Live 24! FeralpiSalòPadova, -4: doppia seduta per i Biancoscudati, si lavora a ritmi serrati

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Ore 22.40 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Padova, Bassano e Giana Erminio 7, FeralpiSalò, Pavia e SudTirol 6, Cremonese e Reggiana 5, Alessandria, Cittadella e Pordenone 4, Mantova 3, Pro Piacenza e Renate 2, AlbinoLeffe, Cuneo, Lumezzane e Pro Patria 0.

Ore 22.30 – Lega Pro girone A, fischio finale: Pavia-Pro Patria 4-0, dilaga nella ripresa la squadra dell’ex biancoscudato Marcolin.

Ore 22.10 – (Corriere delle Alpi) Abile e arruolabile: Giovanni Pescosta è pronto a riprendere il suo posto sulla fascia destra. Il terzino dell’Ital-Lenti Belluno ha definitivamente smaltito l’infortunio al piede ed è ora a disposizione di mister Roberto Vecchiato. Una manna, perché l’assenza di “Pesco” si è fatta sentire tremendamente in questo avvio di stagione: l’ex San Giorgio, infatti, è un fuoriquota (classe 1996) solido in difesa, ordinato, maturo e capace di garantire una spinta costante sulla sua corsia. IN CAMPO – Se la retroguardia gialloblù ha subìto una rete in ognuna delle quattro partite fin qui disputate e si è vista assegnare ben tre rigori a sfavore, uno dei motivi è legato anche all’infortunio di Pescosta. Che, a ridosso del match casalingo contro il Montebelluna, assicura: «Sto bene. Oggi (ieri per chi legge, ndr) ho svolto regolarmente l’allenamento e domani (oggi, ndr) farò anche la partitella. Negli ultimi giorni, ho lavorato molto sulla forza. E ora mi auguro di non avere più problemi». MOMENTO NO – Dopo l’avvio poco felice di un Belluno fin qui mai vittorioso e malato di pareggite, il terzino predica calma: «Non c’è nulla di cui preoccuparsi, per il semplice motivo che abbiamo sempre giocato a calcio e imposto il nostro gioco. Contro il Levico, per esempio, meritavamo assolutamente di vincere. È solo un periodo un po’ storto, ma passerà». A detta di “Pesco”, sono due, in particolare, gli aspetti da rivedere: «In fase difensiva dobbiamo evitare alcune disattenzioni, che ci sono costate qualche rigore. Ed è necessario aumentare la cattiveria negli ultimi metri: tuttavia, quel paio di occasioni che sbagliamo a partita, si trasformeranno presto in gol». VICE CAPOLISTA – Nel frattempo, il prossimo avversario ha i contorni della vice capolista. E di una squadra che ha collezionato tre successi in quattro match: «Col Montebelluna ci aspetta una gara ancora più tosta, perché loro davanti sono giovani, energici e vanno a mille all’ora. L’importante sarà limitare le ripartenze avversarie. E continuare a imporre il nostro gioco». Con Pescosta ormai recuperato, l’intera rosa è attualmente a disposizione di Vecchiato: per uscire dall’impasse, serve il contributo di tutti.

Ore 21.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La buona notizia è che Nicolò Brighenti, dopo l’intervento subìto sabato notte per la lacerazione del pancreas (dopo lo scontro fortuito di gioco con il portiere Mauro Vigorito durante Vicenza-Como), è stato trasportato nel reparto di chirurgia. Le condizioni dello sfortunatissimo difensore del Vicenza stanno lentamente migliorando. Ieri Brighenti è stato fatto sedere per qualche minuto in poltrona, vicino al letto, anche se i medici dell’ospedale San Bortolo di Vicenza confermano che il paziente ha bisogno di riposo e di essere lasciato tranquillo. «Per il momento il decorso operatorio procede bene — ha spiegato il responsabile medico del Vicenza, Giovanni Ragazzi — ma, come detto già domenica mattina appena conclusa l’operazione, ci sarà bisogno di almeno altri due o tre giorni per avere un quadro più chiaro della situazione. Per cui adesso Nicolò ha bisogno di riposare e di stare tranquillo». Un messaggio diretto ai tantissimi tifosi del Vicenza, amici e simpatizzanti che hanno coperto di affetto Brighenti su Fb e sul web, e che vorrebbero manifestare la propria vicinanza al difensore di Bussolengo. «Ringraziamo tutti per le tante manifestazioni di affetto — sottolinea Marco Brighenti, fratello di Nicolò — ma, a nome della famiglia, chiedo che per qualche giorno Nicolò possa stare sereno senza ricevere visite che sicuramente gli farebbero piacere, ma che potrebbero magari agitarlo: nelle sue condizioni non è il caso». La cosa importante è che il decorso operatorio proceda secondo i programmi, e a riguardo arrivano buone notizie. «Nicolò sta un po’ meglio — conferma il fratello — è uscito dalla terapia intensiva e sta avendo un buon decorso operatorio con valori nella norma. Ha provato anche ad alzarsi, ma è ovviamente molto provato e non c’è la necessità di accelerare i tempi. Adesso dovremo attendere di capire come reagirà l’organismo all’operazione al pancreas, ma siamo fiduciosi che tutto possa andare al meglio». E sul fatto che Brighenti seguisse la partita del Vicenza a Lanciano c’erano pochi dubbi, conoscendo il suo profondo attaccamento ai colori biancorossi e la compattezza che regna nello spogliatoio berico. «Chiunque conosca un po’ Nicolò — anticipava Marco nel primo pomeriggio — sa bene che è impossibile per lui non seguire la partita del Vicenza. In televisione o alla radio non se la perde di certo. E di impedirgli di seguirla non ci abbiamo nemmeno pensato: sappiamo che sarebbe stata solo fatica sprecata…».

Ore 21.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Era la prima partita dopo il gravissimo infortunio a Nicolò Brighenti e l’apertura del match è stata toccante: i due capitani Mammarella e Cinelli a centrocampo con una maglia del Lanciano con la scritta, sopra il numero 7, «Forza Nicolò». Ma la sfortuna non ne vuole sapere, evidentemente, di abbandonare i colori biancorossi. In pochi giorni prima il dramma che ha colpito Brighenti nel match contro il Como, poi ieri Mantovani si arrende a fine primo tempo per infortunio e, come se non bastasse, il suo sostituto Gagliardini dopo un minuto dal suo ingresso in campo viene tramortito da Pucino in un tremendo scontro fortuito. Risultato: infermeria, ambulanza e mini-degenza in ospedale per accertamenti. Il giocatore ha riportato una forte botta allo zigomo (la situazione è stata definita «stabile» e senza complicazioni) ma resta sconcertante l’ondata di malasorte abbattutasi nella città del Palladio. Sul campo il Vicenza strappa un faticoso pareggio a Lanciano, rischiando seriamente di capitolare proprio all’ultimo secondo, quando Lanini di testa spedisce a lato da ottima posizione. Alla lettura delle formazioni qualche piccola sorpresa c’è sempre. Giacomelli e Galano partono in panchina (qualche segnale a dire la verità c’era stato, ma è comunque una notizia), mentre davanti Raicevic guida il reparto offensivo con Laverone e Gatto a supportarne l’azione. D’Aversa dà fiducia a Bacinovic ed esclude Vastola, oltre al protagonista assoluto di Trapani (Lanini). Il primo tempo scorre senza grossi scossoni, un copione già visto tante volte da quando in panchina c’è Pasquale Marino. Tutto quasi soporifero, fino alla fine del primo tempo, quando accade l’imponderabile. Sembra incredibile, ma non bastasse quanto accaduto a Brighenti (a proposito, calorosissimi gli applausi e i cori riservati dalla curva del Lanciano allo sfortunatissimo difensore biancorosso), la sfortuna decide di accanirsi contro il Vicenza nel finale di tempo. Si fa male Mantovani e già questo basterebbe per cadere nello sconforto, considerata la carenza di difensori per Pasquale Marino. Entra Gagliardini, passano pochi istanti e un duro scontro in area di rigore con Pucino tramortisce il neo-entrato. Attimi di panico, mani nei capelli dei giocatori, intervento dell’arbitro Ros e sostituzione immediata. Gagliardini, dotato di tutore al collo, esce dal campo sull’auto di servizio utilizzata dal servizio sanitario presente allo stadio Biondi e poi in ambulanza fra gli applausi del pubblico sugli spalti. Si riprende a giocare ma né nel primo, né nel secondo caso Marino sceglie di ricorrere a Rinaudo (davvero così in ritardo di condizione da non poter tornare utile neppure in caso di emergenza?) inserendo un centrocampista offensivo come Galano. La rivoluzione è doppia. Inizialmente Laverone passa a fare il terzino destro, Sampirisi si sposta centrale, Gagliardini «scalza» Vita che passa a fare l’esterno alto a destra. Con l’ingresso di Galano, invece, Vita torna a fare l’interno di centrocampo. Il risultato è che a inizio ripresa la squadra risulta quantomeno parzialmente snaturata, con lo spostamento di Vita. Gatto è il solito furetto dell’area di rigore e sfiora il vantaggio, ma è Piccolo al 7’ ad andare più vicino all’1-0 con un meraviglioso tiro a giro che esce davvero di un capello alla destra del palo della porta di Vigorito. Ed è ancora Piccolo al 12’ su corta respinta della difesa biancorossa a colpire a botta sicura: la palla sarebbe in porta, ma c’è una deviazione quantomai provvidenziale che salva Vigorito. Poco dopo Mammarella tenta il tiro al volo murato da Cinelli, poi D’Aversa sostituisce Di Cecco (troppo impreciso) con il sempreverde Vastola. L’assalto del Lanciano si concretizza in tante palle spedite in area, il Vicenza replica con una punizione alta di Galano, poi Lanini al 94’ per un soffio non confeziona la beffa finale.

