Quattordici anni trascorsi nelle fila del Padova prima come leader della squadra con tanto di promozione in serie A, e poi come allenatore, ruolo che l’ha visto protagonista nella stagione 2009-2010 anche nel Feralpi Salò con tanto di conquista dei play off in Lega Pro (Seconda divisione). Stiamo parlando di Claudio Ottoni, che nei panni del doppio ex gioca in anticipo la sfida che attende domenica i biancoscudati in terra bresciana. «Sarà una bella partita, giocata a viso aperto, dato che entrambe le squadre hanno la giusta mentalità per vincere, quindi lo spettacolo non mancherà. Ho visto il Padova in occasione delle ultime due vittorie casalinghe, ha molti giocatori importanti tra i quali anche Altinier che ho allenato alla Sambonifacese: quell’anno realizzò diciotto sigilli e mi fa piacere che stia confermando anche al Padova di avere sempre il vizio del gol. Con il Lumezzane la squadra ha faticato un po’ anche per merito degli avversari, ma mi sembra che attorno ai giocatori stia tornando quell’entusiasmo da parte dei tifosi che c’era l’anno scorso e che forse è un po’ mancato in queste prime uscite».
Conosce molto bene l’ambiente del Feralpi Salò. Cosa devono aspettarsi i biancoscudati? «È un ambiente tranquillo, lo stadio è bello e probabilmente ci saranno più tifosi del Padova che del Feralpi Salò. La società bresciana è sempre la stessa di quando allenavo io, una realtà solida guidata dal presidente Giuseppe Pasini con il direttore sportivo Eugenio Olli che negli ultimi anni ha ottenuto ottimi risultati, prima o poi riusciranno a fare il salto di categoria. Tra l’altro in panchina adesso c’è Michele Serena, un allenatore serio e preparato. Forse proprio con il Padova è stato il suo anno meno positivo, anche se non è dipeso tutto da lui». Tornando al Padova, chi è il giocatore che può fare la differenza? «Neto Pereira, senza dubbio. È un calciatore di categoria superiore, dotato di grande talento. L’augurio è che stia sempre bene, uno come lui può risolvere la partita in ogni momento con una giocata personale o per i compagni».
Da ex difensore, quale biancoscudato le è piaciuto finora di più? «Mi ha impressionato Diniz, davvero un ottimo acquisto. Dà sicurezza al reparto e si disimpegna sempre al meglio». A quale traguardo può ambire questo Padova? «Facendo i debiti scongiuri, almeno play off a occhi chiusi». Sa cosa vuole dire essere allenatore dei biancoscudati (otto partite in serie C), si sente di dare qualche consiglio a Carmine Parlato? «Conosco bene Carmine, ci confrontiamo spesso e non ha bisogno di consigli essendo molto bravo. È l’allenatore giusto per il Padova, l’ha dimostrato l’anno scorso vincendo il campionato di serie D e lo sta dimostrando anche adesso. L’unica cosa che mi sento di dire è che a Padova l’ambiente ci mette un attimo a esaltarsi per i risultati, ma anche a deprimersi, e quindi bisogna saper mettere al riparo la squadra». Andando a lei, quando la vedremo tornare in panchina? «Ci sono delle voci, ma purtroppo in questo momento resto in attesa di una chiamata. Bisogna avere anche fortuna».
(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli)