Catalano invece è un mediano di esperienza, 31 anni e una marea di stagioni in serie D, almeno una decina. Le ultime esperienze per il giocatore cresciuto nelle giovanili del Genoa sono state con Castellana Castelgoffredo, Montichiari, Porto Torres, Carpenedolo e Montebelluna. I due quindi dovrebbero essere a disposizione di Lotti. Un rinforzo prezioso, considerato che oltre ai giocatori messi in disparte mancherà anche l’under Morelli, squalificato per due giornate dal giudice sportivo dopo l’espulsione dalla panchina rimediata a Tamai. Intanto però la squadra ieri non si è allenata: sul campo di Prosecco infatti si è giocata la partita della Juniores.

Ore 20.10 – (Il Piccolo) In vista della quarta partita casalinga dell’Unione 2012, anche la Curva Furlan torna a far sentire la sua voce. Ma stavolta, oltre ai consueti toni duri con Pontrelli, se la prende anche con parte della tifoseria, colpevole di manifestare solo a parole o via web, ma di essere poi assente fuori dallo stadio. «Ci troviamo costretti ad alzare la voce – dice il comunicato – nel tentativo di scuotere chi interpreta in modo passivo il termine Lotta. Facile imbrattare i social network perdendosi in eterne e inutili diatribe, sul presente e futuro; facile presenziare la prima partita, e poi sparire nel nulla dalla domenica successiva; altrettanto facile definirsi ultras o tifoso della Triestina (quella vera) e passare le domeniche da altre parti mentre qualcuno grida e protesta mettendoci la faccia». Evidentemente, nella curva c’è stata delusione per l’adesione alle manifestazioni fuori dalla curva Furlan delle ultime partite. «Nella seconda e terza partita – ammette il comunicato – la presenza è scesa a meno di un quarto rispetto all’esordio. Non è accettabile, per rispetto a chi la curva la vive veramente, per rispetto a questo blasone, che non va difeso a parole o con post imbecilli su Facebook, ma col sangue, le lacrime e soprattutto la dedizione sotto forma di presenza, unica arma a nostra disposizione per far pesare ciò che sosteniamo. Tutti preoccupati a fare scoop su Pontrelli, ma non d’essere in prima linea per gridargli in faccia ciò che si pensa e si vuole. Così è indegno per la nostra tifoseria. Noi sabato alle 14 saremo ancora lì, fuori dai cancelli della Furlan, per una cosa che non succede da nessun’altra parte in Italia: una protesta originale nella sua unicità».

Ore 19.50 – (Il Piccolo) Da un paio di mesi è isolato. Adesso è (quasi) solo nel bunker del Rocco. Ma il presidente-padrone dell’Unione Triestina 2012 non si arrende. Solo un mese fa pensava a una squadra nelle parti alte della classifica e adesso è prossima all’ultimo posto a quattro punti. Contava sul supporto dei tifosi non organizzati e allo stadio ci va qualche centinaia di persone. Aveva assoldato alcuni tra i migliori giocatori della categoria (portati dal diesse Pinzin poi licenziato) e ora li ha congelati. Insomma gli errori sono sotto gli occhi di tutti. Doveva saldare gradualmente il debito pregresso e invece ha chiesto e ottenuto dal Tribunale un “concordato in bianco” che può essere l’anticamera del fallimento (il terzo in vent’anni). Prima Pontrelli non voleva vendere, poi ha annunciato di essere pronto a farlo. E alcuni ci hanno fatto un pensierino. Chi in modo palese, altri come un fiume carsico. Pontrelli il tema è: cosa compro e soprattutto quanto mi costa? «La base delle trattativa parte da duecentomila euro di buonuscita. Poi ci sono i trecentomila euro da destinare al buon esito del concordato» Ma ci sono in ballo anche i denari, che ammontano a quanto da lei dichiarato a circa seicentocinquantamila euro,versati a titolo di prestito da Di Piero? «Intanto sono 460 mila e rientreranno nel monte destinato a soddisfare i creditori nel concordato» Ma allora la cifra per saldare i creditori lievita «Sono circa duecentomila euro per i privilegiati che vanno saldati al 100%. Tutto il resto si può risolvere con 100 mila euro circa» Quindi la sua proposta è: chi vuole comprare la società deve mettere sul tavolo mezzo milione? «Sì. Se ci sono persone serie che vogliono l’Unione si facciano avanti. Noi rinunciamo a mezzo milione dei costi finora sostenuti e loro ne mettono altrettanti» Resta il punto dei crediti di Di Piero che sono il vostro grimaldello nell’eventuale trattativa. «Ripeto con i 300 mila euro possiamo soddisfare tutti i creditori e lasciare a persone serie una società pulita con certificazione del Tribunale». Una settimana fa ha detto in conferenza stampa che non ha ricevuto manifestazioni di interesse. A oggi qualcuno si è fatto avanti? «Qualche contatto c’è» Proseguiamo con la lista della spesa. Un eventuale acquirente dovrebbe sobbarcarsi anche i costi di gestione con un budget solo per la squadra di 450-500 mila euro? Lei ha “congelato” dei giocatori ma ne stanno arrivando altri. «Posso solo dire che se, dopo le opportune riflessioni, i giocatori “congelati” che ora non sono fuori rosa, non resteranno all’Unione il budget annuale della squadra di circa 400 mila euro sarà quasi dimezzato» In attesa della dead-line fissata dal magistrato per il 30 novembre è in grado di garantire l’oridinaria amministrazione? «La squadra scenderà in campo e sono convinto che farà risultati migliori di quelli ottenuti finora» Lei ha detto, dopo la riunione con i capigruppo del Consiglio comunale, che riferirà costantemente della situazione solo al sindaco. Lo ha fatto? «L’ho contattato al telefono e ci vedremo a breve» Qualcuno potrebbe aspettare il fallimento per prendere una società a costo zero alla quale i tifosi potrebbero conferire il marchio. «È una possibilità che non auspico anche perché con il fallimento andrebbe persa la matricola della D che costituisce un valore dell’attuale società e della città». Il fallimento è più che uno spettro che aleggia su questa vicenda. I tifosi organizzati, che hanno contatti a quanto dicono con alcune cordate, sembrano remare in questa direzione. Chi volesse evitarla ha qualche elemento in più per riflettere. Non tutto è chiaro ma Pontrelli, a meno di smentite, qualche carta l’ha scoperta. Chi è interessato ha un elemento in più se vuole sedersi al tavolo a vedere il gioco.

Ore 19.20 – Biancoscudati già in campo all’Euganeo per la rifinitura, assenti Neto Pereira e Favalli mentre Altinier è regolarmente in gruppo.

Ore 18.50 – (Corriere delle Alpi) Ivan Merli Sala carica il Belluno. Il centrale difensivo è l’uomo che probabilmente manca di più alla squadra di Roberto Vecchiato in questa stagione. Non solo per il suo talento calcistico indiscusso, ma anche per il suo peso nello spogliatoio. Ivan in estate si è trasferito in Lombardia al Seregno ma non ha dimenticato i suoi ex compagni. Sul derby Merli non ha dubbi, vince il Belluno. «La squadra gialloblù è più forte, il Ripa Fenadora ha cambiato molto e il mio pronostico è per i miei ex compagni – spiega l’ex centrale gialloblù – i neroverdi avranno più entusiasmo dopo la vittoria in casa del Levico Terme, ma sono certo che se la squadra di Piazzale della Resistenza metterà in campo tutto il proprio valore e il cuore si aggiudicherà l’intera posta. Sento spesso la vecchia guardia del Belluno e da quel che ho capito il problema è quello di non riuscire a chiudere le partite. Tornare in gialloblù? Sabato non gioco, farei volentieri qualche minuto dietro le punte… L’anno scorso avevo un bel rapporto con Livio Gallio, ora il presidente è cambiato e quello nuovo non mi chiama… Scherzi a parte, mi è stato detto che le porte per me sono aperte, vedremo in futuro cosa potrà succedere. Di certo non lo escludo. Se il Belluno vince il derby, però, prometto che mi faccio crescere i capelli come Stefano Mosca». Un’avventura piena di pressioni. Ivan ha sempre voluto andare in una squadra per giocarsi la vittoria del campionato e il Seregno ha subito messo in chiaro di volere lottare fino alla fine per il primo posto. A Ivan è stata affidata la fascia da capitano. «Abbiamo una bella squadra e le cose stanno andando abbastanza bene, ma qui c’è davvero tanta pressione – continua Merli – appena pareggi o perdi una partita senti subito che c’è qualcosa che non va. Qui c’è l’assillo di vincere, se qualcosa inizia a non funzionare arrivano subito giocatori in prova e pronti per subentrare e rinforzare la rosa e questo ti fa sempre rimanere teso. Ovviamente vogliamo lottare per la vittoria finale ma siamo consapevoli che ci sono squadre attrezzate come Lecco, Piacenza e Monza».