Ore 21.20 – Lega Pro girone A, termina il primo tempo del recupero: Pavia-Pro Patria 1-0, rete di Cesarini su rigore al 26′ e “tigrotti” in inferiorità numerica.

Ore 21.00 – (Gazzetta di Reggio) Oggi pomeriggio, alle 17.30 presso il palazzo della Provincia all’interno dell’ufficio del presidente della Provincia Giammaria Manghi, verrà presentato ufficialmente l’ingresso di Bitecnology come nuovo socio di A.C. Reggiana 1919 S.p.a. All’appuntamento saranno presenti Stefano Compagni, Presidente di A.C. Reggiana 1919 S.p.a. e Gianni Perin di Bitecnology. La squadra: ieri gli uomini di Mr. Colombo si sono ritrovati in via Agosti per iniziare la lunga settimana che porta alla sfida di lunedì sera, ore 20.30 al Città del Tricolore, contro il Giana Erminio. Luca Giannone era regolarmente in gruppo: l’infortunio accusato dal fantasista nella sfida di Coppa Italia TIM, ad inizio agosto col Perugia, sembra solo un cattivo ricordo e contro la formazione milanese si candida per una maglia. Per Antonio Vacca è questione di ore ma il futuro sarà a Foggia dove troverà l’altro ex-granata Roberto De Giosa ma soprattutto un clima infuocato per il brutto inizio di campionato dei pugliesi. Per Francesco Rampi e Stefano Barilli procede bene il recupero, pur lavorando a parte, e si è rivisto in abiti civili l’attaccante Max Pesenti che inizierà con i carichi di lavoro in palestra la prossima settimana. Oggi seduta alle ore 15.30. Giudice Sportivo: non ci saranno squalificati nelle file di Reggiana e Giana Erminio ma per gli ospiti pende la spada di Damocle del ricorso del Cuneo, presentato dopo la gara di venerdì scorso, perché l’illuminazione dello stadio comunale di Gorgonzola è venuta a mancare per una ventina di minuti costringendo l’arbitro alla momentanea sospensione: gara conclusasi per 1-0 in favore della Giana con tanto di primato in classifica, ma risultato che potrebbe non essere omologato. Designazioni arbitrali: Reggiana-Giana Erminio sarà diretta da Daniel Amabile di Vicenza assistito da Mauro Galeotto di Rovigo e Gianluca Sartori di Padova.

Ore 20.40 – (Gazzetta di Reggio) Dopo tre gare di campionato, Dario Maltese fa il punto della situazione della Reggiana. Come si spiega la non vittoria di Piacenza? «Una grande sfortuna: due rigori sbagliati per la seconda volta, un salvataggio sulla linea su Nolè e un palo di Angiulli. Pazienza, siamo amareggiati ma felici perché il gruppo cresce, il gioco migliora e siamo sulla strada giusta». Partenza impeccabile? «Bravi noi a cercare di muovere la palla, scambiandoci anche le posizioni a centrocampo, per dimostrare subito chi fossero i padroni del campo e questo mi fa pensare che siamo cresciuti rispetto alle altre partite». Perché il calo nella ripresa? «Coi rigori sbagliati sulla coscienza volevamo attaccare per fare risultato pieno e gli spazi in mezzo al campo si allargavano concedendo qualcosa, poi vanno messi in conto anche gli avversari che sono lì per crearti problemi». Come vive questo ritorno alla Reggiana dopo un’estate travagliata? «Adesso sto bene ma credo di avere ulteriori margini di miglioramento per dimostrare, a chi non ha creduto in me, di valere anche una categoria superiore. Cerco di ritagliarmi il mio posto dimostrando di saper fare quello che il tecnico mi chiede, poi è logico che sia lui a scegliere chi scende in campo perché anche Bartolomei in questa categoria è un giocatore valido». Non vivrà più il dualismo con Vacca? «Sono amico di Antonio e la sua partenza è una perdita importante, ma ha fatto questa scelta e la rispettiamo». Con tanta concorrenza a centrocampo prevede la possibilità di qualche partita in ruoli differenti? «La scorsa stagione ho sostituito sia Bruccini sia Angiulli oltre ad aver giocato da esterno offensivo quindi non c’è problema ma penso di esprimermi meglio come mezzala o davanti alla difesa. Qualcuno mi vede come trequartista? Ho fatto anche quello ma in questa squadra ci sono già giocatori importanti in quel ruolo come Giannone e Nolè». In quale modulo fra tanti provati finora, si sente più a suo agio? «Per ora è meglio il solito 4-3-3 però nelle ultime gare, anche cambiando qualcosa, abbiamo giocato discretamente bene». Cosa le chiede il tecnico? «Di velocizzare il gioco e fare giocare i miei compagni quando sono bloccato ma l’importante è fare le cose con serenità e tranquillità, poi vedrete che ci toglieremo tante soddisfazioni. Siamo in crescita ma vedo che manca ancora qualcosa». Allude a Giannone e Pesenti? «Sono due pedine importanti soprattutto per l’attacco dove per Arma ora non ci sono alternative». Serenità e tranquillità date anche da una società che finalmente si è stabilizzata? «Noi dobbiamo pensare a giocare, infatti l’anno scorso non fu un problema, però è un bene per tutti che ci sia una certa stabilità». Quando vedremo la vera Reggiana? «Siamo cresciuti gradatamente la scorsa stagione per arrivare ad un passo dal sogno, col sacrificio ci riproveremo».

Ore 20.10 – (Gazzetta di Mantova) L’ex Varese e Sudtirol Gianpietro Zecchin (1983), Davide Carcuro (1987) e Riccardo Perpetuini (1990) sono i tre nuovi giocatori che la Cremonese proverà fin da oggi nel test a Castelleone (contro la squadra che milita nel campionato di Promozione Crl) alle 17,30. I tre hanno sostenuto il primo allenamento al campo Soldi con la squadra di mister Alfredo Pea. La Cremonese ha ancora tre posti liberi in lista e dunque potrebbe anche decidere di fermarli tutti. Zecchin è un centrocampista offensivo, cresciuto nel Sudtirol e con varie esperienze in B, non molto alto di statura e reduce da un’operazione alla caviglia. Carcuro, ex Venezia e Salernitana, è invece un mediano che potrebbe anche giocare davanti alla difesa come eventuale sostituto di Rosso. Perpetuini ha giocato con L’Aquila, Salernitana e Foggia. Anche lui è un mediano che può giocare centrale o come mezz’ala. Dopo Quaggiotto e Malaccari, la Cremonese valuterà anche questi tre elementi.

Ore 19.50 – (Gazzetta di Mantova) Manuel Scalise dovrà rimanere fermo per due settimane dopo che l’ecografia alla quale è stato sottoposto nel pomeriggio di ieri ha evidenziato un lieve stiramento al polpaccio che richiede un paio di settimane di stop. Un’altra tegola per mister Maspero, che già deve fare fronte alle indisponibilità di Momentè e Puccio, oltre che di Gonzi, che oggi riprende ad allenarsi con il gruppo. Ieri il mister ha fatto svolgere una serie di esercizi atletici e alcune partitelle a campo ridotto. Per oggi, con inizio alle 16.45, è in programma l’amichevole al «Massimo Chiaventi» di Goito contro lo Sporting Club di mister Novellini, che milita in Prima categoria. Il test permette anche ai biancoros«si, che da domani torneranno ad allenarsi a Mantova, di congedarsi dalla società goitese che li ha ospitati per circa cinquanta giorni. Il giudice sportivo ha multato di 500 euro il Mantova per il lancio di petardi dalla Te. Cremonese-Mantova sarà diretta da Perotti di Legnano.

