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Ore 22.50 – (Il Piccolo) Tra proclami di vendita della società, la bollente gestione della squadra nell’ultimo week-end, l’allontanamento dalla panchina a Campodarsego, l’affidamento della guida tecnica a Lotti e l’incontro con i capigruppo del consiglio comunale, non si può certo dire che per Marco Pontrelli questi non siano giorni molti intensi. Quello che è certo, è che il presidente dell’Unione Triestina 2012 non potrà andare in panchina nelle prossime due partite. Le sue veementi proteste in occasioni del discusso rigore che al quarto d’ora della sfida di Campodarsego ha portato al vantaggio dei veneti e all’espulsione del portiere Di Piero, non gli sono costate solamente l’espulsione dal campo, ma anche un’inibizione fino al 7 ottobre. Le motivazioni? «Per avere – recita il comunicato del giudice sportivo – uscendo dall’area tecnica, rivolto espressioni offensive all’indirizzo degli Ufficiali di gara puntando, con fare minaccioso, il dito contro uno degli assistenti arbitrali». Ma intanto oggi, passando invece alle vicende del fronte societario, Pontrelli è atteso a un altro appuntamento importante. Come si ricorderà, la conferenza dei capigruppo di lunedì non ha richiesto solo una verifica più attenta sui pagamenti, ma anche un incontro urgente con lo stesso presidente dell’Unione 2012 per fare il punto sulla situazione societaria. Pontrelli già lunedì si era detto disposto a un confronto a brevissimo termine, indicando giovedì come possibile prima finestra utile. Detto e fatto. Già questo pomeriggio dunque Pontrelli si presenterà alla conferenza dei capigruppo, che cercherà di fare chiarezza su situazione societaria, pagamenti dello stadio, possibilità di vendita della società e rapporto con i tifosi. Intanto la squadra continua agli ordini di Stefano Lotti la preparazione in vista della partita di domenica, quando l’Unione Triestina 2012 riceverà al Rocco (inizio ore 15) il Levico Terme. Una sfida nella quale Zubin e soci dovranno confermare i progressi e la nuova verve dimostrata a Campodarsego, quando sono stati capaci di ribaltare il risultato in condizioni oggettivamente difficili. Lotti dovrà però fare a meno del portiere Nicholas Di Piero, squalificato per una giornata dopo l’espulsione di domenica. Il suo vice Bonin comunque ha già fatto vedere buone cose a Campodarsego, salvando il risultato nel finale, per cui il ragazzo classe 1997 è atteso a una conferma. Ma per Lotti c’è anche una buona notizia attesa da tempo riguardante il pacchetto arretrato: è stato finalmente perfezionato infatti il tesseramento del difensore sloveno Milan Andjelkovic, che pertanto potrà essere utilizzato già da domenica contro il Levico Terme.
Ore 22.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Brino o Bruno fa poca differenza, sul Belluno piovono squalifiche. Ieri pomeriggio sulla squadra di Roberto Vecchiato è precipitata un’altra tegola: Gabriele Brino è stato squalificato per quattro giornate. E a fargli compagnia, fino a fine mese, ci sarà pure il dirigente Bruno Longo, anche lui allontanato per proteste. IL FATTO – Espulso domenica dalla panchina in cui era seduto al 90’ di Belluno-Levico per proteste, a quanto dice il referto arbitrale Brino avrebbe prima «protestato nei confronti degli Ufficiali di gara rivolgendo loro, a voce alta e con le braccia alzate, espressioni ingiuriose» e poi, a partita finita, avvicinandosi a un assistente dell’arbitro «al rifiuto di questi di dargli spiegazione, lo afferrava per un braccio e lo apostrofava con espressioni dal contenuto intimidatorio». Ed ecco servito un mese pieno di tribuna dopo quello passato in panchina (quattro volte su quattro l’allenatore Vecchiato gli ha preferito Solagna). LE REAZIONI – «Non solo il ragazzo assicura di non aver detto niente di particolare – replica incredulo il direttore sportivo Augusto Fardin – ma lo confermano anche i suoi compagni che erano lì in quel momento. Ha solo chiesto spiegazioni, magari lo ha toccato, ma mi sembra veramente una cosa incredibile. Non so se ci abbiano preso di mira, ma tra rigori, gol annullati, multe, espulsioni e squalifiche… Se ce l’hanno con noi ce lo dicano subito. Comunque se vuoi fare calcio questo fa parte del gioco – chiude Fardin – dunque avanti». «Gabriele dalla panchina non ha detto nulla – afferma mister Vecchiato – qualcun’altro forse, ma non lui, ve lo assicuro. Forse a fine gara ha chiesto al guardialinee un “dimmi perché?” non come vorrebbe il galateo. Diciamo che è l’ennesimo errore commesso dalla terna domenica. Quattro giornate che si sommano ai 700 euro di multa…. Detto questo – chiude il mister – ai ragazzi ho detto “pensiamo a noi” e soprattutto “pensiamo a far gol”, che le partite si vincono con quelli». IL RICORSO – «Rimango perplesso – commenta il presidente Perissinotto – non mi pare proprio sia successo qualcosa che giustifichi una pena simile. Leggeremo bene il referto e poi domani sera (oggi, ndr) decideremo se ricorrere o meno». Una giornata di stop (fino al 30 settembre) invece per il dirigente Bruno Longo.
Ore 22.00 – (Gazzetta di Reggio) Si potrebbe dire: uno tira l’altro. Ieri è stato presentato il nuovo socio granata Gianni Perin, amministratore unico di BiTecnology ed è stata l’occasione per il presidente Stefano Compagni di annunciare «a breve ci sarà un altro ingresso in società, diciamo tra una decina di giorni». L’attuale azionista di maggioranza non si è voluto sbilanciare: «Non posso annunciarlo perché non so se entrerà in società a titolo personale o come azienda, posso solo dire che sarà un imprenditore reggiano». Scartata l’ipotesi Pietro Vavassori, che pure entrerà a breve nella famiglia granata, non resta che pensare a Paolo e Roberto Gottardi. «Credo che sia corretto annunciarlo quando avremo la firma. E’ un aspetto di serietà che ci siamo dati. La stessa BiTecnology è entrata a far parte della nostra famiglia dopo che ha prevo visione dei numeri che caratterizzano la società. Vogliamo che la Reggiana sia una casa di vetro e chi entra a far parte della nostra società deve avere delle certezze, sapere che abbiamo un massimo rispetto del budget e siamo anche convinti di poter arrivare all’autogestione della società. E’ un traguardo che ci siamo dati a livelli di gestione economica».
Ore 21.30 – (Gazzetta di Mantova) I tifosi biancorossi si stanno organizzando per seguire in massa domenica la squadra a Cremona, ma segnalano la disparità di trattamento riservata dalla società grigiorossa ai sostenitori delle due squadre. Il Mantua Club dal Platan ha diffuso questa nota: «Ci risiamo! Come già avvenuto in passato segnaliamo il cattivo vizio da parte della società U.S. Cremonese di fissare prezzi completamente diversi per i due settori analoghi dello stadio: le curve. I biglietti di Curva Sud Ermino Favalli saranno venduti al prezzo di euro 5 (junior euro 1) sino a sabato e al prezzo di euro 7 (junior euro 1) domenica, giorno della gara. Addirittura prezzi più bassi in prevendita. I biglietti di Curva Ospite costeranno invece ben euro 14 (comprensivi dei diritti di prevendita). Sospendendo addirittura anche per l’occasione l’iniziativa “Porta Due Amici allo Stadio”. Insomma, un bel modo di incoraggiare i mantovani ad assistere al derby allo stadio G. Zini di Cremona».
Ore 21.10 – (Gazzetta di Mantova) Riccardo Maspero a fine gara ci scherza su e assicura che gli attaccanti biancorossi «hanno tenuto tutti i gol per domenica». Il mister dall’amichevole contro lo Sporting Club (Prima categoria) si aspettava del resto qualcosa in più dello striminzito 2-1 finale, ma è anche vero che test di questo genere lasciano il tempo che trovano. «Avevamo lavorato tanto in mattinata sulla forza – spiega Maspero – e la fatica si è fatta sentire. Mi aspettavo un po’ più di qualità sotto porta, ma va bene anche così. E poi complimenti al loro portiere, che ha parato di tutto». Il beneficiario dei complimenti è Contesini, che nella ripresa ha negato almeno 3-4 reti ai biancorossi con grandi interventi. Restando in tema gli applausi si possono estendere a tutto lo Sporting Club, che ha fatto un’ottima figura. E soprattutto a Negri e Bedani, che hanno confezionato nel finale (lancio millimetrico del primo, pallonetto su Bonato in uscita del secondo) il gol del definitivo 2-1. Dato ai padroni di casa ciò che spetta loro, c’è da dire che il Mantova non ha entusiasmato sul piano della manovra, soprattutto nel primo tempo quando si è intestardito a sfondare per vie centrali sfruttando poco le fasce. Al 45’ è arrivato il vantaggio firmato da Ruopolo (azione in area Gonzi-Raggio Garibaldi), ma in precedenza lo stesso Ruopolo aveva colpito una traversa di testa e Anastasi si era visto annullare una rete per fuorigioco inesistente. Caridi ci aveva invece provato da fuori, senza troppa fortuna. Nella ripresa i biancorossi hanno fatto vedere qualcosa di meglio, soprattutto sulle fasce con Gonzi a destra e Foglio a sinistra. Il portiere Contesini ha però detto di no allo stesso Gonzi, a Beretta e a Ungaro con ottimi interventi. Al 24’, poi, proprio Ungaro ha messo Anastasi davanti al portiere, che stavolta si è dovuto arrendere. Fra le cose più importantidella ripresa c’è stata poi l’uscita di Gonzi, che ha chiesto il cambio per il riacutizzarsi del dolore al ginocchio. Oggi le sue condizioni saranno valutate meglio. «La partita era importante proprio per queste cose – spiega Maspero -. Recuperare Gonzi, vedere a che punto sono Anastasi e Scrosta… In questo momento la sfortuna ci perseguita un po’ (fermi ai box ci sono anche Scalise e Puccio, ndr) e dobbiamo provare a recuperare più giocatori possibile». Proprio per questo motivo Maspero si tiene 2-3 dubbi sulla formazione da schierare domenica a Cremona: «Vediamo se è il caso di rilanciare Scrosta in difesa, verifichiamo come sta Gonzi e poi decideremo cosa fare in avanti, valutando le condizioni di Momentè (ieri fermo, ndr) a fine settimana oppure dando spazio ad Anastasi o a Beretta». Riassumendo, fin d’ora si può ipotizzare un possibile undici anti-Cremonese (modulo 3-4-1-2): Bonato; Carini (Trainotti), Gavazzi, Scrosta; Gonzi (Zammarini), Dalla Bona, Raggio Garibaldi, Foglio; Caridi; Ruopolo, Beretta (Anastasi). Ieri sera il Mantova ha salutato Goito con una cena nella sede dello Sporting Club e da questa mattina i biancorossi torneranno ad allenarsi in città: «Finalmente torniamo a casa – dice Maspero – e lo facciamo nella settimana giusta, quella che precede il derby. In questo modo sentiremo ancor di più l’affetto dei nostri tifosi».
Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ramarri e Renate, prossime avversarie, cercano per tutti i 90′ di esprimere un buon calcio. La differenza? I neroverdi hanno fatto anche 5 punti, mentre i brianzoli inseguono ancora la prima vittoria. Il pari con il Cittadella però ha caricato l’ambiente: tutti nel Renate sperano di violare il Bottecchia, come accadde sabato 22 novembre 2014. Finì 3-1 per gli ospiti, con l’unica segnatura casalinga nel finale, dopo il tris di Possenti. Era il Pordenone 2, quello di Foschi. INFORTUNATI – Mancherà lo squalificato Pederzoli, ma intanto l’infermeria pordenonese si sta svuotando, con Finocchio recuperato e Ingegneri sulla via della riabilitazione completa. Ci è entrato tuttavia il preparatore dei portieri, Paolo Lenisa, infortunatosi al ginocchio. Lo sostituisce temporaneamente Leonzio Colesso, pari ruolo dei Giovanissimi neroverdi. FISCHIETTO – Per la gara con il Renate di domenica alle 15 al Bottecchia è stata designata la terna arbitrale. Fischietto a Davide Andreini da Forlì, coadiuvato dagli assistenti Scatragli e Mariottini. Andreini già nel campionato scorso ha fatto esperienza in LegaPro. Le statistiche indicano che, nelle 12 gare dirette nel 2014-15, ha estratto 46 cartellini gialli e solo 2 rossi. Indipendentemente dall’attività arbitrale, Forlì è il club che vorrebbe sia Teramo che Savona in D, propiziando quindi il proprio ripescaggio insieme a quello del Gubbio. È l’ultimo atto atteso dal Collegio di garanzia del Coni. PROGRAMMA – Per la squadra di Tedino oggi e domani unica seduta di allenamento al mattino (10), aperta al pubblico. La rifinitura di sabato sarà a porte chiuse.
Ore 20.20 – (Messaggero Veneto) Corsi e ricorsi storici hanno spesso soltanto un valore statistico. Ma rimane il fatto che in casa neroverde qualcuno è sobbalzato sulla sedia una volta saputo che ad arbitrare la gara di domenica col Renate sarà il signor Andreini di Forlì. L’unico precedente con il Pordenone, infatti, scatenò polemiche e rabbia. Si era alla settima di ritorno dello scorso campionato di Lega Pro: Pordenone a Cremona, dopo il bel successo casalingo con la Torres. La formazione di Rossitto cerca con tutte le forze il bis. Ma oltre che dai grigiorossi, viene fermata da alcune scelte a dir poco discutibili dell’arbitro. Tra le altre, la mancata espulsione di un difensore di casa, un gol annullato e un rigore non concesso. Il presidente Lovisa al termine della partita decise di predisporre un report di torti arbitrali da sottoporre al designatore Roberto Rosetti, lamentando un trattamento irrispettoso nei confronti della sua squadra. A freddo si può dire che si trattò semplicemnete di una giornata storta. Ma chissà cosa ne penseranno domenica i tifosi neroverdi che erano seduti sugli spalti dello stadio Zini.
Ore 20.00 – (Messaggero Veneto) La classifica sorride. Ma c’è pure chi storce il naso. Perché a Piacenza e Mantova se il Pordenone fosse uscito con i 3 punti, anziché uno, non ci sarebbe stato nulla da ridire. Vero, ma perché piangere sul (poco) latte versato se si può guardare con ottimismo al futuro? I neroverdi hanno a disposizione un mese per sognare. Quattro gare, di cui 3 al Bottecchia e la trasferta a Busto Arsizio con una Pro Patria ancora in cerca di identità, per cercare di consolidarsi nella parte alta della classifica. Una prospettiva, sino a pochi mesi fa, quasi impensabile. Primo passo. L’importante sarà affrontare ogni singolo passo con la giusta concentrazione. A partire dal primo, la sfida di domenica con il Renate. Gara per nulla facile quella con le “pantere” nerazzurre: hanno soltanto 2 punti, ma perdere a Mantova ci può stare e pareggiare con la Giana, sorpresa senza limiti, e con il Cittadella, una delle grandi favorite, non è certo uno scandalo. La squadra di Tedino, tuttavia, ha la ghiotta occasione, vincendo, di ritrovarsi domenica sera perlomeno al quarto posto, visti i concomitanti incroci tra Feralpisalò e Padova, e tra Reggiana e Giana (si giocherà lunedì). Fattore Bottecchia. Dopodichè, il Pordenone affronterà la Pro Patria in trasferta e un doppio appuntamento consecutivo in casa con Cremonese e Alto Adige, rivali insidiose ma non impossibili. La scorsa stagione i ramarri conquistarono in casa 26 punti sui 34 totali. Uno squilibrio forte, rivelatosi infruttuoso in chiave salvezza, ma indice di una chiara tendenza: Bottecchia campo ostico per tutti. In questa stagione è cambiato allenatore, è mutata radicalmente la squadra, ma se quel fattore rimanesse inalterato (e alla prima riprova è stato così, vedasi il successo sull’Albinoleffe) il Pordenone potrebbe davvero compiere l’auspicato salto di qualità. Entusiasmo. Insomma, da qui a fine ottobre (si metta nel conto pure la trasferta di Lumezzane) si saprà davvero di che pasta è fatta questa squadra sinora capace di ridestare entusiasmi e sogni nei propri tifosi attraverso risultati e bel gioco, tanto che in casa neroverde si guarda con fiducia al rush finale della campagna abbonamenti, che chiuderà sabato. Ma serviranno conferme e continuità, a dispetto degli alti e bassi che di solito caratterizzano una squadra giovane, tra le più “verdi” del girone, come quella cittadina. Ieri intanto doppio allenamento: mattina al De Marchi, pomeriggio al Don Bosco (oggi unica seduta alle 15 nel centro sportivo di Villanova). Ingegneri ancora a parte, ma recuperabile. Per Tedino si profilano problemi di abbandonza e un rebus: il sostituto di Pederzoli.
Ore 19.30 – (La Provincia Pavese) «Mi è piaciuto l’atteggiamento della squadra, non abbiamo avuto fretta di raggiungere subito il risultato, cercando gli spazi giusti. Così abbiamo dato seguito alla buona prestazioione contro il Suditirol». Il turnover ha funzionato: «Non c’è mai una verità, se avessimo avuto difficoltà si sarebbe detto il contrario. Ma io so di avere rosa importante». Sulla prodezza di Cesarini in occasione del terzo gol: «Per me l’importante è che segni, se poi lo fa con colpi da campione è un piacere per gli occhi». E lo stesso Cesarini: «Era una partita da non sbagliare. Siamo partiti bene, poi abbiamo fatto una grande gara senza calare di intensità».
Ore 19.10 – (La Provincia Pavese) Ci sono partite sulla carta facili che poi in campo si complicano maledettamente. Beh, non è stato il caso di Pavia-Pro Patria che è andata come doveva andare e nel secondo tempo, con gli avversari in dieci, è diventata una passeggiata. Quattro gol, dopo il 2-1 al Sudtirol. suggellano la seconda vittoria in quattro giorni che proietta il Pavia dietro il terzetto di testa. L’intenzione della Pro Patria è subito chiara: fare una gara di pura contrapposizione, con un densissimo 4-5-1 che cerca di annullare il 3-5-2 del Pavia e chiudere tutti gli spazi. Scelta obbligata, d’altronde, per una squadra messa insieme in dieci giorni, tra giocatori che vanno e vengono. E’ una scelta che sembra anche dare i suoi frutti, almeno all’inizio quella dei «tigrotti» in maglia arancione. Si gioca in una sola metà campo e la Pro Patria non sale nemmeno quando il suo allenatore, Oliva, la invita a farlo. Il Pavia con tutto questo traffico negli ultimi trenta metri fatica a trovare la giocata giusta: Bellazzini testa i riflessi di un incerto Demalija, che respinge un po’ goffamente in angolo e poi al 16’ si oppone al destro dal limite di Cesarini alzando un campanile che per poco non rimbalza dentro la porta. Quattro minuti dopo l’affondo con cross teso e forte di Martin innesca un flipper tra Cesarini e Marchiori con la palla che il difensore bustocco riesce a ricacciare fuori dalla porta. Il Pavia però gioca come se sapesse che il gol prima o poi verrà, non fosse altro che per la qualità dei singoli e la forza della squadra, non paragonabile con una Pro Patria raffazzonata. Ed è quello che succede al 26’, minuto che evidentemente di questi tempi porta bene al Pavia (già sabato si era sbloccata allora la gara con il Sudtirol): Bastone atterra Martin appena entrato in area e si becca rigore e ammonizione. Cesarinni trasforma spiazzando Demanlija. Gli azzurri, rimodellati da mister Marcolini con un discreto turnover (dentro i due Cristini, Carraro vice di La Camera, a riposo come pure Malomo e Ghiringhelli) cercano qualche numero personale senza troppa precisione e con scarsi risultati. E a fine tempo l’espulsione, forse un po’ severa, decretata dall’arbitro ai danni di Margaglio sembra trasformare la ripresa in una mera formalità. Una facile profezia che diventa realtà al 9’, quando Mattia Marchi incorna a dovere il cross al bacio di Bellazzini. Carraro prova e lasciare la sua firma sul match ma il destro è a fil di palo. La lascia ancora Cesarini, invece, con una delle sue deliziose palombelle che si smorza al 23’ nel sette. E nel finale pure Del Sante va a segno: solo davanti a Demalija non gli lascia scampo.
Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Sfottò e avvertimenti si mescolano, dal «non ti farò toccare palla» al «tanto ti faccio gol». Mancano ancora tre giorni a Venezia-Luparense di domenica al Penzo (ore 15, in tribuna non ci sarà il «patron» Joe Tacopina che è rientrato a New York dopo il blitz di martedì nella sede societaria di Mestre) ma in casa del difensore arancioneroverde Daniel Beccaro il derby è già ai supplementari, tra ironia e reciproci consigli a lasciar perdere. Suo cugino Marco, infatti, gioca nell’attacco di un team padovano in difficoltà (4 punti contro i 12 veneziani) e reduce dall’esonero di mister Daniele Pasa a favore dell’ex lagunare Enrico Cunico. «Abitiamo a Reschigliano, i cancelli delle nostre case si guardano, inevitabilmente le gufate sono iniziate giorni fa – sorride non senza toccare ferro il 22enne Daniel, fratello gemello di Christian, terzino ex Abano e attualmente senza squadra -. Marco (classe ’89) è un bravo esterno, noi rispettiamo tutte le squadre, ma faremo di tutto per non fermarci. Siamo primi a punteggio pieno e vogliamo continuare a vincere, non commetteremo l’errore di sottovalutare chicchessia». Il Venezia (che domani alle 15 sosterrà al Penzo un allenamento aperto al pubblico) d’altra parte a Monfalcone e con la Virtus Vecomp ha vinto non solo per la propria superiorità tecnica ma anche stringendo i denti. «Di buono c’è che nel complesso abbiamo rischiato davvero poco, qualche volta ci siamo complicati la vita da soli come mezze incertezze o piccole incomprensioni, anche tra me e Ferrante ad esempio. Comunque abbiamo sempre evitato guai, ciò non toglie che dobbiamo e possiamo migliorare, soprattutto con il supporto della crescita costante a livello di condizione». Sul piano personale per Daniel Beccaro la serie D di Venezia è arrivata dopo tre stagioni in Lega Pro. «Nel biennio al Santarcangelo ho sempre giocato (52 presenze e due reti, ndr), lo scorso anno al Real Vicenza ho preso fiducia quando è arrivato mister Favaretto che mi aveva già allenato nella Primavera del Padova. Quello nel settore giovanile biancoscudato, dopo i primi calci a Campodarsego, è stato un bel percorso con l’unico neo di aver solo sfiorato l’esordio in serie B. Mister Dal Canto all’Olimpico di Torino mi fece riscaldare, poi però non entrai. In pratica a Venezia gioco per la prima volta davanti a un vero pubblico, un motivo in più per farlo felice». Intanto abbonamenti a quota 603.
Ore 18.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia prepara l’esordio al Penzo di domenica e mister Paolo Favaretto mette in programma un allenamento sul campo di Sant’Elena. Venerdì alle 15 la truppa arancioneroverde si allenerà sul terreno di gioco appena rimesso a punto, dopo che nei mesi scorsi era rimasto senza manutenzione a causa delle vicissitudini societarie. Il ritardo che sta scontando il neonato Venezia Fc si misura non solo sulla preparazione della squadra, allestita strada facendo tra fine luglio e il mese di agosto, ma anche su tutto il resto. Compresa la manutenzione dello stadio, rimasta in sospeso fino all’arrivo degli americani. Ritardo che ha costretto il Venezia a disputare le prime due partite casalinghe a San Donà di Piave. Adesso, finalmente, il Penzo è pronto e si appresta ad ospitare l’esordio di domenica, contro la Luparense. E venerdì ci sarà il primo allenamento, che per l’occasione sarà aperto ai tifosi arancioneroverdi. La squadra sta lavorando quasi al completo, anche se ieri nella seduta del pomeriggio si è allenato a parte Barreto, che domenica scorsa aveva giocato uno scampolo di partita, il primo per lui in arancioneroverde. Inoltre si è fermato in via precauzionale Cangemi. E’ invece in via di totale recupero Modolo, che potrebbe anche essere utilizzato nel match di domenica. Ultimi giorni, intanto, di campagna abbonamenti: ieri si è raggiunto il traguardo delle 600 tessere.
Ore 18.00 – (La Nuova Venezia) Stadio Penzo quasi a posto, ma pronto per riaprire i cancelli. Ieri mattina sopralluogo a Sant’Elena del dirigente Dante Scibilia e del segretario Davide Brendolin. «Il campo ha un aspetto rassicurante», ha spiegato Scibilia, “non è ancora al top, ma siamo sulla strada giusta considerando le condizioni in cui l’abbiamo trovato a inizio agosto. I lavori effettuati dalla ditta di Flavio Rigoni stanno dando ottimi risultati. Abbiamo approfittato di questo periodo anche per apportare migliorie strutturali all’impianto, come rifare i bagni dalla parte della curva Sud e chiudere alcune infiltrazioni. Tra 15-20 giorni partiranno i lavori di un secondo lotto». Il Venezia prenderà confidenza del nuovo manto erboso domani pomeriggio (ore 15) con un allenamento aperto ai tifosi. Lavoro a parte per Barreto, stop a livello precauzionale per Cantini. Le tessere sono salite a quota 603. La Luparense non potrà utilizzare al Penzo l’attaccante Sadick Abubakar, fermato per un turno dal giudice sportivo, nel girone del Venezia spiccano le 4 giornate inflitte a Brino del Belluno. Il giudice sportivo ha respinto il reclamo dell’Union Ripa La Fenadora, relativo alla posizione irregolare come tesseramento di Federico Gal del Campodarsego, confermando il risultato del campo (1-0 per i padovani in trasferta).
Ore 17.40 – (La Nuova Venezia) «Quando ho visto il calendario con la prossima avversaria della Luparense, la reazione spontanea è stata di ridere: ritrovo subito il Venezia, e per di più il Venezia che ritorna a giocare al Penzo». Enrico Cunico è da lunedì sera il nuovo allenatore della squadra padovana, subentrando a Daniele Pasa al quale sono stati fatali la secca sconfitta di Verona (1-5) e il pareggio casalingo (2-2) con il Dro. Torna in pista l’ex tecnico arancioneroroverde, chiamato nell’estate di 5 anni fa in laguna proprio al posto di Paolo Favaretto e reduce dall’esonero della passata stagione quando era alla guida dell’Altovicentino, sostituito da Diego Zanin. «Il Venezia è il peggior avversario che potessimo affrontare domenica», ha ammesso l’allenatore vicentino, «ma sono allo stesso tempo molto contento di ritornare al Penzo, di rifare il percorso in barca verso Sant’Elena. Ho ricordi agrodolci dell’ultima partita da allenatore del Venezia al Penzo: vedere 4.000 spettatori per una partita di serie D è stato fantastico, purtroppo non riuscimmo a battere il Treviso e operare il sorpasso. Purtroppo ci venne annullato il gol ampiamente regolare di Ferretti, fossimo andati quel giorno +1 sul Treviso, quel campionato l’avrebbe vinto il Venezia». Invece ci fu il capitombolo (0-3) di Rovigo, frutto più del contraccolpo negativo a livello psicologico che per un cedimento tecnico, e il pareggio interno (2-2) con il Tamai che spinsero il Treviso a +7, Cunico venne esonerato e la nuova proprietà russa puntò su Gianluca Luppi. «A poche giornate dalla fine, potevo anche rimanere e giocare i playoff. Riflettendo a freddo, il campionato cominciò a scivolarci di mano a gennaio con i seri problemi fisici del povero Rigoni, le voci di un passaggio di proprietà, l’arrivo di Samokhin e di Korablin. Tutti fattori che tolsero un po’ di tranquillità». Cunico ha vissuto in prima persona l’avvio della gestione russa. «L’obiettivo principale era costruire il nuovo stadio e parallelamente portare la società in categorie più consone, quando è venuta meno la finalità essenziale credo che anche il sostegno verso la società sia scemato. Non mi sarei mai aspettato, però, una fine del genere, pensavo che perlomeno Korablin avesse puntato a conservare la Lega Pro». Niente di tutto questo, e adesso Enrico Cunico si ritrova il Venezia di fronte. «Questa squadra ha ben poco da spartire con la serie D, è nettamente superiore a tutte le altre, credo anche al Padova dell’anno scorso. Sono giocatori che non ti perdonano il minimo errore, quindi domenica i miei dovranno stare sul pezzo dal primo all’ultimo secondo, massima concentrazione, nessuna demoralizzazione anche se dovessimo andare sotto perché altrimenti rischi di fare brutte figure. So cosa vuol dire allenare una squadra che deve vincere a tutti i costi, come era l’Altovicentino l’anno scorso, ogni avversario ti affronta con mille motivazioni. Alla fine il Venezia vincerà il campionato con largo margine sulla seconda».
Ore 17.20 – Qui Guizza: terminato l’allenamento. Tre punti di sutura sotto al mento per Ramadani in seguito ad uno scontro fortuito di gioco con Giandonato.
Ore 17.00 – Qui Guizza: termina la partitella, 1-0 il risultato finale con gol di Bearzotti.
Ore 16.30 – Qui Guizza: inizia la ripresa della partitella in famiglia. Questa la formazione: Favaro; Dell’Andrea, Diniz, Niccolini, Favalli; Corti, Giandonato; Bearzotti, Cunico, Petrilli; Altinier.
Ore 16.20 – Qui Guizza: termina il primo tempo della partitella. In campo con la Berretti nella prima frazione anche Petkovic, Gorzelewski, Mazzocco, Ramadani e Cucchiara.
Ore 16.00 – Qui Guizza: partitella in famiglia contro la Berretti. Questa la formazione, schierata col 4-2-3-1: Favaro; Dionisi, Fabiano, Niccolini, Anastasio; Giandonato, Bucolo; Turea, Neto, Aperi; Altinier.
Ore 15.40 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 15.10 – Questo l’aggiornamento di stato apparso sulla Pagina Ufficiale della Tribuna Fattori su Facebook: “TRASFERTA A SALÒ. Ritrovo ore 12 stadio Euganeo anche per coloro che vanno in auto. Birra e panini per tutti… Poi si parte!”.
Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Tre giorni dopo il tremendo infortunio capitato a Nicolò Brighenti che in uno scontro di gioco si è lesionato il pancreas, martedì sera a Lanciano è toccato a Roberto Gagliardini lasciare tutti con il fiato sospeso dopo un «testa contro testa» con il terzino del Lanciano Pucino che ha messo ko l’ex atalantino, rimasto a terra, per qualche secondo senza conoscenza. Durante il match giocato martedì sera contro la Virtus Lanciano, il mediano biancorosso è entrato al 44’ del primo tempo per sostituire Mantovani che aveva chiesto il cambio a causa di un problema muscolare. Dopo appena quattro minuti però, il centrocampista ha dovuto lasciare il campo; su un traversone dalla sinistra è andato a colpire di testa ma con la fronte ha impattato contro Pucino e una volta caduto a terra ha sbattuto violentemente con la nuca. Portato immediatamente in ospedale gli è stato riscontrato un trauma cranico commotivo con amnesia retrograda che ha imposto la permanenza di Gagliardini all’ospedale di Lanciano dove è rimasto sotto osservazione anche ieri. «In questi casi è opportuno mantenere una certa cautela nel valutare la situazione generale in quanto simili traumi devono essere valutati con attenzione almeno nelle prime 48 ore – ha spiegato il responsabile medico del Vicenza Giovanni Ragazzi – domani mattina (stamattina, ndr) Gagliardini verrà sottoposto a risonanza magnetica e se l’esito sarà negativo verrà dimesso e il giocatore potrà tornare a Vicenza». Da escludere un suo utilizzo nel match di sabato prossimo quando al «Menti» la squadra biancorossa affronterà il Pescara, in una partita che, oltre al ritorno di Andrea Cocco da avversario, vedrà un Vicenza decimato dagli infortuni. Una vera e propria sfortuna che si è abbattuta sul Vicenza in questa prima parte di stagione che, oltre agli infortuni anomali che hanno ha colpito prima Brighenti e poi Gagliardini, ha in infermeria altri sei giocatori ai box a causa di infortuni muscolari. Soprattutto in difesa la situazione è molto complicata, in quanto saranno indisponibili i titolari Brighenti e Mantovani, e i lungodegenti Gentili e Manfredini. Il Vicenza è corso ai ripari acquistando dalla Virtus Entella l’esperto Rinaudo, ancora a corto di condizione, e quindi contro il Pescara dell’ex Cocco, è probabile che Pasquale Marino si affidi ancora alla difesa inedita composta da Laverone e D’Elia terzini rispettivamente a destra e a sinistra, con l’inedita coppia centrale formata da Sampirisi e da El Hasni. «A Lanciano in una situazione di obiettiva difficoltà i ragazzi hanno fatto bene – ha sottolineato Pasquale Marino – per sabato valuterò i recuperi e le condizioni generali della squadra, ma di sicuro non ho molte possibilità di scelta». Il tecnico del Vicenza dovrà fare a meno anche dei centrocampisti Pazienza, Sbrissa e Gagliardini. «Inutile negare che qualche problema ce l’abbiamo – chiude Marino – ma i miei giocatori dovranno mantenere l’attenzione, la grinta e lo spirito di Lanciano dove hanno disputato una gara di grande sostanza».
Ore 14.10 – (Corriere delle Alpi) Ricorso respinto. Il Giudice sportivo ha bocciato il reclamo presentato dal Ripa Fenadora contro il Campodarsego dopo la sconfitta della prima giornata di campionato in casa. Il risultato dell’incontro è stato perciò omologato. L’Union sperava di avere elementi sufficienti per poter ribaltare il verdetto del campo, che aveva decretato il successo degli ospiti, ma il giudice ha respinto il ricorso della società del presidente Giusti, che riteneva irregolare la posizione del fuoriquota Federico Gal, “non regolarmente tesserato” in base agli elementi in suo possesso. Questa la motivazione, sulla quale inizialmente la dirigenza era rimasta abbottonata, preferendo aspettare l’esito. «Avevamo chiesto un controllo di quella posizione, il giudice ha verificato gli atti e non ci resta che prenderne atto», dice Nicola Giusti. «Noi avevamo presentato ricorso perché avevamo e abbiamo degli elementi che ci facevano pensare che ci fosse un problema. Sicuramente in quei giorni il sistema informatico della Lega ha avuto dei problemi. È stata fatta anche una circolare interna nell’area riservata delle società e qualcosa deve essersi inghippato. Abbiamo fatto prima una ricerca telefonica e per privacy non ti possono dare le risposte», spiega il presidente dell’Union. «L’unico modo per controllare effettivamente se il tesseramento fosse corretto oppure no, era quello di fare ricorso. È tutto quanto regolare, meglio così: viene confermato il risultato del campo che alla fine è la cosa migliore di tutte». Il giudice sportivo. Così recita il comunicato, che chiarisce anche le ragioni per cui i neroverdi avevano presentato ricorso: «Esaminato il reclamo fatto pervenire a seguito di tempestivo preannuncio dell’Union Ripa La Fenadora con il quale si lamenta la posizione irregolare del calciatore Federico Gal, nato il 19 giugno 1996 in quanto “non regolarmente tesserato” per la società Campodarsego. Viste le controdeduzioni e i rispettivi allegati fatti pervenire dal Capodarsego con cui si documenta il regolare tesseramento del suddetto calciatore e vista la nota pervenuta, su richiesta del Giudice sportivo, dall’Ufficio tesseramenti della Lega dalla quale si deduce il regolare tesseramento di Federico Gal in favore della società Campodarsego a far data dal 3 settembre 2015, delibera di respingere il reclamo». Questo il responso dell’organo giudicante, che pertanto ha convalidato il risultato della gara vinta dal Campodarsego 1 a 0 e addebita «sul conto dell’Union Ripa Fenadora la tassa del reclamo». Per la cronaca, 100 euro.
Ore 13.50 – (Gazzettino) Respinto il ricorso dell’Union Ripa Fenadora e convalidata la vittoria (1-0) del Campodarsego. È il verdetto del giudice sportivo che chiude il caso sul tesseramento del difensore padovano Federico Gal. Il club bellunese aveva presentato reclamo all’indomani della prima partita di campionato lamentando la posizione irregolare nel tesseramento del giocatore, in realtà tesserato regolarmente come confermato nel dispositivo: «viste le controdeduzioni e i rispettivi allegati fatti pervenire dal Campodarsego con cui si documenta il regolare tesseramento del calciatore e vista la nota pervenuta dall’Ufficio tesseramenti della Lega dalla quale si deduce il regolare tesseramento del calciatore in favore del Campodarsego dal 3 settembre». Così il direttore generale Attilio Gementi. «Siamo stati sempre tranquilli, anche se siamo un po’ delusi dal comportamento dell’Union Ripa Fenadora: è stato un ricorso ridicolo, privo di senso». Il Campodarsego sale a otto punti in classifica, a quattro lunghezze dalla capolista Venezia, e domenica giocherà con il Dro a Pergine Valsugana.
Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Alla fine ha avuto ragione il Campodarsego: la società padovana, neopromossa in Serie D, incassa la decisione del Giudice sportivo della Lega Dilettanti, che ha respinto il ricorso presentato dall’Union Ripa La Fenadora dopo la prima giornata di campionato. In tale occasione, con il risultato del campo che aveva visto il successo degli uomini di Andreucci (1-0 grazie alla rete di Michelotto), i bellunesi avevano lamentato la presunta irregolarità del tesseramento di Federico Gal. Da quel momento il risultato della gara era rimasto sub judice sino a ieri, quando la giustizia sportiva ha dato ragione al Campodarsego assegnandogli ufficialmente i tre punti conquistati a Pedavena. «Mi stupisco sempre più del ricorso del Ripa», allarga le braccia il d.g. Attilio Gementi. «Spero che questo tipo di atteggiamenti finisca e che si cominci a pensare più al calcio vero: hanno alzato un muro di mistero su una cosa che non stava né in cielo né in terra, e quando abbiamo presentato i nostri documenti, si sono fatti avanti facendo scomparire tutti i dubbi. Evidentemente non conoscono le procedure della Federazione: il ragazzo era tesserato dal 3 settembre, e la gara si è giocata il 6, non abbiamo mai avuto dubbi che avremmo avuto la ragione dalla nostra».
Ore 13.00 – (Gazzettino) Non è ancora riuscito a ritagliarsi un ruolo di primo piano ma scalpita a bordo campo per guadagnarsi al più presto una maglia da titolare. L’attaccante brasiliano Lucas Chiaretti è comunque soddisfatto dell’avvio di stagione del Cittadella, nonostante il mezzo passo falso di Meda. Chiaretti, entrato nel finale di partita, osserva: «C’è molto rammarico per non essere riusciti a segnare almeno un gol. Per riuscirci non vedo altra strada che continuare a lavorare. Sappiamo dove c’è da crescere e maturare per avere più lucidità nel momento decisivo. La strada che stiamo seguendo è quella giusta, siamo ancora all’inizio del campionato, restiamo tranquilli e fiduciosi perchè il lavoro paga». Per domenica contro la Pro Piacenza l’obiettivo è quello di concretizzare le occasioni da rete, almeno sette contro il Renate, in una gara in cui il tecnico granata ha ruotato tutti i suoi attaccanti. I granata stanno proseguendo la preparazione in vista della quarta giornata: ieri Filippo Scaglia si è allenato precauzionalmente a parte per un fastidio alla caviglia, mentre Alessandro De Leidi ha continuato con il lavoro differenziato. Tutti a disposizione del tecnico Roberto Venturato gli altri giocatori, tranne Sgrigna e Xamin che sono reduci da infortunio. TIFOSI. L’inaugurazione ufficiale della sezione «Jesolo Lido-Pizzeria da Mario-Hotel Lorenz» è stata un autentico successo, fortemente voluto dal titolare del bar Roberto Buscato assieme al sindaco di Jesolo Valerio Zoggia e all’assessore allo sport Ennio Valiante. Presente una qualificata delegazione granata guidata da Margherita Gabrielli con Roberto Venturato e l’intero staff tecnico, i giocatori Sgrigna e Xamin, i dirigenti Federico Cerantola e Silvio Bizzotto, il Centro di coordinamento con i presidenti e numerosi tifosi dei club granata. Pierluigi Basso ha ricordato i legami storici che uniscono il Cittadella con la terra veneziana e le numerose presenze degli amici di Jesolo al Tombolato in questi ultimi campionati. «Saranno ancora più frequenti – ha detto Roberto Buscato – perchè il Cittadella merita un pronto ritorno in serie B». «Un club a Jesolo – ha precisato l’assessore Valiante – significa che il Cittadella si è segnalato per valori sportivi che ci onorano e ci stimolano a continuare». Pierluigi Basso ha colto la palla al balzo proponendo nell’estate prossima una partita amichevole di precampionato allo stadio Armando Picchi di Jesolo per incrementare questa sinergia.
Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Allenamento sotto una pioggia leggera, ieri, per capitan Iori e compagni. Alla seconda seduta settimanale, sulla strada che porterà a Cittadella-Pro Piacenza in cartellone alla ore 15 di domenica al Tombolato, non hanno preso parte ancora una volta i due difensori centrali Filippo Scaglia e Alessandro De Leidi. Il primo, leggermente dolorante ad una caviglia, ha svolto un lavoro differenziato ma soltanto a scopo precauzionale, tant’è che nella seduta di questo pomeriggio si riaggregherà normalmente al gruppo. Preoccupa un po’ di più la situazione di De Leidi, che continua ad avvertire il fastidio al collo del piede che gli ha già fatto saltare la trasferta della scorsa settimana a Meda. Gli esami effettuati non hanno riscontrato fratture, ma la situazione necessita di essere monitorata giorno per giorno. Alessandro Sgrigna prosegue, invece, a correre per conto suo e procede nella fase di riabilitazione. Intanto, continua a salire il numero degli abbonati: a ieri erano 1.033. La campagna di sottoscrizione chiuderà alle 12 di sabato mattina.
Ore 12.10 – (Gazzettino) Che ruolo può avere nell’attuale torneo? «Gente esperta e navigata di categoria superiore come Neto Pereira, Corti, Cunico, Altinier e Fabiano non ha bisogno di presentazioni. Nella mia personale griglia, considerati obiettivi e ingaggi, metto l’Alessandria davanti a tutte, seguito da Cittadella, Pavia e Reggiana; poi vedo Padova, Cremonese, Bassano e, spero, il Feralpi». Che ha vinto due gare su tre compreso l’esordio ad Alessandria: «La mia priorità nelle scelte professionali di quest’estate era legata alla serietà della società, per poter fare in maniera normale quello che amo. Abbiamo giocato molto bene la prima, poi con il Bassano (ko in casa, ndr) potevamo essere più cinici e infine è arrivato l’ultimo successo esterno (5-0 sul campo della ripescata Pro Patria, ndr). E ora il Padova: »Arriva di slancio per i due successi di fila e questa è una dimostrazione di forza. Lo affronteremo a viso aperto come sempre fanno le mie squadre perché non sono capace di giocare a mosse. Entrambe le contendenti possono puntare al bottino pieno e dunque metteranno in campo le proprie carte senza timori e in fondo proprio questa è la parte più bella del calcio».
