Non c’è traccia in Enrico Alfonso, portiere del Cittadella nato a Padova nel 1988, per un ipotetico “derby nel cuore” sabato sera al Tombolato. Spiega l’interessato: «La mia famiglia paterna è di Este e io sono nato a Padova, ma sono cresciuto fin da bambino nel vicentino, nel paese di origine di mia madre». I suoi inizi calcistici pertanto non sono stati colorati nel biancoscudo. «I miei primi anni – riprende Alfonso – li ho passati nelle giovanili del Montecchio Maggiore, ma ben presto mi sono trasferito a Verona nel settore giovanile del Chievo, dove sono cresciuto calcisticamente». La sua storia, quindi, non si è incrociata con il Padova, squadra che il portiere granata ha però incontrato da avversario. «Effettivamente – continua – non provo particolari affetti per la società biancoscudata, con la quale comunque ci ho giocato contro nel mio primo anno di attività professionistica indossando la maglia del Pizzighettone. Non ci siamo incrociati quando ero al Venezia, mentre mi ricordo benissimo la partita in serie B, quando ero al Modena e ho giocato contro il Padova che aveva Ardemagni, El Shaarawi e altri bei nomi per un buon campionato».
Dai ricordi all’attualità, ecco come vede il derby di sabato prossimo Enrico Alfonso: «Le due squadre arrivano da due risultati diversi e con situazioni emotive opposte. Il Padova è partito bene in questo campionato, ma nell’ultima giornata ha perso malamente in casa con il Sudtirol, perciò contro di noi avrà una gran voglia di riscatto. Noi a Pavia abbiamo preso consapevolezza di chi siamo e l’approccio con una squadra di alta classifica è stato più facile. Nei derby, però, non c’è mai una squadra favorita e le partite sono particolari». Gestire l’imprevedibilità del derby è quindi molto difficile sia nella preparazione precedente la gara, sia soprattutto durante la partita. Conclude il portiere granata: «Sarà fondamentale essere lucidi e saper cogliere gli episodi che si presenteranno al momento. Chi riuscirà meglio a gestirli avrà un gran vantaggio. Noi innanzitutto dobbiamo insistere negli allenamenti per diventare più cinici nel finalizzare le occasioni da rete. Creare gioco e opportunità da gol è importante, ma essere concreti riuscendo a sfruttarle è decisivo».
(Fonte: Gazzettino)