Ore 18.30 – (Corriere delle Alpi) La parola agli ex. A 24 ore dal derby di domani alle 15 a Rasai tra Ripa Fenadora e Belluno (arbitro Luca Testi di Livorno, assistito da Marco Lencioni di Lucca e Andrea Donato di Pistoia) gli ex direttori sportivi Gianpietro Boccanegra e Alberto Faoro azzardano il loro pronostico sul risultato del match e analizzano la situazione di entrambe le formazioni bellunesi. Chi vince? «I derby sono impronosticabili – commenta Faoro, ex neroverde – se devo sbilanciarmi, però, dico che vince il Belluno e segna Acampora. Negli ultimi due anni la partita era più sentita perchè al Ripa c’erano molto feltrini titolari, adesso le cose sono cambiate. Questo appiattisce molto il valore della partita. Un favorito? Secondo me è il Ripa Fenadora, perchè ha una rosa più ampia con due vecchi in più del Belluno». «Il Belluno è più forte e vincerà – esclama con sicurezza l’ex gialloblù Boccanegra – non penso ci sia un favorito anche se bisogna dire che il Belluno non sta attraversando un buon periodo per diversi motivi. Si giocherà a Rasai su un campo piccolo dove i gialloblù non sono abituati a giocare, ma se guardiamo la classifica le due squadre hanno gli stessi punti quindi un favorito non c’è. Sulla carta dovrebbe esserlo i gialloblù. Vince il Belluno con un gol di Yari Masoch, che è il leader silenzioso della squadra, e uno di Marco Duravia, fondamentale per gil assist e per la qualità che da al gioco». Dove può arrivare il Belluno? «Il Belluno deve ritrovare serenità, tranquillità e la mentalità operaia degli ultimi anni – spiega Boccanegra – così potrà rifare il campionato della scorsa stagione». «Ancora ai playoff – gli fa eco Faoro – l’importante è che i tifosi rimangano tranquilli e non facciano pressioni. Devono tenere a mente che il Belluno viene da due stagioni di alto livello e non è facile confermarsi. Le potenzialità per farlo però ci sono». Che obiettivi deve porsi il Ripa Fenadora? «Per come è stata costruita la squadra mi stupirei se arrivasse sotto la sesta-settima posizione – continua Faoro – conosco la serie D e conosco il mercato, la squadra deve puntare sicuramente alla parte sinistra della classifica. L’attacco è molto competitivo». Di tutt’altro avviso è Boccanegra. «I neroverdi devono pensare a salvarsi, sarà una dura lotta fino alla fine. La rifondazione a livello dirigenziale, di staff tecnico e di budget si farà sentire. In rosa sono arrivati giocatori meno quotati rispetto a quelli che c’erano prima. Faccio l’in bocca al lupo per domani al mio amico Renato Lauria». Per chi tifi domani? «Per nessuna delle due, io tifo solo per la Juventus – spiega Faoro – ho simpatia per il Belluno, però, e ho molta stima di Augusto Fardin e Roberto Vecchiato. Il Belluno ha più bellunesi». «Sono legato da tanti bei ricordi al Belluno, ma se potessi darei i tre punti ad entrambe le squadre – conclude Boccanegra – il gruppo storico della squadra è quello che c’era ai miei tempi e quindi io sono per i gialloblù».

Ore 18.00 – (La Provincia Pavese) L’accordo tra due bresciani – Bignotti e Lanzanova – ha portato due realtà locali come il Pavia calcio e la Cantina La Versa a siglare un patto per la sponsorizzazione del club, che trova così il suo main sponsor. Un’intesa che non arriva a sorpresa visto che i contatti erano avviati da tempo e che addirittura un anno fa il presidente del Pavia Xiaodong Zhu si era fatto avanti per rilevare la cantina allora sull’orlo del fallimento. Non solo, perché Abele Lanzanova, amministratore delegato di La Versa, in passato aveva tentato di rilevare due società di calcio, Mantova e Como. «Siamo orgogliosi di annunciare questa sinergia – dichiara il direttore generale del Pavia Nicola Bignotti sul sito della società – che abbiamo fortemente voluto perché sposa quella che è la nostra idea di fare calcio, unendosi a realtà locali importanti. La Versa è una cantina prestigiosa e ultracentenaria. Un partner quindi ideale, per diffondere i nostri valori più autentici». Dice dal canto suo Lanzanova: «Uniti si è più forti, Il rapporto con il nostro territorio è fondamentale, per questo abbiamo deciso di supportare il Pavia Calcio in questa stagione, che ci auguriamo ricca di soddisfazioni. Felici di essere presenti nel vostro stadio, e di supportare la vostra squadra, invito tutti i tifosi a visitare la nostra azienda». Non sono noti i contenuti economici dell’accordo. E’ bene ricordare che l’azienda oltrepadana è tuttora in concordato preventivo, dal quale conta di uscire dopo aver presentato un piano di ristrutturazione dei debiti con le banche (circa 20 milioni di euro) che il tribunale di Milano è chiamato a omologare. Si prevede inoltre il drastico ridimensionamento del numero di dipendenti, che dovrebbero passare da 38 a 16.

Ore 17.40 – (La Provincia Pavese) La sera di Pavia-Pro Patria, mercoledì 23 settembre, lui era lì, in curva sud. «Ho visto il primo tempo assieme a degli amici. Segno di attaccamento? Non è un mistero». Poi però avverte: «Sabato a noi servono punti, anche se sappiamo di incontrare una delle squadre più forti». Da capitano azzurro a capitano dell’Albinoleffe in una maciata di giorni, Andrea Soncin non farà sconti alla sua ex squadra, come è giusto che sia: «Sarà una gara particolare per me, dopo un anno trascorso insieme mi troverò contro i miei ex compagni. Con molti di loro mi sento ancora adesso. Sarà strano ed emozionante, ma fa parte del gioco». Glissa sui motivi che lo hanno portato lontano da Pavia. «Tutti sanno quanto mi sia dispiaciuto andare via, ma è inutile tornare sulle ragioni del mio trasferimento». Il reparto offensivo a inizio stagione si presentava piuttosto nutrito: Cesarini, Ferretti, Soncin, Marchi e Del Sante in lizza per due sole maglie, con il primo considerato inamovibile. Soncin aveva comunque accettato di aspettare il suo momento, che sarebbe arrivato molto presto visti gli infortuni a Marchi e Del Sante, oltre alla lunga assenza di Ferretti, appena rientrato dall’infortunio. Già nel precampionato, tra l’altro, prima Marchi e poi Del Sante si erano dovuti fermare per problemi muscolari. Dunque Soncin sarebbe tornato a maggior ragione utile. «Se qualcuno ora si starà pentendo di avermi ceduto? Non lo so, lascio ad altri queste considerazioni». Il campionato dell’Albinoleffe, ripescato dalla D, ha avuto un avvio difficile ma Soncin ha già messo a segno due reti, sia pure su rigore, e una di queste ha dato ai bergamaschi gli unici tre punti in classifica. «Il gol è sempre importante per un attaccante – spiega Soncin – peccato che invece quello di sabato contro l’Alessandria non sia servito a fare punti, nonostante un’ottima prestazione al termine della quale avremmo meritato più. La nostra è una squadra giovane, in crescita, che ha un assoluto bisogno di fare punti. L’obiettivo? Prima si raggiunge la salvezza, poi si potrà pensare a qualcos’altro». L’Alessandria, una delle antagoniste del Pavia, l’ha incontrata nell’ultimo turno: «L’abbiamo affrontata in un momento particolare, dopo il cambio di allenatore, quindi è difficile dare giudizi. E’ una squadra molto fisica, che ha segnato due gol su palle inattive, come lo scorso anno». E il Pavia visto da fuori, dopo 3 vittorie e 2 sconfitte? «Non è facile quando il tuo obiettivo è quello, vincere il campionato, e senti la pressione. Gli altri ti aspettano, ti studiano e tutto si complica». Il primo gol, decisivo, l’ha segnato contro la Pro Patria su rigore concesso dall’arbitro donna Silvia Tea Spinelli. «Era la prima volta che mi capitava una donna, devo dire che ha diretto bene e con personalità. Il fatto che il direttore di gara fosse una donna ha anche contribuito ad abbassare i toni in campo. Pregiudizi verso le donne che arbitrano? Ci sono, ma se meritano ben vengano».