Ore 12.00 – (Gazzettino) «Ricorderò sempre – aggiunge – quanto successo al termine della gara che ha decretato la matematica retrocessione in Lega Pro quando i tifosi mi hanno chiamato sotto la curva per salutarmi e ringraziarmi. Evidentemente è stato premiato il lavoro e la serietà della persona e questo episodio farà sempre parte della mia vita». Anche da qualcosa finito male, dunque, può restare una traccia positiva: «È stato un miscuglio di cose. Alcune vanno dimenticate, come il mancato rispetto da parte di certe persone (il riferimento alla società di allora è chiaro, ndr), ma rimangono emozioni forti e vere». Il presente del Padova è di altro tenore: «Mi fa piacere che in un solo anno sia tornato tra i professionisti e in primis va applaudita la nuova società che prima lo ha fatto rinascere e poi ha svolto un egregio lavoro. Non conosco gli obiettivi attuali, ma mi aspettavo comunque una squadra protagonista, anche se magari non proprio al primo posto. Vuol dire che si opera sulla falsariga dell’anno scorso».
Ore 11.50 – (Gazzettino) Un anno fa ad affrontare il Padova, con la maglia dell’Union Pro, era stato il figlio Riccardo; domenica, a poco più di un anno dall’epilogo della sua esperienza all’ombra del Santo, il confronto con il suo recente passato sarà diretto. Quello in riva al Garda si prospetta per Michele Serena, ora tecnico del Feralpi Salò, un appuntamento dalle emozioni forti. «Farà un effetto particolare – conferma l’interessato – e tutti sanno che ho il massimo rispetto per questa piazza e l’ambiente». Nonostante l’esito infausto, in una stagione travagliata sul piano tecnico – tre diversi allenatori e due diesse – e societario, il suo legame con il popolo biancoscudato non è stato scalfito di una virgola: «Spiace sia finita così, per me è sempre una ferita aperta e mi sento in debito per qualcosa che non sono riuscito a mantenere, ma non posso dimenticare l’attaccamento dei tifosi verso me e la squadra fino alla fine».
Ore 11.40 – (Gazzettino) Sul campo la Pallalpiede ha giocato le prime due partitelle di trenta minuti. Con il Padova i ragazzi di Valter Bedin hanno tenuto nella prima parte, grazie anche al rigore parato dal portiere albanese Elton, e ai pali che in un paio di occasioni hanno salvato la situazione, ma nel finale Nnaj ha segnato il gol del successo biancoscudato. Con il Cittadella invece Pallalpiede ha pagato la stanchezza e ha subìto quattro gol da Kingsley, Lucon e Carraro, autore di una doppietta. Nell’ultima partita gol decisivo di Kinsley che ha regalato al Cittadella il primo Trofeo Pallalpiede. Il torneo è servito alla polisportiva anche per raccogliere fondi per affrontare il campionato di terza categoria, come l’anno scorso fuori classifica. Anche se, come hanno sottolineato sia Pirruccio che il presidente di Pallalpiede Paolo Piva, il sogno è quello di riuscire l’anno prossimo a costruire una squadra che possa andare anche in trasferta e affrontare così il campionato come tutte le altre.
Ore 11.30 – (Gazzettino) Un centinaio di persone, tra accompagnatori e semplici appassionati, che hanno potuto entrare dentro il perimetro del carcere. Tra loro anche il sindaco Massimo Bitonci, l’assessore allo sport Cinzia Rampazzo, il provveditore Andrea Bergamo, il vice presidente del Padova Edoardo Bonetto, quello del Cittadella Giancarlo Pavin e il past presidente del Panathlon di Cittadella Carlo Svegliado. «Per noi queste giornate sono molto importanti – ha spiegato il direttore della casa di reclusione, Salvatore Pirruccio, che ha fatto gli onori di casa – come tutti gli eventi che portano persone esterne all’interno del carcere. I detenuti devono riacquistare le relazioni che avevano prima di essere ristretti e queste e altre attività possono aiutarli a reinserirsi al meglio una volta usciti». Anche il sindaco Bitonci ha sottolineato l’importanza della giornata e il significato di un appuntamento sportivo del genere per i detenuti, ma anche per la città.
Ore 11.20 – (Gazzettino) Sul campo ha vinto il Cittadella, ma è stata soprattutto una festa che neanche le condizioni meteo incerte hanno in qualche modo rovinato. Ieri le porte della casa di reclusione Due Palazzi si sono spalancate per fare entrare lo sport, in occasione del Trofeo Pallalpiede, che ha visto le Beretti di Padova e Cittadella disputare un triangolare con la squadra «di casa», la Polisportiva Pallalpiede. Una formazione composta da detenuti, che disputa, per il secondo anno consecutivo, il campionato di terza categoria. È stata proprio la polisportiva a dare vita a questo torneo amichevole grazie alla collaborazione con il Panathlon di Cittadella e con il Comune di Padova, che ha allestito la tribuna per gli spettatori esterni, presentatisi per l’occasione alle porte del Due Palazzi.
Ore 11.10 – (Gazzettino) In occasione dell’ultima assemblea dell’Aicb, l’organismo che raccoglie la tifoseria organizzata, sono stati presentati due nuovi club che presto si faranno conoscere ufficialmente alla piazza. Uno opererà ad Albignasego, l’altro nel centro storico di Padova. Si chiama Padova nel cuore ed è sorto per iniziativa di Gianfranco Borsatti, supporter ormai noto a livello nazionale per la famosa clausola prematrimoniale fatta firmare alla futura moglie che gli permetteva di seguire le partite del Padova, del giornalista Claudio Campagnolo e di Roberto Fortin. Il debutto del sodalizio è previsto per martedì 29 alle 19 alla Sala Rossini del Caffè Pedrocchi, futura sede del club, alla presenza dei massimi rappresentanti della società e della squadra. Tornando all’Aicb, l’assemblea ha disposto un ruolo più operativo per il vicepresidente Ilario Baldon e uno spazio costante dedicato al sociale e alla solidarietà, settore che avrà come referenti Giancarlo Agostini del club Avis Biancoscudata e Marco Toso (Croce Verde Biancoscudata).
Ore 10.50 – (Mattino di Padova) È contento, allora, di come sta andando la sua esperienza in Italia? «Molto. All’inizio è stata dura, l’impatto è stato forte, il cambio di vita per me è enorme e la lingua è stata il primo problema. Ma ormai capisco l’italiano, e non posso che essere contento del fatto che il Padova mi abbia dato questa opportunità». Eppure in Italia c’era già stato: un anno fa era rimasto un mese a Catania… «Ma era stato tutto diverso: ero lì solo per allenarmi, per conoscere un po’ il vostro calcio, soprattutto ero con la Primavera. Qui, invece, mi alleno ogni giorno con la prima squadra, ed è molto bello. Nel mio ruolo ci sono giocatori di grande esperienza: da Marcus (Diniz, ndr), Fabiano e Niccolini sto imparando molto». Adesso vive in foresteria, nel tempo libero cosa fa? «Sono stato a Venezia per la prima volta in vita mia, davvero bellissima, ma anche Padova è incantevole. Sto vivendo un’esperienza unica, il solo problema è che non posso giocare. Non vedo l’ora di scendere in campo all’Euganeo, poche volte mi era capitato di vedere uno stadio così bello: solo allenarmi lì mi fa un certo effetto…».
Ore 10.40 – (Mattino di Padova) «Io sono tranquillo, ma ovviamente un po’ preoccupato perché so che, se la situazione non si risolverà, sarò costretto ad aspettare gennaio, e quindi la riapertura del “mercato”, per poter giocare. Fisicamente sono pronto, ma se ci sarà da aspettare, lo farò. Per me, in ogni caso, anche solo essere qui è un sogno». Quando saprà se il suo ricorso sarà andato a buon fine? «Stiamo aspettando la risposta della Fifa, spero che presto arrivi e mi è stato detto che potrebbe giungere tra questa settimana e la prima di ottobre. La verità è che nemmeno io so quale documento manchi, Padova e Huracan pensavano fosse tutto a posto, ma la Federazione si è opposta. Se la risposta sarà positiva, penso di poter entrare in lista, altrimenti sarò costretto a rimanere fuori». Se andasse male, cosa farà? «In ogni caso rimarrò qui: aspetterò anche fino a gennaio, non avrebbe senso tornare in Argentina perché già allenarmi con questa squadra e conoscere il calcio italiano mi sta permettendo di imparare moltissime nuove cose».
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) C’è un giocatore che sta vivendo un’esperienza indimenticabile, a 19 anni ha lasciato il suo Paese per provare l’avventura in un campionato molto considerato all’estero come quello italiano. Per sua sfortuna, però, non può scendere in campo per colpa di un “qui pro quo” che ha coinvolto la sua società in Argentina, il Club Huracan, il Padova e la Federcalcio italiana. Stiamo parlando di Franco Gorzelewski, il giovane difensore giunto alla corte di Parlato durante il ritiro estivo di Pieve di Cadore: finchè la Lega Pro non ha definito le griglie degli “under”, il Padova non ha potuto tesserarlo, e quando è finalmente riuscito a farlo, di traverso si è messa proprio la Figc. Per cui dalla lista campionato, consegnata lunedì, è rimasto fuori. Alla Fifa c’è in atto una vertenza contro la decisione presa da Roma, e nei prossimi giorni è attesa una risposta. Gorzelewski sta, dunque, nel suo limbo, allenandosi tutti i giorni con la squadra, pur sapendo di dover stare fermo. «Per quello che mi è stato detto dal mio procuratore, sembra esserci stato un problema burocratico», spiega il difensore argentino.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Doppio allenamento ieri per i biancoscudati, che torneranno oggi, alle 15.30, alla Guizza per la seduta pomeridiana programmata da Carmine Parlato. Tutti presenti, ieri, agli ordini del tecnico, eccetto il lungodegente Savio Amirante. Si è allenato pure Marco Ilari, che per precauzione, dopo quasi un mese di stop, ha saltato solo la partitella finale: la sua presenza domenica a Salò, in ogni caso, non è ancora sicura, solo il responso di un ulteriore controllo programmato per domani potrà dare, in caso di risposta positiva, il “via libera” definitivo. Ieri, intanto, la Feralpi di Michele Serena, prossima avversaria dei biancoscudati, ha ufficializzato l’innesto di Agatino Garufi, centrocampista ventenne, che ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2016. Lo scorso anno al Santarcangelo, ad inizio stagione si era allenato con il Teramo prima della sentenza sul calcioscommesse. Infine, il dato aggiornato sugli abbonamenti: dopo i 29 di martedì, ieri ne sono stati sottoscritti altri 15. Un po’ pochini…
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) La prima edizione del torneo “Pallalpiede” è stata vinta dalla Berretti del Cittadella, che ha battuto sia i detenuti che il Padova. Per tutt’e tre le squadre è stato un buon allenamento infrasettimanale, pochi giorni dopo l’esordio in campionato. La prima giornata, lo scorso week end, ha regalato un sorriso soltanto al Cittadella, che ha travolto in casa per 5-1 il Sudtirol e sabato farà visita alla Reggiana. Sono, invece, chiamati al riscatto sia il Padova, che ha perso 3-0 a Rimini e sabato giocherà all’Euganeo contro l’Ancona, che la Pallalpiede di Piva e Bedin, sconfitta 2-1 dal Montegrotto nella prima giornata del girone B di Terza Categoria e attesa dallo scontro con il San Giuseppe Abano. Nella prima partita del torneo, ieri, il Padova ha piegato la Pallalpiede soltanto nel finale (i tempi erano di mezz’ora), segnando con Emanuel Nnaji dopo aver sprecato diverse occasioni, tra cui un rigore. Nella seconda gara, anche il Cittadella ha fatto un po’ di fatica inizialmente ad aver ragione della resistenza dei detenuti, prima di dilagare, vincendo 4-0 grazie alla doppietta di Carraro e ai gol di Lucon e Kingsley Adu Gyamfi. Lo stesso Adu Gyamfi ha deciso anche l’ultima e decisiva partita del triangolare, segnando, sugli sviluppi di un calcio di punizione, il gol con il quale il Cittadella ha sconfitto il Padova, vincendo così partita e torneo..
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Anche per loro quello di ieri è stato un evento, al punto che un detenuto ha esposto fuori dalle inferriate un cartellone con scritto: “Cittadella nel mio cuore”. E magari avrà pure gioito per la vittoria finale dei granata. Ha assistito al torneo anche il sindaco Massimo Bitonci (accompagnato dall’assessore allo Sport Cinzia Rampazzo), che si è complimentato con gli organizzatori per questo progetto, rivolgendosi poi ai detenuti: «Mi auguro che, quando sarà finita questa parte della vostra vita, possiate integrarvi pienamente nella società. Io sono sicuro che eventi come questo vi facciano capire che tutti noi, fuori da queste mura, vi aspettiamo e vi auguriamo un futuro radioso». Presente anche il provveditore agli Studi di Padova Andrea Bergamo, visto che in carcere c’è una sezione dell’istituto Einaudi. Per il Padova c’erano il già ricordato Bonetto jr. e Marco Bergamin, mentre dalla sponda granata è arrivato il vice-presidente Giancarlo Pavin, assieme ai rappresentanti del Panathlon di Cittadella, uno dei maggiori sostenitori di Pallalpiede. La frase più suggestiva, però, l’ha regalata il direttore del carcere, Salvatore Pirruccio: «Ringrazio tutti i responsabili di Pallalpiede per quanto fanno. Come saprete e immaginate, noi possiamo giocare solo qui in carcere, per così dire “in casa”. La speranza è, fra qualche anno, di riuscire a mettere in piedi una squadra che possa avere anche il permesso di giocare in… trasferta».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Un successo di pubblico (non potevano entrare più di un centinaio di persone), un successo per quanto riguarda le offerte ricevute dalla Polisportiva, un successo per l’Associazione Nairi Onlus, che un anno fa, grazie al lavoro di Laura Mottarlini, ha dato vita a questo progetto. Che l’iniziativa Pallalpiede stia funzionando bene s’intuisce da tanti piccoli segnali: per esempio dai sorrisi stampati sulla bocca di più di un detenuto-calciatore. Come due ragazzi del Sud, che, dopo essersi avvicinati timidamente agli operatori tv presenti, hanno chiesto quando sarebbe andato in onda il servizio e se ci fosse lo streaming, così i parenti a casa avrebbero potuto vederli. E già questa è stata una piccolissima gioia. La gioia più grande, tuttavia, immaginiamo possa averla vissuta il portiere albanese Elton. Da otto anni in carcere, con una pena che scadrà tra altri 15, è uno dei veterani della squadra e si è presentato dopo pochi minuti di gioco parando un rigore al Padova. È un ragazzo che prova a mantenere il morale alto, che ha chiesto al vice-presidente biancoscudato Edoardo Bonetto di regalargli un paio di guanti e di concedergli una foto, mentre quando è uscito dal campo, per essere sostituito dall’altro portiere Spula (idolo dei compagni), si è sentita l’ovazione dei “tifosi”, ovverosia degli altri detenuti, intenti ad osservare uno scorcio di partita dalle proprie celle, all’ultimo piano del carcere.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Sembra incredibile, ma c’è uno stadio a Padova in cui gli “spalti” sono molto più lontani dal terreno di gioco rispetto all’Euganeo. E le barriere ci sono, eccome, poi il campo è un po’ spelacchiato, sembra anche più corto e stretto rispetto al normale. Eppure, per un pomeriggio è sembrato l’impianto più suggestivo del mondo. Per tutti. Per chi aveva segnato sul calendario questo appuntamento e non vedeva l’ora di confrontarsi con dei calciatori veri. Per chi non era mai entrato in un istituto penitenziario e ha provato più di un brivido lungo la schiena nel rincorrere un pallone fianco a fianco con chi lotta per mantenere accesa la speranza di una vita migliore. E anche per due società che sembrano aver iniziato nel migliore dei modi la stagione pure fuori dal campo, ritrovandosi unite nel nome dello stesso progetto, in attesa del prossimo derby (11 ottobre). Può sembrare un luogo comune, ma chi ha vissuto la giornata di ieri non può che confermare il successo della prima edizione del trofeo “Pallalpiede”, che ha messo di fronte, sul terreno di gioco del carcere Due Palazzi, la squadra composta esclusivamente da detenuti, e le formazioni Berretti di Padova e Cittadella.