Ore 19.30 – (Gazzetta di Mantova) Le bandiere non hanno età nè perdono col tempo quel pizzico di condizione che l’usura dell’età inevitabilmente soffia via a noi miseri mortali. Le bandiere sono ferme, imperterrite ed implacabili, pronte ad affrontare ogni partita come fosse la finale del campionato del mondo. Le bandiere sono nate con l’occhio della tigre e buon per il Mantova che la bandiera si chiami Gaetano Caridi, sette lustri (dire che ha 35 anni sarebbe brutto…) di classe, esperienza, grinta ed umiltà che non hanno paragone nell’ultimo quarto di secolo di storia dell’Acm. La bandiera vive tranquillamente l’atmosfera pre-derby, che è tale solo per un coriandolo di mesi che spinse il nostro in grigiorosso, all’ultima sofferta asperità prima di tornare dopo quattro anni d’esilio nella città che lo adora ricambiata, in cui ha messo famiglia e da cui oggi guarda con fiducia al futuro. Perchè alle bandiere non è concesso aver dubbi nè timori, loro sono emblema di scelte di vita, e quella di Caridi è certificata in quel fazzoletto di terra dove ogni sportivo ha nel cuore e nella mente un episodio, una parola, un gol di Gaetano e che riassume in sè l’entusiasmo del popolo biancorosso per rilanciarlo verso quella B che lo cacciò ma da cui lui non dispera di tornare. È affaticato, don Tano, dopo l’allenamento del martedì, ha la barba lunga ma lo sguardo è lo stesso, energizzante, di quel 9 giugno 2006 in cui segnò uno dei suoi gol più belli, quello di testa che valse il 2-1 nella finale di andata per la A col Toro: «Sì, c’è un pò di tensione per il derby con la Cremonese ma è la normale tensione che si respira ogni volta che c’è un incontro del genere. Per me l’aria è relativamente diversa rispetto alle altre partite, a Cremona ho giocato circa un anno e mezzo e ho lasciato degli amici però non c’è paragone con gli undici campionati disputati a Mantova. Qui sono e qui cerco di dare il meglio per conquistare la prima vittoria fuori casa in campionato». Che il Mantova non sia al massimo del rendimento è realtà conclamata, don Tano non lo nega: «È un momento difficile specialmente a livello psicologico, però abbiamo i numeri per recuperare la situazione mettendo in pratica le nostre qualità. Che non sono poche, come ha dimostrato il precampionato». Caridi crede in un “blocco” di carattere mentale: «In effetti ci sono dei problemi a livello psicologico, però tengo a ribadire che è proprio in queste circostanze che si vedono gli attributi del gruppo. Il nostro c’è, è valido e sono convinto che sapremo mettere il turbo tanto in questa partita quanto in quella di sabato prossimo contro la Reggiana, un altro incontro che i nostri tifosi attendono con interesse. È in queste gare che si riesce ad acquisire la necessaria autostima per migliorarsi e raggiungere la salvezza». Verrebbe voglia di chiedere a don Tano se il traguardo possa essere “solo” quello, ma il capitano sa bene come dosare impegno ed entusiasmi: «Prima salviamoci, il resto se verrà sarà valutato in seguito e a quel punto alzeremo l’asticella. Che il Mantova sia una buona squadra mi sembra lampante, noi dobbiamo stare con i piedi per terra e chiamare a raccolta i nostri tifosi per una partita nella quale, come sempre, metteremo in campo il cuore e la grinta giusta. Parola mia». Parola di bandiera…

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Perderzoli nella top 11 della prima giornata, Pasa in quella della seconda, Cattaneo fra i migliori della terza: i ramarri spopolano nei giudizi degli esperti di www.tuttolegapro.com, sito di riferimento per le società di serie C. Indubbiamente una bella soddisfazione per il clan di Mauro Lovisa. DOLCE VELENO – In effetti avevamo segnalato anche noi Luca Cattaneo come migliore in campo al Martelli (1-1, acuto di Strizzolo). Tedino lo aveva schierato non nel consueto ruolo di esterno d’attacco, ma a centrocampo, alle spalle della coppia Strizzolo-De Cenco. La cosa abbastanza originale è che Tuttolegapro lo inserisce nella top 11 come difensore in un 3-4-3 molto spinto. Cattaneo è soprannominato “Veleno” fin dai tempi delle giovanili del Como. «Fu un’idea – spiega Luca – di Giovanni Cusatis, allora allenatore in seconda dietro Giacomo Gattuso. Mi chiamava così perché non mollo mai, inseguo tutti e sono fastidioso. Anzi, proprio velenoso». Contro il Mantova – viene motivata la selezione del sito – mostra il suo valore in fase difensiva, ma soprattutto propositiva, dove in più occasioni si rende pericoloso. C’è il suo zampino nell’azione che porta al gol del momentaneo vantaggio: suo il traversone su cui si avventa in prima battuta Mandorlini e poi Strizzolo. Cattaneo ha come compagni Fumagalli (Pro Piacenza) fra i pali; Carini (Mantova, l’autore del pari con il Pordenone) e Briganti (Cremonese) nel reparto arretrato; Iocolano (Bassano), Branca (Alessandria), Bruccini (Reggiana) e Rossini (Giana Erminio) a centrocampo; Greco (FeralpiSalò), Altinier (Padova) e Marchi (Mattia, del Sudtirol) in prima linea. In panca, Tuttolegapro mette Carmine Parlato, facendo probabilmente fischiare le orecchie a più di qualcuno al De Marchi. L’ALTERALEX – I ramarri hanno ripreso ad allenarsi ieri pomeriggio, dopo due giorni di riposo, in vista della gara di domenica alle 15 al Bottecchia contro il Renate. Tedino dovrà varare una formazione priva di Alex Pederzoli, squalificato dopo essere stato espulso nel recupero a Mantova. PREVENDITA – La segreteria neroverde comunica che è attiva la prevendita dei tagliandi per la sfida con i brianzoli nei soliti punti: Bar Libertà di viale Libertà 67 a Pordenone, Caffè Nogaredo di via Sclavons 194 a Cordenons. I costi: tribuna centrale 18 euro, ridotto 14; laterale 14 euro, ridotto 10, Under 16 un euro; gradinata locali 10 euro, ridotto 8, Under 16 un euro. Previste riduzioni per Over 65 e fascia 17-20 anni. Gradinata ospiti 10 euro, Under 16 un euro.

Ore 18.40 – (Messaggero Veneto) Una giornata ad Alex Pederzoli. Il giudice sportivo di Lega Pro ha squalificato il regista del Pordenone, che dunque salterà l’impegno di domenica al Bottecchia con il Renate. Oggi, intanto, in vista della sfida con i lombardi, mister Tedino guiderà una doppia seduta (alle 10 e alle 15). Nell’allenamento di ieri, lavoro a parte per il solo Ingegneri, mentre il fantasista Finocchio è tornato in gruppo e si candida a una maglia da titolare. Da oggi è aperta la prevendita dei biglietti per la gara con il Renate (arbitrerà Davide Andreini di Forlì): i tagliandi si possono acquistare al Bar Libertà di Pordenone, al Caffè Nogaredo di Cordenons e online all’indirizzo www.ticketland1000.com. Confermati i prezzi: 18 euro tribuna centrale (14 ridotto), 14 laterale (10 ridotto) e 10 euro tribuna scoperta (locali e ospiti, 8 ridotto). Gli under 16 pagano 1 euro. Sabato si chiude la campagna abbonamenti: per informazioni contattare il 348 8234864. Resa nota, infine, la data di Pro Patria-Pordenone (5ª giornata): si giocherà sabato 3 ottobre alle 15.

Ore 18.20 – (Messaggero Veneto) È una bella giornata di sole a Lignano, una delle ultime di questa lunga estate. Il cielo è azzurro, limpido. Di fronte, la darsena e la laguna. Soffia un leggero venticello: il clima ideale per una chiacchierata. E così, vinta l’iniziale ritrosia, Andrea Pentore, classe ’66, sbobina il nastro. L’ex bomber del Pordenone torna a parlare dopo tanto. Lui, uno dei giocatori che il popolo neroverde non ha mai dimenticato: i suoi gol, e quelli di Mauro Lovisa, portarono i “ramarri” dalla Promozione all’Interregionale nel giro di due anni (1994-1996). Erano i “gemelli del gol” neroverdi. «Che emozioni: rappresentavo la mia città», racconta lui, pordenonese doc, trapiantato sul litorale. Segue poco, ora, la squadra; ma spera «di tornare presto al Bottecchia» e – lui che conosce molto bene Lovisa – suggerisce ai giocatori: «Mauro ha fatto grandi sforzi, va ripagato. Ora devono dare tutto per portare in alto il Pordenone». Pentore, da quel 1996 mai più in via Stadio. Conferma? «E’ vero. L’ultima volta che ho visto i neroverdi era nei primi anni del 2000: una sfida in trasferta col Sevegliano. Non è stata una bella esperienza: vedere le due squadre più importanti della mia carriera giocare contro, e io non poter essere in campo, mi ha fatto stare male. Da allora non ho più visto i ramarri». Lei, cresciuto a Pordenone, che si ritrovò a giocare al Bottecchia: cosa rappresentava? «Tantissimo. Ho passato infanzia e adolescenza a Roraigrande, vestire quella maglia era un sogno. Anche perché non pensavo di arrivare così in alto. Avevo iniziato a giocare tardi, a 11 anni, perché prima c’era il tennis. Ho faticato all’inizio, mi muovevo d’istinto in campo. Mi è mancato il percorso in cui si insegna la tecnica: l’ho acquisita un po’ alla volta, ma segnavo un sacco di gol soprattutto perché ero veloce». In neroverde arrivò a 28 anni: ci racconta l’esperienza? «Giocavo a Porcia, con Bruno Antoniazzi in panchina. Un tecnico, ex neroverde peraltro, che credeva in me. Aveva notato in me qualcosa: ogni fine allenamento lavorò per migliorarmi sottoporta. Col passare del tempo ero diventato un cecchino. Giocavo poi per passione, mi piaceva un sacco stare in campo: mi divertivo. Non sentivo le partite, in particolare. Per questo mi chiamò Tita Da Pieve: erano anni di ricostruzione, la squadra doveva vincere. “Voglio te perché so che reggi la pressione del Bottecchia”. Accettai subito, per me era un sogno». Pentore non falliva mai le gare importanti. «Erano situazioni che mi “gasavano”. Poi tifavo Pordenone, davo tutto. E mi bastava anche giocare un quarto d’ora: sapevo di fare gol. E infatti ne feci tanti, molti decisivi, tra cui quello dello spareggio per salire in serie D col Rovigo, nella sfida poi vinta ai rigori. Sono stati anni strepitosi, con un grande gruppo, affamato di vittorie, con Setten che voleva investire». Lei e Lovisa davanti, coppia infallibile. «Ci completavamo. In campo giocavamo a memoria. Da lui ho imparato tanto, era molto più tecnico di me: il suo tocco d’interno, poi esterno e tiro sul secondo palo non ce l’aveva nessun’altro. Quanti gol timbrati assieme. Io avevo altre caratteristiche». Poi, però, la cessione a novembre nel campionato di serie D. «Partivo in quel torneo per fare solo il calciatore: mi impegnai ancora più del solito. Pronti via e segno subito al Santa Lucia e alla Sanvitese in coppa Italia. Ero nel pieno delle potenzialità. Poi la società decise di vendermi: mi opposi, perché volevo stare a Pordenone. Rigo (il presidente di allora, ndr) continuava a chiamarmi, ma a me non interessava. Preferivo smettere. Alla fine andai a Portogruaro, ma giocai poco perché m’infortunai. Poi andai a Sevegliano, quindi a Gonars, ma il mio cuore era neroverde». E ora come vede questa società, lei che conosce bene Lovisa? «Sta crescendo. Dopo un anno di esperienza in Lega Pro ha capito cosa non deve più fare. Pordenone deve ringraziare Mauro: sta dando tutto, sta portando in alto nel calcio una città che non ha molta tradizione. Qualche difetto ce l’ha, come tutti, ma quali colpe gli puoi imputare? I ragazzi ora devono ripagarlo, dimostrare di aver meritato la fiducia: il mio gruppo, quello del 1994-1996, vinse perché dava qualcosa più degli altri, perché onorava la maglia». Pentore, ma al Bottecchia tornerà? «Vorrei farlo quest’anno. Ci sono tanti volti che conosco: Andrea Toffolo, che giocò con me a Sevegliano, Matteo Tomei, che è un amico. Lui mi ha parlato molto bene di mister Tedino, che non conosco ma so essere molto preparato. Spero di farcela, di vincere l’emozione: in fondo al Bottecchia ho vissuto gli anni più belli, assolutamente indimenticabili».

Ore 17.50 – (La Provincia Pavese) Dopo la vittoria sul Sudtirol c’è la possibilità di fare il bis nel recupero della prima giornata contro una Pro Patria allestita in fretta e furia negli ultimi dieci giorni, e che è ancora un cantiere aperto. Dunque in soli quattro giorni il Pavia può rimettersi in carreggiata e risalire a ridosso del terzetto di testa (Bassano, Padova e Giana, che però potrebbe perdere 3 punti a tavolino dopo il ricorso del Cuneo per il blackout allo stadio che sarebbe durato più dei 15’ consentiti). «Avevamo voglia di riscattarci dopo la sconfitta di Cremona, in una gara non fatta benissimo ma che non meritavamo di vincere né di perdere – spiega Luca Ghiringhelli alla vigilia del match di stasera al Fortunati – il Sudtirol è partito a ritmi alti ed era una squadra in fiducia venendo da due vittorie. Noi siamo stati bravi a nostra volta ad alzare i ritmi del gioco e alla fine abbiamo meritato la vittoria. Sofferenza nel finale? Non mi pare, occasioni grosse non ne abbiamo concesse e sul rigore dato al Sudtirol ero lì: il fallo era per noi. Oltretutto poco prima c’era stato un mezzo rigore su Cesarini». Arriva la Pro Patria e pare l’occasione giusta per balzare a 6 punti. «Ci vuole come sempre la mentalità e l’approccio giusti – fa notare l’esterno destro azzurro – di certo loro sono una squadra in difficoltà, ma la partita sarà facile solo se noi saremo in grado di farla diventare tale. Penso al Bassano che l’anno scorso ha buttato la vittoria del campionato pareggiando con il Monza». Intanto l’intesa di Ghiringhelli in campo con Alessandro Marchi sembra già ottima. «Alessandro è un generoso, uno che fa sempre qualcosa in più e ti dà una mano se sei fuori posizione. Ci scambiamo spesso le posizioni anche perché lui gioca anche esterno oltre che mezzala. Ma anche con Marco Cristini mi trovo benissimo, quando c’è lui spingo di più». Il doppio impegno (oggi Pro Patria, domenica a Cuneo) potrebbe indurre Marcolini a un mini turnover. In difesa comunque c’è un cambio obbligato per via della squalifica di Biasi, che dovrebbe essere sostituito da Abbate, più avanti di Siniscalchi tra i rientranti. Possibile anche una staffetta in attacco tra Mattia Marchi e Del Sante. Il giudice sportivo intanto ha affibbiato una multa di 500 euro al Pavia per «indebita presenza sulla panchina di persona non inserita nella distinta»: il magazziniere Cosimo «Cocò» Caruana era stato espulso dall’arbitro durante la gara col Sudtirol.

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Tacopina subito in città prende in mano le redini del «suo» Venezia. Quello di ieri, prima di decollare stamani per New York, è stato il primo blitz in laguna da ex presidente del Bologna, carica che ancora ricopriva nelle due occasioni in cui aveva illustrato il progetto al sindaco Luigi Brugnaro. Joe Tacopina dopo la rottura con il patron emiliano Joey Saputo non ha perso tempo, concedendosi una «toccata e fuga» nella nuova sede arancioneroverde di viale Ancona a Mestre. Qualche ora per conoscere i dipendenti e, soprattutto, per ragionare del Venezia attorno a un tavolo assieme al dirigente Dante Scibilia e all’avvocato Alessandro Vasta, a oggi unico volto noto del cda di cui fa parte assieme al collega nella Tonucci & Partners, Giuseppe Santarelli, e al presidente James Daniels. Le strategie rimangono top secret ma il fatto che Tacopina sia stato avvistato a Mestre per prendere confidenza con l’ambiente e impartire le prime direttive, conferma come il velo di mistero sulla proprietà americana del club stia ormai per cadere, con «passerella» prevista verso la metà di ottobre giocando il Venezia al Penzo sia domenica 11 (con la Liventina) sia domenica 18 (con la Calvi Noale). Ieri intanto la campagna abbonamenti, aperta fino a venerdì, ha raggiunto quota 591 migliorando il totale di 571 tessere della scorsa stagione in quella Lega Pro che sul campo il Venezia vuole subito riconquistare. Domenica nel giorno del rientro al Penzo (ore 15) i ragazzi di Paolo Favaretto (con Modolo verso il recupero in difesa) cercheranno contro la Luparense la 5. vittoria di fila, un obiettivo cui guarda anche il ds Giorgio Perinetti rivolgendosi ai tifosi. «Anche il quadro più bello ha bisogno di una degna cornice per essere valorizzato. Per questo Venezia la cornice sono i tifosi, il team sta iniziando a far vedere le sue qualità e a divertire, ma le grandi imprese si realizzano con tanti contributi e quello in termini numerici, di coinvolgimento e di trasporto della gente è a dir poco imprescindibile. A breve ci saranno novità societarie definitive, il valore della squadra credo comunque sia già un bel biglietto da visita». Nella stessa direzione dell’«appello» di Perinetti va anche la proposta avanzata alla società dagli ultras della Curva Sud di invitare allo stadio i settori giovanili del territorio per festeggiare il ritorno a casa al Penzo.

