Live 24! Padova-SudTirol, la vigilia: out Neto Pereira e Favalli, mentre Petkovic non è al 100%

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Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) Sono lunghi i tempi di recupero per Mattia Marchi, costretto a uscire domenica a Cuneo dopo nemmeno venti minuti di gioco. La lesione di secondo grado al bicipite femorale della coscia destra dovrebbe guarire in un periodo di tempo che va dalle sei alle otto settimane, quindi dal mese e mezzo ai due mesi. Più brevi i tempi di recupero per Stefano Del Sante, anche lui infortunatosi a Cuneo quattordici minuti dopo aver preso il postio di Marchi. La lesione di secondo grado al semitendinoso della coscia sinistra dovrebbe andare a posto in un mese. E’ dunque una vera e propria emergenza in attacco quella che il Pavia e mister Marcolini si trovano a fronteggiare, anche perché nel frattempo si è fermato (ma solo per un affaticamento) anche il giovane Emanuele Anastasia, che tra l’altro ha fatto intravedere buone cose quando è stato chiamato in causa contro Pro Patria e Cuneo. Visti i tanti infortuni c’è da scommettere che il club si starà pentendo della cessione, avvenuta quasi alla chiusura del mercato, di Andrea Soncin. Contro il Cittadella verrà dunque schierato subito Andrea Ferretti, tornato domenica nel finale dopo due mesi di stop. In organico c’è poi anche Bellazzini che può ricoprire il ruolo di seconda punta. Stop di un mese, sempre per problemi muscolari, anche per il baby Bonanni.

Ore 20.20 – (La Provincia Pavese) Da una parte Tommaso Bellazzini e Giovanni La Camera, dall’altra Edoardo Gorini. I primi campo e l’altro nello staff tecnico. Sono gli ex del match di domani pomeriggio al Fortunati. Per Bellazzini, come ha raccontato lui stesso, non è una gara come le altre visto che al Cittadella ci ha trascorso tre stagioni e mezza (tutte in B), la prima delle quali brillante (10 gol all’attivo). «Gli anni successivi furono meno positivi ma conservo un bel ricordo – ha ricordato – secondo me arriverà tra le prime tre posizioni perché è una squadra di giocatori forti e io conosco la mentalità del posto, quella giusta per affrontare tutte le gare». Anche La Camera è un ex, al Cittadella ci andò proprio dopo la sua prima stagione al Pavia, ma vi rimase solo fino a gennaio. E nello staff tecnico dei veneti, col ruolo di preparatore tecnico, c’è Edoardo Gorini, tra i protagonisti di quel Pavia che dieci anni fa sfiorò due volte la serie B. Passò poi al Ravenna e quindi al Cittadella, con cui conquistò la promozione in B rimanendo altri cinque anni, chiudendo lì la carriera da calciatore.

Ore 20.00 – (La Provincia Pavese) «Forse il termine è un po’ forte, ma abbiamo bisogno di un atto di fede da parte dei nostri tifosi: noi faremo di tutto per andare in serie B, ma la piazza deve rispondere». E’ una sorta di chiamata a raccolta quella di Nicola Bignotti, direttore generale del Pavia calcio, in vista della partita di domani pomeriggio (17.30) contro il Cittadella che può lanciare gli azzurri – ora secondi dietro il Bassano – ancora più in alto. Per Bignotti quello con i veneti è il primo scontro diretto nella corsa alla promozione. «Tutte le squadre che come noi lottano per salire di categoria si fanno forti del pubblico come dodicesimo uomo in campo – dice il dg – anche noi ce l’abbiamo, una parte del pubblico è molto fidelizzata, ma ci vuole anche il tredicesimo. Il Fortunati deve diventare il nostro fortino». Quest’appello, alla vigilia della gara con il Cittadella, è dovuto per caso al fatto che ci si aspettava un maggiore afflusso di pubblico nelle gare precedenti? «No, ma ora ce ne vuole di più – dice Bignotti – se all’esordio in Coppa Italia con il Poggibonsi c’erano 1.300 persone mi aspetto che contro il Cittadella ne arrivino almeno duemila. Oltretutto questa volta la partita si gioca sabato pomeriggio alle 17.30, non in concomitanza con altri eventi sportivi di rilievo e con un clima che non è ancora freddo». Insomma, ci sono tutte le condizioni per venire allo stadio a seguire il Pavia. Se poi si riuscisse a risolvere a breve la questione dell’accesso allo stadio e dell’assurda viabilità imposta ai tifosi azzurri – regole che finiscini per scoraggiare in tanti – l’obiettivo di portare per le gare casalinghe più gente allo stadio potrebbe essere centrato. «Stiamo lavorando per trovare assieme alla questura e all’amministrazione comunale una soluzione definitiva – assicura Bignotti – ci sono esigenze di ordine pubblico ma anche quella dei tifosi di riuscire a raggiungere il Fortunati con maggiore comodità rispetto a quanto avviene adesso». Era trapelata la possibilità di allestire un servizio di bus navette per portare i tifosi ospiti dal parcheggio (che verrebbe a questo punto spostato dal Tiro a segno) fino a sotto la curva nord, liberando così per i tifosi del Pavia l’accesso da viale Repubblica attraverso il ponte carraio. «Le possibili soluzioni sono diverse – dice Bignotti – ne stiamo discutendo con tutti i soggetti interessati per trovare quella risolutiva».

Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) Spettatori d’eccezione all’ allenamento di ieri erano gli ex-portieri Luca Bucci e Maurizio Franzone: il primo non ha bisogno di grandi presentazioni essendo stato uno degli artefici della grande cavalcata della Reggiana di Marchioro dalla serie B alla Serie A, senza dimenticare le sue origini sull’Appennino Reggiano; l’altro ha calcato campi importanti come Como, Salernitana, Piacenza e Cagliari e ora è un agente dei calciatori. Luca Bucci invece è rimasto a stretto contatto col campo da calcio essendo preparatore dei portieri, momentaneamente senza squadra. «Proprio così – spiega l’ex numero uno granata – adesso sono disoccupato perciò ne ho approfittato per venire a visionare un allenamento del preparatore dei portieri della Reggiana. Non riesco a esprimermi sulla squadra perché finora ho guardato solo i risultati ma ammetto di non averla seguirla troppo da vicino».

Ore 19.10 – (Gazzetta di Reggio) Sembra essere il 3-5-1-1 il nuovo schema che Alberto Colombo intende utilizzare nelle prossime partite di campionato poiché anche nella seduta di ieri ha indottrinato i suoi uomini su queste posizioni. E’ un cambio di modulo per provare a scuotere una squadra apparsa slegata nei reparti nelle ultime gare ma non si tratta di uno sconvolgimento tattico che possa chiamare in causa giocatori diversi da quelli che sono scesi in campo in questo inizio di stagione, anzi sarà solamente l’infortunato Nolè a lasciare il posto a Parola (nel ruolo di regista difensivo al centro della linea a tre) mentre Siega è in vantaggio su Giannone nel ruolo di trequartista. Una scelta intelligente perché in qualsiasi momento offrirebbe al tecnico la possibilità di tornare all’antico senza dover effettuare sostituzioni ma solo spostando di qualche metro più avanti o più indietro i giocatori. Domani sera ( ore 20.30 ) al Martelli contro il Mantova ci sarà il primo banco di prova, non semplice, di questa nuova Reggiana 2.0 contro gli ex Ruopolo ed Anastasi, pronti a dare dispiaceri agli ex tifosi. Oltre a Max Pesenti, per lui la prossima settimana inizieranno i primi allenamenti sul terreno di gioco al rientro dall’operazione alla caviglia, non sarà della gara Raffaele Nolè, uscito per infortunio durante il primo tempo di Reggiana-Giana Erminio di lunedì scorso. Il calciatore è stato sottoposto, nel pomeriggio di ieri a Villa Salus, a una risonanza magnetica che ha evidenziato una lesione di 2° grado al muscolo semi membranoso della coscia destra e questo significa almeno sei settimane di stop. Oggi alle ore 15 in via Agosti è in programma la rifinitura che toglierà al trainer gli ultimi dubbi di formazione.

Ore 18.50 – (Gazzetta di Reggio) Riccardo Maspero, il tecnico del Mantova, si sente sempre emozionato quando incontra la Reggiana. «L’anno scorso venni a Reggio col Pavia in Coppa Italia – rimarca – e quando ritrovo la Reggiana sulla mia strada è sempre bello». Però non fu un anno felice il suo da giocatore granata… «Non fu positivo però Reggio la ricordo sempre con tanta emozione e mi fa veramente piacere incontrare domani la Reggiana». Sarà una sfida tra due grandi del torneo? «La Reggiana è partita con aspettative importanti, soprattutto dopo il finale dell’anno scorso, e ha allestito un organico competitivo. Noi siamo una squadra nuova ed abbiamo bisogno di conoscerci per vedere cosa saremo in grado di fare: credo di avere una rosa competitiva e non avendo grandi obblighi di classifica vorremmo regalare le maggiori soddisfazioni possibili ai nostri tifosi». Cosa pensa della partenza a rilento dei granata? «Il nostro girone è molto difficile ed equilibrato e tre punti in più adesso non fanno grande differenza, d’altronde le grandi le vedo ancora tutte lì e bisognerà aspettare le prime dieci giornate prima di iniziare a fare valutazioni». Si aspetta una squadra in difficoltà? «Tutt’altro, me l’aspetto forte e verrà qua per fare la partita quindi sarà una bella gara tra due squadre che cercheranno di vincere, anche perché, senza vittorie non si può puntare in alto». Cosa la spaventa della Reggiana? «Tutto. Hanno un attacco composto da Arma, Siega e Giannone, il centrocampo è di qualità e quantità mentre la difesa è stata una delle migliori dell’anno scorso». Invece quali sono le armi del suo Mantova? «La mia vera squadra dobbiamo ancora vederla comunque la mia mentalità è di vincere le partite attraverso il bel gioco e speriamo di arrivare a farlo il prima possibile». Gli ex granata Ruopolo e Anastasi saranno del match, magari col dente avvelenato? «Non parlerei di dente avvelenato per Ruopolo perché dimostra di partita in partita quanto è forte, mi ha sorpreso soprattutto a livello umano sia in campo che nello spogliatoio perché è un grande esempio per tutta la squadra. Anastasi ha giocato un tempo domenica ma è un po’ indietro con la condizione quindi non so 40’ potrà fare ma davanti, visto che anche Momentè è fuori, ho i giocatori contati quindi saranno entrambi convocati». Dica la verità: ha chiesto consigli a “Ciccio” su come affrontare la sua ex squadra? «Assolutamente no. Lascio tranquilli i giocatori e penso io a guardare le avversarie per poi impostare le contromosse in allenamento». Un pareggio la soddisferebbe? «Vorrei sempre vincere ma alla fine accetto il verdetto del campo, anche quando arrivano dei pareggi indigesti come quello di domenica scorsa a Cremona». Giocare in casa può essere l’arma in più per il Mantova? «Il Martelli è uno di quegli stadi che fanno sentire la presenza dei tifosi». In città c’è attesa per questo “derby” che manca da anni? «Tutti non vedono l’ora di confrontarsi con questa Reggiana, ma a scendere in campo saremo noi, toccherà quindi a noi essere bravi a veicolare la gara a nostro favore».

Ore 18.20 – (Gazzetta di Mantova) Martedì si terrà il consiglio di amministrazione del Mantova, allargato anche ai componenti dell’assemblea (i soci mantovani Bompieri, Tirelli e Giovanardi non sono infatti nel cda). «Sarà l’occasione per fare tutti insieme un punto della situazione su come ci stiamo muovendo – spiega il presidente Sandro Musso – e forse ci sarà anche l’approvazione del bilancio, sul quale i nostri incaricati stanno lavorando in questi giorni». Di certo si parlerà dell’imminente cambiamento dell’assetto societario biancorosso. L’ex presidente Michele Lodi, infatti, subito dopo l’approvazione del bilancio cederà le sue quote (15%), come annunciato fin dalla scorsa estate, al momento dell’ingresso del gruppo Sdl. «Gli accordi erano questi – conferma l’ex ad Federico Bosi – ed entro la fine di ottobre noi usciremo dalla compagine societaria. I soci hanno potuto valutare in questi mesi il rispetto di tutti gli impegni che ci eravamo presi, per cui non dovrebbero esserci sorprese». Resta però da capire chi rileverà il 15% di Lodi. «Noi mantovani di certo no – mette le mani avanti Giambattista Tirelli -, siamo già abbastanza impegnati nel club». E, aggiungiamo noi, non hanno ancora sciolto le riserve sulla prosecuzione della loro avventura in Viale Te, per ora certa soltanto fino al termine della stagione in corso. «All’ordine del giorno del cda ci sarà sicuramente anche la cessione delle quote di Lodi – dice dal canto suo Sandro Musso -, ne discuteremo tutti insieme con tranquillità».

Ore 18.00 – (Gazzetta di Mantova) Ieri mattina i biancorossi si sono allenati al Centrale Te “Dante Micheli” e mister Maspero ha fatto provare a lungo ai suoi il modulo 3-5-2. Le indicazioni riguardanti assetto tattico e formazione vanno però prese con le pinze, perché lo stesso tecnico (vedi altro articolo in pagina) ha precisato di dover ancora sciogliere dei dubbi. Ad ogni modo, ieri in campo Maspero ha messo una difesa composta da Trainotti, Lombardo (ma Gavazzi ha comunque ripreso ad allenarsi a pieno ritmo) e Scrosta; sugli esterni Gonzi e Foglio; in mediana Zammarini, Dalla Bona e Raggio Garibaldi; in attacco Ruopolo e Anastasi. Stamani la squadra tornerà ad allenarsi al Te e Maspero probabilmente scioglierà le ultime riserve, decidendo soprattutto se giocare con il trequartista (Caridi) o se infoltire il centrocampo e affidarsi “soltanto” a due attaccanti. Tutto ciò ammesso che il mister non voglia prolungare fino a domani la “partita a scacchi” a distanza in corso con il suo collega Alberto Colombo. La Reggiana, infatti, finora ha sempre giocato con il modulo 4-3-3 ma nei giorni scorsi il tecnico granata ha fatto provare ai suoi il 3-5-2, ipotizzando un cambio di assetto tattico in vista del derby al Martelli. Di certo Colombo dovrà fare a meno del fantasista Nolè, infortunatosi nell’ultima gara contro la Giana Erminio: gli esami hanno evidenziato uno stiramento alla coscia che costerà un mese e mezzo di stop. Colombo recupererà però al 100% il trequartista Giannone, che i tifosi mantovani ricorderanno come castigatore dei biancorossi quando indossava la maglia della Pro Patria. Se giocasse con il 3-5-2, la Reggiana rinuncerebbe al talentuoso esterno offensivo Siega oppure a Giannone; in caso contrario il tridente sarebbe formato proprio da Siega (a sinistra), dal centravanti Arma e da Giannone, che verrebbe impiegato a destra.

Ore 17.40 – (Gazzetta di Mantova) Riccardo Maspero sfoglia la margherita e spiega di dover ancora scegliere se presentare domani in campo un Mantova schierato con il modulo 3-4-1-2 o se riproporre il 3-5-2 varato nel primo tempo di Cremona e provato a lungo ieri in allenamento. Le certezze però al mister non mancano e riguardano soprattutto le condizioni dei suoi giocatori e l’obiettivo da inseguire contro la Reggiana: «Posso scegliere fra più di 20 ragazzi che mi danno grande affidabilità – spiega – e questo per un allenatore è un vero piacere. Ci aspetta un altro derby e dunque un’altra partita particolare. Ma noi vogliamo conquistare i tre punti, perché questo ci ripagherebbe del 3-3 di Cremona, che per come è maturato mi sta ancora un po’ sul gozzo. Se riusciremo a vincere sistemeremo le cose, in caso contrario dovremo continuare a lavorare per proseguire nella nostra crescita». La Reggiana, anche se finora non ha fatto sfracelli (ha un solo punto più del Mantova) non è fra le avversarie più malleabili, anzi è partita in campionato come una delle grandi favorite per la vittoria finale: «È una squadra fastidiosa – dice Maspero -, che ha qualità in ogni reparto. Davanti sono micidiali, in mezzo al campo hanno esperienza e dietro sono ben organizzati, anche perché guidati da un allenatore preparato. Noi per spuntarla dovremo quindi giocare una partita molto attenta». Il che sembrerebbe far pendere l’ago della bilancia verso il modulo 3-5-2. Maspero non lo esclude, ma si tiene le mani libere in vista del match: «Oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo provato il 3-5-2, in modo da essere pronti a qualsiasi soluzione. Potrei optare per questo modulo, ma sono sincero: rinunciare al trequartista mi dà fastidio. Deciderò anche in base ai giocatori, nel senso che darò spazio a chi mi potrà dare maggiori garanzie». A tal proposito, Maspero conferma che ai box dovrebbe restare soltanto Scalise: «Gavazzi ha svolto tutto l’allenamento, per cui credo che non avrà problemi a essere disponibile. Puccio e Momentè stanno lavorando da giorni con il gruppo e sono in crescita, per cui potrò contare anche su di loro. È importante avere soluzioni di qualità da utilizzare anche a gara in corso». Al di là del modulo tattico e delle caratteristiche di chi andrà in campo, Maspero (che nella Reggiana fra l’altro giocò una manciata di partite alla fine degli anni Novanta) pone ancora una volta l’accento sull’aspetto mentale: «Dobbiamo semplicemente riuscire a ripetere in partita ciò che facciamo molto bene in allenamento. Lo vogliamo fortemente – conclude il mister – per far capire anche ai tifosi di cosa siamo capaci».

Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Campagna abbonamenti chiusa al De Marchi. La notizia cattiva è che non è stata raggiunta quota 300 che la società neroverde si era posta come obiettivo per la stagione ’15-16. Quella buona è che, comunque, è stato raddoppiato il numero delle tessere rispetto alla scorsa stagione: da 100 a 200. SANGUE FREDDO – Pordenone (a parte la centuria di ultras che ha giurato devozione eterna ai colori neroverdi) ama con moderazione. Ha il sangue più freddo del ramarro. Si infiamma solo se le emozioni sono forti, se in gioco ci sono obiettivi importanti. Non solo verso l’alto (1.500 presenti al Bottecchia nella sfida con il Marano della stagione ’13-14), ma anche per evitare (cosa poi non successa) di cadere in basso (2.300 nello “spareggio” con l’Albinoleffe della passata stagione). I “vecchi” ricordano ancora gli 800 spettatori di media che seguirono la marcia vincente dei neroverdi trascinati da “Supernick” Locatelli in Prima categoria nella stagione ’92-93. Esattamente il doppio della media spettatori ’87-88 quando con Fedele in panca i ramarri ottennero il miglior piazzamento di sempre (7. posto in C2), ma non lottarono nè per la promozione nè per la salvezza. MISSIONE DI BRUNO – Spetta oggi a Bruno Tedino cercare di invertire la tendenza. Provare a far innamorare l’utente del Bottecchia se non della maglia neroverde, almeno dal gioco espresso da chi quella maglia indossa. Qualcosa si è già visto. Giocate di prima, ripartenze veloci, sovrapposizioni sulle fasce, tentativi di scambi veloci nei 16 metri avversari. Il popolo neroverde (almeno quello presente) sembra gradire. L’ideale sarebbe coniugare le due cose: gioco piacevole, obiettivi prestigiosi. La gara di domani a Busto Arsizio può essere importante. La Pro Patria, riammessa all’ultimo momento, è in forte difficoltà. Tre punti potrebbero proiettare il Pordenone (attualmente a quota 6) in “zona Uefa” dato che alcune delle formazioni che stanno davanti non avranno gare facili: Pavia (9) con Cittadella (5), Padova (8) con Südtirol (6), Feralpisalò (7) a Cremona (6). Forse allora sì che le presenze al Bottecchia nella sfida successiva con la Cremonese potrebbero toccare e magari superare quota mille.

Ore 16.50 – (Messaggero Veneto) Il ritorno al 4-3-3 è deciso, così come la conferma di Pasa in mezzo al campo e quella di Finocchio in ala sinistra. Sono due i dubbi ancora nella mente di Bruno Tedino in vista del match in programma domani alle 15 a Busto Arsizio con la Pro Patria: la punta centrale e l’esterno destro. Per la prima posizione sono in ballottaggio Strizzolo e De Cenco, col primo favorito; mentre per l’altra si aspetta di valutare la condizione di Cattaneo, che ieri si è allenato a parte. Se recupera, l’ex Bassano gioca; altrimenti spazio a Valente. Per il resto poche perplessità. Cosner tornerà sulla destra al posto di Boniotti e Marchi giocherà assieme a Stefani al centro della difesa.

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Domenica scorsa, col Renate, il Pordenone aveva in campo tre giovani: uno nato nel ’96 (Berardi), uno nel ’95 (Boniotti) e un altro nel ’94. E a quest’ultima classe appartiene il più pronto del trio, Simone Pasa, difensore-centrocampista che ha scelto proprio i neroverdi per «rilanciarsi», dice. Già, perché lui, solo tre anni fa, aveva debuttato in A con l’Inter e quindi in B col Varese, come tanti altri della sua generazione: Cataldi, Bernardeschi, Benassi – giocatori di Lazio, Fiorentina e Torino – che sono cresciuti con lui ma sono stati più fortunati. Pasa, se non raggiungere i suoi amici, vuole crescere e non fermarsi. «Trovo Pordenone la piazza giusta per ripartire – afferma il jolly di Tedino –. Aver esordito in A nel 2012 era un sogno e l’ho sempre vissuto come tale: non ero pronto per quella categoria. Mi aspettavo di fare di più dall’annata successiva, quella vissuta in serie B a metà tra Varese e Padova. Ho però trovato situazioni difficili: nella prima avevano bisogno di giocatori esperti, e da lì me ne sono andato a gennaio – continua –. Sono passato ai biancoscudati che stavano per fallire: non è facile per un giovane crescere in realtà così». E così ha sofferto anche la stagione successiva, a Prato in Lega Pro: inizio da titolare e, a gennaio, con la squadra in lotta per la salvezza, panchina sino a fine stagione. «Ho bisogno di giocare e ho scelto Pordenone anche per trovare continuità – afferma – con i giovani serve avere pazienza; e noi per emergere è meglio se troviamo situazioni tranquilli. Qui c’è tutto ed è stata una partenza positiva, di squadra e personale». Pasa loda i “vecchi” del gruppo («aiutano noi più piccoli»), è convinto nelle qualità di questo Pordenone, ha buone parole per il suo ex mister Stramaccioni («bravo a preparare le partite, a comunicare con i ragazzi») e per l’attuale Tedino. A proposito, anche il papà, Daniele, è stato allenato in neroverde dall’attuale tecnico cittadino. «A volte mi chiama proprio con il nome di mio padre – ci scherza su Simone –. Il mister è bravo, papà me ne aveva parlato bene. Anche grazie a lui possiamo andare lontano e toglierci grandi soddisfazioni». Tedino ha valorizzato tanti giovani, e Pasa ha le carte in regola per essere uno di questi.