Ore 17.10 – (Gazzetta di Reggio) Nuovo colpo di mercato del direttore generale Raffaele Ferrara. Ma, in questo caso, non si tratta di nuovi arrivi, ma di conferme importanti. La società infatti ha reso noto nel tardo pomeriggio di ieri di aver prolungato fino al 30 giugno 2018 il rapporto con i due centrali difensivi classe ‘94, Minel Sabotic ed Alessandro Spanò, in scadenza a giugno dell’anno prossimo. Entrambi sono arrivati a Reggio Emilia nel luglio 2014, considerati giocatori con poche chance di una maglia da titolari. Ma, con il tempo, tutto è cambiato. E sia Sabotic che Spanò hanno saputo conquistarsi una maglia di titolari partita dopo partita, contribuendo a portare l’imbattibilità della porta di Feola a quota 591’ nel girone d’andata. Da allora sono diventati praticamente inamovibili, fino essere riconosciuti come una fonte di sicurezza per tutto il reparto arretrato. Sabotic, dopo un passato nelle giovanili del Sassuolo, ha disputato un campionato in Eccellenza a Rolo ed uno in Serie D con la maglia della Correggese, perdendo all’ultimo minuto la Lega Pro. Un rendimento che non passò inosservato alla dirigenza dell’allora Pro Patria che, arrivata a Reggio, lo convinse a firmare per la Reggiana. Spanò è stato votato dai tifosi come il miglior granata dell’anno nella stagione scorsa, faceva parte del gruppo di giocatori proveniente da Busto, vantando nell’anno precedente anche l’esperienza della Serie B tra le fila della Pro Vercelli.

Ore 16.50 – (Gazzetta di Reggio) Nessuna novità dall’infermeria granata dopo la seduta di ieri, che conferma come Vasile Mogos e Paolo Bartolomei non siano ancora recuperati. In vista della gara interna col Renate in programma domani sera alle 20.30, Colombo è quindi pronto a continuare col nuovo assetto 3-5-1-1, utilizzando Nicholas Siega terzino alto a destra, Luca Giannone dietro al centravanti Rachid Arma con Federico Angiulli di ritorno nella sua classica posizione di esterno sinistro di centrocampo. I due infortunati invece hanno lavorato in modo differenziato insieme a Stefano Barilli e Raffaele Nolè in via Agosti, mentre Max Pesenti e Christian Andreoni sono stati dirottati in palestra. L’allenamento è culminato con una breve partita in famiglia, giocato sui 50 metri, dove è stato impiegato nella squadra antagonista alla presunta titolare il giovane attaccante in prova Seoku Gassama Cissokho. Il direttore Ferrara ha spiegato come sul suo conto non siano ancora state prese decisioni definitive, che arriveranno probabilmente dopo la rifinitura in programma oggi alle 14.30, ma al momento non esclude nulla considerando anche il possibile recupero in tempi rapidi di Pesenti e Nolè: «Un prospetto chiaro sul ragazzo ancora non è stato delineato – conferma il dg granata – ma la giovane età e le sue caratteristiche potrebbero interessarci, quindi non escludo che possa restare con noi qualche giorno in più dal momento che è senza squadra. Chissà, per l’imminente ci potrebbero essere anche soluzioni legate ad un eventuale rapporto di fiducia con qualche club di Serie D, dove poter momentaneamente parcheggiare il ragazzo per essere visionato meglio in ottica futura. Tutto resta da decidere». Va ricordato che il giocatore è un classe ‘95, cresciuto in Spagna nelle giovanili del Barcellona per poi approdare nella squadra B del Rayo Vallecano e vanta alcune presenze nella nazionale Under 20 del Senegal. Come detto, rifinitura oggi pomeriggio, che al tecnico servirà per avere maggiori conferme sull’undici che affronterà in notturna i nerazzurri.

Ore 16.30 – (Gazzetta di Reggio) Gianluca Andrissi, direttore sportivo del Renate avversario domani dei granata, era sulla panchina del Pavia nel dicembre 2010 quando la Reggiana si impose per 2-1. Una carriera breve quella da allenatore perché l’esperienza maturata in tanti anni all’Inter unita ad un tocco di casualità lo hanno portato all’’nterno dello staff dirigenziale. Tra i tanti talenti scoperti, parlando di tecnici, c’è anche un certo Alberto Colombo. «Ho trascorso 18 anni nel settore giovanile dell’Inter – spiega Andrissi – poi ho allenato il Pavia e infine direttore sportivo a Monza per tre anni. A Monza portai Alberto Colombo come allenatore degli Allievi, su consiglio di Carlo Roda attuale consigliere del Renate». Com’era il debuttante Colombo? «Un ragazzo molto serio e preparato, già con tanta professionalità. Gli auguro tutto il meglio». Che realtà è Renate? «Intanto vanno fatti i complimenti al presidente Spreafico e a persone come il direttore generale Crippa perché dal nulla hanno portato la squadra in Lega Pro. E’ una società dove si lavora con tranquillità, che ora sta attraversando un periodo di rinnovamento mettendo in mostra un vivaio interessante: abbiamo un ragazzo nato nel ’98, N’Diaye, già osservato da molti club. Del resto siamo abituati a giocare contro colossi in questa categoria». L’inizio di stagione per il Renate è stato complicato . Quali crede siano i motivi? «Quando cambi tutta la rosa è difficile essere competitivi da subito ma non dimentico che abbiamo infortunati tre attaccanti su quattro ed è questo il motivo per cui ci manca il gol, ma senza alibi verremo comunque a Reggio cercando di dare tutto». La sfida con la Reggiana potrebbe essere la gara giusta per sbloccarsi? «Me lo auguro però sappiamo che per noi sarà una lotta tutte le giornate e con tutte dovremo provarci, chiaro è che la Reggiana ha giocatori di valore». Granata all’attacco e Renate pronto di rimessa? «Se così sarà non dipende dalla nostra volontà ma principalmente dai nostri avversari». Cosa invidia a società come la Reggiana? «Invidia nessuna, a me piace vedere squadre organizzate giocare come loro, piuttosto vorrei avere il loro budget a disposizione. Però non mi lamento perché da noi la società ha sempre onorato tutti gli impegni». Conosce la dirigenza granata? «Quando ero a Monza e loro a Busto ci siamo incontrati diverse volte. Conosco bene il direttore generale Raffaele Ferrara con cui mi sento ancora telefonicamente per parlare di calciatori». Pensa che il suo amico Alberto Colombo possa portare la Reggiana in serie B? «Consiglio di lottare duramente per vincere questo girone perché ai play off vince chi sta meglio nel finale. L’anno scorso lo meritava il Bassano del mio amico Asta, ma passò il Como. Il problema è che ci sono almeno dieci squadre nel girone A che hanno tutte le credenziali per poter salire, anche se sono convinto che almeno due, come l’anno scorso, faranno il salto di categoria perché vedo un girone C in calo e un girone B di livello inferiore».

Ore 16.05 – Sulle scelte: “Dovremmo avere le stesse defezioni della scorsa settimana, quindi al 99.9% non ci saranno Neto Pereira e Favalli mentre Petkovic sarà tra i convocati. Difesa esperta? Vedremo…”.

Ore 16.02 – Sul SudTirol: “C’è stato un confronto coi ragazzi, sono consapevoli della loro negativa prestazione collettiva ma anche incazzati, quindi vorranno rifarsi”.

Ore 16.00 – Arriva Parlato. Sul Cittadella: “Partita importante ma non da ultima spiaggia, è un derby ma ci sono sempre in palio tre punti. L’abbiamo preparata in maniera determinata ma serena, in fondo siamo solo alla sesta di campionato. Serve un approccio deciso! La loro è una buona squadra, ben costruita da Marchetti e ben allenata da Venturato. Li rispettiamo e credo che lotteranno fino alla fine per i primi posti, ma noi dobbiamo fare il nostro e dobbiamo fare punti. Venturato? Lo conosco e lo stimo. Come vivo questo derby? Sia da allenatore che da tifoso, quindi determinato ed incazzato ma sereno. Spero sia una festa dello sport sia dentro che fuori dal campo. E che vinca il migliore, augurandoci che siamo noi…”.

