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Ore 22.00 – (Il Piccolo) Appena 4 punti in sei giornate, penultimo posto in classifica assieme a Sacilese e Ufm, terzultima difesa del girone con 12 reti sul groppone e già 3 punti sotto la quota necessaria per salvarsi evitando i play-out: sono gli sconfortanti numeri dell’Unione Triestina 2012 dopo la mezza dozzina di partite giocate fin qui. Cifre catastrofiche se si pensa che si era partiti con ambizioni di alta classifica, ma decisamente preoccupanti e insufficienti anche pensando solo al traguardo minimo, ovvero quello della salvezza. Il fatto che l’unica vittoria sia arrivata alla prima giornata, non fa che amplificare la crisi della squadra da quel momento in poi: in pratica da quel giorno l’Unione ha raccolto solamente un misero punticino frutto di un pareggio (a Campodarsego) e quattro sconfitte (Abano e Tamai in trasferta, Calvi Noale e Levico Terme al Rocco). Un cammino nemmeno da play-out , ma da retrocessione diretta. Solo grazie a quell’illusoria vittoria iniziale la classifica è ancora migliore rispetto a quella dello scorso anno, quando la Triestina a 4 punti ci era arrivata appena all’undicesima giornata. Del resto, dalla vittoria all’esordio con la Liventina molto è cambiato: nelle settimane seguenti, in mezzo ai risultati negativi, c’è stata la burrascosa evoluzione del rapporto fra Masitto e i giocatori, l’imbarazzante tira e molla con lo stesso tecnico, ma anche con il diesse Pinzin. E sullo sfondo la caotica situazione societaria, le istanze di fallimento, le voci sulla vendita, lo stadio deserto e la guerra totale con la tifoseria organizzata, fra manifestazioni della curva Furlan e comunicati e contro-comunicati con il Centro di coordinamento. Una situazione esplosiva della quale la squadra non può che risentire. I giocatori avevano dimostrato, dopo l’allontanamento di Masitto, di avere gran voglia di fare sfoderando due buone partite con Campodarsego e Levico Terme, purtroppo non supportate dai risultati. Ma dopo le ultime vicende e l’annunciata volontà di Pontrelli di procedere anche a dei tagli, è inevitabile che riuscire a restare con la testa esclusivamente sul campo diventa sempre più difficile. E la pesante sconfitta di Tamai lo dimostra. La sfida di sabato al Rocco contro il Mestre è già uno scontro diretto per cercare di restare aggrappati alla zona play-out, ma avanti di questo passo, nonostante le potenzialità della squadra siano ben più sostanziose, c’è il rischio di ripetere il campionato dello scorso anno. E per un eventuale acquirente della Triestina, o per lo stesso Pontrelli dopo l’annunciato ma ancora ipotetico azzeramento dei debiti, c’è il fondato pericolo di ritrovarsi una squadra a rischio Eccellenza.
Ore 21.30 – (Corriere delle Alpi) Vietato abbattersi. Il Belluno contro il Mestre ha subito la prima sconfitta stagionale mettendo in campo una prestazione opaca e sotto tono. Tra quattro giorni Sommacal e compagni si preparano ad affrontare il derby di sabato contro il Ripa Fenadora, dove servirà sicuramente tutt’altra partita per cercare di portare a casa l’intera posta e non essere superati in classifica. «Contro il Mestre abbiamo avuto qualche occasione ma io per primo avrei potuto sfruttarle meglio – commenta Marco Farinazzo, uno dei pochi che si è salvato nella sconfitta di Mogliano Veneto contro il Mestre – potevo essere più incisivo sotto porta, ma lavorerò duramente durante la settimana per migliorare, per me e per i miei compagni. Contro il Mestre ci è mancata la determinazione giusta sulle seconde palle, sia in fase difensiva che in quella offensiva». Il Belluno ha chiesto due rigori, uno per tempo. Il direttore di gara però non ha concesso massime punizioni in favore del Belluno. «Il primo fallo poteva anche non starci, ma il secondo era netto – continua Farinazzo, protagonista in entrambe le occasioni – il portiere mi è arrivato addosso e mi ha travolto». Situazione spogliatoio. Nelle prime sei giornate di campionato, il Belluno ha conquistato una vittoria, quattro pareggi e una sconfitta. Il bottino raccolto da Corbanese e compagni fino ad ora è sicuramente sotto le aspettative, ma nello spogliatoio non ci sono crepe, il grupo rimane saldo e compatto agli ordini di mister Vecchiato. «Siamo sereni e siamo convinti che continuando a lavorare i risultati arriveranno – spiega Farinazzo – adesso dobbiamo pensare al derby. Di solito questo tipo di partite sono più sentite rispetto ad altre, ma alla fine è un match come tanti altri. Dovremo prepararci bene durante la settimana e sabato daremo il meglio di noi per vincere. Nonostante questo avvio di campionato difficile, sono sicuro che ci riprenderemo e centreremo gli obiettivi stagionali». Il fuoriquota classe 1996, ex Legnago, ha impressionato positivamente in estate, con prestazioni di alto livello condite anche da alcuni gol. In amichevole contro la Feltrese, però, Farinazzo ha subito un duro intervento alla caviglia che non gli ha permesso di allenarsi al meglio in questo primo mese e mezzo di campionato. La speranza è di rivederlo presto al cento per cento. Sabato c’è il derby. Il Belluno si prepara alla trasferta contro i cugini del Ripa Fenadora che in classifica si trovano con gli stessi punti dei gialloblù. Mister Vecchiato recupera Simone Bertagno e Paolo Pellicanò, entrambi squalificati contro il Mestre, pedine fondamentali per il gioco del Belluno.
Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) Erano lui, Fulvio Pea e Michele Marcolini i tra candidati per la panchina del Pavia. Sfumata la guida degli azzurri, Stefano Sottili è stato ingaggiato dal Bassano che è in testa nel girone A di Lega Pro. Una conferma, quella della squadra veneta, dopo il brillante campionato dello scorso anno che ha portato a un passo dalla serie B. Quando si è trattato di scegliere il nuovo allenatore del Pavia erano appunto tre i papabili. Con Pea ci fu il problema che i curatori fallimentari del Monza non liberarono subito il tecnico, che pareva a un certo punto in pole position. Sottili piaceva, ma aveva posto delle condizioni che il Pavia non avrebbe comunque accettato. Con Michele Marcolini invece c’è stata subito intesa e la scelta è caduta sul tecnico savonese. Di Sottili come possibile tecnico del Pavia si era parlato già quattro anni fa, nel 2011, dopo la conquista con il Carpi della promozione dalla C2 alla C1, avvio della scalata del club emiliano verso la serie A. Poi però il Pavia scelse Domenicali e Sottili la Carrarese, neopromossa in Prima divisione, che chiuse al nono posto. L’anno dopo nuova promozione in Prima divisione con il Venezia, sulla panchina del quale era subentrato. Un risultato che gli valse l’opportunità di andare in B, alla guida del Varese. Un’esperienza partita bene ma interrotta due volte da un doppio esonero. L’anno scorso ancora un subentro, alla Pistoriese, che riesce a far risalire fino alla salvezza diretta. Il club toscano però non lo conferma e sceglie al suo posto Alvini. Così a giugno firma per il Bassano. Con il quale l’avvio è stato ottimo: un pareggio a Cremona all’esordio, con il rammarico di non aver conquistato il bottino pieno, e poi quattro vittorie di fila con FeralpiSalò, Albinoleffe, Sudtirol e Cuneo, con 8 gol fatti e uno solo subito. Un filotto che ha portato il Bassano in testa con 3 punti di vantaggio sulla FeralpiSalò e 4 sul quartetto Pavia, Pordenone, Sudtirol e Reggiana.
Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) Messo fuori rosa, costretto ad allenarsi sempre a parte e persino a cambiarsi in una stanza diversa da quella dei suoi compagni di squadra. E’ il trattamento che il Pavia starebbe riservando dal 31 agosto ad Alessandro Angelotti, secondo la denuncia presentata dal giocatore e del suo avvocato, Sabrina Rondinelli. Che ha notificato otto giorni fa al club di via Alzaia il ricorso presentato al Collegio arbitrale della Lega Pro, contenente la richiesta di reintegro nella rosa e di risarcimento del danno, prefigurando un caso di mobbing sportivo. «Ho inviato telegrammi alla società chiedendo di interrompere la loro condotta nei confronti di Angelotti – dice l’avvocato Rondinelli – il Pavia nega tutto ma abbiamo anche dei video che dimostrano la veridicità di ciò che affermiamo». Il Pavia è assistito dall’avvocato Cesare Di Cintio, lo stesso che l’anno scorso aveva difeso l’ex presidente della Lega Pro Mario Macalli e che era riuscito a ottenere il clamoroso sconto sulla penalizzazione del Novara (da -8 a -3), consentendo ai piemontesi di vincere il campionato e andare in B a scapito del Bassano. «La società ha fatto una scelta legittima – è la replica del Pavia – il regolamento prevede che vengano messi in rosa al massimo 24 giocatori, Angelotti è il venticinquesimo. Per questo non può essere utilizzato in campionato e quindi è assolutamente lecito che non prenda parte a esercitazioni tattiche. Gli vengono comunque quotidianamente garantiti allenamenti atletici». L’azione legale è stata avviata con procedura d’urgenza per chiedere l’immediata interruzione dei comportamenti contestati. Entro la fine del mese si dovrebbe tenere la prima udienza davanti al Collegio arbitrale della Lega Pro, che ha sede a Firenze. Alessandro Angelotti, 26 anni, ex Voghera, Casale, Gavorrano, Derthona e Seregno era arrivato l’estate scorsa al Pavia ma un doppio infortunio ne aveva compromesso la stagione (nel finale era riuscito a collezionare due presenze). Il contratto gli era stato comunque allungato di altri due anni (scadrà a giugno 2017) e il terzino sinistro nei piani iniziali avrebbe dovuto rappresentare l’alternativa a Marco Martin. Le cose sono cambiate dopo il licenziamento di Londrosi. Angelotti è stato accantonato e inserito nella lista dei giocatori da cedere. Tra questi figurava anche Denny Cardin, che è stato inserito nella rosa dei 24 e si allena con il resto della squadra ma viene regolarmente spedito in tribuna. Una decisione incomprensibile, perché a questo punto se Cardin fosse stato escluso dai 24 avrebbe potuto essere ceduto, visto che non sembra rientrare nei piani societari. Così invece non potrà essere trasferito fino al mercato di gennaio. Fuori dalla lista dei 24 ci sono invece anche i portieri Volturo e De Toni.
Ore 20.10 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana è già al lavoro per preparare la sfida di sabato sera al Citta del Tricolore con il Renate. Al ritorno dal giorno di riposo Maltese e compagni hanno trovato un volto nuovo ad attenderli: Sekou Gassama Cissokho, un attaccante centrale senegalese classe 1995, alto 1,90: proviene dalla squadra B del Rayo Vallecano (Spagna), ha fatto qualche presenza nella Under 20 del suo paese e rimarrà a Reggio in prova per alcuni giorni. Fisico atletico e rapidità di movimenti sono le prime qualità che ha messo in evidenza. La Reggiana in attacco è tuttora sguarnita, con Pesenti ancora inutilizzabile e Nolè fermo per un mese. La tipologia fisica di Cissokho lascia intendere che la società s stua guardando intorno alla ricerca di una torre “gemella” per Arma, in grado di darli respiro. LA SQUADRA. Il gruppo era privo degli infortunati Max Pesenti, Christian Andreoni e Raffaele Nolè, quest’ultimo in stampelle dopo l’operazione a Salus Hospital ma pronto già oggi ad iniziare la riabilitazione. Stefano Barilli e Nicholas Siega hanno lavorato a parte. Per Siega si tratta solo di affaticamento post-partita e la sua situazione non è preoccupante così come quella di Paolo Bartolomei che si è sottoposto a terapie per un colpo ricevuto a Mantova ( la classica “gamba gigia”); entrambi torneranno da subito a disposizione del tecnico Alberto Colombo. La mancanza di almeno 22 giocatori disponibili ha fatto sì che il trainer non potesse iniziare a preparare tatticamente la sfida di sabato pertanto resta ancora il dubbio se saranno confermati giocatori e modulo dell’ultima gara o se, un avversario sulla carta più abbordabile, possa suggerire un ritorno all’antico. Oggi per i granata. mattina in palestra al Fit Village e pomeriggio sul campo in via Agosti alle ore 14.30. I TIFOSI. La vittoria di Mantova ha scacciato i primi malumori di stagione e riacceso l’euforia dei tanti che ieri erano assiepati attorno ai campi d’allenamento. Due i temi principali: la piacevole scoperta di un portiere affidabile come Perilli e la grande prestazione a centrocampo di Bartolomei. Feola e Vacca sono già dimenticati…
Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) La formazione che mister Riccardo Maspero opporrà al Cuneo sabato pomeriggio rischia di essere ancor più in alto mare di quanto tradizionalmente il tecnico faccia intuire settimanalmente. Alle scontate assenze di Pasquale Pane e di Manuel Scalise (che domani o giovedì verrà sottoposto ad un nuovo controllo medico per verificare gli sviluppi del percorso di guarigione) dovranno essere aggiunte quelle dell’attaccante Francesco Ruopolo e dell’esterno Valerio Foglio. Il bomber ha riportato sabato sera nel match contro la Reggiana una lesione di primo grado al muscolo flessore della la coscia destra, oltre alla sublussazione del gomito, e dovrà rimanere fermo sino a lunedì, quando potrà essere reinserito nel gruppo. Se tutto andrà come lo staff medico si augura Ruopolo potrà quindi scendere in campo domenica prossima, 18 ottobre, in orario da definire contro il Lumezzane nel match allo stadio Danilo Martelli. La prognosi per quanto riguarda Valerio Foglio è invece più fausta, al punto che l’esterno ex Novara dovrà rimanere fermo solo per oggi mentre domani verrà rimesso in campo con il gruppo. Per lui sono molto scarse le possibilità di scendere in campo a Cuneo. Ieri pomeriggio Maspero ha fatto svolgere al campo Centrale Te – Dante Micheli una serie di esercizi atletici e alcune partitelle a pressione, alle quali hanno partecipato tutti i giocatori disponibili ad eccezione di Dalla Bona, rientrato a casa per il funerale del nonno. Per oggi e domani il mister ha deciso di far svolgere due sedute di allenamento: «La ricetta giusta è sempre e solamente quella – sottolinea Maspero – il lavoro. Continueremo su questa linea in modo da farci trovare pronti per la partita di Cuneo, non lasceremo alcunchè d’intentato pur di portare a casa il risultato positivo».
Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Riccardo Maspero non ama dover fare il sergente di ferro, persino i lineamenti del suo viso dimostrano quale sia il grado di buon senso che caratterizza il mister biancorosso che, come tutti i dipendenti di viale Te, vive giorni delicati dopo la sconfitta contro la Reggiana. Il mister ama il confronto, lo considera un momento fondamentale del suo lavoro e di buon grado spiega le ragioni di alcune delle scelte che hanno creato disappunto fra gli sportivi virgiliani. Mister, come fa il mancino Sereni a restare a destra? «Samuele è un vero soldato, che dà sempre l’anima in qualunque posto lo si metta a giocare. Non avendo ancora la piena disponibilità di Gonzi e dovendo fare a meno di Scalise non mi si presentavano scelte alternative all’altezza. A Cuneo dovrebbe rientrare anche Trainotti». E l’esclusione iniziale di Caridi per Di Santantonio? «Gaetano è un patrimonio del Mantova e come tale va a 35 anni tutelato, in alcune circostanze, per evitargli un superlavoro. Per questa ragione ho schierato Enzo Di Santantonio, che nel centrocampo a tre è un’ottima mezzala ed ha grandi margini di miglioramento. Poi Foglio si è infortunato e a quel punto ho dovuto modificare l’assetto, purtroppo senza che il risultato volgesse a favore. Sabato, se non ce la farà a rientrare, a sinistra dovrebbe giocare Sereni». Un altro dei biancorossi in condizioni precarie è Gavazzi. Menisco in vista? «Fabio è un leone, come tale fa di tutto pur di essere nella formazione titolare. Ma è anche un ragazzo professionalmente obiettivo, gli ho parlato chiaro e ho avuto ampie rassicurazioni. Il ragazzo è tranquillo, il ginocchio riesce a gestirlo in modo adeguato e può dare il suo apporto alla squadra senza essere operato». Le sue dichiarazioni post partita hanno colpito per l’aperta critica ai singoli… «I fatti dimostrano che fin dal primo giorno di allenamento i ragazzi, tutti, si impegnano con grande abnegazione e disponibilità. Purtroppo in alcuni non emerge come dovrebbe quella qualità di gioco che ci permetterebbe di migliorare in modo considerevole la nostra situazione. Voglio sia chiaro che non ho inteso sminuire la professionalità di alcuno, anche oggi ripeterei quelle parole perchè le ho dette con un fine solo, quello di stimolare i giocatori che non sono ancora riusciti a dare il 200% e mostrare tutto il loro valore». Classifica sincera? «Non proprio, a voler guardare le cose nella necessaria obiettività ci si accorge che ci mancano i due punti persi negli attimi finali di Cremona. A 7 punti la nostra situazione sarebbe diversa e più serena». Sui social c’è polemica per le sue scelte. L’accusano di essere in confusione… «Figurarsi se posso essere ridotto così, cerchiamo di non scherzare. Io e il mio staff, insieme a tutti i ragazzi, viviamo per il Mantova h24; sappiamo che cosa c’è da fare e come si fa a risalire da questa china». Cioè? «C’è da rimboccarsi le maniche e sgobbare, soltanto sgobbando si vien fuori dalle situazioni complicate. Prepareremo il match di Cuneo in maniera ancor più particolareggiata, conosciamo la voglia di successo di questa città e lavoriamo per fare in modo che il Mantova torni ad occupare quelle posizioni che merita».
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) “Messi 2”, alias “Veleno” (soprannome legato al ruolo), al secolo Luca Cattaneo, abita a Pordenone. Dopo la sfida vinta sabato a Busto Arsizio, ormai tutto il popolo neroverde lo chiama così. Luca è stato man of the match nel 4-1 allo Speroni (suo il gol che ha sbloccato il risultato, integrato da due assist per i gol di Pasa e De Cenco e da tante piccole perle durante i 94′ di gioco), ma già nelle gare precedenti aveva deliziato gli esteti del calcio. È fantastico come macina la fascia, spingendo il pallone con il destro per poi arrestarsi improvvisamente, fare un mezzo dietrofront e spedire la sfera quasi telecomandata verso i compagni al centro dell’area. L’ANEDDOTO – Onestamente, a noi, più che Leo Messi, ricorda il Bruno Conti mundial. L’accostamento alla “pulce blaugrana” trova origine da un episodio del 2002. «A Como, vicino a casa mia (è di Porlezza, ndr) – racconta “Veleno”, ospite domenica sera a Roxy Bar Sport Nordest di Tpn -, avevano organizzato un mega provino per 300 ragazzi. Mi accompagnò mio padre Pinuccio, ala destra pure lui, che – sorride il fantasista – in realtà fu il primo a notare quel ragazzino argentino capace di fare quello che voleva con il pallone. Dopo il provino restammo in 22. Fra questi anche Leo Messi». Che tuttavia venne giudicato troppo piccolo e gracile da Antonino Imborgia, allora ds del Como di Enrico Preziosi. «E alla fine, Borgonovo – sorride ancora compiaciuto Cattaneo – scelse me». CRESCITA – Una storia singolare. In effetti, arrivato al Barcellona nel marzo 2001 dal Newell Old Boys con problemi di crescita tutti da risolvere, a quei tempi il giovane Messi (classe 1987) era solo un promettente allievo della cantera del Barca. Il suo primo contratto da professionista alla corte dei blaugrana arrivò nel 2004. CAMPIONATO – Cattaneo è approdato al Pordenone la scorsa estate dalla Virtus Bassano. La prima posizione in classifica dei suoi ex compagni favorisce l’analisi del torneo in corso. «Il Bassano – afferma infatti – non è primo per caso. Il primato è frutto di un progetto iniziato 3 anni fa. Ogni estate cambiano solo 3-4 giocatori e crescono di stagione in stagione». Quella vicentina non è una piazza grande come tante altre in LegaPro. «Vero – ammette -, le novità nel calcio d’oggi però non sono rare. Vedi Sassuolo, Carpi e Frosinone in serie A. Nel nostro girone io farei attenzione anche al Sudtirol, che non per niente è andato a vincere a Padova. La mia favorita però – rivela Luca – resta l’Alessandria, pur avendo avuto un inizio difficile». NOI E VOI INSIEME – Nel campionato delle sorprese c’è spazio allora anche per il Pordenone, terzo in classifica. «Io – si allinea Cattaneo – sto con mister Tedino: il primo obiettivo è la salvezza. Siamo sulla strada giusta. Poi potremo guardare più in alto. Sabato (17.30) al Bottecchia arriverà la Cremonese, una vera “grande”. Contiamo sull’apporto dei nostri tifosi per batterla. Loro e noi – “Veleno” strizza l’occhio al popolo neroverde -, insieme, per crescere sempre più». PROGRAMMA – I ramarri hanno ripreso ad allenarsi ieri pomeriggio. Oggi doppia seduta (alle 10 e alle 15), domani e giovedì solo di pomeriggio (alle 15). Venerdì mattina rifinitura a porte chiuse.
Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) Cooperativa del gol. Espressione un po’ abusata, il Pordenone è proprio questo. Le 9 reti messe a segno in 7 partite (compresa la coppa Italia) sono state realizzate da ben sette marcatori diversi: il capocannoniere è Caio De Cenco, due volte comparso nel tabellino-marcatori. Il primo centro era stato di Andrea Savio, in gol nella sfida col Mantova di coppa Italia. Dopo di lui, Luca Cattaneo, autore del timbro che aveva permesso al Pordenone di violare l’Euganeo e conquistare col Padova il successo numero uno in stagione. Quindi è stata la volta di Alex Pederzoli, capace di bucare la Pro Piacenza alla prima giornata di campionato. Con l’Albinoleffe il marcatore è stato De Cenco, prodezza valsa la prima vittoria nel torneo. A segno con il Mantova, alla terza giornata, Luca Strizzolo. Così, dopo il pari a reti inviolate col Renate, la pioggia di reti a Busto Arsizio e due nuovi marcatori: il terzino Michele De Agostini e il jolly Simone Pasa. L’avevano confidato, il consulente di mercato Zamuner e mister Tedino nelle prime amichevoli estive della squadra: «La nostra forza sarà la distribuzione dei gol». Tradotto: non avremo una punta da 20 reti, ma tanti giocatori che possono andare a segno. Detto, fatto.
Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) Risponde ai messaggi su facebook, si ferma a parlare con i tifosi, senza trascurarne alcuno. «Perché mi piace: la gente spende del tempo per me e io voglio ricambiare». C’è un anti-divo tra le stelle del nuovo Pordenone che vola. Il suo nome è Luca Cattaneo, professione ala, che tanto gentile ed educato fuori quanto è devastante in campo. Con la Pro Patria è stato mattatore, 1 gol e 2 assist. L’abbiamo incontrato e, tra i suoi segreti (tra cui la dieta del nutrizionista di Messi, il dottor Poser), prova a dire dove può arrivare questa squadra: «Alla salvezza: dicevo così anche l’anno scorso, col Bassano. Poi avete visto dove siamo arrivati…». A sfiorare la B. Cattaneo, ma si aspettava un inizio del genere? «Per certi versi sì. Ho visto sin da subito determinazione e voglia di lasciare un segno. Non sono casuali questi 9 punti. La squadra ha sempre voglia di giocare la palla, sa cosa fare. Ed è unita: è un grande gruppo. Sarà perché, forse, siamo arrivati tutti assieme quest’estate». Lei è qui da agosto: sorprendente vederla in un team ripescato, dopo il campionato col Bassano. «Coi giallorossi non ho trovato l’accordo per rinnovare. Ho avuto qualche offerta, ma quella più convincente è stata del Pordenone: due anni di contratto e un bel progetto. Mi avevano parlato bene della società, dell’allenatore. Ha un modo di giocare offensivo, mi piace. Sto imparando tante cose». Lei gioca ala destra, Tedino vuole provarla anche come trequartista e mezzala. Dove si trova meglio? «Dappertutto. Io mi metto a disposizione. Non avevo mai giocato a destra, lo sto facendo e mi piace. Non ho nessun problema». E’ disponibile anche coi tifosi: parla con loro a lungo, accetta le foto… Sa di essere un’anomalia? «Io andavo allo stadio a vedere il Como da piccolo, con mio papà. Sono rimasto un po’ tifoso dentro. Quindi cerco di stare con tutti perché capisco quanto faccia piacere a un supporter rapportarsi con uno che scende in campo. E poi amo discutere con loro della partita, sentire le loro sensazioni: investono tempo per me». I tifosi servono sabato, con la Cremonese, per spingere in alto la squadra. A che cosa puntate? «Mi auguro ci sia tanta gente. Perché abbiamo bisogno del sostegno di tutti per fare bene. Per me c’è la qualità per non porsi limiti, anche se l’obiettivo è rimanere il Lega Pro. Per ora voliamo bassi, senza però perdere le ambizioni». E lei dove vuole arrivare? «Cerco di migliorarmi sempre, di fare un passo avanti ogni stagione. Quest’anno ho voluto rivolgermi a un nutrizionista per cambiare alimentazione, perché avevo spesso i crampi. Poser mi ha stravolto le abitudini. Può essere la chiave per progredire ulteriormente». Ha iniziato solo da una settimana. Vista la partita con la Pro Patria, si può dire che stia già raccogliendo i primi frutti.
Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) A Montebelluna la sesta conferma, conosce solo la vittoria un Venezia pronto a brindare allo sbarco in arancioneroverde di Joe Tacopina, che ufficialmente assumerà l’incarico di presidente. È stata fissata per venerdì 9 ottobre a Venezia (ore 11.30 al Ca’ Sagredo Hotel di Campo Santa Sofia) la presentazione ufficiale dell’avvocato newyorkese in veste di “numero uno” del nuovo Venezia Football Club. «Ormai ci siamo, Tacopina sono sicuro entrerà nel cuore della gente e porterà un grande contributo per il rilancio del Venezia in termini di entusiasmo e partecipazione – conferma e prevede il ds Giorgio Perinetti -. Non è che domenica al Penzo (alle 15 i ragazzi di Favaretto ospiteranno la Liventina, ndr) ci aspettiamo come d’incanto un «tutto esaurito», però una risposta positiva e crescente in termini di presenze questo sì». Anche perché sul campo Serafini e compagni non avrebbero potuto fare di più, avendo battuto Dro (3-0), Sacilese (4-0), Monfalcone (2-1), Virtus Vecomp (2-1), Luparense (4-0) e Montebelluna (3-1). «Siamo felici per il fatto di poterci presentare con un simile biglietto da visita alla prima uscita pubblica della proprietà che ha consentito di costruire in poco tempo tutto questo. Non dimentichiamo – prosegue il dirigente romano – che questo Venezia è andato in ritiro per ultimo, a fine luglio e dopo che fino a 5 giorni prima non c’era neanche un giocatore. Questo va tenuto a mente non per vantarci, ma per far capire alla gente che questo Venezia merita sostegno e fiducia. La loro partecipazione sarà fondamentale per alzare ulteriormente stimoli e competitività del progetto». Oggi al Taliercio ripresa degli allenamenti in vista della Liventina: contro i trevigiani mancherà Fabiano, espulso per doppio giallo a Montebelluna e primo squalificato del campionato; al suo posto potrebbe avanzare Gualdi (come in Coppa Italia a Villafranca) con l’inserimento di Malagò in mediana al fianco di Calzi e Acquadro.
Ore 17.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia vola e adesso Joe Tacopina e gli americani sono pronti a sbarcare in laguna. Dopo tre mesi di attesa, ecco data e luogo: venerdì mattina a Ca’ Sagredo, hotel superlusso affacciato sul Canal Grande, a Santa Sofia. A fare gli onori di casa sarà proprio Tacopina, presidente in pectore del nuovo Venezia, dopo che per questi primi mesi era stato indicato come numero uno della compagine societaria l’imprenditore Usa James Daniels. Ma una volta chiuso il capitolo con il Bologna, l’avvocato newyorkese ha preso definitivamente in mano le redini della società arancioneroverde ed è pronto a presentarsi alla città. Nell’invito spedito in queste ore ai media, Tacopina viene indicato come presidente del Venezia Fc e al contempo viene annunciata la presentazione del «nuovo assetto societario»: significa, appunto, non solo l’investitura ufficiale del neo presidente ma anche la definizione delle altre cariche. Fino ad oggi, oltre a Daniels presidente, erano stati indicati come membri del cda solo gli avvocati Alessandro Vasta e Giuseppe Santarelli, dello studio Tonucci & partners. Ed è probabile un allargamento del consiglio di amministrazione, con l’ingresso dello stesso Daniels e forse anche di un ulteriore socio dello studio legale romano. Ma sarà Tacopina a questo punto a presentare l’intero organigramma, insieme al progetto legato al Venezia a stelle e strisce che potrebbe far tornare in auge il tema del nuovo stadio a Tessera. Tacopina non arriverà in città prima di giovedì sera, essendo impegnato mercoledì e giovedì a Londra, al convegno «The sport business summit», organizzato dal Chelsea presso il centro congressi di Stamford Bridge: nel programma Tacopina figura tra i relatori come «ex presidente del Bologna» ma sicuramente si presenterà alla platea come attuale numero uno del Venezia Fc. E il Venezia, inteso come squadra, si presenterà alla nuova proprietà dall’alto della prima posizione in classifica, con un ruolino di marcia perfetto: sei vittorie su sei in campionato, 18 gol fatti e appena tre subiti. «Consegniamo alla proprietà una squadra che è prima in classifica, con 18 punti e nessuna sconfitta. Meglio di così…» commenta il ds Giorgio Perinetti, incaricato dalla proprietà di costruire una squadra competitiva, in grado di conquistare subito il passaggio in Lega Pro. «L’arrivo della proprietà – aggiunge – sarà uno stimolo in più per la squadra e per l’intera piazza. Speriamo, con questo step, di superare la diffidenza dei tifosi e di conquistare definitivamente la loro fiducia». Domenica a Montebelluna l’undici di Paolo Favaretto ha sofferto appena più del solito, contro una squadra molto ben disposta in campo da mister Gianfranco Fonti (3-1 il risultato, gol di Gualdi, Carbonaro e Calzi). A complicare le cose ci ha pensato poi l’arbitro, che ha ammonito quattro arancioneroverdi e squalificato per doppio cartellino Fabiano. «L’arbitraggio non ci è piaciuto, ha indispettito inutilmente i ragazzi», è il commento di Perinetti. E intanto sorridono anche le altre due veneziane inserite nel girone C: vince il Calvi Noale sul Giorgione (2-0) confermandosi in seconda posizione e to rna alla vittoria anche il Mestre, affidato a Luca Tiozzo (3-0 sul Belluno).
Ore 17.00 – (La Nuova Venezia) Venerdì mattina si presenterà ufficialmente la nuova dirigenza del Venezia FC, in un hotel del centro storico, quando verrà ufficializzato l’arrivo di Joe Tacopina alla presidenza e dei soci americani che hanno consentito la costituzione del nuovo club dopo l’uscita di scena di Korablin. L’ex presidente del Bologna non sarà da solo, ma accompagnato da altri connazionali, e finalmente sapremo nomi e programmi della società, sicuramente non limitati all’immediato ritorno tra i professionisti. Intanto, Paolo Favaretto aggancia Nello Di Costanzo nel primato delle sei vittorie consecutive e domenica avrà l’occasione superare il tecnico che nella stagione 2005-2006, in serie C/2, subentrò a Manzo infilando venti risultati utili consecutivi (14 vittorie e 6 pareggi) tra l’esordio con la Biellese (3-0) e il ko di Olbia. Quel Venezia, pilotato in attacco da o Gennari e Moro superò Biellese (3-0), Bassano (2-0), Carpenedolo (3-2), Olbia (2-0), Lecco (2-1) e Ivrea (4-1) prima di impattare (1-1) al Mecchia contro il PortoSummaga. Favaretto ha già tolto a Di Costanzo, nella stagione 2009-2010, il primato di risultati utili consecutivi guidando l’Unione Venezia a 21 partite senza sconfitta (12 vittorie e 9 pari) tra il 28 ottobre 2009 e il 21 marzo 2010 quando perse (0-1) in trasferta con la Nuova Verolese. Nel mirino anche Sassarini che nella stagione 2011-2012 iniziò con 14 risultati utili di fila (12 vittorie e 2 pareggi) prima di scivolare nel turno infrasettimanale dell’8 dicembre contro il Mezzocorona al Penzo (0-3). Quella squadra chiuse il girone d’andata con 42 punti (13 successi, 3 pari e una sconfitta) con 9 lunghezze di vantaggio sul Porto Tolle e 12 sul Legnago. L’anno scorso il Padova è salito a 85 punti (in 34 partite). Per ritrovare sei vittorie di fila in apertura di stagione bisogna risalire al campionato di serie C 1955-1956 quando il Venezia di Quario superò Pavia (1-0), Piombino (2-0), Mestrina (2-0), Treviso (1-0), Lecco (3-0) e Piacenza (2-1) prima di perdere (1-2) al Penzo contro il Vigevano.
Ore 16.30 – Test a sorpresa. La notizia ci viene comunicata personalmente al termine dell’allenamento pomeridiano alla Guizza. E riguarda un cambio di programma: domani, infatti, i Biancoscudati disputeranno un’amichevole a Casalserugo contro la formazione locale. Nulla di strano, se non fosse per l’orario di inizio: 20.30. Motivo: mister Parlato vuole che i suoi giocatori si abituino alle condizioni climatiche e di illuminazione che troveranno anche a Cittadella sabato sera. Per non lasciare nulla al caso…
Ore 16.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 15.40 – Qui Guizza: partitella a campo ridotto.
Ore 15.20 – Qui Guizza: assenti Aperi e Giandonato oltre a Favalli e Neto Pereira.
Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati già in campo per l’allenamento pomeridiano.
Ore 15.00 – La Lega Pro ha diramato una decina di minuti fa il programma relativo alla settima giornata. Questo quello relativo al girone A: Ore 14.00: Pordenone-SudTirol. Ore 15.00: Bassano-Alessandria, Mantova-Lumezzane, Pro Patria-Cuneo, Renate-Padova (a Meda). Ore 17.30: Cittadella-Giana Erminio, Cremonese-AlbinoLeffe, FeralpiSalò-Reggiana, Pavia-Pro Piacenza.
Ore 14.50 – Giudice Sportivo: nessuna sanzione per il Padova, Diniz entra in diffida dopo la quarta ammonizione stagionale. Nel Cittadella mancherà invece Jallow, squalificato per una giornata.
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) I detrattori ci provano: il vero Bassano lo si dovrà vedere all’opera quando affronterà avversari più impegnativi. La replica è al vetriolo: si sono già affrontate Cremonese e Feralpisalò e nelle due occasioni in cui di fronte c’erano le cosiddette «big» sono arrivati ben quattro punti. Ulteriore postilla: dichiarazioni di circostanza a parte, il livello tecnico del girone A non è così elevato da impedire un decollo definitivo verso la promozione in serie B. Sarà pure vero che ai piedi del Grappa l’entusiasmo sembra ancora essere soffocato dalla sconfitta nella finale playoff con il Como della passata stagione, tuttavia la classifica parla chiaro. Il Bassano è primo, non ha rivali che ne riescano a tenere il passo e, dopo cinque giornate, se fosse stato a punteggio pieno nessuno avrebbe potuto osservare la benché minima obiezione. «La nostra forza — ammette Stefano Sottili — sino a questo momento è stato il gruppo. Voglio esprimere un ringraziamento sentito ai ragazzi che sono subentrati (Misuraca, Fella e Fabbro, ndr ). Senza di loro non saremmo riusciti probabilmente a portare a casa tre punti molto importanti: sono stati devastanti, hanno messo in campo le qualità che hanno». E Sottili allarga il ragionamento: «E’ una fortuna per un allenatore avere in rosa tanti giocatori bravi e con caratteristiche diverse — dice — tutto questo mi permette una gestione della rosa estremamente flessibile e adeguata alle nostre esigenze. Per tutto il resto è inutile fare voli pindarici o illudersi. Andiamo avanti settimana dopo settimana senza voltarci indietro mai. Il campionato è molto lungo e tante cose potrebbero ancora succedere». Il ragionamento di Sottili coinvolge anche Marcello Falzerano, che ha siglato la sua prima rete con la casacca giallorossa «coprendo» la giornata non eccelsa di Simone Iocolano. «Mi serviva il gol — ammette il diretto interessato — per sbloccarmi anche a livello di prestazioni. Pure nelle scorse gare ho avuto delle occasioni che non sono riuscito a sfruttare al meglio. Abbiamo iniziato bene questo campionato, non ci dobbiamo fermare. Dedico la rete ai miei nonni, ieri li ho sentiti per gli auguri ed il mio gol è per loro». Ora tocca alla trasferta di Gorgonzola contro la Giana Erminio, senza alcun dubbio una delle sorprese in positivo del campionato. Che non ha alcuna intenzione di fermarsi, dopo un inizio di stagione al di sopra delle attese.
Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Alla vigilia della gara di Avellino la preoccupazione in casa biancorossa non mancava. Preoccupazione per l’esito del match, considerate le tante assenze a cui Pasquale Marino doveva far fronte, e per la difficoltà di una partita dove gli uomini di Attilio Tesser erano chiamati a vincere per allontanare una crisi di gioco e risultati che adesso, dopo il 4-1 incassato dal Vicenza, è invece del tutto conclamata. Al Partenio l’Avellino è rimasto in partita fino al gol di Trotta, poi è franato di fronte ad un Vicenza sempre padrone della gara. «Siamo contenti — dice Stefano Giacomelli — nelle difficoltà il gruppo si è unito e compattato ancora di più, tutti hanno dato il massimo. Sono molto soddisfatto per la vittoria, ottenuta su un campo difficile: un successo che ci dà morale e che ci consente di prepararci al meglio per la sfida di sabato con il Crotone». L’ex pescarese ha segnato il quarto gol con una splendida punizione, mettendo in piedi nel dopo gara un simpatico siparietto con il tecnico Marino. «Il mister spesso mi dice di non avvicinarmi nemmeno al pallone quando c’è una punizione dal limite — sorride Giacomelli — perché in partita finora non avevo mai segnato. Ma quella punizione l’ho voluta calciare e veder entrare il pallone in rete è stata una grande gioia. Ma sono felice per tutta la squadra, che sta facendo tanti sacrifici e gestendo assenze importanti. La cosa più importante è che, come nel campionato scorso, il gruppo è la nostra forza e questo in un campionato lungo e difficile come la serie B è un dato importante. Inoltre possiamo contare sull’apporto e sul sostegno della tifoseria biancorossa, che ci fa sempre sentire la vicinanza anche in trasferte lontane come quella di Avellino. Adesso non ci resta che continuare su questa strada, pensando ad una partita alla volta; archiviata la vittoria di Avellino tutti stiamo già preparandoci per affrontare il Crotone, che vive un grande momento di forma e non a caso è in testa alla classifica». Soddisfatto è ovviamente anche il direttore generale dei berici Andrea Gazzoli, che sabato ad Avellino ha applaudito la prestazione dei biancorossi. «E’ stata una prestazione importante, che questa volta ci ha premiato anche dal punto di vista dei risultato — ha precisato il dirigente biancorosso — ma avevamo giocato bene anche nelle partite precedenti in cui magari gli episodi ci erano girati contro. Ma ad Avellino la squadra si è espressa alla grande nonostante si viva un momento complicato a livello di infortunati. Per fortuna anche sotto questo aspetto le cose stanno migliorando, e a breve recupereremo molti di quelli che sono stati fuori a lungo. Sul tema la notizia più bella sono le dimissioni di Nicolò Brighenti dall’ospedale, a conferma che il peggio è passato». Con un difesa falcidiata dalle assenze ma che riesce comunque a far fronte agli attacchi avversari, la nota lieta viene dall’attacco con Giacomelli e Raicevic che hanno segnato già tre gol a testa, e Gatto e Galano a quota due. «I numeri dicono che l’attacco sta facendo bene, ma quando gli attaccanti segnano vuol dire che tutta la squadra esprime un buon calcio. Grandi meriti vanno a Marino che, pur avendo a disposizione una squadra cambiata rispetto all’anno scorso, sta ottenendo buoni risultati giocando un calcio propositivo e divertente». Una situazione che fa ben sperare anche per il futuro. «Siamo appena all’avvio e il campionato si prospetta lungo e difficile come accade ogni anno, ma finora siamo senza dubbio soddisfatti di come stano andando le cose».