Ore 17.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) A Bologna, pubblicamente, ha sempre negato un qualsiasi coinvolgimento con il nuovo Venezia. Ma gli uomini del suo entourage confermano: Joe Tacopina è pronto a sbarcare in laguna. E sarebbe stato lui stesso ad annunciare ai suoi più stretti collaboratori che il passaggio avverrà prestissimo. Consumato nei giorni scorsi il divorzio dal Bologna e da Joey Saputo, oggi l’avvocato newyorkese volerà negli Usa, ma tornerà in Italia a stretto giro di posta. Venerdì, il cda rossoblù sancirà ufficialmente la sua uscita di scena svincolandolo da ogni residuo legame con il club. A quel punto il suo arrivo a Venezia potrà considerarsi imminente. Per vedere Tacopina e la nuova proprietà Usa sugli spalti del Penzo occorrerà attendere, in realtà, fino all’11 ottobre, data della prima partita in casa dopo quella di domenica con la Luparense. «Sicuramente la proprietà si presenterà entro la prima metà di ottobre», è la diplomatica conferma del ds Giorgio Perinetti, logicamente tenuto a rispettare la consegna del silenzio almeno per quanto riguarda il coinvolgimento di Tacopina nel board . Ma ormai è questione di poco. «Siamo agli sgoccioli, anche la squadra attende di conoscere la proprietà e ringrazio i giocatori per aver avuto fiducia in me in attesa di conoscere i vertici Usa — aggiunge il ds — sono convinto che anche per la squadra il loro arrivo rappresenterà un elemento di positività e uno stimolo in più». Il ruolo di Tacopina sarà tutto da definire, anche se è ormai assodato che dietro l’operazione del Venezia a stelle e strisce c’è la sua mano. La presidenza rimarrà in capo all’imprenditore Usa James Daniels e anche il cda non dovrebbe subire modifiche nella composizione, ma l’uomo di riferimento della proprietà d’ora in avanti diventerà Joe Tacopina, con Giorgio Perinetti figura chiave del progetto sportivo. Progetto che procede a gonfie vele, visto che la squadra è prima in classifica a punteggio pieno. «Siamo contenti ma bisogna stare attenti, siamo ancora in fase di rodaggio. Ci sono giocatori con più condizione, altri che sono stati inseriti più tardi. E la squadra nella stessa partita ha fasi alterne», osserva il ds arancioneroverde. Il pericolo può arrivare dalla pressione, visto che l’obiettivo dichiarato è il salto di categoria. «Non si può sbagliare nulla, c’è un posto solo per salire. E la squadra un po’ di tensione la avverte». Ma c’è anche il rischio opposto, quello di sentirsi già al traguardo. «E’ compito nostro riuscire ad evitare questo, in fin dei conti abbiamo sempre vinto ma si sarebbe potuto concretizzare di più. Ho visto fasi in cui la squadra sembrava fortissima, dava l’impressione di essere sul 5-0 e magari era solo sull’1-0. L’obiettivo è arrivare ad avere più concretezza». La squadra ieri ha ripreso ad allenarsi al Taliercio, in preparazione della sfida di domenica contro la Luparense, che segnerà il ritorno degli arancioneroverdi al Penzo. Da ieri sulla panchina della Luparense siede l’ex Enrico Cunico, al posto di Daniele Pasa.

Ore 17.00 – La Cremonese pensa a due centrocampisti a lungo in orbita Padova nel corso dell’estate per rinforzare un organico già di per sé molto competitivo. Si stanno allenando in questi giorni con la squadra guidata da Fulvio Pea, infatti, sia Davide Carcuro che Giampietro Zecchin. Carcuro fece tutto il ritiro di Pieve di Cadore con il Padova, ma le sue precarie condizioni fisiche alla fine convinsero la società a lasciare cadere la sua candidatura. Zecchin aveva praticamente già firmato per la Cremonese, ma al momento di sostenere le visite mediche era emerso un problema alla caviglia, che adesso pare risolto. La decisione finale su Carcuro e Zecchin arriverà a stretto giro di posta.

Ore 16.40 – (La Nuova Venezia) Una decina di minuti per risentirsi calciatore: pochi per chi ha calcato anche ei campi della serie A, sufficienti per chi, come PauloVitor Barrreto, non giocava una partita ufficiale da quasi un anno. Tre minuti, all’Olimpico di Roma contro la Lazio (1-2), quando Giampiero Ventura lo mandò in campo al posto di Quagliarella. Era il 26 ottobre, una vita per un calciatore. «Credevo di essere convocato per la partita con la Luparense», ha spiegato il trentenne attaccante di io de Janeiro, «invece Favaretto ha ritenuto di anticipare i tempi. Non sapevo se avrei giocato, in dieci minuti non riesci nemmeno a carburare, però è stato bello tornare in campo. Sono lontano da una condizione accettabile, ma questa la trovi solo giocando, non è sufficiente allenarsi. Mi serve anche tempo per conoscere meglio i compagni, comunque questa squadra è forte anche senza Barreto». E scherza: «Quasi quasi potevo stare anche a casa in famiglia. A parte le battute, la voglia è tanta, stare fuori a lungo non è semplice. Anche lo speaker aveva voglia di vedermi in campo visto che ha anticipato il mio ingresso». Serviranno i gol e le invenzioni di Barreto. «Il Venezia ha le credenziali per disputare una grande stagione, ma bisogna giocare sempre con grande concentrazione, in serie D corrono tutti dal primo all’ultimo secondo, non fai in tempo a controllare il pallone e ti ritrovi già l’avversario alle costole». Intanto, il primo passo è stato compiuto. Domenica il Venezia farà ritorno al Penzo, dopo le due partite in “esilio” a San Donà con Sacilese e Virtus Verona. «La squadra c’è, la società anche, abbiamo bisogno che tutte le componenti viaggino assieme, anche il pubblico», ha sottolineato il direttore sportivo Giorgio Perinetti, «mi auguro che aumenti con il passare delle settimane, come migliorerà la squadra e crescerà la società. A breve ci saranno novità anche a livello societario, ma già la consistenza della squadra allestita deve rassicurare i tifosi sulle persone che sono al timone di comando del Venezia». Joe Tacopina è ormai dietro alla porta, prima o poi arriverà anche a Mestre. Definita la buona uscita di circa 3 milioni con Joey Saputo e lasciata la presidenza del Bologna, l’avvocato di New York starebbe perfezionando tutta la parte burocratica per ufficializzare il suo ingresso nel Venezia Football Club (da definire il ruolo visto che la presidenza è ricoperta da James Daniels). Intanto gli abbonamenti stanno avvicinando quota seicento (591 ieri sera), alla ripresa tutti in campo al Taliercio, solo Calzi non ha partecipato alla partitella finale per precauzione. Ufficiale Enrico Cunico a San Martino di Lupari: l’ex tecnico del Venezia è da ieri il nuovo allenatore della Luparense, in arrivo domenica a Sant’Elena. L’ultima volta che ha messo piede al Penzo, Cunico si giocò contro il Treviso di Zanin la vittoria-sorpasso (1-1).

Ore 16.10 – (Gazzettino) Fumata bianca, Enrico Cunico è il nuovo allenatore della Luparense San Paolo al posto di Daniele Pasa. Vicentino di Caldogno, classe 1969, Cunico ha firmato un contratto annuale con opzione per la stagione successiva e debutterà domenica nella trasferta con il Venezia, sua ex squadra. «È una bella opportunità – afferma Cunico – ho tanta voglia di tornare sul campo e lo faccio in questa società che è nata da poco, ma guarda al futuro e ho il vantaggio di conoscere già i giocatori. La prima cosa che farò? Bisogna ridare ai ragazzi autostima e consapevolezza nei propri mezzi. E bisogna lavorare a testa bassa mettendoci voglia, fame e passione». Al suo fianco il preparatore atletico Raffaello Brazzale, il resto dello staff (vice allenatore e preparatore dei portieri) sarà completato nei prossimi giorni. Ecco il presidente Stefano Zarattini. «Sono ancora legato sentimentalmente a Pasa, ma è stata presa la soluzione migliore. Abbiamo scelto Cunico perché ha sempre lottato per vincere e i numeri parlano per lui». Così Pasa che ieri ha salutato i giocatori. «Ho detto loro che sono un’ottima squadra. Sono cose che succedono nel calcio, ma non va bene per come sono avvenute dopo appena quattro giornate di campionato con una squadra nuova e dopo le parole che erano state dette sui programmi a lunga scadenza. Bisognava avere un po’ di pazienza, mi sembra una scelta eccessiva».

Ore 15.50 – (Mattino di Padova) Era tutto ampiamente annunciato e prevedibile, si attendeva solo l’investitura ufficiale. Che è arrivata, puntualmente, ieri mattina: Enrico Cunico è il nuovo allenatore della Luparense San Paolo, che ha deciso di esonerare Daniele Pasa lunedì, dopo il pareggio con il Dro e i quattro punti raccolti in altrettante gare, le prime della stagione in Serie D. Il nuovo tecnico dei Lupi, vicentino, classe ’69, ieri pomeriggio ha diretto il primo allenamento allo stadio di Tombolo. Ma prima è stato il turno dell’ormai ex mister. I saluti. Pasa ha compiuto il suo ultimo atto nello spogliatoio della Luparense. Aveva preso in mano la squadra quando ancora non esisteva: la società di San Martino di Lupari, appena nata ma con grandissime ambizioni, quest’estate gli aveva chiesto di costruire assieme al ds Alberto Briaschi una formazione immediatamente competitiva. E sulla carta i due c’erano riusciti, se non fosse che alla prima difficoltà l’undici rossoblù si è afflosciato, andando a perdere contro Giorgione e Vecomp Verona per poi pareggiare contro i modesti trentini. Così Pasa ieri ha salutato i giocatori della Luparense. Pochi minuti, ma molto significativi per tutti, visto che il gruppo non gli è mai stato contro. Subito dopo, però, è cominciato ufficialmente il nuovo corso. Ecco Cunico. «Ho avuto un incontro positivo con il patron Zarattini e non ci ho pensato molto ad abbracciare il progetto importante della Luparense San Paolo: è una bella opportunità». Sono state queste le prime parole di Enrico Cunico da neo-allenatore dei Lupi. Dopo una discreta carriera da giocatore, Cunico aveva già guidato in Serie D formazioni come Eurocalcio, Montebelluna, Venezia e Altovicentino. E proprio da Venezia, dalla proibitiva trasferta contro la squadra di Favaretto, domenica inizierà il suo percorso. «A San Martino c’è ambizione», ha proseguito. «La società guarda al futuro e vuole fare bene. Io dopo un periodo di stop ho ricaricato le batterie; staccare la spina mi ha fatto bene dopo tre anni e mezzo di grande intensità e forte dispendio di energie mentali. Ho voglia di mettermi al lavoro, consapevole del fatto che i verdetti li pronuncerà il campo». Tra i suoi nuovi giocatori, qualche vecchia conoscenza: il ds Briaschi, con cui aveva lavorato a Marano insieme a Beccaro, Nichele (ex giocatore al Venezia), Perosin (all’Altovicentino). Insieme a Cunico è arrivato anche il preparatore atletico Raffaello Brazzale. Questo il commento di Stefano Zarattini dopo l’avvicendamento tecnico: «Ringrazio Pasa e il suo staff, è stata una decisione sofferta ma figlia di un inizio di campionato fortemente deludente. Accolgo il nuovo allenatore facendogli un grosso “in bocca al lupo”».

