Il derby alla fine è solo un pretesto. Per tornare a raccontare un personaggio entrato nel cuore degli sportivi padovani o anche solo per fare una chiacchierata con un giocatore mai banale. Dentro e fuori dal campo. Certo, il derby è un bellissimo pretesto per chi, come Antonio Di Nardo, vanta un record difficilmente superabile. “Totò”, infatti, è l’unico giocatore ad essere andato a segno nel derby sia con la maglia del Padova che con quella del Cittadella: la prima volta, in biancoscudato, nel 2010 all’Euganeo (2-2 il finale), la seconda, in granata, con la doppietta nel 2013, in un 3-3 al Tombolato. Questo il record secondo le statistiche, anche se a livello romantico il primato è un altro. Di Nardo, infatti, proprio in occasione di quel 3-3 uscì dal campo applaudito dallo stadio intero, dai tifosi del Citta al migliaio di padovani al seguito. «Uno dei momenti più belli della mia carriera, una giornata che non dimenticherò mai», sorride l’attaccante napoletano.
«Fu una sensazione da brividi uscire tra gli applausi di tutto lo stadio. Lo sport dovrebbe essere sempre così, i tifosi dovrebbero essere in grado di apprezzare chi fa bene, indipendentemente dalla maglia. Ma purtroppo nel calcio è cosa rara». Raro e destinato solo a chi ha lasciato qualcosa di speciale. Di Nardo, per i padovani, resterà per sempre l’ “eroe di Busto”, il giocatore capace con la sua doppietta di regalare la Serie B dopo 11 anni d’attesa. «Anche se, a mio avviso, questo affetto è dovuto a quanto fatto in tutti e quattro gli anni in biancoscudato. A Padova sono stato benissimo e ho ricevuto tanto amore da una piazza incredibile. Anche a Cittadella, nonostante gli infortuni, mi sono trovato molto bene in due anni». Il gol più bello in maglia biancoscudata e quello in granata? «A Padova sono due: quello al Modena nella prima partita del ritorno in B e quello a Torino, nello stesso anno. Con il Cittadella sempre un gol al Modena, il primo dopo un lungo stop».
Come vede il derby di sabato? «Partita da tripla. In questo momento il Citta, forse, ha qualcosa in più, avendo mantenuto tanti giocatori della B. Poi, sotto le Mura, preparano sempre la partita con il Padova come fosse una finale. I biancoscudati mi sembra abbiano una buona squadra, ma, avendo cambiato tanto rispetto all’ultima stagione, hanno bisogno di tempo». È vero che sarebbe potuto tornare al Padova lo scorso anno? «C’è stata una telefonata ma poi non se n’è fatto nulla. Mi sarebbe piaciuto da matti tornare». Ora che fa? L’hanno vista allenarsi con la Sacra Famiglia la scorsa settimana. «Sono capitato a Padova qualche giorno e ho colto l’occasione per fare una sgambata. Ora, però, vivo a Napoli, mi alleno da solo e cerco squadra. Non voglio smettere, ma trovare una sistemazione in Lega Pro è durissima e finora dalla D mi sono arrivate offerte che non mi hanno convinto».
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe)