FeralpiSalò-Padova, Serena: “Di Penocchio e Valentini penso tutto il peggio possibile! E quella volta con l’Avellino…”

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«Sa qual è la cosa più incredibile? Le racconto un episodio che non è mai venuto fuori prima d’ora. E riguarda la partita con l’Avellino all’ultima di campionato». Michele Serena, un anno e mezzo dopo il misfatto, ossia il crac sportivo del Padova di Diego Penocchio, ritorna a sfogliare «una delle più brutte pagine di un’intera carriera». E lo fa raccontando un retroscena inedito che, a distanza di tanto tempo, fa capire molte cose: «Eravamo già matematicamente retrocessi e all’ultima giornata affrontavamo l’Avellino. Alla vigilia della partita, Andrea Valentini si avvicinò a me e mi disse che potevamo andare a casa, che non serviva fare il ritiro prepartita in quella situazione. Non dissi nulla ed eseguii, tanto che i ragazzi furono mandati a casa come accade nelle squadre amatoriali. E ci trovammo il giorno dopo direttamente al campo». Ma la parte interessante dell’aneddoto inizia adesso. «E sa qual è il colmo? Il presidente Diego Penocchio – incalza Serena – che evidentemente non sapeva nulla, mi telefonò la mattina della partita raccomandandomi di chiudere bene il campionato, perché magari un ripescaggio avrebbe potuto salvare la stagione e arrivare terzultimi poteva aiutare molto. Come andò a finire lo sanno tutti. Vincemmo, battemmo l’Avellino e, se la squadra fosse stata iscritta alla Lega Pro, saremmo stati ripescati. Ecco, racconto questo episodio a distanza di tempo per far capire l’assurdità della situazione che ha vissuto Padova in quella maledetta stagione che abbiamo vissuto». Domenica c’è Feralpisalò-Padova. Serena affronta per la prima volta la sua ex squadra. E si sente ancora in debito.

Ha vissuto sulla propria pelle un’altra gestione scellerata, quella di Yury Korablin a Venezia e ha deciso di dire basta, firmando per il Feralpisalò. Un club sano, una società modello con prospettive di playoff concrete, tanto che nelle prime tre giornate sono arrivate due vittorie e appena una sconfitta, peraltro controversa come quella contro il Bassano. A quota sei punti in classifica, appena uno in meno del Padova capolista, Serena va a gonfie vele e può affrontare i biancoscudati con relativa serenità, nonostante qualche spiffero sul caso-Pinardi che ha un po’ agitato le acque in settimana e che ovviamente Serena non vuole in alcun modo commentare. «Vuole la verità? Mi sento ancora in debito nei confronti di Padova e del Padova – spiega – e sono veramente contento di poterlo affrontare domenica sul campionato in una situazione normale. Ho chiuso quella stagione con la retrocessione e penso sia l’unico caso in Italia di un allenatore applaudito nonostante non sia riuscito a salvare la squadra. Ce l’ho messa tutta, dall’inizio alla fine, ma purtroppo non sono riuscito a fare quello che avrei voluto». Certo. Non è colpa sua. Serena incalza: «Di Penocchio e Valentini penso tutto il peggio possibile, ma evito di dire altro, perché non ne vale più la pena. Gli stipendi non pagati? Mi sono affidato all’Aic e a Diego Bonavina e non ho più saputo nulla. Solo leggendo i giornali ho saputi del raggiungimento del concordato su quanto mi spetta, ma aspetto sempre una telefonata per capire come finisce questa storia. Meglio voltare pagina, ma spero e mi auguro che ognuno di quelli che incontrerà queste persone si volti dall’altra parte. Queste persone non possono più fare calcio, perché hanno creato un danno incredibile non solo a me, ma a tutta la città e ai giocatori che vestivano la maglia del Padova quell’anno. Poi, si sa, siamo in Italia e certe vicende finiscono quasi sempre a tarallucci e vino…».

(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello)




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