Ore 13.20 – (Gazzettino) Il bomber precario – perchè senza una maglia fissa da titolare – ha lasciato il segno. Sarebbe meglio dire che ha tolto le castagne dal fuoco (ormai siamo in stagione) a Roberto Venturato e al Cittadella, regalando tre punti a Pavia quando aleggiava già lo sconforto per un’altra possibile occasione persa. Claudio Coralli non è stato utilizzato al debutto con il Cuneo, poi ha giocato due spezzoni di partita con Renate e Pro Piacenza, lo stesso ha fatto nell’ultimo turno. Questa volta, però, ha timbrato il cartellino in poco più di un quarto d’ora: cross di Salvi, lui anticipa Biasi (che lo strattona) e tocca quel tanto che basta per indirizzare il pallone nell’angolino. «L’ho sfiorato, non so quanto, però la punta del piede ce l’ho messa». Il Cittadella ha vinto, seppur sbagliando ancora molte favorevoli occasioni. «Dobbiamo diventare più bravi al momento di concludere a rete, perché non credo che durante il campionato la squadra possa sempre creare tutte queste palle-gol. Se non chiudi le partite quando si presentano le opportunità, soffri sino alla fine, e rischi di essere beffato. Un po’ come stava succedendo a Pavia». Coralli confronta la Lega Pro con la serie B. «Nel campionato cadetto in novanta minuti riesci a creare due o al massimo tre occasioni da gol e devi capitalizzarle, finora invece il Cittadella ha sempre costruito tanto. Speriamo continui così perché dobbiamo puntare più in alto possibile. Per questo ripeto che bisogna essere più bravi e cattivi negli ultimi metri, al momento di concludere». Dopo due pareggi, il Cittadella è tornato a vincere. «Per fortuna è andata bene, altrimenti saremmo tutti qui a piangerci addosso. Sinceramente non ho visto un Pavia irresistibile, invece mi ha impressionato il Sudtirol contro il Padova, abbiamo fatto in tempo a vedere i primi 45 minuti della partita dell’Euganeo, davvero una bella squadra». A proposito di Padova, sabato arriva il derby. «È una partita speciale, bisogna caricarla al modo giusto. Il derby vorrebbero giocarlo tutti, ci sarà anche una bella cornice di pubblico, saremo davanti ai nostri tifosi e vogliamo fare bene». Mancherà lo squalificato Jallow: una speranza per la maglia da titolare in coppia con Litteri? «Ho giocato con Djuric, non ci sarebbero problemi. E poi in Lega Pro ci sono più spazi, un attaccante è agevolato». Tra l’altro Coralli è andato a segno nell’ultimo derby al Tombolato nell’ottobre 2013 vinto dai granata per 1-0. «Non ve lo volevo ricordare io…».
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) «Il derby è un’altra cosa». Parola di Claudio Coralli. L’uomo del momento al Cittadella, visto che a decidere la gara di Pavia, sabato scorso, è stata proprio una sua zampata da attaccante di razza. E uno che di derby se ne intende: due anni fa, all’inizio della seconda avventura in granata, realizzò contro il Padova il gol decisivo al Tombolato. Mentre nella gara di ritorno, squalificato, si sistemò in curva nord all’Euganeo con in testa una curiosa parrucca di riccioli neri che lo rese irriconoscibile e rientrò a Cittadella in pullman assieme ai tifosi. Giusto a chiarire che lui, queste sfide, le sente molto. «Lo ricordo bene, quel gol. E mi è mancata molto questa partita, l’anno scorso. Perché è inutile nasconderselo: il derby non è una gara come le altre. Vincendolo, faremmo un regalo bellissimo all’ambiente e alla società». Vi troverete davanti un Padova ferito, dopo la prima sconfitta in campionato. Come se lo aspetta? «Ho visto un tempo dell’incontro con il Sudtirol, che si giocava prima del nostro: non è stato il miglior Padova della stagione, ma c’è da dire che la squadra di Stroppa non è facile da affrontare e si candida seriamente ad essere una delle rivelazioni del girone. Nell’occasione i biancoscudati hanno cambiato modulo: non so come si presenteranno al Tombolato, ma di sicuro la sconfitta regalerà loro ulteriore rabbia. E di una cosa sono convinto: difficilmente avremo le 5 o 6 occasioni da gol che siamo riusciti a creare anche a Pavia». E qui torniamo alla nota dolente di questo inizio di stagione: il cinismo che ancora manca al Citta… «Certe gare vanno chiuse, altrimenti rischi di essere beffato da un episodio, come poteva capitarci sabato scorso in un match che stavamo dominando. Lo sappiamo e ci stiamo lavorando». A proposito di capacità di concretizzare, c’erano molti dubbi sulla paternità della rete del 2-1: conferma che è sua? «Sì, ho sfiorato la palla quel tanto che è bastato per ingannare il portiere. E, comunque, se non fosse arrivato il gol, ci sarebbe stato il rigore, perché Biasi mi stava strattonando». Sia sincero: in campionato sin qui ha giocato soltanto per 55’, entrando tre volte a gara in corso. Quanto soffre questo ruolo “alla Altafini”? «Tutti vorremmo giocare sempre, ma il mister ha fatto altre scelte e io le accetto come dobbiamo fare tutti, perché pure chi ha visto meno il campo sa che potrà trovare spazio. Fisicamente sto bene, e credo che potrei giocare accanto a Litteri, anche se siamo entrambi prime punte. In fondo, ho giocato in coppia con Djuric, che aveva caratteristiche simili alle sue». A Pavia ha colpito la prestazione di due elementi che il pubblico del Tombolato ancora deve imparare a conoscere: Bobb e Chiaretti. Come li valuta? «Bobb deve solo imparare bene l’italiano per integrarsi del tutto anche a livello tattico, ma posso dire che è davvero forte. Chiaretti può ricoprire più ruoli ma credo che l’ideale, per lui, sia fare il trequartista: ha piedi buoni, sa coordinare il gioco in avanti ed è uno che lotta». Qui Tombolato. Ieri giornata di riposo per Iori e compagni. Oggi ripresa degli allenamenti alle 15.
Ore 12.40 – (Corriere del Veneto) Nel frattempo ieri il Cittadella non si è allenato, usufruendo di un giorno di riposo dopo aver lavorato la domenica. Mancherà Jallow, squalificato, che potrebbe essere sostituito da Minesso, mentre il Padova dovrà quasi certamente fare a meno di Neto Pereira e Favalli: quasi nulle le possibilità di un loro recupero, nel primo allenamento della settimana alla Guizza ieri nessuno dei due si è allenato. Rispetto alla formazione messa in campo contro il SudTirol, Parlato dovrebbe escludere Anastasio inserendo Niccolini nel ruolo di centrale, con lo spostamento di Dionisi a sinistra e Diniz sulla destra. A centrocampo reclama spazio Mazzocco, che potrebbe insidiare un posto da titolare a Cunico, che ha giocato sempre e che non ha nelle corde una stagione senza mai rifiatare. Del resto, la carta d’identità purtroppo non mente. E questo lo sa anche il capitano.
Ore 12.10 – (Gazzettino) Che derby si aspetta? «Ormai i tatticismi sono sempre esasperati, sarà una sfida tiratissima. Quanto al Padova confido in una dimostrazione d’orgoglio dopo la sconfitta di sabato. Ho visto un grande Sudtirol che ha fatto vedere un bel calcio, anche se noi siamo rimasti in spogliatoio nel primo tempo. Non abbiamo preparato bene mentalmente la partita, c’è stato un calo di tensione generalizzato. Mi auguro che sia stato solo un incidente di percorso. Una buona squadra come la nostra non può diventare improvvisamente scarsa, quindi sono fiducioso». Le piacerebbe ripetere lo stesso percorso fatto con il Cittadella e conquistare la serie B con il Padova? «Sarebbe molto gratificante sia come padovano e sia a livello professionale. Al di là della piazza, se lo merita anche la società». Magari la promozione arriva già quest’anno. «Sarebbe una cosa incredibile. Non c’è una squadra ammazzacampionato, ma otto-nove che si equivalgono. Saranno gli episodi a fare la differenza».
Ore 12.00 – (Gazzettino) Dopo l’esperienza granata è andato al Genoa. «È stata una mia scelta lasciare Cittadella perchè volevo confrontarmi con un calcio diverso. Dopo quattro-cinque anni era giusto cambiare, anche se mi è dispiaciuto moltissimo». Al suo posto arrivò Seeber (oggi al Bassano) e poi Marchetti. Che rapporto ha con l’attuale direttore granata? «Buono, lo conosco fin da quando giocavo nel Padova visto che in squadra c’era anche lui. Gli ho dato una mano a diventare direttore del Cittadella e ha dimostrato di essere bravo. Ha sempre fatto bene, anche se purtroppo la stagione scorsa non è andata per il verso giusto. Cosa comunque che non sminuisce il lavoro che ha svolto in questi anni». A inizio stagione ha indicato proprio il Cittadella come favorito alla vittoria finale. Sempre dello stesso avviso? «Sì, hanno giocatori esperti di categoria superiore che possono fare la differenza, a partire da Sgrigna».
Ore 11.50 – (Gazzettino) Glerean, tra l’altro, che aveva scelto lei. «Era al Sandonà, si poteva liberare ed è venuto con noi. È vero che le fortune del Cittadella le abbiamo fatte insieme, ma lui è stato veramente un grande. È stato l’allenatore migliore che abbia mai avuto, ci sentiamo ancora e a volte andiamo a cena insieme. Al di là delle sue qualità come tecnico, è una persona con grandi valori umani e difficilmente se ne trovano in giro. Mi dispiace che sia da un po’ di tempo senza squadra, meriterebbe di rientrare». La famiglia Gabrielli è sempre alla guida del club, anche se non c’è più papà Angelo. «Sono ancora legato a loro da un rapporto d’affetto e abbiamo avuto anche la fortuna di ottenere risultati sul campo. Oltre alla famiglia Gabrielli c’erano altri sei soci e in quegli anni abbiamo instaurato un grande rapporto di amicizia. Tutti i giovedì sera cenavamo insieme, si univano anche giocatori, staff tecnico e tutte le persone che lavoravano per la società».
Ore 11.40 – (Gazzettino) È stato tra gli artefici del “miracolo” Cittadella con il doppio salto dalla serie C2 alla B tra la fine degli anni 1990 e le soglie del nuovo millennio ricoprendo il ruolo di direttore generale. Per Fabrizio De Poli, attuale diesse del Padova, sabato sera al Tombolato sarà inevitabilmente un derby all’insegna dell’amarcord sportivo e di valori affettivi incancellabili. «Sarò di sicuro emozionato – esordisce – perchè Cittadella è stata la piazza nella quale sono cresciuto come dirigente. Prendere una squadra come quella granata e portarla in serie B non è stato facile, ma con l’arrivo di Glerean abbiamo portato una mentalità professionistica che è stata recepita velocemente da tutte le persone che lavoravano all’interno della società».
Ore 11.30 – (Gazzettino) Padova al lavoro ieri, mentre dopo la sgambata effettuata domenica riprenderà oggi la preparazione del Cittadella in vista del derby in programma sabato sera al Tombolato. Quanto ai biancoscudati, Parlato (ospite oggi alle 19.15 a Sportlandia su Serenissima Tv) ha tenuto a rapporto per alcuni minuti la squadra prima di iniziare l’allenamento incentrato su esercizi con il pallone e parte atletica. Oltre alla preparazione sul campo, le attenzioni sono rivolte agli infortunati: Neto Pereira e Favalli non hanno ancora iniziato ad allenarsi con i compagni proseguendo il loro ciclo di cure e terapie. «Mercoledì o giovedì faranno un controllo e vediamo come stanno», spiega De Poli. Controllo al quale invece si sottoporrà oggi il portiere Petkovic, che ha ripreso ad allenarsi. Intanto, Amirante ha ricominciato per la prima volta a correre dopo l’operazione al ginocchio. Oggi alla Guizza doppia seduta. TOGNON. Il collaboratore dell’area tecnica biancoscudata Simone Tognon ha superato con la votazione di 110 su 110 gli esami finali del corso per “Osservatore calcistico di società professionistiche” che si è tenuto a Coverciano.
Ore 11.20 – (Gazzettino) Con il Sudtirol non solo è arrivata la prima sconfitta casalinga in campionato da quando è nato il nuovo Padova, ma si è anche interrotta una serie positiva che, sempre con riferimento agli impegni di campionato, durava da 22 partite. Dopo l’ultimo ko per 3-2 rimediato l’11 gennaio sul campo dell’Union Pro, infatti, la squadra è rimasta imbattuta fino al termine della scorsa stagione regolare (quattordici vittorie e due pareggi) e nei due incontri della poule scudetto (pari esterno con il Castiglione, vittoria con il Cuneo). Al dato vanno poi aggiunte le prime quattro gare dell’attuale torneo. Non è stata dunque eguagliata per un soffio la migliore striscia positiva della storia biancoscudata che risale al campionato di C2 1980-81, culminato con la promozione in C1. Dopo un ko a Mira per 2-1 il 2 novembre 1980, la squadra allenata da Mario Caciagli, subentrato a Guido Mammi, ottenne tredici successi e dieci pareggi, rimanendo imbattuta per oltre sei mesi fino al ko per 1-0 del 10 maggio 1981 a Civitanova Marche. In quel Padova giocava, tra gli altri, l’attuale diesse Fabrizio De Poli.
Ore 11.00 – Biancoscudati in campo alla Guizza per l’allenamento mattutino.
Ore 10.40 – (Mattino di Padova) È preoccupato che un match così sentito arrivi proprio in un momento poco sereno per il Padova? «Non sono mai stato uno che si preoccupa in vista delle partite. Sabato sarà per tutti noi un’occasione buona per rimetterci in piedi e dimostrare che il Padova non è quello visto contro il Sudtirol. Sappiamo che davanti abbiamo una delle squadre più importanti della categoria, che anzi io credo sia forse la migliore del girone, ma se uniamo questo fatto al clima del derby, tutto ciò non può che farci bene: le motivazioni sono doppiamente maggiori, l’impatto mentale della squadra lo sarà ancora di più». Eppure, senza Neto e Favalli il Padova è sembrato avere la coperta un po’ corta. Non crede? «No, queste sono considerazioni che lasciano il tempo che trovano: anche a Salò non c’era Neto, non è un solo giocatore a poter fare la differenza e spostare gli equilibri. Il problema è che sabato scorso nessuno di noi c’era, e se mi sento di non salvare alcun giocatore, la colpa non può certo risiedere nelle assenze. L’importante è che ci rendiamo conto che quanto visto all’Euganeo non possiamo più permettercelo».
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Ha un rimpianto? «No, solo un ringraziamento. È solo grazie ad Angelo Gabrielli se sono diventato calciatore: dovevo decidere che fare del mio futuro, compiere delle scelte di vita, e nel 1977, cedendomi al Treviso, fu proprio lui a lanciarmi nel calcio professionistico». Per lei sarà il primo derby dalla parte opposta… «Ero già tornato da avversario quand’ero al Genoa, ma è naturale che con il Padova sia tutta un’altra cosa. Adesso sono un padovano, non più un cittadellese. Anzi, devo dire che io cittadellese non mi ci sono mai sentito: sono un tombolano a tutti gli effetti, anche se ho vissuto a Cittadella la mia infanzia, i miei anni scolastici, e anche se i miei amici erano i compagni di squadra in granata. Adesso torno a Cittadella fregiandomi del fatto di essere nello staff nel Padova: sapete, per noi “paesani” Padova è sempre stata la “grande città”…».
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Quali emozioni prova? «Sono stati anni bellissimi, ho vissuto momenti di grande amicizia con tutti, e insieme all’intero ambiente siamo riusciti a dare un’impronta professionale ad una società che sin lì era stata molto dilettantistica. Con Ezio Glerean abbiamo fatto grandi cose, ma se siamo riusciti a creare una grande società, il merito è dei Gabrielli, una grande famiglia. Loro sono stati capaci di creare una forza straordinaria insieme ad altri sei soci». Sente di essere quindi uno degli attori principali del “miracolo Cittadella”? «Penso di sì, ho avuto la fortuna di capitare in un momento nel quale si poteva ripartire praticamente da zero. Tutti insieme abbiamo creato un piccolo gioiello a livello di azienda, aiutati dai risultati sportivi, che hanno fatto diventare Cittadella una piazza importante. A suo tempo vennero a giocare al Tombolato il Napoli, il Padova che scendeva dalla Serie A: questo è stato il coronamento di un sogno».
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) A Cittadella è nato e cresciuto come calciatore, quando ancora il professionismo era un sogno e nulla di più. Dalle Mura è partito lanciandosi nel calcio “vero”, per poi tornare, dopo aver vestito la maglia biancoscudata, e creare, insieme alla famiglia Gabrielli, ai giocatori e ad Ezio Glerean, quello che sarebbe poi diventato il “miracolo” granata. Oggi Fabrizio De Poli è il direttore sportivo del Padova, e per la prima volta si prepara a vivere un derby dalla parte biancoscudata. Le emozioni e i ricordi sono tanti e tali che per lui, più cittadellese che biancoscudato, quella di sabato non potrà essere una sfida come le altre. «È il mio derby, la mia partita», ammette in effetti De Poli. «Al Cittadella sono nato e cresciuto calcisticamente, avendo fatto tutta la trafila delle giovanili, prima di girovagare l’Italia e di passare anche per Padova, e poi ci sono tornato anche da dirigente. Per me questa sarà una gara speciale, perché ritroverò tante persone con cui ero stato in quegli anni bellissimi».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Come vede il derby di sabato? «Partita da tripla. In questo momento il Citta, forse, ha qualcosa in più, avendo mantenuto tanti giocatori della B. Poi, sotto le Mura, preparano sempre la partita con il Padova come fosse una finale. I biancoscudati mi sembra abbiano una buona squadra, ma, avendo cambiato tanto rispetto all’ultima stagione, hanno bisogno di tempo». È vero che sarebbe potuto tornare al Padova lo scorso anno? «C’è stata una telefonata ma poi non se n’è fatto nulla. Mi sarebbe piaciuto da matti tornare». Ora che fa? L’hanno vista allenarsi con la Sacra Famiglia la scorsa settimana. «Sono capitato a Padova qualche giorno e ho colto l’occasione per fare una sgambata. Ora, però, vivo a Napoli, mi alleno da solo e cerco squadra. Non voglio smettere, ma trovare una sistemazione in Lega Pro è durissima e finora dalla D mi sono arrivate offerte che non mi hanno convinto».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Fu una sensazione da brividi uscire tra gli applausi di tutto lo stadio. Lo sport dovrebbe essere sempre così, i tifosi dovrebbero essere in grado di apprezzare chi fa bene, indipendentemente dalla maglia. Ma purtroppo nel calcio è cosa rara». Raro e destinato solo a chi ha lasciato qualcosa di speciale. Di Nardo, per i padovani, resterà per sempre l’ “eroe di Busto”, il giocatore capace con la sua doppietta di regalare la Serie B dopo 11 anni d’attesa. «Anche se, a mio avviso, questo affetto è dovuto a quanto fatto in tutti e quattro gli anni in biancoscudato. A Padova sono stato benissimo e ho ricevuto tanto amore da una piazza incredibile. Anche a Cittadella, nonostante gli infortuni, mi sono trovato molto bene in due anni». Il gol più bello in maglia biancoscudata e quello in granata? «A Padova sono due: quello al Modena nella prima partita del ritorno in B e quello a Torino, nello stesso anno. Con il Cittadella sempre un gol al Modena, il primo dopo un lungo stop».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il derby alla fine è solo un pretesto. Per tornare a raccontare un personaggio entrato nel cuore degli sportivi padovani o anche solo per fare una chiacchierata con un giocatore mai banale. Dentro e fuori dal campo. Certo, il derby è un bellissimo pretesto per chi, come Antonio Di Nardo, vanta un record difficilmente superabile. “Totò”, infatti, è l’unico giocatore ad essere andato a segno nel derby sia con la maglia del Padova che con quella del Cittadella: la prima volta, in biancoscudato, nel 2010 all’Euganeo (2-2 il finale), la seconda, in granata, con la doppietta nel 2013, in un 3-3 al Tombolato. Questo il record secondo le statistiche, anche se a livello romantico il primato è un altro. Di Nardo, infatti, proprio in occasione di quel 3-3 uscì dal campo applaudito dallo stadio intero, dai tifosi del Citta al migliaio di padovani al seguito. «Uno dei momenti più belli della mia carriera, una giornata che non dimenticherò mai», sorride l’attaccante napoletano.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Doppio allenamento oggi per i biancoscudati, che ieri alla Guizza hanno iniziato la preparazione in vista del derby. Parlato ha tenuto un discorso alla squadra, incentrato sulla brutta prova offerta contro il Sudtirol. Oggi, intanto, verranno valutate le condizioni sia di Neto Pereira che di Alessandro Favalli, assenti al primo allenamento settimanale: difficile che il brasiliano possa esserci al Tombolato, qualche speranza in più invece per il terzino, mentre Petkovic dovrebbe farcela. Infine, Savio Amirante, che ieri ha ripreso per la prima volta a correre dopo l’intervento al ginocchio: «Spero di allenarmi con la squadra fra tre settimane», ha detto.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) La critica la considera una delle candidate più autorevoli alla promozione: «Non lo dico per snobismo — taglia corto Altinier — ma quest’anno davvero non sono ancora riuscito a vederli giocare una volta. Il loro valore è certificato dal fatto che hanno cambiato pochissimo rispetto allo scorso anno e che hanno mantenuto l’ossatura della squadra della serie B. Con le dovute proporzioni, mi ricorda un po’ quando retrocesse il Chievo, che riuscì a risalire in serie A in un solo anno non cedendo praticamente nessuno o, comunque, ritoccando appena la squadra. Sono fermamente convinto che sia necessario pensare a noi stessi, dobbiamo prima di tutto lavorare sulla tenuta atletica del gruppo, sullo sfruttamento delle nostre qualità e sulla capacità di incidere maggiormente sulla partita. Una giornata storta può capitare, ora dobbiamo far sì che rimanga soltanto un fatto isolato».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Quei grandi risultati che, quantomeno sabato contro il SudTirol, sono parsi distanti anni luce dalle potenzialità di una squadra improvvisamente involuta e inceppata: «Non è un tentativo di trovare comode giustificazioni a quanto accaduto — sottolinea Altinier — ma non possiamo essere quelli di sabato. Il SudTirol ha fatto benissimo, ci ha chiuso tutti gli spazi, ci ha pressato, ha segnato e non si è fermato. Quando un avversario è più bravo di te bisogna riconoscerlo e ripartire. In questo senso il derby è un appuntamento che arriva al momento giusto. Probabilmente è la partita più attesa e noi proveremo a farla nostra. E non a parole, ma con i fatti». Il Cittadella ha gli stessi punti in classifica del Padova, ma con una partita in meno.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) E’ un ex, anche se a sentirlo parlare si coglie un sentimento annacquato dopo anni di latitanza nella città murata. Christian Altinier accetta di aprire il libro dei ricordi, nella settimana che conduce dritta al derby con il Padova. Era il 2006 e il centravanti mantovano, all’epoca 23 anni, vestiva la maglia del Cittadella: 11 presenze e 4 gol, un bottino niente male, in linea con i suoi score migliori. Poi, però, l’addio a metà stagione e il passaggio al Mantova: «Fu una parentesi breve ma intensa — ricorda Christian — mi trovavo bene ma poi alla fine le strade si separarono. Non andò male, anzi, qualche gol pesante lo feci. Poi passai al Mantova e da quel momento il Cittadella non me lo sono trovato di fronte, se non in una circostanza: Portogruaro-Cittadella, finì 1-1 e segnai proprio io. Non so se possa essere di buon auspicio, non sono scaramantico e non credo alla cabala o ai corsi e ricorsi storici: credo nella forza del lavoro e nelle risposte del campo, solo così si possono ottenere grandi risultati».
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (sesta giornata, sabato 10 ottobre). Ore 14.00: Lumezzane-Pro Patria. Ore 15.00: Cuneo-Mantova, SudTirol-FeralpiSalò. Ore 17.30: AlbinoLeffe-Pavia, Giana Erminio-Bassano, Pordenone-Cremonese, Pro Piacenza-Alessandria. Ore 20.30: Cittadella-Padova, Reggiana-Renate.
Ore 08.28 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Bassano 13, FeralpiSalò 10, Pavia, Reggiana e SudTirol 9, Cittadella, Giana Erminio, Padova e Pordenone 8, Alessandria 7, Cremonese, Lumezzane e Pro Piacenza 6, Mantova 4, AlbinoLeffe e Renate 3, Cuneo e Pro Patria 0.
Ore 08.26 – Lega Pro girone A, risultati e marcatori della quinta giornata: Bassano-Cuneo 2-0 (Falzerano (Ba) al 6′ pt, Misuraca (Ba) al 43′ pt), Padova-SudTirol 0-2 (Maritato (St) al 13′ pt e su rigore al 24′ pt), Pro Patria-Pordenone 1-4 (Cattaneo (Pn) al 25′ pt, De Agostini (Pn) al 34′ pt, Taino (Pp) al 7′ st, Pasa (Pn) al 16′ st, De Cenco (Pn) al 19′ st), Alessandria-Albinoleffe 2-1 (Sosa (Al) al 45′ pt, Soncin (Ab) su rigore al 29′ st, Mezavilla (Al) al 44′ st), Pavia-Cittadella 1-2 (Bobb (Ci) al 44′ pt, Ferretti (Pv) su rigore al 36′ st, autorete di Biasi (Ci) al 42′ st), Renate-Lumezzane 0-2 (Barbuti (Lu) al 3′ pt, Russini (Lu) al 35′ st), Cremonese-FeralpiSalò 0-1 (Pinardi (Fs) su rigore al 45′ st), Giana Erminio-Pro Piacenza 1-2 (Rantier (Pp) al 7′ st, Bruno (Ge) al 45′ st, Ruffini (Pp) al 47′ st), Mantova-Reggiana 0-2 (Arma (Re) al 6′ pt, autorete di Gavazzi (Re) al 43′ st).
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E’ successo, 5 ottobre: primo allenamento settimanale per i Biancoscudati, ancora assenti Neto Pereira e Favalli mentre Petkovic è rientrato in gruppo.