Atletica al Colbachini. Calcio al Plebiscito. E all’Euganeo? Fa discutere il risiko degli stadi annunciato all’inizio di settembre, in un incontro con la stampa, dal sindaco Massimo Bitonci e ribadito lunedì sera in diretta tivù su Tv7 Triveneta dallo stesso ex senatore leghista. La materia, evidentemente, non è soltanto sportiva. Ma riguarda numerose altre questioni, dall’urbanistica alla viabilità. E pare destinata, se le parole saranno seguite dai fatti, a cambiare il volto e le funzioni di alcune zone nevralgiche di Padova. Andiamo, però, con ordine. E partiamo dal meeting d’atletica leggera che, dal 2016 in avanti, si terrà al Colbachini di piazzale Azzurri d’Italia e non più all’Euganeo di viale Rocco, dove di conseguenza la pista potrà essere smantellata. Fin qui, dunque, tutto chiaro e tutto bene. Le cose, però, paiono complicarsi di fronte all’intenzione di Bitonci, chiaramente d’accordo non solo con i vertici del Calcio Padova (l’arrivo del presidente Giuseppe Bergamin e dell’amministratore delegato Roberto Bonetto, d’altronde, è stato soprattutto merito suo) ma anche con alcune componenti della tifoseria biancoscudata (in testa gli ultras della Tribuna Fattori), di spostare appunto il calcio al Plebiscito. A partire già dalla prossima stagione 2016-2017. Gli interrogativi, in proposito, sono tanti. E, per brevità, citiamo i due più significativi. Si tratterà di un trasloco temporaneo o definitivo? E, se definitivo, quale sarà il futuro dell’Euganeo, privato nel giro di poco tempo sia dell’atletica che del calcio? Per rispondere alla prima domanda, basta riportare le parole del sindaco: «L’obiettivo dell’amministrazione comunale – ha scandito su Tv7 Triveneta – è quello di investire una somma importante (si vocifera di oltre 5 milioni di euro, ndr) per portare il calcio al Plebiscito. Nei prossimi mesi, sistemeremo le tribune già esistenti, collocheremo i seggiolini sui gradoni, rifaremo le recinzioni, costruiremo i tornelli e la sala Gos (Gruppo operativo sicurezza) e daremo vita ad un impianto con 8mila posti a sedere, in cui la partita si vedrà certamente meglio rispetto all’Euganeo. Poi, nel 2017, realizzeremo sia la curva sud che quella nord – ha fatto sapere il sindaco – e porteremo così la capienza a 15mila persone. Mi sembra una buona soluzione, pure qualora la squadra fosse promossa in serie B o addirittura in A».
Insomma, pare proprio che quello del calcio verso il Plebiscito sarà un viaggio di sola andata. Anche perché, a differenza di quant’era trapelato qualche mese fa, non sarebbero più all’orizzonte i privati che sembravano desiderosi di affiancare Bergamin e Bonetto nella costruzione di un nuovo Euganeo da 20 mila posti e di una sorta di cittadella dello sport tutt’attorno. Ed eccoci, quindi, al secondo interrogativo. Che ne sarà dell’impianto di viale Rocco? A riguardo, da tempo, si rincorrono un sacco di voci. E quella più accreditata porta dritta a Zed, da anni intenzionata a concentrare in un unico luogo le proprie attività invernali (Gran Teatro Geox di corso Australia) ed estive (Hydrogen Festival di Piazzola sul Brenta). In merito, quando in Comune c’erano ancora Flavio Zanonato e Ivo Rossi, la società guidata da Diego Zabeo aveva chiesto di espandersi all’interno dell’ex Foro Boario di Montà. Ma il responso era stato negativo, perché gran parte della struttura risulta vincolata dalle Belle Arti. E allora lo sguardo di Zabeo e soci si sarebbe rivolto proprio verso l’Euganeo, da trasformare in una sorta di anfiteatro per la musica dal vivo con all’interno, magari, un centro commerciale, dato che i terreni attorno allo stadio sono di proprietà delle catene di supermercati Alì e Pam. A conferma di quest’ipotesi, sotto sotto, qualcosa si sarebbe già mosso: Zed, infatti, avrebbe chiesto a Palazzo Moroni la concessione dell’impianto, in alcuni periodi da maggio a settembre, per i prossimi 10 anni, così da poter pianificare i propri concerti con maggior libertà (per l’estate 2016, per inciso, sarebbero già in calendario 5 live).
(Fonte: Corriere del Veneto, Davide D’Attino)