In estate era tornato al Genoa per fine prestito ma fin da subito aveva chiarito che la sua volontà era quella di giocare con continuità, magari cercando di ripetere l’ottima stagione disputata con la maglia del Vicenza. Ecco perché, appena svestita la maglia del Vicenza e fatto ritorno a Genova, Mario Sampirisi ha cercato di capire se in rossoblù avrebbe potuto avere quello spazio che un giovane come lui vuole avere per giocare e non per stare in panchina. «A Vicenza ero stato molto bene e, pur dispiaciuto per l’esito finale dei playoff, ero contentissimo perché avevo giocato quasi tutte le partite, trovando una continuità che mai avevo avuto prima in carriera. Ma mi ero trovato bene anche nei rapporti con la gente che mi ha accolto molto bene — spiega il difensore — Vicenza è una piazza fantastica, e non solo perché in partita avevamo oltre diecimila tifosi allo stadio. Detto questo, quando a fine giugno ho capito che a Genova non credevano molto in me, ho pensato subito di tornare. Nella scelta ero deciso, anche se Genova era la mia casa, e sarei stato felice di tornare a indossare la maglia rossoblù. Ma volevo giocare, continuare nel processo di crescita: restando a Genova questo non credo sarebbe stato possibile». Sampirisi, tornato a Vicenza, non ha trovato i vari Moretti, Di Gennaro, Ragusa e alla fine del mercato ha visto Cocco passare al Pescara. «Dispiace perché tra di noi si era creato un legame particolare — precisa il terzino di Caltagirone — ma chi intraprende la carriera di calciatore professionista sa bene che cambiare maglia e città può accadere. La cosa che comunque mi preme sottolineare è che il gruppo, pur con interpreti nuovi, è rimasto solido e compatto, formato da ragazzi seri e determinati a lavorare per il bene del Vicenza. Lo si vede in questo momento in cui siamo in difficoltà per le tante assenze che hanno ridotto la rosa all’osso, ma tutti stanno dando il massimo per venirne fuori nel migliore dei modi». Sampirisi, vista la sfortuna che ha colpito il reparto arretrato, ha dovuto cimentarsi da centrale, e lo ha fatto con ottimi risultati. «Prima di Lanciano quando il mister mi ha schierato in mezzo alla difesa non avevo mai giocato da centrale — precisa Sampirisi — l’avevo fatto solo nelle giovanili e in qualche occasione sporadica. Mi sono adattato bene: del resto prima Manfredini e Gentili, poi l’incidente sfortunatissimo a Brighenti, poi quello muscolare a Mantovani… Dietro eravamo proprio contati. Abbiamo sofferto e stretto i denti, l’emergenza continuerà anche ad Avellino, ma speriamo che presto possa rientrare qualcuno e che soprattutto Brighenti esca dall’ospedale: vorrebbe dire che il peggio è passato». In condizioni difficili il Vicenza ha ottenuto sette punti in cinque giornate, un bottino sufficiente che lascia però qualche rammarico. «Qualche punto l’abbiamo lasciato per strada — conferma Sampirisi — ma visto le difficoltà affrontate possiamo ritenerci abbastanza contenti. La serie B è un campionato lungo e difficile, c’è spazio per grandi rimonte e per cadute inaspettate, per cui la ricetta più giusta è quella di pensare e di preparare una partita alla volta. Quest’anno il campionato è più difficile dal punto di vista tecnico, e quindi ci sarà da lottare con ancora maggior determinazione, consapevoli di dover migliorare sotto tanti aspetti. Ma soltanto il campo ci dirà dove possiamo arrivare».
(Fonte: Corriere del Veneto, edizione di Vicenza)