Ore 15.20 – Agatino Garufi (classe 1995) è un nuovo giocatore del FeralpiSalò. Il centrocampista ha firmato fino al 30 giugno 2016. Lo annuncia un tweet del club lombardo. Per Garufi 12 presenze con la maglia del Santarcangelo nell’ultima stagione in Lega Pro. In estate, prima della sentenza sul calcioscommesse, il centrocampista si era aggregato al Teramo per un periodo di prova. Adesso comincia la nuova avventura in verdeblù.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.

Ore 14.30 – (Gazzettino) Superata quota mille abbonamenti, ieri erano 1.023 le tessere sottoscritte. C’è tempo sino a sabato per acquistare l’abbonamento, dopo sarà possibile prendere solo il singolo biglietto partita per partita. La sede del Cittadella è aperta dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30. L’evento del prossimo turno casalingo è senz’altro l’inaugurazione della copertura della gradinata est, con un prepartita organizzato su misura che inizierà alle 14.30. Oltre alle autorità presenti, ci sarà il complesso bandistico «Ciro Bianchi & Majorettes di Cittadella» ad allietare il pubblico prima dell’inizio della gara con il Pro Piacenza, il cui incasso sarà devoluto in beneficenza agli alluvionati del Veneto e del piacentino. I lavori per la copertura della gradinata est sono iniziati a maggio, eseguiti dalle ditte «Cecar» per la parte edile e «Menon» che ha curato le strutture metalliche, i progettisti sono l’architetto Alessandro Bressa e l’ingegnere Marino Cavallin per le strutture. Quasi 3.000 metri quadri, l’opera ultimata a fine luglio è costata circa 1 milione di euro. Metterà al riparo gli oltre 5.000 spettatori che possono accomodarsi in gradinata est. Il Tombolato, adesso, è il terzo stadio del Veneto ad avere le tribune est e ovest coperte, dopo Verona e Padova. Un vanto non da poco per la «Città Murata». DAL CAMPO – Alla ripresa degli allenamenti ha lavorato ancora a parte il difensore De Leidi, alle prese con un problema al collo del piede: il suo recupero è comunque previsto in tempi brevi, si valuteranno giornalmente le condizioni del giocatore. Sabato mattina la rifinitura della squadra.  ARBITRO – Cittadella-Pro Patria sarà diretta da Marchetti della sezione di Ostia.

Ore 14.10 – (Mattino di Padova) Ai box De Leidi e Scaglia. Nel Cittadella che ieri è tornato ad allenarsi al Tombolato, dopo un paio di giorni di riposo concessi da mister Venturato, mancavano i due difensori centrali. Niente di grave, comunque, per entrambi. Scaglia è stato fermato da un lieve problema alla caviglia, che non dovrebbe impedirgli già oggi di riaggregarsi al gruppo. Per quanto riguarda, invece, De Leidi, avverte ancora fastidio al collo del piede che gli è costato l’esclusione dalla lista dei convocati per la sfida con il Renate: sarà valutato giorno per giorno, ma pure lui dovrebbe rientrare a breve. Intanto, la Lega Pro ha comunicato che a dirigere la sfida con la Pro Piacenza di domenica prossima (ore 15) sarà il signor Matteo Marchetti della sezione di Ostia: promosso quest’anno nella categoria, è al debutto. Nessun precedente con lui, pertanto, per i granata.

Ore 13.50 – (Mattino di Padova) Seimila posti coperti, in Veneto, sinora li potevano vantare solo il Bentegodi, a Verona, e l’Euganeo, a Padova. Ed è quindi più che comprensibile l’orgoglio con cui a Cittadella ci si appresta ad inaugurare la nuova Tribuna Est, che fa dello stadio Tombolato il terzo impianto sportivo della regione. I tifosi granata, per la verità, hanno già avuto modo di apprezzare con i propri occhi la qualità dei lavori svolti all’esordio in campionato contro il Cuneo, ma domenica, prima della gara con la Pro Piacenza, ci sarà la cerimonia ufficiale vera e propria: alle 14.30 il complesso bandistico “Ciro Bianchi & Majorettes” di Cittadella precederà gli interventi delle autorità, con in prima fila il sindaco reggente Luca Pierobon, l’assessore allo Sport Francesco Pozzato e l’assessore regionale, già primo cittadino, Giuseppe Pan, oltre ovviamente al presidente Andrea Gabrielli e allo stato maggiore della società. L’intervento ha richiesto due mesi di lavoro, sotto il solleone di giugno e luglio. I costi? Di poco inferiori al milione di euro (circa 980 mila), anticipati interamente dal Cittadella, che si vedrà restituire il 35% dell’importo attraverso una convenzione con il Comune valida sino al 2026. La cifra stanziata copre, per il 5%, anche il rifacimento del tetto del bar dello stadio e il prolungamento del tunnel che collega gli spogliatoi ai campi. «È stato uno sforzo importante, nato dall’esigenza di migliorare le nostre infrastrutture. L’avevamo progettato in Serie B, ma, come sapete, nel mondo del calcio è impossibile pianificare a lungo termine da questo punto di vista: la volontà di rendere l’impianto più accogliente e ancor più a misura di famiglia prescinde dalla categoria affrontata», sottolinea patron Gabrielli. «Gli inverni sanno essere rigidi e la pioggia cade copiosa da queste parti: ora gli spettatori potranno godersi le partite con meno disagi. Abbiamo pensato ad una soluzione snella, che si inserisce nel modo migliore nel contesto delle mura». L’intervento ha visto la collaborazione delle imprese Menon srl per la struttura in acciaio e C.Car. srl per la parte edile. «È il frutto della collaborazione con il club granata e non è solo un’opera sportiva: dotiamo infatti la città di una struttura che prima non c’era, in grado di ospitare anche eventi e concerti», aggiunge l’assessore Pozzato. Non rimane che andare allo stadio: gli abbonamenti hanno superato quota mille. A ieri erano 1.023, ma ci sarà tempo sino a sabato mattina per sottoscriverne altri. «Non raggiungeremo i 1.500 abbonati della scorsa stagione, ma sono convinto che, se continueremo ad offrire del buon calcio, il pubblico accorrerà comunque numeroso», conclude Gabrielli. È stato deciso di devolvere l’incasso della gara con la Pro Piacenza a favore delle vittime del tornado che ha messo in ginocchio la Riviera del Brenta e degli alluvionati piacentini.

Ore 13.20 – (Gazzettino) Domenica vi attende la trasferta con il Feralpi Salò, una delle squadre più accreditate, che ha tra l’altro un punto in meno di voi in graduatoria. «In questo campionato ci sono tante squadre che sono state costruite bene, ma con la giusta concentrazione e attenzione possiamo giocarcela con tutte. Siamo consapevoli delle nostre potenzialità e di essere una squadra forte». Quale traguardo può raggiungere questo Padova? «Sono dell’idea che bisogna lavorare guardando una partita alla volta, ma se dopo tre giornate siamo davanti, dobbiamo ragionare da primi in classifica e quindi andare sul campo del Feralpi Salò a dimostrare che siamo competitivi e attrezzati per disputare un ottimo campionato». Il gruppo sembra essere un vostro punto di forza. «Sono tutti ragazzi bravissimi, si lavora al meglio e si sta bene. Siamo uniti, vogliamo fare bene e remiamo tutti dalla stessa parte, capitanati dal nostro allenatore». SQUADRA. Ripresa della preparazione alla Guizza incentrata su lavoro atletico ed esercizi con il pallone. Ai compagni si sono riaggregati Cucchiara e Ilari, anche se quest’ultimo ha saltato la partitella finale. Oggi biancoscudati di nuovo in campo per affinare gli schemi in vista della sfida in terra bresciana.

Ore 13.10 – (Gazzettino) In Coppa Italia aveva giocato con Mantova e Pordenone, il suo mancato utilizzo in campionato si può spiegare anche con l’attuale modulo che prevede solo due centrocampisti? «A due in mezzo al campo posso giocare benissimo, l’ho già fatto in serie A, B e Lega Pro. Non è questione di modulo, è solo che in questo momento il tecnico ritiene che la squadra abbia bisogno di un centrocampo con caratteristiche diverse dalle mie. Preferisce avere più qualità davanti e maggiore concretezza in mezzo», ossia schierando appunto Corti e Bucolo alle spalle di giocatori dalle spiccate doti offensive. Qualche tempo fa aveva dichiarato di essere venuto a Padova per fare il titolare. «Sinceramente sì, nessuno è contento di rimanere fuori. Ma capisco che in questo momento per il bene della squadra Giandonato resta fuori». Immaginiamo che abbia voglia di dare il suo contributo. «Ne ho moltissima, basta vedere come mi alleno. Voglio dimostrare che posso starci bene nell’undici titolare. Aspetterò il mio momento e continuando a lavorare come sto facendo, mi farò trovare pronto».

Ore 13.00 – (Gazzettino) Finora è rimasto a guardare sempre i compagni dalla panchina, non trovando mai spazio nelle tre partite sin qui giocate in campionato. Eppure Manuel Giandonato è arrivato all’ombra del Santo come uno dei pezzi pregiati della campagna acquisti, anche per il suo recente passato con la Juventus, tanto da legarsi al club biancoscudato con un contratto biennale. «A essere onesto mi aspettavo di giocare qualche minuto in queste prime partite – afferma Giandonato – ma sono molto felice per la squadra dato che sta facendo benissimo. Capisco l’allenatore che decide di andare avanti così, d’altra parte squadra che vince non si cambia. Da fuori mi ha fatto una grande impressione e possiamo solo essere contenti dei sette punti in classifica, speriamo di continuare a fare questi risultati».

Ore 12.50 – (Gazzettino) Al via i lavori al Plebiscito: l’anno prossimo ospiterà le partite casalinghe del Padova. Ad annunciarlo, in diretta su Tv7 Triveneta è stato lunedì sera il sindaco Massimo Bitonci. «Il Comune ha deciso di sistemare il Plebiscito dal momento che, con ogni probabilità, il Calcio Padova giocherà proprio lì il prossimo campionato» ha spiegato il primo cittadino che poi ha aggiunto: «L’intervento prevede la predisposizione di seggiolini in plastica negli attuali posti a sedere. Poi dovremo intervenire sui parcheggi per renderli più capienti». «L’anno prossimo si potrà contare solo sulle due tribune, nel 2017 inizieranno invece i lavori per la realizzazione delle curve nord e sud. Una volta realizzate, la capienza dell’impianto arriverà a quota 15mila e potrà essendo utilizzabile anche per gli incontri di serie A» ha detto ancora il primo cittadino insistendo sul fatto che le due curve non potranno essere realizzate nell’immediato. «Se in base d’asta si va al ribasso, possiamo pensare di farne almeno una» ha detto ancora Bitonci che sul futuro dell’Euganeo sembra avere le idee piuttosto chiare. «Stiamo aspettando la manifestazione di interesse da parte dei privati – ha concluso il primo cittadino – l’idea è quella di costruire uno stadio all’inglese con una capienza di circa 25mila posti». A quanto si capisce, ci sarebbero già state alcune generiche manifestazioni d’interesse. Quello che è certo però è che la nuova struttura dovrà ospitare delle attività commerciali.

Ore 12.40 – (Gazzettino) Tra gli spettatori ci saranno anche il sindaco Massimo Bitonci e l’assessore allo sport, Cinzia Rampazzo. Pallapiede è un progetto nato dall’associzione Nairi Onlus, che si occupa da tempo di temi carcerari, per dare una concreta possibilità di reinserimento ai detenuti attraverso lo sport. Si tratta di uno dei primi esperimenti in Italia in cui una realtà sportiva carceraria prende la strada dell’ufficialità federale: sebbene fuori classifica infatti Palallpiede ha disputato tutto lo scorso campionato di terza categoria, ottenendo risultati lusinghieri e conquistando la Coppa Disciplina. Anche nel prossimo campionato la squadra prenderà parte al torneo, sempre guidata da Valter Bedin. Il Trofeo Pallalpiede sarà anche l’occasione di raccogliere fondi per sostenere l’attività, visto che alla società non possono arrivare quote sociali o biglietti di ingresso. Nell’occasione infatti verranno anche venduti dei gadget per sostenere la Polisportiva.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Oggi sarà un giorno particolare all’interno del Due Palazzi. Sul campo della casa di reclusione padovana alle 14.30 infatti si giocherà la prima edizione del Trofeo Pallalpiede. Di fronte, per un triangolare, le formazioni Berretti di Padova e Cittadella e la Polisportiva Pallalpiede, la squadra dei detenuti. Per la prima volta da quando la Pallalpiede ha iniziato l’attività, con il campionato di terza categoria disputato interamente nella passata stagione, a bordo campo ci sarà anche il pubblico esterno. Un centinaio di persone, che si sono prenotate nei giorni scorsi (le procedure di sicurezza all’ingresso vanno comunque rispettate), potranno assistere alle tre mini partite di trenta minuti. Un’occasione, come ha ricordato anche il presidente della Pallalpiede Paolo Piva, per rendere meno estraneo il contesto del carcere da quello cittadino. La tribuna è stata realizzata dal Comune di Padova, che sostiene l’evento assieme alle due principali squadre della provincia e al Panathlon di Cittadella.

Ore 12.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento mattutino.

Ore 11.40 – Qui Guizza: serie di tiri in porta anche per esterni ed attaccanti.

Ore 11.20 – Qui Guizza: tiri in porta per difensori e centrocampisti.