Ore 16.10 – (Messaggero Veneto) La cifra assoluta continua a non essere entusiasmante: solo tre società hanno ottenuto un risultato peggiore. Il dato relativo però conforta. Il Pordenone ha chiuso la campagna abbonamenti staccando 200 tessere, il doppio rispetto all’anno scorso, prima stagione di Lega Pro. A ottobre 2014, nonostante la novità della serie C dopo oltre un decennio d’assenza, non c’era stato il fermento attuale. Il ritorno in serie C ha invece permesso di fare il botto al Padova, primo nella speciale classifica del girone con 3.400 abbonamenti. La classifica. I biancoscudati si sono rivelati leader assoluti. Hanno dovuto prolungare fino a ieri sera il limite per la sottoscrizione, considerato l’entusiasmo che la Lega Pro ha riacceso nella città del Santo. A quota 2.900 la Reggiana, piazza da sempre calda e con un grande passato in A, mentre hanno chiuso a grande distanza tutte le altre. Solo in quattro hanno superato quota 1.000 (Cremonese, Mantova, Alessandria, Cittadella); esclusivamente il Pavia è andato sopra i 500. Dato che fa riflettere, in quest’ultimo caso: nonostante il valore della squadra allestita, i tifosi lombardi non hanno risposto come magari ci si aspettava. Il perché va forse ricercato nel fatto che Pavia, da secoli, gravita su Milano. Il resto del gruppo ha numeri pressoché simili a quelli del Pordenone: il Bassano li ha incrementati in questi giorni, complice il primo posto in classifica, che ha portato a riaprire la campagna; il dato dell’Albinoleffe va preso con le pinze, in quanto da anni il club seriano ha l’abitudine di regalare diverse tessere per avere gente allo stadio. In ascesa. I ramarri se la giocano con piazze simili alla loro ed è per questo che il dato, pur non strepitoso, non va neppure buttato, anche alla luce della cifra raddoppiata. Il passaggio da 100 a 200 tessere va cercato – oltre che nel valore della squadra allestita – in ciò che è significato il primo anno di professionismo e, inoltre, nell’incredibile rincorsa portata quasi a buon fine da parte di Rossitto e dei suoi uomini. Con la gestione dell’ex giocatore dell’Udinese si è avuto un notevole incremento di presenze allo stadio, tifosi che, spinti da quella rimonta, si sono attaccati alla squadra e si sono convinti nel continuare a seguirla in questo campionato. I 200 abbonati vanno quindi visti come un altro segnale di crescita: prima di fare grandi numeri ci vogliono anni e anni di successi sportivi.

Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Tacopina? Il giorno preciso è in fase di definizione, ma alla fine della prossima settimana la curiosità di tutti verrà soddisfatta. Confermo che domenica 11 ottobre la proprietà assisterà al Penzo alla gara con la Liventina». È l’avvocato Alessandro Vasta a dare il via al conto alla rovescia che si concluderà con la prima uscita pubblica da numero uno del Venezia di Joe Tacopina, da 15 giorni ex presidente del Bologna e subito a confronto la scorsa settimana a Mestre con lo stesso Vasta e il dg Dante Scibilia. Intanto dopo il passaggio del turno in Coppa Italia la squadra ieri si è allenata al Taliercio in vista della trasferta di domenica a Montebelluna (ore 15). Notizie agrodolci dall’infermeria, infatti per un Maccan subito rientrato in gruppo c’è lo stop di venti giorni per il brasiliano Barreto, vittima di una lesione al retto femorale della gamba sinistra. Per il resto si rivede in gruppo il terzino Cantini, a differenza del centrocampista Cangemi che rientrerà martedì. Nessuno stop dal Giudice Sportivo nel Venezia capolista, il Montebelluna invece in mediana dovrà rinunciare a Nchama, squalificato come il tecnico Gianfranco Fonti.

Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Sono bastati alcuni minuti per coronare quello che, per motivi anagrafici prima ancora che tecnici, pareva destinato a rimanere un sogno. Il giorno dopo occhi e voce dei fratelli Marco e Davide Modolo (classe ’89 e ’98 di Eraclea) tradiscono ancora l’emozione di quei pochi giri d’orologio – dall’88’ al 94′ – vissuti sullo stesso campo di Villafranca, indossando la maglia di un Venezia vincente per 4-1 e promosso al primo turno della Coppa Italia. «Solo martedì pomeriggio avevo sostenuto il mio primo allenamento con la prima squadra – sottolinea il più giovane Davide, 17enne studente all’istituto Alberti di San Donà – mi sembrava già molto e mai avrei pensato addirittura di esordire. Un debutto-lampo, naturalmente ringrazio mister Favaretto, aver giocato seppur per poco nella stessa squadra con il mio «idolo» (assieme al madridista Sergio Ramos, precisa, ndr) non lo dimenticherò mai». Anche per il maggiore Marco quello di due giorni fa in terra veronese è stato il suo secondo esordio arancioneroverde dopo quello di sei anni fa. «Non ho fatto la preparazione e sapevo di partire di rincorsa, purtroppo prima i problemi muscolari e poi la polmonite mi hanno fatto perdere il primo mese di campionato. Avevo bisogno di una partita intera, vedere mio fratello tra i convocati e poi addirittura nella mischia è stato una bellissima sorpresa. Tra noi ci sono 9 anni di differenza, praticamente abbiamo giochicchiato insieme solo nel giardino di casa».
La più emozionata era però mamma Emanuela che dalla tribuna di Villafranca ha fotografato a più riprese i suoi «gioielli». «Marco ha già vinto campionati e segnato gol importanti, da sempre sono il suo primo tifoso – assicura Davide, da due anni in arancioneroverde dopo trascorsi a Portogruaro – e farò di tutto per seguirne le orme. Giochiamo anche nello stesso ruolo, io resto con i piedi per terra e voglio far bene con la Juniores del Venezia per meritarmi di essere preso ancora in considerazione». «A prescindere dall’età – il consiglio del fratello maggiore – a fare la differenza sono sempre la fame e la voglia di dimostrare qualcosa. Questo spirito anima il nostro gruppo, il Venezia sta parlando con i fatti, con l’umiltà e l’intelligenza di chi sa che a vincere i campionati non sono i nomi ma gli uomini».

