Il calcio è anche questo, se sei un portiere: te ne puoi stare per un intero pomeriggio a goderti la partita da spettatore non pagante, ma poi, quando all’improvviso arriva il tuo momento, guai se non ti fai trovare pronto. Lo sa bene Enrico Alfonso, il quale sabato pomeriggio, contro il Renate, ha fatto il suo debutto in campionato alla guardia dei pali del Cittadella. L’assedio granata alla porta lombarda non ha prodotto lo straccio di un gol; in compenso, se ad una dozzina di minuti dal 90’, l’estremo difensore padovano, 27 anni, non fosse volato alla sua destra per neutralizzare la spettacolare rovesciata di N’Diaye, la squadra di Venturato si sarebbe quasi sicuramente ritrovata con una sconfitta beffarda sul groppone. «In questi casi mi viene sempre in mente una vecchia considerazione di Vujadin Boskov: quando non puoi vincere, non devi perdere. Ecco a cosa è servita quella parata», sorride Alfonso, la battuta pronta. «Com’è andata la gara lo avete visto tutti: in pratica abbiamo giocato ad una porta sola, ma se le cose avessero voluto girarci storte, l’avremmo addirittura persa. È chiaro che in noi c’è rammarico, ma io preferisco soffermarmi sul lato positivo della giornata e… citare Boskov». Cosa vi siete detti in spogliatoio, a partita finita? «Potete immaginarvi quanta rabbia ci fosse. La frase che ricorreva più spesso era: non è possibile non vincere partite come questa! Ed è un pensiero che condivido. Il mio ruolo, tuttavia, impone di guardare le cose da una prospettiva diversa: in certe giornate basta incappare nella minima disattenzione per trovarsi sotto, e a noi non è successo. Nemmeno il terreno di gioco ci aiutava troppo, perché le buche rendevano difficile giocare palla a terra, come facciamo di solito». Non c’è da preoccuparsi, quindi, per la poca concretezza in attacco? «Sinceramente sarei più in pensiero se non avessimo creato occasioni. Sono convinto che, giocando così, i gol arriveranno, anche perché la qualità, in questa rosa, c’è». La sorprende qualcosa della classifica? «Francamente no. L’unica vera rivelazione, al momento, è la Giana Erminio, per il resto mi sembra che i valori tecnici stiano già emergendo. SudTirol e FeralpiSalò così in alto non devono stupire: so quanto queste società stiano lavorando bene da tempo. Il problema, piuttosto, è che, se è vero che ci sono sei o sette squadre in lotta per la promozione, è altrettanto vero che ne vedo poche nettamente inferiori alle altre. In questo girone tutti possono vincere o perdere con tutti». Anche con la Pro Piacenza, sua ex squadra e prossima avversaria del Citta… «Credo ci aspetterà una partita sulla falsariga di quella di Meda: ci troveremo davanti un’avversaria chiusa e molto aggressiva, che però può contare su alcuni elementi di qualità come Carrus, Alessandro e Bini, che conosco bene, in grado di dare fastidio». Intanto si sta godendo i due giorni senza allenamenti in vista della ripresa di domani. Programmi particolari? «Riposo assoluto. Venivo dall’infortunio al polpaccio e quella passata è stata una settimana di rincorsa per me. Questa minipausa mi serviva proprio».
(Fonte: Mattino di Padova)