Ore 11.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 10.40 – Qui Guizza: seduta atletica divisa in due gruppi per i Biancoscudati.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) «Siamo felici di come sono andate queste tre partite, è dal ritiro che lavoriamo bene con mister Parlato, e adesso siamo già affiatati l’uno con l’altro. Tra di noi l’intesa è nata subito». Nel corso della partita, la lingua italiana viene quasi dimenticato. Così i due si capiscono meglio: «Dopo dieci anni e un solo ritiro insieme a Monza, grazie a Dio ora che giochiamo insieme sta andando tutto bene», ammette Fabiano. «Non prendiamo gol e questo fa bene all’intera squadra. Mentre giochiamo, il portoghese ci scappa anche se non lo vogliamo: ci chiamiamo a vicenda, ci avvisiamo sulla posizione degli avversari, ci sentiamo quando c’è da correggere qualcosa». Verso Salò. Il Padova oggi sosterrà una doppia seduta alla Guizza, alle 10.30 e alle 15. Si spera di recuperare Ilari, tornato ieri a svolgere parte dell’allenamento. Più 29 abbonati. Sono state sottoscritte 29 nuove tessere. Oggi, domani e venerdì la sede di viale Rocco sarà aperta dalle 16 alle 20.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Abbiamo l’esperienza necessaria e la giusta solidità, ma dobbiamo migliorare ancora». E seppur non sempre con prestazioni eccelse, lo stesso Favalli finora è riuscito a dire la sua: «Parlato mi chiede di fare quello che so: se posso spingere è giusto seguire gli esterni e accorciare in avanti per arrivare al cross. Finora sono soddisfatto del mio inizio e di quello della squadra». Il nuovo mondo. Nulla, però, in confronto a ciò che accade al centro, una particolare zona del campo in cui si parla solo portoghese. Marcus Diniz e Fabiano, i due brasiliani amici da un decennio ma mai compagni di squadra prima d’ora, compongono una delle coppie meglio assortite che a memoria si ricordino nelle ultime annate biancoscudate. «Io sono più veloce, lui è alto, e per questo ci completiamo a vicenda», spiega Diniz.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Ciò che sorprende è il fatto che 4 elementi che insieme non avevano mai giocato siano riusciti così in fretta ad amalgamarsi al meglio. «L’intesa c’è e quello è fuori di dubbio», conferma Matteo Dionisi, «ma il merito non è solo di noi quattro. Se abbiamo preso un solo gol, è perché tutta la squadra fa una bella fase difensiva, partendo già dagli attaccanti: le palle agli avversari arrivano sporche e per noi è più facile difendere la porta». Ma alla base di una simile compattezza cosa c’è, oltre al lavoro quotidiano? Secondo Dionisi il segreto di quest’inizio di stagione è stato un robusto schiaffo preso in faccia, capace di dare la scossa a tutti. «La partita con il Pordenone. Alla fine da lì è cambiata la musica. È stato in quell’occasione che abbiamo capito davvero che la Lega Pro non ti permette nemmeno mezzo errore». L’ultimo arrivato. Dalla parte opposta, invece, c’è Alessandro Favalli, il quale, giunto in fretta e furia verso la fine del “mercato”, è sceso in campo sin dalla prima occasione e dalla posizione di terzino sinistro non si è più mosso. «Giochiamo insieme da poco tempo, ma finora è andata davvero bene», spiega il terzino cremonese.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ai confini si parla l’italiano, spaziando dall’esuberante accento romanesco alla parlata tranquilla e chiusa della bassa lombarda. Nel mezzo, invece, c’è una zona in cui l’unica lingua ammessa è il portoghese. Non è la descrizione di una strampalata nazione situata chissà dove e composta da chissà quali popoli, non è di questo che stiamo parlando. È, invece, la topografia di una difesa, quella biancoscudata, che, nonostante un grosso rinnovamento, si è scoperta subito solida ed efficiente. Un gol incassato nelle prime tre gare di campionato (come solo Cremonese e Cittadella, ma con una partita in meno) ha permesso al Padova di ritrovarsi lì, a guardare tutti dall’alto in basso. E i segreti di una retroguardia granitica sono nelle caratteristiche degli elementi che la compongono. Parlato ci ha messo relativamente poco prima di trovare la quadratura del reparto: un paio di esperimenti, poi ha individuato il quartetto ideale.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Un’idea che era maturata già la scorsa primavera ai dirigenti della Pallalpiede, i quali prima hanno invitato, per assistere all’ultima partita stagionale di Terza Categoria, il vice-presidente biancoscudato Edoardo Bonetto (presenza che portò bene, visto che il giorno dopo il Padova conquistò a Legnago la promozione), quindi hanno assistito con una propria rappresentativa alla gara contro l’Altovicentino all’Euganeo. Oggi, oltre ad alcuni rappresentati delle due società (dovrebbero esserci Edoardo Bonetto e Marco Bergamin), ha annunciato la propria presenza anche il sindaco Massimo Bitonci. Un piccolo sogno per l’Associazione Nairi Onlus, che ha fondato la polisportiva nell’estate 2014, e anche per i tanti giocatori-detenuti, che nell’ultimo campionato hanno agguantato il secondo posto nel proprio girone, vincendo la Coppa Disciplina come squadra distintasi per fair play. Fischio d’inizio alle 14.30, tre tempi da mezz’ora, e un centinaio di tifosi sugli spalti che entreranno donando un’offerta libera e avranno l’opportunità di acquistare alcuni gadget per sostenere il progetto.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Un antipasto del prossimo derby andrà in scena questo pomeriggio al carcere Due Palazzi. Ma il campionato di Lega Pro e la rivalità tra le due squadre più importanti della nostra provincia c’entrano ben poco. Il piccolo sogno della polisportiva Pallalpiede verrà realizzato oggi, quando, a partire dalle 14.30, andrà in scena la prima edizione del torneo “Pallalpiede”, che metterà di fronte, oltre alla squadra composta esclusivamente da detenuti del carcere, anche una selezione di giocatori delle giovanili di Padova e Cittadella. Principalmente saranno in campo le squadre Berretti, che hanno iniziato la settimana scorsa il proprio campionato, ma l’evento resta storico, perché per la prima volta entreranno in carcere con una propria rappresentativa due società professionistiche.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) «L’amministrazione comunale — ha detto Bitonci — ha deciso di sistemare il Plebiscito per non buttare via soldi. Metteremo i seggiolini negli attuali 8.000 posti a sedere e ci si potrà senza problemi giocare in serie B, poi dovremo lavorare per i parcheggi ma credo che l’anno prossimo il Padova giocherà in campionato al Plebiscito. Nella prima stagione verrebbero utilizzate solo le due tribune, poi successivamente verranno create le curve Sud e anche Nord e, una volta costruite, si arriverebbe a una capienza di 15.000 posti per poterlo eventualmente utilizzare anche in caso di serie A. Nel 2016 dunque il Padova giocherà in un Plebiscito con le due tribune da 8.000 posti, e poi nel 2017 aggiungeremo anche le due curve». La domanda che sorge spontanea tra i tifosi è consequenziale: che ne sarà dell’Euganeo? Perché i costi di manutenzione sono alti e, se davvero quella del Plebiscito sarà una soluzione temporanea, è evidente che il nuovo stadio che dovrebbe sorgere, nelle idee di Bitonci, sopra l’Euganeo, sembra una prospettiva più lontana. Non resta che attendere per capire la definitiva soluzione.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Domenica a Salò l’ipotesi più probabile è che vada in panchina, ma resterebbe comunque il grande dilemma del fine settimana. Christian Altinier vuole una maglia da titolare e probabilmente la avrà, resta un rebus capire al posto di chi. L’indiziato numero uno quanto a rendimento sarebbe Enrico Bearzotti ma non è semplice far convivere tatticamente Neto Pereira, Cunico e Altinier senza escludere Petrilli, al contrario uno dei più brillanti. Tatticamente la soluzione più logica sarebbe Neto Pereira al posto di Cunico e Altinier nel ruolo di centravanti ma un’esclusione del capitano non è facilmente proponibile per ovvi motivi. L’impressione è che a far posto ad Altinier sarà Bearzotti, con Petrilli a destra e Neto Pereira a sinistra, ma ancora non è stata presa una decisione. Nel frattempo lunedì sera, nel corso della trasmissione Tuttincampo , il sindaco Massimo Bitonci è tornato a parlare dell’ipotesi Plebiscito, ribadendo l’intenzione di far traslocare il Padova a partire dalla prossima stagione.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Gli argomenti sulla bocca dei tifosi sono essenzialmente due: il primo è la squadra prima in classifica e il suo rendimento, il secondo è lo stadio e i progetti del sindaco Massimo Bitonci, ribaditi con forza lunedì sera nella trasmissione Tuttincampo, in onda su Tv7 Triveneta. Cominciamo dalla squadra. Ieri la marcia di avvicinamento al big-match di domenica in programma a Salò contro il Feralpi di Michele Serena è cominciato con un allenamento pomeridiano alla Guizza. Nel quale si è rivisto Marco Ilari, fermo da diverse settimane e sempre in procinto di rientrare, senza però avere mai quel «via libera» necessario a rivederlo almeno nella lista dei convocati. «Ho preso un “lopez” a un polpaccio – ha spiegato il centrocampista – sembrava una cosa da nulla, invece ci è voluto molto tempo perché l’ematoma si riassorbisse. Adesso sono quasi a posto e non vedo l’ora di rientrare». Ieri Ilari ha svolto quasi tutto l’allenamento con il gruppo, saltando però la partitella finale, il segnale che probabilmente non è ancora pronto a tornare pienamente a disposizione.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) È la giornata (ore 14.30 all’interno del campo sportivo del Carcere Due Palazzi) della prima edizione del «Trofeo Pallalpiede» che vedrà la partecipazione delle formazioni Berretti di Padova e Cittadella. L’occasione sarà quella di festeggiare l’inizio del campionato di Terza categoria, che verrà disputato dalla squadra Polisportiva Pallalpiede per il secondo anno consecutivo. Pallalpiede è la selezione dei detenuti del Due Palazzi, creata all’interno di uno specifico progetto. Lo scorso anno Pallalpiede ha vinto la Coppa Disciplina e ha ottenuto ottimi risultati, mantenendo per diverse giornate la testa della classifica. L’evento è aperto al pubblico (circa 100 spettatori) e i posti disponibili sono già stati prenotati.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (quarta giornata, 26-27-28 settembre): sabato ore 17.30 AlbinoLeffe-Pro Patria, domenica ore 14.00 Cuneo-Pavia, domenica ore 15.00 Cittadella-Pro Piacenza, Cremonese Mantova, Lumezzane-Alessandria e Pordenone-Renate, domenica ore 16.00 SudTirol-Bassano Virtus, domenica ore 17.00 FeralpiSalò-Padova, lunedì ore 20.30 Reggiana-Giana Erminio.

Ore 08.28 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Padova, Bassano e Giana Erminio 7, FeralpiSalò e SudTirol 6, Cremonese e Reggiana 5, Alessandria, Cittadella e Pordenone 4, Mantova e Pavia 3, Pro Piacenza e Renate 2, AlbinoLeffe, Cuneo, Lumezzane e Pro Patria 0.

Ore 08.26 – Lega Pro girone A, i risultati della terza giornata: Giana Erminio-Cuneo 1-0 (Rossini (Ge) al 1′ pt) giocata ieri, Pro Patria-FeralpiSalò 0-5 (Tortori (Fs) al 27′ pt, Greco (Fs) su rigore al 32′ pt, Bracaletti (Fs) al 15′ st, Romero (Fs) al 19′ st, Greco (Fs) al 34′ st), Pro Piacenza-Reggiana 1-1 (Bruccini (Re) al 7′ pt, Cristofoli (Pp) al 14′ pt), Renate-Cittadella 0-0, Bassano-AlbinoLeffe 2-0 (Iocolano (Ba) su rigore all’11 pt, Germinale (Ba) al 17′ st), Padova-Lumezzane 1-0 (Altinier (Pd) al 28′ st), Alessandria-Cremonese 0-0, Mantova-Pordenone 1-1 (Strizzolo (Pn) al 45′ pt, Carini (Mn) al 7′ st), Pavia-SudTirol 2-1 (Marchi (Pv) al 25′ pt, Bellazzini (Pv) al 26′ st, Gliozzi (St) su rigore al 45 st).

Ore 08.24 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.22 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 22 settembre: primo allenameno settimanale per i Biancoscudati, Ilari torna gradualmente in gruppo.




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