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Venti giorni di stop per Paulo Vitor Barreto. E’ una brutta tegola per il Venezia e per l’attaccante brasiliano il responso della risonanza magnetica alla quale il giocatore è stato sottoposto. Barreto, sceso dalla serie A per rilanciarsi in laguna, aveva accusato un problema al termine del match di domenica scorsa contro la Luparense San Paolo, di cui aveva disputato l’ultima mezz’ora. Al termine aveva avvertito un fastidio e, dopo essere rimasto fermo nei primi giorni della settimana, giovedì è stato sottoposto all’esame strumentale che ha evidenziato una lesione muscolare del retto femorale sinistro. Per lui è subito scattato il programma di recupero personalizzato, che si prevede debba durare circa tre settimane. Anche Denis Maccan aveva lamentato dei fastidi al termine della partita di domenica, ma per lui la risonanza magnetica ha messo in evidenza solo un affaticamento muscolare del bicipite femorale destro. È già tornato a lavorare in gruppo e sarà a disposizione di Favaretto per la trasferta a Montebelluna. Dopo l’impegno di mercoledì scorso in Coppa Italia (prossimo turno il 28 ottobre) e l’ulteriore goleada degli arancioneroverdi, ieri il gruppo è tornato al Taliercio per preparare la trasferta di domenica. E’ rientrato Cantini, che aveva avuto il permesso di tornare a casa martedì per problemi familiari e anche Cangemi è tornato a lavorare con la squadra, dopo che nei giorni scorsi aveva lavorato a parte. Per gli arancioneroverdi c’è già un giocatore in diffida, si tratta di Calzi che ha collezionato quattro cartellini gialli (la squalifica scatta a cinque) in sole cinque partite. Il Montebelluna dovrà invece fare a meno di Nchama squalificato per una giornata. La squadra di mister Gianfranco Fonti è reduce dal secco ko con il Belluno, ma è ancora in zona playoff, con 9 punti, in virtù delle tre vittorie ottenute contro Fontanafredda, Mestre e Monfalcone. Due i successi esterni, uno solo – con il Monfalcone – in casa. Intanto l’ex arancioneroverde Davide Carcuro, svincolato, sta per approdare alla Pro Patria in Lega Pro.

Ore 14.40 – (La Nuova Venezia) Disco rosso per Victor Paulo Barreto che dovrà stare fermo ai box almeno tre settimane dopo gli spezzoni di partita giocati con Virtus Verona e Luparense. La risonanza magnetica a cui si è sottoposto il trentenne attaccante brasiliano, che aveva avvertito un fastidio al termine della partita con la Luparense, ha evidenziato una lesione muscolare al retto femorale sinistro. Barreto ha già iniziato il programma di recupero personalizzato che durerà tre settimane. Nessun problema serio invece per Denis Maccan, l’accertamento ha evidenziato solo un affaticamento muscolare al bicipite femorale destro, ma l’attaccante sarà a disposizione di Favaretto per la trasferta di Montebelluna. Cantini è rientrato dopo aver avuto un paio di giorni di permesso, Cangemi ritornerà in gruppo martedì dopo la partita di Montebelluna. Ieri, dopo ave superato a Villafranca Veronese il turno preliminare di Coppa Italia, il Venezia ha iniziato a preparare la trasferta a Montebelluna, campo dove nel 2009 iniziò la prima avventura in serie D di Favaretto; i trevigiani furono infatti i primi avversari sia in Coppa Italia (vittoria ai rigori) sia in campionato (sconfitta per 1-4). Chi non potrà sedersi in panchina sarà Gianfranco Fonti, il tecnico mestrino ritornato la scorsa estate alla guida della formazione biancoceleste, che è stato fermato per una giornata dal giudice sportivo, come il centrocampista di scuola interista Valeriano Nchaba, espulso a Belluno. Esoneri. Oltre a Francesco Feltrin, tecnico del Mestre sostituito da Tiozzo, la quinta giornata è stata fatale anche a Massimiliano Caliari del Dro, esonerato dopo l’1-3 casalingo con il Campodarsego, portando a quattro le panchine già “saltate” (Triestina e Luparense in precedenza). Coppa Italia. Oltre al Venezia, tra le squadre del girone C, il turno preliminare di Coppa Italia ha visto prevalere Triestina (1-1, 4-1 ai rigori con il Monfalcone), Dro (4-0 a Legnago), Giorgione (2-0 con il Levico), Liventina (0-0, 4-2 ai rigori a Tamai), Campodarsego (0-0, 3-1 ai rigori a San Martino di Lupari) e Fontanafredda (0-0, 4-1 ai rigori con la Calvi Noale). Il primo turno si disputerà mercoledì 28 ottobre, quando subentreranno altre 58 squadre, mentre le 9 che hanno partecipato alla Tim Cup passano direttamente al tabellone dei trentaduesimi di finale.

Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sono passati quasi sei mesi dal 14 aprile quando un gruppo di imprenditori vicentini fondarono la Vi.Fin. Spa, nata con il dichiarato obiettivo di aiutare il Vicenza calcio che a quella data si trovava, schiacciato da oltre 14 milioni di debiti, in difficoltà nell’ottemperare al pagamento di stipendi e relativi contributi. L’accordo fu sottoscritto da Alfredo Pastorelli, presidente di Colombo Finanziaria, dalla famiglia Franchetto, che presero oltre il 60% delle quote della Vi. Fin., che adesso sono presidente ed amministratore delegato della società, che dopo aver garantito l’iscrizione al campionato in corso, di fatto sostiene economicamente il Vicenza e lavora per perseguire l’obiettivo di acquisire la maggioranza delle quote della società biancorossa, entrando a tutti gli effetti nella stanza dei bottoni di via Schio. Uno dei punti chiave è sempre stata la richiesta di portare a vent’anni la rateizzazione del debito Iva, operazione che il presidente Pastorelli ha affidato allo studio legale Casa. Le indiscrezioni sul buon esito della richiesta si susseguono, e la cosa è confermata anche dal presidente di Vi. Fin. «Sulla richiesta di allungare a quindici, vent’anni le rate del debito Iva siamo tranquilli – precisa Pastorelli – altro non c’è da dire, se non attendere che la domanda presentata segua il regolare iter procedurale». Una conferma importante per i tifosi che sperano da tempo ci possa essere in casa biancorossa una svolta a livello societario, cosa che potrebbe anche accadere a breve considerato che Vi. Fin. si appresterebbe a rinforzarsi con l’ingresso di uno o due nuovi soci. «Posso confermare che stiamo valutando la possibilità di accogliere nuovi soci che abbiano la possibilità di darci una mano – sottolinea Pastorelli – non credo che andremo per le lunghe, presumo che nel giro di una decina di giorni potrebbero esserci degli sviluppi che mi auguro siano positivi, perché questo darebbe maggior forza alla Vi. Fin. nel proseguire verso il progetto iniziale che resta quello di acquisire la maggioranza del Vicenza calcio». Di più Pastorelli non dice, ma non nega che anche la questione stadio è un argomento che Vi. Fin. sta seguendo da vicino. «Chi fa calcio non può non puntare ad avere uno stadio di proprietà, o da poter gestire per avere introiti che consentano un esercizio meno complicato dell’aspetto finanziario — sottolinea — noi qualche idea ce l’abbiamo, ma è chiaro che al momento la priorità va data agli aspetti societari». L’ultimo pensiero Pastorelli lo dedica al calcio giocato, dedicando un applauso a Marino e ai suoi giocatori. «E’ stato un avvio di campionato molto sfortunato, con tanti infortuni tra cui quello grave capitato a Brighenti. Tutte queste assenze ci hanno dato la possibilità di vedere all’opera giovani di proprietà come Urso, El Hasni, Raicevic, che hanno risposto molto bene. Ad Avellino vedremo probabilmente Pinato, a conferma che il tecnico, pur nelle difficoltà attuali, sta lavorando bene: quando la sfortuna ci abbandonerà potremo fare ancora meglio».