Ore 15.50 – (Gazzetta di Mantova) Sarà la rifinitura in programma stamani a sciogliere gli ultimi due dubbi che Maspero si trascina in vista della sfida di domani (ore 15) a Cuneo. Contrariamente al solito, nella seduta di ieri il tecnico dell’Acm ha provato durante la partitella quello che dovrebbe essere l’undici iniziale più probabile. «L’ho fatto per una questione di movimenti di reparto e di distanze, in relazione alle caratteristiche degli avversari – ha spiegato -. In realtà, presi singolarmente, ognuno dei miei giocatori sa benissimo che cosa deve fare». Tornando ai dubbi di formazione, nel 3-4-1-2 che scenderà in campo al “Paschiero” restano da assegnare due maglie: Puccio è favorito su Di Santantonio, Dalla Bona e Zammarini per il ruolo di centrocampista a fianco di Raggio Garibaldi, con Gonzi e Scrosta sulle fasce, mentre Maspero tiene sulla corda Anastasi, Ungaro e Beretta per scegliere il partner di Momentè in attacco. Completano gli undici il portiere Bonato, i difensori Trainotti, Gavazzi, Carini e il trequartista Caridi.

Ore 15.30 – (Gazzetta di Mantova) Domani a Cuneo capitan Gaetano Caridi taglierà il traguardo delle 300 presenze (in campionato) con la maglia del Mantova. Un traguardo prestigioso, che lo pone sul podio dei recordman biancorossi dietro soltanto a Mirko Bellodi (333) e Manuel Spinale (375). «Tanta roba, non lo sapevo – è la prima risposta di Don Tano al cronista -, speriamo di festeggiare con una vittoria, perché la cosa importante è che la squadra ingrani». Detto questo, l’occasione è ghiotta per un bilancio a 360 gradi di 11 anni nell’Acm. Calcisticamente una vita. Cosa ricorda di quel gennaio 2002, quando arrivò a Mantova appena 21enne dall’Alzano? «Ero un ragazzino – sorride Tano -, non avevo i capelli bianchi di adesso. Mi portò il Bobo (Boninsegna, ndr), perché mi aveva avuto nella Nazionale di C… Avevamo una squadra forte ma eravamo in zona retrocessione: debuttai in casa col Montichiari, segnò Altinier all’ultimo minuto. E da lì in poi ricordo una serie infinita di soddisfazioni con questa maglia». Una maglia che le ha anche cambiato la vita… «Eh sì, non avrei mai pensato di giocare qui per 11 anni e di restarci a vivere. Ma l’affetto dei tifosi mi ha subito conquistato. Poi ho sposato Ketty, sono arrivati Christian e Matteo… ed eccoci qua». Ora giochiamo un po’: i momenti più belli e quelli più dolorosi nell’Acm? «La gioia più grande la promozione in B, ma anche quella in C1. I momenti più duri il fallimento del 2010 ma anche la finale di ritorno per la A al Delle Alpi di Torino. Una partita indimenticabile per tutti». E le partite migliori di Gateano Caridi? «Non so, ne ricordo tante… La finale playoff a Pavia, quando segnai il gol del pareggio; la finale col Torino in casa, il gol al Napoli e davvero molte altre». L’allenatore da cui ha ricevuto di più? «Beh, direi Mimmo (Di Carlo, ndr) che ogni tanto sento ancora. Mi ha inventato esterno sinistro del 4-4-2 e mi ha insegnato il sacrificio, componente che a me mancava». Dirigenti da menzionare nell’album dei ricordi? «Oltre al Bobo, sicuramente Castagnaro e Lori perché sono stati davvero molto importanti per Mantova. Ma anche Bompieri e gli altri soci mantovani, che l’anno scorso non hanno mollato e mi hanno anche riportato a casa». Fra i compagni di squadra invece chi sceglie? «Ho sempre avuto un ottimo rapporto con tutti. Certo, con Mirko (Bellodi, ndr) e Ciccio (Graziani, ndr) c’è un rapporto speciale. Ma anche con Cioffi e Pellegrini, che sento ancora spesso». Dopo le sue prodezze in B la cercarono diverse squadre di serie A, ma lei scelse di restare a Mantova. Pentito? «Col senno di poi si possono dire tante cose e magari un pizzico di rammarico per non aver provato la A ci può anche stare. Ma non mi sono mai pentito, perché l’affetto che ho ricevuto e ricevo tuttora dalla gente di Mantova non è paragonabile con nessun’altra cosa. Ne sono veramente orgoglioso e voglio ringraziare tutti quelli che mi sono sempre stati vicini, anche fuori dal calcio. Posso tranquillamente dire che la mia serie A è la maglia biancorossa, perché ha ripagato quella mia scelta con mille emozioni indimenticabili». Ora taglia il traguardo delle 300 presenze: Bellodi e Spinale devono cominciare a preoccuparsi? «Facciamo un passo per volta – ride Caridi -. Intanto “punto” Mirko, che è a quota 333; appeno lo vedo glielo dico di cominciare a tremare…». Scherzi a parte, Caridi ha spento 35 candeline e ha un altro anno di contratto con il Mantova. Ha già pensato a cosa vorrebbe fare in futuro? «Per ora vorrei giocare e dare una mano al Mantova per queste due stagioni. Poi vedrò come starò e deciderò eventualmente cosa fare». Per ora non ne ha la minima idea? «Ma sì, ogni tanto ci penso perché è normale che a 35 anni si debba guardare anche al futuro. Mi piacerebbe restare nel mondo del calcio, magari allenando i ragazzini ma di sicuro non la prima squadra. Però è ancora soltanto un pensiero, perché ritengo importante concentrarsi sul presente per fare le cose al meglio. E il presente – conclude Don Tano – è la partita Cuneo-Mantova, che dobbiamo provare a vincere».

Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Andiamo al Bottecchia a riprenderci 2 dei 3 punti che ci mancano». Il grido di guerra è di Gigi Simoni, presidente della Cremonese, una delle figure più amate dal popolo del calcio, indipendentemente dai colori e dalle bandiere dei suoi componenti. PRECEDENTI – «Due punti – si spiega l’ex tecnico dell’Inter – li abbiamo lasciati al Mantova (3-3, ndr) e uno lo avremmo meritato nello scorso turno al termine della gara con la FeralpiSalò che invece abbiamo perso (prima sconfitta stagionale dei grigiorossi). Questa è la ragione del nostro ritardo in classifica, 6 punti contro i 9 del Pordenone, ma sono tranquillo: non abbiamo nulla da invidiare a chi ci sta davanti». Simoni poi ricorda le due gare con i neroverdi della passata stagione. A Cremona fu 0-0. Al Bottecchia i grigiorossi persero per 0-1. Decise Denis Maccan. «Quella – scuote la testa al ricordo il decano – fu la partita che ci diede la percezione dell’annata sfortunata. Dominammo e alla fine perdemmo a tempo scaduto. Il Pordenone di oggi – giudica il popolare Gigi – è più squadra. Ha equilibrio, sta facendo bene, è imbattuto e ha 3 punti più di noi. Un divario – sorride – che annulleremo nella sfida diretta». TECNICO – Se il bilancio con la Cremonese è favorevole a De Cenco e soci, non lo è quello con mister Fulvio Pea. L’attuale tecnico dei lombardi nella scorsa stagione sulla panca del Monza ottenne 4 vittorie ai danni del Pordenone: due volte 1-0 nella stagione regolare, 2-0 e 6-3 nei playout che condannarono i neroverdi. Il Monza si salvò, per fallire poco dopo. In perfetta parità invece il bilancio in carriera di Bruno Tedino contro la Cremonese: 2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. PICCOLI RAMARRI CRESCONO – Le soddisfazioni per Lovisa e soci non arrivano solo dalla prima squadra. Sono 4 i giovani ramarri convocati per lo stage delle Rappresentative azzurrine di LegaPro al Melani di Pistoia del 14 ottobre. Fra gli Under 18 sono stati chiamati Elia Baruzzini (centrocampista, classe ’97) e Mirko Gregoris (difensore, ’98); per gli Under 16 Andrea De Annna (attaccante, ’99) e Antonio Strasiotto (portiere, 2000).