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Martedì prossimo, 29 settembre, alle ore 19 nella prestigiosa sala Rossini del Caffè Pedrocchi verrà inaugurato un nuovo Club biancoscudato, “Padova Nel Cuore”. Alla presentazione interverranno tutti gli iscritti, autorità ed una rappresentanza della società di viale Nereo Rocco, a cominciare dal presidente Giuseppe Bergamin per proseguire con il vice Edoardo Bonetto e il ds Fabrizio De Poli. Insieme a loro ci saranno l’allenatore Carmine Parlato e diversi giocatori della prima squadra. Ma com’è nata l’idea di fondare il club in una sede così prestigiosa della città? Tre le persone che hanno portato avanti l’iniziativa e ne hanno permesso la concretizzazione: il supertifoso Gianfranco Borsatti, salito alla ribalta della cronaca per il celebre patto pre-matrimoniale che gli permette di assistere a tutte le partite del Padova; Roberto Fortin, anch’egli imprenditore e amico di Borsatti; e Claudio Campagnolo, direttore ed editore della testata “Uno Magazine”. Successivamente si sono aggregati con entusiasmo Ferruccio Ruzzante, titolare dell’agenzia Studioverde (il logo del club è opera sua, così come l’house organ del Calcio Padova), Gianfilippo Panazzolo, dirigente di Padovafiere, e Remigio Ruzzante, fratello di Ferruccio e componente del duo “Bronse Querte”, oltre ad essere l’attuale speaker dello stadio Euganeo. “Padova Nel Cuore” – fanno sapere in una nota i fondatori – «vuole essere e sarà un club aperto a tutti gli sportivi e non solo, di ogni ceto ed estrazione sociale, purché appassionati del Padova e di tutto ciò che accade di positivo nella nostra città». Il nuovo sodalizio è affiliato all’Aicb ed ha già riservato a tutti gli iscritti una splendida sciarpa con i colori ed il logo allegati. Per ulteriori informazioni sull’iscrizione è a disposizione la pagina Facebook: Padova Nel Cuore.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Ha vissuto sulla propria pelle un’altra gestione scellerata, quella di Yury Korablin a Venezia e ha deciso di dire basta, firmando per il Feralpisalò. Un club sano, una società modello con prospettive di playoff concrete, tanto che nelle prime tre giornate sono arrivate due vittorie e appena una sconfitta, peraltro controversa come quella contro il Bassano. A quota sei punti in classifica, appena uno in meno del Padova capolista, Serena va a gonfie vele e può affrontare i biancoscudati con relativa serenità, nonostante qualche spiffero sul caso-Pinardi che ha un po’ agitato le acque in settimana e che ovviamente Serena non vuole in alcun modo commentare. «Vuole la verità? Mi sento ancora in debito nei confronti di Padova e del Padova – spiega – e sono veramente contento di poterlo affrontare domenica sul campionato in una situazione normale. Ho chiuso quella stagione con la retrocessione e penso sia l’unico caso in Italia di un allenatore applaudito nonostante non sia riuscito a salvare la squadra. Ce l’ho messa tutta, dall’inizio alla fine, ma purtroppo non sono riuscito a fare quello che avrei voluto». Certo. Non è colpa sua. Serena incalza: «Di Penocchio e Valentini penso tutto il peggio possibile, ma evito di dire altro, perché non ne vale più la pena. Gli stipendi non pagati? Mi sono affidato all’Aic e a Diego Bonavina e non ho più saputo nulla. Solo leggendo i giornali ho saputi del raggiungimento del concordato su quanto mi spetta, ma aspetto sempre una telefonata per capire come finisce questa storia. Meglio voltare pagina, ma spero e mi auguro che ognuno di quelli che incontrerà queste persone si volti dall’altra parte. Queste persone non possono più fare calcio, perché hanno creato un danno incredibile non solo a me, ma a tutta la città e ai giocatori che vestivano la maglia del Padova quell’anno. Poi, si sa, siamo in Italia e certe vicende finiscono quasi sempre a tarallucci e vino…».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) «Sa qual è la cosa più incredibile? Le racconto un episodio che non è mai venuto fuori prima d’ora. E riguarda la partita con l’Avellino all’ultima di campionato». Michele Serena, un anno e mezzo dopo il misfatto, ossia il crac sportivo del Padova di Diego Penocchio, ritorna a sfogliare «una delle più brutte pagine di un’intera carriera». E lo fa raccontando un retroscena inedito che, a distanza di tanto tempo, fa capire molte cose: «Eravamo già matematicamente retrocessi e all’ultima giornata affrontavamo l’Avellino. Alla vigilia della partita, Andrea Valentini si avvicinò a me e mi disse che potevamo andare a casa, che non serviva fare il ritiro prepartita in quella situazione. Non dissi nulla ed eseguii, tanto che i ragazzi furono mandati a casa come accade nelle squadre amatoriali. E ci trovammo il giorno dopo direttamente al campo». Ma la parte interessante dell’aneddoto inizia adesso. «E sa qual è il colmo? Il presidente Diego Penocchio – incalza Serena – che evidentemente non sapeva nulla, mi telefonò la mattina della partita raccomandandomi di chiudere bene il campionato, perché magari un ripescaggio avrebbe potuto salvare la stagione e arrivare terzultimi poteva aiutare molto. Come andò a finire lo sanno tutti. Vincemmo, battemmo l’Avellino e, se la squadra fosse stata iscritta alla Lega Pro, saremmo stati ripescati. Ecco, racconto questo episodio a distanza di tempo per far capire l’assurdità della situazione che ha vissuto Padova in quella maledetta stagione che abbiamo vissuto». Domenica c’è Feralpisalò-Padova. Serena affronta per la prima volta la sua ex squadra. E si sente ancora in debito.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) L’iniziativa di Pallalpiede, nata un anno e mezzo fa dalla caparbietà del presidente Paolo Maria Piva, che insegna l’italiano agli stranieri rinchiusi al Due Palazzi, e dei suoi più stretti collaboratori, Lara Mottarlini e Andrea Zangirolami, è stata lodata pure da Massimo Bitonci, sindaco di Cittadella per un decennio e di Padova da una quindicina di mesi: «Questa è una grande giornata che va oltre lo sport», ha detto prima che cominciassero le tre mini-partite da mezzora ciascuna, indicando i detenuti (in particolare albanesi, rumeni, marocchini e tunisini dentro per spaccio e rapine), incitati sia dai compagni di cella affacciati alle finestre che da una cinquantina di spettatori (parenti e amici) sistemata in una tribunetta montata per l’occasione e allenati da Valter Bedin, tecnico federale che sta mettendo testa, cuore e polmoni in un progetto forse unico in Italia. Agonismo, sorrisi e tantissima emozione, pure negli occhi dei ragazzini biancoscudati e granata. E più di qualche, strepitosa parata del portiere di Pallalpiede, l’albanese Elton, che sta scontando una pena di ben 23 anni e che ha evitato ai suoi un passivo più pesante. Per la cronaca, il triangolare è stato vinto dal Cittadella, che ha sconfitto sia i detenuti (4-0) che il Padova (1-0). Ma a trionfare davvero, mai come ieri, è stata la bontà di un progetto che meriterebbe presto di valicare le recinzioni del Due Palazzi.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) «La nostra squadra milita nel campionato di Terza Categoria e disputa tutte le partite in casa. Beh, posso dire che stiamo studiando il modo per poter giocare qualche gara pure in trasferta. Sarebbe fantastico». Alla fine, della giornata speciale vissuta all’interno del carcere Due Palazzi di Montà, restano soprattutto le parole del direttore dell’istituto Salvatore Pirruccio. Parole piene di soddisfazione, impegno e speranza. Con l’obiettivo di portare oltre le mura del penitenziario un progetto, quello della Polisportiva Pallalpiede, che rappresenta comunque, in linea con lo slogan «Un calcio al pregiudizio», già un successo. Di cui il pomeriggio di ieri, quando per la prima volta due formazioni professionistiche (e, tutto sommato, poco importa che Padova e Cittadella abbiano deciso di impiegare i ragazzi della Berretti e non quelli della Lega Pro) sono appunto entrate in carcere per misurarsi in un triangolare con la squadra dei detenuti, ha costituito la classica ciliegina sulla torta.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (quarta giornata, 26-27-28 settembre): sabato ore 17.30 AlbinoLeffe-Pro Patria, domenica ore 14.00 Cuneo-Pavia, domenica ore 15.00 Cittadella-Pro Piacenza, Cremonese Mantova, Lumezzane-Alessandria e Pordenone-Renate, domenica ore 16.00 SudTirol-Bassano Virtus, domenica ore 17.00 FeralpiSalò-Padova, lunedì ore 20.30 Reggiana-Giana Erminio.
Ore 08.28 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Padova, Bassano e Giana Erminio 7, FeralpiSalò, Pavia e SudTirol 6, Cremonese e Reggiana 5, Alessandria, Cittadella e Pordenone 4, Mantova 3, Pro Piacenza e Renate 2, AlbinoLeffe, Cuneo, Lumezzane e Pro Patria 0.
Ore 08.26 – Lega Pro girone A, i risultati della terza giornata: Giana Erminio-Cuneo 1-0 (Rossini (Ge) al 1′ pt) giocata ieri, Pro Patria-FeralpiSalò 0-5 (Tortori (Fs) al 27′ pt, Greco (Fs) su rigore al 32′ pt, Bracaletti (Fs) al 15′ st, Romero (Fs) al 19′ st, Greco (Fs) al 34′ st), Pro Piacenza-Reggiana 1-1 (Bruccini (Re) al 7′ pt, Cristofoli (Pp) al 14′ pt), Renate-Cittadella 0-0, Bassano-AlbinoLeffe 2-0 (Iocolano (Ba) su rigore all’11 pt, Germinale (Ba) al 17′ st), Padova-Lumezzane 1-0 (Altinier (Pd) al 28′ st), Alessandria-Cremonese 0-0, Mantova-Pordenone 1-1 (Strizzolo (Pn) al 45′ pt, Carini (Mn) al 7′ st), Pavia-SudTirol 2-1 (Marchi (Pv) al 25′ pt, Bellazzini (Pv) al 26′ st, Gliozzi (St) su rigore al 45 st).
Ore 08.24 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.22 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 23 settembre: doppia seduta di allenamento per i Biancoscudati, tutti presenti ad eccezione di Amirante.