Ore 13.40 – (Gazzettino) Tommaso Bellazzini e Giovanni La Camera: domani a Pavia il Cittadella se la dovrà vedere anche con loro. Due ex giocatori che serbano ricordi contrastanti nella loro esperienza in maglia granata. Solo note positive per La Camera nei suoi sei mesi a Cittadella (a gennaio 2013 è passato poi al Padova), Bellazzini invece nell’Alta Padovana ha vissuto l’apice della sua carriera ma anche periodi meno felici: «Ho un’esperienza agrodolce di Cittadella. Il momento più bello da calciatore l’ho passato là, a livello emozionale non ho mai vissuto un’avventura così importante, culminata con i play off: quello è stato un anno incredibile, per me e la squadra. Da lì in avanti però il rapporto si è incrinato, per vari motivi, e le stagioni successive sono state più difficili». «Devo ringraziare Marchetti per avermi dato l’opportunità di rigiocare tra i cadetti dopo qualche anno di Lega Pro – racconta La Camera -. Sono stato felice di essere entrato a far parte della famiglia-Cittadella anche se per poco tempo, ho ancora tanti amici da quelle parti». Il suo momento più esaltante in maglia granata? «La trasferta di Coppa Italia a S. Siro contro l’Inter, è stata un’esperienza toccante, indimenticabile, che porterò dentro di me per tutta la vita». Per La Camera, Pavia-Cittadella non sarà una gara come le altre: «A me fa sempre piacere incontrare le persone con le quali ho condiviso parte della mia carriera. Voglio dare prova di essere un giocatore importante per il Pavia, e ripagare la fiducia che mi è stata data. Tutti tengono a fare bella figura dinnanzi alle ex squadre». Per Bellazzini, invece, sarà una partita da vincere e basta: «Non ho niente da dimostrare. Credo di aver lasciato un bel ricordo a Cittadella, con i tifosi e le persone del posto avevo instaurato un rapporto straordinario. Mi hanno sempre voluto bene». Domani si affrontano due realtà indicate dagli addetti ai lavori tra le favorite per la vittoria finale: «Sarà una partita molto difficile, il Cittadella ha lo stesso nostro obiettivo. Ha tenuto diversi giocatori dell’ultimo campionato cadetto che per la Lega Pro è un lusso, e ha preso elementi di notevole caratura come Iori e Pascali», afferma La Camera, lo stesso dice Bellazzini: «Il Cittadella lotterà sino alla fine per la promozione, ne sono certo. Ha una rosa altamente competitiva e arriva da un pareggio abbastanza deludente, quindi punterà a rifarsi contro di noi». Per i due giocatori è il primo anno a Pavia, una società che mira ad essere protagonista del girone: «Mi ci trovo bene, la città è bella e accogliente, e ci sono traguardi importanti da raggiungere – rivela Bellazzini -. Sin dal primo giorno della preparazione l’obiettivo è stato reso pubblico, ed è quello di vincere il campionato dopo il terzo posto dell’anno precedente». Per La Camera, Pavia rappresenta il “ritorno a casa”: «Ci sono stato quattro anni fa, prima di trasferirmi a Cittadella. C’è un bel gruppo, sicuramente valido, che può competere ai massimi livelli».

Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Le aspettative e la realtà. Daniel Cappelletti ha ritrovato il posto in campo domenica scorsa contro la Pro Piacenza, dopo la doppia panchina dei primi turni di campionato. Per uno che, con il Cittadella, è stato titolare inamovibile in Serie B, l’impatto con la Lega Pro non si è rivelato entusiasmante. «Non lo nascondo, non pensavo di ritrovarmi in panchina. Ma per una squadra che vuole puntare in alto è fondamentale avere alternative valide. Tutti, nel gruppo, dobbiamo tenerlo a mente». E la Lega Pro, se l’aspettava così? «Anche su questo mi ero fatto un’idea diversa: pensavo che contro le cosiddette “piccole” avremmo avuto vita più facile e che ci saremmo giocati la promozione negli scontri diretti. Il campo ha dimostrato che mi sbagliavo. Tutte le “grandi”, chi più, chi meno, stanno incontrando difficoltà». La gara di domenica scorsa è stata esemplare al riguardo. «Abbiamo analizzato attentamente la partita. Dietro a quel brutto primo tempo non ci sono ragioni legate alla preparazione atletica, altrimenti non saremmo stati in grado di cambiare ritmo nella ripresa. L’approccio è stato sbagliato: ci siamo trovati molto “lunghi” in campo e poco coordinati fra i reparti. E proprio su questo stiamo lavorando molto». È necessario farlo, anche perché il Pavia, domani, non regalerà nulla. Chi toglierebbe ai lombardi? «Dovendo citare un solo uomo, direi Cesarini, attaccante di grandi qualità. Però non lo toglierei: sono uno che ama le sfide, sarà stimolante affrontarlo». E del prossimo derby con il Padova, da ex, che dice? «Non mi sento un vero ex. Ci ho giocato, poco, nella stagione 2010-2011, e di quel gruppo non è rimasto nessun compagno. Certo è che i prossimi due incontri ci permetteranno di capire di che pasta siamo fatti». Ci tolga una curiosità: ha fatto vedere ai compagni la medaglia vinta alle Universiadi quest’estate? «L’ho appena fatta incorniciare, per poi appenderla a casa. In spogliatoio no, non l’ho mai portata, perché è bella massiccia ed è scomoda da trascinare in giro…». Qui Pavia. Per un Citta che ha in dubbio De Leidi (ieri il difensore ha lavorato con il gruppo saltando solo la partitella finale), c’è un Pavia alle prese con quattro assenze pesanti. In attacco mancheranno Marchi, Del Sante e, forse, Anastasia: il primo ha rimediato una lesione al bicipite femorale della coscia destra e rischia due mesi di stop, problemi al semitendinoso della coscia sinistra per il secondo, fermo per quattro settimane, mentre Anastasia è alle prese con un affaticamento. Infortunio muscolare anche per il mediano Bonanni, ai box per un mese.

Ore 12.50 – (Gazzettino) Ilari sarà a disposizione in campionato per la prima volta proprio domani nella sfida con gli altoatesini, dopo essere rimasto ai box oltre un mese per l’aspirazione di un ematoma alla coscia, infortunio occorso nell’amichevole a Caorle con la Triestina. Aveva comunque giocato con il Pordenone in Coppa Italia, poi appunto si era reso necessario lo stop prolungato e questa settimana è tornato a lavorare in gruppo. «In questi giorni la gamba ha risposto al meglio, le sensazioni sono buonissime. Conto di essere a disposizione con il Sudtirol, ho una voglia matta di tornare in campo dato che è dura restare fuori e vedere i compagni giocare, e voglio dare un aiuto importante alla squadra che sta andando benissimo: finora ha fatto prestazioni di ottimo livello, e ciò dimostra che siamo sulla strada giusta». Sulla sfida di domani. «Sarà una partita tosta con una buonissima squadra. Dobbiamo comunque pensare solo a noi stessi, sapendo che possiamo fare bene con chiunque».  Finora come esterni offensivi sono stati impiegati Petrilli e Bearzotti, complice anche il fatto che lei e Aperi eravate indisponibili. «Sarà dura conquistarsi il posto considerato che la squadra si sta comportando benissimo, inclusi Petrilli e Bearzotti che hanno interpretato alla perfezione il ruolo nella fase offensiva e in quella difensiva. Ma tutti i compagni finora impiegati hanno fatto cose egregie».

Ore 12.40 – (Gazzettino) Immaginiamo che sia pronto a concedere subito il bis sabato con il Sudtirol. «Sì, ma decide l’allenatore. Sono tranquillo, l’importante è farsi trovare pronti. Siamo una squadra nella quale tutti sono utili e nessuno indispensabile. Bisogna remare dalla stessa parte e rimboccarsi le maniche per andare a mille all’ora dato che il campionato è molto difficile, e si deve sfruttare ogni minuto che l’allenatore ti concede. Il Sudtirol è una bella squadra, è reduce da una sconfitta e verrà all’Euganeo per cercare di rifarsi, quindi ci aspetta una partita complicata. Ma dobbiamo fare nostri i tre punti per proseguire il cammino intrapreso». Sul reparto avanzato biancoscudato. «È completo e bene assortito dato che siamo tutti giocatori con caratteristiche diverse».