Ore 14.40 – (Messaggero Veneto) Strizzolo, Cattaneo, De Cenco: tre degli attaccanti più attesi si sono sbloccati. Della famiglia ne manca uno, in particolare, arrivato la scorsa estate con i crismi della grande promessa. Il protagonista? Francesco Finocchio. Pordenone-Cremonese, in programma domani alle 17.30, può essere la sua partita: superati i problemi fisici, la punta classe ’92 potrebbe avere l’occasione giusta dopo essere tornato sabato scorso con la Pro Patria, prima gara dopo uno stop di quasi un mese. La storia. Non è un giocatore qualunque, Finocchio. Anzi. E non solo perché è uno degli ex di turno assieme a Stefani e Filippini. L’attaccante di madre brasiliana è stato uno degli acquisti più importanti della campagna di rafforzamento neroverde. Basta vedere il suo curriculum, per capirlo: settore giovanile nel Parma, quindi le esperienze con il Trapani in serie B, col Nova Gorica in serie A slovena, con la FeralpiSalò e Pisa in Lega Pro (la scorsa stagione). Era uno dei tanti giocatori tesserati del Parma, prima che la scorsa estate venisse dichiarato il fallimento del club. Ecco, in quel momento, anziché ascoltare altre sirene, Finocchio ha scelto la “scommessa” Pordenone: è stato uno dei primi ad arrivare in città, pochi giorni prima del raduno di fine luglio. Sentiva – sente tuttora – che questa è la piazza giusta per il rilancio. Sfortunato. Però, dopo aver lavorato bene in ritiro e mostrato la sua classe “carioca” nelle amichevoli estive, a inizio settembre sono emersi i primi guai fisici. Precisamente, un fastidio all’adduttore. Di gare ufficiali, solo 2, cioè l’esordio in coppa Italia col Mantova e gli spezzoni da subentrato con Padova e Pro Piacenza (quest’ultima in campionato). Ha dovuto saltare quattro gare, quelle in cui i “ramarri” hanno cominciato a girare come si deve. E il Pordenone ha perso un giocatore importante, che poteva dare delle soluzioni interessanti al tecnico, Bruno Tedino: Finocchio, oltre a saper giocare sull’esterno, è soprattutto un trequartista. Sabato scorso però ha indossato la maglia da titolare e, dopo un inizio difficoltoso, ha trovato il ritmo e servito anche l’assist per lo 0-1 di Cattaneo. Favorito. Tedino non ha fatto ancora le sue scelte, Finocchio si contende una maglia per il posto di ala sinistra con Valente. Ma, dopo averlo schierato da titolare a Busto Arsizio, è probabile che il tecnico dia continuità all’ex Parma. Che sia arrivato il suo momento? E’ la speranza, sua, della squadra e dei tifosi. Hanno segnato in tanti, in questo Pordenone: ben sette giocatori. Sul quadro manca la sua firma illustre, è la gara giusta per apporla.

Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Tacopina grandi obiettivi, serie A al più presto e nuovo stadio in terraferma per il suo Venezia. La sua prima uscita da numero uno arancioneroverde è prevista per questa mattina, con una presentazione alla città e ai tifosi al Ca’ Sagredo Hotel a Venezia. Il presidente Joe Tacopina tuttavia non ha proprio resistito, anticipando – a margine del convegno londinese «The sport business summit» che lo ha visto tra i relatori allo stadio Stamford Bridge del Chelsea – i suoi programmi e le sue ambizioni in una video intervista al sito internet specializzato www.goal.com. «Il mio compito al Bologna era praticamente concluso – ha spiegato ai microfoni Tacopina prima di toccare il tasto-Venezia -. Avevo un’azionista di maggioranza che voleva diventare presidente (il canadese Joey Saputo, patron dei Montreal Impact, ndr) e così ci siamo accordati affinché comprasse la mia parte. Per quanto amassi Bologna ora sono concentrato su questa nuova opportunità a Venezia, una città unica al mondo, un luogo dove il calcio dovrebbe tornare in auge». Il 49enne avvocato newyorkese è parso consapevole delle differenze che incontrerà nel sommerso della serie D rispetto alla A di Bologna. «Questo di Venezia è un progetto storico, si parte dal fondo, ma siamo già a buon punto per costruire una struttura in serie A. Ho preso come ds Giorgio Perinetti – conferma di esser stato attivo fin da luglio – che è uno dei migliori in circolazione e ha fatto una rosa che ci sta permettendo di dominare già in serie D con una squadra che sarebbe in grado di fare già bene in categorie superiori. Ma il nostro obiettivo è tornare in serie A e vi garantisco che ce la faremo». Tacopina ha poi parlato del problema stadio, allontanando le voci di un possibile restauro del Penzo. «Costruire lo stadio è basilare – le sue parole – il sindaco è uno che pensa al futuro e ha già capito il nostro progetto. Il Penzo ha carattere, è bellissimo però è vecchio e non c’è spazio per un ingrandimento. Un nuovo stadio moderno e sulla terraferma è quello che vogliamo e lo faremo». Dopodomani Tacopina sarà al Penzo per Venezia-Liventina (ore 15): il tecnico Paolo Favaretto oltre allo squalificato Fabiano rischia di non avere a disposizione Calzi (mal di schiena) mentre Carbonaro pare sulla via del recupero.

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il «D-day» del Venezia è arrivato. Oggi è finalmente il giorno dello sbarco degli americani in città. A tre mesi dall’annuncio ufficiale della nascita del Venezia Fc, la nuova società a stelle e strisce si presenta. «Siamo felici e orgogliosi di quanto sta succedendo. Oggi il nuovo presidente Joe Tacopina si presenta alla città, che aspettava questo momento da tanto. La nuova stagione del calcio arancioneroverde era iniziata a luglio, ma possiamo considerare questa presentazione ufficiale come il vero inizio», commenta il dg Dante Scibilia che aveva traghettato il calcio arancioneroverde dalla vecchia società di Korablin (avviata verso il fallimento) alla nuova compagine americana. Terminato il campionato, dopo due mesi di totale incertezza, durante i quali l’unico dato sicuro era il destino ormai segnato dell’Fbc Unione Venezia dei russi, lo scorso 18 luglio prendeva ufficialmente il via il progetto della cordata Usa. In quel sabato di Redentore, il sindaco Luigi Brugnaro dava infatti il suo benestare alla nuova società Venezia Fc, rappresentata in quel frangente dal presidente James A. Daniels, con i consiglieri del cda Alessandro Vasta e – qualche giorno più tardi – Giuseppe Santarelli. Il 21 luglio veniva istituita davanti al notaio la nuova società, mentre con l’arrivo del ds Giorgio Perinetti iniziava a prendere forma la squadra, affidata a mister Paolo Favaretto. L’attesa del giorno in cui gli americani si sarebbero presentati ufficialmente alla città iniziava proprio allora, con un susseguirsi di ipotesi e rinvii: si immaginava che il presidente Daniels potesse arrivare in concomitanza con il ritiro della squadra, poi con l’inizio del campionato e così via. Infine si è capito il vero motivo di questo tentennamento e cioè che il «deus ex machina» del Venezia Fc è in realtà Joe Tacopina, il noto avvocato newyorkese, di origini italiane, presidente del Bologna fino a poche settimane fa. Proprio questo suo impegno con il calcio rossoblu ne ha ritardato non solo l’arrivo in laguna ma persino l’ufficializzazione del suo coinvolgimento. Solo lunedì scorso, quando la società ha spedito gli inviti per la presentazione di questa mattina all’hotel Ca’ Sagredo, è comparso ufficialmente il nome di Tacopina, indicato come presidente del Venezia Fc. Arrivato ieri in tarda serata in laguna, dopo due giorni a Londra al convegno delle società calcistiche europee «The sport business summit», organizzato dal Chelsea presso il centro congressi dello stadio Stamford Bridge, oggi il neo presidente presenterà non solo il progetto ma la nuova composizione del cda che dovrebbe ricomprendere anche Daniels. Ci sarà il ds Perinetti, ma non la squadra, impegnata a preparare il match di domenica al Penzo contro la Liventina: sarà la prima volta di Tacopina sugli spalti.

Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) Joe Tacopina, neo presidente del Venezia Football Club, è atterrato ieri in tarda serata all’aeroporto di Tessera, proveniente da Londra, dove negli ultimi due giorni ha partecipato come relatore a una convention organizzata dal Chelsea dal titolo “The sport business summit”, che si è svolta nel Centro Congressi di Stamford Bridge. «Ormai ci siamo» ha detto ieri l’avvocato Alessandro Vasta, che ha partecipato fin dalle prime ore alla creazione della nuova società e che rimarrà all’interno del consiglio di amministrazione del club arancioneroverde, «la società da fine luglio è attiva e operativa, i risultati sul campo sono stati ottimi, ma oggi finalmente si farà la conoscenza della proprietà americana». Nel corso della presentazione prevista in tarda mattinata all’hotel Ca’Sagredo sarà svelata anche la nuova composizione del consiglio di amministrazione, i programmi del gruppo statunitense (se sarà solo un progetto sportivo con l’obiettivo di riportare il Venezia in serie A o se si sogna anche su un nuovo stadio in terraferma) che hanno puntato sul rilancio del calcio veneziano dopo il fallimento dell’esperienza russa. Oltre a Joe Tacopina e Alessandro Vasta, interverranno il direttore generale Dante Scibilia e il direttore sportivo Giorgio Perinetti. Si accendono i riflettori su Joseph “Joe” Tacopina, quarantanovenne avvocato di New York con chiari origini italiane visto che suo papà era di Roma, e si accendono in tutti i sensi, in quanto il suo sbarco ufficiale al Venezia, dopo le esperienze avute a Roma e Bologna, ha scatenato l’interesse generale di televisioni e mass media nazionali. Non potrà essere presente il sindaco Luigi Brugnaro, impegnato fuori città per motivi istituzionali, ma Ca’ Farsetti sarà rappresentata da un paio di assessori. Lo stato maggiore del Venezia Football Club sarà poi in tribuna domenica pomeriggio al Penzo in occasione della gara casalinga contro la Liventina di Mauro Tossani.

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Nell’anticipo che si giocherà domani al Menti il Vicenza di Pasquale Marino affronta il Crotone capolista. La compagine calabrese è la vera rivelazione di questo inizio di campionato e sono in molti a chiedersi dove possa arrivare la squadra allenata da Ivan Juric. «Per ora va bene così, stiamo giocando bene e i risultati ci stanno premiando – dice Juric – ma la serie B è un campionato lungo e difficile e con tanti giovani in squadra bisogna tenere sempre alta la concentrazione». Fin dall’estate un po’ tutti gli addetti ai lavori avevano pensato ad un Crotone che potesse giocare come quello di Gasperini e Juric conferma quasi con orgoglio. «Che io mi ispiri a Gasperini non lo nego e anzi devo dire che per me è un complimento essere paragonato a lui. Ho lavorato tanti anni alle sue dipendenze, ma ovviamente cerco di mettere anche qualcosa di mio. Con me a Crotone ho portato anche Paro, un centrocampista che a Vicenza conoscono bene e che se non fosse stato bloccato dagli infortuni avrebbe avuto una carriera molto più importante». Finora è un Crotone che allo «Scida» ha vinto sempre, convincendo grazie anche ad un attacco in cui Ricci, Budimir e Stoian hanno fatto la differenza. «Budimir e Ricci sono ragazzi bravi in campo e seri fuori – sottolinea Juric – lavorano bene in settimana e finora hanno offerto prestazioni importanti. Devono crescere ancora molto ma sono sulla strada giusta». L’altro grande protagonista di questo avvio di campionato è Adrian Stoian, un attaccante che nella sua carriera ha iniziato in serie B prima a Pescara e poi a Bari, per poi assaggiare la massima serie con le maglie del Chievo Verona e del Genoa senza però riuscire a spiccare il volo e affermarsi definitivamente. Dopo la scorsa prima parte di stagione disputata tra alti e bassi ancora con la maglia del Bari, veste la maglia del Crotone fino a giugno, da dove torna al Chievo ma solo per rescindere il contratto. In questo avvio di stagione è stato determinante nella scalata al primo posto raggiunto dalla società calabrese. Stoian ha saputo conquistare mister Juric per la sua perfetta adattabilità al modulo che applica il Crotone, ed ora la tifoseria rossoblu vede in Stoian l’uomo in più del Crotone, il giocatore che ha tutto per fare la differenza e far pendere l’ago della bilancia dei match dalla parte della squadra calabrese. Tre gol nelle ultime tre gare e una serie di giocate di altissimo livello per la categoria, fanno dell’ex barese il giocatore su cui il Vicenza dovrà fare maggior attenzione. La difesa del Vicenza, che sarà ancora priva degli infortunati Manfredini, Brighenti, Gentili e Mantovani, oltre a Laverone squalificato, dovrebbe schierare dal primo minuto l’ultimo arrivato Rinaudo, scelta che consentirebbe a Marino di riportare D’Elia nel suo ruolo naturale di terzino sinistro. Al centro, con Rinaudo, giocherà El Hasni che sta fornendo prestazioni convincenti, con Sampirisi che coprirà la fascia destra cercando non solo di difendere, ma anche di appoggiare i vari Gatto e Galano nell’azione offensiva. Il match si annuncia aperto a tutti i risultati, con due formazioni portate più ad attaccare che a difendere.

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Un ottimo test, nonostante il 5-0 finale. Come era prevedibile, l’Abano non è riuscito a fare risultato nell’amichevole di Caselle di Sommacampagna contro il Chievo Verona. I ragazzi di mister Massimiliano De Mozzi, però, non hanno sofferto troppo la superiorità tecnica degli avversari, imbastendo qualche trama interessante soprattutto nel primo tempo. De Mozzi ha anche provato gli undici che, domani, dovrebbero partire titolari con la Luparense, con Barichello, Munarini e Rampin a comporre un inedito trio offensivo. Proprio Rampin è riuscito a impensierire il portiere clivense Seculin al 9’, mentre il collega neroverde Ruzzarin, neanche un minuto più tardi, si è opposto a Radovanovic. Il vantaggio del Chievo è arrivato al 26’, grazie a un calcio di punizione ben calibrato di Pepe. Nella ripresa, complici i cambi (tanti baby per l’Abano e pezzi da novanta per il Chievo), a segno Castro, Inglese, Pellissier e Paloschi. «Sono molto contento del test» ha commentato nel post gara il direttore sportivo Andrea Maniero, che domani siederà ancora in panchina al posto dello squalificato De Mozzi. «I ragazzi hanno sono impegnati e hanno corso tanto». RICORSO. Il Collegio di garanzia dello sport ha ricevuto un ricorso da parte di Davide Matteini (all’epoca tesserato con l’Atletico San Paolo Padova) contro la Figc, la Procura federale Figc, la Procura generale dello sport del Coni, avverso la decisione della Corte federale d’appello della Figc, che ha comminato, nei confronti del ricorrente, la sanzione dell’inibizione per 3 anni e 6 mesi oltre all’ammenda pari a 60 mila euro.

Ore 12.00 – (Gazzettino) «Sto svolgendo il programma completo con i compagni – spiega Sgrigna – ma era previsto che non fossi pronto per questo derby. Ne ho vissuti molti in carriera con il Cittadella, il Vicenza e il Verona. Stavolta inciterò i miei compagni sperando di rifarmi nel ritorno all’Euganeo». Per la sostituzione di Jallow il tecnico granata sta valutando diverse soluzioni, anche con possibilità di moduli diversi. Non si sbilancia sulla scelta, ma tiene tutti sulla corda e alla fine deciderà per chi gli darà le migliori garanzie sia fisicamente che mentalmente. De Leidi, che era rientrato in gruppo, sta smaltendo una nuova botta. C’è grande attesa soprattutto fra i tifosi granata, con i vari club particolarmente attivi per la partita più sentita della stagione. Ieri sera erano state superate le 2500 adesioni, abbonati compresi, per cui si sta velocemente puntando a quota 3000. La segreteria del Cittadella oggi è aperta dalle 9 alle 12,30 e dalle 15 alle 18,30; domani dalle 9 alle 12 e dalle 18 saranno aperti i botteghini presso lo stadio.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Ancora un derby con il Padova per il veterano Andrea Paolucci: «È sempre un’emozione particolare, ma noi dobbiamo affrontarlo come una partita importante, così come lo sono tutte le altre». Dopo cinque sfide vissute con la maglia granata, di cui due vinte, due perse e una pareggiata, così il centrocampista pescarese inquadra la partita di domani sera: «Il Padova è una buona squadra con individualità importanti, è difficile da affrontare per tutti. Noi stiamo preparando la gara valutando i suoi punti deboli, ma prima di tutto dobbiamo essere noi stessi e fare la partita secondo le nostre caratteristiche». Il tecnico Roberto Venturato non potrà disporre di un elemento fra i più in forma, Lamin Jallow, fermato per squalifica, oltre agli infortunati di lungo corso Xamin e Sgrigna. Il primo sta ancora seguendo terapie e riabilitazione, mentre il fantasista romano in questi giorni è rientrato ad allenarsi in gruppo.

