Cittadella-Padova, Iori: “Spero di vincere, ma sono contento che i Biancoscudati siano tornati!”

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«Spero di non incontrare mai più certi personaggi lungo la mia strada. A Padova sono successe talmente tante cose che è stato l’anno peggiore della mia carriera». Manuel Iori a cuore aperto, nella settimana del derby Cittadella-Padova. Non un inedito, per il capitano granata, che affronta la sua ex squadra per la prima volta dopo il suo addio dopo la retrocessione ma che in passato aveva già vissuto questa partita. Iori punta il dito contro la vecchia proprietà, guidata da Diego Penocchio: «E’ stato un anno allucinante – ricorda – c’erano problemi sin dall’estate. Non voglio tornarci sopra perché comunque è una ferita ancora aperta, siamo in attesa di ricevere i nostri compensi, o almeno parte di essi. Ci siamo rivolti all’Aic, qualcuno ha firmato un concordato e altri non hanno voluto farlo. Fatto sta che, per i continui ritardi nella definizione dell’accordo con il Credito Sportivo, siamo ancora in attesa di vedere qualche risultato tangibile. A parte questo, comunque, a Padova sono stato bene. Sono stato fra i pochi ad essere applaudito dai tifosi e questo nella piena consapevolezza di non aver reso secondo le mie potenzialità. Sono stato condizionato da un infortunio sin dall’estate, poi tutto si è un po’ trascinato e non sono mai riuscito a fare quello che avrei voluto. L’anno precedente, invece, era andata abbastanza bene. Sono convinto che se fosse stata confermata in gran parte la squadra dell’ultimo anno della gestione Cestaro, avremmo potuto lottare per la promozione. Quella era un’ottima squadra».

E pensare che il ritorno al Cittadella, concretizzatosi nell’estate appena trascorsa, sarebbe potuto andare in scena nel gennaio del 2014: «La società voleva cedermi, anche se nessuno me lo disse mai chiaramente – spiega Iori – io non avevo mai fatto la richiesta di andarmene, ma venni a sapere che si era creata la possibilità di tornare a Cittadella. Poi non se ne fece nulla. Adesso, però, vorrei concentrarmi sul presente: sono contento che Padova e il Padova siano tornate a poter competere in un campionato professionistico con una società solida alle spalle». Iori guarda al derby e lo fa con grande serenità: «Cittadella e Padova stanno vivendo due situazioni diverse – spiega – noi veniamo da una retrocessione e vogliamo rialzarci subito. Loro vengono da una grande stagione in cui hanno riguadagnato il professionismo. Curiosamente anche a questa partita arriviamo in modo diverso: noi abbiamo vinto a Pavia, loro hanno perso col SudTirol. Ma il derby sfugge a ogni pronostico, conta la determinazione e la capacità di non farsi sfuggire di mano la partita. Sono convinto che sarà un grande match e ovviamente mi auguro che a vincere sia il Citta».

(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello)

La febbre da derby si fa già sentire. E i cassieri del Cittadella gongolano: il primo dato fornito dalla società granata sulle prevendite in vista della gara con il Padova di sabato sera fa pensare che si dovrebbe arrivare almeno a 4.000 spettatori sugli spalti. In due giorni sono infatti già stati venduti 600 biglietti, equamente spartiti fra le due tifoserie. «Ed è un segnale positivo», commenta Manuel Iori, con Cappelletti ed Altinier uno dei tre “ex” chiamati a confrontarsi al Tombolato, «perché partite come questa meritano una bella cornice di pubblico». Lei ne ha giocati tanti, di derby, e con entrambe le maglie. Ce n’è uno che ricorda più degli altri? «Direi il primo. Ero da poco approdato al Cittadella e andammo a vincere per 1-0 all’Euganeo con un gol di Campo. Ce n’è pure un altro che non posso dimenticare, anche se al Tombolato fummo sconfitti dai biancoscudati per 1-2, il 17 settembre 2007. Ci condannarono i gol di Bovo e Baù, ma era appena nato mio figlio Gabriele: è impossibile per me scordare le emozioni di quei giorni. La partita più divertente, invece, è stata quella dell’aprile 2013: giocavo nel Padova e pareggiammo 3-3 al Tombolato».

Restiamo sui biancoscudati, che si presenteranno sotto le mura per riscattare la sconfitta con il Sudtirol. Come se li aspetta? «Inutile dire che il ko di sabato scorso regalerà loro ancora più motivazioni. Ho visto i 45’ iniziali di quella partita, che si giocava prima della nostra: sono stati bravi gli uomini di Stroppa a metterli in difficoltà, ma credo che sabato vedremo un Padova diverso». Quale uomo toglierebbe a Parlato? «Non so se giocherà, ma Neto Pereira ha mostrato di saper fare la differenza». La sua avventura al Padova si è chiusa in malo modo. Ha più avuto contatti con Penocchio e Valentini? «No. A suo tempo ho firmato il concordato, ma in un anno e mezzo non ho visto un soldo di quelli che mi spettavano e temo che mai li vedrò. A livello sportivo quel campionato si chiuse con una retrocessione che rimane come una macchia per me, perché è l’unica in cui sono incappato in tanti anni di carriera. Tengo, però, a separare il rapporto con la società, che mi ha deluso, da quello, ben diverso, con la città e i tifosi. Non mi aspetto cori da loro, mi auguro solo che siano numerosi e che siano tanti anche i nostri».

La gara di Pavia ha mostrato che con l’inserimento di Bobb il Citta guadagna in solidità. Rivedremo quel 4-3-1-2? «A Pavia ci siamo trovati bene, ma se togliamo la partita con la Pro Piacenza, abbiamo sempre offerto ottime prove anche con il classico 4-4-2. Non è il modulo a fare la differenza. L’importante, per noi, sarà ripetere la prova dello stadio Fortunati sotto l’aspetto del palleggio e dell’intensità». Il 19enne gambiano sembra avere le qualità per seguire le sue orme: gli ha dato qualche consiglio? «Sì, gli ho insegnato un po’ di parolacce (ride, ndr). Yusupha ha qualità e si è inserito con lo spirito giusto: gli parlo un po’ in inglese e un po’ in italiano, ma non c’è mai bisogno di alzare la voce con lui».

(Fonte: Mattino di Padova, Diego Zilio)

Un anno e mezzo alla corte dei biancoscudati nel momento più drammatico del vecchio Padova, culminato con la retrocessione in Lega Pro e la successiva mancata iscrizione al campionato, con conseguente sparizione dal calcio. Manuel Iori, tornato leader del Cittadella a sei anni di distanza dalla sua precedente esperienza granata, si appresta a vivere nei panni di ex il derby in programma sabato sera al Tombolato. «Proverò una sensazione un po’ particolare. A Padova sono stato bene, anche se non è andata per il verso giusto a livello calcistico. A parte i miei primi sei mesi, l’esperienza sul campo è stata pessima dato che è arrivata la retrocessione dopo una stagione disastrosa sotto tutti i punti di vista. Purtroppo quell’anno lì c’era poco da fare essendoci stati tanti problemi che è inutile rinvangare. Ai biancoscudati sarei potuto arrivare anche qualche stagione prima, ma non se ne era fatto niente. Forse sono arrivato nel momento peggiore».

Ora, come noto, il Padova è un’altra realtà e dopo una sola stagione in serie D ha fatto ritorno nel calcio che conta. «Sono stato un giocatore biancoscudato e mi ha fatto piacere che sia tornato subito in Lega Pro, anche perché è una città che merita categorie superiori. Sabato però lo affronterò da avversario e darò tutto in campo per batterlo con il Cittadella. Magari non è stato molto sponsorizzato, ma il Padova è stato costruito per vincere: d’altra parte se compri giocatori del calibro di Neto Pereira, Corti, Fabiano e Diniz è per puntare a fare un campionato di vertice». Iori, tra l’altro, conosce bene un paio di calciatori biancoscudati. «Ho giocato insieme a Corti e sono diventato amico di Matteo Dionisi dato che sono legato da profonda amicizia a suo fratello Federico (sono stati compagni di squadra al Livorno, ndr), tanto che negli ultimi anni siamo andati sempre tutti insieme in vacanza». C’è un giocatore del Padova che preferirebbe non incontrare sul campo sabato? «È sempre bello misurarsi con i giocatori forti, ma non mi dispiacerebbe se Neto Pereira non recuperasse dato che ha grande qualità ed è molto importante per il Padova».

Nella sua precedente esperienza con il Cittadella ha conquistato la promozione in serie B. Adesso che è di nuovo granata, spera che la storia si ripeta? «Abbiamo una squadra che può fare bene e se restiamo nelle posizioni di vertice possiamo giocarcela con tutte le altre squadre per arrivare fino in fondo. L’ambiente è rimasto uguale a quando l’avevo lasciato, si lavora con la stessa passione di sempre e ti fanno sentire a casa. Non c’è più Foscarini, ma c’è Venturato che è un allenatore molto preparato e ci fa lavorare al meglio. Abbiamo tutto per fare bene». Che derby si attende? «I biancoscudati arrivano da una partita nella quale non hanno fatto bene e avranno voglia di rifarsi, quanto a noi dobbiamo essere bravi a ripetere la prestazione con il Pavia nella quale abbiamo disputato un’ottima gara per intensità e gioco espresso. Poi, appunto, è un derby e quindi si mette in campo sempre qualcosa di più». Sugli spalti è atteso il pubblico delle grandi occasioni. «Di sicuro ci saranno molte persone. Cosa mi aspetto dai tifosi del Padova? Niente, quello che verrà andrà bene. Spero solo che ci sia una cornice di pubblico importante e che sia un bel derby anche fuori dal campo».

(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli)




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