Ore 12.30 – (Gazzettino) Due frecce in più a disposizione di Parlato per scardinare le difese avversarie. Sebastiano Aperi e Marco Ilari, già protagonisti nella cavalcata dello scorso anno con tanto di promozione in Lega Pro, sono pronti a dare un ulteriore tocco di classe e imprevedibilità all’attacco biancoscudato dopo aver risolto i rispettivi guai fisici. Aperi ha già avuto modo di dare il proprio apporto con il Feralpi Salò entrando nella ripresa, esattamente a cinque mesi di distanza dall’intervento al ginocchio. «Quando il tecnico mi ha detto di entrare ero contentissimo, e al tempo stesso concentrato per fare del mio meglio e sfruttare ogni minuto che mi è stato concesso. Penso di avere fatto bene, poteva arrivare anche il gol, peccato non averlo fatto. Ma la felicità di essere tornato in campo è stata grande, il peggio ormai è passato, adesso bisogna continuare su questa strada. Ho ricevuto molti complimenti tra compagni di squadra, amici e parenti: una felicità condivisa con tutti».

Ore 12.20 – (Gazzettino) Oltre a Neto Pereira, il Padova dovrà fare ancora a meno anche di Petkovic con il Sudtirol, sfida in programma domani alle 15 all’Euganeo. Il portiere serbo non ha ancora smaltito il problema al retto femorale effettuando ieri un pò di corsa a parte, e domani non sarà della partita: il suo rientro è previsto per il derby con il Cittadella (sabato 10 ottobre). Al suo posto, quindi, via libera per la seconda volta di fila a Favaro che è stato protagonista di un’ottima prestazione nella trasferta con il Feralpi Salò. Quanto agli altri biancoscudati, per la sfida con gli altoatesini è in dubbio Favalli (contusione alla coscia): mercoledì era tornato ad allenarsi con i compagni, invece ieri ha saltato la seduta sul campo e le sue condizioni saranno rivalutate oggi alle 10 in occasione della rifinitura. In gruppo è rientrato regolarmente Altinier, che ha partecipato con il resto della squadra agli schemi su palla inattiva. ABBONAMENTI. Si è chiusa ieri la seconda finestra dedicata alla campagna abbonamenti e il totale ha raggiunto quota 3.411 tessere.

Ore 11.50 – Sul Cittadella: “Ci pensiamo dopo aver dato l’anima col SudTirol”.

Ore 11.47 – Sulle scelte: “Anastasio a sinistra o difesa con quattro esperti? Vedo che conoscete le alternative… Anastasio può dire la sua, ho fiducia in lui! Ilari? È pronto, vedremo poi se sarà della partita”.

Ore 11.43 – Sugli acciaccati: “Neto Pereira non sarà disponibile, mentre Favalli al 99.9% non ci sarà. Petkovic? Ci sarà, ma non al 100%”.

Ore 11.40 – Arriva Parlato. Sul SudTirol: “La loro è una squadra importante che conosce bene questa categoria, ma dobbiamo pensare a noi e continuare la scalata! Dobbiamo aspettarci una squadra agguerrita dopo la sconfitta col Bassano, noi dobbiamo nascondere i nostri difetti vivendola però con grande entusiasmo. Abbiamo il sacrosanto dovere di portare a casa i tre punti! Tutti dovranno calarsi al meglio nella partita, considerato che loro giocano con un modulo diverso. Non so cosa aspettarmi dal SudTirol, ma so cosa voglio dai miei ragazzi. Non possiamo regalare nulla…”.

Ore 11.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 10.50 – Qui Guizza: partitella in corso.

Ore 10.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per la rifinitura. Assenti Neto Pereira, Petkovic e Favalli.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Domani arriva il Sudtirol: il Padova deve confermare il trend casalingo tenuto con Pro Piacenza e Lumezzane. «Vero, ma siamo consapevoli che il Sudtirol è forse la squadra più forte che si presenterà all’Euganeo in questa prima metà di stagione. Utilizza il 3-5-2, ma mi auguro che domani siano gli avversari a doversi adattare al nostro gioco, e non il contrario: il loro è un modulo particolare, e hanno giocatori molto bravi come Giacomo Tulli». Lo conosce? «Ci ho giocato insieme, ed è veramente un grande. Non l’ho sentito in questi giorni, ma so che in estate c’era stato su di lui anche un interessamento del Padova. È una freccia importante nell’arco del Sudtirol (anche se potrebbe dare forfait per problemi muscolari, ndr), ma diciamo che con il senno di poi al Padova, in tema di attaccanti che sono arrivati, non è andata male». Tra otto giorni poi arriva il derby. Settimana intensa? «La più difficile è sempre la prima partita che arriva: non ha senso pensare al derby di sabato 10, tutte le gare hanno le loro insidie e le loro difficoltà. Abbiamo studiato il Sudtirol e sappiamo come si comporta, ma non è detto che riscattarsi dopo due sconfitte sia più difficile che confermarsi dopo quattro risultati utili, come invece dobbiamo fare noi. Solo di una cosa sono certo: tra domani e il derby, io per quattro punti non firmo».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Quale pensa possa essere la sua autonomia? «Non lo so dire sinceramente. In questo mese un po’ ho lavorato, anche se sempre a parte. Non sono mai rimasto del tutto fermo, quindi un po’ di carburante penso di averlo. Sono a disposizione anche per i 90’: se il mister mi getterà nella mischia, cercherò di giocarne il più possibile con la giusta qualità. Ma adesso la squadra sta andando molto bene, e pure il sottoscritto ora deve fare il suo per riconquistarsi il posto in campo. Chi sta giocando lo sta facendo rendendo al massimo». Compreso Bearzotti, che in questo periodo l’ha sostituita? «Enrico va molto bene, è un ragazzo giovane ma si sta applicando al massimo. I risultati vengono anche dal fatto che i due esterni offensivi sinora si sono fatti un mazzo così per lavorare in tutt’e due le fasi: lo dimostra il fatto che in tutt’e quattro le partite sin qui disputate siamo andati in gol, e nella metà delle occasioni non l’abbiamo subìto. È un dato importante». Per voi reduci della passata stagione sono cambiati i compiti richiesti dal tecnico in quel ruolo? «Più o meno è come l’anno scorso, la differenza è che in questa categoria si trovano terzini di qualità tecnica e atletica superiore, che scendono molto di più rispetto a ciò che accadeva in Serie D. E questo per noi esterni significa dover ripiegare in difesa spesso».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Non ci sarà Neto Pereira, non ci sarà Lazar Petkovic, forse non ci sarà nemmeno Alessandro Favalli, che ieri non si è allenato e per il quale sarà decisivo l’ultimo provino nel corso della rifinitura di oggi, alle 10, alla Guizza, ma la gara di domani con il Sudtirol sancirà perlomeno l’atteso ritorno di Marco Ilari nelle file del Padova. Si era fatto male con la Triestina in amichevole a fine agosto, ma era sceso ugualmente in campo contro il Pordenone in Coppa Italia, aggravando la sua situazione. Domani, dopo un mese di stop, l’esterno offensivo romano è pronto a riprendersi la sua maglia. Che, non è da escludere, potrebbe essere anche quella di titolare, nel trio di trequartisti dietro a Cristian Altinier. «Sta andando tutto benissimo», annuncia Ilari alla vigilia del match, in programma alle 15, «nel senso che le mie sensazioni sono ottime. L’ultima ecografia di controllo ha detto che l’edema alla gamba si è completamente riassorbito, e da martedì mi alleno con il resto della squadra. Penso e spero di essere ormai uscito dal tunnel». Le sue “ottime sensazioni” significano che la situazione è migliore di quanto si aspettasse? «Sì, perché fino a poco tempo fa sentivo ancora un po’ di resistenza, un leggero fastidio quando mi muovevo. Invece adesso la gamba è davvero libera, anche se il fatto di essere rimasto fermo un mese ha comunque le sue conseguenze, sento che un po’ di fatica c’è».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Alla vigilia della quinta giornata di campionato, e della terza gara casalinga della stagione, si è chiusa ufficialmente ieri sera la campagna abbonamenti del Calcio Padova. L’ultimo giorno di sottoscrizioni, con le sue 45 tessere staccate, ha dato l’accelerata finale al dato dei presenti “sicuri” allo stadio Euganeo da qui a maggio, ora arrivato in via definitiva a quota 3411 abbonati. Ma non è bastato, a conti fatti, a superare il numero raggiunto la passata stagione in Serie D. Dopo la fallimentare gestione Penocchio e l’inizio di un nuovo capitolo della storia biancoscudata che per fortuna si è manifestato serio e vincente, gli abbonamenti sottoscritti dai tifosi biancoscudati erano stati 3.511, esattamente cento in più rispetto a quelli della stagione in corso. Se non altro, le due settimane supplementari di campagna hanno permesso alla piazza, già in testa per… distacco nel girone A, di continuare a mantenere a distanza la Reggiana, che venti giorni fa era staccata di circa un migliaio di tessere e che nelle ultime battute è arrivata a chiudere a quota 2.615 abbonati. A Reggio Emilia, tuttavia, il Mapei Stadium potrà fare affidamento su un numero ben maggiore di persone presenti alle gare casalinghe: oltre alle tessere comprate dai tifosi, infatti, la Reggiana ha donato 300 abbonamenti alle dodici scuole elementari di Reggio Emilia, ai quali vanno aggiunte anche le circa 600 card stagionali assegnate per palchi vip, sponsor e ragazzi del settore giovanile.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Un altro ex biancoscudato degli anni 1960-70 ci ha lasciato. Martedì scorso è morto, a 67 anni, Roberto Marin, ex difensore del Padova allenato da Rosa in Serie B nel 1966/67, poi ancora di quello di Rosa e Matè in Serie C nel 1969/70 e di quelli di Matè in C nel 1970/71 e nel 1971/72. I funerali si tengono questa mattina, alle 10.30, ad Albignasego. Alla moglie Daniela, alle figlie Sabrina ed Elena, al fratello e ai parenti le condoglianze del “mattino”.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Le parole che dovrebbero preoccupare la tifoseria, tuttavia, sono quelle successive. Si parla tanto di nuovo stadio, di un Euganeo inadatto alle esigenze della tifoseria, di trasferimento al Plebiscito e di altre situazioni contingenti. Grandi manovre che coinvolgono palazzo Moroni e che non lasciano indifferente la società. Bonetto risponde di getto alla domnda se il dato di 3411 tessere possa in qualche modo frenare gli investimenti futuri della proprietà: «E’ inutile che ci giri attorno – chiude l’ad – questi sono dati che fanno riflettere. Mi fermo qui, perché non voglio aggiungere altro, ma faccio notare ancora una volta che noi, come società, siamo costretti a fare i conti su tutto, perché i tempi delle vacche grasse sono terminati». Insomma, tanta amarezza nelle parole dell’ad biancoscudato e un pensiero sul futuro su cui riflettere, anche se formulato a botta calda e, quindi, inevitabilmente con un pizzico di emotività in più.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Si è conclusa ieri sera (e stavolta in modo definitivo) la campagna abbonamenti del Padova. E il dato, alla fine, non si è discostato poi molto da quello dello scorso, facendo però registrare una lieve flessione che ha deluso non poco i vertici di viale Rocco. Poco dopo le 20 il club biancoscudato ha sfornato il suo «bollettino», certificando con esattezza il numero di tifosi che ha deciso di dare fiducia alla squadra: 3411. Una quota che spedisce il Padova in testa alla classifica del girone A della Lega Pro, ben oltre le cosiddette inseguitrici, ma che non soddisfa troppo Roberto Bonetto: «Innanzitutto – spiega l’ad biancoscudato – vorrei ringraziare, uno ad uno, tutti i 3411 abbonati che hanno deciso di rinnovarci la fiducia. Detto questo, da imprenditore non posso essere soddisfatto e soprattutto mi delude un po’ il dato relativo alla riapertura della campagna stessa. Abbiamo fatto di tutto per andare incontro alle esigenze della gente, la risposta è stata inferiore alle attese. Ci auguriamo che la flessione rispetto allo scorso anno sia dovuta a un insieme di fattori, fra cui il campionato spezzatino e la mancata conoscenza dell’orario esatto delle partite. Dobbiamo concludere che lo zoccolo duro del tifo è questo. Siamo sotto del 20%, anche come volume complessivo della quota spesa per abbonato, perchè è calata rispetto allo scorso anno. Abbiamo contenuto i prezzi quanto più possibile, ma evidentemente non è bastato per catturare nuovi tifosi».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (quinta giornata, sabato 3 ottobre): Bassano-Cuneo, Padova-SudTirol e Pro Patria-Pordenone ore 15.00, Alessandria-Albinoleffe, Pavia-Cittadella e Renate-Lumezzane ore 17.30, Cremonese-FeralpiSalò, Giana Erminio-Pro Piacenza e Mantova-Reggiana ore 20.30.

Ore 08.28 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Bassano 10, Pavia 9, Padova e Giana Erminio 8, FeralpiSalò 7, Cremonese, Reggiana e SudTirol 6, Cittadella e Pordenone 5, Alessandria e Mantova 4, AlbinoLeffe, Cuneo, Lumezzane, Pro Piacenza e Renate 3, Pro Patria 0.

Ore 08.26 – Lega Pro girone A, i risultati della quarta giornata: AlbinoLeffe-Pro Patria 2-1 (Brega (Al) al 19′ pt, Filomeno (Pp) al 31′ st, Soncin (Al) su rigore al 45′ st) giocata sabato, Cuneo-Pavia 2-3 (Conrotto (Cn) al 21′ pt, Cesarini (Pv) su rigore al 10′ st, Cavalli (Cn) su rigore al 34′ st, Ferretti (Pv) al 43′ st, Cesarini (Pv) al 45′ st), Cittadella-Pro Piacenza 1-1 (Cristofoli (Pp) al 6′ pt, Litteri (Ci) al 5′ st), Cremonese-Mantova 3-3 (Brighenti (Cr) al 11′ pt, Maiorino (Cr) al 43′ pt, Anastasi (Mn) al 4′ st, Carini (Mn) al 6′ st, Ruopolo (Mn) al 41′ st, Forte (Cr) al 45′ st), Lumezzane-Alessandria 2-0 (Belotti (Lu) al 15′ pt, Russini (Lu) al 5′ st), Pordenone-Renate 0-0, SudTirol-Bassano Virtus 0-2 (Barison (Ba) al 22′ pt, Misuraca (Ba) al 19′ st). Reggiana-Giana Erminio stasera ore 20.30.

Ore 08.24 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.22 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 1 ottobre: allenamento pomeridiano alla Guizza, rintra Altinier ma si ferma ancora Favalli.




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