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Impossibile surrogarlo, perché per velocità e imprevedibilità il Gervinho granata ha caratteristiche uniche. Minesso, che come lui parte volentieri da sinistra, potrebbe però essere rispolverato nell’occasione. Le alternative sono Bizzotto, carico dopo la panchina della scorsa settimana, e il sempreverde Coralli, che Venturato, sin qui, ha mostrato di vedere di più, in un ruolo alla Altafini, facendolo sempre entrare in campo a gara in corso. Quale che sia il modulo adottato, viene da sposare le parole di Litteri. «È il mio primo derby, qui, ma so che questa è una partita speciale. Ci troveremo di fronte un Padova pronto a tutto per riscattare il passo falso contro il Sudtirol della scorsa settimana, ma noi non saremo da meno: abbiamo perso per strada già diversi punti con qualche pareggio di troppo e abbiamo ben chiaro che, se vogliamo disputare un campionato di vertice, bisognerà cercare di non perdere di vista il gruppetto di testa: d’ora in avanti, per noi, pochi passi falsi e tanta determinazione». E determinati sono anche i tifosi di entrambe le squadre: a ieri sera i biglietti venduti erano 1.543 (539 in curva e 1.004 nelle due tribune) a cui vanno aggiunti i 1.109 abbonati del Cittadella.

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Mediana robusta e trequartista, o 4-4-2 classico con le ali larghe e due punte pure? Ma soprattutto, chi sostituirà lo squalificato Jallow? Nemmeno un indovino potrebbe in questo momento prefigurarsi con certezza quale versione del Cittadella ha in testa Roberto Venturato per il derby di domani sera. Anche perché, come d’abitudine, il tecnico granata snocciolerà solo all’ultimo ai suoi uomini quale sarà l’undici titolare. In allenamento, Iori e compagni si preparano già da luglio a schierarsi in entrambe le maniere. L’impressione, però, è che pure nel derby, tenendo conto delle caratteristiche che presenta il Padova in mezzo al campo, Venturato potrebbe riproporre un Citta simile a quello ammirato a Pavia, con tre centrocampisti capaci di rubare palla e ribaltare il gioco come Paolucci, Iori e Bobb schierati a mo’ di diga, dietro a un terzetto di elementi dalle qualità più offensive. Chi? Allo Stadio Fortunati, sabato scorso, la new entry Chiaretti, muovendosi fra le linee, ha messo spesso in difficoltà i padroni di casa e si candida a essere riconfermato. Litteri sembra sicuro del posto al centro dell’attacco. Resta così da chiarire chi sostituirà il gambiano Jallow, che sconta contro il Padova il suo turno di stop, dopo il cartellino rosso rimediato in terra lombarda.

Ore 10.50 – (Gazzettino) «Se mi sento oggi un’attaccante completo? No, altrimenti sarei in serie A. Devo ancora migliorare tanto e fino a quando ho questa voglia continuerò a giocare». Che partita si aspetta al Tombolato? «Sarà giocata a viso aperto dato che loro sono una squadra che propone gioco e noi andiamo sempre in campo per portare a casa il massimo. Mi attendo una sfida aperta, intensa ed essendo un derby ci sarà anche una componente agonistica». Arrivate a questa sfida dopo un turno di campionato che ha visto il Padova perdere a domicilio con il Sudtirol e il Cittadella vincere in trasferta con il Pavia. «Sarebbe stato meglio per noi arrivare al derby con una vittoria, da questo punto di vista loro sono un po’ avvantaggiati sul piano psicologico. Ma non ci fasciamo la testa, vogliamo riscattare subito la sconfitta con il Sudtirol: anche il Cittadella avrà stimoli, ma noi forse ne abbiamo più di loro».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Parentesi che non gli aveva comunque impedito di essere protagonista con una doppietta in un derby pareggiato (2-2) con i biancoscudati all’Euganeo nel 2006. Domani magari si ripete nella porta granata? «Derby o meno un’attaccante punta sempre a fare gol e sarebbe bello realizzarlo sabato, ma non è mai facile. E non bisogna neanche creare troppe aspettative perché se cerchi troppo una cosa, non la raggiungi. Bisogna andare in campo sereni per cercare di dare il massimo, e l’importante è che la squadra torni a fornire una bella prestazione e a fare risultato». Quanto è cambiato Altinier come giocatore in questi anni? «Ho fatto molta esperienza. Quando sono arrivato al Cittadella ero molto più ragazzino e acerbo anche tatticamente, meno male che sono cresciuto».

Ore 10.30 – (Gazzettino) «Un gol dell’ex al Cittadella l’ho già fatto quando giocavo al Portogruaro e in quella occasione mi ero molto contenuto nell’esultanza. Ma questa volta se segno esulto, mi sembra giusto nei confronti dei tifosi biancoscudati. Con tutto il bene che ho voluto al Citta, sono passati tanti anni e anche i tifosi granata capiranno». Era poco più che ventenne Cristian Altinier quando approdò all’ombra della città murata, e a quasi dieci anni di distanza eccolo con la maglia del Padova pronto a sfidare il suo passato. Ma se gli chiedete se può essere l’uomo derby, replica così. «Ce la metterò tutta come faccio in ogni partita, ma non mi sento l’uomo derby, spero che lo sia tutta la nostra squadra. Tra l’altro mi sento un ex fino a un certo punto, dato che con il Cittadella ho giocato solo pochi mesi e di tempo ne è passato. Anche se mi ero trovato bene, c’era un bel gruppo e una società seria».

Ore 10.20 – (Gazzettino) Quanto agli ingredienti della seduta, Parlato ha provato movimenti in chiave anti Cittadella schierando il possibile undici di partenza con il 4-2-3-1 e con la linea difensiva composta dai giocatori di maggiore esperienza, ossia Diniz terzino destro con Dionisi dirottato sulla fascia opposta, e tandem centrale Fabiano-Niccolini. A fine seduta, sessione di punizioni dal limite dell’area. Oggi alle 19.30 i biancoscudati affineranno gli ultimi dettagli nella rifinitura in programma all’Euganeo. UNDER 18. Il centrocampista biancoscudato Nicolò Alfano è stato convocato dal selezionatore Daniele Arrigoni per uno stage di selezione degli azzurrini under 18 di Lega Pro che si terrà martedì a Pistoia. Convocati anche tre giocatori del Cittadella: il difensore Marco Varnier, il centrocampista Giacomo Caccin e l’attaccante Giulio Fasolo.

Ore 10.10 – (Gazzettino) Neto Pereira e Favalli hanno ripreso a correre ieri alla Guizza, ma quasi certamente non saranno a disposizione per il derby di domani sera. Tra i due, comunque, Favalli sembra avere qualche possibilità in più per andare almeno in panchina. È rimasto invece a riposo precauzionale Altinier che si è limitato a fare qualche esercizio in palestra a causa di un leggero affaticamento dopo l’amichevole giocata mercoledì sera a Casalserugo: l’attaccante si sarebbe anche allenato con i compagni, ma il tecnico ha preferito non correre rischi dato che è l’unica prima punta a disposizione. Rientrati invece Aperi e Petkovic che si sono allenati regolarmente.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il 4-2-3-1, con la coppia Corti-Bucolo davanti alla difesa, sarà quasi sicuramente confermato: il Cittadella ha in mediana due palleggiatori di tutto rispetto, l’ex Manuel Iori su tutti, e piazzare uomini di corsa e di temperamento a disturbo della verticalizzazione granata diventa per il Padova una contromisura indispensabile. In avvio d’azione toccherà ai tre trequartisti cercare di ostacolare la manovra del Cittadella, mentre con la palla al piede, viceversa, il Padova potrebbe avere un leggero vantaggio. Il punto debole. Se c’è una caratteristica che il Cittadella rischia di pagare, è nella coppia di centrali di difesa: Scaglia e Pascali, tecnicamente preparati, pagano qualcosa in termini di velocità. Ed è per questo che Altinier, abilissimo a buttarsi negli spazi, potrebbe trovare varchi importanti se Cunico e i due esterni (presumibilmente Ilari e Petrilli) riusciranno a rifornirlo a dovere. L’attaccante mantovano, ex della gara, ieri pomeriggio non si è allenato in via precauzionale per un leggero affaticamento dovuto all’amichevole di mercoledì a Casalserugo. Altinier oggi sosterrà regolarmente la rifinitura, programmata per le 19.30 allo stadio Euganeo.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Quel che è certo è che Anastasio, dopo la brutta prova offerta sabato, siederà in panchina, ma alla base di questa decisione non c’è una ragione meramente di rendimento. Il Cittadella sugli esterni vola, è sulla velocità nelle fasce laterali che ha sin qui costruito le sue miglior prestazioni. Ed è per questo che Parlato pensa di tappare i rifornimenti ai due attaccanti granata con lo spostamento sulle corsie esterne dei due difensori più veloci che ha a disposizione, ovvero proprio Diniz e Dionisi. Un bel vantaggio rappresentato certamente dalla squalifica del gioiellino Jallow, ma Venturato ha a disposizione degni sostituti (leggi Minesso) e Parlato, che abitualmente guarda molto all’avversario prima di scegliere l’undici di partenza, non lascerà di certo nulla al caso. Il modulo non cambia. Nel complesso sarà un accorgimento solo di uomini: il modulo di gioco utilizzato nelle prime cinque gare di campionato non dovrebbe cambiare.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Cosa fa più paura? L’emergenza in alcuni reparti o la brutta figura di una settimana fa? Difficile capire cosa passi nella mente di Carmine Parlato nelle ultime ore che precedono il derby di domani sera: la prima sfida al Cittadella dell’allenatore biancoscudato non nasce sotto i migliori auspici, ma il tecnico partenopeo non è il tipo da fasciarsi la testa. I punti in classifica sono gli stessi, anche se i granata hanno una gara da recuperare, e il Padova studia avversario e contromisure. Con un’ipotesi, dopo la debacle con il Sudtirol, che sta prendendo piede ogni giorno di più: quella di schierare i quattro difensori “vecchi” e di arginare così la forte spinta laterale della squadra di Venturato. Difesa d’esperienza. Diniz, Fabiano, Niccolini e Dionisi: al 95 per cento, sarà questa la retroguardia che domani sera difenderà la porta di Favaro (o Petkovic, nel caso in cui il tecnico decida di rischiare il portiere serbo, comunque pronto al rientro). Il cinque per cento che rimane, invece, rappresenta le possibilità che Favalli recuperi per essere in campo dal primo minuto, al momento risicatissime.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) O persino sulla carta a sorpresa Cucchiara, autore di una doppietta nell’amichevole disputata in serale contro i dilettanti del Casalserugo. Il giovanissimo attaccante acquistato dalla Primavera del Trapani sinora non ha mai messo piede in campo per una serie di contrattempi fisici. E intanto molta la polemica delle due tifoserie contro Ticketone per via delle esorbitanti commissioni chieste nel caso di acquisto dei tagliandi online. Per i settori più popolari del Tombolato, si arriva a spendere anche il 50% in più, con una commissione complessiva di 6,50 euro sui 13 richiesti come costo del biglietto d’accesso. Stupisce, poi, la disparità di offerte a seconda del punto vendita scelto. Si passa da 0.50 euro a 2 euro fra le varie tabaccherie autorizzate, ma i tifosi si stanno organizzando. In molti acquisteranno il biglietto d’ingresso al Tombolato il giorno stesso della partita, ossia domani, direttamente allo stadio. Costo totale: 13 euro.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Il Padova ben difficilmente potrà puntare su «Swarovski», com’è stato soprannominato il brasiliano. Un giocatore che sprizza classe purissima, ma che purtroppo s’infortuna facilmente. L’età (37 anni) non aiuta e il ko muscolare che lo ha colpito alla vigilia della trasferta di Salò dovrebbe tenerlo fuori anche domani sera al Tombolato. Niente Neto, dunque, salvo sorprese, così come sul fronte granata mancherà Sgrigna, altro grande protagonista mancato. Ecco perché Carmine Parlato punta sull’ex di turno Christian Altinier, che ricorda un precedente beneaugurante: «Ho affrontato il Cittadella dopo il mio addio in una sola occasione, quando vestivo la maglia del Portogruaro e quella volta segnai». E magari su Marco Ilari, che sta recuperando la miglior condizione: «Sono stato fermo a lungo – spiega l’esterno romano – ma adesso sto meglio e spero di poter dare una mano alla squadra».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Lo dice senza giri di parole, a dimostrazione della consapevolezza della forza dell’avversario: «Spero che Neto non giochi, per noi sarebbe un grosso vantaggio». Gianluca Litteri gioca a carte scoperte. Cittadella-Padova è vicina, l’attesa cresce, i due attacchi si preparano a esplodere i propri colpi migliori. Chi sta meglio? Difficile da dire, anche se i risultati dell’ultima giornata sembrerebbero fa pendere l’ago della bilancia verso la città murata. L’ex centravanti del Vicenza sinora ha segnato un gol e ha colpito un clamoroso doppio legno sabato scorso a Pavia, ma è pronto a provare a colpire la difesa avversaria forte di una condizione in netta crescita: «Posso dire di essere quasi al 100% – ammette Litteri sono pronto per giocare ad alti livelli con continuità e per confrontarmi con grandi campioni, come ad esempio Neto. Se potessi togliere un giocatore al Padova toglierei lui: ha militato nella serie cadetta per quasi la totalità della sua carriera, è un giocatore esperto e dotato di grande qualità, personalità e notevoli colpi individuali».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (sesta giornata, sabato 10 ottobre). Ore 14.00: Lumezzane-Pro Patria. Ore 15.00: Cuneo-Mantova, SudTirol-FeralpiSalò. Ore 17.30: AlbinoLeffe-Pavia, Giana Erminio-Bassano, Pordenone-Cremonese, Pro Piacenza-Alessandria. Ore 20.30: Cittadella-Padova, Reggiana-Renate.

Ore 08.28 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Bassano 13, FeralpiSalò 10, Pavia, Reggiana e SudTirol 9, Cittadella, Giana Erminio, Padova e Pordenone 8, Alessandria 7, Cremonese, Lumezzane e Pro Piacenza 6, Mantova 4, AlbinoLeffe e Renate 3, Cuneo e Pro Patria 0.

Ore 08.26 – Lega Pro girone A, risultati e marcatori della quinta giornata: Bassano-Cuneo 2-0 (Falzerano (Ba) al 6′ pt, Misuraca (Ba) al 43′ pt), Padova-SudTirol 0-2 (Maritato (St) al 13′ pt e su rigore al 24′ pt), Pro Patria-Pordenone 1-4 (Cattaneo (Pn) al 25′ pt, De Agostini (Pn) al 34′ pt, Taino (Pp) al 7′ st, Pasa (Pn) al 16′ st, De Cenco (Pn) al 19′ st), Alessandria-Albinoleffe 2-1 (Sosa (Al) al 45′ pt, Soncin (Ab) su rigore al 29′ st, Mezavilla (Al) al 44′ st), Pavia-Cittadella 1-2 (Bobb (Ci) al 44′ pt, Ferretti (Pv) su rigore al 36′ st, autorete di Biasi (Ci) al 42′ st), Renate-Lumezzane 0-2 (Barbuti (Lu) al 3′ pt, Russini (Lu) al 35′ st), Cremonese-FeralpiSalò 0-1 (Pinardi (Fs) su rigore al 45′ st), Giana Erminio-Pro Piacenza 1-2 (Rantier (Pp) al 7′ st, Bruno (Ge) al 45′ st, Ruffini (Pp) al 47′ st), Mantova-Reggiana 0-2 (Arma (Re) al 6′ pt, autorete di Gavazzi (Re) al 43′ st).

Ore 08.24 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.22 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 8 ottobre: allenamento pomeridiano per i Biancoscudati, corsa a parte per Favalli e Neto Pereira. A riposo a scopo precauzionale Altinier.




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